Archivio di Giugno 2007

G8. Sul clima un compromesso piccolo piccolo…quasi inesistente

Giovedì 7 Giugno 2007

Un accordo andava raggiunto. L’opinione pubblica ha scoperto la gravità del cambiamento climatico, è preoccupata e aveva troppe aspettative: deluderla sarebbe stato spiacevole. E così è stato cercato un mimimo comun denominatore, lo si è trovato e poi si è dato fiato alle trombe per rivenderlo come grande passo in avanti.
In realtà quello partorito ad Heiligendamm è un compromesso piccolo piccolo. Praticamente inesistente.
I leader riunti al G8 in Germania hanno infatti trovato una intesa su di un testo nel quale gli otto paesi più sviluppati ritengono che vanno attuati “tagli sostanziali” delle emissioni e auspicano che a partire da Bali si avvii il processo di trattativa per il post Kyoto, che, “che porti ad un accordo globale entro il 2009″ e che dovrà avvenire “nell’ambito della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici”. Ed è proprio quest’ultimo _ la conferma della sede Onu _ il piccolo passo in avanti fatti ad Helingedamm.
Nel complesso l’accordo, va sottolineato, resta largamente di facciata e non è per nulla incisivo dato che manca dei due cardini essenziali: la fissazione di un target quantitativo (i paesi del G8 hanno solo detto che “considereranno seriamente” l’obiettivo sostenuto da Eu, Giappone e Canada di tagliare del 50% le emissioni entro il 2050, il che sono parole e basta) e la natura vincolante dello stesso.
Ma un piccolo passo in avanti c’è, e realisticamente, volendo coinvolgere tutti i membri del G8, non era possibile ottenere di più. Nel 2009, con un diverso presidente americano la musica potrà cambiare e allora anche i paesi in via di sviluppo, davanti all’impegno del più grande inquinatore e ben supportati dal trasferimento di tecnologie pulite, potranno e forse dovranno considerare l’ingresso in una Kyoto 2 che preveda per loro responsabilità comuni ancorchè differenziate.
La morale è: qualcosa si muove ma incommensurabilmente più lentamente di quanto sarebbe necessario.

La triste storia di radio Vaticana

Martedì 5 Giugno 2007

Che inquinasse oltre i limiti di legge, è provato. Eppure Radio Vaticana esce pulita dalla coraggiosa contesa giudiziaria durata sette anni che le era stata intentata da un comitato di cittadini stanco dell’inquinamento elettromagnetico prodotto dagli impiati dell’emittente della Santa Sede e molto preoccupato perchè alcuni bambini di Cesano _ tra cui alcuni loro figli _ erano stati colpiti da leucemia. Tra mille difficolta erano riusciti a ottenereil rinvio a giudizio dei reponsabili dell’emittente. Avevano visto il processo andare avanti. erano convinti che fosse possibile avere giustizia anche se contro una controparte potentissima, contro uno stato estero. La loro era una illusione.

Condannati nel 2005 in primo grado per “getto pericoloso di cose” (una ipotesi di reato che era stata contestata dal procuratore aggiunto Amendola per l’assenza di fattispecie più calzanti) Padre Pasquale Borgomeo, gia’ direttore generale dell’emittente, ed il cardinale Roberto Tucci, ex presidente del comitato di gestione, sono stati oggi assolti in appello dall’ accusa “perche’ il fatto contestato non e’ previsto dalla legge”.

si dirà, la sorpresa è relativa. Il reato era ormai prescritto e il non luogo a procedere era atteso. Ma la corte ha fatto di più: invece di accogliere la richiesta del sostituto procuratore generale Vittorio Lombardi che aveva sollecitato la dichiarazione di “non luogo a procedere” _ riconoscendo quindi la sussistenza del reato _ per i due imputati per intervenuta prescrizione ha dichiarato che “il fatto non sussite”.

A spiegare che significa bastano le dichiarazioni dei legali di Radio Vaticana. ‘’La decisione - ha commentato l’avvocato Melandri, legale del cardinale Tucci - non entra nel merito del fatto, presenza o meno delle onde elettromagnetiche, ma si sofferma sulla contestazione che era mossa agli imputati'’. Secondo Franco Coppi ‘, legale di Padre Borgomeo “la sentenza ha riconosciuto, come abbiamo sempre sostenuto, che il getto pericoloso di cose non e’ configurabile in relazione all’emissione di onde elettromagnetiche'’.
Tradotto, significa che i due imputati sono stati assolti non perchè la radio non inquinava, ma perchè l’ipotesi di reato non è configurabile ad un inquinamento da onde elettromagnetiche.

E così, salva la forma, rispettato il diritto, è stata violentata la sostanza. Una radio (e poco importa quale radio) inquinava oltre i limiti di legge e non pagherà neppure simbolicamente per questo. Vi pare giustizia?

L’ecoballa rumena finisce in discarica

Venerdì 1 Giugno 2007

Tutto come da copione. La commissione di esperti del ministro dell’Ambiente è andata in Romania e, come ha spiegato il capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente Giancarlo Viglione al termine dell’ incontro con il ministro dell’Ambiente romeno, Attila Korodi, ‘’i nostri tecnici hanno verificato che non esistono le condizioni'’. Il che è vero ma non è solo questo che ha fatto tramontare l’idea. A pesare sono state le condizioni della discarica ma anche l’irritazione del governo rumeno e le proteste che si stavano levando dall’Italia. Troppo discutibile espoprtare rifiuti in un paese dell’Est, anche se da poco entrato nell’Ue e così Pecoraro Scanio (che l’idea non ha mai fatto davvero propria) ha capito che la proposta della Iervolino non era proprio praticabile e ha dato istruzioni in merito. Ecoballa addio.
Adesso tocca lavorare in Campania: e qui la palla passa a Bertolaso. Vediamo che saprà fare anche e soprattutto nell’avvio della raccolta differenziata. La precodizione ad un diverso approccio al problema.