Allora è vero, i campioni siamo noi!

Battuta la Francia ai rigori: esplode l’entusiasmo in tutta Italia, milioni di persone in piazza. E Napolitano salta in tribuna

Roma, 11 luglio 2006 - SÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌ! UN URLO liberatorio ha attraversato la penisola, dalle Alpi a Pantelleria, quando il pallone calciato da Fabio Grosso si è infilato alle spalle del pelato Barthez.
Forse non diventeremo mai il Paese del rigore, con buona pace del ministro Tommaso Padoa Schioppa. In compenso, abbiamo imparato a tirarli, i rigori.

Per tre volte ai Mondiali, compresa la finale iridata con il Brasile di dodici anni fa, eravamo stati respinti dal dischetto. Stavolta no. E aveva torto Francesco De Gregori, con quella sua canzone secondo la quale un giocatore non si giudica da un calcio di rigore: eh no, basta, abbiamo capito la lezione.

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