Liberate Daniele

Una settimana è passata e Daniele Mastrogiacomo è ancora prigionero dei Talebani. Lo conosco dai primi anni novanta: assieme seguivamo a palazzo di giustizia di Roma le vicende della tangentopoli romana. Cronista vero, attento e sensibile, era un giornalista che usava i piedi: poco telefono e molti contatti diretti con le fonti. Come ai bei tempi. Quando dal 2002 si è occupato di esteri ci siamo ritrovati ancora. Ed è stata una festa. Per due volte abbiamo lavorato assieme in Afghanistan _ una delle quali in occasione del rapimento di Clementina Cantoni _ con piena sintonia umana e professionale, cementata da amicizia vera. Per tragica ironia, anche stavolòta avrei potuto essere con lui. Pochi giorni prima di partire mi aveva invitato a tornare in Afghanistan: gli dissi che avrei davvero voluto ma che non potevo perchè stavo per presentare il mio libro. E aggiusi che mi predevo l’impegno di andare a Kabul con lui entro l’estate. La sua risposta fu: “E allora vado nel sud, dove ci sono i talebani, prendo i contatti e poi quando c’è l’offensiva di primavera torniamo assieme”. Spero di poter mantenere quella promessa. la cui precondizione è che il suo sequestro finisca presto e lui possa tornare a fare l’inviato. Sempre in prima linea, sempre alla ricerca della verità. Per quanto lo conosco di una cosa sono sicuro: di certo l’avventura talebana non gli farà passare la voglia di essere testimone del nostro tempo.
con affetto
Alessandro Farruggia

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