Prima i conti delle famiglie

GEMINELLO ALVI ha dimostrato nel suo ultimo libro, “Una Repubblica fondata sulle rendite”, che “all’ombra dell’euro in fiore” i nostri governanti preferirono irresponsabilmente utilizzare le economie derivanti dal cambio della moneta per allargare la spesa pubblica piuttosto che ridurla. Secondo me, tutto è ripartito da là. Con il potere di acquisto per le famiglie ridotto alla metà, ieri Tomaso Padoa Schioppa ha sostenuto che prima occorre tagliare la spesa e poi si può parlare di ridurre le tasse. Il Premier Prodi è d’accordo con lui, mentre dalla festa dell’Udeur Mastella, dove ha appena finito di posare per terra Benigni, sostiene il contrario.

MA SAPPIAMO che quelli del Governo sono fatti così, nelle dichiarazioni come nei cortei: dicono tutto ed il contrario di tutto e si ritengono “dentro ma contro il palazzo”. In pratica, una confusione immane. Bisognerebbe comprendere un concetto elementare: per migliorare i conti dello Stato occorre prima risanare i bilanci delle famiglie. Ma ecco l’idea del nostro responsabile del tesoro: “Non è che si paghino troppe tasse ma è la distribuzione che è distorta”. Due semplici considerazioni: per il fatto che gli italiani “non paghino troppe tasse” forse sarebbe il caso che s’informasse un pochino meglio, mentre sulla distorsione della distribuzione del reddito non vedo proprio chi altri dovrebbe occuparsene se non lui. Cominci subito a farlo e se le sue proposte per una più equa ripartizione del gettito fiscale non dovessero essere condivise dalla maggioranza parlamentare, in una democrazia degna di questo nome Padoa Schioppa avrebbe il dovere di dimettersi. Tanto più che non essendo stato votato da nessuno, non tradirebbe neanche un elettore.

RICORDIAMOCI che la rivolta fiscale, dallo stesso Padoa Schioppa definita “una salutare presa di coscienza”, ha provocato le rivoluzioni americana e francese che hanno avviato l’età contemporanea. E dobbiamo ancora restare inerti su come vengono spesi – e in molti casi dilapidati - i nostri soldi?

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5 Commenti a “Prima i conti delle famiglie”

  1. Francesco Iagher scrive:

    Egr. Dr. Mario CALIGIURI,
    già il titolo è una delle più grandi mistificazioni di questo governo, per il quale la famiglia è l’ultimo dei suoi pensieri!
    L’esternazione, di ridurre le tasse del “promessor da Collodi” è durata tanto quanto basta al fiato di disperderla nel nulla: il suo immaginifico TPS, da bravo contro altare, ha risposto che “prima occorre tagliare la spesa e poi si può parlare di ridurre le tasse”.
    A quanto pare prendere in giro ed offendere l’intelligenza degli italiani è un suo vezzo innato, dopo la presentazione del roboante DDL sulla riduzione dei costi della politica per quattro spiccioli, subito si sono fatti un aumentino di una manciatina di euro, giusto 850 al mese.
    Siamo alle pagliacciate più bieche. A chi lo vuol raccontare che abbia “gli attributi”per ridurre le spese, tutte quelle belle commissioni o incarichi vari per accontentare la pletora di amici degli amici della “casta politica”, vedi quei 261.000 consulenti esterni !
    Solo quelli, “salvo errori od omissioni” costano la quisquilia di un miliardo e mezzo di euro….
    Per non parlare poi di “svendopoli”, altre centinaia di milioni di euro…svaniti dalle vendite immobiliari di favore.
    E sempre nel merito quei famosi 98 miliardi di maxievasione….
    Al bravo TPS il buon Totò direbbe: “ma ci faccia lo piacere……”
    Adesso l’ex “celodurista” cavalca la tigre della rivolta fiscale, e gli altri partecipanti politici a chiosare l’argomento ma senza un vero programma d’azione; nessuno sa nè come e nè dove iniziare una “vera manifestazione” contro questi rapaci e dispendiosi politici.
    Di una cosa può essere certo, Caligiuri: gli italiani senza un “Masaniello” non hanno nè la voglia, nè la capacità di fare qualcosa, mugugnano nel loro imborghesimento piangendosi addosso. Uno dei vezzi italici da lungo tempo è l’inerzia.
    Ricordo, anni fa, gli scioperi fatti in Inghilterra ed in Francia contro il carovita ed il fisco; i Governi furono messi in ginocchio e dovettero ritornare a miti consigli. Le associazioni NON i politici furono i promotori ed i risultati li ottennero.
    Dei politici attuali sappiano che sono solo e soltanto una “casta” dedita ai loro interessi, il resto è solo pura e semplice utopia, passando il loro tempo in bagattelle ed amenità, nell’attesa di maturare prebende pensionistiche e vitalizi.
    Sempre con vivissima stima
    Francesco Iagher

  2. Elena scrive:

    Carissimo Professore,
    ho letto il suo articolo del 3 Settembre come al solito perfetto.
    Lei ha proprio colto nel segno il malessere delle famiglie italiane, io ne sono un chiaro esempio con un misero stipendio,
    fglio e mutuo sulle spalle che aspetta sempre la diminuzione delle tasse e una redistribuzione più giusta.
    Vorrei chiedere per l’ennesima volta come possiamo mandare a casa queste vecchie sanguisughe (senza vitalizio) ????
    Ci vuole un governo giovane, con nuove leggi che non servano solo per arricchire i poltici, perchè si sa che chi va al mulino si infarina.
    Che siano ben pagati ma non strapagati e che se sbagliano a governarci vadano a casa senza alcun beneficio.

    Grazie mille del tempo che dedica alle mie e-mail e grazie per i suoi articoli.

    Sinceri saluti
    Elena.

  3. Un Dottore Italiano scrive:

    Sono da poco responsabile della struttura dell’ospedale dove lavoro. Tra l’altro non capisco perchè mi abbiano nominato, visto che a differenza di altri colleghi non ho chiesto mai niente a nessuno. Probabilmente in amministrazione hanno qualcosa da nascondere (ho sentito parlare di soldi elargiti a qualche servo di collega per anni). Io zitto non ci sono mai stato ed un mio caro amico e collega sindacalista ha picchiato duro con la direzione quasi a mia insaputa. Ma veniamo al problema: ieri c’è stata una riunione dei primari (che li nomina il direttore generale, che lo nomina il politico di turno) ed il mio ha riferito che bisogna tagliare le sedute operatorie e le spese. Siccome la sedia del Direttore Generale dell’azienda sta vacillando perchè è stata superata la spesa (o forse perchè all’interno dell’ospedale non è riuscito a raccogliere i voti promessi alle ultime elezioni amministrative?), allora tagliare! Il che vuol dire anche che nei prossimi interventi verrà usata minor tecnologia, materiali più scadenti (pensi ad un cristallino artificiale di cattiva qualità, quando viene operata una cataratta!), liste di attesa e così via. Tutto questo all’insaputa dell’utenza. Quindi ci saranno cittadini di serie A e B nei vari ospedali, i soldi per le consulenze dell’amico dell’amico usciranno sempre fuori, il direttore generale rimarrà sempre al suo posto circondato dai primari codardi ed io sarò sempre più inc..ato. Per fortuna ho pochi anni per andare in pensione con 40 anni di servizio ed ho consigliato ai miei figli di vendere tutto il nostro capitale e fuggire per sempre da questa italietta abitata da italioti.
    Con ammirazione

    Un Dottore Italiano

  4. Filippo Guastini scrive:

    Ormai, caro Mario, di cose per tentare di risanare il nostro Paese ne sono state dette tante. Le Tue, come quelle di altri, sagge e, come sempre, opportune.
    Mi rimane solo da porre due domande:
    1) E se il prossimo Presidente del Consiglio fosse, oltre che direttamente eletto dal popolo, una “giovane mente”, magari costretta a fuggire all’estero da questa manica di incapaci cariatidi della politica, nepotiste e arroganti?
    2) E se poi fosse figlio/a di operai non ti parrebbe il massimo auspicabile? Un abbraccio.
    Filippo
    f.guastini@tin.it

  5. Alessandro scrive:

    Ho letto l’articolo sulla gita al Gran Premio di Monza dell’On. Ministro Mastella, figlio e seguito i quali hanno viaggiato sull’aereo Presidenziale (e non era visita ufficiale) e poi su di un elicottero privato per evitare le code….poverini. Quello di Mastella è solo la punta dell’iceberg…. mi stupisco infatti che abbiano viaggiato così in pochi, quando per visite ufficiali all’estero questi scrocconi viaggiano con oltre 150 persone al seguito.
    Mi astengo da commenti, dico solo che anch’io sarei voluto andare con mio figlio che me lo aveva chiesto, ma non me lo posso permettere (neanche nei posti ‘popolari’, mica ai box..)
    Ma d’altra parte che dire…. I privilegi e le raccomandazioni ormai sono così radicati che neanche la Rivoluzione Francese ce la farebbe ad eliminarli.

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