Tributo a Sanguinetti: vince Milano 2002.
Il suo primo torneo e… battendo Federer!
Davide, 35 anni, ieri si è ritirato

 
14 Marzo 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Virtual Tour: Day 2!

  

Mio personale amarcord dell’azzurro con gli ultimi tre giorni (nella cronaca che ne feci allora da inviato) del primo trionfo di colui che che fu l’eroe nella semifinale di Davis di Milwaukee nel ‘98, dominando Todd Martin, e che quello stesso anno raggiuse i quarti a Wimbledon, primo italiano dopo Panatta nel ‘79 _ 19 anni dopo! _ e purtroppo anche l’ultimo. A Milano Federer non era quello che avrebbe dominato il tennis mondiale ma era pur sempre il campione in carica. In un commento la sua memorabile vittoria su Srichapan all’US Open 2005 e un’intervista. 

In altri commenti, il saluto a Davide di Claudio Pistolesi e quello di Leonardo Caperchi, ex coach di Gaudenzi e Fognini, cui si aggiungono quelli dei genitori Sanguinetti, Marilena e  Dino che ricordano, fra l’altro, come Davide abbia battuto quasi tutti i più forti tennisti del mondo.

3 Dicembre 2002
MILANO _ S’è buttato a terra lungo disteso, incredulo. Si è avvolto nella bandiera tricolore, lui antico dissidente accusato di voler tradire la patria (ma la Fit non è la patria…). Baciava tutti, mentre dalla tribune volavano i coriandoli…E diceva: “Pare di volare anche a me, di non toccare più terra…”
Davvero il Sanguinetti dei miracoli. Prima Davide è riuscito a far quasi riempire il Palalido, oltre 3.500 spettatori, come non era più successo da anni. Poi ha vinto il primo torneo della carriera _ buona la quarta! avrebbe gridato il regista del film a lieto fine dopo le tre finali invece perdute_ disputando un match bellissimo contro il campione uscente ed un signor giocatore come Roger Federer, dominando addirittura lo svizzero nel finale dopo il piccolo trauma d’un probabile furto arbitrale che gli era costato praticamente il secondo set (una serie negativa di 14 punti a 3 dall’1 pari 40 pari quando una sua volee di dritto è stata inopinatamente giudicata out) e soprattutto dopo il grande spavento di 5 pallebreak annullate nel quinto game del terzo, prima di issarsi sul ben più rassicurante 4-1 nel set decisivo.
Infine Davide ha iscritto con pieno merito il suo nome in un albo d’oro di grandissimo prestigio, quasi tutti vincitori di Slam, 10 anni dopo l’exploit dell’ultimo italiano capace di tanto, Omar Camporese sensibilmente invitato a premiarlo da Franco Bartoni e dal boss della Nework&B Fabrizio Conti.
Un Sanguinetti trasformato, aggressivo, determinato come mai l’avevo visto in passato _ che sia davvero la prossima paternità ad averlo cambiato? Il suo coach Pistolesi dice che “quando si è felici tutto diventa più facile”_ ha davvero calato il poker d’assi. Non si battono per caso, se non si vive su una nuvola d’ebbrezza, quattro giocatori molto meglio classificati di lui, appena n.87 del mondo fino a ieri, appena sconfitto da Van Scheppingen in un challenger qualsiasi.
Oggi Davide salirà intorno al n.60, il che significa che la strada per poter sostenere che l’Italtennis ha finalmente trovato un campione è ancora lunga, ma certo il suo percorso in questo torneo dimostra che la potenzialità per raggiungere il suo obiettivo (“Quando gioco bene valgo uno dei primi 30 del mondo”) c’è tutta.
Ho parlato di vittoria strameritata e non è banale dirlo: sette giorni fa Thomas Johansson, ad esempio, aveva vinto l’open d’Australia senza battere una delle prime 10 teste di serie. Mentre, come ha ricordato ancora sul campo e con grande fair-play lo stesso campione uscente Roger Federer “Davide ha battuto qui la testa di serie n.1 (Ferrero) e n.2 (Federer stesso), ha giocato davvero in modo super”. Sì perché anche Escude e El Aynaoui sono fior di giocatori. “Sì a Milwaukee giocai forse il miglior match della mia vita, ma un conto è trovare una grande giornata, un altro è farlo per cinque giorni di fila battendo grandissimi giocatori. Contro Ferrero, ad esempio, come toccavo la palla e tutto diventava oro”
“Adesso me lo consacri campione definitivamente! “ mi gridava papà Dino, l’ultrà più ultrà di Davide, quello che fa arrossire perfino mamma Sanguinetti e le sue amiche che per questo preferiscono sedersi a qualche metro da lui. Non ci sarebbe persona più felice al mondo di farlo, dopo 20 anni di tristezze italiche, del vostro cronista. Intanto lo consacro campione di Milano. Per il mondo c’è tempo…
Sanguinetti b.Federer 7-6,4-6,6-1 in 2h e 05 m.

Milano 2 febbraio 2002

Sanguinetti n.87 del mondo in finale
ma non ha ancora mai vinto un torneo

Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
MILANO _ Dieci anni dopo. Dieci anni dopo Omar Camporese che qui vinse anche lui dopo un inizio stentato, outsider in finale su Ivanisevic. E…tocchiamo legno, perché Sanguinetti ancora un torneo Atp non l’ha mai vinto. Sarà la sua quarta finale, dopo Coral Springs ’98, Taskhent 2000 e Memphis 2001.
A 29 anni e mezzo Davide sembra stupirsi meno di noi per aver calato da n.87 Atp la quarta vittoria e un tris d’assi, Ferrero n.3 del mondo, El Aynaoui n.20 e ieri Escude, n.29. Sì, anche il “mosquetaire” di Francia copertosi di gloria in tutto un anno di Davis (sempre imbattuto) e soprattutto nell’ultima finale di Davis in Australia conquistata quasi da solo. Chiedere informazioni al riguardo a tal Hewitt n.1 del mondo.
Riesca o meno Davide a metter giù il poker d’assi _ in una finale che, nihil novi, non gioca da favorito (prevalga Federer o Rusedski) _ gli vanno riconosciuti, a lui e al suo staff (Claudio Pistolesi coach tecnico, la moglie Tatiana …coach mentale e dietologa, Pino Carnovale coach atletico, Stefano Lopez neo-manager) _ straordinari progressi che vanno al di là dei brillanti risultati raggiunti qui. Pistolesi l’ha finalmente persuaso a giocare un metro più avanti, a prendersi qualche rischio in più abbandonando ataviche paure. Tatiana (in attesa di un figlio/a per l’11 d’agosto) in collaborazione con la suocera forte dell’esperienza Ideal-Line _ gestiscono a Forte dei Marmi un istituto “dimagrimento e benessere” _ l’ha messo a stecchetto proibendogli “fuori-pasto e brioches al mattino” asciugandolo di 5 chili. Carnovale ha finalmente trasformato in un atleta un giocatore che assomigliava troppo _ vedi le analogie…_ al talentuoso Camporese (fianchi larghi, sedere grosso, postura da commendatore, piè di papera). Lopez infine l’ha sottratto a un manager troppo amico di Panatta per non creargli momenti d’imbarazzo non necessari in querelle “parafederali”… e ora chissà che non riesca pure a monetizzare il Sanguinetti new-model.
Quando mai il… vecchio modello avrebbe recuperato un set e un break, 6-3,2-1, a un tipo tosto come Escude? E l’errore d’una giudice di linea (“Tirati su la visiera, eppoi mio zio è oculista…” le ha detto Davide) costatogli quel break non sarebbe stato l’inizio della fine? Niente di tutto ciò. Il Davide rigenerato, dritti vincenti e non solo rovesci, 11 games a 3 da quel momento, è davvero da primi 20 del mondo, come dice lui stesso. Ha proprio imparato ad osare. Dentro e fuori dal campo.
Sanguinetti b.Escude3-6,6-3,6-2

Milano 1 febbraio 2002Ma allora Davide non è rimasto
nel Wisconsin nè a Wimbledon
Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
MILANO _ Habemus… Italicum in semifinale, incredibile dictu. Già, Davide Sanguinetti non è rimasto nel Wisconsin, a Milwaukee, dove lo si credeva disperso nella campagna di Davis del settembre ’98 quando, ammirati, smettemmo di considerare i quarti raggiunti a Wimbledon 2 mesi prima _ primo italiano dopo Panatta (1979) _ come un mezzo colpo di fortuna.
Ancora oggi come incontro Todd Martin, il gigante buono del Michigan, lo vedo scuotere il testone: “Ma solo con me il vostro Sanguinetti doveva giocare così bene?”. Pur assente Agassi nella cittadina del MidWest, USA B avrebbe dovuto far polpette dell’Italia di Gaudenzi e Sanguinetti. Invece fu 3-0 per l’Italia e contro Martin, ex n.4 Atp e finalista d’un paio di Slam, Sanguinetti giocò il match della vita. 3 tiebreak impeccabili e senza paura, tutti vittoriosi. Martin, tipo che ha mietuto vittime come i Sampras e gli Agassi, uscì dal campo perplesso:“Strano, ho giocato bene anch’io”. E come si stupiva nel vedere Davide fare i passi del gambero, uscire dai primi 100 nel ’99, ritornarci a stento nei due anni successivi.
Da un paio di giorni nelle pupille del dimagritissimo Davide sembra essersi riaccesa la luce di Milwaukee. Giovedì sera con lo spagnolo Ferrero, n.3 del mondo (6-2,6-4 in 58 minuti) e ieri con il marocchino El Aynaoui (7-6,7-6) che l’aveva bastonato a Lione, Davide come per incanto ha ritrovato, insieme al solito bel rovescio, il dritto che da 4 anni non gli avevamo più visto. E’ in semifinale a Milano, primo italiano così avanti dai tempi di Camporese e Pescosolido nel ’92. Camporese vinse poi il torneo su Ivanisevic. Per imitarlo Sanguinetti dovrebbe intanto battere oggi anche Escude, l’eroe francese dell’ultima Coppa Davis.

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31 Commenti a “Tributo a Sanguinetti: vince Milano 2002.
Il suo primo torneo e… battendo Federer!
Davide, 35 anni, ieri si è ritirato”

  1. Ubaldo Scanagatta scrive:

    SANGUINETTI PROPRIO INCREDIBILE
    LUI E SRICHAPAN CHE SPETTACOLO!

    5 Settembre 2005

    Dall’inviato
    Ubaldo Scanagatta
    NEW YORK _ Non m’era più successo di restare avvitato al mio seggiolino per 4 ore e 25 minuti di un match d’un tennista italiano in uno Slam, nemmeno un time-out per una pipì, dacchè Omar Camporese aveva impegnato allo spasimo Boris Becker a Flinders Park (Australia 1991). Ma Omar aveva purtroppo finito per perdere 14-12 al quinto set dopo essere stato a due punti dal match. E se anche allora c’erano state grandi emozioni e “standing-ovation”, come sul 6 pari al quinto set domenica notte fra Sanguinetti e Srichapan, alla fine però la triste conclusione aveva lasciato laggiù, Down Under, tutto il clan italiano con l’amaro in bocca e i tedeschi festanti.
    Questa volta invece Davide Sanguinetti è stato semplicemente straordinario fino alla fine, direi perfino eroico per quanto possa esserlo un atleta, ancorchè di 33 anni compiuti. Lo spezzin-carrarese nato a Viareggio ha conquistato con pieno merito _ dopo una battaglia inenarrabile con il guerriero thailandese Paradorn Srichapan, di 7 anni più giovane _ per la prima volta gli ottavi di finale all’US open, ventisette Slam dopo i quarti raggiunti a Wimbledon nell’ormai lontano 1998.
    L’ultimo italiano capace di tanto qui era stato Gianluca Pozzi, undici anni fa (1994). Sempre Pozzi era stato anche l’ultimo italiano a centrare gli ottavi in uno Slam, a Wimbledon 2000, già trentacinquenne. Qui a Flushing Pozzi perse poi abbastanza malamente da un avversario non irresistibile, il tedesco Bernd Karbacher. Sanguinetti rischia oggi la stessa fine contro un altro David, l’argentino Nalbandian, l’altra sera netto vincitore del cileno Gonzales, 7-5,6-3,6-0, e sulla carta indiscutibilmente favorito nei confronti dell’azzurro, sebbene nell’unico confronto diretto, in un challenger in Ecuador (Salinas, 2000), avesse prevalso il “nostro”. Dopo di allora però “el Cordobes” Nalbandian è stato finalista a Wimbledon 2002, semifinalista all’US Open 2003 (ebbe il matchpoint contro il vincitore del torneo Roddick), semifinalista a Parigi 2004, fino a diventare n.4 del mondo. Oggi è un po’ sceso ma è pur sempre n.11, quindi guai ad illudersi, anche perché recuperare la faticaccia di domenica notte non sarà semplice neppure per Davide (“Ma io recupero sempre bene, è una mia qualità”).
    Sanguinetti, n.59 Atp _ ma salirà almeno a 47 _ ha fatto suo il match più duro della carriera, rimontando da due set a uno sotto, al tiebreak del quinto set _ inedito per un italiano qui a New York, nell’unico Slam che prevede il tiebreak anche nel set decisivo _ al dodicesimo punto quando, apertosi il campo con il rovescio, si è presentato a rete a chiudere con uno smash una partita incredibile per i colpi di scena, i rovesciamenti di situazione, l’alta spettacolarità di tantissimi punti. “Rischiatutto” Srichapan ha commesso più errori (76) che “vincenti” (63), ma in complesso l’ex top-ten_ oggi n.51 _ ha giocato bene anche lui.
    Match godibilissimo, con gli ultimi tre set decisi da altrettanti tiebreak mozzafiato, anche per un susseguirsi di gustosi siparietti di cui è stato ispirato protagonista soprattutto il “nostro” che è così riuscito a tirare dalla sua parte, insieme alla moglie Tatiana, al frugoletto di 3 anni Alice, almeno 10.000 spettatori dell’Armstrong Stadium, in contrapposizione al vulcanico angolo rosso, dove si erano assiepati centinaia di fans di Srichapan in maglietta rossa _ il rosso è il colore della vittoria nell’ex Siam _ che sbattevano ad ogni punto conquistato dal loro eroe due bastoni di plastica facendo un frastuono infernale.
    Sull’Ashe Stadium, Venus Williams aveva battuto Serena 7-6,6-2 e tutti gli spettatori che avevano potuto farlo, attirati dagli applausi a scena aperta, dalle grida dei più eccitabili, si erano riversati sull’Armstrong, stracolmo fino all’inverosimile.
    Sanguinetti aveva vinto il primo set, conquistato il 2-0 e mancato quattro palle del 3-0 che avrebbero forse demoralizzato Srichapan, grande servizio e ottimo dritto, ma rovescio senza mezze misure: o punti straordinari o errori banali. Sulla diagonale dei rovesci aveva quasi sempre la meglio Sanguinetti. Ma Srichapan rimontava pareggiava il conto dei set. Nel terzo set era Sanguinetti a recuperare due volte un break, con Srichapan che lo aiutava con due doppi falli (8 alla fine e 12 aces, contro i 2 di Davide e 9 aces), ma nel tiebreak l’azzurro era troppo attendista, perdeva sei dei primi sette punti e…meno male che all’inizio del quarto Srichapan regalava quattro punti e subito un break. Poi recuperava, 3 pari, si salvava sul 5 pari tre volte, e sul tiebreak una volee straordinaria di Sanguinetti seguita da un magnifico lob vincente, consentiva all’azzurro di condurre 6 punti a 4, di…veder volatilizzare due setpoints, di chiudere 8-6. Nel quinto Sanguinetti saliva 4-1,palla del 5-1, rovescio out, e Srichapan rimontava, 4 pari. Un net favorevole a Srichapan e il tailandese baciava il nastro d’acciaio, un net per Sanguinetti e Davide lo imitava, ma facendo ridere tutti. Quando l’italiano ha salvato due pallebreak sul 5 pari e poi il thailandese, sotto gli occhi della principessa Patcharantyapa, ha raggiunto l’ultimo tiebreak, tutti sono scattati in piedi. Applausi per un minuto. Quattro ore e 13 minuti, comincia Sanguinetti, 1-0,1-2, 3-2, 5-2 dopo una volee pazzesca, Srichapan chiama il fisioterapista e si becca una salva di fischi, Sanguinetti perde due punti ma poi sale sul 6-4 e servizio e comincia a mandare baci alla folla plaudente. E’ impazzito? Srichapan annulla il primo matchpoint, ma il secondo è quello buono. Sanguinetti è in ginocchio, la folla in delirio, nemmeno fossimo al Foro Italico. Che magnifica nottata. Perché non capita più spesso?
    Sanguinetti b.Srichapan 6-3,4-6,6-7(2),7-6(6)7-6(5)

  2. Ubaldo Scanagatta scrive:

    3 agosto 2005

    Intervista di
    Ubaldo Scanagatta

    DOPO AGASSI E’ PROPRIO DAVIDE
    IL “VECIO” PIU’ FORTE AL MONDO

    I tennisti italiani maturano tardi (e vedremo perché), ma poi reggono bene anche da vecchietti. Carriere più brevi, quindi, ma magari qualcuno ce l’ha fatta anche a studiare. Quindi non tutto il male vien per nuocere. Anzi.
    Per carità, Andre Agassi è un fenomeno, chi può negarlo? E’ n.6 del mondo a 35 anni e mezzo ed è stato top-ten per 16 anni (e out nel ’93 e nel ’97). Ma se non ci fosse Agassi chi è il “vecio” del tennis con la miglior classifica mondiale?
    Beh, non ci crederete ma è ancora una volta un italiano. Dopo Gian Luca Pozzi, classe 1965, “fenomeno” di longevità d’un lustro fa _ il barese quando avrebbe potuto già svolgere attività da senior, nel gennaio 2001 salì al suo best Atp ranking, n.40 a 35 anni e mezzo _ il miglior tennista del mondo dopo Agassi è il “nostro” Davide Sanguinetti, 33 anni da compiere questo 25 agosto.
    Lui appartiene, infatti, alla classe 1972. Spulciando nelle 400 pagine del Tennis Record Book del “maestro” Rino Tommasi (edito dalla Libreria dello Sport) e confrontando le ultime classifiche Atp ho potuto constatare che Agassi è l’ultimo superstite della classe 1970 (Todd Martin e Marc Rosset si sono ritirati), mentre quelli del ’71 (generazione di “mostri” che comprendeva Sampras, Ivanisevic, Bruguera, Krajicek, Ferreira tutti ritirati) che non hanno appeso la racchetta al chiodo (Arthurs, Pescosolido, Dick Norman) hanno risultati inferiori al viareggin-spezzino-carrarese. Davide, nato a Viareggio, cresciuto tennisticamente a Carrara, da sempre residente a Ortonovo (prov.La Spezia) in una bella casa che apre la porta davanti in Toscana e quella dietro in Liguria, grazie alla vittoria nel challenger di Recanati domenica scorsa è risalito a n.55 Atp. Precede gli altri migliori superstiti del suo anno di nascita _ Santoro (64 Atp) e Bjorkman (99 Atp) _ che ha visto andare già in pensione da tempo le due star della classe 1972, Chang e Rafter.
    L’aspetto curioso è che Davide non è troppo lontano dalla sua miglior classifica di sempre: è stato n.43 il 14 ottobre 2002, 12 posti più su. “Mi mancano 200 punti e mi supero!” racconta da Washington dove ha perso da Muller 6-3,6-4 (“Ma ero arrivato lunedì sera da Recanati, mi hanno messo subito in campo al martedì…Ora vado a Montreal per le qualificazioni…sono fuori di pochi posti, magari entro in tabellone.”
    Sanguinetti, frettolosamente dopo la solita premessa (“Veloce, dai!, il telefono lo pago io…”. Quasi non si direbbe che di soli premi abbia guadagnato oltre 2,3 milioni di dollari, che suo papà da sempre benestante abbia una grossa tipografia e stampi i registri Buffetti, che la madre gestisca un gruppo di palestre … Ho dovuto promettergli che a New York gli darò una decina di dollari per la telefonata!) aggiunge: “E’difficile risalire, è vero. Bisogna credere in se stessi. Io voglio continuare per cinque anni ancora. Voglio superare il record di Pozzi che ha giocato fino a 37 anni _ scherza adesso _ e migliorare la mia miglior classifica. Da qui alla fine dell’anno devo difendere 100 punti di Vienna e poco altro…”
    All’US Open 2004 Davide aveva perso al primo turno (e in 5 set) da Haas.
    _ Ma perché in Italia maturiamo così tardi? Anche Pietrangeli e Panatta fino a 23,24 anni vincevano poco e avevano talento da vendere…
    “Perché siamo mammoni. Ci piace stare in Italia, si sta troppo bene, e si mangia meglio. Non ci piace viaggiare. Io, forse perchè non sono un grande mangiatore sono stato bene anche in America, all’UCLA. Anche questo conta”.
    _Una volta preso il via, però, non vi arrendete tanto presto…
    “Fisicamente noi italiani non siamo meno preparati degli altri. Nel mio fisico non vedo crepe. Quest’anno sto andando bene, credo più in me se stesso.Ho cambiato molto il tipo di allenamento. Lavoro più in qualità che in quantità. Faccio molta più palestra che tennis. E mi aiuta anche un buon regime alimentare. Peso 78 kg, qualche anno fa 72-73, ma credo di aver messo su anche muscoli che prima non avevo. Oggi riesco a capire meglio cosa mi dice Claudio Pistolesi quando insiste ‘devi credere di più in te stesso’. Mi ritengo sì più adatto a giocare sul veloce, ma Claudio mi ha persuaso che posso giocare ovunque, anche se è vero che sulla terra rossa faccio più fatica a chiudere i punti”.
    _Ritieni che si possa progredire ancora alla tua età?
    “Certo, ora finalmente il dritto _ ad esempio _ riesco a giocarlo come voglio”.
    _ Era più difficile da scapolo o lo è oggi da…ammogliato?
    “Meglio oggi. Alice (la figlioletta) mi ha reso più responsabile. Tatiana (la moglie dal 1999) è un angelo, riesce a capire i momenti chiave della vita di un atleta, anche quando è casa, e a mettere una pezza su eventuali momenti difficili. Mi ha davvero aiutato tantissimo.
    _Obiettivi di fine anno?
    “La mia regola è…non pormeli!. Altrimenti aumenta la pressione. Sta andando bene così…Claudio (Pistolesi) mi dice che se non va bene una settimana andrà meglio la prossima. Ogni settimana può venir fuori il bel risultato”.
    Coraggio, vecio nostro.

  3. riccardo scrive:

    onore a davide l’italiano che mi ha esaltato di più negli ultimi 7/8. Chiedo a ubaldo come mai davide non è riuscito però ad avere una classifica migliore del numero 42 mi pare

  4. Roberto Commentucci scrive:

    Grazie Davide. Per tutto quello che hai fatto.
    Il primo commento che ricordo su di lui fu quello di Rino Tommasi. Era il 1995, tredici anni fa, di questi tempi. Ad Indian Wells, Davide, intorno alla duecentesima posizione in classifica, aveva passato le qualificazioni e aveva lottato duramente contro un certo Stefan Edberg, togliendogli un set.
    Rino, come al solito asciutto, misurato, sentenziò: “Non è un campione, ma può entrare nei primi 100″.
    Una fotografia ineccepibile.
    Ma Dado ha fatto parecchio di più, come ci ha ricordato Ubaldo.
    E probabilmente ancora di più avrebbe potuto ottenere se avesse adottato prima quel mix di metodologia di allenamento, alimentazione (la dieta “zona”, che a 33 anni lo rese fisicamente migliore che a 25), programmazione, che è stato il segreto della sua longevità agonistica.
    Tecnicamente Davide era dotato di un servizio molto buono nella traiettoria piatta e nella soluzione slice (che gli portava tantissimi punti sull’erba), mentre il kick non è mai stato di livello adeguato, forse a causa di una certa rigidità della schiena. Questo gli ha impedito di avere una seconda di servizio sufficiente per combattere alla pari con i più forti. Da fondo, la debolezza relativa del diritto (un colpo che a causa di un’impugnatura troppo aperta e di un insufficiente trasferimento di peso gli rendeva difficile aggredire le palle lente e basse, specie sulla terra) era compensata dallo straordinario rovescio bimane, piatto, fluido, naturale, con la palla che uscivarapida dalle corde senza alcuna fatica apparente. Sanguinetti sulla diagonale sinistra poteva fare match pari con chiunque.
    Nella maturità, grazie alle “iniezioni di autostima” praticategli da Pistolesi, nonché alla migliore preparazione atletica, è riuscito a sfruttare maggiormente le sue doti di anticipo, a giocare più dentro al campo, e ha imparato a verticalizzare maggiormente il gioco, costruendosi un repertorio di volo stilisticamente non impeccabile, ma comunque efficace, grazie alle sue buone doti di tocco (Davide accordava la sua Prince a poco più di 20 kg…).
    Credo che tutto il nostro movimento gli debba molto: ha tenuto in piedi la baracca, praticamente da solo, negli anni più bui del nostro tennis, che grazie a lui non è mai del tutto sparito dalle cronache.
    Il mio auspicio, è che ora abbia la voglia di mettere la sua enorme esperienza al servizio di qualche giovane azzurro, anche se forse Davide sceglierà di seguire l’azienda di famiglia.
    Ciao Dado!

  5. Nikolik scrive:

    Mi piace la definizione di Ubaldo, spezzin-carrarese!
    Spero proprio che si metta ad insegnare ai ragazzi, lui ha tutte le qualità per essere un grande maestro ed un grande coach.

  6. Jack scrive:

    Semplicemente grazie davide!

  7. Massimo Garlando scrive:

    mi tolgo il cappello, di fronte a Sanguinetti, nel giorno del suo ritiro, decisione soffertissima che ha tentato in tutte le maniere di procrastinare.
    nell’anno e mezzo trascorso tra gli ultimi fuochi di Gaudenzi (2 tornei Atp nel 2001, intervallati anche dal challenger di Braunschweig) e l’esplosione di Volandri a Montecarlo 2003 è stato l’unico italiano presentabile ad un certo livello e piazzato, in classifica, tra i primi 100 del mondo.
    in quell’inizio 2002 (o, meglio, in quel mese, dove a parer mio giocò veramente da top10) oltre a Federer e Roddick, battè Ferrero, El Aynaoui, Escude e Srichaphan e, quasi en passant, vinse tra Milano e Delray il challenger di Wroclaw.
    poi arrivarono la Davis, la terra, Tiilikainen, ma questo è un altro discorso, mi piace di più ricordare l’epico incontro con Srichaphan a Flushing Meadows che lo portò agli ottavi di finale e, qualche settimana dopo, gli regalò il best ranking ad un’età non certo più verdissima

  8. marcos scrive:

    ore e ore a seguire i suoi incontri in tv o sul livescore: ha sempre meritato tutte le nostre attenzioni. campione di tennis, ma anche di sportività.

    l’incontro con srichaphan è stato il più divertente da me visto: un dieci e lode alla carriera ed un ringraziamento profondamente sentito!

    ha il carattere, l’esperienza e la personalità per dirigere il sindacato dei giocatori…e, comunque, aiuti il tennis a crescere nel modo in cui l’ha sempre interpretato.

  9. matteo b scrive:

    Grazie Davide!

    Ottimo tennista e signore sul campo…

  10. angelica scrive:

    off topic
    Gustavo Kuerten e Kei Nishikori hanno ricevuto la WildCard per giocare il torneo di Miami.
    Sembra quasi Kuerten ‘31 Dicembre’ cha va via e Mishikori ‘1 Gennaio’ che arriva

  11. Nicola De Paola scrive:

    Grande Sanguinetti!Un saluto ed un ringraziamento a lui per tutto ciò che ha fatto per gli appassionati italiani!Di lui ricorderò molti match stupendi,gli scambi sulla diagonale del rovescio che Davide riusciva a vincere con chiunque e tanto altro ancora.Complimenti!

  12. Roberto Commentucci scrive:

    Riporto dal sito tennisoncourt una piccola dedica a Davide da parte del suo coach, Claudio Pistolesi:

    Caro Davide,
    non so se avrai sul serio la forza di mantenere la decisione di smettere di giocare perchè quanto ami il tennis tu non lo ama nessuno. Anche se il ginocchio ti richiamerà a mantenerla casomai ci ripensassi purtroppo.
    In ogni caso come tuo allenatore, al nono (ripeto nono) anno di militanza insieme mi permetto di dirti pubblicamente alcune cose.
    La prima è che sei stato, sei adesso e sarai sempre un Campione con la C maiuscola.
    Io e te sappiamo come sono andate le cose e il lavoro strepitoso fatto insieme per alzare il tuo livello. Dietro la vittoria di Milano 2002, ad esempio, io e te sappiamo di averci messo tantissima passione, energia, voglia di risolvere i problemi,e tanti i vaffa mandati ai denigratori di cui l’Italia tennistica è piena. Sono fiero di te, come sempre, sono orgoglioso di essere il tuo allenatore.
    Lo sono non solo per le centinaia di partite vinte ma soprattutto per come sei personalmente. Sei un esempio di valori sani. Sei un paladino della famiglia, sei amato da tutti perchè sopporti le invidie e le cattiverie, dalle quali ti difenderò sempre, con il sorriso sulle labbra. Sei generoso con tutti e spesso anche con chi non se lo merita. E sei andato sempre avanti con una montagna di amore per il nostro sport.
    Questo per te è un momento di inizio e non di fine. Ti auguro tutto il bene possibile e come sai, abbiamo progetti importanti insieme che
    sarà facile portare avanti perche’ ci conosciamo alla perfezione e quando il rapporto umano è bello e sano come lo è la nostra amicizia, e lo stesso vale per la tua straordinaria famiglia, diventa tutto facile. Mi verrebbe da ricordare tante partite vinte e anche qualcuna persa ma poi me ne vengono in mente altre e poi ancora e ancora e non finirei più di scrivere. Il tennis Italiano intero deve dirti grazie ma non so se l’attuale istituzione abbia il buon gusto e l’intelligenza per capire il bene assoluto che hai portato al nostro tennis. Purtroppo conoscendoli non c’è da aspettarsi riconoscenza, ormai si sa, ma tanto abbiamo imparato che le cose veramenti importanti sono la stima per se stessi, la consapevolezza di aver fatto sempre il massimo, e soprattutto il bene che ti vuole la tua famiglia e che ti vogliono i tuoi amici. E queste cose sono tutte tue per sempre, perchè te le sei meritate in campo e fuori. Sei un grande Dado !!!
    Con enorme affetto
    Claudio

    E di seguito, il saluto a Davide da parte di un altro coach, Leonardo Caperchi, ex allenatore di Gaudenzi e Fognini:

    Quelli come Davide o li ferma un infortunio o non si fermano mai.

    Si diverte a giocare e solo un infortunio lo poteva fermare.”Se” diventa definitivo il suo ritiro perchè la passione e la “testa dura”potrebbe prendere il sopravvento…e riprovarci.

    Ho avuto modo di conoscerlo abbastanza bene in questi anni e si è guadagnato la mia stima e rispetto soprattutto per come si è evoluto e per l’umiltà nell’imparare dagli altri negli anni.

    Cosi come diversi altri sembrava impossibile ad un giovane come Davide pensare di giocare professionista.In italia sembra davvero complicato pensare di giocare primi 100.Nonostante abbiamo tanti che lo potrebbero fare continuiamo a pensare che sia molto difficile.Tutti i nostri migliori giovani lo possono fare.

    Davide era andato a studiare in america a UCLA Los Angeles dove aveva anceh la possibilità di giocare ed allenarsi.

    Per vari motivi torna in Italia e si comincia ad imporre a se non sbaglio 24-25 anni anni nei challenger con un Maestro amico di famiglia Giancarlo Benedetti al suo fianco.

    Li vedo per la prima volta a Oberstaufen Germania per un piccolo challenger ATP nel 97.

    Ero con Andrea Gaudenzi che cercava di ritornare a una classifica decente dopo essere precipitato al numero 157 con la prima operazione alla spalla.In finale vanno Sanguinetti e Gaudenzi e Davide vince con 3 match point annullati dimostrando una resistenza notevole e un gioco semplicissimo nonostante l’appapparenza non proprio atletica per il mio giovane occhio.Nello stesso anno vince m isembra 4 challenger imponendosi nei top 100.

    A Filadelfia in uno splendido palazzetto indoor nel 98 Gaudenzi si prende la rivincita vincendo in tre sets e se non ricordo male Davide giocò con due racchette diverse quel match(forse tre???).Ci si giocava un secondo turno con Re Pete Sampras ed il derby è sempre comunque speciale.

    Nel 98 fà parte della squadra di Coppa Davis che raggiunge la finale e nei vari raduni e settimane di preparazione con la squadra succede una cosa curiosa.Ogni pranzo o cena del team diventa tema ufficiale il prossimo matrimonio di Davide.Andrea Gaudenzi incuriosito dalla cosa trasformava ogni cena in un trattato sul matrimonio ,valori,morlae etc,etc e risate a non finire.La pazienza di davide soltanto poteva subire un massacro tale e tutto il team era divertito ma sfinito dalle discussioni matrimoniali di quelle cene…:)Pino Carnovale,Diego Nargiso e il Capitano Bertolucci i moderatori e Davide e Andrea in discussioni sui valori e sui perchè si e perchè no del matrimonio.

    Come dimenticare di quella Davis Cup 98 in piedi sul letto in piena notte per esultare sul match point vinto contro Todd Martin da Davide che ci porta 2-0 contro gli USA in casa loro e quindi ad un passo dalla finale?????Che partita una delle migliori e meglio preparate ed eseguite che abbia mai visto!!!!!!!!!!!!!

    La cosa interessante di quelle cene (che sono durate su tutto il circuito 98 non solo in Davis…)era che Andrea e Renzo Furlan sono stati delle vere e proprie chioccie nella crescita professionale di Davide che li ha presi come punti di riferimento ed ha preso diverse e cose dalla loro mentalità fino a trasformarsi anni dopo in chioccia per altri giovani giocatori come Naso e Fognini.

    Ricordo ancora a Olbia Challenger forse nel 2004 quando in alcune colazioni gli tiravo qualche amo per tirare fuori esperienze utili a Fognini e Davide con grande disponibilità prende sul serio il ruolo di chioccia perchè sapeva quanto gli era servito a lui avere qualcuno che gli mostrasse la via delle cose fatte in maniera professionale.Parlava con Fognini come fosse il mio aiuto coach e alle mie domande rispondeva apertamente cercando davvero di aiutare fabio.

    Pensare alle partite di Davide è poi difficile perchè ne vengono in mente davvero tante su tutti questi anni di carriera.Nel mio cervello rimane il Sanguinetti Srichapan di Us open :5 sets di divertimento puro di giocare a tennis!!!!!!!!Mi rimane il sorriso di davide divertito di stare sul vecchio armstrong stadium se non sbaglio con il pubblico in delirio e un avversario con cui macinare km e punti di tutti i tipi.D’altronde uno che si è tolto lo sfizio di battere in due finali Federer e Roddick…possiamo non considerarlo un campione?E se non lui chi allora?

    Per me è uno dei miei campioni!

    Uno che ha saputo evolversi e trasformarsi.

    Un abbraccio Davide.

    Leo.

  13. federico scrive:

    Campione è una parola grossa… soprattutto per uno che come best ranking ha il numero 42 è un pò eccessivo. Che brutto fare i cinici in queste occasioni ma i vari Panatta, Pietrangeli (e pure Omar Camporese) non sono paragonabili allo spezzino.
    Senza dubbio il migliore italiano sul veloce degli ultimi 10 anni… ricordo una semifinale addirittura sull’erba del Queen’s(?) contro un certo Pete Sampras…
    Concordo sul fatto che il suo match con Srichapan sia stato uno dei più appassionanti match degli ultimi anni con un rappresentante del Bel Paese in campo.
    E sul fatto che il rovescio era da Top Ten.

  14. marilena scrive:

    ringraziamo tutti per le parole spese su Davide soprattutto da Lei che lo ha sempre considerato per quello che realmente valeva.
    L’amore verso questo sport è stato grande e solo una difficile operazione ad un ginocchio non gli ha permesso di chiudere una cariera avrebbe potuto essere più luminosa.
    Come tutti sanno è stato uno dei pochi tennisti a uscire dalle prime 100 posizioni atp più di una volta per poi rientrarvi più forte di prima. ha battuto in match diretti molti tra i più forti tennisti del mondo.
    Ha onorato la bandiera italiana nell’unico modo che conosceceva dando il massimo al di là dei risultati
    serietà umiltà e impegno ne hanno sempre contraddistinto la cariera e ci auguriamo che quella determinazione continui ad accompagnarlo per tutta la vita e in qualsiasi campo attività.
    con queste poche righe vorremmo ringraziarlo pubblicamente per tutte le emozioni che ci ha regalato in questi 35 anni .

    dino e marilena sanguinetti

  15. Ubaldo Scanagatta scrive:

    ringrazio papà e mamma sanguinetti per il loro affettuoso intervento…notando che a voi le emozioni le ha giustamente donate per 35 anni…e a noi ha cominciato dopo i 22-23 anni, ma sono state intense ugualmente….e gliene siamo tutti grati. Aggiungo che ricordo come Davide _ citando a memoria _ in effetti abbia battuto diversi giocatori che sono stati n.1 del mondo, oltre a Federer e Ferrero anche Roddick, Edberg, Moya, Safin, Kafelnikov, Courier e tanti di quei top-ten, incluso il citato Srichapan, con Chang, Gaudio, Nalbandian, Pioline, Mantilla, Bjorkman Martin Massu, Albert Costa, Kucera, Medvedev, Enqvist Schuettler (alcuni che erano top-ten in quel momento altri no)…che nemmeno li ricordo tutti. Ma, insomma, mamma Sanguinetti ha pienamente ragione. Rispondo a chi mi chiedeva perchè Davide non sia salito più di n.42 pur avendone il potenziale: ha cominciato a vincere tardi, ci ha messo un po’ di tempo a conquistare la fiducia nei suoi mezzi, e anche la preparazione atletica per diventare quel che è diventato, dopo di che _ fermo restando che nella stagione sulla terra battuta perdeva spesso i punti che conquistava sul veloce _ non ha avuto la necessaria continuità per salire più su.

  16. anto scrive:

    Grazie Ubaldo per questo spazio dedicato a Davide Sanguinetti, un uomo vero, un giocatore serio, e forse non apprezzato per quello che ha dato. Mi sarebbe piaciuta una wc a Roma per Davide, per salutare ed omaggiare uno dei tennisti più importanti del ns movimento.

  17. tatiana scrive:

    beh! vorrei dire a davide che con o senza racchetta lui è il NOSTRO campione!!!con amore alice e tatiana

  18. Roberto Commentucci scrive:

    Nel ringraziare a nome di Ubaldo e dello staff la signora Tatiana e la piccola Alice, noto che abbiamo avuto, graditissimi ospiti, tutta la famiglia Sanguinetti.

    Non resta che augurarci un intervento sul blog del mitico Davide.

    Attendiamo fiduciosi…

  19. Luigi76 scrive:

    Un applauso meritato a un grande uomo oltre che un professionista più che serio..ne nascessero di Sanguinetti in futuro..Davide sei stato un grande!insieme a Furlan ti stimo molto di più dei tennisti italiani di oggi!grande!

  20. Roberto Brogin scrive:

    Un saluto a Davide con il quale ho avuto la fortuna di condividere molti momenti felici sul campo e fuori.

    A livello Professionale non potro’ mai dimenticare la settimana d’allenamento fatta con Sampras all’Universita’ UCLA.
    Come non potro’ mai dimenticare il torneo vinto da lui a Delray Beach dove in semifinale gioco’ un set con le scarpe del fisioterapista!!!
    E poi la mitica finale vinta contro Roddick….

    E tanti altri momenti di cui vado fiero…. percui grazie.

    Un saluto particolare anche a Tatiana e Alice.

    Ciao
    Roberto

  21. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Ho parlato con Davide e mi aveva detto che sarebbe intervenuto anche lui. Avrà avuto troppe cose da fare, credo che l’abbiano chiamato in parecchi

  22. Elisabetta scrive:

    GRAZIE DAVIDE!!!!!!!! Grazie per il tuo esempio in campo e fuori , per il tennis bello e gradevolissimo da guardare e ammirare…Per tutto : GRAZIEEEEE !

  23. davide scrive:

    ciao
    non riesco a trovare le parole per poter ringraziare tutti quelli che mi stanno dimostrando stima e affetto in questo momento……
    vorrei ringraziare ancora il mio amico e coach Claudio Pistolesi, il mio preparatore, amico (e… “dietologo”) Stefano Macioce, i miei genitori, i miei fratelli, tutta la mia famiglia e ancora a tutte le persone che mi hanno accompagnato in questa lunga avventura, Giancarlo Benedetti, Giampaolo Coppo, Massimo Ardinghi,Roberto Antonini, Pino Carnovale, Roberto Brogin, Marco Panichi…
    ..e poi ancora il Dott.Giovanni DIGIACOMO, il super fiosioterapista mio amico Guglielmo Amendolae il Dott.Parra..
    dopo questo lungo elenco, vorrei aggiungere che spero di poter continuare a lavorare per il tennis italiano… il tennis è la mia passione, la mia vita e ancora grazie a tutti voi per queste dimostrazioni d’affetto!
    un grazie speciale a mia moglie e a mia figlia
    grazie ancora
    Dvide Sanguinetti

  24. Fabrizio Scalzi scrive:

    un saluto al grande davide,un esempio di dedizione a questo sport con grande sportività.non dimentichiamoci del suo anno d’oro del ‘98, dopo aver battuto Federer bambino,,roddick,e todd martin in davis..è stato straodinario…grazie davide!!

  25. Fabrizio Scalzi scrive:

    Scusate mi ero appena svegliato….!!!!
    ….ho sbagliato l’anno d’oro era il 2002..un grande saluto ed un abbraccio a davide sanguinetti per tutte le gioie che ci ha regalato,durante la sua lunghissima carriera.molte di queste purtroppo non riportate dai tg televisivi…un vero peccato…per non aver dato la possibilità a questo nostro grande tennista lo spazio che avrebbe meritato molto di più.di nuovo grazie…

  26. Marcello Tonarelli scrive:

    Ci siamo incontrati di nuovo dopo tanti anni, stamani mattina al C.T. Carraia dove Lei giocava con giovane speranza del nostro circolo, nel campo accanto a dove mi stavo allenando io. Ho mantenuto la promessa e sono venuto a visitare il suo blog, come informatico non posso fare che i complimenti per come è stato realizzato, e come tennista posso facilmente affermare che diventerà nel tempo un importante punto di riferimento per tutti gli appassionati di questo bellissimo sport.

    Complimenti Ubaldo da Marcello Tonarelli, Firenze.

  27. Ubaldo Scanagatta scrive:

    E io ringrazio sia Davide Sanguinetti che ha avuto la cortesia di inviarci un commento sia Marcello Tonarelli per i suoi complimenti. Dirò di più: visto che è un informatico chissà che non potrebbe darci una mano a migliorare sempre la leggibilità di questo sito che diventerà presto un canale tennis (in modo tale, ad esempio, che certi argomenti come questo di Sanguinetti non vengano troppo presto sepolti dagli argomenti successivi scivolando giù nella home-page: questo è certo un limite della struttura del blog e per questo motivo vogliamo passare da blog a canale tennis).
    Piuttosto approfitto di questo spazio per dire che le speranze di vedere un Bobo Virgili all’altezza di quelle che erano le aspettative di qualche tempo fa, stanno evaporando. Ne ho avuto la sensazione parlandone con Marco Billi, il maestro del TC Carraia che ha un rapporto di colaborazione assidua con Alessandro Virgili, il papà di Adelchi “Bobo”. Tutti i guai fisici devono aver minato oltre al fisico anche il “Mentale” di Bobo. Peccato, quando l’avevo visto anni fa avrei scommesso sul suo futuro. ma anche quest’esempio dimostra che in realtà per diventare forti nel tennis non basta avere un grande talento, una dedizione assoluta propria e di un genitore maestro, nonchè un grande spirito di sacrificio (Bobo ha lasciato la scuola pubblica nel tentativo di diventare un campione…), ma bisogna anche avere grande fortuna. Insomma le componenti sono tante, forse troppe…che i genitori che sacrificano tutto per fare dei figli un campione ci riflettano…

  28. john john scrive:

    tecnicamente davide aveva un dritto modesto, mai come quello di pozzi, ma molto lontano da quello di un giocatore davvero valido e il fatto che nessuno sia riuscito a migliorarglielo la dice lunga; sportivamente ho assistito a troppi alti e bassi, persino difficili da spiegare: un paio, le stra-vittorie di milano e delray dove ha battutto complessivamente i migliori del mondo praticamente consecutivamente; la resa senza condizioni nella finale di davis con gli usa; non so dire se abbia avuto più quanto meritasse - in termini di classifica - o se, al contrario, abbia raccolto meno di quanto potesse…………………………

  29. john john scrive:

    pardon, finale di davis con la svezia……

  30. Marcello Tonarelli scrive:

    Accetto volentieri come informatico e come tennista l’invito di Ubaldo Scanagatta a contribuire, se gradito, a questo bellissimo blog assolutamente unico. Blog che tratta in modo competente le vicende dello sport a cui ho dedicato con passione e abnegazione 37 anni della mia vita. Oggi mi sono allenato come al solito al TC Carraia e sotto gli sguardi attenti dei maestri Alessandro Virgili, Pier Marco Billi e Urbano Giusti nel campo accanto al mio imperversavano Augusto Virgili detto “Ghigo” e Filippo Calamai due piccole pesti da non perdere assolutamente di vista.

  31. Felipe Gonzalez scrive:

    Gracias Davide:por toda tu humildad y actitud demostrada en tu viaje a Cuba.Por ti conosco una maravillosa familia.Te Recuerdo jugando frente a Pino aun enfermo.Grande tu temperamento, asi confirmé que el exito está siempre que uno se exija.Saluda tu familia

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