La politica costa cara
E noi cittadini siamo stufi di pagare

NELLA FINANZIARIA i sacrifici necessari che si profilano sono tanti. Coniugare rigore e sviluppo nella situazione italiana è come essere biondi e bruni allo stesso tempo: un equilibrio improbabile. E’ evidente che occorre premere sul tasso dello sviluppo e opportunamente l’altro giorno il ministro Rutelli ha chiesto in finanziaria 100 milioni di euro in più per incrementare il turismo. E se intendiamo rilanciare il marchio dell’Italia nel mondo, è una richiesta indispensabile che ovviamente si scontra con le evidenti difficoltà di bilancio.
Difficoltà che sarebbero inesistenti, per esempio, se venisse ridotto sul serio del 10 per cento il costo di funzionamento della sola Camera dei deputati, che incide quasi per un miliardo di euro all’anno: costo senza alcuna analogia nell’intero pianeta. Questo dimostrerebbe ai cittadini che non sono soli a fare i sacrifici e che i loro rappresentanti danno l’esempio. Su questa linea non sembra muoversi, a differenza di Fabio Mussi, Livia Turco che invece ritiene congrui gli stipendi dei ministri perché, tra l’altro, sono a volte costretti a saltare anche il pranzo per essere al servizio della Nazione. I
l fatto è che, per mantenere la stessa immagine, il pranzo sono in tanti a rischiare di saltarlo per mantenere una classe politica costosa ed inadeguata, sia al centro che in periferia. E bene ha fatto ieri il deputato Dorina Bianchi a chiedere al presidente della Camera di imporre di utilizzare i soldi che vengono assegnati per i portaborse, che molti deputati invece sembra intaschino direttamente, aggiungendo altri 4 mila euro ai circa 15 euro netti che già percepiscono.
Tutto questo dimostra come i buoni esempi non provengano certo dall’alto. Inoltre non si tiene affatto conto di quanto siano lievitati i costi della politica nella cosiddetta seconda repubblica, sia a livello centrale che regionale. Negli ultimi tempi, i rilievi al costo e agli sprechi della politica non sono più riservati a presunti moralisti come Raffaele Costa, che per anni con determinazione ha fatto di questo tema una grande battaglia, ma vengono giustamente considerati nella loro effettiva importanza. Infatti, un altro elemento che sfugge quasi completamente è che, nonostante le denunce siano sempre più numerose, ci accorgiamo che esse durano lo spazio di un mattino di qualche articolo sui giornali. Hai voglia a denunciare sprechi, assunzioni inutili, emolumenti eccessivi, finanziamenti pubblici bocciati dai cittadini: non si muove foglia. Anzi, passato il momento, si replica e si accentua.

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