Il Parlamento? Praticamente Bengodi

POSSIAMO stare tranquilli. Oltre a essere il Paese d’Europa dove ci sono più incidenti stradali e rapine in banca, abbiamo anche il primato delle pensioni parlamentari più ricche. Infatti, da noi basta una mezza legislatura, pari a due anni e mezzo, e gli onorevoli rappresentanti del popolo maturano il diritto a una pensione. Mai vista una cosa del genere in nessun’altra democrazia al mondo. Il tutto ovviamente e rigorosamente bipartisan. Cioè quando si tratta di privilegi, destra, centro e sinistra sono tutti d’accordo. Fino a oggi sono 2.238 quelli che percepiscono un vitalizio che oscilla dai 3.108 ai 9.947 euro. Inoltre, le ‘onorevoli’ pensioni sono cumulabili con altri redditi (come dimostrano anche 2 vice ministri e 18 sottosegretari del governo Prodi), possono essere percepite a prescindere dall’età (prevista per tutti a 65 anni tranne che per i parlamentari) e si rivalutano automaticamente essendo collegate all’indennità degli eletti in carica (i sindacati dei lavoratori non hanno nulla da dichiarare?). Si scende giustamente in piazza per rivendicare pensioni minime più eque che tengano conto del dimezzamento del potere d’acquisto “grazie” all’euro. Solo che le decisioni dovrebbero assumerle quelli di cui sopra. Naturalmente, nei consigli regionali si replica. Il primo maggio, giorno dei lavoratori, nel commentare le prossime concertazioni sulle pensioni, sul Sole 24 Ore si leggeva che tra i vari provvedimenti «non è escluso che il governo decida di allegare una sorta di ‘invito’ al parlamento a ridurre i vitalizi di deputati e senatori». C’è da restare davvero basiti: ci si limita ad un ‘invito’, invece di approvare subito le norme che eliminino questi scandalosi trattamenti di favore, come peraltro è stato richiesto da Cesare Salvi e Massino Villone e l’altro giorno anche dall’ex presidente della Camera, Pierferdinando Casini. Qualche anima bella afferma che le pensioni discendono dalle somme versate dagli stessi parlamentari. Niente di più falso: alla Camera nel 2006 i deputati in carica hanno versato 9 milioni e 400mila euro e le spese per le pensioni sono state 127 milioni, mentre al Senato si incassano quasi 5 milioni e se ne spendono quasi 60. Ma così non si va al collasso? Nulla di tutto questo: senza vergogna, ogni anno una legge dello Stato ripiana i conti della previdenza parlamentare con i soldi di tutti. Prodi ha dichiarato che nei prossimi giorni verranno adottati i primi provvedimenti sul costo della politica e della pubblica amministrazione. Chissà se ci si occuperà di queste cose. E comunque staremo a vedere, perché le contraddizioni sono troppo evidenti. Come la grande sproporzione tra chi riveste un ruolo legislativo al parlamento e nei consigli regionali e i sindaci dei comuni, sia grandi che piccoli. Infatti, a fronte di responsabilità a volte enormi che i primi cittadini devono fronteggiare, le retribuzioni non sono assolutamente comparabili. Nelle grandi città devono essere gestiti bilanci e problemi considerevoli, come nei piccoli comuni si devono affrontare le tante questioni che riguardano la qualità della vita di ogni singolo cittadino. In entrambi i casi i sindaci operano davanti agli occhi di tutti e molto spesso lo fanno davvero per passione civile e non per gli emolumenti. Non a caso sono le figure istituzionali di cui i cittadini hanno maggiore fiducia. Questa situazione deve far riflettere su un altro dato strutturale relativo ai costi della politica nel nostro Paese. Infatti, tutte le cariche elettive di comuni, province e comunità montane sono circa 195mila con un costo di 746 milioni di euro l’anno. Troppi, sia come numero che come spesa. Ma che dire della Camera che per mantenere solo 630 deputati costa complessivamente circa un miliardo di euro l’anno? Questo dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l’origine del problema è proprio il parlamento, perché è lì che vengono approvate le regole che a cascata prevedono costi e numeri talmente ingiustificati da rendere inefficiente la democrazia italiana.

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7 Commenti a “Il Parlamento? Praticamente Bengodi”

  1. Filippo Guastini scrive:

    Siamo alle solite. Quando mi adiro leggendo i tuoi articoli mi pare d’essere colui che, dopo una collutazione, afferma: “quante me ne ha date….. ma quante gliene ho dette…..”.
    Caro Mario, se qualcuno, io per primo in virtù delle mie modestissime possibilità e ancor più esigue capacità, non “si tira sù le maniche” “Lor Signori” continueranno ad “essere il male e la medicina”.
    Sinceramente quello che più mi deprime è il fatto che siamo indegnamente rappresentati da una massa di “personaggi” che SEMBRA non riescano a capire neppure che, recuperando l’enorme evasione fiscale stimata in 48 MILIARDI DI EURO/ANNO, grazie alla TASSAZIONE DEL REDDITO NETTO (vedi altra mia risposta al Min. Santagata) si “spazzerebbero” via tante iniquità e ingiustizie. Che vi siano interessi più grandi?”
    Comunque, se ciò avvenisse, noi “sudditi”, potremmo essere “distratti” dall’analizzare i costi dei loro privilegi (sindacalisti compresi). Amare considerazioni in un Paese che potrebbe essere il “bengodi” dell’umanità invece che di pochi eletti e dei loro cortigiani e invece….. Salutando te e i Lettori, cito la frase con la quale esordiva un mio professore di storia il primo giorno di lezione: “Buongiorno ragazzi. A prescindere dal fatto che siamo cittadini del Paese che s’è inventanto il mondo, e se l’è pure venduto!, possiamo iniziare a parlare di storia”.

  2. Andrea scrive:

    Premetto che sono contro l’uso moderno dello sciopero, come quelli contro aziende in fallimento (Alitalia), o di chi pretende aumenti senza concedere nulla in efficienza (PA), ma viene proprio voglia di sciopero generale contro gli sprechi di chi ci invita a far sacrifici.

    Nella stessa pagina (sulla copia del QN), ho anche letto delle indennita’ ai sindaci (intorno ai 8-9000 euro mensili, per i comuni più grandi). Pensate che il mio reddito annuale e’ di quella cifra: sono un dottorando, sono 7 anni che studio.

    Si aggiungeva che la responsabilita’ dei sindaci rende anche modesto questo genere di appannaggi.

    Pensando che questi signori provengono e riconfluiranno in cariche pubbliche, credo che una moderazione sia comunque ragionevole.

    Grazie.

  3. Paolo Ianni scrive:

    Sono convito che ci sia bisogno di una radicale riforma del sistema politico italiano a partire dalla drastica decurtazione del numero dei parlamentari (quella proposta dal governo Berlusconi aveva le pecche di entrare in vigore nel 2016 e di ridurre di non molto il numero degli onorevoli ma è comunque apprezzabile) e a finire anche alla drastica riduzione degli stipendi di coloro che siedono alle Camere. Per non parlare poi delle riduzioni delle auto blu che costano alla collettività miliardi e miliardi di vecchie lire ogni anno.
    Ci vorrebbe un governo di persone folli e coraggiose per fare quanto io ho appena descritto. Sarà un discorso populistico il mio ma nessuno di noi “popolino” riesce a spiegarci come mai i sacrifici vengano sempre e solo richiesti a chi lavora, produce e a chi dopo anni di sacrifici è riuscito a realizzarsi professionalmente ed economicamente.
    Ci vorrebbe un governo di coraggiosi ma soprattutto delle persone che sappiano eleggerlo.
    Come bisogna fare ? Impegnarsi in prima persona. Scendere in politica e battersi per un’idea che può davvero rivoluzionare le cose? E’ questa, ahimè, la domanda che mi faccio e alla quale vorrei poter tanto rispondere.

  4. Guido scrive:

    Buongiorno,
    premetto che apprezzo molto i suoi articoli, che certamente aiutano a farsentire la voce del crescente distacco tra i cittadini e questa classe
    politica, in tutti gli schieramenti, sempre più intoccabile e sempre più
    spendacciona.
    Desidero però chiederle come mai nè il vostro giornale nè altri organi
    d’informazione danno la benchè minima informazione sulla raccolta di firme per il referendum elettorale, che infatti quasi nessuno va a firmare
    perchè non ne conoscono l’esistenza.
    Grazie e buon lavoro
    Guido Ucelli

  5. Paolo Ianni scrive:

    Questo breve intervento solo perchè ci tenevo a dire che ho inserito il link di questo interessantissimo blog al mio blog personale che si è di un tono ben diverso ma sul quale ogni tanto scrivo qualcosa di serio e non di giocoso.
    Soprattutto l’ho fatto nella speranza che chi frequenta il mio blog possa accedere a questo sito e capire molte più cose sulla politica italiana.
    Volevo anche dire che nel mio precedente commento ho commesso qualche errore. Sono solo errori di battitura.

  6. mario de luca scrive:

    Che cosa avvilente leggere dei benefici che questi parassiti godono senza fare nulla, mi è venuta la nausea di questi politici e di questa politica, la mia decisione è quella di non partecipare più alle elezioni, magari potessimo manda queste braccia sottratte all’agricoltura nei loro posti… a zappare la terra

  7. Maurizio scrive:

    Sono completamente d’ accordo con quanto lei scrive sui costi e le
    distorsioni aberranti della nostra classe politica, anche perchè chi
    osava dire queste cose era subito tacciato di essere solo uno spregevole
    qualunquista mentre oggi le appare evidente che si trattava solo di
    ribellione ad un oligarchia incapace e corrotta.
    Ma adesso chiedo a Lei e al suo giornale un altro sforzo: chiedere
    pubblicamente e con forza a ciascun leader di partito l’ impegno solenne
    a ridurre i costi della “politica”(?) del 70% nel giro di una
    legislatura. Se le cifre sono quelle pubblicate mi pare una richiesta
    ragionevole chiedere che i costi italiani siano semplicemente allineati
    a quelli europei e sarei anche curioso di sapere con quali acrobazie
    dialettiche potrebbero sfuggire a questo impegno. E con che faccia
    potranno chiederci una Finanziaria di sacrifici o tuonare paroloni
    contro l’ evasione(?) fiscale?
    Grazie e complimenti a Lei e a La Nazione
    f.to Maurizio Nardi

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