Igiene e piadine

di Marcello, 54 anni, Bologna
Capita, in queste sere di fine estate, di partecipare a feste in piazza e sagre di paese che si moltiplicano sulle piazze della nostra regione. Capita che, invogliati da profumi deliziosi e da specialità di pasticceria che tutti i golosi conoscono bene, si sia attratti da ogni sorta di banchetto, furgoncino, bancarella dedita alla vendita di prodotti gastronomici. Ma dopo un’attenta occhiata il desiderio di soddisfare il palato viene meno per il disgusto che scaturisce dall’inosservanza delle più elementari norme d’igiene!
Paste e piadine servite con le mani, ma sempre rigorosamente appoggiate sul tovagliolino di carta… Per l’igiene!Poi le stesse mani che igienicamente hanno posato la golosità sul tovagliolino, avidamente catturano i soldi dai clienti, li depongono in cassa e danno pure il resto, per rivolgersi dopo una frazione di secondo al cliente successivo, prendere la pasta o la piadina, depositarla sull’apposito tovagliolo salva-igiene, recuperare i soldi, dare il resto e magari, perché no, dare una bella manata in fronte per detergerla dal sudore!
Ma il bello è che se fai notare la scarsa igiene di queste ‘manovre’, ti guardano sbalorditi chiedendo che c’è di male!
Mi sanno dire i signori piadinari, pastaioli e ristoratori della domenica in quante mani sono passati quei soldi, le stesse mani che toccano poi i bomboloni che mangiamo?
E dove sono i controlli da parte delle autorità competenti? Basta la licenza di vendita o occorre anche la ‘licenza di intossicazione generale da microbo vagante’ per vendere alimentari sulle bancarelle?

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