Dimostrativo e inconsistente: quel DDL
nemmeno tocca gli sprechi più allarmanti

NON CI VOLEVA la lampada di Aladino. Su questo giornale avevamo facilmente anticipato che il provvedimento del Governo sui costi della politica sarebbe stato dimostrativo ed inconsistente. Come sempre si parte dalle cose serie: dal taglio dei cellulari e dal livello istituzionale più basso. Ovviamente restano intonsi i capitoli di spesa maggiori: il numero dei deputati e senatori, quello dei membri del governo, le pensioni degli onorevoli parlamentari, il numero dei dipendenti ed i costi dei palazzi del Potere, i cui bilanci sono riservati e la cui autonomia amministrativa è prossima all’arbitrio feudale. Il resto è il porto delle nebbie.

NON SI CAPISCE quali comunità montane restino e quali vengano soppresse: ma non si dovevano eliminare tutte? Non si comprende quali siano gli enti doppioni e con quali modalità verranno smantellati. Si riducono da 7 a 5 i consiglieri di amministrazione: ma non ne basterebbe uno solo che facesse l’amministratore delegato? Le pensioni vengono toccate ma quelle, udite udite, dei consiglieri regionali (la cui competenza attiene alle regioni e voglio davvero vedere cosa faranno) e, a leggere i giornali, anche quelle dei consiglieri provinciali e comunali (che non mi sembra abbiano diritto a vitalizi pensionistici alla fine del mandato). Sulle auto di servizio c’è una dimostrazione di buone intenzioni ma nessun riscontro concreto: per esempio, in quale ente ci sarà un’auto in meno?
La “cura dimagrante” riguarderà i consigli di circoscrizione, che saranno operanti solo nelle città con più di 250 mila abitanti, mentre in quelle dai 100 mila in sù possono essere istituti solo a titolo “gratuito”. E’ facile prevedere, con la fantasia italica, cosa ci si inventerà.
Si riduce il numero dei consiglieri comunali, i cui costi sono ridicoli, in quanto la maggior parte dei municipi non ha più di 15 mila abitanti. Viene limato il numero dei consiglieri provinciali, mentre gli italiani a gran voce chiedono la totale soppressione di questi enti intermedi. Viene poi declamata l’acqua calda. Un architetto che fa l’assessore non può avere incarichi dal Comune che amministra: ma non è già contro legge? Le concessionarie di servizi pubblici non possono finanziare i partiti ufficialmente: vale anche per chi fitta a costi stratosferici i palazzi della Camera? Poi c’è la perla: non possono essere confermati quegli amministratori delle aziende pubbliche che per tre anni presentino un bilancio in perdita: ma non dovrebbero essere subito presi a calci? Bisogna consentire danni ulteriori?

NON C’È che dire: sono stati davvero accorti per non intaccare di una virgola nessuno dei privilegi che contano. Non a caso, la presunta “dieta” non sfiora i santuari ministeriali, nè quelli quirinalizi e parlamentari. Addirittura si ipotizzano anche gli importi di questi presunti risparmi: un miliardo e 300 milioni di euro. «A regime» si precisa con delicatezza, quando tutto è più aleatorio del clima di marzo. Si attendono decreti legislativi, concertazioni con regioni e comuni (che hanno disertato l’ultimo incontro in aperta contestazione alle politiche governative sulla finanza pubblica, cosa mai successa nella storia della Repubblica) e, soprattutto, ci si affida - con la consueta lungimiranza - al buon cuore degli stessi beneficiari. Si vede lontano un miglio che si sono dovuti occupare, e con evidente fastidio, del problema dei costi della politica per fare fronte ad una legittima indignazione popolare. Altrimenti avrebbero continuato a fare orecchie da mercante. Il loro punto di vista è chiaro come il sole: bisogna fare passare la nottata. E poi questi “moralisti“ dell’antipolitica dove vogliono andare? Diceva Stalin: «Quante sono le armate del Papa?». Sono convinti della loro impunità e vanno avanti con arroganza, ritenendo che gli italiani siano imbecilli e continueranno a sopportare una classe politica incapace, che non risolve i problemi e che non affronta nessuna delle grandi questioni poste dalla globalizzazione: la competitività, l’emergere delle economie asiatiche, l’immigrazione, il contrasto ai signori planetari del crimine. Per non dire dei problemi nazionali, che vanno dalle pensioni agli aiuti alle famiglie, dalle infrastrutture ai rifiuti.

QUELLO CHE ANCORA in molti secondo noi non hanno capito, neanche giornalisti importanti e attenti, è che è proprio il costo della politica a contribuire in modo decisivo nella selezione, a livello centrale e regionale, di una classe politica assolutamente inadeguata ad affrontare i grandi temi del Paese. Gli italiani più responsabili non possono più permettersi il lusso di stare a guardare, perché se la Nazione affonda si salvano soltanto i politici e qualche sodale. E tutti gli altri dobbiamo soccombere per colpa loro? Non possono più propinarci né lenzuolate e né sforbiciate. Si devono soltanto, e subito, mettere da parte.

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9 Commenti a “Dimostrativo e inconsistente: quel DDL
nemmeno tocca gli sprechi più allarmanti”

  1. Francesco I. scrive:

    Ottimo ed esaustivo articolo che dovrebbe essere spedito ai 55milioni +o- d’italiani che credono ancora alla befana prodiana ! Purtroppo queste verità non possono essere dette sulle televisioni di stato e per inciuciamento nemmeno su quelle del ns. cavaliere. Si possono leggere solo su qualche giornale “serio”, ormai siamo alle veline di stato per gli altri.
    Speriamo nel referendum per restituire tante braccia alla “zappa” o ai “teatri” .

  2. Daniele, Sydney scrive:

    Bell’articolo ma secondo me non cambiera’ mai niente, la mentalita’ e’ sempre la stessa da decenni…
    Come dicono molti anglosassoni, i politici italiani lavorano solo ogni 4 anni… quando devono essere rieletti, poi riscaldano solo la poltrona…

  3. Silvia Mattei scrive:

    Purtroppo è vero che ogni Paese ha il Governo che si merita, ed è inutile scandalizzarsi per certi ormai conclamati “furti” dei nostri politici. Chiediamo piuttosto perché avvengono, e da lì potremo partire per porvi rimedio. Noi Italiani siamo fantasiosi, geniali a livello individuale più di qualunque altro popolo al mondo, ma guai a tentare di organizzarci, di stabilire e seguire regole uguali per tutti. Tutti, a nostro modo, tentiamo di approfittare di ogni situazione per avere anche un piccolo vantaggio, dalla semplice coda al supermercato, all’evasione delle tasse. Se abbiamo un problema cerchiamo l’amico che ha le giuste conoscenze, non ci rivolgiamo direttamente all’ufficio preposto. Come possiamo quindi pensare che questa mentalità, trasposta a livello politico, dovrebbe trasformarsi in purezza d’intenti per il bene comune? Detto questo è chiaro che una tale generalizzazione è solo suscettibile di attacchi frontali, ed è altrettanto vero che, dietro tanti smidollati che tentano solo di galleggiare come meglio possono, ci sono tanti che si danno da fare, faticano tantissimo per emergere, lavorare con coscienza ecc. Ed è proprio a questi che mi rivolgo. Intanto dico loro di non sentirsi soli e di non gettare la spugna, perché l’Italia sana, l’Italia dei tanti Italiani per bene (che rispettano i limiti di velocità e la distanza di sicurezza in auto senza sentirsi degli stolti, che non abbandonano i cani d’agosto, ma anzi fanno volontariato per aiutarli nei canili tutto l’anno, che lavorano e non cercano scappatoie per facili guadagni con poca fatica o sfruttando manodopera al nero ecc.) emerga, faccia sentire la propria voce, sia sempre più numerosa, più forte e più coraggiosa, si assuma anche la responsabilità di cambiare voto alle elezioni se un candidato ha già dimostrato di non far bene anche se è del partito preferito, di protestare pubblicamente per le ingiustizie quotidiane, del vicino di casa, del cafone con la macchina parcheggiata sulla pista ciclabile ecc… Non possiamo e non dobbiamo pensare che i politici sono i nostri nemici, se saremmo poi i primi a gioire dei privilegi se soltanto fossimo eletti. Facciamoci un esame di coscienza e intraprendiamo un bel cambio di rotta, poi potremo pretenderlo anche per questa ormai odiosa casta di privilegiati che ogni giorno, oltre a prenderci in giro, ci sottrae di fatto ogni diritto scritto.

  4. Anna scrive:

    Carissimo Professore
    Desidero esprimerLe il mio più vivo apprezzamento per i suoi
    brillantissimi pamphelets che, sono certa, interpretano fedelmente il
    pensiero della stragrande maggioranza dei cittadini italiani.
    Dunque, avanti così, eminentissimo professore, continui a “bacchettare”
    senza pietà la classe politica italiana, “molle”, corrotta “nel midollo”
    e completamente priva di spessore politico e morale.
    Fa capolino tra le “pieghe” della memoria la “storica” frase pronunciata
    dal Marchese del Grillo, nel celebre film, “io sò io e voi non siete un
    ca….” , che sintetizza perfettamente la logica di cui è pervaso il
    modus operandi ed il comportamento dei politici di questo paese,
    incuranti dei bisogni dei cittadini, lontani dall’elettorato, impegnati
    a perseguire esclusivamente “interessi privati in atti d’ufficio”, a
    conservare il loro potere, quello dei propri amici ed a “sistemare” le
    cosiddette “fidanzate”, “signore (ed uso un eufemismo) di belle speranze
    e senza alcun costrutto” che lor signori hanno avuto l’ardire di
    “disseminare” tra i banchi del Parlamento (neanche gli ex democristiani
    avevano osato tanto).
    E’ ora che questi “gentiluomini” tolgano le loro tende logore e sporche
    dai santuari della politica e, avendo la consapevolezza che
    autonomamente non “schioderanno” mai da quegli scranni, da quei palazzi
    e non rinuneranno mai ai loro privilegi, auspico che appaiano sulla
    scena politica nazionale uomini e donne nuovi, liberi, competenti,
    onesti e desiderosi di interpretare nuovamente la politica come
    servizio, secondo gli insegnamenti, oggi considerati desueti, dei Padri
    della Patria e che siano in grado, finalmente, di “mandare in pensione”
    questa scellerata classe politica.

    Complimenti!
    Un abbraccio Anna

  5. Franco Giacomazzi scrive:

    Caro Caligiuri,
    seguo sempre con interesse i Suoi articoli, incisivi, provocatori, centrati.
    Ma non vedo reazioni in giro: rassegnazione? Convenienza? Miopia? Ciascuno pensa a sé, gioisce delle proprie cose sa vanno bene, stringe i denti se vanno male.Orwell aveva immaginato un sistema di potere immutabile, basato su logiche coercitive; Huxley su metodi opposti; ciò a cui stiamo assistendo è una terza via?
    Molto cordialmente.

    Prof. Ing. Franco Giacomazzi

  6. Paola Navetta scrive:

    Forse sono stata disattenta leggendo tutte, o quasi tutte, le magistrali articolesse di Mario Caligiuri. Il tema, però, di una fondamentale scelta di politica tributaria - sperimentata da decenni altrove e con successo - che permetterebbe al nostro Paese di assomigliare finalmente ad una società seria, civile e solidale, responsabile e consapevole del diritto/dovere di onorare il pagamento di tributi proporzionati alla propria capacità reddituale, in cambio di serivizi al cittadino (ivi compresa la possibilità di prevedere un’indennità a termine per i giovani in cerca di primo impiego), non è stato dallo stesso Caligiuri messo a fuoco con l’acutezza e le capacità dialettiche che gli sono propri.
    Ma qual’è il tema? E’ quello di cui si discute tra la gente comune, onesta, che pure esiste, e numerosa, anche in Italia: perché il sistema tributario italiano non prevede la possibilità di detrarre dall’imponibile di ciascun contribuente le spese - a qualunque titolo effettuate - durante l’anno, dimostrabili con scontrini fiscali e fatture alla mano? Questa - a mio modesto parere - sarebbe la vera rivoluzione riformatrice e autenticamente liberale, necessaria come il pane al nostro Paese, prima ancora della riforma elettorale e, oserei dire, prima ancora della ‘impossibile’ riforma delle pensioni d’anzianità (a cui dictat rifondaroli e sindacatocratoci si piegò - non dimentichiamolo - lo stesso primo governo Berlusconi nel ‘94).
    Una rivoluzione da far ‘esplodere’ in Internet.
    Non credo sia facile, ma se se ne parla così poco…gatta ci cova.
    Con viva cordialità,
    Paola Navetta

  7. Filippo Guastini scrive:

    Caro Mario,
    quando si parla di buona economia domestica in certi ambienti sodali, come Tu dici, all’attuale classe politica, si viene osservati come abitanti di un’altra costellazione. Sì perché ormai a cose “marziane”, e cioè del sistema solare, “lor signori” si sono (“poverini”) e ci hanno, tristemente, abituati….
    La stragrande maggioranza dell’opinione pubblica e quindi quella onesta, materialmente e moralmente vessata anche da insulsi proclami come quest’ultimo provvedimento dal sapore squisitamente feudale, fa, nel quotidiano, richiamo alla vecchia e sana parsimonia contadina che dice che “quando non ce n’è, non se ne spende”….. Tuttavia occorre vivere. Sì, vivere ma, Santo Dio, cercando di non aggiungere male al male! “Loro” riescono, invece a farlo. Confermano la regola che “al male non v’è mai fine”! 1600 MILIARDI DI EURO di debito pubblico generano tassi annui (e non è corretto calcolare in questo modo perché sono in realtà calcoli composti giornalieri) una montagna di soldi di interessi che divorano letteralmente ogni provvedimento
    teso al risparmio e “tesoretti vari”.
    Il tempo è un gran signore e, dopo mesi che lo affermo, anche il governatore della Banca d’Italia mi
    ha dato ragione: il tesoretto non c’è. Sparito! Come tutti i risparmi presenti e futuri se non si adotteranno efficaci provvedimenti d’aggressione del debito pubblico a partire dalla TASSAZIONE DEL REDDITO NETTO.
    Da anni tento, nel mio modestissimo ruolo, di dirlo ai vari ministri dell’economia e delle finanze e ieri, finalmente, l’attuale ministro ha dichiarato (miracolo) che è vero: occorre aggredire l’evasione di, dice lui, 100 miliardi di euro/anno (dovrebbe però mettersi d’accordo con l’Istat che ha fornito cifre quasi 3 volte superiori).
    Benché quest’ennesimo “proclama feudoministeriale” è un primo segnale, mi fa arrabbiare e non poco. Perché? Per due cose fondamentali.
    Primo, perché è da decenni che doveva essere adottato (e intanto sono decenni che dove sono state prese misure in questo senso le cose vanno decisamente meglio che nel nostro Paese), secondo perché affermare che non è una cosa che può farsi dalla sera alla mattina è, mi consenta Signor Ministro, una “panzanata parziale”.
    Dire che da oggi verrà tassato il reddito netto cancellerebbe di fatto tutte le aziende irregolari che non emettono fatture ecc., inquadrerebbe in ranghi legali tanti lavoratori irregolari che non vedono garantiti i loro diritti, si instaurerebbe il concetto di autocontrollo fra cittadino e potenziale evasore che consentirebbe il recupero di migliaia di persone che ora “corrono” dietro i contribuenti onesti e, meno efficacemente, dietro a quelli disonesti e tante altre cose che ora non elenco per non tediare e ripetere quanto già scritto dall’amico Mario.
    Ho affermato poc’anzi “panzanata parziale”.Il motivo per cui ho scritto “panzanata” l’ho appena sinteticamente rappresentato.
    “Parziale”, invece, l’ho scritto perché una verità di fondo, forse, nelle affermazioni del Ministro c’è: una cospicua parte di evasori e quindi delinquenti, come tutti i ladri, potrebbe valutare
    concretamente l’ipotesi di dedicarsi alla politica. E sia chiaro, non sto definendo delinquenti coloro che “esercitano” la pratica dell’evasione fiscale come atto di legittima difesa per sopravvivere ma di
    coloro che evadono veramente e non devo certo spiegarlo io. Ne a Lei, Signor Ministro, ne ai tanti italiani che hanno capito da tempo che con artifizi contabili d’ogni genere viene fatto sentire il fruscio, perlopiù demagogico, della carta anziché l’odore della filigrana, che manca e che questa “casta” di pseudoincapaci (sanno bene quel che fanno! Eccome!) ha ipotecato a ciascuno di noi per i prossimi decenni.
    Nulla da dire “Signori”?
    Guastini Filippo
    Coordinatore nazionale per le questioni tributarie
    Associazione per la Difesa dei Diritti dei Cittadini e dell’Ambiente
    SOS Civico Onlus
    f.guastini@tin.it

  8. Michele De Pasquale scrive:

    Spett.le Sig.r Mario Caligiuri
    Ho letto il suo articolo del giorno 16 luglio 2007 a pag. 12.
    Ho visto che i tagli più importanti da fare,non li hanno nemmeno sfiorati……..li non si calpestano i piedi e cercano di glissare l’argomento!!
    IO sono sempre dell’idea di pubbiòcare delle tabelle comparative con altri paesi,e vedere quali sono i loro commenti ( sempre se hanno il coraggio di farli ) perchè quando cè qualche cosa d’importante da discutere,succede sempre qualche cosa che fà passare in secondo piano questo argomento.
    Ho notato che già in passato sempre nel periodo estivo,il giorno aveva pubblicato articoli con i loro benefici e mega stipendi,indennizzi e TANTE altre cose,ma passata l’estate tutto finiva nel dimenticatoio.
    Adesso secondo me e come tanti altri altri ITALIANI,bisogna continuare a martellare tutti i giorni,con regolarità………spero che la cosa vada in porto.Grazie per avermi risposto per l’aricolo precedente.
    Buon lavoro.
    De Pasquale Michele

  9. Michele Citarella scrive:

    Chiarissimo Prof.Mario Caligiuri, ha per caso studiato una strategia per eliminare l’evasione fiscale nel nostro paese? Se non Lei, almeno Mi può dare una mano a segnalarmi quali uomini o donne esperte in questo delicato che tanti italiani lo reputano irreversibile? Io dico di no!, abbiamo le tecnologie avanzate per debellarlo, abbiamo milioni di italiani a reddito fisso e tanti onesti commercianti che non ce la fanno più a tirare avanti, eppure mancano 100 miliardi l’anno, dichiarazione di Padoa Schioppa. tasse e balzelli, file, code, le strutture pubbliche che non funzionano, duplicati come le autority inventate, comunità montane ad 80 metri del livello del mare, penso proprio che sia ora di finirla. Sarei pregiato se mi rispondesse nel tantissimo da fare che lei svolge giornaliermente. Ha mai pensato di farsi conoscere di più in italia, sà leggo spesso i suoi articoli abbiamo bisogno di persone come Lei Chiare, oneste, determinate tanto da fare la guida di milioni di cittadini e far nascere la cultura del vivere bene! Mi scuso, lo faccio ora Mi chiamo michele citarella, ho militato sempre fra la gente a sostenere i piu’ deboli, intendo anche coloro che non credono più alle buone azioni, ottenendo grandi risultati al miglioramento della qualità della vita, più specificamente sul settore della mobilità pendolare dei cittadini che utilizzano il trasporto pubblico. Sono in attività dal 1990 ad oggi, con un arresto della mia attività > associativa dal maggio 1998 al 2005 per la perdita improvvisa della mia compagna e moglie da 23 anni. Sono papà di due figli, Ciro oggi di 23 anni, e Milena oggi di 17 anni. Vivo a roma definitivamente dal 1999, ed osservo che per i giovani non ce futuro per colpa dell’immobilismo della politica, il problema sono i soldi che mancano allo stato, e quelli che ci sono vengono spesi male. Ho già firmato la petizione contro gli sprechi della politica, ma penso che bisogna fare di più. Sono disponibile di raggruppare alcuni esperti del settore dell’economia per iniziare a voltare pagina sull’evasione fiscale e dare a tutti quanti noi il giusto compenso allo Stato con il pagamento delle tasse. Sò che sarà una impresa difficile, ma se non si incomincia mai si finisce! Attualmente ho intenzione di aprire un sito, di realizzare incontri pubblici, tavoli a tema con esperti, e forum su Roma. Che cosa ne pensa in proposito?
    Tantissimi amici ni spingono a fare questo, non vorrei sbagliare. Se non l’ha capito, ho bisogno anche della Sua guida. Nelle iniziative di questo tipo, non occorre essere bianco rosso e verde, vanno rispettati tutti, in quanto, quando si interviene nel sociale x il bene della collettività vanno tutti bene per il miglioramento del nostro paese. La ringrazio per la pazienza e la lunga lettera. Con rinnovata stima,
    Michele Citarella

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