Troppi balzelli per niente: siamo al capolinea

LE DUE RIVOLUZIONI che, alla fine del Settecento, hanno dato l’avvio all’epoca contemporanea sono entrambe sorte per motivi fiscali. Quella americana al grido di «no taxation without representation» (nessuna tassa, senza rappresentanza politica), quando i coloni dell’altra sponda dell’Atlantico sono diventati stufi di pagare le tasse per essere governati da un Parlamento in cui non c’era nessuno di loro. E la rivoluzione francese divampa quando la gente percepisce chiaramente che la corte di Versailles non aveva più alcuna funzione sociale ma era soltanto un concentrato di costi e privilegi. Non a caso, nella ricerca del Censis presentata due giorni fa, si spiega che, se continua così, il 31.7% degli intervistati è convinto che «la gente non andrà più a votare» mentre un significativo e preoccupante 13,6% pensa che «la gente non pagherà più le tasse». Non a caso, è «fiscalità senza consenso» la nuova, calzante, immagine coniata dai ricercatori di Giuseppe De Rita. C’è molto da riflettere quando l’85,7% degli italiani avverte come un’ingiustizia l’attuale pressione fiscale, inasprita in modo «non necessario». E lo confermano i fischi che Prodi puntualmente riceve, anche in consessi amici come quello della Confesercenti. «Serve sviluppo e non redistribuzione del reddito», ammonisce poi De Rita, riferendosi allo sbandierato «tesoretto» che viene blandito più come arma di propaganda politica che non come reale volontà di invertire una tendenza. Allora c’è bisogno di cambiamenti di rotta e non di politica autoreferenziale, fatta di annunci, comitati d’affari e prebende. La ricerca del Censis rappresenta l’ennesimo indicatore che il cerchio dello scontento si sta allargando a macchia d’olio. Continuare sottovalutando quello che sta succedendo non è solo miope ma devastante per la democrazia. Infatti, confermando il contesto storico dell’inizio di questo articolo, quando nel 1789 scoppia la rivoluzione francese Luigi XVI dice al Marchese Rochefort de Liancourt: «Marchese, è una rivolta?». «No maestà — rispose il marchese — è una rivoluzione». E i padroni del vapore fanno finta di non accorgersene, perpetuando vuoto politico, assenza di governo e privilegi inaccettabili. Siamo al capolinea. E c’è bisogno di nuovi manovratori.

* Mario Caligiuri e Gian Antonio Stella, oggi alle 15,37 su Radio 1, parleranno dei costi della politica, ospiti della trasmissione di Igor Righetti

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3 Commenti a “Troppi balzelli per niente: siamo al capolinea”

  1. Filippo Guastini scrive:

    “Caro Mario,
    è vero, siamo tutti al capolinea e, è noto, “al capolinea si scende”.
    A mio avviso, però, se qualcuno che “ha i numeri” (soprattutto morali) non si sostituirà agli attuali “conducenti” (dimostratamente pessimi) prima che
    l’autobus s’arresti del tutto, probabilmente, anzi, sicuramente, a “scendere” saremo noi tutti tranne il conducente che continuerà la sua corsa “galleggiando” fra le onde d’un forzato consenso conferitogli dal più
    sempre imperante stato di necessità di una sempre più grande fetta di
    popolazione.
    Anche se il “partito del non voto” non è ancora giunto a percentuali così “allarmanti” per “la casta”. Ma stai tranquillo, quando desterà pensieri, più di quanto ora non faccia, “lor signori” penseranno, certamente, ad un escamotage “anti-maggioranza” mettendo “fuori Legge” detto partito (“qualcuno”, tempo fa, citò Leo Longanesi: “politici e loro cortigiani: buoni a nulla ma capaci di tutto”).
    Ciò non mi stupirebbe affatto abituati come ci hanno a cose molto simili
    come la ultraforzatissima candidatura “con triplo salto carpiato con
    avvitamento a destra” di parenti, amici e buoni a nulla.
    Scusa se “ti tiro per la giacca” ma non pensi sia giunto il momento se non di “scendere in campo” di, almeno, fungere da guida alle tante giovani e
    oneste risorse umane che abbiamo in modo più “attivo” di quanto tu già
    non faccia con la tua efficacissima funzione d’insegnamento e giornalistica?
    Personalmente sono a disposizione per qualsiasi iniziativa consona alle mie modestissime capacità.
    Attendo riscontro e, cordialmente, saluto te e i lettori.
    Filippo
    f.guastini@tin.it”

  2. salvatore scrive:

    sono un uomo di 58 anni
    ringrazio dio di essere nato in un lasso di tempo dove non siamo stati in guerra…
    ma mi chiedo….. mio padre ha fatto la 2 guerra mondiale…
    mio nonno ha fatto la prima guerra mondiale..
    io ho visitato il carcere di via tasso…. con le lacrime agli occhi
    ma mi domando…. a cosa sono serviti? tanto vale che i nostri martiri fossero rimasti vivi e godersi la vita…
    signori politici penso che ormai vi resta solo una cosa da fare…. vergognarvi…. ma non ne siete capaci e non dico alle destre o alle sinistre … ma a tutti ….
    signor presidente… io per lei ho una enorme stima … ma mi domando perche non prende una mitragliatrice e toglie tutti di mezzo?
    ciao

  3. franco scrive:

    Ciao a tutti.
    Ho la soluzioni per combattere quella che viene chiamata microcrimilita’, i ns. solerti politici dai discorsi roboanti pottebbero rinunciare a tutti i privilegi (a cominciare dalle auto blu, a me tocca viaggiare pagandoni il carburarante, perche’ loro no?) inoltre deurtandosi lo stipendio del 70% (gli rimarrebbe sempre tanto per quello che fanno) oltre naturalmente alle varie pensioni, rinunciando ai vari portaborse (parenti amici degli amici ecc.ecc.)dunque con i soldi cosi’ risprmiati si potrebbe intanto assumere molti piu’ uomini e mezzi per la polizia ed i carabinieri (mi risuta che siano sotto organico ed alle volte non hanno auto a disposizione con caratteristiche adatte al servizo, oltre a mancare loro i soldi per i carburanti.
    Che ne pensate?
    Come mai non e’ venuto in mente a nessuno dei ns.governanti? Forse fa loro comodo avere orde di zingarelli che appena volti l’occhio cercano di prenderti qualche cosa? Forse gli fa’ comodo avere centinaia di venditori abusivi che naturlamente pagano tutti le tasse ed emettono ricevute fiscali.
    Forse fa loro comodo avere centinaia di giovani nei centri sociali pronti ad inalberarsi appena gli offrono uno spinello o dell’alcol? Forse fa loro comodo vedere per la strda centinaia di storpi (fatti arrivare dai paesi dell’est per cattare agli incroci) o forse i ns. non vedono niente di tutto questo perche’ loro sono circondati da guardie del corpo compiacenti e viaggiano in auto da noi pagate ed addirittura su corsie loro riservate, hanno mai provato ad andare in metro?
    Basta ragazzi altrimenti mi avvilisco troppo.
    Cordialita’ a tutti.
    Franco

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