Le Province andrebbero abolite

SE ALTRE trentaquattro vi sembran poche. E’ questo il numero delle nuove province che i parlamentari si sono affrettati a presentare dall’apertura dei lavori delle Camere. Praticamente una proposta ogni quattro giorni: come dinamismo non c’è che dire. E poi dicono che i rappresentanti del popolo non lavorano. Se constatiamo che ogni nuova provincia costa circa 50 milioni di euro, occorrerebbero 1,7 miliardi in più che rappresentano il dieci per cento di quanto le attuali 104 province oggi costano al contribuente: 17 miliardi. Per il contenimento della spesa pubblica, partiamo come sempre col piede giusto.
E dire che all’atto dell’istituzione delle regioni, si era proposta la loro abolizione. Vennero invece mantenute in vita, in quanto gli enti inutili in Italia è difficile farli sparire e oggi solo i 4.202 eletti ci costano oltre 28 milioni di euro. Recentemente il Ministro Lanzillotta
ha ripreso l’idea della costituzione delle città metropolitane. In tale quadro, che fine faranno gli enti intermedi? Basta guardare le competenze che le province svolgono per verificare che quello che stanno svolgendo e ciò che è stato loro assegnato può essere svolto meglio e con costi più bassi dai comuni, il livello istituzionale realmente più vicino alle esigenze dei cittadini. Oggi c’è bisogno di scelte coraggiose. Una di queste certamente potrebbe essere quella di abolire le province. Ovviamente in questo modo, si intaccherebbero però i privilegi prima di
tutto della classe politica, poiché oltre 4.000 quadri resterebbero politicamente disoccupati e non pochi solo disoccupati e basta. Le competenze delle province sono oggi rappresentate da stratificazioni storiche
e non sono ordinate attraverso un criterio logico. Pertanto, attraverso una opportuna revisione costituzionale, sarebbe possibile eliminarle o, con una legge, riordinarle. A questo proposito il Presidente Emerito della
Corte Costituzionale Antonio Baldassarre ha avanzato una interessante ipotesi: le province potrebbero diventare delle strutture amministrative intermedie non di carattere elettivo che possono servire da un
lato funzioni regionali e dall’altro, su alcune competenze, possono organizzare in modo organico le attività di più comuni.

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3 Commenti a “Le Province andrebbero abolite”

  1. questioneadriaticoionica scrive:

    Io sarei del tutto d’accordo con l’ipotesi Baldassarre. Ma purtroppo in Italia ne trarrebbero occasione per sperperare di +!!

  2. Gianni scrive:

    Le province andrebbero decisamente abolite in quanto sono enti inutili e costosi. Mi sembra che in quanto ad inutilità siano seconde solo alle Comunità Montane. Purtroppo però credo che non ci siano le condizioni politiche per attuare un simile provvedimento.

    Gianni Giavesoni
    Liberali per l’Ambiente

  3. Lorenzo Furlan scrive:

    La necessità della abolizione delle Province dopo la nascita delle Regioni è apparsa chiara fin dai primi momenti e le proposte, anche di autorevoli esponenti politici, sono cominciate decenni fa. Nel tempo la richiesta è stata reiterata sempre più frequentemente in modo trasversale da più settori della società determinando di fatto un largo consenso . Incredibilmente fino ad oggi non vi è stata traccia di proposte concrete. In assenza di iniziative più qualificate di teorici preposti, per passare dalle parole ai fatti, dal lamento continuo alla proposta, un gruppo di semplici cittadini di cui sono portavoce, notte dopo notte, con il contributo di specialisti e di amici che intendono metterci del proprio per cambiare le cose, ha messo a punto una proposta concreta, con un percorso preciso per arrivare alla Abolizione delle Province. A tal fine è stato pubblicato un blog (www.aboliamoleprovince.it) che Vi prego di visitare e sostenere. Saluti

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