Si sbranavano sulla giustizia
Ma ora i poli si spalleggiano
in nome dei comuni interessi

NON CI VOLEVA Nostradamus per prevederlo. Il rinvio a dopo le ferie della discussione sull’utilizzo delle intercettazioni dei parlamentari nelle scalate finanziarie dell’estate del 2005 non induce a benevole riflessioni. E dimostra che l’Italia è un Paese che riesce a coniugare disastrosamente gli opposti. Sgrossando, da un lato ci sono gli eredi del Pci che si attendevano di essere i beneficiari della rivoluzione giudiziaria che ha atterrato la cosiddetta Prima Repubblica. Dall’altro c’è il “nemico oggettivo” della sinistra Silvio Berlusconi che si è sempre battuto contro l’uso politico della giustizia, che lo ha visto spesso indiziato e protagonista.
Entrambi i blocchi si trovano oggi accomunati nella difesa di retroguardia dei privilegi dei politici. E’ chiaro come il sole che della vicenda se ne sono interessati tutti, ovviamente con interessi e responsabilità diversi. Pertanto nessuna differenza si appalesa tra centro destra e centro sinistra nelle “relazioni pericolose” con banchieri ed immobiliaristi di capacità imprenditoriale dubbia ma di risorse economiche certe. Chissà provenienti da dove.
Se dovessimo interpretare quello che sta succedendo, potremmo trarre due considerazioni: la prima è che il mondo politico è sostanzialmente omogeneo nel trarre vantaggi dall’utilizzo delle funzioni istituzionali, sostenendo direttamente o indirettamente le operazioni finanziarie di alto bordo. Non si disse ai tempi del governo D’Alema che Palazzo Chigi era “l’unica merchant bank in cui non si parlava inglese”? La chiusura a riccio della “casta” è quindi integrale.
La seconda è che la magistratura è fuori controllo, dando l’impressione che non tenda ad una giustizia imparziale e neanche, posizione anch’essa pericolosa e alla resa dei conti peggiore del male, alla moralizzazione del Paese. In questa fase storica, a differenza del 1992, non si intravede alcun eventuale disegno ma emergono in modo prevalente, magari contro la volontà degli stessi magistrati, forti propensioni mediatiche. Col probabile risultato di fare uscire dalle maglie della legge proprio coloro che hanno davvero utilizzato le istituzioni esclusivamente per fare affari. E credo che non sia fuori luogo l’equazione: meno indagati più colpevoli.

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3 Commenti a “Si sbranavano sulla giustizia
Ma ora i poli si spalleggiano
in nome dei comuni interessi”

  1. Filippo Guastini scrive:

    Caro Mario,
    la tua sintesi non lascia spazio a ulteriori commenti se non alla formulazione di una domanda d’auspicio: semmai questa “casta” fosse sostituita da una classe politica moralmente casta (scusa il gioco di parole), riformerà l’istituto dell’immunità parlamentare mutandolo in immunità per i soli reati d’espressione ideologica?
    Spero proprio che i tuoi articoli siano “gocce che fanno traboccare il vaso” e che “l’italico popolo” (ovviamente cortigiani esclusi) si decida a porre in essere l’operazione di deligitimazione in toto di questa manica d’incapaci (se diversi fossero non saremo in questa situazione). Come? Facendo esattamente ciò che io, molto malvolentieri, farò: non recandosi a votare e costringendoli (forse) a dimettersi.
    Non sono a dire che se ciò avverrà sarà un bene ma, sicuramente, uno dei mali minori.
    Ciao
    Filippo
    f.guastini@tin.it

  2. iagher francesco scrive:

    Egr. Mario Caligiuri, le sue “bloggerate” sono vere chicche d’interesse, nel merito non credo che nessuno degli italiani “costituzionalmente sano e nel pieno delle sue facoltà d’intendere e volere” abbia creduto che il caso Forleo si fosse chiuso ante ferie.
    Per averci solo pensato si doveva essere degli sprovveduti, dopo oltre un anno d’inciuciamenti bipartisan, questa n’è un ulteriore riprova, figuriamoci se la casta non avesse fatto quadrato per un futuribile scambio di favori.
    Le commistioni tra banche e potere politico è cosa vecchia, hanno sempre avuto quel vezzo, fa parte del loro DNA d’affarismo e nemmeno tanto internazionale ; basta vedere i vari affarucci delle varie lobby con il politico di contorno d’ogni colore !
    Questa storia finirà come tante altre a tarallucci e vino, pensare un solo istante che si trovino colpevoli da condannare fa solo che sorridere, ma scompisciarsi dalle risate se avverrà mai quello di vedere delle dimissioni “dovute”.
    Sempre al piacere di leggerLa.

  3. elena frigerio scrive:

    Caro Professore la ringraziamo per la lotta contro i costi e sprechi della classe politica.
    Siamo un gruppo di lavoratori e lavoratrici (da 1000 euro al mese), pensionati/e (da 600 euro al mese) e mamme molto preoccupate per il futuro proprio e dei nostri figli !!!
    Siamo disposti a qualsiasi tipi di disobbedienza pur di cambiare il sistema politico che ci sta portando alla rovina.
    Chiediamo il suo aiuto, come possiamo fare ??? La seguiamo costantemente attraverso il quotidiano, ci faccia sapere il modo per combattere e vincere, uniti ce la possiamo fare !!!!

    Grazie continui sempre la sua battaglia il popolo è dalla sua parte.

    Elena Frigerio

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