Il bilancio del Quirinale: un bel segnale, ma ora servono i tagli

SAREBBE certamente eccessivo che il merito venga ascritto alle battaglie di questo giornale. Ma nelle scelte del Presidente della Repubblica di cominciare a rendere note su internet le spese del Quirinale un granello di sabbia l’abbiamo forse portato anche noi, iniziando a evidenziare i costi della politica partendo proprio dal Colle. Si tratta di un segnale dimostrativo e parziale ma certamente significativo, a cui debbono presto seguire comportamenti concreti: tagli degli stipendi, delle pensioni e dei dipendenti tanto per cominciare.

VERO È CHE è difficile giustificare oltre 2000 dipendenti a fronte dei 12 della Presidenza della Repubblica irlandese. Vero è che è insostenibile la spesa di oltre 220 milioni di euro del bilancio del Quirinale pari a quello di una città di 400 mila abitanti tipo Bologna. Vero è che non si possono spiegare gli stipendi doppi e tripli dei dipendenti presidenziali rispetto a quanto si percepisce nel resto della pubblica amministrazione a parità di mansioni. Vero è che lo stipendio del Presidente della Repubblica è di 218 mila euro, ma certamente troppi se rapportati ai 400 mila dollari percepiti da Bush che è contemporaneamente capo del governo e capo dello Stato e che di dipendenti ne ha intorno a 700. Vero è che l’unico che realmente si è ridotto lo stipendio è stato Francesco Cossiga che è passato da una somma equivalente a 210 mila euro ad inizio mandato a quella di 185 mila al termine del settennato. Inoltre non tutte le voci del bilancio del Quirinale saranno esplicitate e, francamente, non si capisce il perché. Infatti, in una democrazia degna di questo nome, più alto è il ruolo e maggiore dovrebbe essere la trasparenza. In Italia avviene esattamente l’opposto. E questo non è più possibile. Come non è più accettabile che i parlamentari, la cui professione maggioritaria per la prima volta nella storia della Repubblica è quella dei funzionari di partito, percepiscano una pensione solo dopo due anni e mezzo di legislatura. Una circostanza che definire scandalosa e da terzo mondo è già un complimento. Va da sé che in base al rapporto dell’Eurispes presentato due giorni fa, i partiti ispirino fiducia solo al 12,6 % degli italiani, dei quali meno di un terzo fanno affidamento sul Governo e sul Parlamento. Forse in alcuni Stati sudamericani il gradimento è maggiore.

E MENTRE la fiducia cala, la protervia degli esponenti politici, al centro come in periferia, aumenta. E’ il sintomo evidente della crisi di un sistema che si autoassegna privilegi, avendo con accortezza fatto intorno a sé terra bruciata tanto da rendere di fatto impossibile il ricambio di un ceto politico sostanzialmente omogeneo. Il tema oggi non è la denuncia ma l’azione. Secondo me, il mondo imprenditoriale, sia le grandi aziende che le piccole e medie imprese che rappresentano l’area più innovativa del Paese, ha un compito storico importante: revocare le deleghe in bianco concesse ad un ceto politico irresponsabile che sta accentuando il declino. Al momento è al Governo il centro sinistra che di fronte ai tagli delle tasse di Berlusconi giustamente ironizzava che si traducevano in un cappuccino in più al giorno. I tagli del centro sinistra, compresa l’economia sulle ricariche dei telefonini, non consentono neanche quello.

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7 Commenti a “Il bilancio del Quirinale: un bel segnale, ma ora servono i tagli”

  1. Roberto Barletta scrive:

    Mario,

    ritengo che la tua personalissima battaglia sul ridimensionamento dei costi della politica, oltre allo scrivente farà sempre più proseliti. Ritengo altresì che sicuramente la campagna di stampa che il QN sta portando avanti potrà accelerare un processo oramai ineludibili.

    Mi permetto di suggerirti di pensare ad uno strumento di valutazione oggettiva dell’attività svolta da ciascun parlamentare ed agganciare a questo parametro l’emolumento dello stesso. Perché lo ritengo quanto mai inopportuno che Parlamentari e Senatori Scelti dalle segreterie dei Partiti percepiscano lauti stipendi e privilegi senza PRODURRE nulla per il Parlamento ed il Paese.

    Infine estenderei questa battaglia anche al Pubblico Impiego, perché ritengo oramai intollerabile pagare stipendi a dipendenti e/o Dirigenti che nulla producono ne per le amministrazioni ne per i contesti sociali nei quali sono inseriti.

    Cordialmente

    Roberto Barletta

  2. giorgio ritucci scrive:

    Il sottoscritto ha proposto all’interno del Partito Federalista Repubblicano Europeo di cui è uno degli animatori che, nella peospettiva dell’unione federale degli stati duropei, venga abolito l’inutile e costosa istituzione del Capo dello Stato. In tale prospettiva non vi è alcuna necessità del garante dell’unità nazionale. Quasi tutte le attuali funzioni previste da tale superato istituto possono essere assolte dal Presidente della Corte Costituzionale che è senz’altro in grado di stabilire la costituzionalità di una legge. In California stato di circa 38 milioni di abitanti faciente parte degli Stati Uniti d’America il Governatore, capo dell’Esecutivo, è anche Capo dello Stato. Per inciso la California ha 40 Senatori e 80 deputati con un PIL di circa 1250 miliardi di euro. Quasi quello italiano. Chiediamo fermamente che vengano aboliti anche gli inutili senatori a vita. Se qualcuno dal nome illustre avrà voglia di fare politica non dovrà fare altro che presentarsi alle elezioni. Chiediamo anche che il Parlamento venga ridotto di numero dagli attuali inutili e costosi 1000 “onorevoli” a 350. Più che sufficienti per mandare avanti, si spera, uno Stato fortemente decentrato. Teniamo presente che c’è anche la rappresentanza al Parlamento Europeo certamente eccessiva e costosa. Consideriamo che la Liguria con appena 1,5 milioni di residenti ha ben 40 consiglieri regionali. Una massa di gente impegnata a non fare nulla o quasi spesso dirigenti di partito premiati per le loro militanze tutti sulle spalle del povero contribuente spesso causa di snervanti complicazioni per chi deve lavorare e produrre per mantenere questa poco decente Italietta di giocatori delle tre carte. Cordiali saluti dal rappresentante provvisorio del Partito Federalista Repubblicano europeo il partito dei cittadini europei di cultura liberale e federalista.

  3. giuseppe scrive:

    la figura istituzionale del presidente della repubblica va abolita, in quanto inutile: vedasi in proposito l’art. 87 della Costituzione. non mi si dica che quei compiti sono essenziali! questa figura istituzionale aveva forse uno scopo di sicurezza 60 anni fa, all’indomani della caduta del regime fascista e della nascita del nuovo stato democratico. Così come lo stesso scopo aveva il bicameralismo perfetto. Oggi non credo che la nostra repubblica corra pericoli, per cui sarebbe bene snellire il mastodontico apparato istituzionale con l’abrogazione: del presidente della repubblica; di uno dei due rami del parlamento; delle province; delle regioni a statuto speciale; dei senatori a vita. Grazie e cordiali saluti

  4. Alessandro scrive:

    Complimenti a Voi, che almeno ci provate……
    E’ inaudito che esistano ancora certi privilegi quando a tutti (o quasi) tocca stringere la cinghia. Mi rendo conto che lavoriamo per mantenere un esercito di scrocconi, dai ministeri ai parlamenti regionali, ai consigli comunali: ma è possibile sapere quanto tutto questo incide sugli stipendi dei dipendenti?
    Sono d’accordo con Lei che non ci sarà mai nessuno che comincerà a prendere le firme per cambiare qualcosa, ormai tutta questa situazione è radicata e quasi impossibile da estirpare: purtroppo la politica dovrebbe essere una missione se non una vocazione, mentra adesso è diventata solo una strada per arrivare a privilegi scandalosi.
    Per me l’unica strada è quella della impossibilità di rielezione, qualunque sia la durata del Governo in carica ed i contributi per le pensioni siano relativi a tale periodo (esempio: Mario Rossi, impiegato, è eletto dopo 20 anni di lavoro al Parlamento; la legislatura dura 2 anni, quindi Mario Rossi torna a lavorare con 22 anni di contributi).
    E’ troppo difficile da capire?
    Saluti e complimenti.

  5. italiano incazzato scrive:

    Gentile Sig. Mario Caligiuri,

    Vorrei mandarLe un file PPS che sta circolando ultimamente e che esprime bene il pensiero che ha ormai la maggioranza degli italiani sui nostri politici.

    Se Le fa piacere mi scriva all’indirizzo sopra e mi dia un email dove poterglielo inviare.

    Cordiali saluti, da un cittadino deluso e non più elettore.

  6. paolo zucconi scrive:

    il 13 aprile 2007 in un incontro pubblico col presidente della repubblica Giorgio Napolitano a Roma presso la sala della Pendola al Quirinale ho chiesto, coram populo, direttamente al presidente di ridurre le spese del Quirinale. Forse il primo a dirglielo direttamente e davanti a tutti.
    Il presidente, alla seconda formulazione della richiesta fatta sempre a distanza ravvicinata e ad alta voce ,visibilmente infastidito, muovendo braccia e mani mi ha risposto “quali spese?…dove? In Italia?…”. Null’altro, non ostante avessi replicato: “Qui al Quirinale!”. E se ne è andato continuando il suo “lavoro”.

  7. Alessandro Roma scrive:

    Ieri ho visto un pezzo della trasmissione ANNOZERO, parlavo degli affitti dei palazzi del Governo, da ingenuotto ho sempre pensato che i palazzi del Governo fosse di proprietà dello stato italiano, come ho sempre pensato che la Banca d’Italia fosse la banca degli Italiani, la banca che controlla il denaro italiano e le altre banche …da poco si sa che invece la Banca d’Italia è dei privati ed è controllata da chi dovrebbe controllare.
    Due domande a chi potrà e saprà rispondermi (non in politichese per favore):

    1.- A questo punto …quale è il ruolo del Governatore della Banca d’Italia
    2.- Prima che Violante firmasse il contatto d’affitto di Palazzo Marini e/o Montecitorio ai tempi della Nilde Jotti per es. a chi appartenevano questi palazzi?

    Di domande ne avrei infinite …ma per adesso mi accontenterò di fare solo queste semplici due domande. ….GRAZIE !!!!

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