Primo turno di Coppa Davis:
tutti i pronostici rispettati.
Djokovic unico big in campo.

 
10 Febbraio 2008 Articolo di Rino Tommasi
Author mug

Poche emozioni e nessuna sorpresa. Solo la Svezia ha dovuto vincere il quinto e decisivo match. Se Djokovic diventerà numero uno continuerà a giocare in Coppa Davis…? Per Tommasi i “grandi” snobbano la Davis e dubita che Djokovic ci terrebbe così se fosse il n.1 del mondo….Ma ha ragione Rino o no? 

 Non ci sono state sorprese e nemmeno tante emozioni nel primo turno del tabellone principale della Coppa Davis, dal quale purtroppo l’Italia è esclusa da ben sette anni.
Un solo incontro si è deciso nell’ultimo singolare ed è quello ha visto il successo esterno della Svezia sul difficile campo di Israele, lo stesso dove l’anno scorso la squadra locale aveva battuto prima l’Italia (3 a 0 dopo le prime due giornate) e poi il Cile.
La Svezia che dopo aver vissuto uno splendido periodo durante il quale ha giocato ben 12 finali di Coppa vincendone sette (l’ultima contro di noi a Milano nel 1998) è incredibilmente andata in crisi.
C’è stato un momento, nel 1984, quando la Svezia aveva quattro giocatori tra i primi dieci del mondo (Wilander, Edberg, Nystrom e Jarryd). Ora, bloccato da un infortunio il loro miglior giocatore, Robyn Soderling, la Svezia si è affidata a due anziani ma valorosi tennisti, Jonas Bjorkman, classe 1972, e Thomas Johansson, classe 1975. Intelligentemente gli svedesi hanno risparmiato le fatiche del doppio a Bjorkman, che pure è uno dei migliori specialisti in attività, ma hanno vinto i tre singolari (due con Johansson e quello decisivo con Bjorkman) che hanno assicurato loro il successo.
L’incontro tecnicamente più interessante avrebbe potuto essere quello di Mosca tra la Russia e la Serbia ma purtroppo i serbi hanno dovuto rinunciare a Tipsarevic, che all’Australian Open aveva costretto al quinto set Federer e parzialmente anche a Djokovic, colpito da un attacco influenzale.
A conferma della bontà della scuola serba il primo giorno le riserve Troicki e Zimonjic hanno strappato tre set a Youzhny e Davydenko. Sullo 0 a 2 hanno chiesto a Djokovic di giocare almeno il doppio e lo hanno vinto. A quel punto hanno chiesto un ulteriore sforzo al giovane vincitore dell’Open d’Australia ma Djokovic, dopo aver vinto i primi due set contro Davydenko, ha perso il terzo ed ha dovuto abbandonare. L’impressione è che in formazione completa la Serbia avrebbe potuto vincere a Mosca ma a questo punto sarà un’avversaria proibitiva per chiunque negli spareggi di settembre.
Molto regolari gli altri risultati. Gli Stati Uniti, detentori della Coppa, la Francia e la Spagna hanno risolto nelle prime due giornate le loro facili trasferte. Naturalmente Rafael Nadal si è ben guardato dall’andare in Perù, così come Roger Federer difficilmente giocherà per la Svizzera contro la Polonia nel primo turno della serie B.
Questo a conferma dello scarso interesse dei giocatori più forti per la competizione a squadre ma una buona ragione per apprezzare lo sforzo di Djokovic che ha fatto tutto il possibile per aiutare la sua squadra. Mi auguro che ragioni nello stesso modo se diventerà numero uno.
I quarti di finale, in programma dall’11 al 13 aprile (contemporaneamente l’Italia giocherà in Croazia) saranno i seguenti: Russia-Repubblica Ceka, Argentina-Svezia, Germania-Spagna e Stati Uniti – Francia.

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7 Commenti a “Primo turno di Coppa Davis:
tutti i pronostici rispettati.
Djokovic unico big in campo.”

  1. Ubaldo Scanagatta scrive:

    No, stavolta non sono d’accordo con Rino. Per lui è un vecchio pallino sostenere che i grandi giocatori alla Davis non tengono. E ci sono stati effettivamente momenti in cui è stato così. Non è questo uno di quelli, però. Federer è l’unico che sembri snobbarla (e nemmeno del tutto: alla fine almeno il match dei play-off lo gioca sempre, una volta l’anno), Nadal l’ha sempre giocata salvo stavolta perchè obiettivamente non era al massimo della condizione fisica, e questo weekend non è stato solo Djokovic a giocarla, ma altre sei top-ten, Davydenko e Youzhny, Roddick, Nalbandian, Gasquet, Berdych l’hanno giocata. e se usciamo dai top-ten subito a ridosso dell’elite anche Blake l’ha giocata, così come la rivelazione “australiana” Tsonga, il tedesco Kohlschreiber…Insomma secondo me proprio la proliferazione di tanti tornei tutto sommato uguali, dietro i grandi Slam, e cioè i Masters Series…ha fatto sì che ai giocatori l’atmosfera della nazionali, della Coppa Davis, con il diverso seguito della stampa nazionale, piace eccome.
    Questo non significa che se a un giocatore si chiedesse se preferirebbe vincere uno Slam oppure la Davis, la risposta non sarebbe: “preferisco uno Slam”. Rino ha ragione quando dice che il tennis è uno sport individuale, e magari anche quando dice che i campioni sono tendenzialmente egoisti, però la Coppa Davis _ soprattutto per i piccoli Paesi appena nati da una qualche scissione politica, la Serbia, la Croazia, la Cechia, la Slovacchia, l’Ucraina _ sembra a mio avviso aver invece riacquistato un certo fascino agli occhi dei giocatori (e non credo sia solo per l’interesse dei manager e delle aziende che li sponsorizzano).

  2. daniela scrive:

    Djokovic unico big in campo? Hanno giocato la Davis 7 dei primi 10 giocatori al mondo. La Svizzera ha già giocato contro la Polonia,e ha vinto 4-1; perchè Tommasi ne parla al futuro come un “difficilmente Federer giocherà nel priimo turno di serie b contro la Polonia”? Non conosce i risultati?

  3. jules scrive:

    secondo me djokovic nn la snobbera…il sentimento che ha lui per la sua nazione e’ ben diverso di quello degli altri giocatori…

  4. Enzo Cherici scrive:

    Credo che più della posizione in classifica conti l’età. Un top ten tende sicuramente a giocarla fino ad una certa, magari fa altre considerazioni quando inizia ad avvicinarsi alla 30ina. Gli svedesi hanno fatto eccezione in questo week end, ma non sono top ten da un pezzo. Sono effettivamente curioso di vedere fra 5-6 anni come affronteranno (e soprattutto se la affronteranno) giocatori come Nadal, Djokovic e lo stesso Roddick. non dimentichiamoci che fino a qualche anno fa anche Federer giocava sempre la Coppa, salvo poi iniziare a snobbarla col passare degli anni e l’aumentare delle pressioni. Il tempo come sempre sarà galantuomo. Vedremo :-)

  5. Margherita scrive:

    anche io dissento con la ‘convinzione’ di Rino e sono d’accordo sia con i commenti di Ubaldo che di Enzo. basta guardarsi un attimino indietro. per esempio Federer ha giocato a Praga contro la repubblica cieca alla fine di Settembre. e tutta la responsabilità dell’incontro è finita solo su di lui, 2 singolari e un doppio. e questa performance gli è costata la partecipazione (o meglio il forfait) a Tokio dove l’anno prima aveva vinto e quindi era il detentore del titolo. starei un pò attento prima di dire che a certi giocatori giocare per il proprio paese non interessa proprio….o no?
    stessa cosa vale anche per la partecipazione ai giochi Olimpici. Rino Tommasi è convinto che ai tennisti non interessi granchè partecipare e vincere alle Olimpiadi, e l’ho sentito più di una volta fare questa affermazione a proposito di Federer & company. e invece Rino ti smentisco subito perchè Federer ha dichiarato milioni di volte quanto sarebbe importante per lui vincere l’oro Olimpico questo anno (una delle poche cose che non ha ancora vinto) e di come si senta orgoglioso di portare la bandiera del suo paese, tra l’altro, nel giorno del suo compleanno.

  6. Anakyn scrive:

    Comunque io avrei una domanda a monte, forse un pò ingenua ma spero non da “scomunica”: e se anche ad un big non fregasse la Coppa Davis???
    Perchè viene considerata una sorta di imperativo morale?
    Il tennis è fondamentalmente uno sport individuale: quindi a mio parere ogni singolo giocatore dovrebbe gestire la propria programmazione individualmente, senza farsi troppo condizionare dalle competizioni a squadre.

    Sarà un eccesso di anti-nazionalismo, ma credo davvero che lo “snobbare” o meno la Coppa Davis non dovrebbe costituire un parametro di giudizio nel valutare un giocatore.
    Già il termine “snobbare” sottolinea dispregiativamente il non competere in Davis… da dove tale enfasi su questa competizione?

  7. remo scrive:

    Quella delle Olimpiadi è una storia vecchia e premetto subito che io non sono d’accordo con la regola che costringe i giocatori a disputare la competizione a squadre con i colori della propria nazione se vogliono ottenere il visto per i Giochi. La scelta di chi gioca in Davis o in Federation è a discrezione dei capitani e può succedere che, per i motivi più disparati, uno/a che per classifica mondiale varrebbe un posto alle Olimpiadi ne sia escluso. Perché non fare i trial, come in atletica o nel nuoto? O, più semplicemente, magari rispettare le classifiche (eventualmente anche facendo una media ponderata su più anni)?
    Comunque, appurato che una medaglia olimpica non vale uno Slam e nemmeno un Master, è pur vero che un appuntamento quadriennale presenta un suo fascino particolare in quanto le occasioni per vincerlo sono assai più ridotte rispetto agli altri tornei. Tanto che, anche per ottimi giocatori/rici, a volte il treno passa una sola volta in una intera carriera.

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