Due proposte per rendere più trasparenti i conti della politica

Caro Mario,
la sua è una sintesi chiara e penetrante. Come sempre. Complimenti.
Durante la lettura mi coglie, per l’ennesima volta, quella rabbia che mi porta alle solite e scontate domande: ma la risposta istituzionale, dov’è? Che cosa fanno gli organi deputati al controllo? A che titolo sono percepiti taluni lauti stipendi? Dove vanno a finire i denari da noi versati anche per pagare, non solo chi dovrebbe rappresentarci ma anche chi dovrebbe, “super partes”, controllare?
Rubare è un termine forte che uso sempre malvolentieri e comunque dopo che è stato prima pronunciato nelle aule di Giustizia ma, Dio mio, a tutto c’è un limite! Limite oltrepassato, a mio parere, anche da chi, sempre per parlare di rappresentatività, si schiera, strumentalmente, dalla parte del più debole solo ed esclusivamente per carpirne la fiducia sulla quale “erigere” un meccanismo di privilegi simili, e talvolta uguali, a quelli parlamentari: sto riferendomi ai vertici sindacali.
Va bene. Ormai lo sappiamo. La quantità dei nostri rappresentanti, oltre ad essere quantitativamente inutile, lo è anche qualitativamente e noi, Lei come opinionista ed io come “antenna” (piccola) percepiamo, al loro posto, il malcontento di quella silenziosissima maggioranza che non ha, e se qualcuno non si tira onestamente su le maniche non mai avrà, degna rappresentanza.
Elencare tutte le Sue proposte e denunce sarebbe ripetitivo e, proprio con Lei, inutile ma vorrei cogliere l’occasione per lanciare una proposta che, mi creda, “cova” in me da tanto tempo nella speranza di trovare, prima o poi, persone di buona volontà, che, quanto meno, tentino di fare passi, magari piccoli, ma concreti (vero o no che le case son fatte di mattoni?…).
L’idea è la seguente: lanciare, grazie ad internet, la sottoscrizione di un “manifesto”, da far pervenire ai massimi vertici istituzionali (in primis il Presidente della Repubblica) affinché siano portate in Parlamento e alla Commissione Europea le istanze fondamentali della suddetta, ripeto, silenziosissima maggioranza.
Oddio. Occorrerà prestare attenzione a non fare “scivoloni” demagogici ma penso che, elaborando il “manifesto” in modo equilibrato forse qualcosa potrebbe accadere.
Ha visto quel ragazzo di Napoli che ha raccolto, in poco tempo, le 800.000 firme che hanno contribuito ad eliminare il balzello delle ricariche? Non vorrei sembrare presuntuoso o eccessivamente ambizioso ma, iniziando a
raccogliere adesioni su alcuni punti fondamentali, proprio quelli che “toccano” le tasche dei contribuenti in termini di risparmio congruo e immediato, forse, riusciremo ad ottenere qualche risultato. Uno certo: la sensibilizzazione collettiva.
Personalmente inizierei con due punti. Il primo quello da Lei proposto poco tempo fa relativamente agli strumenti che eliminino i professionisti della politica stabilendo, come da Lei proposto, che il parlamentare eletto nulla guadagni in più di quanto non percepisca con la propria professione (sappiamo bene che tanti nomi eccellenti della politica italiana sarebbero quasi ridotti a mendicare perché, da sempre, professionisti della politica o del sindacato).
Il secondo che, come ben sa, è a me particolarmente caro: la “benedetta” tassazione del netto che, come in tanti altri Paesi, contribuirebbe a recuperare i 115 miliardi di € evasi ogni anno con la conseguente scomparsa di reddito e lavoro nero nonché permetterebbe un’efficace “aggressione” del deficit pubblico. Possiamo parlarne?
Rinnovando i miei profondi sentimenti di stima, rimango a Sua disposizione e, cordialmente, saluto.

Filippo

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