La salute? meno spot, più terapie

SEMBRA purtroppo un campo di battaglia. Nei giorni scorsi, una neonata morta nell’ambulanza, una ragazza in coma per l’interruzione dell’energia elettrica nelle sale operatorie, errori medici rilevanti. Eppure la pubblicità istituzionale del ministero non si ferma, anzi tambureggia più forte che mai. Si legge in ogni dove la reclame «Più salute per tutti», riecheggiando il berlusconiano «Meno tasse per tutti». Come si vede, il marketing non è a senso unico e mentre per le campagne elettorali si potrebbe comprendere, per l’attività di servizio nei confronti dei cittadini, quale dovrebbe essere la comunicazione istituzionale, si giustifica un po’ meno. E’ stridente il contrasto tra la realtà dei fatti sperimentata ogni giorno dai cittadini e quello che viene descritto nelle pagine pubblicitarie, in cui si mette in evidenza l’alleanza di «governo e regioni insieme per la buona sanità»: sarebbe peraltro assai interessante studiare se con il passaggio delle competenze della sanità dallo Stato alle Regioni i servizi siano migliorati.

FINORA si tratta solo di slogan, che però non hanno nulla di innocente. Ci spiega il giornalista e scrittore francese (della gauche) Ignacio Ramonet: «Lo Stato è diventato da qualche anno uno dei migliori clienti delle agenzie di pubblicità. Mediante gli spot istituzionali, gli Stati tentano di persuadere i cittadini che si stanno preoccupando del loro benessere, della loro salute e della loro qualità della vita». Il fatto è che la politica cerca di sostituire la realtà con le immagini. Non a caso c’è chi parla di «società dei fantasmi». Ed è contemporaneamente surreale e singolare che la sanità diventi un’emergenza nazionale solo dopo un’inchiesta giornalistica: chi doveva provvedere dov’era? A raccogliere margherite nei campi?

ANCHE in questo caso, va subito affrontato il problema della dirigenza. Infatti, perché non si verifica, seriamente e con puntualità, l’azione dei direttori delle Asl? Non avviene perché vengono scelti con logiche politiche ed a queste prevalentemente rispondono? Domande ovviamente retoriche. Eppure i manager sanitari italiani guadagnano addirittura più o meno quanto il Presidente degli Stati Uniti d’America, che però è contemporaneamente Capo dello Stato e Capo del Governo. Infatti, per svolgere le sue funzioni George W. Bush riesce ad arrivare a 400 mila dollari l’anno, poco più di 320 mila euro. Ministro Turco, nulla da dichiarare?

Collegamenti sponsorizzati


Scrivi un commento