I costi della politica. Caro Prodi, dia retta almeno a suo fratello

MA COME FARANNO gli stessi beneficiari a promuovere le riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno? E’ praticamente impossibile e infatti non si muove foglia. Anche se giustamente sono sempre di più le voci che mettono in evidenza le distorsioni del sistema. Ultima in ordine di tempo, un’opinione al di sopra di ogni sospetto: il professor Paolo Prodi, fratello del premier, che giustamente sostiene che se non si interviene sui costi della politica, tutto il resto, come diceva il caro estinto, «sono farfalle che volano sotto l’Arco di Tito», cioè il nulla. Ed è triste parlare di «errori di comunicazione», come prima ha fatto Berlusconi ed adesso ripete Prodi per giustificare il dissenso dell’opinione pubblica sulle scelte di governo. Altro che comunicazione, qui è la sostanza che non c’è.
La verità è che la classe politica non arretra e, per continuare a mantenere consenso e privilegi, nel corso degli anni ha proceduto in due direzioni, ampliando in modo ingiustificato i costi economici della democrazia, soprattutto dal 1994 in poi.
La prima direzione è stata quella di estendere i privilegi del ceto politico centrale a quello regionale. La seconda quella di beneficiare il settore dei dirigenti pubblici con alti emolumenti. Per quanto riguarda il primo aspetto, i costi sono lievitati in modo esponenziale. Infatti, tra il 1999 ed il 2004 la spesa pubblica è aumentata del 32,5% per le regioni, del 57,5% per le province e del 23% per i comuni. Inoltre, il solo debito delle regioni è aumentato del 100% dal 1999 al 2003, cioè in soli quattro anni. Per quanto riguarda il secondo aspetto, prima di tutto è evidente che i dirigenti non vengono scelti attraverso elenchi predisposti da Premi Nobel, ma secondo criteri, come dire, più elementari. Oltre agli ambiti ministeriali, è pedagogico per chiarezza fare riferimento alla dirigenza che si occupa di sanità, la cui spesa negli ultimi anni è stata sempre crescente.
Eppure i manager sono stati istituiti appunto per ridurre la spesa sanitaria. E’ accaduto, cifre alla mano, il contrario. E il problema riguarda, più o meno, tutti i settori. Infatti, a fronte di risultati inesistenti o discutibilissimi e, soprattutto, con controlli inefficaci o impraticabili, ha ancora senso mantenere la dirigenza? La verità è che la dirigenza attuale consente al sistema politico di mantenere il controllo ed orientare la spesa pubblica in funzione del consenso politico e personale. Sono allora da escludere interventi in tal senso da parte dei diretti interessati. Tutto questo serve solo per alimentare il sistema politico a carico dei contribuenti, con scarsissimi benefici per questi ultimi. I cittadini dovrebbero allora chiedere conto ai propri rappresentanti degli effettivi risultati raggiunti. E, per carità di Patria, che non ci vengano più a parlare di «errori di comunicazione».

Collegamenti sponsorizzati


6 Commenti a “I costi della politica. Caro Prodi, dia retta almeno a suo fratello”

  1. giorgio ritucci scrive:

    Condividiamo talmente il contenuto dell’articolo che almeno da tre anni cerchiamo di comunicare alle persone oneste che è arrivato il momento di passare dalle parole, dalle disanime, dalle arrabbiature inconcludenti ad una efficiente azione politica. Che cosa abbiamo scelto?. Di cambiare radicalmente pagina con un partito federalista europeo dei cittadini. Non l’ennesimo partito di professionisti della politica dominato da un vertice di oligarchi con uno Statuto fatto su misura per vecchi tromboni ma un partito di portata europea con uno Statuto in cui ci sia una rotazione rapida della dirigenza per ridurre al minimo le carriere e venga sottolineata la funzione di servizio dell’impegno politico. Senza un’adeguata partecipazione dei cittadini alle attività di partito le democrazia rappresentativa è destinata a trasformarsi in un’inamovibile oligarchia dove ciascun oligarca convinto di essere insostituibile e più importante di tutti gli altri cittadini farà bellamente il proprio comodo beffandosi di tutti gli articoli di condanna per l’aumento della spesa pubblica. Questa è la sconfortante realtà che abbiamo messo in evidenza con il nostro Manifestino del Partito Federalista Repubblicano Europeo dove Repubblicano significa solamente di proprietà di tutti i cittadini di buona volontà che sono arcistufi di essere presi per i fondelli da una massa di tagliaborse di tutti i colori preoccupati solamente di avere incarichi pubblici lautamente pagati dal cittadini per tutta la loro vita terrena. Speriamo di essere stati chiari e che qualcuno voglia avere coraggio e spirito di sacrificio per costruire un futuro a misura delle necessità materiali a spirituali nell’unico contesto possibile per tale progresso che sarà la Federazione Europe. Cordiali saluti.Il Coordinatore provvisorio del P.F.R.E.
    Febbraio 2007 La Spezia

  2. Ezio Pacchiardo scrive:

    Purtroppo ci troviamo di fronte a due comportamenti che non possono giungere ad alcunchè:
    - il primo è quello dei politici che continuano a far aumentare i loro costi e amministrano il bene “paese” a loro esclusivo vantaggio (questa non è una affermazione “luogo comune” basta ricordare che sosteniamo circa 500.000 politici e che li paghiamo di più di qualsiasi altro paese al mondo)
    - il secondo però è più grave del primo ed è COLPA NOSTRA, sì perchè di fronte a quanto accade non abbiamo il coraggio al momento opportuno di insorgere NON ANDANDO PIU’ A VOTARE. La colpa nostra è riferita, ma non solo, a noi singoli cittadini, ai giornalisti e alle loro testate e a tutti quanti coloro che al momento delle elezioni per interesse personale, per timore, per ignoranza, ecc. sostengono il sistema.

  3. gallo gaetano scrive:

    Perche un Manager Sanitario in Sicilia ci deve costare 250 mila euro, cosa fa di cosi particolare? E se guadagnasse 100, la soglia di povertà in Sicilia non è sicuramente questa. Potremmo, tutti quelli che la pensiamo in questo modo creRE UN mOVIMENTO, NON CHIARAMENTE UN PARTITO, CHE POSSA DIRE LA SUA. Saluti Gaetano Gallo

  4. Giovane studentessa indignata scrive:

    In Italia tutti parlano di costi della politica troppo alti, di una classe politica con troppi privilegi, di soprusi, di ingiustizie, di tasse onerose per i cittadini e chi più ne ha più ne metta! La gente è disgustata da ciò che è costretta a subire ogni giorno e si va sempre più verso il disastro completo. L’Italia fa acqua da tutte le parti, tranne i portafogli dei politici : quelli sono ben rimpinguati e ben cuciti alle loro tasche! Non faccio distinzione nè di destra nè di sinistra, per me sono tutti uguali! Si affannano tutti a esprimere pareri e a dire la propria su ciò che si dovrebbe o non si dovrebbe fare per risolvere i problemi (cercando di apparire il più possibile in tv!! )senza avere la minima idea di ciò che significa vivere per una famiglia media con appena mille euro al mese con affitto bollette e tasse!!! Si dovrebbero soltanto vergognare ad aprir bocca per dire cosa? Non sanno niente della vita dell’italiano medio, non sanno un bel niente della vita dei poveri cristi come noi che si fanno in quattro per due soldi…Vergogna!!!!!
    Ci sarebbero pagine e pagine da scrivere su questo argomento, ma tante parole sono già state spese anche da persone che contano più di me, da voci autorevoli che si fanno sentire a livello nazionale, eppure inutilmente
    perchè muore tutto li nel momento in cui ognuno di noi cerca di protestare.
    In Italia non siamo capaci di farci rispettare…Anzi spero che la protesta degli autotrasportatori continui e serva da sprone anche a tutte le altre categorie di lavoratori che hanno dei problemi e che non ottengono giustizia!

  5. graziella tonucci scrive:

    i politici devono rinnovarsi tutti e tagliere tagliare i loro privilegi una parte degli italiani sono sempre + poveri e altri sempre + ricchi.

  6. ernesto disa scrive:

    eliminare il senato.
    mettere i controlli al portone dove entrano i deputati e fare
    entrare solo gli onesti.penso che ne entreranno molti pochi.
    lo stato deve comprare solo auto di marca italiana´per dare lavoro agli italiani.non vottare per i piccoli partiti

Scrivi un commento