L’ULTIMA SFIDA DI FLAVIO
Kimi ha acceso finalmente il motore della ’sua’ Ferrari e poco importa fosse ancora quella, vecchia, di Schumi: la Ferrari ha bisogno di accelerare l’inserimento del biondino sbevazzone, perchè siamo in molti ad essere convinti, a torto o a ragione lo vedremo, che sia Raikkonen l’alternativa più credibile al dittatore del volante, alias Fernando Alonso.
Eppure, senza nulla togliere al debutto del connazionale di Hakkinen nel cuore dell’abitacolo del Cavallino, sommessamente credo e scrivo che il vero evento della settimana sia la presentazione della Renault orfana dello spagnolo. Mi spiego: sta per andare in scena l’ultima scommessa di quell’affascinante, picaresco personaggio noto all’anagrafe come Flavio Briatore.
Detta come va detta, l’ex geometra di Cuneo ha già vinto la sua partita con la storia dell’automobilismo. Si fosse fermato ai trionfi di un giovanissimo Michael Schumacher, i detrattori avrebbero avuto il sacrosanto diritto di sostenere che era troppo facile: a ben vedere, il tedesco ha miracolato un sacco di gente. Io non nego i meriti, enormi, di un Montezemolo o di un Todt: ma mi chiedo, senza falsi pudori, quanto abbiano ricavato dalla Santa Alleanza con il tedesco. Che è stato un Fenomeno unico, sissignore.
Ma, tornando a Briatore, è giusto riconoscere che l’uomo ha replicato se stesso, clonando in laboratorio il sosia del marito di Corinna. Con Alonso, l’abbronzatissimo Flavio ha ripetuto il colpaccio: dal niente ha preso un giovanotto semisconosciuto, lo ha svezzato, lo ha messo su una macchina competitiva, infine lo ha accompagnato sul viale dorato dei trionfi mondiali.
Non può trattarsi di una semplice coincidenza. E lo dimostra un dettaglio non insignificante: dopo la beatificazione iridata di Fernando, l’intera Formula Uno si è adattata ai metodi briatoreschi. La Ferrari ha puntato su Massa, quando l’esperto Barrichello se ne è andato. La McLaren, che per anni e anni si era tenuta in casa Coulthard, adesso affianca ad Alonso l’esordiente Hamilton Lewis. E la Bmw ha mandato a casa un campione del mondo, leggi Villeneuve, per lanciare un polacco che non si limita a pulire i vetri delle macchine agli incroci: questo Kubica è un tipetto molto, molto interessante.
Copiato dagli altri, il compagno della Gregoraci non si è sottratto alla sfida: sono curioso di verificare cosa combinerà Kovalainen. Perchè qui la storia è sempre uguale: Briatore ha messo un debuttante al posto di un campione del mondo. E’ pazzo? O avrà ragione un’altra volta?
Sono belle domande. La risposta, visti i precedenti, è da prendere con le molle. Nel frattempo, se ve la sentite, provate a darla voi…
23 Gennaio 2007 alle 02:45
A me Briatore è sempre stato molto antipatico, per tante ragioni. Ma riconosco che non si vincono 7 mondiali di Formula Uno per puro caso. Comunque, non credo sia tanto interessato a Kovalainen: se lo fosse, smetterebbe di fare il manager di Alonso, non vi pare?…
23 Gennaio 2007 alle 02:48
Briatore avrebbe fatto impazzire di rabbia Enzo Ferrari. Come è possibile che in Formula Uno vinca un tizio che non conosce, per sua stessa ammissione, la differenza che passa tra un pistone e un tubo di scarico? Io direi così: complimenti all’uomo d’affari, ma se l’automobilismo fosse meno business non credo che un personaggio del genere sarebbe andato così lontano
23 Gennaio 2007 alle 02:49
Briatore è un italiano che si è fatto onore all’estero. Su questo, persino Luca Cordero di Montezemolo sarebbe costretto ad ammetterne i meriti. Poi, io non so quanto Flavio abbia influito sulla carriera di Schumi: forse il mitico Otelma, che conosce ogni dettaglio della carriera del tedesco, sarà in grado di illuminarci!
23 Gennaio 2007 alle 02:50
Una cosa buona di Briatore è la dimostrazione di come non sempre siano necessari agganci importanti per arrivare in Paradiso. Voglio dire che a me non sta troppo simpatico, ma quando sostiene di non avere avuto santi in paradiso, beh, racconta una cosa vera, che i suoi detrattori tendono troppo spesso ad ignorare.
23 Gennaio 2007 alle 02:52
Mi appello al guru Otelma per cercare di chiarire un aspetto che riguarda Briatore e coinvolge sia Schumi che Alonso. Mi spiego: ma quanto è importante un team manager, nei successi di un pilota? E il discorso vale anche per Todt, non solo per Briatore. A me risulta che nè Briatore nè Todt siano ingegneri. Non sono loro a preparare le macchine. Non sono loro a compiere le scelte strategiche. E allora? Perchè queste figure professionali vengono considerate così importanti? Forse che Schumi e Alonso avrebbero vinto meno, se al posto di Briatore e Todt ci fossimo stati io e Otelma?
23 Gennaio 2007 alle 02:57
La mia idea su Briatore è questa: è un italiano da canzone di Toto (Cutugno) e sembra uscito da un film di Totò (De Curtis, il principe della risata). Sa fari trovare al posto giusto nel momento giusto, dalla Benetton alla Renault, passando per le amicizie con Bernie Ecclestone e con gli ambienti giusti di Londra e Parigi. L’uomo ha capito con largo anticipo che la comunicazione è tutto, nell’era moderna: in questo, anche se non lo ammetterà mai, è un imitatore di Montezemolo.
Dopo di che, io credo siano stati Schumi e Alonso a far vincere lui, non viceversa. Infatti con Fisichella ha sempre perso e perderà anche con Kovalainen.
23 Gennaio 2007 alle 11:19
Briatore è uno dei migliori manager che ci siamo in circolazione. Credo lavori moltissimo (altro che Billionaire, che per lui è un investimento) e benissimo, visti i risultati. Viene dalla gavetta, non era un “predestinato”. Tanto di cappello. Se ad alcuni risulta antipatico è solo perchè (cito Enzo Ferrari), gli italiani perdonano tutto, tranne il successo…
23 Gennaio 2007 alle 16:00
Ciao a tutti.
Parlare di Flavione nostro mi provoca sempre un certo che di mal di pancia, considerato come sono andate le cose negli ultimi due anni…….
Purtuttavia, devo ammettere che anche io IN UN CERTO SENSO e solo ed esclusivamente IN UNA CERTA MISURA subisco in qualche modo il fascino dell’abbronzatissimo Flavio.
Insomma: uno parte geometra, da Cuneo, e diventa il felice proprietario della Lady in Blue, una nave da crociera con sette o otto ponti.
Il tutto, senza spacciare droga, senza uccidere nessuno.
O per lo meno, le cronache non hanno mai detto il contrario.
Io dico che, a parte i dispiaceri che ci ha dato nelle annate 2005/2006, bisogna ammirare l’uomo e soprattutto il manager.
Quello che è riuscito a fare lui alla Benetton prima e alla Renault po è da ammirare.
Considerate i budget che si permettono Toyota e Mc Laren e fate il confronto fra quello che ha raccolto Bria e quello che hanno raccolto Tomita e Ron Dennis messi assieme ……..
Insomma, l’uomo può risultare simpatico o antipatico, mentre il team manager non si discute.
Ammetto senza vergogna di aver auspicato un suo arrivo a Maranello nei tempi bui (fino all’arrivo del mitico tedesco), quando ognuno faceva quel che gli pareva e ogni anno era un anno “di transizione”.
Ma gli anni passavano e a maranello si continuava a transitare, sempre verso un altro anno…..di transizione!!
Ci voleva qualcuno che mettesse un po’ le cose a posto.
Chi meglio di lui, l’abbronzatissimo Flavione nostro?
Ma una sua antipatia radicata con il Multipresidente ha evitato l’incontro.
Pazienza.
Ammetto qui davanti a voi che forse, e sottolineo FORSE, col Flavio al timone:
1) Schumi sarebbe arrivato PRIMA del 1996;
2) a quest’ora il tedesco lotterebbe, nel 2007, per il suo 16° titolo iridato
3) per riuscire a far smettere la Ferrari il titolo mondiale costruttori la FIA avrebbe inventato un nuovo sistema di punteggio che premia i primi 26 classificati e dà come premio di consolazione 35 punti a chi si presenta nei paddock con l’hospitality più grezza.
O più piena di gnocca, nel qual caso la Red Bull sarebbe in testa, irraggiungibile come sembrava Fangio.
Rispondo a chi mi chiede come sarebbe andata senza Todt e Briatore.
Ecco qui: a quest’ora avremmo ancora Prost in testa alla classifica dei plurivincitori dei Gp.
Alonso sarebbe un autista dei tir che portano le hospitality alle corse.
Semplicemente, il team manager è+ quello che crede in te quando tu sei un egregio signor nessuno.
Bisognerebbe, all’uopo, parlare anche di mister 20% Willy Weber.
Adesso, dal 1992 in poi, tuti ad additarlo come il più dritto del pianeta.
Ma prima?
Quando sponsorizzava la carriera di un bazuto tedesco che si vestiva come un tarro, chi se lo filava il buon Willy?
Eh, il team manager conta, eccome….
Ecco perchè la Ferrari fa un po’ paura, adesso che è cambiato tutto….
Che San Baldo ci aiuti…….
23 Gennaio 2007 alle 22:07
La Renault non reciterà la parte di una semplice comparsa…
Na…Briatore, non lo freghi due volte…non sarà un sequel della Benetton.
Otelma…Otelma… sempre belli i tuoi interventi…
ma mancava qualcosa…dove sono finiti i tuoi intermezzi dolorosi?
24 Gennaio 2007 alle 15:33
Otelma è il mio guru, ma la sua analisi è sin troppo stimolante. Forse non ho cpaito bene: Schumi non sarebbe stato Schumi senza Willi Weber? Ma se così fosse, com’è che l’altro pupillo del procuratore tedesco, il fratellino Ralf, da dieci anni non cava sangue da una rapa?…
24 Gennaio 2007 alle 15:35
Mi dispiaceper Otelma, ma personalmente non ho mai rimpianto il mancato arrivo in Ferrari di Briatore. la Ferrari ha un suo stile, a prescindere da Montezemolo. Ha ragione chi ha scritto che briatore avrebbe fatto arrabbiare a morte il Drake. Ricordiamoci della Storia, con la maiuscola. Se la ferrari fosse una McLaren, uno come Michael non avrebbe dedicato undici anni della sua vita alla azienda di Maranello!
25 Gennaio 2007 alle 14:27
Salve a tutti e complimenti per il blog. Il mio nickname dice subito di chi sono orfano e sto con Otelma sul rimpianto totale del tedesco. Su Briatore, a me la cosa che più colpisce è questa: prima di Flavio, in F1 vincevano persone con una estrazione motoristica, con una cultura dell’auto. Di Enzo Ferrari sappiamo. ma anche Frank Williams ha fatto il meccanico per De Tomaso in Italia. E di Ron Dennis si narra che montò alla rovescia una frizione per il grande Brabham. E Jean Todt era un navigatore di rally. Nel caso di Briatore, parliamo di un uomo estraneo alle macchine, forse non distingue un pistone da una biella, però i risultati parlano per lui
25 Gennaio 2007 alle 17:03
Carissimi tutti,
innanzitutto vorrei ringraziarvi per le belle parole che spendete nei miei confronti.
Devo dire che mi fate sentire parecchio importante, e la cosa mi gasa parecchio, anche se non lenisce del tutto il dolore per l’insano gesto del tedesco.
Inizio a rispondere a Tanaka: attenzione.
Io non ho mai voluto dire che qualunque pippa diventa un fenomeno se trova il team manager giusto.
Dico solo che anche se uno è un fenomeno, se NON trova il team manager giusto resta un bravo pilota di kart, o al massimo di formula 3.
Capito?
Senza il buon mister 20% il nostro si sarebbe arenato ben presto e forse oggi la storia parlerebbe di un certo Michael Schumacher buon attaccante del Bayern Monaco.
E chi ci avrebbe rimesso?
Il fratellino……dai poverello, mica è colpa sua.
Per MS però, vale anche il discorso opposto: in effetti, anche trovare un pilota come lui è stata una fortuna per qualcuno.
Nel caso specifico, il nostro Flavione.
Che, senza il crucco mio adorato, dubito avrebbe vinto i suoi primi due mondiali.
Forse adesso sarebbe ricordato per la gestione parsimoniosa del team, non certo per le clamorose vittorie…..
Per bruno: eh, lo so, come ho scritto sopra a me Briatore muove un certo mal di pancia.
Ma bisogna ammettere che sa muovere gli uomini, e a Maranello abbiamo passato periodi parecchio bui, non so se te lo ricordi….
Non era solo un nproblema di risultati che non arrivavano, ma di una squadra allo sbando.
Di progetti fallimentari, di correnti polituche interne all’azienda che sabotavano i progetti delle macchine, del CAOS TOTALE.
Lì, un uomo come Flavione lo Scuro avrebbe fatto un bel po’ di ordine, dai retta a me.
Poi,dal 1996 ci ha pensato un altro a mettere tutti d’accordo, e questo è il merito + grande del mitico ciccino tedesco.
Per Xena: lascia stare il can che dorme.
Ormai ho un età (39) sono un professionista serio (???), non posso sempre lasciarmi andare a ’ste sceneggiate, devo imparare a soffrire in silenzio…..
Se penso al campionato che va ad iniziare, senza di lui…….
25 Gennaio 2007 alle 19:12
Scusate l’intrusione. Forse nei confronti di Briatore da parte di alcuni c’è una sorta di invidia. magari non per i risultati sportivi, ma per altre cose (parlo di noi maschietti).
Dopo di che, io credo che la fortuna, per non usare un termine più volgare, sia fondamentale, in certe carriere. Infatti, cosa ha vinto Briatore SENZA il tedesco e lo spagnolo? E sì che di piloti ne ha avuti alle dipendenze! Dunque io rovescerei il discorso: i miracolati sono quelli che stanno al muretto, non quelli che stanno nell’abitacolo della macchina
25 Gennaio 2007 alle 19:15
Caro Otelma, le tue opinioni sono come sempre lucide, però permettimi di dissentire. Senza Willi Weber Schumi non sarebbe stato Schumi? Ma se accettiamo questo principio, chiamiamolo così, dovremmo per forza concludere che chissà quanti piloti di enorme talento sono rimasti nell’anonimato per mancanza di appoggi autorevoli. Tu intendi questo? Temo tu abbia ragione: ma allora noi appassionati dovremmo rivedere (al ribasso) il giudizio su quei pochi che ce la fanno, accettando il principio che NON è il talento il vero elemento discriminante. Io forse sono ingenuo, ma preferisco illudermi e pensare che uno Schumi, un Senna o un Alonso sarebbero comunque arrivati in cima, anche senza godere di appoggi speciali
25 Gennaio 2007 alle 20:31
Tanto, Tanto, Tanto, Tanto…insomma i giovanotti non guastano in tempi di sfide ultime.
Sbevazzone: cioe?. Turrini, non per farle le pulci ma il termine mi sembra alquanto grottesco. passiamo a Kubica, nome cyberletterario, ipertestuale, evenemenziale e magari agonico. Io ricordo Kovac, della pallavolo, serbo, un vero airone,… questi k serbano sorprese e i talent scout bene fanno a puntarci. a marzo i primi verdetti Karo Turrini, se Kimi è sbevazzone Flavio(Cesare Augusto) mi risulta abbia stappato champagne di svariate migliaia di euro(ma in quel caso dicesi sprecone), e vero? Salvatevi, salviamoci!
26 Gennaio 2007 alle 13:41
Sono interessanti le vostre riflessioni su Briatore e sul potere dei manager in Formula Uno. Aggiungerei all’elenco un dettaglio che vedo vi sfugge: trovate normale che un pilota della Ferrari (Massa) abbia come procuratore (Nicolas Todt) il figlio dell’amministratore delegato della azienda di Maranello? E’ un caso, enorme, di potenziale conflitto di interessi! Mi chiedo e vi chiedo: l’anno scorso in Turchia, se MaSSa avesse avuto un altro manager, forse che Schumi ai box si sarebbe dovuto accodare?…
26 Gennaio 2007 alle 17:08
Mi rivolgo a Joy e a Otelma. A Joy dico che il conflitto di interessi su Massa probabilmente esiste, ma io non credo che se Felipe andasse piano il vecchio Todt se lo terrebbe in casa, proprio perchè in tal caso andrebbe contro i suoi interessi.
A Otelma dico che ha ragione nel sottolineare l’importanza di Weber nella carriera di Michael, però Weber fa anche (o faceva, adesso non so) il procuratore di Ralf, che non mi risulta abbia eguagliato i risultati del fratello.
O mi sbaglio?
27 Gennaio 2007 alle 12:48
Mi è venuto un dubbio, a proposito di Briatore. Secondo voi, avendo ingaggiato un pilota (Raikkonen) pagato 5 volte più di chi c’è già in squadra (Massa), Flavio a chi avrebbe affidato i primi collaudi dell’auto nuova? Al brasiliano o al finlandese?…
27 Gennaio 2007 alle 15:50
Non è solo una serie fortunata di telefilm, l’ombroso e sarcastico medico entra nella testa dei suoi telespettatori con tutti i suoi difetti e pregi. Vediamo perché. Si, lui il dottor House, l’improbabile azzeccadiagnosi più bravo del mondo, il possibile ospite di Elisir o tramite Fisichella di FabioFazio. Senza schumy è difficile sopravvivere, anche se ti consoli col serial del crudele ma comunicantissimo gambadilegno. Anche gli ingegneri sono dei semeiotici ma non tutti hanni i Machael che testa, Che testa!
30 Gennaio 2007 alle 11:37
Tanaka, intendo esattamente questo!!
Innsostanza, non è il manager che fa diventare bravo un pilota che è una pippa, tuttavia senza un buon manager anche un fenomeno ….resta a piedi!!
Il carissimo crucco idolo nostro rischiò di smettere con le corse per via dei soldi che papà Rolf non aveva.
E a quest’ora, di chi eravamo orfani?
Di Gerardone Bergher?
Questo intendo.
Un bravo manager può far correre un fenomeno, non può farlo DIVENTARE un fenomeno.
Ma un fenomeno potrebbe non avere la possibilità di correre.
5 Febbraio 2007 alle 13:02
“Ma un fenomeno potrebbe non avere la possibilità di correre.”. Concordo e sottoscrivo, caro Otelma! Non solo nella Formula Uno…Commento interessato da parte di un neolaureato in cerca di lavoro…allora ben venga gente come Briatore, che non a caso è sempre stato discusso, ma i suoi obiettivi professionali li ha sempre raggiunti: Tutti e Alla Grande! C’è bisogno di gente che sia così se vogliamo risollevare un paese fermo! C’è bisogno di rischiare anche se devi metter in conto di poter sbagliare! Altrimenti lavorano sempre e solo quelli con l’esperienza. E’ un problema che non riguarda solo me, bensì tutti quelli che cercano lavoro, e da questo punto di vista fare il pilota di F1 non è nientr’altro che un lavoro…bravo Flavio, perché i successi non sono mai di una parte sola…i successi si costruiscono con la visione, con l’Ambiente, con l’alchimia e col coraggio di decidere liberamente! Ed è questo il talento del manager, del selezionatore, non meno importante del talento del “corridore”!!! To the next…
6 Febbraio 2007 alle 23:46
Xena, che piacere ri-vederti!
Flavio ha il cavallo buono con il finlandese, resta da vedere che macchina scenderà in pista.
Vero che con Schumi avrebbe vinto TUTTI i mondiali, vero anche che schierò per due anni consecutivi Alesi e Berger, ormai alla frutta.Perchè?
Nessuno è infallibile.
Lui si avvicina a livelli superbi.