Negli Usa per difendere i nostri risparmi

Intervista di Lorenzo Bianchi

Davide contro Golia. Trecento piccoli risparmiatori italiani contro uno stato, l’Argentina. Per la prima volta non solo hanno vinto a New York la causa che riconosce il diritto a veder rimborsati i famigerati Tango Bond, con tanto di interessi nella misura prevista dall’emissione, ma hanno anche ottenuto il sequestro di titoli liquidi per 310 milioni di dollari presso la Federal Riserve statunitense. Il secondo provvedimento renderà concreto il verdetto precedente. Un marshall, ossia un ufficiale giudiziario, mandato dal giudice del Distretto Sud Thomas Griesa ha bloccato le obbligazioni nell’ufficio della Fed che si trova al numero 33 di Liberty Street, nella Grande Mela. L’operazione è stata architettata da tre legali, l’alfiere della battaglia per la difesa dei creditori italiani Mauro Sandri, con uffici a Rimini e a Milano (che si sono avvalsi della collaborazione dell’avvocato Giuseppe Lozupone di Forlì), lo studio di Marc Dreier a New York e lo studio Rosito Vago a Buenos Aires. Il provvedimento è inusuale. Le cronache registrano un unico precedente nel corso di una causa intentata da un creditore a carico della ristrutturazione del debito del Perù nel 1996. Come siete arrivati a questo risultato Mauro Sandri?
“Grazie a un’attività di intelligence finanziaria commissionata dallo studio Dreier che è costata più di due milioni di dollari. I fondi liquidi che abbiamo rintracciato sono legati a un default della stessa Argentina che si consumò nel 1992”.
Che tipo di debito fu ristrutturato all’epoca?
“Era un’esposizione obbligazionaria per un totale di 78 miliardi di dollari nei confronti di circa cinquecento banche di tutto il mondo. La ristrutturazione fu garantita con obbligazioni che scadranno nel 2023 e che sono state depositate presso la Fed. Sono zero coupon del Tesoro statunitense e non sono stati toccati dalla operazione sul debito argentino del 2005”.
Come li definirebbe tecnicamente.
“Sono titoli privatistici di ordine commerciale. In altre parole sono sottratti all’immunità che è collegata al concetto di sovranità riconosciuta a tutti gli stati. E’ facile prevedere che Buenos Aires presenterà un appello, ma noi crediamo che abbia armi più parapolitiche che legali”.
Può descrivere i beneficiari?
“Circa seicento privati che hanno fatto causa avvalendosi dei servizi offerti dallo studio Dreier. Trecento sono italiani. Non sono speculatori, ma piccoli risparmiatori. Circa l’85 per cento ha investito somme che vanno da un minimo di ventimila euro a un massimo di trenta milioni. I sequestri sono stati diciassette. Nel caso che Buenos Aires si opponga, una mossa che ritengo probabile, la questione verrà comunque definita entro dieci mesi al massimo”.
Quanti sono i risparmiatori italiani che non hanno accettato le condizioni imposte dall’Argentina?
“Secondo i miei calcoli, 350 mila”.
Potrebbero seguire la stessa strada della pattuglia che si è affidata alla giustizia americana?
“Dovrebbero acquistare nello Stato di New York e in dollari obbligazioni delle 10 emissioni su 139 che possono essere ancora comprate, ancorandosi in questo modo alla giurisdizione degli Usa. Se fanno questo passo entro il 31 dicembre del 2006, mantengono il diritto a vedere riconosciuti anche i primi cinque anni di interessi, che invece decadono a partire dal primo gennaio 2007. Soltanto il mio studio ha già settanta clienti che aspettano il verdetto sul loro credito. I recenti provvedimenti del giudice Griesa coprono tutto l’ammontare reclamato dai primi trecento clienti, ma non è escluso che possa contenere anche altri risarcimenti. In ogni caso non ci fermeremo”.

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1 Commento a “Negli Usa per difendere i nostri risparmi”

  1. luigi scrive:

    Mi chiedo perchè anche l’Italia non si attrezza per tutelare i propri cittadini che a quanto si dice sono molte centinaia di migliaia. Dobbiamo sempre ricorrere al paparino USA? A me pare che occorra chiarire con questo avvocato perchè la legge italiana non fosse identica a quella americana. Forse scopriremmo una altra delle tante falle della nostra giustizia che mi pare sia sempre meno certa…
    Luigi Amendola

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