Rossi in finale del K4:
“dateci fiducia!”

 
19 Agosto 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

In una disciplina sempre prodiga di bei risultati, il nostro portabandiera ed i suoi compagni di fatica tenteranno di farci sognare ancora una volta. Per ora sono in finale…

PECHINO _ Sembrava che avesse già vinto la sua Olimpiade Antonio Rossi, l’atleta che ha più di 80.000 omonimi in Italia, solo per esser stato designato portabandiera ufficiale della spedizione olimpica a Pechino.
Il grande campione lecchese, statuario, per molti il più bello dei più belli, a 40 anni (e con 25 anni di pagaiate alle spalle) poteva essere considerato un atleta anagraficamente a rischio, maturo più che altro per il canto del cigno e le ultime pagaiate olimpiche dopo aver raccolto un bottino straordinario, tre ori, un argento e un bronzo in quattro edizioni, tutti in coppia salvo l’oro individuale conquistato a Atlanta 1996.
Ma chi conosce bene la sua determinazione, il suo orgoglio di grande campione, come il suo tecnico Oreste Perri, sapeva la verità: “Antonio Rossi non è tipo da venir ad una Olimpiade per far passerella e tornare a casa con un risultato qualsiasi”. Così, tanto per cominciare, assieme ai suoi tre compagni si è qualificato per la finale con il quarto tempo assoluto e non dovrebbero essere più di quattro i seri concorrenti per il podio.
Agli europei di giugno, all’Idroscalo di Milano, il K4 del bell’Antonio, del cremonese Franco Benedini, del goriziano Luca Piemonte, del piemontese di Omegna Alberto Ricchetti, aveva già fatto vedere di aver ben lucidato i suoi muscoli: erano arrivati terzi e poiché tutti gli armi più forti sono proprio europei, già li si è cominciato a sognare. Una medaglia non era impossibile.
Dopo quel che è successo ieri, con il nostro K4 secondo sui 1000 metri in una delle delle due batterie dietro agli slovacchi (2.57.876 loro 2.58.627 gli azzurri) e con il quarto tempo assoluto (i primi sei armi sono ammessi direttamente alle finali di venerdì) la convinzione di poter salire sul podio si è rafforzata. Nell’altra batteria tedeschi e ungheresi hanno remato ancora più veloci (2.57.148 e 2.57.242), ma si sa da una regata all’altra lo specchio d’acqua può cambiare in un attimo. Uomo di poche parole Rossi è uscito sorridente per la qualificazione e il tempo, ma ha subito aggiunto: “Abbiamo fatto un buon percorso, ma possiamo far meglio. Non ci accontentiamo. Slovacchi e tedeschi sono fortissimi, gli ungheresi forti…noi, dateci fiducia”. E chi gliela toglie?

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