L’Europa sceglie l’energia pulita

di ALESSANDRO FARRUGGIA
Hanno avuto coraggio i ventisette leader europei riuniti questo 9 marzo a Bruxelles per un vertice che passerà alla storia come il Consiglio Europeo del “grande balzo ambientalista”. Passare da un impegno dell’8% di riduzione (entro il 2012) dei gas serra ad un impegno di riduzione del 20% (entro il 2020) e aggiungerci un impegno per portare al 20% le rinnovabili e al 10% il contributo dei biocarburanti è qualcosa che fino a pochi anni fa sarebbe stato definito “irrealistico” da ogni ambientalista. E invece è successo. Oltretutto su base volontaria.
La decisione del Consiglio Europeo significa che l’Ue opta non solo di rimanere capofila nella lotta contro i cambiamenti climatici ma di diventarne a tutti gli effetti il motore, sposandone la filosofia e cercado di tramutarla da vincolo in opportunità.
Si era parlato molto alla vigilia della manofre del fronte nuclearista per “annacquare” i target facendo ricorso al nucleare. Ma aver superato le resistenze della Francia e dei paesi che credono ancora nell’atomo (dalla Finlandia alla Repubblica Ceca e alla Slovacchia) limitandosi a concedere il ruolo che questa energia oggettivamente svolge nella riduzione delle emissioni di Co2 è un sacrificio limitato perchè l’obiettivo del 20% di rinnovabili c’è e resta un obiettivo vero, da raggiungere senza il nucleare. E quindi un obiettivo molto impegnativo, anche se raggiungibile che si potrà centrare solo se l’intero vecchio continente agirà di conseguenza. Scelta la linea, il difficile viene adesso: negoziare all’interno dell’Ue gli impegni di riduzione nazionali delle emissioni e poi attuarli concretamente dando campo alle rinnovabili e centrando quel 20% di riduzione dei consumi energetici tendenziali cherichiederà un lavoro attento in ogni settore, dall’industria, alle abitazioni, dai trasporti all’aviazione. Con misure che dovranno venire dall’alto ma che avranno successo solo se si intrecceranno con iniziative a livello di base, in primis delle comunità locali, delle aziende, delle associazioni e in tal modo troveranno un consenso dal basso.

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1 Commento a “L’Europa sceglie l’energia pulita”

  1. JA scrive:

    Ma siamo sicuri che tutto questo “ecologismo” sia realmente la strada corretta per fare il bene dell’ambiente? Ho i miei dubbi. Sicuramente s’intraprende per l’ennesima volta la strada dell’inefficienza economica (tanto che gliene frega alla commissione europea, tassa più, tassa meno, l’importante è prodigarsi in iniziative iper popolari). Mi sa che sarà l’ennesimo intervento di matrice socialista, come la PAC che si prefiggeva di “correggere il mercato” di tutelare i soggetti deboli e l’unico risultato che ha ottenuto è iper tassare i cittadini europei e estromettere da qualsiasi ambizione di esportazione dei prodotti tipici locali i poveri nordafricani.

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