Il bronzo dell’italo-argentino Romero

 
20 Agosto 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Dalla vela classe laser e da un Italo-Argentino arriva l’unica medaglia della giornata: un Bronzo. “Ora penso a Londra, ma ad un Oro”

PECHINO _ Grazie a due bisnonni partiti dal Canton Ticino (Bosco Gurin e Valle Maggia, zona Locarno) ma rimasti fedeli così come i loro eredi al passaporto italiano e alla doppia nazionalità, l’unica medaglia azzurra dell’undicesima giornata dei Giochi cinesi, un bronzo, arriva a 800 km a sud-est da Pechino (Qingdao) è tutta italiana e per nulla argentina, nel giorno in cui altri italiani a metà, la canoista Josefa Idem, la pongista Wenling Tang Monfardini, la pallavolista Taismary Aguero indossano l’azzurro con alterne fortune.
A conquistarla per la vela e nel laser, la deriva più popolare e diffusa al mondo _ poco più d’ una tavola, lunga 4m e 27, larga 1,37, pesa solo 56,7 kg ma le vele hanno una superficie d’oltre 7 metri quadrati, barche uguali per tutti, vince solo l’abilità del timoniere _ è Diego Romero-Paschetta, velista di 33 anni che difese i colori argentini a Sydney (giunse 22°) e a Atene (12°), ma dal 2006 aveva ultimato le pratiche per far parte della squadra nazionale italiana.
“Vedrai, Diego, un giorno il passaporto italiano ti tornerà utile” gli diceva nonno Juan Paschetta, papà di mamma Graziella e figlio dell’altra emigrante Seggiaro. “Avevo 8 anni e con il nonno festeggiammo l’Italia mundial di calcio nell’82”. Diego lo ricorda con gli occhi lucidi. Il più bel giorno della mia vita”.
Anche Diego è nato in montagna, ma in Argentina. A Cordoba. E’ la città del tennista David Nalbandian, del rugbista Diego Dominguez: “C’è un laghetto di 3 km quadrati con un bel vento. Ci andavo a 10 anni, con uno Snipe. Solo a 18 ho cominciato a far vela agonista. In Argentina, dopo la crisi economica, era diventata dura, nessun sostegno economico, zero organizzazione, ecco perché ho deciso di diventare italiano…E’ il più bel giorno della mia vita e ora mi chiedete tutti di Camoranesi…ma se mi devo ispirare a qualcuno penso a Dominguez”.
E’ la prima medaglia della vela qui, dopo quella di legno contestata dal Coni e dai fratelli Sibello nei 49er, prima della finale di Alessandra Sensini. E’ la tredicesima in assoluto, l’ottava di bronzo. Più tre ori e due argenti.
Diego Romero era giunto alla finale come quinto. L’oro è andato all’inglese Paul Goodison che ha marcato stretto l’unico che poteva insidiarlo, lo svedese Myrgren, di fatto sbalzandolo giù dal podio. Così a Romero bastava tenere almeno una barca fra lui e il portoghese Lima per acciuffare il bronzo, dietro all’inglese e allo sloveno Zbogar. Proprio un suo vecchio amico e compagno di squadra, l’argentino Julio Alsagaray, gli ha fatto il regalo di precedere Lima.
“Dedico la medaglia a papà (Carlos Romero) e mamma (Graziella Paschetta, entrambi architetti)…” dice lui che dorme con Fabian Heidegger (windsurfista) e che molto deve anche al presidente FIV Gaibisso che contattò già cinque anni fa. “Ho fatto una scelta importante, la medaglia non è una sorpresa. Ho lavorato duramente, ho perso 7 chili nelle ultime cinque settimane dopo gli “italiani” di Venezia. Non è un caso che sul podio fossimo in 3 con più di 30 anni. Nel laser serve gran equilibrio e forza nella testa. Ora…comincerò a pensare a Londra 2012. Ma lì vorrei l’oro.”

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1 Commento a “Il bronzo dell’italo-argentino Romero”

  1. stefano grazia scrive:

    Non so, ma se io fossi stato a Pechino l’unico evento che non avrei mancato per tutto l’oro del mondo sarebbe stato la 10km di fondo femminile nel nuoto. Il Campionissimo di questi giochi non e’ Bolt e non e’ Phelps ma e’ Natalie Du Toit che pur senza un arto si e’ qualificata per i Giochi ed e’ arrivata 16esima. Chi ha vinto quella gara e non solo lei ha detto che Natalie meriterebbe una medaglia d’oro e probabilmente dargliela tutto sommato significherebbe sminuire il suo risultato perche’ forse quello che lei vuole e’ solo essere trattata come gli altri atleti. Be’, al di la’ di ogni retorica, qualcosa io le darei lo stesso: non la medaglia ma almeno l’immagine simbolo dei giochi. Ma purtroppo e’ bruttina e allora nessun giornalista italiano ne ha parlato o se l’ha fatto, all’articolo non e’ stato dato il risalto che meritava. Io credo sia stata un’occasione persa.

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