La superstizione del biologico

di Stefano Iacchini, 43 anni, Fano
Che vi siano superstizioni antiche tutt’ora in gran voga, è cosa risaputa. Che nella nostra era tecnologica ne nascano di nuove, non tutti forse lo hanno capito. Ma che anche il settore agroalimentare non sia immune da questo fenomeno davvero in pochi se ne sono accorti. Mi riferisco all’opinione diffusa secondo la quale i prodotti biologici sarebbero migliori di quelli ‘convenzionali’. Questo è quanto la gente crede, ma non vi sono prove scientifiche a supporto di questa tesi. Semmai si può ragionevolmente dire che per quanto riguarda l’aspetto sanitario e nutrizionale vi sono differenze tra biologici e convenzionali. Questo obiettivamente è stato riscontrato. La nostra cultura in genere accetta di buon grado quasi ogni novità tecnologica. Fa eccezione il settore agroalimentare, ecco perché tanti consumatori credono che l’agricoltura biologica, in quanto praticata seguendo metodi vecchi di un secolo e senza, o quasi, ricorrere alla chimica, sia migliore. Una nuova superstizione, per l’appunto.

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