Stakhovskiy,viso sghembo,cranio…
Ricorda la rana Kermit l’ucraino
ex “ostaggio” dei challenger

 
3 Marzo 2008 Articolo di Andrea Scanzi
Author mug

Non certo impeccabile da fondocampo, praticamente nullo sulle superfici lente, eppure dotato di una lunatica genialità che si concretizza non solo nell’ottimo servizio, ma in bizzarre cristallizzazioni come il feticismo per il drop shot.

Click here to read “Another Italian fined for betting on tennis” by Tom Tebbutt. (He writes also about Ubaldo’s blog!)

Clicca qui per leggere l’articolo di Tom Tebbutt sul tennis italiano e le scommesse (con citazione del blog di Ubaldo).

Che bell’inizio di 2008. Tsonga in finale a Melbourne. Il bis sudamericano dello spagnolo atipico Almagro. Il ritorno imperioso del bad boy Soderling e del malato non immaginario Ancic. I tornei vinti da Youzhny e Murray. I trionfi inattesi di Nishikori, Darcis (recidivo). E Sergiy Stakhovskiy.>

Di lui, dell’ucraino, bisogna parlare. Partendo, per quanto la cosa appaia in un primo momento inusuale, dalla prospettiva riduzionista, che si fonda sulla teoria dell’hardware, e dalla prospettiva semantica, interessata invece al software. L’ho riletta di recente nel libro di un giornalista-scrittore lusitano, José Rodrigues Dos Santos, Einstein e la formula di Dio (Cavallo di Ferro).>

Pensate – su larga scala – all’universo. Fisici e matematici vedono soltanto atomi e materia, forze e leggi che lo reggono: nient’altro che l’involucro esterno, cioè l’hardware. Ma questo non è abbastanza: è possibile che dentro l’hardware ci sia una sorta di programma, un “messaggio” che va oltre la somma delle sue componenti: questo è il software (che per Dos Santos coincide con l’esistenza di Dio, ma nello specifico non mi spingerei così avanti).>

Adesso pensate – su piccola scala – a un 22enne ucraino dalla faccia sghemba, volto prosciugato, cranio oblungo, capelli a punta, fisiognomica à la Korda e lineamenti non dissimili a quelli della rana Kermit del Muppet Show. Pensate cioè a Sergiy Stakhovskiy. Prima della settimana scorsa aveva un best ranking fuori dai primi 150 e non era mai andato oltre un quarto Atp, tre anni fa a Milano, battendo Christophe Rochus e Ancic per poi perdere con il futuro vincitore Soderling.>

Con la consueta concezione calciocentrica, la Gazzetta dello Sport parlò di “Sheva del tennis”. Shevchenko giocava nel Milan, aveva visto scampoli di torneo e conosceva il connazionale Sergiy. Ovviamente il paragone non c’entrava nulla. Shevchenko è (stato?) un vincente. Kermit, no. Da ragazzino si aspettavano molto da lui, invece è perenne ostaggio della palude dei challenger. Come ha riassunto un utente di MyMag (Nickognito), “Per molti giocatori è più facile giocare a livello Atp che a livello challenger. Stakhovsky è molto incostante, ma va ricordato che questo accade anche perché fa i challenger. Nell’ultimo Atp che ha giocato indoor, sul veloce, ha battuto Tursunov e perso in tre duri set da Clement. In quello precedente ha perso netto subito, ma da Gasquet. In quello prima, ha passato un turno e perso da Carlsen, numero 65 del mondo, solo 76 al terzo. In quello precedente, ha battuto Rochus e Ancic, e perso solo da Soderling. Nei tabelloni principali degli Atp indoor ci sa giocare. Deve solo fare il passo per poter avere la classifica per giocarli”.Chi lo ha visto battere Tursunov a Mosca, sa quanto Kermit Stakhovskiy possa essere bello. Non certo impeccabile da fondocampo, praticamente nullo sulle superfici lente, eppure dotato di una lunatica genialità che si concretizza non solo nell’ottimo servizio, ma in bizzarre cristallizzazioni come il feticismo per il drop shot (gli italianisti di buona memoria e buon gusto ripenseranno, in questo, alla troppo presto evaporata Romina Oprandi). Stakhovskiy ha vinto Zagabria da sorpresa totale. Era così poco pronto alla ribalta che ha giocato con pantaloncini Nike e maglietta Diadora: non ha le idee chiare neanche sugli sponsor. Nel tabellone principale neanche doveva esserci, aveva perso all’ultimo torneo di quali dallo sloveno Kavcic, 396 al mondo: solo uno dei molti suicidi di Kermit. Prima di Zagabria era 209 al mondo, oggi 123. Non ancora abbastanza, ma un bel balzo, inatteso e spiazzante: l’ultimo a vincere un torneo Atp da lucky loser era stato l’argentino Christian Miniussi nel 1991 (Sao Paulo). A Stakhovskiy non è stato regalato nulla: ha battuto Karlovic, Troicki, l’adorabile letterato del circuito Tipsarevic, Simone Bolelli (che aveva vinto i due precedenti). In finale ha regolato in due set Ljubicic, hero locale e numero 1 del seeding.Kermit non è uno sparapalle, non ha grande pesantezza di palla. E’ un genialoide cesellatore, un talentuoso imprevedibile (anche per se stesso): il classico panda perfetto per fare impazzire Henri Leconte (che per lui stravede) e i lecontiani (idem). Come ha vinto il torneo? Indovinando il torneo della vita, certo, non meno del recidivo Darcis, ma anche ricorrendo a un gioco ancestrale e vario, fatto di servizio e volèe sontuose, seguendo l’exemplum di Tsonga con Nadal a Melbourne e poi Llodra a Rotterdam. Si è persino rivisto quella cosa meravigliosamente anacronistica che è il chop. Tutto questo ci viene a dire, nuovamente, che il serve and volley non è morto o inutile: più esattamente, manca ottusamente di adepti. Chi lo segue da anni sa come uno Stakhovkiy farebbe benissimo ai top 100 (ma anche top 50). Una sua presenza stabile nei tabelloni che contano porterebbe a un significativo miglioramento estetico. Dipende solo da lui. E qui torniamo alla teoria dell’hardware e del software. L’hardware “kordiano” di Kermit lo conosciamo, è un mescolarsi di muscoli esili e lineamenti da Muppet Show, magrezza in dissolvenza e feticismi da drop shot. Poi però c’è anche il software: ed è qui, nella somma finali delle varie componenti, nel “messaggio”, che Stakhovskiy è largamente deficitario. Un anno fa, alcuni dirigenti del Blue Team di Arezzo mi raccontarono di aver provato a metterlo in scuderia: ne erano innamorati. Lui però rispose una cosa tipo “ma io che ci vengo a fare in Italia, mica ne ho voglia, sto bene a casa mia”.

Non che ci creda molto – sperare sì -, ma sarebbe bello che Zagabria contribuisse a far coincidere hardware e software nell’insondabile ecosistema del buffo, e indispensabile, Kermit.>

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19 Commenti a “Stakhovskiy,viso sghembo,cranio…
Ricorda la rana Kermit l’ucraino
ex “ostaggio” dei challenger”

  1. esteban scrive:

    Caro Scanzi, è noto che “the hard thing is the software”.

  2. valerio scrive:

    Off topic:perche eurosport trasmette dubai solo da martedi e dubai sports sta facendo vedere le gare dei cammelli anziche murray-federer?

  3. valerio scrive:

    bene finite le gare dei cammelli con un’ora di ritardo hanno iniziato a trasmettere il torneo..

  4. Nicco scrive:

    Federer - Murray si vede in streaming su questo sito http://www.channelsurfing.net/

  5. pibla scrive:

    ….una sorta di quasi impercettibile ma intenso dolore fisico quando vedo Roger perdere…è solo un attimo, ma è inconfondibile….

  6. Voortrekker Boer scrive:

    Pessimo articolo: scampoli di tennis buttati alla rifunsa come nel calderone di un sabba di sterghe del New England nel ‘600 (per inciso le streghe finivano sul rogo, Scanzi no, sospendo il giudizio per evitar censure). Battage culturale elevato (presunto) spiattellato con la solita noncuranza, argomenti poco svilppati e sinceramente anche poco incosistenti.

    Prolisso e banale: voto 4-

  7. Voortrekker Boer scrive:

    errata corrige : e anche un poco incosistenti.

  8. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Anzichè dare i voti a coloro che scrivono gli articoli, non potreste provare voi a scrivere un…controarticolo che sia (a vostro parere) migliore di quello che non vi piace? Ne trarremmo giovamento e conoscenza tutti…

  9. Pat scrive:

    Speriamo che tu abbia ragione,Scanzi e che questo ucraino ce la faccia a entrare nei top 50,sarebbe solo un bene per il tennis! Condivido in pieno l’opinione di Scanzi, del quale ammiro l’appassionata competenza del gioco;sarebbe meglio che la gente la smettesse di criticare questo scrittore appassionato e inviare invece valutazioni tennistiche,se mi è consentito…- polemiche,+ tennis per favore!complimenti a Scanagatta, a Scanzi e a tutti quelli che si dedicano con fervore a questo piacevolissimo blog

  10. marco.napo scrive:

    ma io trovo scanzi simpatico forse perche prende le cose di petto come faccio io.
    poi mescola il sacro ed il profano ,la filosofia e la matematica.
    insomma una grande confusione da cui pero affiora la ricerca dell’oltre.
    oltre anche il tennis o il singolo gesto tennistico.
    in generale insomma l’intetresse e la passione per tante cose diverse ma mai scontate o troppo banali.
    un saludos

  11. stefan scrive:

    è in calo scanzi pochi commenti
    il suo ego soffrirà,abbiatene pietà

  12. daniela scrive:

    Una lettura che mi provoca un certo disagio, forse sarà perchè non subi sco il fascino della letteratura portoghese, e mi sembra piuttosto riduttivo leggere in questo modo gli scienziati, dai quali, per lo meno dai più grandi, è sempre venuta una lezione di umiltà, di amore per la ricerca, di consapevolezza del mistero. E mentre condivido le osservazioni sul gioco, avendo ammirato l’ucraino a Milano dal vivo, e poi seguito sul video questa settimana, mi sembra che partire dall’universo e da Dio, dall’hardware e dal software per definire un tennista e un uomo, sia piuttoso azzardato, come un elefante che partorisce un topolino.
    E che alla fine finisca per non spiegarci nulla, anzi, per diminuire lo stesso giocatore: magari Scanzi può piacere perchè propina certezze, trincia giudizi netti, si serve di immagini ardite, ma io rimango convinta di una cosa: che Sergiy Stackovskij, come ogni tennista geniale, e come ogni uomo, sia molto più complesso delle varie componenti e del messaggio che l’autore dice di ricavarne.

  13. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Nel suo sito su http://www.tennis.com Peter Bodo ricorda quali sono i giocatori che hanno vinto un solo torneo Atp. Li riporto qui sotto
    con i suoi commenti
    Matt Anger was a USC standout and Tracy Austin’s first real boyfriend; the only title he won was Johannesburg in 1985.

    - Pablo Arraya was once ubiquitous on the tour - the title he took was Bordeaux in 1983.

    - Jeremy Bates: Long before Andy Murray or Tim Henman sparked hope in the UK, Bates stepped up and won Seoul in 1994.

    - Butch Buchholz is one of the seminal figures in the Open era (as a political activist and tournament promoter) gets credit only for winning Atlanta in 1969. Can it be true?

    - Bob Carmichael: The legendary Aussie called “nailbags”, who quit his job as a carpenter in his mid-20s to try his hand at pro tennis, won Auckland in 1971.

    - Sergio Casal: As good as this dude (who’s now a partner in the famous Casal-Sanchez Tennis Academy) was in doubs, he won only one singles title, Florence in 1985.

    - Owen Davidson: Another fixture among the legends of tennis, and a regular mixed doubles partner of Billie Jean King’s, struggled and only managed to win Surbiton in 1973.

    - Eddie Edwards won Adelaide in 1985. Who the hail is Eddie Edwards?

    - Juan Gisbert was an incredibly handsome and well-mannered Spaniard; Gisbert won his only tournament, Shreverport, in 1975.

    - Tom Gullikson won Newport in 1985 and that was it.

    - Paul Haarhuis won just one singles title: Jakarta, 1995.

    - Carlos Kirmayr (who would later coach Gabriela Sabatini) and Thomaz Koch were both Brazilian ONSWs. Take that, Guga!

    - John Lloyd remains very popular, he’s a former husband of Chris Evert, but he never added to his lone singles title, won at Merion in 1974.

    - Patrick McEnroe, our Davis Cup captain, won just one singles title: Sydney (outdoors)l in 1995.

    - Ray Moore was another player turned move and shaker and tournament promoter (he and Charlie Pasarell founded the Indian Wells event), but he won only Berlin, in 1969.

    - Nduka Odizor was a much-loved Nigeria player (nickname: the Duke) who never lost faith in his career even though he won only Taipei n 1983. He went on to become a man of the cloth.

    - Claudio Pistolesi, once considered the best Italian prospect since Adriano Panatta, managed just one win: Bari in 1987.

    - Haroon Rahim, straight out of Pakistan (by way of UCLA) won Little Rock in 1974. Dude played sweet serve and volley tennis and had an Afro worthy of Hendrix.

    - Sargis Sargsian won a title, too! Newport in 1997.

    - Howard Schoenfield was a junior of legendary ability, but he had some private struggles that kept him from winning anything beyond Tulsa in 1980.

    - Vince Van Patten got a lot of pub when he was playing, but the fact is he won just one event: Tokyo in 1981.

    - Werner Zirngibl, the scourge of spell-checkers everywhere, was triumphant at Brussels in 1978.

  14. daniela scrive:

    Dimentica Alex’ O brien, che vinse solo New Haven, nel 1996

  15. Mauro Lanzi scrive:

    Trovo interessante l’affermazione che rileva come alcuni tennisti non rendono al meglio nell’inferno dei challenger, mentre quando riescono ad elevarsi dalla bolgia e mettere piede nel circuito maggiore mostrano realmente di che pasta siano fatti.
    Ricordo che anche Caperchi il vecchio allenatore di fognini in un forum disse qualcosa di simile del suo allievo mostrando qualche dato statistico a conforto di tale affermazione. I risultati odierni sembrano dargli ragione, uscito dalla palude alla fine dell’anno scorso, dall’inizio dell’anno Fabio sta inanellando prestazioni splendide anche contro top 10 e batte regolarmente tennisti intorno alla 50 posizione quando l’anno scorso scagliava spesso da violentatori di racchette.
    A parte il discorso su Fognini sarebbe interessante capire l’aspetto tecnico di tale affermazione, in altre parole come mai alcuni giocatori rendono molto meglio con giocatori molto più forti. Forse sono degli incontristi nati e aumentano il loro livello quando la palla viaggia più veloce? o cos’altro?

  16. Bruce Foxton scrive:

    La lista di Bodo non mi sembra esaustiva.

    Ad esempio, manca il nostro Massimiliano Narducci, vincitore a Firenze nel 1988.

  17. Massimo Garlando scrive:

    credo che si tratti di una lista volutamente parziale, ad esclusivo uso del commentino, visto che (solo tra gli italiani) mi pare che manchino il citato Narducci, Bracciali (Casablanca 2006), Pozzi (Brisbane 1991), Simba Colombo (St Vincent ‘86), Panattino (Bari ‘85), Ocleppo (Linz ‘81) e Zugarelli (Bastad ‘76)

  18. Marco scrive:

    Ahahahahahah! Kermit! :)
    Bell’articolo e gran bel personaggio questo Kermit!

  19. Stefano scrive:

    Ma ne mancano un mazzo di giocatori che hanno vinto un solo torneo, non era certo quello l’intento dell’autore, probabilmente non è stato ben capito perchè infatti Bodo dice:

    let’s look at some of the players who won only one singles event in their ATP careers…

    Quindi some, non all.

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