Burka in provincia di Como, un campanello d’allarme

Di Lorenzo Bianchi

Prima o poi doveva accadere anche da noi. A Viganò, provincia di Como, una madre tunisina accompagna la figlia a scuola indossando un burka, il lungo velo che nasconde anche il viso. Sconcerto fra le altre mamme e fra gli alunni. La legge italiana vieta di coprirsi il viso in luogo pubblico. Ma è chiaro che la questione non può essere affrontata come un problema di esclusiva competenza della polizia. La signora che applica rigorosamente la Sura 33 del Corano, versetto 59, dovrebbe essere contattata da un mediatore culturale. Si dovrebbe capire quali ragioni la spingono a questa scelta. A mio avviso è l’ennesimo, grave, indizio del fatto che silenziosamente si consolidano comunità e sensibilità separate. Sono un pericolo per il nostro futuro e per quello degli immigrati. E’ il modello inglese che ha prodotto le bombe nella metropolitana del luglio 2005 e il progetto di attentati sugli aerei appena sventato. Dobbiamo reagire subito. Occorre interrogarsi seriamente sui passi da compiere. Dobbiamo analizzare le mosse dei paesi che hanno subito e affrontato questo problema prima di noi. Penso soprattutto alla Gran Bretagna e all’Olanda. E’ necessario capire perché questo non succede negli Stati Uniti (l’unica eccezione fu il talebano americano catturato a Mazar I Sharif, in Afganistan). Gli immigrati possono essere anche una ricchezza. Ma il problema deve essere sviscerato e governato e non confinato in un limbo che alla fine rischia di generare violenza, emarginazione e rifiuto xenofobo.

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15 Commenti a “Burka in provincia di Como, un campanello d’allarme”

  1. Valeria scrive:

    Ancora burka e segnali di estremismo …… e ancora noi rimaniamo attoniti e senza parole…… Io mi chiedo perchè stiamo qui a chiederci cosa fare davanti a queste manifestazioni esplicitamente provocatorie……. Nei Paesi Islamici mica si chiedono se sia giusto che i cattolici abbiano il loro crocifisso appeso alle pareti o no??? Non si fanno mille mea culpa per paura di non essere tolleranti e accoglienti o con mentalitá multiculturale… Per fortuna anche l’Olanda si è stancata di essere cosí tollerante! E allora io proporrei che nelle scuole dove le mamme mussulmane si divertono a metterci a disagio, le mamme cattoliche mandino a scuola le loro figlie e figli vestiti da Batman e Catwoman con tanto di maschera!!! Eh! Se loro possono xché noi no???? Questo solo per provare che il loro livello è molto basso e che tutti possono provocare e mettere a disagio gli altri….. Io lo farei proprio come manifestazione……..perché altrimenti sarebbe proprio mettersi al loro livello!!! E anche questa mascherata è un assurdo, ma non capiscono neanche se la spieghi in arabo!!!!!

  2. roberta scrive:

    il problema per me è uno :quando si tratta di diritti umani e di libertà per me non c’è religione che tenga…non l’ho scritto mica io che “tuttavia la donna è un gradino più in basso dell’uomo…che dio ha scelto esseri da preporre ad altri”…è inutile che cerchino e si sforzino di far passare per normale un modo di pensare e di agire che normale non è…come persona e come donna non posso fare a meno di essere indignata e sconcertata e se penso che ci sono anche molte donne occidentali che si convertono all’islam mi sento morire…non ci può essere tolleranza quando non c’è il rispetto dei diritti umani che sono inalienabili….

  3. brunoderoma scrive:

    non passa giorno che veniamo a sapere che gli islamici non gradiscono questo e non gli sta’ bene quello; e da molte, troppe parti si levano voci di comprensione e tolleranza. In breve ci saranno piu’ moschee che chiese, siamo gia’ arrivati alla preghiera all’aperto di piu’ di 6 mila islamici al centro di Roma, a piazza Vittorio. Il crocifisso nelle aule non piace? Togliamo il crocifisso per non offendere la LORO sensibilita’ ! Chiaramente della nostra sensibilita’ cristiana a nessuno sembra importare gran che’. Adesso siamo alle minacce ed abuso fisico di un bambino che si e’ permesso di dileggiare una bambina che va’ a scuola col velo. La risposta della scuola dovrebbe essere l’allontanamento della bambina in questione dalla scuola come causa di perturbamento all’educazione scolastica alla quale siamo legati. E che il Corano se lo leggano a casa loro.

  4. omar scrive:

    beh’,la questione e’molto semplice:chi verra’davvero danneggiato dalle assurdita’estremiste delle religioni sono gli atei,i milioni(miliardi?)di non credenti che ne faranno,volenti o nolenti le spese.
    Perche’devo essere messo in mezzo io,ateo,che crede sia un invenzione dell uomo questo Dio..
    Se proprio siamo talmente imbecilli,noi esseri umani,di rovinarci la vita a causa di un Dio inesistente,almeno che lo stato intervenga subito difendendo la sua laicita’.Ormai e’chiaro,non l’avete capito?bastano pochi,per governare molti..L’islam viene usato dai bacchettoni ignoranti islamici per comandare il prossimo..ma mentre “noi”ce ne freghiamo delle regole e dei dogmi della chiesa in quanto piu’emancipati(dopo secoli di sofferenze)..abbiamo a che fare con un sistema fascista e dittatoriale da combattere..Attenzione che ci sono una marea di arabi che,ne son convinto,ne farebbero anche volentieri a meno del corano e altre cavolate..ma la “tradizione”e’questa..e’un modo di vivere..a loro manca l’illuminismo,ora dobbiamo solo vedere se riusciremo a far fuori dio una volta per tutte..basta non crederci e puff..basta favole!(anzi,per me incubi!,sia cattolici che islamici)

  5. serena...(poco) scrive:

    Io dico, siamo vissuti per anni con la nostra costituzione, e la legge era uguale per tutti. Oggi arrivano i musulmani, e la nostra legge, nel nostro paese, non va bene, a loro.
    Il grande errore e’ stato quello di ascoltare le loro infinite pretese, e di trattarli con i guanti bianchi.
    Se vengono in Italia, vivono da italiani, e accettano tutte varie facce della nostra vita.
    Per ultimo, ma certamente non meno importante, l’immigrazione nelle nostre scuole: i bambini da sempre si prendono in giro, chi perche’ e ‘ grassoccio, chi perche’ ha gli occhiali…chi fa cosi’…chi fa cola, e’ NORMALE FRA RAGAZZINI PRENDERSI UN PO’ IN GIRO, SI IMPARA A SOPRAVVIVERE IN QUESTO MONDO, ma purtroppo oggi ci sono i musulmani, permalosi sempre a caccia di un pretesto per poter dire che noi siamo razzisti.
    Se vivessero come noi, e facessero meno chiasso, forse potrebbero fare almeno “finta” di tentare di integrarsi, e forse noi potremmo continuare a vivere normalmente senza essere etichettati come razzisti.
    Guarda un po chi sono i razzisti violenti!

  6. Silvio scrive:

    Appendiamoli tutti per il collo

  7. Piera scrive:

    Temo che il problema reale sia più profondo ed invasivo di un burka.
    È peggio di una guerra batterica, in quanto non resteremo uccisi, ma fagocitati inesorabilmente.
    Già si creano scuole, quartieri, locali, negozi, aree, dalle quali noi siamo esclusi pur nel nostro Paese.
    La nostra libertà è e sarà lesa, altro che la loro.
    Costruiremo stabili e saranno occupati da loro, non ci possiamo permettere di mantenere figli e le prossime generazioni saranno esclusivamente loro.
    Preferiamo sopravvivere nascondendoci in casa la sera (e, perché no, di giorno) e perderemo il diritto di cittadinanza, saremo presto noi gli emarginati.
    Se ci difendiamo dai delinquenti, andiamo in galera; loro evadono o vengono rimpatriati per ritornare qualche giorno dopo.
    Comunque non è colpa loro, anch’io al loro posto approfitterei della manna, probabilmente: dignità della donna protetta, esistenza garantita dalle sovvenzioni, accoglienza e futuro assicurati dal nostro ipocrita buonismo.
    Perché con umiltà non ammettiamo di avere una mentalità ristretta, che male si abbina ad idee metropolitane di convivenza ? non è la strategia giusta accogliere in modo indifferenziato persone disperate e malviventi, quando poi si lasciano morire i nostri anziani soli; non siamo tanto presuntuosi da pensare di essere migliori di America ed Inghilterra a gestire le emergenze, quando non riusciamo neppure a creare situazioni minime di vita decorosa per noi.

  8. Marino Sennati scrive:

    Quando vai a Roma, fai quello che i romani fanno.
    Se non ti piace te ne vai.

  9. alderighi roberto scrive:

    La permissività nel velo e nel burka ,chiare forme di sottomissione della donna sono l’inizio di una violenza che si estenderà anche a tutti noi. Già non possiamo esprimere il nostro giudizio verso le crudeltà e prevaricazioni di questi ipotetici musulmani.
    Se io dicessi in pubblico che non considero religione la loro per mancanza di valori umani e sociali, rischierei la vita.
    Intervenire subito prima che loro diffondano il male nel nostro modi di
    vivere Loro stanno creando dentro di noi l’odio razziale
    Loro !!!!!

  10. muddy scrive:

    Per la legge italiana non si può coprire il viso in luogo pubblico. Questo è anche il pensiero espresso dal Presidente del Consiglio, interpellato sul tema, non più di un mese fa, si al chador no al burka.
    Ci sono alcuni usi e costumi a cui un qualsiasi immigrato che vuole vivere e lavorare nel nostro paese si deve assoggettare, poichè questo è il NOSTRO PAESE e NON il LORO. Bisogna stabilire dei punti fermi che devono essere rispettati e non oltrepassati.
    Penso che la signora in questione NON POSSA INDOSSARE IL BURKA SUL SUOLO PUBBLICO DELLA REPUBBLICA ITALIANA e tocca alle forze dell’ordine far immediatamente rispettare tale osservanza.

  11. Martina scrive:

    Io non riesco a capire perché prima si parla tanto A NOI di tolleranza, di integrazione, di apertura… e poi è considerato normale che loro venendo qui facciano in tutto e per tutto quello che fanno al loro paese, anzi più ostentano le loro differenze rispetto a noi meglio è. Se integrazione deve esserci, dovrebbe adattarsi la persona al luogo e non il luogo alla persona, se apertura deve esserci, dovrebbe essere reciproca, e invece tutte le forze politiche e tutte le fonti di informazione da una parte e dall’altra insistono perché le differenze e le barriere resistano anzi vengano rafforzate. Inoltre come donna sono profondamente offesa da un’usanza che considera implicitamente la donna inferiore all’uomo, che la riduce a un oggetto la cui specificità è l’essere o meno raggiungibile dagli sguardi e dagli appetiti dell’uomo anziché ritenerla un soggetto dotato esso stesso di volontà e di pulsioni.

  12. Matteo scrive:

    Leggo che che “la questione non può essere affrontata come un problema di esclusiva competenza della polizia”. Vero. Non eslcusiva. Ma comuque lo rimane. Mi risulta che lo Stato italiano non contempli alcuna eccezione alla legge sulla base di dicriminanti religiose: nè negativa, nè positiva. Dunque intervenga pure, POI, il “mediatore culturale”: ma la donna a volto coperto, per strada, non può circolare. E qui, PRIMA, deve intervenire la polizia.

  13. brunoderoma scrive:

    L’odierna lettera di Fini al Corriere da voi riportata sembra stata originata ed approvata dal famoso “feroce Saladino”. Ci ricorda l’art. 18 (ma che bravo…)seguite da elucubrazioni mentali come : pulsioni (ma che sara’?) decadimento valoriale, e per fare buon peso cita un professore tunisino (come se in Italia non ne avessimo a portata di mano)che presenta considerazioni degne del marchese de La Palisse. Bonta’ sua che con una piroetta di 180 gradi ammette che l’integralismo sia una minaccia per i valori occidentali e per rendere il concetto ancora piu’ “chiaro” non vuole una legge anti-velo. Che se accettabile per le donne (udite, udite!) deve poter essere permesso anche agli uomini, cosi’ in breve, musulmano o no, tutti potremo svolgere le nostre attivita’ in modo ben “coperto”.
    Questo assicurera’ piu’ voti dalla mafia, dai rapinatori di banche e da quelli che vanno per prostitute minorenni. Senza contare l’incremento economico per l’industria tessile. I vari sondaggi in merito che presentano la preferenza dei lettori (leggi: popolo italiano) nel campo del velo non sembrano turbare i sonni del nostro illuminato leader.

  14. gigi scrive:

    abbiamo le nostre tradizioni ed usanze. ora ci costringono a cambiarle per rispetto di altre persone che pretendono questo e quello. ma siamo a casa nostra o sono loro a casa nostra? perche’ ci dobbiamo adeguare mentre gli altri non si adeguano per niente?

    vedo che se noi andiamo nei paesi arabi, dobbiamo fare sparire le croci, toglierci le scarpe prima di entrare nei luoghi sacri, vestirci in una certa maniera, ecc ecc. perche’ loro non si fanno tanti problemi nei nostri confronti?

    il problema e’ che siamo dei c…. nessuno e’ piu’ c… degli italiani!

    se avessimo avuto un minimo di palle, avremmo impedito tante cose, ma dato che siamo un branco di pecoroni (leoni contro i deboli, pecore contro i forti) ci caliamo le braghe.

    prepariamoci pure a convertirci all’islam, tanto e’ questo l’obbiettivo degli arabi e dei nostri politici , giudici, magistraci ecc.

    ps: se ne avro’ la possibilita’, me ne andro da sto paese del ca… (sono italiano e me ne vergogno!).

  15. Marcello scrive:

    sicuramente non si può che essere contrari, ogni persona che vive in un paese che non sia quello di nascita deve abituarsi agli usi e costumi del paese “ospitante”. Ritengo che questo sia un punto molto molto importante e, vivendo all’ estero, posso parlare per esperienza personale. Tutto ciò che ha a che fare con il fanatismo ha ben poco diritto di essere capito e accettato o meglio “accettato” forse si…. con l’ accetta! Da poco ho letto delle notizie secondo le quali in america i tassisti musulmani si rifiutano di portare persone che arrivano all’ aereoporto con alcolici. Abbiamo bisogno di questa gente??? Sono persone sane o malate, e’ una religione pura o un’ accozzaglia di non sensi. Tutte queste persone hanno ancora molto da imparare, la religione e l’oppio dei popoli……..poco sviluppati………..

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