Genitori & Figli 2
La nuova stagione
The “Doc” is back!

 
1 Novembre 2008 Articolo di Stefano Grazia
Author mug

Virtual Tour: day 1 of the master!

Riparte oggi con nuovo formato una delle rubriche più seguite del nostro blog. Nella sua prima fase aveva suscitato 3.051 commenti! Si rivolge in particolare ai genitori di giovani che vogliono fare attività agonistica con qualche ambizione.

Introduzione di Ubaldo Scanagatta

Cari amici, riprende oggi con un nuovo formato Genitori & Figli, ovvero una delle rubriche più seguite del nostro blog. Un luogo di discussione dove sviscerare a fondo tutte le problematiche - siano esse tecniche, psicologiche, pedagogiche, economiche, organizzative, regolamentari, etiche e chi più ne ha più ne metta - che si incontrano nella formazione di un giovane agonista. La prima serie
di questa fortunata saga ha consentito di far emergere e diffondere tantissime informazioni e nozioni utili a coloro che ambiscono a percorrere, con i loro figli, la difficilissima via che conduce al tennis professionistico. Nello stesso tempo, è stato possibile compiere una lucida ed impietosa analisi delle criticità che contraddistinguono il sistema Italia e che ostacolano la formazione e lo sviluppo dei giovani talenti nel nostro paese. I contenuti emersi hanno suscitato persino l’attenzione degli organi federali. Il vero motore di tutto questo, colui che ha scatenato, coordinato e stimolato instancabilmente il dibattito, è l’ormai celeberrimo SubComandante Stefano Grazia, medico italiano trapiantato in Africa, che ci ha descritto in modo mirabile gli sforzi di due genitori di un bambino undicenne, ormai noto come La Canaglia di Lagos, all’inseguimento di un Sogno, tra academies e drills, tra Bollettieri e Bob Brett, fra Bertino e Piatti, tra palleggiatori esotici e capricci del pupo, tra esercizi fisici da caserma ed esuberanza giovanile. Una testimonianza preziosa, espressa in una prosa torrenziale, godibile e certo assai personale. Destinata a far discutere. Tant’è che nel blog aveva attirato addirittura 3051 commenti.
La nuova stagione della rubrica sarà imperniata su una serie di articoli, che saranno pubblicati il sabato, con cadenza quindicinale, ognuno dei quali coprirà un aspetto specifico della tematica. A ciascuno seguiranno, ovviamente, i vostri commenti, certamente graditi.

A Stefano, cui va il mio affettuoso ringraziamento per l’impegno che ha profuso e che profonde in questa avventura, lascio la parola.

Ubaldo

Primo Episodio: The “Doc is back!”
(dove ci si riallaccia alle precedenti puntate e si ricorda che in Italia non mancano i Campioni di Tennis:
mancano i Genitori dei Campioni! )

Dagli atrii muscosi, dai fòri cadenti,
dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
dai solchi bagnati di servo sudor;
un volgo disperso, repente si desta,
intende l’orecchio, solleva la testa,
percosso da novo crescente rumor
(A. Manzoni, sicuramente pensando ai Genitori di MiniTennisti)

Secondo molti io sarei un Padre Abusivo.Ho costretto mio figlio a giocare a tennis e mettendogli per la prima volta una racchetta in mano all’eta’ di tre anni l’ho privato,secondo alcuni, di una infanzia normale. Secondo mia moglie-e io tenderei a concordare con lei- invece il vero risultato del

nostro coinvolgimento e’ stato quello di privare noi due, i genitori, della serenita’ dell’invecchiamento. Questa cosa infatti e’ ancora piu’ sentita nel relativo micromondo di una comunita’ espatriata dove le chances di incontrare una famiglia di sportivi con un figlio dell’eta’ del nostro che gioca a tennis a quel livello sono infinitamente inferiori a quelle, gia’ limitate, che puo’ avere Archipedro (uno dei blogger più assidui su Genitori & Figli prima parte) in Friuli.

E comunque per il viandante che passa per caso e anche per la stragrande maggioranza dei nostri amici, nostro figlio e’ la vittima innocente sacrificata sull’altare dei nostri sogni e delle nostre frustrazioni. Confesso che ogni tanto comincio a crederci anch’io, forse perche’ io stesso sono ormai un genitore diverso da quello che ero solo due anni fa quando con genuino entusiasmo scrissi quel post numero 37 di seguito all’articolo di Stefano Semeraro. Come ha ben ricordato una volta il nostro avvocato del diavolo per antonomasia, l’ottimo Au Contraire Nikolic, quell’articolo-e il subblog che ne era scaturito- era stato scritto per condannare quei Cattivi Genitori che in nome di un frainteso amore per lo sport trasferivano sui propri figli i propri sogni e le proprie frustrazioni o ancor peggio facevano della propria progenie un investimento economico. Insomma, una caccia alle streghe vera e propria dove le streghe sono i vari Williams, Pierce e Sharapov di turno. Sara’ stata la coda di paglia o forse piu’ semplicemente la volonta’ di offrire un altro angolo di prospettiva, la mia discesa in campo era principalmente dettata dall’esigenza di far sapere quello che tutti sanno ma non vogliono ammettere e cioe’ che in realta’ ormai in nessuno sport uno puo’ alzarsi un mattino, scoprire di avere 14 anni e dire: ok, da grande voglio fare il campione,nemmeno nell’automobilismo quando notoriamente uno per la licenza di guida dovrebbe aspettare i diciott’anni, tantomeno in sport come il tennis e il golf, difficilissimi da apprendere e che richiedono ormai che tutto quello che si ha da imparare a livello di coordinazione neuromuscolare lo si impari fra i 6 e i 12 anni. E che quindi l’importanza dei genitori nella scelta di questo o quello sport, al di la’ di una augurabile polivalenza, era di per se lapalissiana. Ma traendo spunto dalla mia particolare situazione-come sapete vivo una vita presa in prestito da ultimi bagliori di un crepuscolo postcoloniale all’estero in una grande metropoli africana- che aveva forzato la trasformazione mia e di mia moglie in allenatori, avevo anche osato affermare che fra un genitore appassionato e un Maestro di Circolo scoglionato, fosse da preferire senza ombra di dubbio il primo, aggiungendo che quello che mancava era soprattutto il Dialogo fra le due categorie, quella dei Genitori e quella dei Maestri/Coaches con questi ultimi arroccati troppo spesso sul postulato che il Genitore e’ un incompetente, un rompiscatole e qualche volta anche un pazzo criminale.Oltre quattromila posts dopo e non senza aver attraversato talvolta in punta di fioretto qualche altra volta a colpi di spadone tutti i variegati aspetti del mondo junior, ho scoperto di avere ancora la voglia di condividere la mia esperienza e, dopo una tormentata pausa di riflessione, di rimettermi a scrivere, se non altro a scopo catartico ma anche perche’ continuo a credere allo scambio di informazioni.

Dicevo che non sono piu’ la stesso ingenuo genitore che scrisse “il post piu’ lungo della storia di un blog di tennis” (la definizione e’ di Angelica) ed il motivo e’ principalmente dovuto al fatto di aver constatato, attraverso le opinioni degli altri frequentatori del blog e l’esperienza diretta,l’esistenza di un Italia tennistica dominate dalla politica, dale invidie e gelosie, dalla lotta per bande contrapposte in un clima che a me ricorda l’italietta dei comuni, delle signorie e dei ducati del nostro Medioevo e Rinascimento,tutti in Guerra fra loro, tutti a cercare di salvaguardare il loro orticello o comunque il loro piccolo anche se non necessariamente sporco interesse, tutti ad allearsi con questo o quello soprattutto per evitare che quell’altro diventasse piu’ forte e piu’ potente e quindi alterasse lo status quo.

La consapevolezza poi di avvicinarci sempre piu’ al punto del non ritorno, al momento delle grandi decisioni, al momento della pura e dura verita’, non fa che accentuare la sensazione che il tempo dell’innocenza davvero stia per finire con il conseguente rimpianto del tempo che passa e di quello che avrebbe potuto essere se per esempio invece che avviarlo al tennis, sport fin troppo competitivo, non avessimo privilegiato tutti quegli sports come nuoto,sci, windsurf,vela, arti marziali, tiro con l’arco, equitazione, free climbing e canoa, tutti quegli sports insomma che si possono praticare anche da soli e che fanno molto Zen e la manutenzione della motocicletta e che tutt’al piu’ in futuro avrebbero potuto farne il nuovo James Bond… Eppoi c’e’ anche questo fatto, gia’ accennato, della solitudine, non del maratoneta ma del Genitore del Tennista, che alla fine non riesce a trovare le affinita’ elettive con nessun altro che non abbia da fronteggiare le stesse pressanti problematiche: dalle mutandine che si infilano nel culetto mentre gioca ai patterns con gli angoli stretti per aprirsi il campo passando per la videoanalisi e l’importanza di una precoce preparazione atletica specifica. Sara’ perche’ il figlio l’abbiamo fatto tardi e sara’ perche’ siamo comunque ancora sportivi praticanti ma noi, mia moglie ed io, finiamo per trovarci ugualmente a disagio sia con le coppie troppo giovani o senza figli e comunque raramente sportivi che con quelle anziane, cioe’ della nostra eta’, che non sanno far altro che parlare di cene e golf e che a noi ricordano piu’ che altro i nostri genitori. Ce ne accorgiamo quando organizziamo una cena e cominciamo a stilare la lista dei possibili invitati: gli unici che davvero avremmo la voglia e la curiosita’ di avere a cena sono quelli della nostra comunita’ tennistica del blog, gli unici con cui ci sentiamo alla fine di avere qualcosa in commune: il tennis o un figlio che gioca. Perdonatemi dunque se ho supplicato Ubaldo di darmi un’altra chance con Genitori & Figli: la verita’ e’ che non potevo piu’ fare a meno di voi.

In questa nuova stagione di G&F abbiamo pensato di adottare una nuova veste: ogni quindici giorni io scrivero’ un articolo, raccontero’ una storia o semplicemente annotero’ una considerazione. Voi traete spunto da li’ oppure continuate a fare come prima e scrivete quell che vi passa per la mente in quel momento: se si sviluppera’ un dibattito interessante, eventualmente lo riprendero’ io stesso nel mio successivo Articolo Introduttivo. Comunque, ogni 15 giorni si chiuderanno I Commenti e si riprendera’ ex novo. Come primo spunto-all’inizio sara’ come una sorta di ripasso degli argomenti trattati in questi due anni e comunque sempre disponibili nell’archivio a chi volesse leggerli- vorrei cominciare appunto con un accenno all’atavica incomunicabilita’ fra Genitori e Coaches.

Ne ho avuto l’ennesima dimostrazione proprio di recente: dovete sapere che qui a Lagos si sono svolti due ITF da 25000$ e invitati a cena da una coppia di amici abbiamo avuto l’occasione di conoscere una giocatrice italiana, numero ‘300 e sblisga’ WTA, e il suo Coach, grande amico di Castellani e di Piatti. Ora non so che cosa gli avevano detto prima (dagli amici mi guardi iddio…) ma non abbiamo fatto tempo a sederci che il Coach era riuscito a piazzare il postulato cardine del suo pensiero, e cioe’ che i Genitori devono pensare a fare i Genitori e che se uno e se uno e’figlio di un farmacista, che il papa’ faccia il farmacista. Al che io ho avuto buon gioco a ribattere: si, certo, ma se uno e’ figlio di un medico e di una geologa e’ tutto diverso…La discussione di due ore che ne e’ seguita e’ stata paradigmatica di tutto quanto scritto su G&F con da una parte una brava anzi ottima persona (aveva portato con se una valigia di magliette e vecchie racchette da distribuire ai bambini poveri di una scuola nigeriana in cui presta opera di volontariato la moglie del nostro comune amico), laureato, vari masters in psicologia e affini,sicuramente anche ottimo tecnico (oltre a collaborare con Castellani, conosce benissimo Piatti e ne condivide il pensiero e comunque ha portato 7 giocatori nei primi 300 nel mondo,etc) ma arroccata sulle sue posizioni: i Genitori sono molto spesso la Rovina dei loro figli, che sono si importantissimi ma che non possono e non devono interferire, che ci deve essere il rispetto dei ruoli, e che il Genitore e’ importante si ma perche’ deve scegliere: una volta che ha scelto si mette da parte e se non e’ contento puo’ sempre cambiare … Nulla di nuovo sotto il sole e in gran parte anche condivisibile se non si avvertisse epidermicamente il rifiuto di ogni possibile comunicazione/collaborazione, scambio, dialogo se non proprio la paura che il Genitore ce la possa fare anche da solo … Come dicevo siamo rimasti a parlare per due ore e alla fine dicevamo le stesse cose ma la voglia di invitarli a cena, come ci eravamo ripromessi, si era per cosi’ dire liquefatta. La sensazione, accentuata anche dal fatto che noi avessimo cominciato col tu, come si usa nella comunita’ all’estero e lui invece insistesse, ma forse solo per educazione e timidezza, a risponderci col lei, era infatti che invitandoli li avremmo messi a disagio, quasi imponendo la nostra presenza, quasi fossimo su due fronti contrapposti…

Confesso che un po’ ci sono rimasto male e mi dicevo : e’ normale che un coach italiano arrivi in quello che da molti e’ considerato il buco di culo del mondo e incontrava per caso altri italiani appassionati del suo stesso sport e guarda caso con un figlio che frequentava la Bollettieri Academy, parla coi genitori e constata che dicono le cose giuste e citano i contatti giusti, e non avverta nemmeno un minimo di curiosita’ per vederlo? Un po’ come se Arthur Ashe arrivato al circolo di Yaounde’ in Cameroun e avvisato del fatto che c’era un ragazzino che giocava benissimo avesse declinato l’invito di andare a vederlo. Ovviamente mio figlio non e’ Noah ma se non lo vai a constatare di persona come puoi escluderlo a priori?
Che poi, diciamocela pure tutta, il Coach diceva cose giuste (che i Genitori DEVONO scegliere il Coach e poi fidarsi…se non si fidano lo cambiano ma che tu non devi permetterti di cambiare quello che il coach gli sta insegnando) ma non e’ poi quello che io e Mad Max abbiamo sempre sostenuto, spesso fraintesi, anche con Archipedro, e cioe’ che tu ti devi affidare ai migliori e che quindi devi essere in grado di saper scegliere aggiungendo semmai che i migliori ti devono convincere di esserlo per davvero, dimostrandotelo giorno per giorno sul campo e trovando il tempo di coinvolgerti. E allora perche’ non seppelire la scure e cercare di aiutarci fra noi? Perche’ io sono ancora convinto che ci sono Allenatori e Allenatori e ci sono Genitori e Genitori. E ad alcuni di questi Genitori e’ giusto dare voce. Il mio augurio e’ che su questo blog riprendano ad aggiungersi le voci di quegli Addetti ai Lavori –Coaches, Maestri, Preparatori, Dirigenti Federali, Talent Scouts, Psicologi…- che non hanno paura di confrontarsi con questo volgo un tempo disperso e oggi di nuovo ritrovatosi sul Blog di Ubaldo Scanagatta.

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325 Commenti a “Genitori & Figli 2
La nuova stagione
The “Doc” is back!”

  1. heraimo scrive:

    Ho imparato da un bel pezzo ad evitare di fare l’errore di credere che gli altri, chiunque essi siano, possano trovare un genuino interesse per le imprese tennistiche di mia figlia. Questo è un difetto tipico dei neo-genitori: far vedere il proprio pargolo, pensare che susciti interesse, anzi, meraviglia e stupore. Bisogna stare con i piedi per terra, tutti gli addetti ai lavori hanno sviluppato una idiosincrasia nei confronti dei genitori proprio per questa loro naturale smania di protagonismo. Ripeto un mio concetto cardine: nel tennis quello che conta sono i risultati nei tornei che contano.
    Tutto il resto è folklore.
    Detto questo non vedo l’ora di tornare a leggere i gustosissimi aneddoti di Stefano, ma per imparare qualcosa bisogna rivolgersi ai coach esperti oppure a genitori come Fulvio.

  2. Roberto Commentucci scrive:

    Un caloroso bentornato a Stefano, sono felice che abbia ritrovato la voglia di scrivere i suoi spassosissimi (e a mio avviso istruttivi) resoconti.
    Sul dialogo genitore-coach non mi sento di generalizzare: come giustamente dice Stefano, ci sono coach e coach, e genitori e genitori. Quindi sono pochi,a mio avviso i genitori con cui si riesce ad instaurare un dialogo davvero costruttivo, a causa del fisiologico gap di compenza.

    Ciò detto, volevo riportare quanto scrive Piatti nella sua rubrica mensile su Tennis Italiano di novembre (pag. 38), dove descrive la sua partecipazione ad un progetto volto a consentire anche a bambini provenienti da famiglie non abbienti di ricevere un addestramento tennistico di qualità. Si tratta di “Progetto Tennis”, una associazione sportiva che grazie ad alcuni sponsor consente di avvicinare al tennis anche bimbi non facoltosi e soprattutto, in età scolare, svolgendo una importante opera di promozione nelle scuole.
    Mi pare una iniziativa eccellente, nata da imprenditori privati, su cui la nostra federazione dovrebbe riflettere.

  3. pibla scrive:

    Un bentornato di cuore al mitico Stefano!!!
    La formula mi pare ottima, speriamo che i toni siano il più pacati e civile possibile in modo da garantire un effettivo ed interessante scambio di informazioni, per fare ciò, a mio modesto avviso, sarà necessario che chi della materia ne sa poco si approcci ai commenti con la necessaria umiltà del caso e che chi invece ne sa di più consenta a chi ne sa meno di dire le sue “castronerie”, come è giusto che sia e senza per ciò aggredirlo, ma spiegando in modo schietto, ma civile appunto, come stanno le cose dal punto di vista di chi ha più esperienza.
    Anche perché spesso, parliamoci chiaro, mentre su alcune tematiche ci sono ormai dei valori condivisi, su altre, come ad es. quella odierna del rapporto genitori/maestri, è legittimo che ognuno abbia le sue posizioni ed il suo punto di vista.
    Come giustamente dice Stefano ci sono genitori e genitori ed allenatori ed allenatori quindi non è possibile fare di tutta un’erba un fascio e valutare caso per caso quale sia il giusto confine dove può spingersi un genitore e viceversa; non dimentichiamo mai infatti che, per genitori competenti ed attenti come Stefano o come MadMax ce ne sono molti di più che non hanno il minimo grado di competenza e che in più, anche comprensibilmente accecati dall’amore filiale, sono disposti a giustificare sempre il loro figlio e ad addossare sugli altri la colpa di ogni cosa non funzioni nelle attività del figlio medesimo. Quindi, io un pò capisco anche la diffidenza di un coach che, nella sua carriera, per qualche genitore attento ed equilibrato che ha conosciuto, ne ha però incontrati infinatamente di più che invece competenti ed equilibrati non lo erano per niente…
    Un grosso saluto a tutti ed un in bocca al lupo a Stefano!!!

  4. Avec Double Cordage scrive:

    The place to improve the world is first in one’s own heart and head and hands.

    Robert M. Pirsig - Zen and the Art of Motorcycle Maintenance

    ben tornato sub comandante! Stewart un mio amico australiano, che si spezzò la colonna vertebrale facendo un salto con lo snowboard non alla sua portata, anni fa mi regalò il libro-mattone che hai citato, purtroppo non sono mai riuscito a finire di leggerlo del tutto, ma forse lo farò ora, se riesco a ritrovarlo. Ho letto che questo mese le sorelle Williams verranno a Lagos per promuovere il tennis e giocare con i giovani, ne sai qualcosa tu, ci andrai?

    Certo che per scegliere il maestro-coach giusto, quasi quasi ci vorrebbe un corso anche per i genitori, nel senso che dovrebbero saperne quasi quanto il maestro… forse in questo G&F potrebbe trovare il suo punto di forza: nello scambio di esperienze tra genitori e coach e genitori e genitori/coach, per elevare il livello medio delle conoscenze di un genitore o aspirante genitore di figlio mini-tennista aiutandolo nella scelta e valutazione del coach

    BTW il mio amico Stewart come per miracolo non rimase paralizzato, il figlio chirurgo del presidente Austriaco, estraendoli un osso dall’anca e modellandolo gli risistemo la colonna vertebrale, ha portato un gesso al collo per un anno ma adesso è nuovamente apposto, certa gente non si ferma nemmeno se si spacca il collo…

  5. pibla scrive:

    Sì, rileggendomi ho trovato un errore; io ovviamente intendevo dire che non si può fre di tutta un’erba un fascio e che quindi si dovrà valutare caso per caso e situazione per situazione fino a dove potrà arrivare un genitore nei confonti di un maestro e viceversa.

  6. Lucabigon scrive:

    In effetti, compito del genitore è cercare di affidarsi a ciò che ritiene sia il meglio in circolazione soprattutto in relazione alle proprie disponibilità economiche. Ma non basta, deve anche seguire il lavoro giornaliero e verificare che il coach faccia, secondo il proprio pun to di vista, il lavor per cui viene pagato perchè nella maggioranza dei casi, specie quando il pargolo è molto giovane, al coach non importa un fico secco di allenarlo nella maniera giusta.

  7. anto scrive:

    E’’ normale che un coach italiano arrivi in quello che da molti e’ considerato il buco di c**o del mondo e incontrava per caso altri italiani appassionati del suo stesso sport e guarda caso con un figlio che frequentava la Bollettieri Academy, parla coi genitori e constata che dicono le cose giuste e citano i contatti giusti, e non avverta nemmeno un minimo di curiosita’ per vederlo?=========== E’ normale per un coach di serie C, non è normale per un coach di serie A. Alla fine credo che si remi sempre nella stessa direzione. Da una parte i genitori che si affidano ad un coach perchè possa lavorare sul materiale che loro mettono a disposizione e che questo si possa trasformare in un atleta che possa poi ambire a progetti ambiziosi, e dall’altra il coach che si ritrova per le mani una grossa responsabilità e deve esserne all’altezza del compito affibbiatogli. Non capisco quei coach che non tollerano nessuna ingerenza da parte dei genitori……ma come è come se si affidassero i propri risparmi ad un broker e poi non si chiedesse al broker stesso come e dove intenda indirizzare questi denari e con quale criterio selezione i futuri investimenti…………se è un broker serio, cerca di capire chi si trova di fronte, se un’investitore con una forte propensione al rischio oppure no……perchè in caso contrario, il cliente alla fine rischia di ritrovarsi con il classico cerino in mano. Non credo che un genitore possa tollerare di essere sistematicamente escluso dalle scelte che il coach vuole fare, diamine si tratta sempre del proprio figlio!

    Un grande in bocca al lupo per il mitico Stefano Grazia e che la nuova avventura sia costellata di soddisfazioni e successi in termini di gradimento.

  8. andrew scrive:

    mah…io come ho già scritto, sarei disposto a lasciare mio figlio in mano a un circolo o un maestro se costoro fossero o agissero come UN’ASSOCIAZIONE SPORTIVA, cosa che non è nel modo più assoluto…

    la squadra di serie A di hockey a rotelle della mia città, nelle cui giovanili milita mio figlio, quest’anno è prima in campionato con 13 giocatori bassanesi del proprio vivaio e un solo professionista argentino. Questa è una società alla quale un genitore deve affidare il proprio figlio e stare zitto ad ascoltare.

    la squadra di serie A1 di tennis della mia città, fa il campionato con 0 (Zero) giocatori del proprio vivaio, dopo esserci arrivata avendo perso lo spareggio-promozione ma profittando del fatto che altre squadre si sono ritirate prive di sponsor che invece qua mollano il grano. 200 allievi ogni anno, 0 (zero) giocatori che continuano un qualche tipo di attività dopo i 18 anni. Un paio di 3 categoria usciti negli ultimi 10 anni. Questa è una società alla quale un genitore NON deve affidare il proprio figlio e stare zitto ad ascoltare.

  9. BB1980 scrive:

    @ stefano grazia
    Spero che sia solo colpa della foto, ma mi ricordi Mino Reitano coi capelli bianchi !!!!!

  10. Pinot scrive:

    Da una rapida, anche a saltelli, lettura del mattone precedente ho notato che si va da Lagos a Bologna, ma anche più a nord, a nord-est, a nord-ovest e attraverso la francia e la spagna si giunge in florida.

    Vivo in Puglia e sono padre di un bambino di otto anni.

    Non abbiamo alcuna speranza. Vero?

  11. marcos scrive:

    bentornati ai genitori, in attesa che i figli crescano e ci dicano la loro!

    la partecipazione a “progetto tennis” di riccardo piatti conferma la grandezza dell’uomo: non è solo un ottimo coach.

    il rapporto tra coach e genitore può essere costruttivo solo se il genitore conosce il gioco nei suoi diversi aspetti: non conoscendo il tennis, infatti, è spesso difficile comprendere le scelte di un maestro.

    è vero che il maestro di agonistica tende a non occuparsi di tutti gli allievi nella stessa maniera: in base alla sua esperienza, riconosce abbastanza rapidamente il bimbo (e la famiglia) con le caratteristiche giuste per emergere (ben sapendo che, se dovesse emergere più di quanto ci si aspetti, prima o poi, se lo vedrà sfilare di mano).

    nel campionato affiliati, è preferibile giocare in serie B/C, schierando il proprio miglior frutto ed un paio di maestri, piuttosto che giocare in A con ottimi tennisti a contratto: il circolo (bambini compresi), anche nei gironi di qualificazione, si stringe attorno alla squadra soprattutto se scendono in campo coloro con i quali si condividono quotidianamente lezioni ed allenamenti. nello sport individuale, è importante per i bimbi formare anche così lo spirito di gruppo, fondamentale per un’equilibrata crescita sociale.

    sono da elogiare i nostri campioni che si prestano a saltuari incontri con i migliori giovani del nostro paese: talvolta, basta una giornata così, per riempire di gioia il cuore di un bimbo. l’incontro col campione che, per solito, si guarda alla televisione, si può considerare una lodevole iniziazione.

  12. Nikolik scrive:

    Devo dire che, secondo me, ha ragione Anto, e mi spiego.

    E’ logico che c’è coach e coach e genitore e genitore, come giustamente molti hanno osservato, e, chiaramente, nei rapporti, occorre educazione. Mi sembra ovvio. E’ logico che il genitore ed il coach finiscono a litigare, se uno dei due non ha educazione.

    Però, ha ragione Anto nel dire che, alla fine, il figliolo è mio e non mi si può chiedere di farmi da parte.
    Io, almeno, non mi farei da parte.
    E’ quindi logico, da genitore, lasciar fare al coach sulle questioni tecniche, ad esempio; ma su tutte le altre questioni, sono io che decido.
    Nel senso: un piccolo campione (è di questi che stiamo parlando, no? Non certo di altri) diventa appetibile anche agli sponsor; ecco, di questo non può occuparsi il coach, lui si occupi di dritto e rovescio, che dei contratti mi occupo io che sono il genitore; un piccolo campione deve tenere i rapporti con la federazione; ecco, di questo non può occuparsi il coach, lui si occupi di dritto e rovescio, che della federazione mi occupo io che sono il genitore; eccetera.

    Ma non solo, vado più in là: anche sulle questioni tecniche voglio essere, io genitore, informato; non intendo interferire, ma voglio capire ed essere informato; se si cambia impugnatura, voglio che mi si spieghi il perché, se si sceglie di giocare un torneo piuttosto che un altro, voglio capire il perché, se mio figlio fa dieci doppi falli a partita, voglio capire il perché, ed il coach che pago si deve mettere lì di santa pazienza e spiegarmi tutto. E deve essere anche convincente.

    Ha ragione Anto, a fare il paragone con il broker, io lo faccio con il medico: io di medicina non capisco nulla, ma se un medico vuole fare un’iniezione a mio figlio, io voglio che mi dica che cosa è che inietta e a cosa serve; non interferisco, perché non sono un medico, ma se la spiegazione non è convincente da un punto di vista logico, chiamo un altro medico.
    Similmente, farei con il coach di mio figlio: se la spiegazione non è convincente da un punto di vista logico, chiamo un altro coach.

    Ah, meno male, per i coach, che non ho figli…

  13. Stefano Grazia scrive:

    Mah, Heraimo, in realta’ io abbinavo il fatto di ritrovarsi nell’ultimo avamposto a casa di dio fra italiani che guarda caso hanno un qualche cosa in comune oltre alla nazionalita’ e non e’ il gioco del calcio…In una citta dove NON esiste il turismo e se arrivi per business, non esci se non con l’auto affidata dalla compagnia e non ti fidi di andare alristorante che non sia quello del tuo albergo E DOVE INVECE NOI ESPATRIATI USCIAMO REGOLARMENTE e quindi siamo il tuo lasciapassare per conoscere meglio la citta’, mangiare CIBO ITALIANO O COMUNQUE SICURO (il che per un atleta dovrebbe essere importante)…insomma, mi sarei aspettato una maggiore complicita’ ma ripeto, e’ possibile che sia stata solo una questione di carattere e di circostanze…Anche se i piu’ fedeli lettori del Blog ricorderanno forse che noi avevamo avuto miglior fortuna col Coach di una giocatrice Indiana qualche mese fa…Incontratili per caso al Circolo dove si stavano allenando e quasi costretti da un gruppo di connazionali del Coach a far giocare due scambi fra Nicky e la pro, dopo 2′ il Coach era balzato in piedi e si era precipitato da noi facendoci i complimenti e offrendoci il suo biglietto a visita (era il Direttore di un Circuito Challenger a Chennai), just in case. Non solo, si era messo poi a palleggiare anche lui per mezzora con Nicky e ci aveva dato alcuni consigli (per es su come allenare il servizio…FBI!!! First Ball In…Ci diceva, e ci aveva fatto vedere un esercizio-allenarsi servendo con una persona davanti a te-per il kick serve… Avevamo poi scoperto che la ragazza da U10 aveva vinto un torneo che anche Nicholas aveva vinto pochi mesi prima, a Lake Seminole…E comunque quando mia moglie e’ andata a Roma ha ricevuto una accoglienza piu’ cordiale da Piatti e Ljubcic … ovviamente a Roma nessuno si sarebbe mai aspettato che Nicholas venisse “visionato” ma suppongo che se Piatti capitasse a Lagos, c’incontrassimo a cena di amici e parlassimo per due ore … venti minuti per Nicholas li troverebbe…
    O almeno mi piace vivere con questa illusione.

  14. Stefano Grazia scrive:

    Gia’ che ci sono-e in attesa che Mad max mi dia manforte-rispondo anche a ADC: si, sapevo del ventilato arrivo delle Williams Sisters e lo sapevo da oltre un mese e da chi le dovrebbe portare in Nigeria, un certo Godwin Kienka…Qualcuno di voi forse se lo ricordera’ perche’ l’ho citato piu’ volte: una delle piu’ importanti figure del tennis nigeriano, personaggio poliedrico multiforme che e’stato nei primi anni 90 anche mio Maestro di Tennis … Comunque due laurree, giornalista, scrittore di un paio di libri su Sport SAdministration in un paese africano, arbitro ITF, Coach di una numero uno Nigeriana, Responsabile Prince nel West Africa, imprenditore (ci rifa la superficie dei campi da tennis) etc etc Tre figli di cui il maggiore, Kalada, e’ ora in North Carolina con una scholarship e il Dicembre scorso si era incontrato per caso da Bollettieri con Nicholas che lo aveva letto subito a fratello maggiore ed erano sempre insieme, dopo gli allenamenti(e li chiamavano The Odd Couple, perche’ Kalada e’ uno spilungone nero di oltre 190 e Nicholas, be’ lo sapete, non e’ un gigante (anche se negli ultimi mesi si sta allungando anche lui).Aneddoto: come avevo gia’ scritto a qualcuno di voi,oltre un mese fa fa avevo invitato ad assistere al mio allenamento Godwin Kienka avevo chiesto a Godwin di venire a vedere l’allenamento che facevo al Sabato (con molta preparazione atletica con ostacoli, trampolino elastico,powerparachute, speed agility ladder, coni, freccie, step,ausili audiovisivi,etc etc ) invitando a mandarmi,se soddisfatto, il figlio…Bisogna capire che lui e’ il Coach e che in principio sembrava logico che io gli affidassi,pagando, mio figlio piuttosto che il contrario… Morale: Tamina (13 aa) e’ venuto (dopo un’ora e mezzo era in stato di asfissia) e il risultato e’ che abbiamo deciso di ripetere anche al Giovedi’ (dalle 7 alle 9 di sera, mentre al Sabato facciamo tre ore…) e si e’ aggiunta anche Loila, la sorella di 16 aa che a Novembre dovrebbe palleggiare con Serena..
    Non male, come soddisfazione… Io ci guadagno perche’ Tamina e’ un ottimo Junior e a 13 aa piu’ forte (solo fisicamente) e piu’ potente di Nicky (piu’ coordinato e piu’ impostato tecnicamente)che quindi nei patterns tennistici si sentira’ piu’ motivato …
    Ritornando alle Williams dovrebbero arrivare a meta’ Novembre e la notizia era anche approdata sui giornali locali ma condizionale d’obbligo quando si ha che fare sia con le Williams che con Kienka ma soprattutto con Richard Williams…In effetti a lui glielo avevo anche detto: spero che l’accordo tu non l’abbia fatto col padre…(E lui si era affrettato a rispondermi: no,no, con la madre…)
    Mah, io ci credero’ solo se e quando le vedro’.

  15. Stefano Grazia scrive:

    D’accordissimo (incredibile,eh?) con Nikolic che si dichiara d’accordo con Anto. Del resto non e’ quello che ha sempre fatto Mad Max? Anche noi, ovviamente, anche se le circostanze ci hanno costretto (a me e a mia moglie) a scendere anche in campo. Io poi sotto sotto sono anche convinto che sia andata perfino meglio cosi’ ma me lo tengo per me. O meglio ne parleremo,anche di questo, una delle prossime volte.
    quanto a BB, alias Difensore del Sacro Sepolcro Borghiano,in passato mi hanno sempre somigliato a tutti, e non solo al De Niro di Angel heart o Mission, ma anche a Ninetto Davoli e a Toto Cutugno, ma a Mino Reitano proprio non si era arrischiato ancora nessuno … Certo, di foto ne ho inviate tante a Ubaldo & Co:capelli lunghissimi o crew cut da legione straniera, in costume (da bagno) o con maglietta Tennis is Life, coi baffi con felpa col cappuccio rap o con la barba incolta e gli occhiali oakley da cattivo, con barba ormai bianca di fianco a Bollettieri o con il volto segnato che sembro quasi Bob Dylan, con un canguro o con Mad Max … Posso dirti questo: quando invitiamo qualcuno a cena per la prima volta e lui vede tutte le foto alle pareti, soprattutto quelle di quando saltavo sulle onde coi capelli icrostati di sole e salsedine, di solito si girano verso di me, guardano di nuovo le foto, mi riguardano e poi dicono: pero’, ne e’ passato di tempo, eh?

  16. stefano grazia scrive:

    A Pinot:
    be’, e’ proprio quello che mi sforzo di dire da due anni: se ci son riuscito io qui in Africa a costruire tecnicamente bene mio figlio, non vedo perche’ non ci si debba riuscire in Puglia e senza nemmeno dover andare probabilmente in Florida…Certo, occorre molta passione, abnegazione, rinunce (tue e di tua moglie, non del bimbo…) per complementare il lavoro fatto dai vari Maestri/Coach/Preparatori Atletici a cui lo affiderai o chiederai la supervisione…
    Poi e’ ovvio, a un certo punto come diceva Sting- if you love somebody…set him free- lo dovrai lasciar andare, ma all’inizio cosi’ come e’ importante affidarlo a un buon Maestro ancora piu’ importante e’ l’opera del Genitore e meglio se di Due.
    Significa delle gran ore in macchina per portarlo a giocare, a lezione, a prep atletica. Significa portarselo dietro al Circolo e molto spesso invece che giocare tu con gli amici, giocare con lui e fargli il feeding dal basket, magari con le mani, per fargli colpire centinaia di palline e inventarti il modo per non annoiarlo… Soprattutto diventerai un paria, gli amici non ti capiranno piu’, minacceranno -spesso per invidia o gelosia-di chiamare il Telefono Azzurro, ti rimprovereranno di essere troppo preso da questa cosa (quando invece vorrebbero che anche tu facessi come loro per non sentirsi in colpa loro di non fare quello che stai facendo: cioe’ passare piu’ tempo con tuo figlio), te ne diranno prima di tutti i colori e poi semplicemente ti daranno l’ostracismo… Il mio consiglio non e’ “non ti curar di lor…” ma di cercarti qualcuno sportivo con figli della stessa eta’ e amanti del tennis e fare squadra insieme…Alla fine avrai piu’ affinita’ elettive con loro che coi vecchi amici del liceo ma senza figli o ultras del calcio o della Ferrari…
    Ma soprattutto ricordati-e chi ci legge dall’inizio sa che questo e’ uno dei postulati che abbiamo ripetuto piu’ volte- che perche’ un sogno possa realizzarsi, due sono le condizioni essenziali: uno, la capacita’ di sognare e due, la perseveranza nel sogno.

  17. Roberto Commentucci scrive:

    Beh, caro Pinot, effettivamente negli ultimi anni dalla Puglia qualcosa di buono è venuto fuori.
    Oltre a Flavia Pennetta, abbiamo due ragazzi promettenti come Thomas Fabbiano e Claudia Giovine. E’ vero che la tua regione è molto estesa e sicuramente ci sono tante realtà diverse, ma insomma mi pare che ci sono parecchie altre regioni che hanno prodotto meno della Puglia, negli ultimi anni.
    Coraggio!

  18. raffaele scrive:

    un saluto a tutti. è la prima volta che scrivo su questo blog. da pugliese e tifoso di flavia chiedo a voi esperti di spiegarmi quali siano le modifhce apportate dalla wta per il 2009 e se ritenete che flavia possa entrare tra le top ten. buona giornata, Raffaele da Bari

  19. Nikolik scrive:

    Pinot ha introdotto un bel tema, essenzialmente quello sui soldi necessari per avere successo in uno sport come il tennis.
    Il tema, a cui immagino che Stefano dedicherà un altro articolo apposito, nelle prossime settimane, mi interessa molto.
    Immagino, però, che ora si debba parlare del rapporto genitori-coach.
    Fin d’ora, però, osservo, e mi limito a questo, in attesa di approfondimenti ulteriori, quando Stefano deciderà di dedicarvi un articolo apposito, che, certo, per sfondare ci vogliono tanti soldi.
    Ma ci vuole, soprattutto, mentalità non ristretta, non provinciale. Conosco miliardari che hanno una mentalità provinciale incredibile, e che non sono mai saliti su un aereo in vita loro.
    Con la giusta mentalità, che non può, e non deve, essere provinciale, si può tutto, anche con mezzi economici, come dire, non illimitati.

  20. Archipedro scrive:

    Bene, si riprende la discussione sul tennis dei nostri figli, ma solo questo. Perché nessuno tra noi (immagino) ha nel frattempo smesso di fare ciò che faceva, credendoci moltissimo. Son felice di tornare a confrontarmi innanzitutto con Stefano, quanto pure con tutti gli altri genitori (e non) che partecipano a questo forum. E rimango consapevole delle mie opinioni di nicchia, d’un interesse marginale al presente, ed eventualmente significative un bel dì, quando mai il piccolo dovesse dare dei risultati (incontrovertibili). Ma ciò, lo ripeto, non significa che non ci stiamo applicando, con metodo rigoroso, per costruire uno sportivo, dalla A alla Z. Leggendo, sperimentando, e talvolta affrontando in modo originale gli ostacoli del caso (…). Nella mia ricetta ci sono moltissimi ingredienti, forse troppi: al punto che non riesco neppure a descriverla senza apparire sfasato rispetto a questo contesto. Ma poco importa. Sentirsi ignorati. O giudicati in modo sommario. Da chi non può aver chiaro il progetto nel suo complesso… quello d’immaginare un atleta… lasciare che le sue capacità si manifestino… stimolarne la versatilità… aspettare di raccogliere i frutti senza conoscerne a priori il gusto. Come é opportuno fare con i bambini, se li vuoi e li sai rispettare. Ondivagazioni pedagogiche… Il tennis non é una droga, ma un’opzione possibile…
    Evito d’annoiarvi con le mie “trovate”, perché sarà molto più facile trasmetterle agli interessati il giorno in cui il ragazzo vincerà le gare, o le partite: da “esperto” conclamato. Da padre di. Per ora rimango un semplice Archie, che mi sta benissimo…

  21. stefano grazia scrive:

    Si, in effetti in futuro ci sara’ sicuramente anche spazio per un pezzo sugli sponsors per miniatleti e sul contenimento costi ma voi non dovete sentirvi limitati dal mio articolo introduttivo e potete spaziare a tutto campo: io eventualmente cogliero’ lo spunto da quel che si sta dicendo anche coi commenti..Ma ahime’ si, per sfondare ci vogliono tanti soldi, magari non necessariamente tuoi, ma tanti comunque…Ecco, semmai il mio originale punto di vista potrebbe essere:spendere di piu’ prima per poter spendere meno dopo (della serie: se vuoi un cavallo, non comprare un somaro).
    Raffaele da Bari: invece tu hai sbagliato settore, in questa area del Blog si parla di Genitori & Figli, di Mondo Junior, eventualmente anche di Circoli e Federazione in relazione comunque a quanto puo’ interessare lo sviluppo del tennis Junior…Alle tue richieste forse potrai trovar risposta sul Sito Ubitennis di seguito ai tanti articoli sulla Pennetta o per es sui prossimi articoli sul Masters Femminile…

  22. Rik scrive:

    Innanzitutto un bentornato a Stefano.

    Riguardo il tema dei soldi necessari per far praticare ai nostri ragazzi un’attività agonistica di buon livello, certo non si può asserire che il tennis sia uno sport economico in quanto fra maestri, attrezzatura, abbigliamento, spese di viaggio e soprattutto ore che sottraiamo al lavoro il conto a fine anno si presenta certamente rilevante: non si creda però che le altre attività, anche gli sport di squadra, la danza o le lezioni musicali, siano gratuite !!
    Non parliamo poi di quei ragazzini che non praticano nessuno sport e che passano le giornate annoiandosi davanti alla playstation mangiando merendine: oltre ad ingrassare ed a procurarsi lesioni ai tendini del polso, con il costo che hanno raggiunto oggi i giochi elettronici non si può dire che la lora attività sia propedeutica al risanamento del bilancio familiare !!

    Anche se i nostri figli (almeno la maggior parte di loro) non diventeranno mai campioni in grado di fare del tennis una professione, sono convinto che nel futuro questa esperienza giovanile non potrà dare loro che soddisfazioni: nessun altro sport abitua come il tennis il ragazzino ad affrontare le difficoltà in quanto, pur avendo a disposizione i migliori maestri, in campo è pur sempre da solo a prendere le decisioni immediate.

  23. anto scrive:

    @Nikolic afferma : Conosco miliardari che hanno una mentalità provinciale incredibile, e che non sono mai saliti su un aereo in vita loro. Allora siamo in due……anche se credo che alla fine se da una parte i $ possano aiutare dall’altra possano essere un ostacolo e spiego il perchè. Se si prende un povero argentino squattrinato e gli si prospetta una possibilità su 100000 di poter sfondare nel tennis, questo si ammazzerà dalla fatica pur di non lasciar nulla di intentato. Se invece uno è già ricco di par suo, la cosa è più difficile in quanto dentro di lui sa che se fallisce non succede nulla, e di conseguenza il fuoco che arde dentro di noi è sicuramente diverso tra un cosidetto povero e un cosidetto ricco.

  24. mamoxi scrive:

    Ciao a tutti, prima volta per me……
    volevo esprimere la mia opinione sul rapporto genitori coach, prima bisognerebbe vedere a che fascia di eta’ ci si riferisce, comunque…
    Direi che per la mia esperienza bisognerebbe trovare una persona vera, che oltre ad insegnare il gioco del tennis dia anche un impronta educativa e di crescita al bambino, a stare in campo con personalità e rispetto dell’avversario….. Che abbia un reale interesse, non solo economico, per i bimbi che allena, che dica le cose come stanno e non quelle che si vorrebbe sentire o che fanno comodo a lui…. Dopo queste doti personali quelle tecniche vengono in secondo piano , nel senso che non e’ necessario un fenomeno o presunto tale per potere insegnare bene, bisogna conoscere il gioco certo, ma senza le premesse
    personali non si fa niente. Secondo me ce ne sono pochi, spero meglio per voi

  25. Archipedrigno scrive:

    Ciao Mamoxi, condivido pienamente ciò che dici. Come corollario aggiungerei che i genitori possono svolgere perfettamente questo compito di “motivatori”: dovendosi loro occupare dell’educazione dei figli, possono farlo anche attraverso lo sport. Perchè fino alle scuole medie l’importante è stare con i figli, e tenerli in campo, o in palestra, perché imparino di tutto e s’appassionino.
    Qui c’é chi pensa che se un bimbo parte con il piede sbagliato, é non é allenato subito da un coach professionista, non andrà da nessuna parte. E poi c’è chi invece pensa (come me) che un bimbo che passi il suo tempo libero in piscina, correndo, sciando, nuotando,. arrampicando… potrà imparare a giocare benissimo a tennis anche da adolescente. Ovviamente se viene già “impostato” da un “ragionevole” maestro la cosa non guasta.
    Ho fatto l’esempio della pallavolo, dove sono stato allenato da olimpionici: avevo iniziato prestissimo, e prima di me, con il minivolley, molti atri. Tecnicamente ero veramente dotato. Ma alto solo 1.80 (che significa che, ad alto livello, puoi fare solo il palleggiatore: l’elevazione non basta…). In nazionale ci sono arrivati dei miei coetanei che avevano iniziato a giocare a quattordici anni… ma erano molto più alti… le società hanno semplicemente puntato su di loro.
    E questo, piaccia o no, vale anche per il tennis: se mio figlio fosse destinato ad essere basso sicuramente gli proporrei altre discipline. Perché il più bravo e costoso coach del mondo non potrà mai allungarmelo (o meglio, possono farlo, ma con il doping…). Ed oggi il fisico conta sempre di più, almeno fino a quando non cambieranno le regole del servizio.
    Ovviamente se sei pieno di soldi, e pronto a spenderli, ti diranno qualsiasi cosa per farti felice. Ma sono il patrimonio genetico del giovane e la sua intelligenza emotiva, ad ipotecare il suo futuro sportivo: sulla seconda i genitori fanno la differenza.

  26. stefano grazia scrive:

    Tutto giusto cio’ che dice Mamoxi e in effetti tempo ho avuto una epifania: stavo allenando mio figlio e i Kienka Kids e avevo appena cacciato fuori dal campo mio figlio per intemperanze, sbattimenti di ragazze, plateali scatti d’ira,parolaccie, ditene voi una: lui si stava macchiando di tutte (pur giocando da dio). Alla terza cacciata gli ho detto che non sarebbe piu’ rientrato e mentre nel sottofondo sentivo la colonna sonora del suo lamentoso (voglio giocare!Per favore!) ripetruto come una litania “gnolosa” insopportabile, io mi trovavo a fare i patterns coi due ragazzini africani e … non me ne poteva fregar di meno. Facevo cioe’ le mie considerazioni e mi chiedevo fino a che punto un Coach/un Maestro puo’ essere di caratura cosi’ alta e morale da trovare gusto per il semplice insegnamento …quia ars non dat panem, diceva il mio vecchio professore di Educazione Artistica al liceo. E quindi e’ normale, logico, anche umano che un Coach possa sentirsi “motivato” solo quando vede un possibile rientro economico, immediato (se il genitore e’ ricco e paga subito) o futuro (nel caso il miniatleta sia un Quinzi o un Miccini). In quest’ultimo i piu’ cinici potrebbero far rientrare anche la Henin e Carlos Rodrigues ma io che sono un Romantico voglio credere che ci sia stato ben altro. Perche’ ci sono Genitori e Genitori e Coach e Coach, appunto. Ma voglio dire che i Maestri di Circolo e i Coach di piccolo cabottaggio hanno tutte le giustificazioni e la mia simpatia, non fraintendetemi. Io sto solo dicendoi che se non vengono messi nelle condizioni di lavorare bene ed essere anche ben remunerati, e’ poi impossibile pretendere che abbiano la stessa attenzione e le stesse motivazioni di un Genitore, soprattutto in quella fascia di eta’ che va dai 3 ai 12 anni. Tutto qui.
    Poi si potrebbe allargare il discorso e chiedersi perche’ un Coach debba vedere sempre per definizione nel Genitore un Nemico, anzi Il Nemico, trasformando questo fatto in imbarazzante clichet.
    La Risposta e’ probabilmente semplice: perche’ il 70-80% dei Genitori forse sono davvero cosi’: asfissianti,petulanti,ignoranti.
    Come il 70-80% dei Maestri o PseudoCoach non e’ aggiornato o e’ piu’ interessato (giustamente dal loro punto di vista) a insegnare al ragioniere, avvocato,modella,commendatore, riccone o vecchia trombona di turno che a una nidiata di piccole pesti.
    I miei interventi erano piu’ che altro tesi a eliminare gli stereotipi e i luoghi comuni invitando a giudicare non in base alla Categoria-Genitore o Coach- a cui uno appartiene ma in base a quello che uno dice e soprattutto fa.

  27. massimiliano scrive:

    Guardando i risultati dei migliori under italiani gran parte di loro sono figli di maestri.Questo pero’ non vuol dire che lo saranno anche in futuro,anzi.Vuol dire pero’ che i maestri genitori hanno allenato con piu’ intensita’ e passione i loro pargoli rispetto ai compagni di corso del figlio.E questo lo trovo non corretto nel senso che dato che tutti noi paghiamo profumatamente i corsi di mini tennis,propedeutica,semi agonistica e agonistica vorremmo per lo piu’ un maggiore coinvolgimento del maestro anche nei riguardi di tutti i bambini che frequentano il corso.Anche di quelli apparentemente meno dotati perche’ nella formazione di un bambino ragazzino tennista ci sono degli step di crescita fisica e mentale assolutamente diversi tra bambino e bambino che vanno rispettati e compresi.Nella maggior parte non c’e’ programmazione da parte del maestro nell’iscrizione ai tornei ne’ al risultato ,non viene spiegato ai ragazzi il meccanismo dei punti per la classifica,non c’e’ motivazione ne’ coinvolgimento.C’e’ una percentuale altissima di ragazzi che a 15 anni lascia il tennis agonistico e i tabelloni dei tornei u16 sono desolatamente vuoti o cmq con un livello di classifica bassissimo che testimoniano che quello che e’ stato seminato non ha dato frutto.Ai maestri questo non interessa ma a noi genitori si’!.Io padre tennista di un u12 cl.4.5 per evitare tutto cio’ ho iscritto mio figlio in un altro circolo per cmq dare a lui un ambiente,dopo,6 anni,diverso e piu’ motivante facendogli fare 1ora e 1/2 di tennis 2 volte la settimana,3 volte la settimana 1 ora di atletica presso un circolo di atletica leggera e facendolo giocare con me o con i miei amici(siamo tutti classificati da 4.2 a 3.1) nel fine settimana.Durante l’estate facciamo un paio di settimane a Caldaro e a Cervia con i maestri facendo lezioni private.Puo’ essere un compromesso,credo,accettabile considerando l’impegno scolastico,quello tennistico e anche quello dello svago personale di mio figlio che cmq non deve mancare.Anche i tornei devo programmarli io perche’ lui ancora non e’ in grado o meglio ha bisogno di un aiuto,aiuto che da parte del maestro e’ sempre mancato.
    Un saluto a Stefano Grazia,trovo che la foto del blog tua e di tuo figlio sia bellissima perche’ rappresenta l’entusiasmo,la passione ma soprattutto l’amore che noi padri abbiamo per i nostri figli.

  28. stefano grazia scrive:

    Ovviamente quando ho scritto che di allenare i Kienka Kids non me ne poteva fregar di meno, parlavo per iperboli e mi riferivo al fatto che allenarli insieme a mio figlio era una cosa, allenarli (gratis) senza mio figlio era gia’ meno motivante. Nessun problema farlo una volta o due (metti che Nicholas sia infortunato o debba studiare) per mantenere la “training schedule”, ma ovviamente non lo farei solo per il gusto di allenare la nuova speranza nera. Tutto quello che ho fatto l’ho fatto per mio figlio. Se mio figlio decidesse di smettere di giocare a tennis,e potrebbe deciderlo nei prossimi 2-3 anni e non sarebbe certo un trauma ma forse una liberazione, torno a volare sulle onde di Hellshire in Jamaica col wsurf, a sciare fuoripista fra i piloni della belva (una seggiovia chiamata Belvedere a Folgarida), a mangiare ostriche a Swakopmund in Namibia, insomma a girare il mondo senza buttare tutti questi soldi. Perche’ si, di soldi ce ne vogliono tanti troppi e come dice Anto e’ un cane che si morde la coda: se non li hai, e’ dura ma se li hai, alla prima difficolta’ sei tentato a darla su. Ma anche questo fa parte del gioco, scoprire chi davvero ha The Fire Inside, il fuoco dentro.

  29. Archipedrigno scrive:

    Sulle altezze dei primi venti al mondo:

    Nadal Rafael (ESP) 1,85
    Federer Roger (SUI) 1,87
    Djokovic Novak (SRB) 1,87
    Murray Andy (GBR) 1,90
    Davydenko Nikolay (RUS) 1,77
    Roddick Andy (USA) 1,87
    Tsonga Jo-Wilfried (FRA) 1,87
    Del Potro Juan Martin (ARG) 1,98
    Simon Gilles (FRA) 1,80
    Blake James (USA) 1,85
    Nalbandian David (ARG) 1,80
    Ferrer David (ESP) 1,75
    Wawrinka Stanislas (SUI) 1,82
    Monfils Gael (FRA) 1,93
    Gonzalez Fernando (CHI) 1,82
    Verdasco Fernando (ESP) 1,87
    Soderling Robin (SWE) 1,90
    Andreev Igor (RUS) 1,85
    Almagro Nicolas (ESP) 1,82
    Berdych Tomas (CZE) 1,95
    MEDIA ATTUALE 1,86

    Se facciamo una proiezione al 2018 della relativa media prevedibile, anche sulla base delle altezze dei decenni passati, scopriremo che essa é destinata a crescere quanto quella della popolazione mondiale.
    Diciamo che s’attesterà sull’1.90. Quest’ultima sarà l’altezza media d’un giocatore professionista vincente sulle superfici veloci, che sono la maggior parte al mondo (anche se in Italia sanno giocare solo sulla terra rossa… e servono di conseguenza…)

    Per sapere quanto sarà alto vostro figlio, in termini probabilistici, esiste una tabella dei percentili, che oggi inserisco nel mio blog qui linkato.
    Se dovesse interessare… a qualche altro “incompetent” come me (-;

  30. anto scrive:

    @Archipedrigno —E questo, piaccia o no, vale anche per il tennis: se mio figlio fosse destinato ad essere basso sicuramente gli proporrei altre discipline. Perché il più bravo e costoso coach del mondo non potrà mai allungarmelo (o meglio, possono farlo, ma con il doping…). Ed oggi il fisico conta sempre di più, almeno fino a quando non cambieranno le regole del servizio.—– E qui ti sbagli. Se ti dicessi che il nuovo Nadal si chiama Carlos Boluda e la sua altezza non arriva nemmeno al metro e settanta cosa penseresti? La Spagna lo osanna già, frotte di manager alla sua porta, e non ti dico i video che già girano su questo fenomeno……….il suo coach afferma, fantastico tecnicamente, l’unica cosa su cui non posso lavorare è l’altezza eppure tutti puntano su di lui e allora com’è la questione……………….

  31. massimiliano scrive:

    La questione e’ che Boluda rappresenta l’eccezione che conferma la regola.Eccezione cmq Anto tutta da confermare.viceversa i dati sulle altezze in crescita dei tennisti sono reali e quindi come dice Archipedrigno il tennis del futuro sara’ sempre piu’ un power tennis…anche se a noi non fara’ molto piacere ma sara’ un’evoluzione del gesto tecnico improntata sempre piu’ alla fisicita’.

  32. massimiliano scrive:

    Per Archipedrigno:hai dimenticato Karlovic.

  33. stefano grazia scrive:

    Sono completamente d’accordo …. a meta’ con Archipedro. Tutto perfetto e condvisibile ma quando scrive “c’è chi invece pensa (come me) che un bimbo che passi il suo tempo libero in piscina, correndo, sciando, nuotando,. arrampicando… potrà imparare a giocare benissimo a tennis anche da adolescente” bisognerebbe fare un po’ d’attenzione e capirci bene. Ne ragionavo proprio con mio figlio che mi chiedeva se qualcuno dei suoi amici che sogna di diventare da grande un giocatore del Milan o del Man U aveva per caso qualche probabilita’ visto che qui in Africa ancora non si allenava in una squadra vera e anche a scuola al massimo facevano due-tre allenamenti. Io gli rispondevo che in certi sport come il calcio o anche il basket,la pallavolo, il rugby, non sia cxosi’ essenziale aver cominciato presto…l’importante e’ davvero come dice Archipedro averr praticato tutti gli sport, aver fatto magari molta atletica e arrivare ai 13-14 anni ed essere dei buoni atleti polivalenti … A questo punto cominci seriamente a giocare a calcio o a rugby e magari non diventi Baggio o Rivera o Zidane ma Neskens o Gattuso o Dunga magari si, e son fior di campioni … Ma nel Tennis? In sports come il tennis,il golf, lo sci … lasciando perdere la ginnastica artistica, io credo che in certi sport di abilita’ lo sviluppo dell’attivita’ coordinativa neuromuscolare sia molto piu’ specifico e chi comincia prima con esercizi per l’appunto specifici abbia poi degli indubitabili vantaggi.
    Il fatto e’ il calcio,il rugby,il basket… sono sport inequivocabilmente piu’ facili da apprendere e memorizzare di un tennis o golf … Se sei gia’ un buon atleta, se hai praticato nella tua infanzia svariati sport, a 13-14 anni hai magari piu’ chances del nanetto giocoliere che ti fa 1000 palleggi con un’arancia ma che va giu’ con un soffio o nei dieci metri non scende sotto i 3″ o dopo 20′ muore d’asfissia…il suo destino e’ fare il buffone al circo o nelle piazze (ce n’era uno a Sidney che era incredibile: palleggiava per mezzora di seguito senza mai perdere la palla facendo tutti i trucchi possibili…come mai non giocava nemmeno in Serie C?) ma nel tennis OLTRE a essere un ottimop atleta devi avere una capacita’ di anticipo, di tocco,di memoria corporea specifica che solo chi comincia molto presto, puo’ acquisire. C’e’ chi dice-e non sono gli ultimi arrivati, gente come Robert Langsdorp o Bollettieri- che tutto quello che devi imparare nel tennis lo impari fra i 6 e i 12 aa. Dopo e’ solo ripetizione, costruzione del fisico, mental…Intendiamoci, non e’ mica poco ma e’ evidente che se le cose stanno cosi’, fra i 6 e i 12 aa hai la necessita’ di fare molti esercizi specifici. E il problema e’ proprio quello: che il tennis, come il golf, e’ uno sport difficile (va bene, il golf non e’ veramente uno sport) e non immediato come il calcio, il basket e il rugby…E i bambini si annoiano, non ci riescono, prima che possano davvero divertirsi ne passa…E quando potrebbero divertirsi sono gia’ nella logica Mors Tua Vita Mea dell’agonista…
    Per cui si, sono d’accordo, d’accordissimo con Archipedro ma a meta’. La Polivalenza va benissimo ma se vuoi che giochi a tennis a un certo punto fra i 6 e i 12 anni, prima cominci a introdurre certi esercizi specifici e meglio e’.
    Sul fatto di affidarlo al Luminare, posso essere d’accordo: a volte e’ meglio un giovane coach aggiornato e motivato del vecchio coach famoso ma sempre col telefonino in mano…Ma a volte e’ vero il contrario: ad essere un trombone e’ il giovane mentre il vecchio famoso e’ ancora motivato…Insomma, anche qui dipende: ci sono Coach e Coach e ci sono Genitori e Genitori. Dai 3 ai 7 anni mio figlio l’ho allenato io…si, ogni tanto se passavamo in Italia faceva un’oretta col Maestro del Circolo o col figlio Coach di un amico…avra’ fatto 4 ore in 4 anni …Ogni tanto qui in Nigeria lo affidavamo a un palleggiatore locale…Quando ci siamo trasferiti in Angola, siccome ci dicevano tutti che era cosi’ bravo sia io che mia moglie ci siamo dedicati un po’ di piu’, approffittando del campo di tennis nel compound dove abbiamo vissuto i primi 18 mesi… A 7 anni l’abbiamo portato a un Summer Camp da Bollettieri per 2 settimane (e li’ gli e’ stata cambiata l’impugnatura del dritto che giocava ancora a due mani ma con impugnatura mancina…mentre il rovescio a due mani era con impugnatura destra!) e l’anno dopo abbiamo ripetuto la stessa esperienza…Nel Dicembre del 2005, poco prima degli 8 anni l’abbiamo affidato, due-tre volte all’anno per periodi di 2-3 sett, al Programma Speciale Strategy Zone di Lance Luciani e Margie Zesinger. E quella e’ stata la svolta. Come dice Nikolic, noi siamo stati convinti da quello che vedevamo e abbiamo perpetuato il metodo, semplici strumenti. Solo nell’ultimo anno abbiamo introdotto una vera e propria preparazione atletica specifica anche se fin da quando aveva 3-4 anni gli insegnavamo il footwork e l’equilibrio con la racchetta in mano. Per cui la nostra posizione e’ ambigua: da un lato siamo stati Genitori Coaches, dall’altro l’abbiamo sempre affidato, per brevi periodi, al Top. Era per una sorta di Tagliando di Controllo, per essere certi di non far danni. A noi e’ successo per caso, perche’ altrimenti non si poteva fare, e forzati dalle circostanze ci siamo trovati a dover gestire quel team di tecnici di cui favoleggia Piatti nei suoi articoli su Tennis italiano, ma credo che fino ai 10-12 anni questa sia la combinazione ideale dal punto di vista tecnico.
    Invece dal punto di vista mentale, non lo so…Il rapporto Genitore coach e allievo e’ veramente difficoltoso e i danni che ne possono derivare possono comunque essere deleteri se non permanenti. Da questo punto di vista davvero occorre fare molta attenzione. E non so davvero, sono sincero, se io sono riuscito a mettercela davvero tutta.

  34. stefano grazia scrive:

    Sul fattore altezza…neanch’io posso lavorare sull’altezza e chi mi legge da tempo sa che e’ un mio cruccio, una mia preoccupazione ma mentre e’ vero cio’ che dicono Archi e Massimiliano, e’ anche vero che ci saranno comunque sempre i Chang e soprattutto i Marcelino Rios (ma anche i Rochus, i Santoro, i Fognini,i Ferrer…E Agassi e Hewitt erano 180 … ) o,soprattutto, le Hingis e le Henin. E’ vero comunque che si vedono sempre piu’ talenti strappati al basket o alla pallavolo (ma non in Italia!) …
    Certo, non sara’ un gran bene per il gioco che corre il rischio di ridursi a mero esercizio di potenza e magari porranno limitazioni al servizio … ma e’ vero, anche se comunque i vari Isner, Querrey e Karlovic al momento mi sembrano delle eccezioni: la domanda giusta forse e’: questi tre sono gli unici oltre i due metri ad avercela fatta o sono gli unici tre oltre i due metri a giocare a tennis e TUTTI E TRE sono arrivati easy easy nei top 100? Perche’ magari scopriamo che altri lungagnoni ci hanno provato ma erano troppo lenti, non si piegavano abbastanza, non erano coordinati…
    Lo so, lo so…mi sto arramoicando sugli specchi…

  35. wik scrive:

    @massimiliano
    purtroppo si, fisicitá.
    E si stá passando da un gesto tecnico che sfrutta la fisicitá ad una fisicitá che impone un gesto tecnico.
    Mi spiego meglio, se ho un ragazzino che le mette tutte dentro con bei gesti non grido piú al miracolo, al miracolo ci grido se mi arriva quello che con un fisico superiore alla media mi mantiene gli angoli corretti del dritto busto-avambraccio-polso e mi tira sassate sui teloni di fondo, tanto só che prima o poi riusciró a fargli piegare le gambe per tenerle dentro.

  36. Archipedrigno scrive:

    Giocavo soprattutto a pallavolo, é vero. Ma l’atletica l’ho studiata di più. Ed in atletica i numeri valgono da almeno trent’anni (test atletici e videoanalisi comprese). Se non valgono c’é la chimica di mezzo.
    Ora io credo che es. imparare a lanciare un giavellotto sia molto meno “semplice” di quanto possa sembrare: un giorno vedrete atleti alti e longilinei scagliare gli attrezzi alle distanze di quelli poderosi. La formula della potenza é quella, e non cambia: massa per accelerazione. E la velocità é anche decontrazione, cioè costringere i muscoli antagonisti a “non remare contro”. Un ottimo saltatore in lungo non sarà mai un ottimo saltatore di triplo: impulsi infinitamente diversi. Ed il fu campione del mondo di triplo Edwards, mt .18,29, era normodotato. Ma un lunghista non può esserlo…
    Ci sono schiacciatori, nella pallavolo, magrissimi ed altissimi, che hanno delle velocità di reazione impressionanti. E la palla la sparano. In tre anni imparano a giocare ed arrivano in serie A prima della maggiore età. Il tennis non é affatto più complesso della pallavolo, se non da un punto di vista psicologico (opinione personale) per via della solitudine. I decatleti, per farla breve, sono in assoluto gli sportivi che possono praticare qualsivoglia disciplina che eccezionali capacità di successo. Tennis incluso: ci mettono un attimo a capire come si fa… Ma sfido un tennista a prendere un’asta in mano… o a valicare in corsa un ostacolo da m.1.06.
    E’ tipico d’un “piccolo” mondo auto-referenziale (di privilegiati) rimanere ancorati sulle proprie certezze…
    A mio modesto parere sarebbe ora di crescere. Con umiltà. E di riprendere i libri in mano…

    Infine, importantissimo, la carriera d’un atleta può essere molto lunga. I professionisti che bruciano le tappe alla fine spesso scoppiano. Non credo, non credo affatto, che se non sei un “campione” entro i dodici anni la tua vita tennistica sia finita. Credo viceversa che questa affermazione sia in linea con ciò che il professionismo delle Academies ha voluto promuovere: un continuo mercato di nuovi effimeri “fenomeni”.
    Anzi, credo che arriverà il giorno in cui tennisti quarantenni, maturi, laureati e fisicamente preparati, saranno ampiamente in grado di competere con i giovanissimi. La vita s’allunga, il mondo cambia. Ed i soldi non comprano tutto.
    Penso io.

  37. Archipedro scrive:

    Massimiliano, ho preso i primi venti ATP. Se mettevo dentro Karlovic falsavo la media… a mio favore.
    Ed io sono sempre corretto intellettualmente… ;-)

  38. francesco scrive:

    Salve sono nuovo del forum ma lo leggo anche la notte con piacere
    Vorrei un consiglio , sono padre di due gemmelli maschi ( ottimo doppio ) di due anni a quale età potrei iniziare ad insegnargli i fondamenti di questo sport che ,imi orprende sempre per la sua complessità e dove c’è sempre da imparare a qualsiasi età
    Ultimamente ho letto dei consigli su tennisfacile che hanno migliorato il mio gioco in poco tempo

  39. stefano grazia scrive:

    E ricominciamo con le stoccatine :”E’ tipico d’un “piccolo” mondo auto-referenziale (di privilegiati) rimanere ancorati sulle proprie certezze…
    A mio modesto parere sarebbe ora di crescere. ” dice Archie e poi “Non credo, non credo affatto, che se non sei un “campione” entro i dodici anni la tua vita tennistica sia finita.”
    Non so se si riferisca a me, ma io questo non l’ho mai detto: ho solo detto che per arrivare ad essere fra i primi cento al mondo (e non fra i primi 400 nel campionato italiano) devi avere acquisito una memoria corporea specifica fra i 6 e i 12 anni. Non devi essere il numero uno U12 o U14: quello probabilmente sara’ un ipervitaminico ragazzone precocemente supercresciuto e magari perfino lento ma in grado di domare in virtu’ del fisico e magari della testa certi scriccioli piu’ dotati tecnicamente ma evidentemente sovrastati fisicamente. (E pertanto spesso anche psicologicamente).
    Ma non voglio fare polemica. Nella pausa break sono andato in palestra e mentre consumavo qualche caloria sulla cyclette ho dato una scorsa a Tennis italiano di Novembre che mi era appena arrivato e TOH! GUARDA CASO! a pag 38 Riccardo Piatti e non Stefano Grazia o Mad Max scrive nella sua rubrica L’Allenatore: “Sto vedendo soprattutto ragazzini fra i 10 e i 14 anni. Non mi interessa se quando giocano fra loro vincono o perdono.Li osservo da un pounto di vista tecnico, perche’ sono convinto che a 12/13 un ragazzo che vuole diventare un giocatore debba essere completo a livello tecnico.”
    Giuro che non l’avevo letto prima quando ho scritto il post precedente (e del resto sono cose che ho scritto decine di volte negli ultimi due anni) ma non riesco a trattenere un sorriso perche’ e’ capitato,l’articolo di Piatti, come il cacio sui maccheroni.
    “…perche’ sono convinto che a 12/13 un ragazzo che vuole diventare un giocatore debba essere completo a livello tecnico.”
    Pensa Piatti.
    Mica solo io.

  40. Rik scrive:

    Quoto completamente quello che sostengono Stefano e il sig.Piatti: “a 12/13 un ragazzo che vuole diventare un giocatore deve essere completo a livello tecnico” (o almeno essere sicuro sul 90% dei colpi fondamentali).
    Sottolineo però quel “livello tecnico” in quanto, oltre ad esserci notevoli differenze fisiche fra i ragazzi di quell’età, è ancora più facile incontrare piccoli prodici tatticamente inappuntabili che tracciano diagonali talmente geometriche da far invidia a Renzo Piano: tanti altri invece hanno bisogno di maturare e per questo darei loro tempo almeno fino ai 14-15 anni.

    P.S.: Stefano, sei sicuro che quando hai cacciato fuori dal campo tuo figlio per intemperanze e altro fossero anche compresi gli “sbattimenti di ragazze”? Mi pare che per Nicholas sia un po precoce :))

  41. Gus scrive:

    Ciao a tutti,

    per cominciare vi voglio comunicare la mia gioia per essere fra voi e ringraziare Stefano e tutti gli altri per aver scelto la via più difficile, quella di non mollare e di pensare che alla fine il tempo in cui siamo qui, non sia tempo perso.

    Leggendo il nuovo post di Stefano mi sono immaginato Genitori & Figli come una partita di Coppa Davis con il capitano-giocatore, che per un attimo ma solo un attimo si era rassegnato alla sconfitta.

    Si sono vinti i primi due set facilmente, con grande entusiasmo, poi il terzo e il quarto si sono persi 7-6, al tie-break, più per stanchezza che altro. Ma all’inizio del 5° e con le classiche doti del condottiero che non si arrende senza lottare, il capitano incita i suoi uomini a combattere, a mettere in campo anche le ultime energie, cambia strategia e in un amen siamo sopra 5-0 e servizio. Ora tutto dipende da noi.

    E quindi ricominciamo con ancora più forza e vigore, come devono fare tutti i grandi sportivi agonisti a qualsiasi livello e a qualsiasi età.

    Il rapporto genitore figli.

    Ho sempre pensato che il rapporto genitore e figli, soprattutto fino ad una certa età non potesse prescindere da due fattori:

    quantità e qualità.

    Lavoro da 25 anni e ho conosciuto decine di persone-genitori che per giustificare le proprie assenze si sono inventati la mini-qualità. “Pochi minuti al giorno ma di qualità sono sufficienti”.

    Ho visto il mio migliore amico passare 10 anni della sua vita in azienda (eravamo entrambi dipendenti) diventarne prima il Direttore Generale e poi l’AD. Nei primi 10 anni della vita di suo figlio, non hanno mai cenato insieme.

    Sono quindi dalla parte di tutti quei genitori che è probabile sbaglino, ma meglio per eccesso che per difetto.

    Stefano ad un certo punto dice: “La consapevolezza poi di avvicinarci sempre piu’ al punto del non ritorno, al momento delle grandi decisioni, al momento della pura e dura verita’, non fa che accentuare la sensazione che il tempo dell’innocenza davvero stia per finire con il conseguente rimpianto del tempo che passa e di quello che avrebbe potuto essere……”

    Forse sembrerò retorico ma correrò il rischio. E’ ovvio che avendo investito molto di vostro e di Nicholas e avvicinandosi il “momento”, quello in cui si tirano le somme, l’idea che possa non diventare un campioncino possa generare apprensione.

    Ma io oserei dire, nella speranza di non venir seppellito dalla critica, che il lavoro lo avete fatto bene, tu come altri e che il tennis è stato lo strumento, ma che i risultati importanti verranno comunque e se comprenderanno il tennis pro sarà meraviglioso, altrimenti lo sarà lo stesso, perché il lavoro paga.
    Per quanto riguarda il tuo incontro con il coach o maestro che sia io posto una massima di uno degli argomenti che più mi appassiona da 20 anni: la stupidità.
    Il rasoio di Hanlon:
    «Mai attribuire all’intenzione di nuocere ciò che può essere spiegato adeguatamente con la stupidità.» :-)
    Rapporto con l’insegnante.
    Io credo che si debbano distinguere varie fasi:
    La scelta
    Poiché almeno io non sono onnisciente e nemmeno presuntuoso credo che la strada migliore da fare sia prendere informazioni, cercare la soluzione migliore sul territorio (poiché parliamo di ragazzi nell’età della scuola dell’obbligo e di genitori che lavorano, nella media). Poi si deve scegliere. Per capirsi, mia figlia ad un certo punto aveva cominciato a giocare a scacchi (anche io so giocare, ma da dilettante, ovviamente). Ho preso informazioni, mi sono guardato intorno, ecc.ecc. Non era pensabile che io potessi diventare Maestro di Scacchi e farle da insegnante. Chi conosce gli scacchi sa di cosa parlo. Perché si dovrebbe presumere che per il tennis dovrebbe essere diverso?
    Io credo che la soluzione migliore sia, se uno può permettersela, un’accademia. I motivi li sapete tutti meglio di me. Come seconda scelta un circolo con delle squadre agonistiche e maestri che si occupino esclusivamente delle squadre agonistiche. Come terza scelta il maestro individuale.
    Nulla toglie ovviamente che un genitore particolarmente capace possa diventare un ottimo maestro di tennis(o di scacchi) e diventare a sua volta l’insegnante del figlio, ma direi che questo rientra nell’eccezionalità e non nella media.
    La relazione
    Secondo me le prime due scelte, accademia o circolo agonistico, difficilmente avranno un atteggiamento del tipo di quello raccontato da Stefano. Se sono buone accademie o buoni circoli conoscono perfettamente che i risultati si potranno raggiungere solo se si rema tutti nella stessa direzione, nel reciproco rispetto dei ruoli, ma anche del fatto che gli uni senza gli altri non si va da nessuna parte.
    Qui si è detto che ci sono genitori e genitori, coach e coach.
    Vero, verissimo, però non dovrebbe essere difficile capire se siamo tra persone intelligenti oppure no. Ed è per questo che una società agonistica è meglio di un singolo maestro, perché se si hanno dei dubbi o delle perplessità, ci sarà un responsabile con cui poter dialogare.
    Se proprio si trovano tutte le porte chiuse le possibilità sono due:
    (1) o siamo uno di quei genitori :-), ma ovviamente in G&F non ce ne sono e comunque non potremmo averne la percezione;
    (2) o il circolo/accademia/maestro è uno di quelli e allora scappare a gambe levate;

    Il controllo
    Ovviamente come dicono a Napoli ‘cà nisciuno è fesso’: per definizione. Io pago e voglio poter esercitare, nel rispetto dei ruoli, il controllo.
    In generale tra persone intelligenti non ci sono “quasi” mai problemi a trovare una forma di relazione e comunicazione. Io non sono nemmeno d’accordo con chi dice che tranne il genitore non c’è nessuno a cui interessi veramente il futuro dei nostri figli.
    Se davvero così fosse oltre a mettere in discussione gli altri, metteremmo in discussione anche noi stessi nella nostra relazione con gli altri, mentre questo blog è la dimostrazione dell’esatto contrario e cioè che persone senza fini di lucro, si sforzano, dibattono e si impegnano per trovare una strada o più strade che portano al benessere dei nostri figli. Non è mica poco.
    @roberto commentucci:
    e’ ovvio che c’è un gap di competenze, però non credo che sia “solo” questo il canale genitore-maestro-figlio. Lo sforzo è di tutti, non tanto, meglio non solo, per “generare” un campione, ma per formare una persona matura e responsabile che non potrà che essere di beneficio a tutti. Io credo che uno dei valori più sottovalutati da parte degli educatori/formatori/maestri e anche e soprattutto genitori, sia l’ascolto. E questo non è un problema di competenza.
    Ho letto del Progetto di Piatti e lo condivido in pieno nella speranza che trovi le persone giuste per portarlo fino in fondo.
    @avec double cordage
    “Certo che per scegliere il maestro-coach giusto, quasi quasi ci vorrebbe un corso anche per i genitori, nel senso che dovrebbero saperne quasi quanto il maestro”.
    Purtroppo il corso per genitori non lo hanno ancora inventato ed è molto probabile che si facciano figli con un pò di superficialità. Ma sicuramente è l’unico modo che conosco, altrimenti diventerebbe difficileì :-)
    @lucabigon
    Ma perchè, secondo te e altri, ai maestri non dovrebbe interessare un fico secco di allenarlo nella maniera giusta? Se fosse davvero così, ma io non ne ho le prove, probabilmente sarebbe un problema di selezione dei maestri o degli istruttori, o almeno io la vedrei così. Io penso sia più un problema di “sistema” che di “individui” e in particolare di motivazioni.
    @Stefano
    Non so se riuscirò mai a passare dalla Nigeria, però se passi da Torino e vuoi passare una giornata in compagnia non di un coach internazionale e affini, ma di gente “normale”, vi offro la passeggiata e la cena. :-)
    Non ti posso assicurare il tennis, ma è possibile anche quello.

    @Archipedro
    Un grande in bocca al lupo, davvero.
    Posso chiederti perchè se tuo figlio dovesse rimanere basso e quindi avere meno chance di diventare un pro nel tennis, gli proporresti altre discipline?
    Perchè la tua formazione multidisciplinare lo porterà ad amare tutti gli sport allo stesso modo e quindi uno varebbe l’altro, oppure perchè l’obiettivo è solo e comunque il professionismo?
    Piccola postilla:
    ormai sono un pò pochi gli sport a livello pro in cui si riuscirebbe ad emergere rimanendo bassi, anche il calcio che notoriamente è uno di quelli più “abbordabili” per i bassi, ormai fa selezioni nelle giovanili di un certo tipo, a meno come al solito di doti eccezionali, che però ormai ha anche gente come Ibra.
    @Stefano
    Tu dici:
    “La Risposta e’ probabilmente semplice: perche’ il 70-80% dei Genitori forse sono davvero cosi’: asfissianti,petulanti,ignoranti”.Come il 70-80% dei Maestri …
    Possiamo discutere delle percentuali, ma il problema, in generale, è tutto qui.
    Per farti/farvi due risate consiglio un libricino di Carlo Maria Cipolla “Allegro ma non troppo”. Se non riesci a reperirlo facilmente dove sei (come posso immaginare), se mi mandi il tuo indirizzo alla mia casella di posta gustavo.gallotti@alice.it te lo spedisco io.
    La seconda parte è molto divertente e si legge in un paio d’ore.

    Un in bocca al lupo a tutti per il 5° set. :-)

    Gus.

  42. wik scrive:

    Si anch’io concordo con la teoria dei 12-13 anni. Completo significa non aver difetti evidenti, aver la base solida per passare i futuri anni a meccanizare e rinforzare il tutto e non a correggere, poter lavorare sulle basi tattiche e strategiche.
    Ricordo come ora quando facendo da spalla ad un allenatore di professionisti ci arrivò un ragazzo di 16 anni il cui sponsor gli chiedeva se sarebbe stato in grado di puntare all’ATP, una bestia di giocatore, davvero molto bravo. Lo tagliò con mio grande stupore per aver un difetto marcato di copertura del dritto asserendo che a quell’età era ormai tardi per lavorarci sopra. Allora mi stupii, col passar degli anni compresi.

  43. francesco scrive:

    Riguardo l’altezza io penso che il tennis è uno dei pochi sport che permette ai normodotati Davidenko Fognini ecc di arrivare ad alti livelli
    In altri sport è praticamente impossibile Basket Volleyball Atletica canottaggio etc..

  44. anto scrive:

    @ wik– ho letto il tuo ultimo post riguardo quel ragazzo di 16 anni scartato dall’head coach e sono restato un pò perplesso e ti spiego il perchè. Leggevo qualche mese fà l’intervista a Daddy Bartoli il quale ricordava come aneddoti divertenti, le continue risate dei coach professionisti riguardo suo figlia. Non va da nessuna parte, troppo grassa, è sgraziata, pesa troppo eppure lui non ha ascoltato nessuno e l’ha portata alla finale di wimbledon e nelle top 10. Credo che questo sia emblematico, non c’è mai niente di certo sopratutto nel tennis……

  45. mamoxi scrive:

    Tutto molto interessante, davvero….. La mia opinione su come fare le cose giuste per aiutare un bimbo di 8-9 anni a realizzare il suo sogno tennistico coincidono con quelle di chi considera predominante la parte di preparazione fisica con esercizi di coordinazione e propedeutici vari per sviluppare al massimo la coscienza del corpo e delle sue capacità fisiche, doti che saranno importanti comunque non solo per il tennis …. Per quello che riguarda la tecnica bisogna correggere errori gravi ma lasciarlo libero di esprimere il suo modo personale di giocare e divertirsi sul campo, portarlo a fare tornei ma senza pressioni, fargli capire il valore delle partite, che non puo’ vincere sempre e che se perdera’, quel giorno il suo avversario avra’ giocato meglio di lui…. Dico cosi’ perche’ ho visto cose incredibili sia sul campo da parte dei bambini che fuori dai genitori, partite che non contano nulla trasformate nella guerra dei roses… In pratica dargli una buona educazione sportiva e capire nel tempo se ha la forza e la volonta’ per fare e portare avanti questa difficile scelta, seguirlo nel cammino e aiutarlo a fare le scelte giuste nel momento giusto…. Sto dando per scontato che il bimbo sia in una fascia tennistica medio-alta come capacita’, che abbia buone capacita’ motorie…… La parte piu’ importante e’ sempre la volonta’ e la caparbieta’ che si manifesteranno nel tempo e che noi dovremo cogliere nel comportamento del bimbo e che daranno la reale possibilita’ di costruire un giocatore. Ho avuto la fortuna di conoscere sin da piccolo uno e a 15 anni l’altro due giocatori italiani con evidenti lacune che hanno poi raggiunto classifiche importanti e sui quali pochi avrebbero scommesso, ebbene avevano entrambi una cosa sopra la media, la testa, intesa come volonta’ e fiducia in se stessi. Quindi attenzione alla troppa organizzazione della vita tennistica dei nostri bimbi, nel senso di non travolgerli di impegni , si potrebbe correre il rischio di scegliere troppo per loro, cosa che dobbiamo certo fare ma non pensando di essere perennemente in ritardo rispetto a un programma che non e’ uguale per tutti….

  46. wik scrive:

    @anto
    si vero, ma la Bartoli tecnicamente era a posto, i problemi della Bartoli erano altri. Il padre fu intelligente per due ragioni, dato che esistono problemi di mobilità già in partenza in ambito femminile, perchè dovrebbe essere così penalizzata solo perchè cicciottella ? La seconda cosa intelligente che fece fu costruirgli un gioco che sopperisse ai suoi problemi di peso. Il risultato fu davvero buono, ma in ambito maschile questo sarebbe impossibile, la rapidità di movimenti è obbligatoria.

  47. Gus scrive:

    @anto: sicuramente nella fase di selezione di un ragazzo si può anche sbagliare, è difficile anche per un professionista “vedere” le potenzialità di un ragazzo di 10-12 anni.
    Una considerazione, in generale, però è lecito farla. Il tennis femminile consente margini di difettosità sia tecnici che fisici che ormai nel tennis maschile sono assolutamente impensabili.

    Ricordiamoci che una top ten femminile vale mediamente un 2.2 maschile italiano.

    Gus.

  48. Archipedro scrive:

    Caro Stefano, nessuna “stoccatina” ma la mia semplice opinione, quella di sempre. Un trasparente spaccato del “mondo tennistico” l’ho proprio ricavato da questo blog. E non credo che la tua personalità coincida con esso. Neppure il blog, per quello che s’é letto, sei solo tu. Quindi permettimi di ritenerlo auto-referenziale senza che ciò significhi che anche tu lo sei. Sai benissimo qual’é la critica che t’ho sostanzialmente mosso: quella di non alimentare la speranza anche nei genitori di ceto basso, ai quali é stato solo detto: “Il tennis costa…”. Io credo che “un certo tipo di tennis costi”. Ed ho visto ragazzine dell’Est condurre una vita modestissima ed arrivare in alto. Quindi una possibilità c’é. Perché serve una pallina, una racchetta e tanto impegno. Non solo e sempre un campo in terra rossa, coperto, illuminato e riscaldato. Io la penso così: Rocky 4 può allenarsi in Siberia e combattere per il titolo…

    Ciao Gus. Hai perfettamente ragione. Ho una contraddizione di fondo: parlo di sport e penso all’agonismo. Dove se non sei veramente “calibrato” prima o poi ti mettono da parte. E di ciò ne soffri. Quindi si tengono aperte più opzioni. Ti riassumo, se é possibile, la mia posizione.
    A) Mio figlio fa sport 1) perché é interessato a farlo, 2) perché m’aiuta ad educarlo, 3) perchè così stiamo insieme. L’obiettivo finale é un uomo di spessore e non un “pro”. Tra le due cose non c’è però incompatibilità. Nell’atletica (attualmente) con certe misure entri in un gruppo sportivo e ci campi. Ma non sei un pro: sei un poliziotto, o finanziere. E la laurea ti può aiutare molto. Ho colleghi architetti che giocavano in serie A a pallavolo e si pagavano gli studi: ma erano dilettanti. Nel tennis si tende ad estremizzare troppo: o sei nei primi trenta al mondo o non esisti… (ecco, vorrei Mati tra i primi 1000 tennisti al mondo, in giro per l’Europa in camper, con la fidanzatina…)
    B) La “lateralità” e “tridimensionalità” del tennis m’aiuta a coltivare il suo ambidestrismo ed il suo “timing” attraverso il gioco (ed il ping-pong m’annoia). Ed il tennis “sul campo” é notevolmente formativo.
    C) Cerchiamo gratificazioni nel presente, e non solo proiettate nel futuro: quindi se lanciare a mt.15 un pezzo di legno lo rende felice facciamo anche quello. E lo chiamiamo “giavellotto”.
    D) Se devo indirizzarlo rispetto a discipline pienamente Mati-compatibili scelgo 1) la pallavolo, 2) il tennis, e 3 l’atletica (…). Ma solo nel tennis ho dei riscontri immediati. Meno nell’atletica, molto meno nella pallavolo.
    E) Alla fine farà ciò che vorrà, ma é evidente che se sarà considerato bravo ANCHE dagli altri la sua scelta ne sarà GIUSTAMENTE influenzata: quando qualcuno si ferma a guardarci lui non rimane insensibile a questa attenzione. Però é anche vero che se vieni tesserato dalla società sbagliata poi sei finito. A me é successo. Quando ho dovuto mollare la pallavolo, l’atletica m’ha aiutato molto. A volte la vita ti costringe a “ripiegare”: ed alla fine sempre di sport si tratta.
    F) Tutte le persone che preferisco hanno un’esperienza sportiva DIRETTA alle spalle, che le ha rese leali. Sto insegnando al piccolo a perdere. Però se un giorno vincerà dei tornei, o delle gare…
    Non so se ho risposto. Forse una risposta non c’é.

  49. stefano grazia scrive:

    Rik: ooops…“sbattimenti di ragazze”? Ovviamernte di racchette, anche se le ragazzine della scuola americana hanno gia’ cominciato il pressing a distanza…Anche questa e’ una variabile tutta da decifrare del futuro del giovane tennista…Gli Ormoni!!!

    GUS: in effetti fossi in Italia a Torino ci sarei sicuramente capitato visto che sono in contatto con Bertino e comunque avrei voluto portare anch’io mio figlio al Progetto Tennis di Piatti …Magari quest’estate la cosa sara’ possibile… Grazie per il libro, ho preso nota…Da giocatore di scacchi ti consiglio un film stupendo, uno dei miei top 10, di cui ho parlato piu’ volte citando dialoghi e situazioni, una in particolare, quando il padre si trova a dover spiegare a una ottusa maestra che suo figlio ha un dono che gli permettera’ di eccellere in qualcosa in un modo che ne’ lui ne’ la maestra ne’ chiunque altro nella sua stanza riusciranno mai ad eguagliare nelle loro rispettive professioni…Searching for Bobby Fischer, basato su una storia vera. Un film che tutti i genitori di G&F dovrebbero se non possedere almeno noleggiare.
    Grazie della stima, comunque. Bella l’immagine del quinto set…

    Mamoxi: altro che guerra dei Roses, dovevi essere quest’estate ai tornei giocati in Florida da Nicholas: un rollercoaster di emozioni, dall’imbarazzo all’orgoglio e viceversa… ogni partita una rissa con l’avversario, con l’arbitro, perfino col pubblico che lo prendeva in giro perche’ ad ogni punto, ad ogni singolo stramaledetto punto, era un COME ON! ALLEZ!!! battendosi il petto, un autopumping che lo poretava in uno stato di erezione agonistica, come direbbe Biscardi…E quello era mio figlio, ahime’ … Al quale comunque abbiamo sempre insegnato ad accettare vittoria e sconfitta, those impostors!, as the same, e che vincere non conta, perdere non conta, conta solo How you fight, come hai combattuto… E puo’ darsi che stia facendo un po’ di confusione: del resto io cerco di controllarlo, di spiegargli, di fargli capire…ma non troppo, perche’ non puoi soffocare il winner, the fire inside…Che del resto e’ quello che ha colpito di piu’ alcuni Coach, nel male certo ma soprattutto nel bene (non c’e’ nessuno, in questi tempi all’Academy, che ha la voglia di vincere che ha tuo figlio, mi disse quest’estate uno dei Coaches alla Bollettieri). Di questo parleremo sicuramente in uno dei prossimi pezzi introduttivi dal titolo Personalita’ o Maleducazione? This is the question, ma possiamo comunque cominciare a parlarne fin da subito…

  50. stefano grazia scrive:

    Volevo intanto ringraziare di cuore Wik per i suoi interventi, Wik che ho strappato quasi di forza da un’altra aerea, Wik che e’ un addetto ai lavori e come ci racconta lui stesso non e’ un Maestro FIT ma “sono un allenatore e ho il corrispondente titolo del paese che mi ospita come tale”.
    Scrive anche, in un altra area del Blog (e se lo cito e’ perche’ vi rendiate conto che quando scrive…merita di essere letto…):
    “Un buon tecnico deve sapere guardare al futuro di un atleta, e guardare al futuro significa perdere, significa darti impostazioni a lungo termine e vittorie a lungo periodo. Il tennis che si voglia o non voglia è così.
    La mentalità Italiana prevede invece vittorie a breve per rendere visibile il circolo o quant’altri possono trarre vantaggi dalle vittorie di un atleta. Succede che troppi tecnici validi vengono soppiantati proprio da tecnici che danno opportunità a circoli e company di rendersi visibili con risultati immediati, ma che bruciano letteralmente gli atleti in formazione.
    Non voglio qui criticare chi finanzia e sonoramente il tutto, parlo di mentalità diffusa, di ragioni di un fallimento generale del movimento tennistico partendo dalla base.
    Personalmente sono stato tirato su tennisticamente all’inizio da tecnici Italiani di quest’ultimo tipo da cui sono letteralmente fuggito (si badi bene non critico tutti, anzi ce ne sono di validissimi), poi da Francesi molto meglio e infine ho trovato in quegli Argentini la vera filosofia a lungo termine che mi ha fatto fare il salto di qualità sia dal punto di vista di atleta sia e soprattutto da quella del punto di vista tecnico-formativo come allenatore.
    E’ a loro soprattutto che devo questa preparazione, che in parte si, si studia dai libri e dai corsi, ma in larga parte è una sorta di cultura verbalmente tramandata come in un’antica bottega artigiana.
    I segreti, le intuizioni si imparano lì, alla corte del mastro-allenatore come in altri tempi si studiava nella bottega del pittore di fama.
    Ci sono anche in Italia questi validi trainer, ne conosco parecchi, ma è tutto molto più difficile, ed una delle ragioni, non certo la sola è quella che ti ho appena descritto.”
    Se volete saperne di piu’ su Wik andate a leggervi per es la sua analisi del rovescio di Gasquet di seguito all’articolo dell”autorevole Commentucci” e ringraziatemi comunque per essere riuscito a dirottarlo sui nostri lidi. Adesso aspetto anche Gudpis e Rosinaldo.

  51. stefano grazia scrive:

    Archipedro, infine…vabbe’, lo sai vero che Rocky 4 e’ un film, neanche tanto bello, e comunque non basato su fatti realmente accaduti … Nella realta’ Ivan Drago di Rocky faceva polpette visto che anche lui si era allenato (piu’ plausibile semmai che Apollo Creed avendo sottovalutato la prima volta Rocky fosse costretto pur vincendo ai 15 round)
    Comunque ho capito, anch’io ho citato a volte la bellezza e la purezza di un allenamento spartano alla Rocky Balboa nella Dacia Siberiana (e anch’io faccio spesso prep atletica in cortile coiu coni, con gli ostacoli forgiati da un saldatore, correndo su per le scale, sfruttando il territorio insomma…Pero’ io stavo parlando di realta’. La realta’ mi dice anche che se sei dentro i 1000 in giro con il camper ti paghi tutto tu: dal camper alla benzina, perche’ di soldi per coprire le spese non ne fai … Ci sono un paio di libri sull’argomento che sviscerano anche l’aspetto economico (vi daro’ i titoli esatti ASAP) e non c’e’ da stare allegri. Pero’ non ho mai detto che solo chi e’ non e’ abbiente non possa giocare a tennis e anzi qualche volta ho anche avanzato il dubbio che questi siano favoriti: dalla loro fame (quando Yuri porto’ sua figlia alla Bollettieri le dovette apparire come il Giardino Incantato dell’Eden a lei che provebiva dalla ex Unione Sovietica e le fu subito chiaro che se non voleva ritornarci c’era una sola via) che e’ stata ricordata anche da Anto con riferimento ai giocatori argentini MA ANCHE dal fatto che Academies e sponsors quando si tratta di elaregire Borse di Studio finiscono poi per privilegiare quello bravo senza soldi rispetto a quello bravo anche lui e magari di piu’ ma col papa’ benestante.Giustamente,per carita’, ma se penso a quel che mi dicevano quest’estate, che una 16enne numero 400 nel mondo aveva speso in un anno 160.000$…c’e’ poco da essere benestanti. Quello era un caso limite, ma non crediate che a 18-20 anni a girare per challengers e future non si spendano 30-60.000$ come ridere… E quei soldi da spendere cosi’ senza fiatare non li ho nemmeno io, checche’ ne possa pensare Archipedro.
    Semmai io dicevo che potrebbe essere meglio SPENDERE PRIMA per spendere meno dopo: nel senso che se spendendo qualche soldo in piu’ prima per farti piu’ forte, completo, potenzialmente piu’ promettente agli occhi degli sponsors/federazione/talent scouts, magari e’ possibile attirare l’attenzione di una Federazione e/o chi elargisce le scholarship per questa o quella Academy.
    Comunque, anch’io proprio pochi gg fa parlando con mia moglie ipotizzavo quando mio figlio eventualmente a 15-16 aa dovra’ giocare ITF e Future per l’Italia o l’Europa-ma anche negli US, di girare in Camper per risparmiare. Come vedi non siamo poi tanto diversi: cosa credi ancora nonostante ti abbia ben spiegato, che noi si giri solo in Ferrari? Come ti ho gia’ raccontato le mie uniche auto sono state una vecchissima alfa sud comprata usata (due milioni) nell’86 da mio zio e a cui tirammo via i sedili posteriori per infilarci alberi e vele da windsurf durante il nostro viaggio al Guincho, e poi un Toyotone Land Cruiser del 95, parcheggiato in campagna e ormai prossimo alla rottamazione temo … Comunque, anche se avessi tutti sti soldi che tu pensi, la Ferrari non me la comprerei mai, quella delle auto di lusso e veloci e’ un vizio, assieme a quello del fumo e dell’alcol, che mi sono sempre risparmiato.

  52. Avec Double Cordage scrive:

    beh Stefano, bella notizia questa della tuo “team” che hai formato con i protetti di Kinienka, mi pare un ottimo esempio, e secondo me cercare qualche ragazzino potenziale atleta figlio di immigrati in Italia, e farlo partecipare agli allenamenti potrebbe essere un ottima mossa… pare che oltre alle sorelle Williams, ora che un afroamericano è divenuto presidente degli USA, prossimamente riceverai altre visite americane… staremo a vedere se prevaleranno investori e esploratori alla ricerca di materie prime o soldati in cerca di oggetti da riqualificare e ricostruire, ora che le porte al continente madre sono aperte e amiche per gli USA più che mai

    certo che questa vittoria di Obama ridicolizza le vittorie di Hamilton (primo campione mondiale di formula uno) e Tsonga vittorioso a Parigi Bercy

    intanto alla camera di Roma a quanto pare è stato dato il via libera al nucleare come apprendo da un articolo imboscato a pagina 34 de la stampa,
    notizia introvabile sui vari la repubblica, corriere della sera, e altri papiri pagati con le nostre tasse per nutrire il macero

    l’ho trovata sul sole 24
    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2008/11/camera-approvazione-collegato-sviluppo.shtml?uuid=a6f23666-aab8-11dd-9c6a-39fa5cb05797&DocRulesView=Libero

    ma il referendum del 1987 che validità ha?

    …ottimo timing comunque per una notizia del genere che sicuramente avrà ampio risalto oggi, inutile dire che la trovo una decisione sciagurata visto che non c’è mezzo di depositare le scorie, unica possibilità sotterrarle da qualche parte per 300 anni, poi una volta passati i 300 anni quando il cemento si sarà deteriorato toccherà a quelle generazioni pagare i costi per la nostra energia nucleare, tutto questo quando siamo cittadini di un pezzo di terra predestinato come potenziale paradiso dell’energia rinnovabile, circondati da correnti marine, maree, vento, sole, geotermia a volontà ma piuttosto che investire nella ricerca e nell’educazione dei nostri figli investiamo in tv spazzatura per rincitrullirli… il paese dei balocchi e calcio …non solo del pallone

  53. anto scrive:

    “Un buon tecnico deve sapere guardare al futuro di un atleta, e guardare al futuro significa perdere, significa darti impostazioni a lungo termine e vittorie a lungo periodo. Il tennis che si voglia o non voglia è così. –Questa frase l’ho sentita dalla bocca di coach Piatti quando parlava del suo Ljubicic……………..

  54. Roberto Commentucci scrive:

    Una storia secondo me interessante a proposito di impostazioni di breve e lungo periodo è quella di Camila Giorgi, la sedicenne italo-argentina allenata dal padre Sergio, una ragazza che da noi suscita grandi dibattiti, fra sostenitori, che vedono in lei una futura top 10, e detrattori che la ritengono un bidone.

    Proprio ieri Camila (che per ora è intorno alla 500a posizione in classifica) ha ottenuto il suo miglior risultato in carriera. Nel 50.000 di Ismaning in Germania, dopo aver perso all’ultimo turno delle qualificazioni, è stata ripescata come LL e ha battuto la slovena Zec-Peskiric, n. 130 Wta.
    Camila ha doti fisiche spettacolari, non è altissima ma ha una esplosività, una rapidità di piedi, una reattività e una velocità di base che non ho mai visto in alcuna giocatrice italiana.
    Anche la sua impostazione tecnica non ha nulla di italiano. Colpi violentissimi, definitivi.
    Lei comanda il gioco sempre e comunque, anche contro una top 100 (come al Foro contro la Craybas, dalla quale ha perso solo 76 al 3o).
    Tira prima e seconda di servizio fortissimo, e risponde sempre in modo iper-aggressivo e ultra-anticipato.
    Il suo problema, per ora, è che il campo, con quei missili, lo prende una volta si e una volta no: manca totalmente di acume tattico e le sue partite sono una continua alternanza di vincenti spettacolari ed errori non forzati.
    Insomma, fa tutto lei, sempre, è in grado di perdere e vincere praticamente con chiunque.
    Devo dire che l’idea di fondo del progetto (come mi ha confermato papà Sergio questa estate) era proprio quella, fin da piccolissima: lavorare costantemente sulla tecnica e sul fisico, senza stare lì’ a pensare all’esito delle partite. Inoltre, Camila ha sempre seguito una programmazione ambiziosissima (grazie anche al sostegno finanziario di Mouratoglu). Non ha praticamente mai giocato i piccoli tornei da 10.000 dollari, ma si è sempre confrontata a livello medio-alto.

    I suoi critici, d’altro canto, dicono che non imparerà mai a gestire le partite, che è una sparapalle senza senso, che il padre non è in grado di seguirla, che se fosse stata davvero brava ormai avrebbe dovuto essere molto più avanti in classifica (è nata il 31.12.1991), eccetera.

    Forse la Giorgi è un esempio un po’ estremo, e un maggiore acume tattico, e magari un coach vero, le farebbe comodo.

    Ma credo che comunque l’approccio seguito da suo padre possa portare molto più lontano rispetto ai maestri che, in Italia, dicono ai nostri ragazzini di alzare pallettoni per vincere la Coppa PIA.

  55. Archipedro scrive:

    Stefano, vecchio mio.. se m’avessi detto che sono “irragionevole” m’avresti fatto un gradito complimento. Però fuori dalla realtà… ad un cartesiano come me…
    Oggi in America ha vinto Obama, che é nero… colore non dominante. L’avresti mai pensato possibile, solo qualche mese fa? Può darsi che sia un segnale per le minoranze di tutto il mondo… Per i tristonazzi come me. Se qualcosa dovesse finalmente cambiare, su questo arido pianeta, io ne sarei felice…
    Non siamo poi così diversi, é vero. Ma ci agitiamo per sembrarlo… Però siccome t’occupi egregiamente di tuo figlio rientri ampiamente nei miei standard di persona seria e padre coscienzioso.
    Quello della Ferrari era stato uno “scherzo” (solo dopo ho capito che le mie metafore risultavano fuori luogo…), in una fase in cui sembrava che si potesse addirittura scherzare. E sentirsi quasi tra amici…
    Ma questo é il luogo della realtà, come dici tu. E non può non esserne uno specchio impietoso…

  56. Gus scrive:

    Per chi volesse leggere quello che pensa a proposito di gioco di squadra, che può essere in questo caso applicato a figli/genitore/coach uno degli sportivi che io reputo più intelligenti (Julio Velasco) posto il seguente link:
    http://www.studiovolley.it/Metodologia/VELSDS.htm

    @Archipedro: io sono molto vicino al tuo pensiero, anche se non riesco a fare tutti quegli sforzi che stai facendo tu con tuo figlio; però questa è colpa mia. Sul resto sono in sintonia, solo che inizialmente non lo avevo capito esattamente in questi termini.

    Abbiamo già detto che di soldi e tennis si parlerà in futuro e ognuno dirà la sua, ma anche fosse uno sport per “ricchi”, il problema che ci dovremo porre non è quello di seguire le mode (che sono anche quelle per ricchi, e ci tengo a dire che non è una stoccatina per nessuno), ma modificare il sistema o al limite, se proprio non ci si riesce, studiarne uno parallelo. Velasco in una delle sue conferenze disse più o meno così: “se accettiamo l’idea che allo sport possano accedere solo persone con doti eccezionali abbiamo decretato la fine dello sport stesso”. Quindi non è accettabile e anzi è da rifiutare un’idea del tennis che non lasci speranze a chi non ha i soldi, che peraltro mi sembra molto più vicina al tennis di 30/40 anni fa che non a quello attuale. Come diceva giustamente Stefano è possibile che per diventare campioni ci vogliano molti soldi, ma non è detto che quei soldi li debbano tirar fuori i ragazzini o i loro genitori. Ma ne parleremo meglio prossimamente.

    Gus.

  57. Archipedro scrive:

    Gus, a volte ciò che possiamo concretamente fare dipende anche da delle buone idee. E poi dal tempo, l’unica risorsa fondamentale assieme alla libertà.
    Ti faccio un brevissimo esempio. Per far giocare il piccolo su un campo coperto ed illuminato di terra rossa dopo l’uscita dalla scuola (16.30) dovrei oggi pagare tra i 18 ed i 24 Euro/ora, se lo trovo libero. Che a mio parere è troppo. Ma nel “campo” libero dove vado, in cemento all’aperto, non c’é l’illuminazione.
    Bene, sto perfezionando il primo prototipo (già testato) d’impianto d’illuminazione portatile, con piccolo gruppo elettrogeno e due pali monta-smonta con 12+12 lampadine al neon da 20W (non ti dico come ho costruito i fari-contenitore delle lampadine…) Faremo un solo allenamento alla settimana in quel modo-da-disperati, ma per tutto l’inverno. Un’altro lo faremo, credo, sotto una grande tettoia pubblica, in una specie di parco cementificato dove vanno con gli skate-boards: pallettate contro il muro, vicino ad un potente faro. E nel w.e. finalmente … il sole!
    Il campo d’atletica fortunatamente è ben illuminato. E se piove ci sono i gradoni… Risparmio complessivo: 100 Euro /settimana. Tra undici anni e due mesi il piccolo avrà diritto ad un … camper seminuovo. Più o meno.
    Sono patetico? Fuori dalla realtà? No, sono lucidamente pragmatico… costi-benefici… insomma: un americano perfetto! Self-made-men, we both…
    Se non farà il tennista… diventerà un ottimo inventore (che è poi ciò che è convinto d’essere…).

    Roberto, sono per Camila: tirare sempre, senza speculare, per perdere tutte le partite che non contano. Poi un bel giorno finalmente vinci, e ti chiamano Tomba, o Rossi, o Bernardi, o Connors… E facile non sbagliare mai un colpo che non potrai MAI fare…

    Scusatemi, ora smetto!

  58. mar scrive:

    Interessante la discussione sui soldi non soldi.
    Io sto dalla parte dei soldi.
    Faccio un esempio, un genitore di un potenziale campione, vive in un paesino sperduto dove non si ha la possibilità di far allenare a dovere il piccolo; cosa comporta cio’? spostarsi per farlo allenare da un buon maestro, magari viaggiare, trasferirsi…La famiglia non se lo puo’ permettere e quindi magari farà un altro sport.
    Partendo da questa base, e’ gia’ un non campione il piccolo.
    Per non parlare di portarlo ai tornei gia’ da under10…magari lavori in nero e se non lavori un giorno non ti paga nessuno….e se manchi 2gg non ti paga nessuno….e se non lavori 3gg non riesci a magiare….
    Io per esperienza personale, posso dire che nella vita ho fatto tennis a 30anni, e sapete il perche’?
    Mio padre, genitore di 6 figli, operaio/turnista, figuriamoci se mi accompagnava ai campi da tennis fin da piccolo, in quanto non ne aveva il tempo/denaro per accontentarmi.
    Mi trovo’ una palestra dove io potevo andare a piedi per fare sport, ed ecco che ho cambiato sport prima di iniziare.
    Con questo non voglio dire che sarei stato un potenziale campione, ma la passione che avevo fin da bambino, non ho potuto coltivarla fin da allora, e da qui mi sorge il dubbio che se avessi avuto un genitore benestante avrei fatto lo sport della mia vita…e chissa’ quanti ce ne saranno questi esempi….a migliaia, anz milioni…

  59. stefano grazia scrive:

    Qui in Nigeria l’elezione di Obama ha scatenato gli entusiasmi del popolino solo che la cosa ha a volte effetti imbarazzanti e controproducenti con una sorta di razzismo all’incontrario, nel senso che la vittoria di Barrack a noi bianchi ci viene quasi rinfacciata. anche se magari tu stesso avresti votato per lui. Proprio ieri e’ entrato l’Autista dell’Ambulanza che scambiava dei “5″ con una infermiera inneggiando al Black is Back! e a me che chiedevo lumi spiegava appunto che si riferiva ad Obama. Io gli rispondevo scherzando: Spero pero’ che tu parteggi per Obama perche’ e’ bravo e non perche’ e’ nero perche’ altrimenti…anche Mobuto,Amin Dadam, Sonny Abacha erano o sono neri…
    E’ una cosa che avevo sempre notato, e per carita’, e’ giustificabile dalla storia passata ma mentre il bianco non razzista e di buona cuiltura in un incontro sportivo fra bianco e nero tifa indifferentemente dal colore delkla pelle e puo’ tifare anche per il nero (Mohammad Ali, Arthur Ashe, Magic Johnson se comparato a Larry Bird) normalmente il nero tifa sempre per il nero.
    Invece la scorsa settimana i miei due allievi di colore mi hanno -favorevolmente-sorpreso: entrambi fra Tsonga e Roddick avevano tifato per l’Americano. (Io no, avevo tifato per Jo Wilfred ma Andy,che come gioco non mi ‘attizza’ come persona mi sta invece molto simpatica: intelligente, ottimo perdente-riguardatevi le sue conferenze stampa dopo certe brucianti sconfitte, simpatico, buon sportivo anche se a volte incazzoso in campo…
    Comunque, al di la’ della politica, due cose: massi che l’avevo capito che scherzavi, permalosone d’un pedro e se davvero faremo in campagna da me la Woodstock dei G&F la prossima estate,ti renderai conto di persona che non mi difetta il sense of humour…Pero’ qui si continua a equivocare: il parlare dell’allenamento di un futuro possibile top 100 non esclude il parlare di allevare un figlio ottimo agonista della domenica, o perfino uno che possa diventare un Padovani o un Alice Canepa che poi al Circolo sottocasa (e anche da noi) saranno considerati dei marziani, ma bisognerebbe comunque specificarlo perche’ altrimenti si potrebbe ingenerare della confusione. Io non so cosa diventera’ mio figlio che potrebbe anche dirmi fra un anno o due: “am san beli roti i marun’ che non e’ ne’ dialetto yoruba ne’ igbo (nei quali comincia a impratrichgirsi) ma slang bolognese, ma quello a cui mi riferivo parlando del limite 12-14 anni era il giocatore che vuole diventare un top 100 e magari anche di piu’. Ma qui noi possiamo parlare di entrambe le cose e certamente non saro’ io a disprezzare chi gioca a tennis non per diventare un pro ma solo un agonista. Anzi, era una frase di Kill Bill e io l’avevo subito fatta mia.
    Kill Bill, ci manchi…dicci qualcosa,su…In attesa sempre di Mad Max.

  60. anto scrive:

    @ Archipedro ==Oggi in America ha vinto Obama, che é nero… colore non dominante. L’avresti mai pensato possibile, solo qualche mese fa? Può darsi che sia un segnale per le minoranze di tutto il mondo… == qualche settimana fà è venuto a trovarmi un ragazzo americano di Austin che ha sua sorella che ha sposato un italiano. Ebbene, il ragazzo in questione mi diceva che Mc Cain non avrebbe mai vinto le elezioni in quanto troppo vecchio, troppo stanco e che la sua candidatura all’interno del partito era stata un errore, e questo me lo diceva un repubblicano ripeto alcune settimane fà.. Probabilmente se i repubblicani avessero candidato una persona più dinamica e credibile, probabilmente avrebbero perso lo stesso ma non in maniera così netta. Mi raccontava che ormai il black è diventato imperante, nel cinema, nello sport, nfl e nba, tranne che nel tennis. Si proprio nel tennis, i migliori atleti finiscono nei college per il football o per il basket, e gli scarti in altri sport minori. in Texas è difficile vedere un nero brandire una racchetta da tennis. E poi ormai le academy nascono come funghi e per loro il business è business. Si vedono tanti stranieri coreani, giapponesi, indiani e pochi americani. Potrà sembrare assurdo ma è quello che lui affermava. Ci sono futures sparsi per gli usa dove ha assistito a finali dov’era presente il giudice arbitro i due finalisti e tre spettatori. Lì o si vincono gli slam e gli atp o non sei nessuno. Sponsor zero, mamma nike solo promesse sicure, reebook sparita, è più facile strappare qualche contratto con Wilson. E sapete la sua frase finale qual’è stata: l’america l’avete qui voi in Italia e non ve ne rendete conto………..mah sarà……………..

  61. Nikolik scrive:

    Archipedro, hai un’idea romantica dello sport, e dell’approccio allo sport da parte dei minori, che è anche la mia e, quindi, sono dalla tua parte, come sai, perché di molte di queste cose abbiamo già parlato.

    Ma, pur dalla tua parte, ti devo avvertire che il tuo pensiero che si possa attendere l’adolescenza per decidere se diventare un campione, oppure no, rappresenta, purtroppo (e dico purtroppo), una pia illusione.

    La verità, purtroppo, è un’altra: guarda, è mio parere (ma Madmax e Stefano potranno essere più precisi al riguardo) che, almeno fino ai 10-11-12 anni, l’aspirante campione possa fare ancora una vita quasi normale, quasi come ogni suo coetaneo, ed anche senza spendere tanto.
    Ad esempio, tanto per dirne una, non penso che a quell’età si sia costretti ad abbandonare la scuola. Dopo sì, però.

    Archipedro, guardiamo, ad esempio, il nostro padrone di casa, Stefano. Alla fin fine, Stefano non spende tanto per l’attività sportiva di suo figlio.
    Mi pare di capire (ma Stefano potrà contraddirmi) che suo figlio, a parte qualche settimana in accademia da Bollettieri o in Australia, durante l’anno non faccia tornei né abbia un coach personale: quindi, non si tratta di soldi.
    Se vuoi fare un allenamento intensivo, puoi farlo, fino ad una certa età, senza spendere cifre enormi e senza fare tornei.

    Piuttosto, dai 12 anni in su, è logico che si deve spingere sull’acceleratore: ma, attenzione, le basi, tecniche e fisiche, devono già esserci. Insomma, si deve già avere lavorato bene. E da anni.
    Non si può, ovviamente, iniziare a quuella età. A quell’età devi avere già lavorato seriamente.

    Penso che sia da quella età in là che l’iniziativa cominci a pesare economicamente.
    Ma attenzione a questa storia dei soldi: da oggettiva difficoltà, temo che stia diventando un alibi.
    Alla fin fine, si tratta di finanziare la carriera di un figlio: cosa che ogni genitore cerca di fare. Qualunque sia la sua carriera.

    Roberto, fai bene a parlare della Giorgi!
    E’ fortissima.
    Però, anche qua c’è un però: avevo letto che la Giorgi vuole abbandonare la sua accademia francese per tornare in Italia. Così avevo sentito dire.
    Del resto, è notizia di questi giorni, riferita da Alessandro Nizegorodcew sul suo blog, che la Burnett è tornata stabilmente ad allenarsi in Italia, al Tennis Club Parioli (se non ricordo male, si allenava in Spagna).
    Se non sbaglio, anche Quinzi e Miccini si stanno attrezzando per tornare, se non sbaglio hanno affiancato dei maestri italiani alla loro frequentazione di accademie straniere.
    Insomma, i nostri maestri insegneranno anche ad “alzare pallettoni per vincere la Coppa PIA”, come dici tu, Roberto, ma, insomma, tutti i nostri migliori e più giovani talenti cercano, in un modo o nell’altro, di tornare.
    Non è che, alla fin fine, queste accademie straniere…bah!

  62. Stefano Baraldo scrive:

    ciao. sono un Uomo che lavora nel Tennis (scusate, ma “addetto ai lavori” mi suona tremendamente crudo e freddo)
    interessantissimo tutto! veramente carino!!!
    aneddoto: eravamo in riunione “tecnica” con i Maestri e io in veste di Preparatore Fisico ascoltavo le varie considerazioni sulle “interferenze” dei genitori ecc… al quarto “caso” mi inserisco con una battuta: scusate ragazzi, ma se siamo messi così forse è meglio che ci andiamo a cercare qualche ORFANO!!
    risata generale ecc… ovviamente risottolineo che trattasi di ironia di poco gusto…(però ci stava bene)
    G&F???? mah?!?!! qui mi sembra che non venga messo al centro il bambino!!! vogliamo mettercelo bene in testa che l’unica strada percorribile nel bene e nel nome dell’evoluzione è il “metodo puerocentrico”??!!! Da quando lavoro con i ragazzi assisto in continuazione a schermaglie tra genitori e Tecnici, mai visto un ragazzo litigare con il Maestro per migliorare un colpo. POi mi viene in mente una cosa che mi ha insegnato un bravissimo Coach Internazionale (Italiano) che mi spiegava come nel Tennis se chiedi al bimbo di tirare sotto la rete lui lo fa senza esitare….poi se gli chiedi: ma perchè l’hai fatto? lui ti risponde: maestro me lo hai detto tu…..tanto per sottolineare la responsabilità che abbiamo verso gli allievi!!!
    Il Tennis è uno Sport “Operatore dipendente” ed è superchiaro.
    come è vero che il moderno Maestro di Tennis NoN può banalmente rispettare lo stereotipo dell’ ex-giocatore che si basa su esperienza personale…Ci vuole una regola nella Formazione e nell’attribuzione di titoli professionali con vari livelli!!! per consentire al genitore una scelta almeno un po’ più chiara!!!!
    Ci vorranno molti anni e tanta Fortuna!!!
    Diventa una fortuna trovare un ambiente affettuoso e specializzato per l’allenamento!!! Le accademie rinomate conoscono più consulenti in Marketing che specialisti in Fisiatria …
    Se ti senti all’altezza di conciliare la qualità di Genitore alle competenze Tennistiche, in bocca al lupo!!! ma attenzione perchè il chi fa da sè fa per tre vale fino ad un certo punto e tu sai che poi correggere in corsa diventa una rincorsa che non porta mai alla completa MaestriaSportivae quindi allo scatto evolutivo che permette di diventare N1.
    seguirò la tua rubrica perchè mi piace. ciao

  63. Archiopedro scrive:

    Romantico, Nikolik?
    Ieri ho avuto una grandissima soddisfazione. Ore 16.45. Al campo d’atletica il piccolo mi chiede, dopo il riscaldamento, di correre “il giro” (mt.400). Mai pensato di farglielo fare, a neanche sette anni. E lo fa, in 2’ 10”, senza fermarsi. Poi dopo due minuti, non ho ancora smesso di dirgli bravo dice “di nuovo!”… “guarda che spendi troppo…” inutile. Questa volta in circa 2’ 15, ma senza fermarsi. Poi facciamo il “giavellotto”, l’alto ed il lungo. Solito giro. Verso le sei… senti… posso farlo di nuovo? E lo ri-ri-fa. 2’ 05” (ovviamente si migliora subito, perché s’impara a distribuire lo sforzo, e nel finale non t’impianti).
    Ecco, ho dovuto insistere per impostargli la corsa sul tapis-roulant… ma oggi, sei mesi dopo, mi chiede lui di fare i m.400!
    Esempio diretto, metodo, motivazione. Non mero romanticismo, Nikolik, ma una gioia fisica che solo lo sport ti può dare. E che é molto vicina a Dio, o alla natura, il termine poco importa.

    Spesso un genitore ha bisogno di capire innanzitutto questo: quanto l’attività fisica possa far crescere mentalmente un figlio. Spesso questo processo non é sufficientemente chiaro, non se ne colgono i benefici. Lasciatemi dare il mio contributo in tale senso…

  64. Roberto Commentucci scrive:

    Archipedro, bellissimo racconto. Mi hai fatto tornare in mente uno dei miei film preferiti, “Momenti di gloria” (Chariots of Fire), uno dei più sublimi omaggi alla pura bellezza del gesto sportivo.
    Scusate l’Off Topic.

  65. stefano grazia scrive:

    Un benvenuto a Stefano Baraldo che ovviamente non ha letto i 4000 posts precedenti ne’,almeno, gli 11 Riassuntoni che si trovano nell’Archivio G&F. L’avesse fatto, ma non gliene faccio una colpa,capirebbe che la mia e’ una situazione particolare (vivo in Africa e le circostanze mi hanno costretto a fare il Genitore Coach e per questo portiamo nostro figlio a compiere periodici check up alla Bollettieri) mentre, per es, Mad Max si e’ guardato intorno e poi ha affidato Alessia alla Vavassori decidendo addirittura di trasferirsi da Milano al Lago d’Iseo. In realta’ noi non abbiamo mai auspicato l’autarchia di Archipedro e la sostituzione del Coach ma abbiamo sempre sostenuto che il Genitore (ovvio, ci sono genitori e genitori…) possa e debba essere coinvolto nella costruzione del giocatore dal Coach (e ovvio, ci sono Coaches e Coaches…).
    Tutto qui.
    Poi io sono arrivato anche alla conclusione che alla resa dei conti e’ stato meglio cosi’ per tutta una serie di cose (perche’ lontano dalla frenesia dei risultati ha potuto concentrarsi sulle ripetizioni e sulla tecnica) ma sono ancora una volta d’accordissimo con quanto ha scritto nella prima parte Nikolic, aggiungendo che poi a 12 aa bisognera’ farsi ancora piu’ da parte: infatti, non e’ un mistero che noi abbiamo sempre avuto l’obiettivo di traghettare Nicholas alla Bollettieri…Se sara’ il prossimo anno o fra due dipendera’ solo dalla equazione voglia di stare ancora con lui/quanto siamo in grado di fare qui da soli per tenerlo al passo con gli altri (perche’ un conto e’ farlo dai 3 ai 10 anni e un altro e’ farlo dai 10 ai 14).
    Ovviamente mia moglie lo seguira’ ma altrettanto ovviamente io tendo ad allontanare il momento del distacco (but if you love somebody…set him free). C’e’ anche un discorso sulle scholarship per il college che e’ poi una delle ragioni per cui l’80% dei ragazzi frequenta queste Academies Sportive. Male che vada hai sempre una grande probabilita’ di andare al College per meriti sportivi. A quanto mi hanno detto, per quel che concerne Nicholas, la cosa non e’ nemmeno da mettere in discussione: la scholarship ce l’avrebbe gia’ in tasca anche se a partire da adesso decidesse di tirare il freno a mano per perseguir virtude e conoscenza.
    Dove non mi trovo d’accordo con Nikolic e’ sul suo giudizio sulle academies straniere basato sul fatto che alcuni giocatori italiani tenderebbero ads abbandonarle per ritornare all’ovile. In realta’ questi giocatori si sono costruiti in queste Academies all’estero e in base a quello che sono diventati in queste Academies all’estero dettano le condizioni per il rientro. Cioe’ hanno un valore di mercato, trovano chi li accoglie. In fondo vanno a spendere meno: sono a casa, hanno l’assistenza sanitaria, quando girano per tornei dormono da amici,zii, cugini, hanno l’Italia che e’ piena di challenger,futures,ITF…A un certo punto a 16-17 anni devi venire via dall’Academy e cominciare a giocare…All’Academy potrai sempre tornarci per due-tre mesi d’inverno a fare la preparazione ma poi hai bisogno di una base anche in Europa e allora perche’ non in Italia? Soprattutto se poi la Federazione ti offre, a te giocatore gia’ formato, degli incentivi e/o una situazione logistica favorevole…
    Da quel che so io Miccini comunque e’ al suo quarto anno in Florida e Quinzi che non ci e’ mai stato definitivamente ma da quattro anni ci spendeva periodi diversi ma anche lunghi due-tre mesi, dovrebbe aver cominciato l’anno accademico. Ovvio che poi questi giocatori, benestanti di famiglia e anche gia’ sponsorizzati, abbiano dietro anche un Coach privato che li segue e interagisce o completa il lavoro dell’Academy. L’academy e’ soprattutto uno strumento che ti mette a disposizione Coaches, Preparatori Atletici, Videoanalisi,e soprattutto Competizione. Sta a te ,atleta, trarne il maggior vantaggio possibile. Poi e’ chiaro, a un certo punto dall’Academy devi uscire. Ma non puoi venirmi a dire che siccome Miccini dopo 4 anni magari se ne torna in Italia, che alla Bollettieri hanno lavorato male. Piuttosto dimmi che sono dei ladri, che costa troppo, che se non sei ricco o non hai il supporto di Federazione/Sponsor piu’ di un anno o due non lo puoi fare… Questo si, te lo concedo.

  66. stefano grazia scrive:

    UMILE APPELLO A GFRANCESCO GRIGORI BENE, IL NOSTRO MAGO DELL’INFORMATICA:
    Come avete potuto notare ora si accede direttamente all’Ultimo Articolo dal Vecchio Bottone/Icona di G&F. E’ pero’ scomparsa la foto!
    Non so se sia possibile ma chiedo umilmente a Grigori Bene al quale ho rotto tante volte le scatole se potesse ripristinare la foto mia e di nicky non solo per mia vanita’ e narcisismo ma perche’ come diceva Massimiliano “trovo che la foto del blog tua e di tuo figlio sia bellissima perche’ rappresenta l’entusiasmo,la passione ma soprattutto l’amore che noi padri abbiamo per i nostri figli.”
    E anche perche’ una icona con foto attira piu’ facilmente i Naviogatori Occasionali della Rete…
    Anche se,secondo BB, assomigliavo a Mino Reitano coi capelli bianchi.

  67. Roberto Commentucci scrive:

    Un caloroso benvenuto al bravissimo e simpaticissimo Stefano Baraldo (preparatore atletico di Potito Starace presso il Blue Team di Arezzo) anche da parte mia e della redazione.

  68. Giogas scrive:

    Ho preparato questo breve intervento alcuni giorni fa ma non essendo stato tempestivo nell’inviarlo esso potrà apparire scontato o superato; approfitto di questa opportunità per ringraziare Stefano Grazia del lavoro che sta svolgendo .
    Chi può scegliersi il proprio coach tra tanti è fortunato. Io vivo in Turchia ed ho dovuto penare quasi due anni per trovarne uno di elevata caratura morale e tecnica. Non credo che esista un coach ideale ma credo che debba stabilirsi un’intesa tra l’allievo e il maestro. Il genitore deve riuscire a percepire quell’intesa , cercando di prevenire eventuali malumori e dissensi capaci di impedire un’efficiente cooperazione allievo-maestro. Se il genitore ha riposto fiducia in un determinato coach, allora non può e non deve intervenire o contestare le decisioni prese. Se il vostro coach decide di cambiare l’impugnatura del dritto o “ritoccare” certe impostazioni tecniche è giusto che lo faccia perché ne ha le competenze. Se il genitore dissente o non è contento dell’operato è libero di farlo, ma forse sarebbe più opportuno che si rivolgesse ad un altro coach. Mi risulta che in Italia operino tecnici professionisti anche di indubbia fama; la scelta è ampia ma comunque sempre difficile da prendere perché il coach più “blasonato” non sempre è quello più “adatto” alle proprie esigenze.
    Il dialogo tra coach e genitore è importante ed utile, il genitore ha il diritto di averlo nell’interesse del proprio figlio: il coach dovrebbe comunicare e giustificare le scelte tecniche fatte e il genitore essere l’artefice di importanti decisioni riguardanti tornei o eventuali sponsor.
    Ricordo che durante la mia permanenza in Italia alcuni coach si ostinavano ad operare “a porte chiuse” escludendo la partecipazione del genitore alle fasi di allenamento e precludendo così elementi di discussione o di riflessione. E’ cambiato qualcosa?

  69. wik scrive:

    Nello scritto di Baraldo, ma anche sparso un po’ ovunque leggo un desiderio di chiarezza, la ricerca di “opportune scelte non fuorvianti”.
    Ed é vero, anche parlando del piú e del meno con genitori di picoli talenti, questa esigenza, a prescindere dal buon genitore e dal buon coach e dal rapporto fra i due elementi, é sempre stata la prima perplessitá, affidarsi ad una professionalitá che é difficile identificare.
    E’ vero anche perché non si puó perdere tempo e denaro in scelte sbagliate, e mettersi nei panni di un genitore alle prime armi con un figlio promettente é una situazione che non invidio, e non si puó sbagliare troppo purtroppo, pena il fallimento dietro l’angolo, e di storie come questa ne ho sentite tante. In questo senso Stefano Grazia puó anche ritenersi fortunato obbligato a a fare in prima persona ció che avrebbe delegato ad altri.
    Come risolvere o comunque indirizzare questo desiderio di chiarezza credo possa davvero essere uno dei punti di forza di questa area del blog. Si é vero che questo succede un po’ dappertutto, esiste il bravo medico e quello meno capace, ma qui si stá parlando di un sorta di giardino da scoprire, la strada di un talento non é comune come andare dal medico e si parla di un lungo percorso a tappe, non del risolvere una malattia.
    Da anni ormai sono lontano dalla realtá tennistica Italiana per cui lungi da me esprimere giudizi definitivi, ma chiaccherando con genitori e coach Italiani la mia impressione é stata che in altri stati sia piú facile trovare il modo di incontrare il giusto indirizzo, che poi significa anche e non solo la mancanza di un punto di collegamento intermedio, una scuola di indirizzo-perfezionamento-selezione fra le scuole dei circoli e le accademie.
    Il salto fra la piccola scuola e l’accademia é grande e poco chiaro, poco conosciuto al genitore di primo pelo, troppo appetibile per gli speculatori di turno. La stessa funzione di questa striscia é un po’ questa, colmare questa distanza eccessiva, che dovrebbe essere invece riempita in buona parte da strutture istituzionali.
    Chiedo a voi se questa mia riflessione a distanza é vera.

  70. stefano grazia scrive:

    Archipedro, cosa pensi di un Test di Cooper a 2700 e del miglio a 6′55”?
    Sono i Personal Bests di Nicholas alla Scuola (e record di tutto il 6th grade, 11 anni) ma in realta’ non so se le misure sono veramente corrette (non c’e’ una vera pista d’atletica e corrono intorno a un campo di calcio dover dicono di aver misurato un giro di 300 metri… A prescindere dal fatto che questi tempi, aerobici, hanno un valore relativo col tennis…
    Piuttosto vorrei dirti che anche per me l’idea di dover spendere 30 euro per un campo da tennis suona folle ed e’ per questo che ho sempre sostenuto che gran parte del mio innamoramento al tennis (e la scelta poi di farci giocare mio figlio) e’ semplicemente dovuta a un fatto: L’ACCESSO ILLIMITATO AI CAMPI DA TENNIS di cui ho potuto godere lavorando neri cosiddetti paesi del terzo mondo (ovviamente, lavorando da espatriato sotto l’ombrello di una grossa compagnia o ambasciata e quindi da privilegiato, cosa che non sarei in Italia).
    Ed e’ per questo che ho promosso e sempre sostenuto l’idea dei CAMPI PUBBLICI e nei Circoli dei CAMPI GRATIS PER GLI U14 PRIMA DELLE 17 SE NON OCCUPATI DAI MEMBRI PAGANTI (e prima delle 17 sono spesso vuoti).
    Pero’ io credo che ci siano anche possibilita’ di sconti comitiva: se tuo figlio diciamo cosi’ “ci azzecca” con la racchetta, credo che potrebbe giochicchiare CON ALTRI BAMBINI, in gruppi di 4, magari due volte a settimana in corsi speciali a che ne so,sono naif?, 300-600 euro all’anno? Queste lezioni di gruppo non sostituirebbero di certo (ANZI!) quello che fa con te ma potrebbero, se il Maestro e’ bravo e appassionato (ci sono coaches e coaches…), essergli comunque utili da un punto di vista tecnico e SOPRATTUTTO gli farebbero incontrare degli amichetti con cui eventualmente poi giocare ANCHE sul tuo campo comunale…
    Ieri sera comunque sono arrivato a casa e mia moglie,che sta cercando di mettere ordine nella massa infinita e disordinata di super8,dvd,file,etc per riuscire a ricostruire un po’ di historia tennistica del futuro campione, stava proprio guardando delle immagini rubate alla Bollettieri nel Dicembre 05 quando Nicholas per la prima volta approdo’ allo Special Program Strategy Zone.
    A parte l’emozione di rivedere un bimbo molto piu’ tuo di quanto lo sia un undicenne (col quale tra l’altro avevo appena litigato perche’ si era abbandonato al turpiloquio e sbattimento di racchetta per aver perso 76 tre differenti tie breaks con i due Nigeriani-ed ogni volta diceva che non l’avrebbe piu’ fatto. E l’ultima volta: ma perche’? non l’ho sbattuta per terra! L’ho sbattuta contro la rete di recinzione!), a parte questo dicevo, potevo finalmente rendermi conto degli enormi progressi compiuti e soprattutto dell’enorme lavoro che Margie Zesinger e Lance luciani avevano fatto ogni volta che gli portavamo, anche se per sole due settimane, Nicholas. Quindi si, noi siamno convinti d’aver fatto un gran lavoro, tutti ci dicono : Great Job!, ma noi SENZA l’intervento di Margie & Lance (non della Bollettieri in se’, che in questo caso era solo Summer/EasterCamp). L’outcome sarebbe stato molto ma molto diverso se Nicholas l’avessimo allenato solo noi senza mai portarlo in Florida e soprattutto senza mai scegliere QUEL determinato programma. Ovviamente io penso anche che il risultato non sarebbe stato altrrettanto soddisfacente se poi a casa Nicholas non avesse avuto Mamma e Papa’. Aggiungo anche che anche gli altri incontri con i vari coach delle varie academies (Pat Cash, BTA, BBTC,VDM) e dai Maestri che magari l’hanno avuto per un paio di gg quando eravamo di passaggio a Bologna, da Giovanni Toni ad “Albert”Albertini -che tra l’altro non ci hanno mai fatto pagare nulla, da tutti Nicholas e noi attraverso lui abbi/abbiamo imparato qualcosa. Ma il grosso lavoro d’impostaszione, la svolta, e’ stata fatta alla Bollettieri: nelle prime due occasioni (due sett nell’estate 2004, due sett nell’estate 2005)dai Coach del Summer Camp, dagli amici coaches dell’Adult Program e perfino da Nick Bollettieri Himself che lo visiono’-per grazia ricevuta- tre volte, e poi e soprattutto da Margie e Lance quando scioccati dall’aver visto il fenomeno Quinzi e un po’ perplessi dalla automizzazione del programma standard, stavamo cercando di capire come muoverci all’interno dell’Academy. A quei tempi pensavo che tutto sommato per un bambino sotto i 12 anni fosse piu’ efficace una piccola academy piuttosto che il Grande Circo della Bollettieri e che questo fosse invece fondamentale sui 14-15 anni quando diventa importante la possibilita’ di mettersi a confronto coi migliori della tua eta’ (il motivo per cui Miccini negli ultimi due anni aveva optatro per Bradenton anziche’ Tirrenia era tutto li’). Noi la nostra piccola Academy la trovammo quasi per caso nello Strategy Zone Program all’interno della stessa Bollettieri. Tre anni dopo quel programma l’hanno chiuso: si era sviluppata una sorta di competizione interna, ne ho parlato a lungo in alcuni post di agosto/settembre nei Commenti che seguivano il RIASSUNTONE NUMERO 11, affermando che secondo me chiuderla era un grosso errore. Noi non ne risentiremo perche’ ormai quella parte di lavoro e’ stata fatta ma siamo stati davvero fortunati… O forse bravi a capire che quella era la strada giusta, chissa’.

  71. Nikolik scrive:

    Ma no, io non dico che da Bollettieri si lavora male.
    Dico che tutti, però, stanno realizzando che, con quello che costano queste accademie straniere, a una certa età è più conveniente prendersi un coach-maestro italiano, tutto per te, pagandolo con gli stessi soldi (anzi, forse risparmi).
    Un coach bravo, eh, un professionista, che segue solo te o al massimo altri 2-3 che sono comunque al tuo livello. Che ha dietro una struttura, medici, preparatore fisico, ecc.
    Per me, risparmi.
    E, quasi sicuramente, tuo figlio è anche più seguito.
    E, da genitore, ti è anche più facile controllare il lavoro del coach che hai scelto e che paghi. Riesci a controllare di più la situazione, insomma. Tanto per tornare al rapporto genitore-coach, oggetto dell’articolo.

  72. stefano grazia scrive:

    NIKOLIC: Volevo comunque dire-e forse il senso si e’ perduto fra divagazioni e sproloqui miei soliti- che come dice Anto forse davvero l’America e’ in Italia ma forse manca la mentalita’ per capire l’importanza che il lavoro fondamentale deve essere fatto fra i 6 e i 12 anni.
    Che non vuol dire schiavizzare i bimbi e metterli alla ruota come Conan il Barbaro, anzi…

  73. Elettra scrive:

    VIETATO FARE SUL SERIO
    Seguire il figlio è una necessità e non una scelta.
    Noi abbiamo cercato invano qualcuno che si limitasse ad insegnare il tennis a nostra figlia, lasciandola libera di crescere ed allenarsi seriamente.
    Tutto ciò non è mai stato possibile; ogni maestro incontrato ha la pretesa di stabilire a priori cosa sia il talento, ovviamente sulla base della propria esperienza personale.
    I ragazzi non vengono impostati in base alle loro caratteristiche, ma in base ad un modello predefinito, le ragzze sono alte e potenti e giocano solo da fondocampo.
    Se lei non rientra negli schemi, attacca anche se è bassa, è infelice e vuole giocare a tennis come piace a lei, ti adegui, alllora papà insegna a scendere a rete ed a giocare in back, a servire in tre modi diversi e via dicendo.
    Siamo pazzi, pensiamo di avere la Henin, interferiamo con coach illuminati, che ritengono di essere meglio di Bollettier,è che lui aveva le persone giuste, chissà perchè capitano sempre agli altri?
    Quando tua figlia piange disperata perchè vuole andare ai tornei e tu ti accorgi che fa schifo, perchè non sa cos’è un preparatore atletico e gioca 2 ore la settimana in gruppi da 4 pagate come un’ora singola, di più non si può, ci sono i soci, e poi c’è la moglie del sig. Tal dei tali che deve dimagrire e paga le ore di più, il consigliere Mevio ha 75 anni e sana velleità agonistica: vuoi mica deluderlo dovesse mai perdere il doppio del sabato con il rag. vattelapesca.
    Salvo poi sottolineare che tua figlia è evidentemente scarsa perchè perde contro uno che gioca due ore al giorno da quando di anni ne aveva tre.
    Naturalmente nel tuo circolo l’agonistica parte a undici anni e la SAT non esiste, è una specie di posteggio per venti bambini che fanno caciara e dopo quattro anni non sanno fare il rovescio, tutti impediti!
    Io credo che non si debba perdere il senso comune, forse se qualcuno dei sig.ri deputati a gestire le macroaree si facesse un giro in incognito nei circoli PIA ne uscirebbe illuminato, ma tant’è in tre anni di tornei giovanili non ho mai avuto il piacere di vederne uno, non che dovesse venire a vedere mia figlia ma almeno il torneo.
    La bimba voleva solo imparare a giocare a tennis, ma voleva farlo bene imparando tutto e senza alzare pallonetti, il risultato non ci importava e non ci importa.
    Non so e non mi interessa sapere se è un talento, se diventerà una professionista o meno, il tennis è la sua passione e la sua vita e noi la assecondiamo.
    Sarà lei a decidere cosa farne, magari diventerà preparatore atletico o psicologo dello sport oppure farà l’astronauta o il macellaio, non è importante le cose si fanno seriamente per il puro gusto di farle.
    Ora è in accademia ed è felice e io e mio marito non passiamo nemmeno vicino al campo dove gioca.

  74. stefano grazia scrive:

    Nikolic, ancora: son due cose diverse, il Coach e l’Academy…magari per qualcuno e’ meglio il primo e per qualcun altro e’ meglio la seconda. Ma l’Academy rappresenta di solito anche una situazione logistica favorevole, un Giardino Incantato (ricordate la Sharapova?) dove puoi avere nello stesso luogo tutto quel che ti serve. Il famoso Team di Specialisti auspicato da Piatti.
    WYK: Si, in effetti, quel che dici e’ vero e uno dei cavalli di battaglia di una delle nostre colonne, il rissoso irascibile orribile Hulk aka Mad Max a cui fischieranno ormai le orecchie, era appunto l’accorato appello alla FEDERAZIONE a scrivere una sorta di Vademecum Guida Michelin in cui si informasse lo sprovveduto genitore di turno di quel che l’aspettava. Ma soprattutto si procedesse a una valutazione intellettualmente onesta con voti da una a cinque stelle alle varie strutture operanti sul territorio. pubbliche o private, con valutazione, intendiamoci, a seconda di quelo che uno vuole e si aspetta: cioe’ vuoi diventare un top 50? Be’, la strada e’ questa, non si scappa. Vuoi diventare solo un buon agonista ma amatore? Allora le strade possono essere diverse, eccole qui…Vuoi invece semplicemente diventare un giocatore da club? Ecco i posti che fanno per te… Etc etc etc Insomma un Libro Rosso dello Studente di Tennis in Italia non esiste.
    Io vi propongo invece ancora i titoli di due libri molto interessanti acquistabili anche via Amazon:
    RAISING BIG SMILING TENNIS KIDS_A complete roadmap for every parent and coach- by Keith Kattan
    Taking your tennis on tour_the business,science and reality of going pro by Bonita L.Marks,Ph.D.
    Vi ho dato in passato liste di libri di tennis training (dal libro nero9 di Castellani al Tennis Training di Kovacs/Chandler e Ultimate Conditioning for Tennis di Alan Pearson) ma questi due (che comunque vi avevo sicuramente gia’ fornito) affrontano il problema da un punto di vista molto pratico, con la part 3 intitolata The Business of going pro e che presenta capitoli come Develop your businness sense: Financial Planning (con tabelle di comparazione con le spese annuali di giocatori di college o di top 100):Your Sponsorship plan e poi anche Sponsorship Contracts e (cp 9) Do you need a Sports Agent?
    Ma torniamo all’ipotetica Annual Expenses for 100th Player:
    Coach 90.000$(60.000 stipendio base + 30.000 di spese)
    Travel: 25000$ on the Challenger Circuit
    Cibo: 6000$
    Racquet Expenses:500$
    Miscellaneous (cell phone,lap[top,etc):3000$
    Tot:129.000$…
    In questo capitolo poi intervistano vari giocatori di Challenger (tripp Phillips, Brian Valhaly, Paul Goldstein,etc) e vedono quanto spendono, dove risparmiano, cosa s’inventano…E’ molto interessante…e un po’ drammatico.

  75. anto scrive:

    Le accademie rinomate conoscono più consulenti in Marketing che specialisti in Fisiatria …è la frase dell’anno……..ha perfettamente ragione Stefano Baraldo, preparatissimo preparatore fisico di Potito Starace. Anche se credo che il tennis stia sempre più cambiando e si stia sempre più specializzando. Però vorrei anche aggiungere che se non sei un vincente e non produci risultati nessuno ti fila……..allora la verità dove stà….forse nelle academy della fit dove sei spesato, ma quando esci ed hai 18 anni sei praticamente abbandonato a te stesso oppure nelle acedmy private, dove rette considervoli non sono alla portata di tutti, oppure ancora nelle academy de noialtri, dove un coach fà da manager, fisioterapista, allenatore ad un gruppo di tre - quattro ragazzi e li gestisce sperando che almeno uno sfondi……..è veramente difficile il tennis non ce ne sono di storie, veramente difficile. Sopratutto quando devi far risultato a tutti i costi e vi racconto un aneddoto. Marat Safin che tutti conoscete, un giorno un giornalista russo gli ha chiesto qual’è stato il momento più difficile della sua carriera…..e lui seraficamente gli ha risposto quando ho giocato il mio primo satellite in Portogallo, dovevo giocare quattro settimane e non sapevo se ce l’avrei fatta a portare a casa punti e soldi……alla fine è andata bene ed ho continuato.

  76. anto scrive:

    @Stefano grazia, i quattro argentini che ho conosciuto e che girano il circuito challengers italiano, hanno in valigia una macchina incordatrice portatile per risparmiare sul costo delle incordature. Dillo a un giocatore di casa di mettersi nel baule della macchina un aggeggio del genere…….sghignazzerà fino a crepa pelle e poi ti dirà se ti sei bevuto il cervello……………..Bjorkman ha inizio carriera giocò un future a Bergamo e lui non avendo i soldi dormì per due o tre giorni in macchina, e queste non sono leggende metropolitane ma cose accadute realmente che i miei amici bergamaschi mi hanno raccontato. Bjorkman 15000000$ di soli prize money più residenza a Montecarlo……..ogni commento è superfluo!

  77. Archipedro scrive:

    Stefano, non ci crederai ma sto facendo quello che m’ha detto il maestro spilimberghese… Di lavorare in modo simmetrico sul “balance” e sulle catene cinetiche del dritto e del rovescio. Gambe ben piantate ed angoli corretti. Pochi spostamenti, per adesso, che non inizi a compensare gli errori con le spalle. Otto messi di lavoro con il papà… perchè per adesso è la cosa migliore. Credo, anzi spero, che prima o poi mi chiederà d’allenarlo. I soldi, per lui, li tiro fuori (se li ho).

    Se cominciassimo a fare gli stessi test atletici, sceglili pure tu, non necessariamente stando nello stesso luogo, ne trarremmo tutti un grande vantaggio… v’avevo linkato una pagina piena d’esempi, e basterebbe metterci d’accordo. Ovviamente per me è molto più difficile trovare un bambino dell’età di Mati che faccia le stesse cose…

  78. mar scrive:

    @elettra
    sottoscrivo tutto.
    Aggiungerei, che i bimbi escono dal campo asciutti e, passano il tempo a raccogliere palline, mentre il maestro e’ impegnato a parlare al cellulare o con la mamma di turno.

  79. stefano grazia scrive:

    Grande,grandissima Elettra…

  80. Gus scrive:

    @Archipedro: io trovo veramente fantastica e allo stesso tempo eccezionale la tua volontà e ho già ammesso la mia colpa, perché io invece non ho purtroppo questa capacità. Io ho come dici tu qualche problema di tempo: mia figlia ha 12 anni. Lunedì e Mercoledì pallavolo, che è il suo sport e che frequenta da 6 anni. Viviamo a Torino (e questo qualche problema in Inverno lo crea). Ha una scuola che fa parecchie cose per cui ad esempio si stanno allenando per una gara di corsa campestre, in più stanno facendo un campionato studentesco di pallamano. Il Venerdì sera andiamo insieme a nuoto. A tutto questo va aggiunto il campionato che comincerà e ci impegnerà il Sabato o la Domenica. A tutto questo vanno aggiunte ore e ore di studio, perché alla ragazza piace studiare :-)Però, e lo ripeto, invidio la tua forza e per me sei di stimolo a fare di più e soprattutto meglio.
    @mar: ma certo che il problema è questo, ma le possibilità sono:
    diventare tutti ricchi :-)
    migliorare il sistema
    Uno dei crucci della mia vita è stato quello di non aver studiato Ingegneria, perché vivendo in un paese del pedemontano verbanese non mi era possibile, a meno di sacrifici veramente enormi, raggiungere quotidianamente l’Università di Milano (parliamo del 1984). Purtroppo mio padre non poteva permettermi vitto, alloggio e studio a Milano e quindi ho fatto il militare e poi ho cominciato a lavorare. Io non vorrei arrendermi ad un sistema che stabilisce in base al reddito cosa farai da grande. Mi rendo conto che non è facile ma “Yes, we can”, che in questi giorno va abbastanza di moda. :-)
    ————————————————————————————–
    Interessante l’intervento di Baraldo che amplifica quello che io credo e che forse in questo sport non è stato colto a sufficienza. Anche se è uno sport individuale è importante, soprattutto da ragazzini, lavorare in squadra, che tradotto vuol dire esattamente quello che serve per ottenere il massimo dalle potenzialità dell’atleta. La squadra “deve” comprendere anche i genitori, perché se è vero che un genitore che fa per sé, a meno delle solite eccezioni, si immette su una strada quasi impossibile, non si capisce perché, applicando la stessa logica, per il maestro non debba valere la stessa regola. Anche un maestro che fa per sé non fa per tre. :-)
    ————————————————————————————–
    @Archipedro: un approccio romantico non è che sia poi un così grande problema :-)
    Però proprio ieri mia moglie si lamentava che nostra figlia fa troppo sport e io le ho contestato questa cosa e sono riuscita a convincerla, proprio grazie a quello che dici tu. Intanto mia figlia sta crescendo benissimo, forte, motivata, e questo la aiuta anche nello studio.
    ————————————————————————————–
    Vorrei precisare meglio la mia posizione rispetto ai vari temi che sono emersi.
    Io non credo che esista un’unica via e statisticamente i campioni che esaminiamo in questo blog, ma anche in altri non daranno risposte assolute. Il mio obiettivo principale, ma credo anche quello di altri, non è quello di avere a tutti i costi un figlio campione, ma di fare in modo che mia figlia “conosca” lo sport e fare di tutto per portarla al suo massimo potenziale. Se poi questo coinciderà con il professionismo, meglio. Lo stesso criterio, anzi in maniera ancora più pregnante, lo applichiamo allo studio.
    Come ho già detto se uno ha le possibilità al primo posto metterei l’accademia, per tutti i motivi che ci siamo già più volte detti. Credo però che in assenza di questa possibilità (che offre già al suo interno, sicuramente una discreta polivalenza) i genitori debbano provvedere al meglio delle proprie possibilità e Archipedro in questo per me è un esempio e uno stimolo, così come anche Stefano o altri che dedicano tempo e sacrifici a questo scopo. E che Dio ce la mandi buona :-)
    @elettra:
    mi piace il tuo racconto perché rappresenta esattamente la situazione di molti circoli (ma anche di questo parleremo nuovamente, vero :-)) e sono contento che alla fine tua figlia faccia la cosa che le piace di più nel posto più indicato. Per un genitore non esiste soddisfazione maggiore che vedere il proprio figlio felice.

    @Stefano: tre anni fa ho visto Marco Crugnola (attualmente intorno alla 224° posizione atp) perdere in semifinale all’open di Beinasco. 5.000 Euro di montepremi, torneo maschile e femminile. A Torino è, credo, il secondo o terzo torneo per importanza. Di solito vincono classificati ATP. Addirittura due anni fa vinse uno sloveno Jark Rok (high atp ranking) 462. Allora ho cominciato a capire che la vita fuori dai primi 200 (?) è economicamente molto dura e piena di viaggi in macchina di centinaia di km.

    Gus.

  81. stefano grazia scrive:

    L’incordatrice in effetti era uno degli acquisti che avevo in cantiere se e quando… Per il momento tra rotolone dello sponsor e le 300 naira (2-3 dollari) che mi richiede l’incordatore ci sto ancora dentro, anche se Jungle Boy comincia a romperle sempre di piu’. Le corde, non solo le palle.
    Archipedro: no, te lo chiedevo cosi’, come valutazione generica…Mio figlio adesso si e’ invaghito dell’atletica e infatti mi chiede quando saremo in Italia di portarlo a provare a fare i 100, i 200, i 400 su una vera pista. Mia moglie era una lunghista junior di qualche speranza (e faceva jogging con Pippo Cindolo) e lo accontentera’ anche se a un certo punto abbiamo scoperto che l’impunito pensava di costruirsi una pista d’atletica intorno a casa. Ma lui e’ adesso entusiasta perche’ a scuola e’ il piu’ veloce e il piu’ resistente e nei drills di atletica che facciamo noi, e’ sempre il piu’ veloce nonostante renda anni e centimetri ai Kienka Kids nei vari Circuit training, sia quelli di Resistenza sia quelli piu’ veloci (e questo in virtu’ di una grande capacita’ coordinativa ma soprattutto di una competitivita’ parossistica). Credo che il Prof Buzzelli avesse inviato una lista di test atletici che permettevano comparazioni con centinaia di bambini di tutta italia…io sostenevo,forse a torto, che fino ai 14 anni la comparazione dovrebbe essere non per eta’ ma per stazza, comunque i tests erano (sono) test standardizzati come il balzo in alto, il balzo in avanti, il lancio della palla medica all’indietro, i 10 metri, i 6′ di corsa continua…Cose cosi’.
    Noi in realta’ facciamo molti piu’ esercizi con cambi di direzione e velocita’ e balzi …ne parleremo presto, nel prossimo articolo…Comunque,non so, ma mi sembra che 2′ e sblisga al primo tentativo sui 400 metri per un bimbo di 7 anni siano qualcosa di incredibile, non so … ma fagli fare atletica,allora!

  82. Archipedro scrive:

    Gus, se pensi davvero quello che mi dici mi sento commosso. Che tu mi creda. E che qualcuno abbia voglia di prenderci sul serio, e magari sia influenzato positivamente da noi.

    Stefano, l’atletica è una scienza quasi-esatta. Mati la praticherà sicuramente. E se il tuo Nicholas se ne dovesse appassionare la cosa sarebbe fantastica. Visto che in occasione d’una partita andata storta, o d’un compito in classe fallito, ritrovasi in una corsa o in un salto è bellissimo… Ma allora sono sempre io!!! Le mie capacità, la mia grinta… Io valgo. Io posso. Io non mollo mai. E se ho un infortunio ho un metodo, e so come uscirne!

    Ho appena fatto ripetere (senza minacce o torture) il “giro della morte” al piccolo sul tapis-roulant. Velocità 12 km/h per due minuti. Significa 400 mt in 2′ netti.
    L’ha fatto bene, la prima volta a 12 e la seconda a 12,1 km/h, quindi scendendo sotto i due minuti. Con le stesse sensazioni di ieri. Anche queste macchine sono ormai abbastanza affidabili. Picco alto di pulsazioni e recupero notevole: il piccolo è veramente solido. E performante.
    Sono disposto a filmare tutti gli esercizi, allenamenti e test per metterli in condivisione, sempre che a qualcuno interessi. Chiedo solo il rispetto dovuto a chi tenta un percorso e non fa del male a nessuno.

  83. Nikolik scrive:

    Però, sui soldi, bisogna intendersi.

    Finché si afferma che i costi del tennis devono essere, in qualche modo, abbassati, vi seguo.
    Ma vi seguo se si parla di tutti coloro che vogliono fare tennis, nel senso di tutti coloro che vogliono fare sport.
    Vi seguo se parliamo di rendere accessibile il tennis a tutti, anche ai meno abbienti.
    Infatti, il fine deve essere quello di rendere possibile che tutti prendano in mano una racchetta e giochino, anche gli extra-comunitari presenti nel nostro paese.
    Quello è il concetto di sport, accessibile a tutti.
    Adesso, il tennis non è accessibile a tutti, perchè è costoso farlo anche solo amatorialmente.
    E si deve intervenire, in qualche modo.

    Ben diverso è il concetto di chi vuole diventare un campione.
    Diventare un campione è un’esigenza molto personale.
    Se costa tanto, pazienza.
    Il fine di un’istituzione sporotiva deve essere quello di rendere lo sport accessibile a tutti, non di fare campioni. Non di vincere.
    Il campione vuole vincere, un’istituzione sportiva vuole togliere i ragazzini dalle strade e mettere loro una racchetta in mano.
    Mi dispiace molto, se cercare di diventare top ten costa tanto.
    Ma non posso farci niente.
    Anzi, io istituzione sportiva non voglio farci niente.

    Diventare un campione è una legittima aspirazione, totalmente legittima. Ma non è un diritto, che deve essere salvaguardato.
    Fare sport, invece, è un diritto, quello sì.
    Io istituzione sportiva, e, quindi, io federazione, posso cercare di essere utile all’aspirante campione, in qualche modo, ma non venitemi a parlare di soldi.
    Se ho soldi, apro anzi un circolo di tennis a Secondigliano.

    Insomma, costa tanto allevare un piccolo campione? Mi dispiace, mi dispiace molto, ma non so chi possa aiutarvi e, soprattutto, chi debba farlo.
    Si tratta di un’esisgenza personale vostra.
    Sarebbe come lamentarsi che la Formula 1 costa tanto. Posso aiutarti a prendere la patente, che devono avere tutti, ma non posso aiutarti economicamente perchè vuoi andare in Formula 1.

  84. andrew scrive:

    StefanoGrazia…

    penso che ci siano mille modi di co-esistere con l’isola dei famosi (e con il tennis), di cui 2 predominanti: conoscere tale mondo, accettarlo per quello che è e imparare a navigarci dentro in qualche modo, bilanciando con attenzione vantaggi e svantaggi di compromesso con maestri/circoli/sponsor/talent scout, diventando parte di esso (o come loro) OPPURE conoscere tale mondo, evitarlo il più possibile, assumere aprioristicamente che gli svantaggi saranno superiori ai vantaggi ed agire di conseguenza seguendo un progetto “fai da tè”.

    Io credo che nel tennis italiano, oggigiorno, propendere per la seconda ipotesi sia alquanto saggio e salutare IN CONSIDERAZIONE DEL FATTO che non esiste alcun tennis italiano, bensì una federazione di circoli, una corporazione di maestri, una cerchia ristretta di talent scout che formano il corpus che sovrintende il TUTTO e che VUOLE LA SUA FETTA DI TORTA, un pezzetto, piccolo o grande, del tuo pargoletto.

    Intanto io continuo, grazie anche al CCV (coach certificato vaffantennis) e al suo amore per l’allenare dopo una giornata di lavoro, a condurre mio figlio sui campi pubblici, 2 volte la settimana.

  85. maxdauria scrive:

    Buona sera a tutti…

    Ho avuto parecchi dubbi sul fatto di ricominciare a scrivere ma alla fine ho deciso di farlo anche se molto meno assiduamente…

    Cosa mi ha portato a ricominciare la collaborazione? Mah a parte il legame con Stefano, principalmente il fatto di aver maturato in questo periodo altra esperienza, di aver conosciuto persone di altissimo spessore internazionale e quindi di conseguenza la certezza di poter dare veramente a tutti utilissime informazioni..

    Cominciamo dall’inizio e quindi con STEFANO ed il coach incontrato in Nigeria:

    come tu mi hai scritto per mail è un coach che ha portato BEN 7 GIOCATORI NEI PRIMI 300. E che categoria è questa? Una nuova per caso? Ci si campa? Quindi ringrazia Dio che nn si sia interessato a tuo figlio… Uno con quelle referenze è da scartare in partenza (esagero ma non troppo..)!! Tanto per dirti, una ragazzina che oggi si allena al Saini ci è stata un paio di mesi ed è scappata via… Quello di considerare quel tipo di referenze di alto livello è uno dei tanti problemi che abbiamo….

    HERAIMO: effettivamente l’importante sono i tornei che contano e cioè quelli che per le ragazze arrivano intorno ai 14/15 anni e per i maschi intorno ai 16/17. Come alcuni qui sanno dopo 20/30 anni che gli scouts di livello mondiale nn prendevano nemmeno in considerazione giocatori/rici italiani (da un paio di anni c’è Quinzi che però da quello che ho sentito è considerato forte ma non il Nadal della situazione tanto per intenderci, almeno questo secondo gli addetti ai lavori) una bambina del nostro Paese è stata notata da chi negli ultimi decenni ha scovato e/o lavorato e/o collaborato con Kournikova Ivanisevic Hantuchova Sharapova Ivanovic etc etc. facendo addirittura paragoni da far rabbrividire e questo nonostante sia un anno che nn gioca un match..

    Per cominciare la prima cosa che ha detto vedendola non è stata che bel dritto o che bel rovescio ma: “Ammazza che equilibrio!!!” Dopodichè è andato anche una seconda volta a rivederla e finito l’allenamento l’ha presa da parte dicendole: “Continua a migliorare che l’anno prossimo andiamo a fare Eddie Herr e Orange Bowl…” e non “Vinci che l’anno prossimo andiamo a fare….”

    Dunque forse da imparare c’è anche qui soprattutto poi, quando molte delle cose scritte sono concetti condivisi o addirittura espressi da coach/scouts/prep atletica di fama mondiale.

    ARCHIPEDRO: già quello scritto sopra dovrebbe farti capire quanto è importante lavorare in un certo modo prima, che però al contrario di quello da te sostenuto non significa affatto ricercare dei campioni precoci (anche se in prospettiva lavorativa un/a campione/essa di 16 anni guadagna 10 volte di uno/a che lo/a diventa a 25), significa solo aver maggiori chances di riuscita e portare al massimo delle proprie capacità atletiche un atleta. Se appunto hai riaperto i libri (non quelli di 30 anni fa però) avrai trovato delle tabelle che rendono nota l’età in cui le varie capacità motorie vengono assimilate prima e maggiormente. Alcune come quelle coordinative, l’equilibrio etc vengono acquisite al massmo dai 6 agli 11 anni dopodichè diventa tutto più difficile che di fatto significa che chi non ha lavorato bene in quel periodo non potrà mai raggiungere il proprio massimo potenziale. Conseguentemente considerando che l’equilibrio e la coordinazione sono capacità fondamentali per un tennista, se si comincia a 12 anni si impara ugualmente a giocare a tennis e magari anche bene ci mancherebbe ma ad esempio in situazioni di equilibrio precario spingerà di meno, il che comporterà l’essere più spesso in balia dell’avversario che di conseguenza avrà più volte la possibiltà di chiudere il punto per primo, tutti fattori insomma che con il salire del livello fanno sempre più la differenza. Ovviamente nulla toglie che il 70% di Tizio possa poi essere superiore al 100% di Caio ma saggezza vuole che chi mena prima mena due volte..

    E ad onor del vero queste concetti non vengono assolutamente promossi dalle Accademie (che anzi se hanno qualche lacuna è proprio a livello di preparazione fisica che ce l’hanno, visto che coach bravi se ne trovano abbastanza mentre prep. atletici di alto livello molti ma molti meno), mentre sono i pilastri di tutti i migliori preparatori atletici in circolazione e che quasi mai provengno dal tennis ma che semmai ci si specializzano dopo….. (In verità spesso le Accademie lo sanno cosa si dovrebbe fare ma non sempre hanno a disposizione chi sa insegnarlo)

    Il discorso sui soldi poi è diventata una barzelletta…I soldi purtroppo ci vogliono e se è vero che non è obbligatorio che a tirarli fuori siano i genitori è altrettanto acclarato che per far sì che questo accada è necessario aver lavorato bene e speso (il giusto, non regalato) prima, della serie chi più e prima spende alla fine meno spende.. Concordo poi con quanto scrive Archipedro quando dice che sono basilari le buone idee ma anche qui ognuno ha le sue… io ad esempio piuttosto che costruire un piccolo impianto di illuminazione ho preferito spendere 40 euro al mese per avere a disposizione le chiavi del palazzetto dello sport e di una delle palestre della scuola di dove abito che di fatto mi permettono di poterne usufruire ogni qualvolta lo desideri sia per fare atletica che per giocare a tennis…

    Nikolik sempre il solito discorso…. Il paragrafo B dell’Art 2 dello Statuto della Fit però dice che tra gli scopi della federazione c’è anche quello dello sviluppo dell’attività agonistica finalizzato all’attività internazionale…. Perciò con i soldi o in qualche altra maniera sarebbe suo compito farlo.

  86. Stefano Baraldo scrive:

    Doc: con “la ruota di Conan” ti ergo come mio Maestro di VIta!!!
    credo di essermi ammalato di questo “diario di viaggio” e delle dicussioni che lo accompagnano con un vero spirito di scambio intriso della passione contagiosa di chi si ostina a regola d’ Arte nel investire generosamente tutte le energie in un progetto chiamato allenamento!
    Nel viaggio evolutivo parallelo del Maestro e dell’Allievo che grazie a Dio talvolta coincide con la trasmissione del “Codice”! Unica certezza razionale che ci proietta verso l’immortalità!!!!
    detto questo credo di aver chiarito la mia posizione rispetto al Genitore! ma quello con la G maiuscola!
    Ahimè ne esistono altri. Accade spesso che nella pratica si presentino genitori accattivati dall’investimento economico ed eventuale ritorno futuro piuttosto che dall’istinto di vedere il figlio Felice e Libero!!!
    Poi ci sono quelli che parcheggiano, poi altri ed altri che affidano il loro frutto ad altri poichè troppo in lotta nel capire se stessi. ed altri altri ancora… tutti rispettabili e con i propri perchè….così il mondo va avanti perchè è vario!! bene.

    tecnicamente l’età d’oro per la motricità non credo che sia distinguibile in una chiave cronologica! tipo tra i 6 e i 12 ecc.. un tempo in bibliografia si distinguevano delle cosiddette “Fasi Sensibili” per l’apprendimento..concetto obsoleto e celatamente correlato con la scolarizzazione primaria!
    Credo nel fatto che il Sistema Nervoso Centrale si sviluppi indicativamente con le dovute milionate di soggettività nell’arco di 21 anni…e poi si continui a sviluppare in maniera Funzionale atraverso adattamenti di varia matrice ma pur sempre cognitivi.
    Imprinting…adattamento…plasticità…armonia…età biologica…creatività…libertà….più generalmente “Evoluzione”
    credo che queste siano alcune delle parole chiave della moderna teoria dell’Allenamento.
    p.s. grazie

  87. Nikolik scrive:

    Ma lo so, Max, lo so che cosa dice lo statuto della FIT.
    Ma, vedi, ecco quale è il punto: questa storia che per diventare un campione ci vogliono un sacco di soldi, che è, comunque, beninteso, una storia vera, noto che sta diventando un bell’alibi per tanti tuoi colleghi Genitori.

    Insomma, Max, i soldi ci vogliono, è chiaro: ma né più e né meno che per fare qualunque altra cosa, e né più e né meno che per qualunque altra carriera che intendi far fare a tuo figlio.

    E te lo dimostro con un facilissimo esempio: non più tardi di oggi pomeriggio sono giunti da me una coppia di tuoi colleghi Genitori, che hanno intenzione di comprare un ristorante-pizzeria al figlio squattrinato: poveracci, sono due persone normalissime, che campano di due stipendi.
    Siccome sono convinti che il figlio sappia far bene da mangiare, hanno deciso di aiutarlo e, per rilevare l’azienda ed il locale, hanno fatto un mutuo in banca di 300.000 euro da dare al figliolo. Per i prossimi 20 anni pagheranno la loro rata di mutuo, ed hanno ipotecato la casa.

    Max, questi due tuoi colleghi Genitori credono nella carriera di ristoratore-pizzaiolo di loro figlio e hanno sborsato 300.000 euro per lui.
    Che ti devo dire, speriamo non si siano sbagliati.
    Ma sai che ti dico: con gli stessi 300.000 euro, tu puoi finanziare almeno 6 anni (dico, 6 anni) di allenamenti di tennis costanti, super professionali, al tuo figliolo. Tu stesso dicesti, se non ricordo male, che con 50.000 euro all’anno, se spesi bene, puoi fare un grande lavoro.

    Quindi, vedi bene, non è questione di soldi: è questione che i tuoi colleghi genitori preferiscono una carriera diversa da quella del tennista, per i loro figlioli. Scelta legittima.

    Insomma, i soldi, in un paese straricco come l’Italia, si trovano, se ci sono le motivazioni.
    I Genitori, com’è noto, sono pronti a fare qualunque sacrificio per i figli.
    Quei due Genitori, persone da stipendio da 1.200 euro al mese, hanno preferito far fare al figlio il pizzaiolo, e non il tennista, pazienza. Vorrà dire che continueremo, nel nostro paese, a fare buonissima la pizza, e a non avere un top ten nel tennis, che ci posso fare.

    Max, io non sono campione nemmeno di boccette, sono negato per qualsiasi sport.
    Nondimeno, tu non hai idea di quanti soldi sono costato ai miei Genitori. Max, stà tranquillo, che io son costato almeno quanto costa a te tua figlia o quanto costa a Stefano suo figlio, che giocano a tennis.
    Io a tennis gioco malissimo, non sono campione di nulla, ma stà tranquillo, che ai miei genitori sono costato centinia di milioni (di lire, ovviamente) lo stesso, prima di essere autonomo economicamente.

    Quindi, si torna sempre al solito discorso. Si tratta di vedere come si intendono spendere i soldi per i figli.
    C’è chi li spende per la pizza e i ravioli, chi per la racchetta.

    Dai retta, Max, questa storia dei soldi sta diventando un alibi, un alibi per chi, peraltro in modo del tutto legittimo, non vuole che il figlio diventi un campione di tennis ma preferisce altre carriere per lui, per intraprendere le quali spenderà, più o meno, gli stessi soldi.

  88. Stefano Grazia scrive:

    Riaccendo proprio prima di andarmene a letto e…vado a letto felice:
    Mad Max e’ tornato!
    Ora possiamo davvero incominciare.

  89. Archiopedro scrive:

    Elettra, tra i presupposti del tuo post e l’epilogo ho perso la causa-effetto… La vostra é una resa? La migliore soluzione possibile? L’unica?
    Dici “vietato fare sul serio…”. Quindi vi basta che lei giochi, e che sia serena… non vorresti mai un motivatore, che la riempia di parole, o idee, per cercare di spingerla verso obiettivi ambiziosi?
    Insomma, io non ho capito del tutto qual’é il tuo punto di vista.
    Però se affermi che seguire il figlio “é una necessità, e non una scelta…” allora mi permetto di non essere d’accordo. A mio parere seguire un figlio é un dovere, una gioia, e la più importante professionalità che un genitore si debba dare. Parcheggiarlo dai nonni, o in una prigione dalle mura d’oro, é viceversa una scelta.
    Se un adulto prova a ripulire la testa da tutte le cazzate che la tv gli ha propinato negli ultimi trent’anni magari riesce a vederlo… il bambino (non parlo di te, dico in generale…). Che alla fine somiglierà drammaticamente a lui… Che non sia il caso di partire da noi stessi, per desiderare d’essere migliori?

  90. Archiopedro scrive:

    Mr. Max é tornato, ed io ne sono contento. Perchè il dialogo é fondamentale.
    Auspico altresì che molti altri genitori, e non, partecipino alla discussione. E credo, in tale ottica, che i nuovi interventi debbano essere incoraggiati con un atteggiamento costruttivo.

    Il discorso sui soldi potrà essere una barzelletta, ma io comunque l’avrei evitato: ognuno investa sul tennis come crede. Però Gus ha brillantemente riportato il pensiero di Velasco, che io conosco, e che sicuramente vale, per cultura sportiva, un Piatti. Per cui se qualcuno dice che il tennis é uno sport per ricchi, e che non c’é nulla da fare, gli rispondo che quello é stato ed é il suo tennis. E cercherò di dimostrare (a me stesso) che le specie più competitive sono quelle che imparano a resistere alle condizioni ambientali più sfavolevoli. Per la Siberia i soldi non servono (metafora): un po’ di freddo insomma non guasta…
    Per quanto riguarda le “capacità motorie”, da acquisirsi tra i 5 ed i 10 anni, in effetti non occorreva aprire i libri: si tratta di nozioni che dopo trentasei anni di sport, per lo più agonistico, un genitore non può non avere interiorizzato. Ma tali capacità, schema corporeo, lateralità, spazialità, equilibrio, coordinazione, “timing”… insomma l’allenamento precoce della “destrezza” é particolarmente efficace quando diverte i bambini ed è molto vario: un approccio multidisciplinare che mal si coniuga con l’idea d’affidare un giovanissimo ad una struttura “chiusa”, ancorché qualificata… per lo sci serve la neve… per il nuoto l’acqua…

    In questo modo un genitore che abbia vicino a casa un prato (o se si chiama Max una palestra intera per 40 Euro al mese), e una pista ciclabile, ed una piscina… non cerchi scuse… che lui “non aveva le risorse”…
    Si può dare di più…

  91. kill bill scrive:

    Grande, grandissimo Nikolik.

    Sono d’accordo con te su i campi a Secondigliano. Non scherzo.

    Però ad una condizione scrivi subito a Binaghi e invitalo a chiudere subito Tirrenia, licenziare tutti coloro che si occupano di agonismo , Furlan , Infantino, Barazzutti, il Dott. Parra e tutti i collaboratori.
    Stop a tutti i contributi ai giovani Under aspiranti professionisti.
    Raduni, trasferte, rimborsi, prestiti d’onore ….. restituiamo i soldi della preparazione olimpica al coni. Chi DEVE giocare la Coppa Davis si paghi la trasferta , non gli mancheranno mica i soldi ed è un servizio che deve rendere al Paese.
    Chi vuol fare il professionista si arrangi , perchè come hai scritto :
    ”Insomma, i soldi, in un paese straricco come l’Italia, si trovano, se ci sono le motivazioni.”

  92. stefano grazia scrive:

    Vabbe’ Nikolic, sono anche d’accordo ma si suppone che dopo al pizzaiolo rimarra’ comunque il ristorante, o no?,e forse una clientela mentre il nostro futuro tennista corre anche il rischio di ritrovarsi fuori dai 100 e anche ignorante come e piu’ del tuo pizzaiolo.
    Sono invece d’accordo che i soldi possano diventare un alibi sia per non incominciare nemmeno sia per quelli che a 18-22 anni vista la fatica, i disagi e i sacrifici a cui dovrebbero sottoporsi decidono a un certo punto di fare i maestri e non certo per vocazione ma semplicemente perche’ a un certo punto siu chiedono: ma chi me lo fa fare? si vive una sola volta! etc etc
    Sono anche d’accordo, lo sai, sul fatto che non si possa imputare alla Federazione la mancanza di un Federer o di un Panatta, quelli nascono da soli per germinazione spontanea e botta di fortuna e infatti nessuno rimprovera alla Francia la mancanza di un Noah. Alcuni potrebbero arguire dicendo piuttosto che non sapremo mai se dai noi sono nati altri Panatta perche’ come diceva qualcuno, da noi l’adolescente Federer in dubbio fra calcio e tennis avrebbe scelto il calcio.
    E’ vero anche,ma fino a un certo punto, che io di soldi in Nigeria ne spendo relativamente pochi visto che io e mia moglie siamo stati costretti a trasformarci in coaches e preparatori atletici e che in pratica abbiamo libero accesso ai campi da tennis e se vogliamo un palleggiatore per Nicholas ci costa meno di 10 dollari all’ora. Pero’ e’ anche vero che il risultato dei nostri sforzi ,di cui siamo abbastanza soddisfatti, sarebbe ben diverso se non l’avessimo mandato regolarmente quelle due volte all’anno da Bollettieri e ricordate che ho scritto diversi posts sul fatto che noi,al contrario della pubblicita’, pagavamo due per ottenere uno.Cioe’ pagavamo per entrare all’Academy e poi, pur fra sconti vari, pagavamo un corso speciale a parte. MA SONO PERFETTAMENTE D’ACCORDO QUANDO SCRIVE:
    “Se vuoi fare un allenamento intensivo, puoi farlo, fino ad una certa età, senza spendere cifre enormi e senza fare tornei.
    Piuttosto, dai 12 anni in su, è logico che si deve spingere sull’acceleratore: ma, attenzione, le basi, tecniche e fisiche, devono già esserci. Insomma, si deve già avere lavorato bene. E da anni.
    Non si può, ovviamente, iniziare a quuella età. A quell’età devi avere già lavorato seriamente.”
    E’ comunque vero che diventare un campione non è un diritto, che deve essere salvaguardato. E che “Fare sport, invece, è un diritto, quello sì.”
    E quindi dovremmo tutti batterci per avere maggiore sport nelle scuole (un’ora o due al giorno ma di vero sport e non di caccia alle farfalle) ma anche istituzioni sportive che accolgano i bambini. Il Sistema dei Circoli non mi sembra troppo interessato a creare campioni ma nemmeno i futuri utenti. Certamente ne riparleremo ma una Federazione dovrebbe battersi per poter facilitare l’accesso al proprio sport alle giovani leve (campi pubblici, campi gratis nei circoli prima delle 17 per gli Under 14,etc etc). Altrimenti, a quelle cifre, i genitori ai propri bambini fanno fare jogging, arti marziali o il solito calcio.
    Poi diciamo che un campione nel proprio sport funge da veicolo promozionale e quindi tutto sommato non e’ nemmeno vero che una Federazione non debba essere interessata a creare un Campione perche’ un Miccini o un Quinzi che facessero i Murray vedrai che gli farebbero comodo,eccome. Anche se bisognera’, in questi due casi citati,essere poi intellettualmente onesti al momento di attribuire i meriti.

  93. anto scrive:

    Sono contento che Mad Max sia tornato…..con lui il cerchio si chiude.

  94. Archiopedro scrive:

    Stefano, riguardo ai valori del test di tuo figlio: non entro nel merito della validità generale dei test (considerati datati ma pur sempre utili e facilmente riproducibili). Credo, da quanto hai detto, che Nicholas stia dimostrando evidenti qualità aerobiche. Si tratterebbe quindi d’individuare la sua attuale soglia di frequenza anaerobica, e di testarlo progressivamente sulle corse lunghe. Se non s’annoia.
    Diverso é il caso del giro di pista, dove la velocità d’accrescimento dell’intensità dello sforzo attiva un processo anaerobico (…): un test che consente d’aver buone indicazioni sulla capacità di recupero rispetto a sforzi intensi (io prendo le pulsazioni subito dopo la corsa e con un minuto di recupero) ma che fa inoltre emergere (ciò che m’interessa ora), soprattutto in un bambino, la specifica qualità della tecnica di corsa… equilibrio, simmetricità, frequenze, appoggi, avanzamento delle ginocchia, contro-azione delle braccia, decontrazione muscolare…
    Traduco: un atleta adulto corre sempre “bene”, e quindi la performance é influenzata dal suo “stato di forma”. Viceversa in un giovanissimo atleta é soprattutto l’efficacia del gesto ad incidere sul risultato.

  95. Elettra scrive:

    Archiopedro, forse mi sono spiegata male, la mia polemica era nei confronti di coloro che ritengono che i genitori riversino sui figli le loro ambizioni e frustrazioni.
    Certo che sono felice di seguire i miei figli, ne ho due e uno non è minimamente interessato al tennis, ma lo assecondiamo nelle sue aspirazioni, imponendogli solo una sana attività fisica non certo l’agonistica.
    Il senso è che nel sistema Italia si è costretti a fare i tecnici fino a quando non trovi le persone giuste, allora ti fai da parte volentieri e vigili da lontano.
    Un conto è accompagnare i figli al tennis ed ai tornei, un conto è sostituirsi al tecnico, questo lo fai per necessità e non per scelta.
    Io e mio marito siamo stati costretti a diventare una specie di enciclopedia ambulante del tennis e della preparazione atletica, abbiamo girato accademie e siamo stai ai tornei parlando con i giocatori per capire cosa era giusto fare.
    Mio marito ex agonista dopo il lavoro giocava con la bimba e io, quando è andata via dal circolo, nell’intervallo del pranzo facevo cestini con lei tirandole le palle con le mani come mi avevano insegnato da Mouratoglou.
    E’ vietato fare sul serio, perchè non è concepita l’diea di fare le cose come vanno fatte per passione a prescindere dal risultato, l’accollarsi il rischio di trovare il proprio limite o l’insuccesso, se ci provi e perchè ritieni che tuo figlio sia il futuro campione del mondo ed allora sei un imbecille perchè il maestro del circolo se ne sarebbe accorto.
    La scelta di giocare a tennis è di mia figlia e non mia o di mio marito, e lei ha le idee chiare, certo va indirizzata seguita e motivata, quello che hanno sbagliato sinora i maestri è nel non rispettarla come persona.
    E’ una ragazzina pensante, con delle idee sue, magari sbagliate, ma su cui si deve discutere, l’incarnazione del verbo con lei non funziona sse vuoi rispetto lo devi dare.
    In Accademia ha trovato persone che la pensano come lei e questo sia in Italia che all’estero, non è l’unica soluzione, ma in questo momento è quella giusta per lei.
    Sono contro la selezione dei giocatori in utero, quelli seguiti dalla federazione che vengono sceltii ancora prima di prendere la racchetta in mano, sono tutti figli di maestri semplicemente perchè conoscono il sistema.
    Ci sono un sacco di ragazzini talentuosi in giro per i tornei, allenati poco e male, che meriterebbero di essere almeno visionati da qualcuno se si vuole finalmente il top ten ed una sana selezione meritocratica.,
    Concordo con l’idea del prontuario per il genitore che indichi i circoli, differenziadoli a secondo del livello di gioco che si vuole raggiungere, il problema è che dovrebbe essere un’iniziativa privata, perchè il controllo effettuato dalla federazione è nullo.
    Faccio un esempio pratico, se si vuole il riconoscimento di circolo PIA si deve garantire un certo numero di ore di allenamento e preparazione atletica a secondo dell’età, fantascienza, tutti i circoli che ho visitato e sono tanti non grantiscono nemmeno !/4 di quelle ore e la preparazione atletica è inesistente o fatta da incompetenti.
    Poi ai raduni ci vanno i fenomeni, ma quelli vanno a lezioni da soli sin dall’inizio.
    Naturalmente i meccanismi li comprendi solo dopo.
    Soldi ce ne vogliono, ma se ne sbattono via anche molti.
    I circoli non hanno la struttura per garantire quello che vendono a caro prezzo e l’insuccesso viene attribuito ai ragazzi ed alla loro mancanza di talento, mentre la responsabilità è di chi pretende di spacciarsi per quello che non è senza assumersi alcuna responsabilità.
    La cosa più grave sono i danni di autostima e le insicurezze che provocano nei ragazzi che sinceramente amano questo sport, a prescindere che il loro limite sia la III o la II categoria o l’ATP, chi di questi signori è in grado di stabilirlo.
    Chi ha le competenze tecniche per farlo? Chi ha mai fatto il coach?
    Ho speso più soldi ad andare in giro per tornei giovanili e IV categoria, che farle fare il WTA.
    Certo che a questa stregua la seguiamo noi, il calendario tornei lo faccio io, la preparazione atletica la faccio io che, quantomeno, mi sono letta tutto il possibile sull’argomento ed il coach lo fa mio marito, che avrà anche la pancia ma ama questo sport e sua figlia e, soprattutto, gioca molto meglio di tanti soggetti certificati.

  96. stefano grazia scrive:

    Fortunatamente Nicholas e’ anche il piu’ veloce nei suicide drills, negli sprint con slalom fra ostacoli e coni, cambi di direzione, etc etc perche’ in effetti che corra bene il miglio, se pensiamo al tennis mi interessa relativamente: mi fa piacere che si diverta, che primeggi fra i suoi coetanei e comunque mi fa soprattutto piacere che a scuola mi aiutino (un’ora al giorno, ogni mattino dalle 730 alle 825!!!) ad allenarlo… Non sara’ una preparazione di alta intensita’ e qualita’ ma a quello dovremmo poi pensare noi, l’importante e’ che a scuola facciano attivita’ sportive … In Italia, da quel che sento da voi, sarebbe sicuramente peggio … All’American School escono da scuola alle 15 e dopo e’ tutta una corsa in affanno per battere il traffico, raggiungere uno dei due circoli o il campo da tennis agip, allenarsi e studiare o studiare prima e allenarsi dopo a seconda dei giorni. Ieri per esempio era giorno di Matchplay e Gabri’ l’ha portato al Lagos lawn dove ha giocato un paio d’ore con un coetaneo prima di essere cacciati dal campo da un Senior Member verso le 18…Ma anche qui non ha ancora imparato ad ottimizzare i tempi perdendo mezzora in bagno a bagnarsi la testa, mettersi la bandana, etc etc e poi perdendosi in chiacchere fra un cambio di campo e l’altro…Alla fine ha vinto il primo 75 e poi han giocato solo tre games delo secondo…Poi a casa, altra mezzora in auto, e compiti…Siccome e’ lento a organizzarsi,decidersi,mettersi in moto-e cerca sempre di farci fare a noi parte del suo homework- e’ andato a letto poco prima di mezzanotte… Mi rendo conto che questo e’ un problema ma anche una Fase di Passaggio: cioe’ lui deve imparare a organizzarsi, ottimizzare il proprio tempo, velocizzarsi non solo sul campo ma anche fuori.
    Anche questo e’ uno spunto che merita approfondimenti, e cioe’ che in un campione, in un top 100, la differenza fra chi ci entra e chi non ci riesce forse non e’ solo il dritto o il rovescio o il servizio, ma anche come e quanto riesci ad organizzarti e ad adattarti ad una vita sempre in giro, ‘on tour’, quando devi trovare il modo di allenarti fra un viaggio e l’altro, procurarti il campo, lo sparring partner, mangiare, dormire, prenotare i biglietti aerei, etc etc … Credo che sia un aspetto molto sottovalutato del problema ed e’ comune forse a tutti gli sports ma certamente piu’ accentuato in quelli non di squadra …

  97. Archiopedro scrive:

    Elettra, perfetto ;-) , adesso ho capito. Nulla da eccepire.
    Io immagino che voi siate pronti a dimostrarle, anzi lo facciate quotidianamente, che il vostro impegno nei suoi confronti é incondizionato. E che volete il controllo del processo (…) fino a quando non sarà in ottime mani… esattamente come me.
    Posso allora aggiungere che dei risultati ottenuti da mister X con il giocatore Y non m’interessa molto, ma pretendo di capire quali risultati potrà ottenere mister X con MIO FIGLIO? E che la qualità del lavoro é “self-evident”… perchè i titolo onorifici… si lasciano comperare?
    Posso?

  98. stefano grazia scrive:

    Sempre piu’ grande,grandissima Elettra…mi sembra quasi il mio sfogo nel mio primo post, il numero 37, il piu’ lungo della storia del tennis, 11 pagine!!!, e mi sono rivisto, anche se la pancia non ce l’ho, o meglio non ce l’avevo: adesso che invece di giocare lo alleno, ho preso qualche chilo…anzi adesso scappo nella pausa break a farmi 45′ con un palleggiatore ma poi ritorno… Ma, Elettra, la allenate solo voi o vi avvalete comunque anche di un Academy, come mi era sembrato di aver capito?

  99. Gus scrive:

    @archipedro: grazie.
    Io scrivo quello che penso e sono una persona che è qui con grande umiltà, perché ancora prima che appassionato di tennis, sono “appassionato” di mia figlia e se riuscirò a trovare stimoli, esempi, riflessioni, qualsiasi cosa io ritenga utile per essere un genitore migliore e dare una prospettiva di qualità a mia figlia, qualsiasi essa sia, la assorbirò come una spugna. Ovviamente ci costruirò sopra un mio modello, ma io effettivamente credo a quello che dico e anche a quello che dite. Sono una persona assolutamente sincera e senza alcuna malizia. Un po’ ingenua, se vuoi.
    @nikolic: sulla prima parte del tuo intervento tutti, credo, concordiamo. I costi di accesso al tennis devono essere abbassati. Non concordo, invece, affatto sulla tua seconda parte. Già dissi che lo sport dovrebbe essere diviso in almeno tre categorie:
    la pratica sportiva
    lo sport agonistico
    lo sport professionistico
    Alla pratica sportiva possono(devono) pensare in molti: la scuola, i comuni, ecc.ecc.
    Lo sport a livello agonistico, invece e a qualsiasi livello, viene governato proprio dalle Federazioni Sportive che proprio a questo scopo vengono create.Lo stesso statuto prevede tra le varie:
    Art.2 comma C recita:
    c) lo sviluppo dell’attività agonistica finalizzata all’attività internazionale ed alla partecipazione alle Olimpiadi nell’ambito delle direttive impartite dall’International Tennis Federation e dal C.O.N.I.;
    Tu dici:
    “Il campione vuole vincere, un’istituzione sportiva vuole togliere i ragazzini dalle strade e mettere loro una racchetta in mano.”
    La Federazione Sportiva non ha solo il compito di mettergli una racchetta in mano per toglierlo dalla strada (questo potrebbe farlo chiunque), ma di farlo diventare uno sportivo, un’atleta, un’agonista e se possibile aiutarlo a diventare un campione, per dare lustro al proprio paese, alla propria nazione e fare da traino al movimento.
    “Mi dispiace molto, se cercare di diventare top ten costa tanto.Ma non posso farci niente.Anzi, io istituzione sportiva non voglio farci niente.”
    Non vuoi farci niente, ma che significa?.
    Non riesco a seguirti in questo ragionamento. Secondo te i campioni Olimpici di pugilato, di ginnastica, ecc.ecc. come avrebbero potuto fare senza una federazione a supporto? Ma persino il calcio,che ha i soldi delle Tv, senza una Federazione cosa diventerebbe? E le Nazionali?
    “Diventare un campione è una legittima aspirazione, totalmente legittima. Ma non è un diritto, che deve essere salvaguardato.”
    Ovvio che non è un diritto, ma il dovere di una Federazione è fare di tutto per consentire al proprio paese di avere dei campioni.
    “Fare sport, invece, è un diritto, quello sì.”
    Ammesso che sia un diritto, lo è permetterti di fare sport, mica di giocare a tennis. Uno potrebbe farti una pista ciclabile e dirti “pedala” o “corri”. Se serve solo alla “salute”!
    “Se ho soldi, apro anzi un circolo di tennis a Secondigliano.”
    Lo stato a Secondigliano dovrebbe costruire dei campi di tennis, dei campi di calcio e fare molte altre cose.
    “insomma, costa tanto allevare un piccolo campione? Mi dispiace, mi dispiace molto, ma non so chi possa aiutarvi e, soprattutto, chi debba farlo.Si tratta di un’esigenza personale vostra.”.
    Ogni tanto non riesco a capire se questo nikolic è uguale all’altro.
    Dr. Jekyll e Mr. Hyde? Perdonami, mi sembra più una provocazione che altro.
    @madmax:
    “come tu mi hai scritto per mail è un coach che ha portato BEN 7 GIOCATORI NEI PRIMI 300.”
    Quello che continuo a non capire, ma naturalmente potete aiutarmi voi e in particolare tu, è:
    Un maestro allena “solo” ragazzini da 6 anni a 12 anni e quindi non porta nessuno da nessuna parte. Poi subentrano altre persone che magari allenano meglio gli adulti ma è possibile che non sappiano allenare i bambini e i ragazzi, ma quelli bravi tra questi maestri di ragazzini come li riconosciamo?. Oppure, ma se uno ha un fondello da paura per cui gli capita Agassi tra le mani o Becker o Federer, allora diventa un grande allenatore perché il tipo diventerà il numero 1 del mondo?
    Io non credo sia questo un criterio attendibile né in un senso né nell’altro.
    Se però dovessi “obbligatoriamente” scegliere, è possibile che sceglierei qualcuno che porta 7 persone tra i primi 300 che uno che ne porta uno tra i primi dieci e poi il nulla.
    “Se appunto hai riaperto i libri…..”
    Visto che il blog “ricomincia” :-) potresti indicarmi un libro in italiano (perché in Inglese faccio troppa fatica) che ritieni “fondamentale” conoscere. Grazie mille, davvero.
    Nell’analisi che tu ed altri fate riguardo alla formazione di un’atleta, nel caso specifico tennista, noto una certa tendenza (naturalmente potrei anche sbagliare), ad evidenziare le componenti tecniche e atletiche. Che queste siano la base, ci tengo a sottolinearlo per evitare incomprensioni, è da me assolutamente condiviso. Ma il problema enorme che prima o poi si porrà per tutti è la componente psicologica e allora ti chiedo, come si allena psicologicamente un ragazzino? Perché nello sport, ma soprattutto nel tennis, imho, senza testa non vai da nessuna parte. Magari se ne parlerà in un prossimo articolo? Intanto visto che siamo in vena di scambi culturali:
    Vincere con la mente (Come si diventa campioni: lo stato della massima prestazione) di Giuseppe Vercelli che è stato (e forse lo è ancora) lo psicologo della squadra nazionale di Sci Alpino per le Olimpiadi invernali 2006 e il responsabile scientifico del Centro di Psicologia dello Sport di Torino e di Juventus University.
    Io credo molto nell’aspetto psicologico, in generale. Magari su questo ci si può confrontare.
    @Stefano Baraldo: se vuoi consigliarci qualche lettura o online o su carta :-). Intanto ti faccio un personale plauso perché pur essendo un addetto ai lavori, non parli tramite uno pseudonimo, ma ti firmi con nome e cognome.
    @nikolic 2: ti risulta che lo Stato paghi una Federazione Italiana Pizzaioli per mandarli alle Olimpiadi o per gestire eventi internazionali, tornei piazzaioli, ecc.ecc. :-)
    La regione Piemonte nel 2008 ha stanziato 600.000 Euro per il progetto Junior Tennis e “altro” in collaborazione con CONI e Federazione, “solo” la regione Piemonte.
    Leggere nel dettaglio l’iniziativa al seguente link:
    http://www.conipiemonte.net/piemontesport/giu08/05.pdf
    Quindi anche lo Stato spende molti soldi per il tennis e non solo i Genitori.
    @stefano grazia:
    “Sono anche d’accordo, lo sai, sul fatto che non si possa imputare alla Federazione la mancanza di un Federer o di un Panatta, quelli nascono da soli per germinazione spontanea e botta di fortuna e infatti nessuno rimprovera alla Francia la mancanza di un Noah.”
    Non prenderei ad esempio proprio la Francia, perché oggi forse è la numero 1 nel ranking mondiale a livello di squadra e se non erro porta due giocatori al master. :-)
    Il problema è sempre lo stesso, allargare la base dei praticanti, portare più bambini a fare sport, selezionare, pilotare, divertire. L’organizzazione dello Sport in genere dovrebbe fare così e creare una cultura dello Sport (che è compito della scuola non delle Federazioni) invece dobbiamo constatare che alle prime difficoltà nelle scuole medie, la maggior parte dei ragazzini che faceva sport viene invitato a mollare proprio dai genitori, “perché non ha tempo per studiare”. Senza tenere in considerazione che così gli hai già costruito il suo alibi e che questo sarà il suo alibi anche per il futuro, anche nella scuola. Sarà un caso che abbiamo percentuali medio basse di ragazzini che fanno sport e un numero medio-basso di diplomati e ancora meno di Universitari. Come mai, visto che i bambini/ragazzini/ragazzi non fanno sport per studiare?. (estremizzo e semplifico, lo so). Dovremmo essere un popolo di ricercatori :-)
    Se nascesse un altro Panatta in Italia, probabilmente farebbe calcio, pallavolo o forse basket, questa è la realtà.
    @stefano grazia:
    “Anche questo e’ uno spunto che merita approfondimenti, e cioe’ che in un campione, in un top 100, la differenza fra chi ci entra e chi non ci riesce forse non e’ solo il dritto o il rovescio o il servizio, ma anche come e quanto riesci ad organizzarti e ad adattarti ad una vita sempre in giro, ‘on tour’, quando devi trovare il modo di allenarti fra un viaggio e l’altro, procurarti il campo, lo sparring partner, mangiare, dormire, prenotare i biglietti aerei, etc etc “
    Uno dei prossimi temi potrebbe essere, come organizzare il tempo; così per lasciare un po’ di spazio anche per la “noia” (sempre per gli aspetti psicologici a cui facevo riferimento sopra).
    Io sono abbastanza fortunato. Mia figlia, per la sua età, nelle sue cose è molto organizzata e metodica. Soprattutto nello studio è ottima. Si pianifica autonomamente la settimana, sa quando studiare, quanto ecc.ecc. Noi la seguiamo molto e io in particolare sono molto esigente, ma lei regge botta e nonostante litigate galattiche quando la interrogo, alla fine esce fuori la sua combattività e spero che pari pari se la porti in campo. I risultati per ora sono ottimi. Per quanto riguarda lo sport (nel suo caso pallavolo) quest’anno forse riusciremo a capire forse qualcosa in più sulle sue reali possibilità. Doveva fare una campestre di un miglio ma è saltata per la pioggia. Vi farò sapere i tempi. così per curiosità.

    Un abbraccio a tutti.

    Gus.

  100. wik scrive:

    Caspita che genitori agguerriti e preparati ci sono qui !!!, mi sá che ne sapete piú voi dei coach.
    Stó apprezzando un po’ tutti gli interventi che mi sembrano in generale ben equilibrati, e una buona dose di equilibrio nell’operare in questo campo é davvero importante.
    @Stefano Grazia, credo ci siamo capiti male, non intendevo una sorta di guida michlen di accademie ecc. proposta dalla federazione o chi per lei, mi stupirei se una guida del genere fosse abbondantemente comprata e manipolata dagli addetti di marketing.
    Parlavo propio di luoghi fisici, mi spiego meglio, se é vero che esistono le scuole elementari e le scuole medie superiori, mi sembra capire che in Italia manchino le scuole medie inferiori, con funzione di selezione-indirizzo-prima evoluzione-valutazione per chi vorrebbe andare oltre le elemantari. Che poi siano proprio queste scuole medie guida michlen a trovare-aiutare l’indirizzo giusto ai genitori in un’eventuale salto di qualitá é altrettanto importante. Questo mi chiedevo se era corretto visto a distanza, .

  101. kill bill scrive:

    La regione Piemonte stanzia €. 600.000 all’anno per il tennis !
    ( quelli per le squadre della serie A potevano spenderli meglio ).

    Il mio comitato provinciale quando deve convocare la squadra per la coppa delle province non ha i soldi per affittare 2 campi qualche ora per fare un minimo di selezione sul campo.

  102. Elettra scrive:

    Stefano Grazia, non hai capito male l’abbiamo seguita noi sino ad ottobre, data in cui è entrata in accademia.
    Archiopedro, puoi e devi.

  103. conforto scrive:

    Non mi è sembrato vero trovare questo blog!Quanto meno per cinque minuti io e mia moglie ci siamo sentiti confortati. Mando queste due righe momentaneamente solo per vedere se riesco ad inviare il messaggio.

  104. Mauro scrive:

    Complimenti a tutti per la rivitalizzazione del blog, incominciando dal padrone di casa Ubaldo, al capo carismatico Stefano Grazia ed ai vecchi e nuovi amici che scrivono qui.
    Un grande saluto anche a Max, almeno ufficialmente visto che periodicamente gli rompo le scatole al telefono.
    Gli argomenti sono tanti, molto interessanti anche se si corre il rischio che alcuni scivolino via senza una adeguata sviscerazione, spero sarà Stefano o chi vorrà riproporre alcuni argomenti.
    A me personalmente ha colpito una affermazione di Stefano Baraldo che riporto testualmente:

    “tecnicamente l’età d’oro per la motricità non credo che sia distinguibile in una chiave cronologica! tipo tra i 6 e i 12 ecc.. un tempo in bibliografia si distinguevano delle cosiddette “Fasi Sensibili” per l’apprendimento..concetto obsoleto e celatamente correlato con la scolarizzazione”
    Mi ha colpito, perché va a minare il concetto per il quale se non si inizia presto non si ottengono risultati, avendo però poi come controindicazione la fine precoce di una carriera.
    Avevo sempre avuto la sensazione che ci fosse una ricerca esasperata della precocità, ma a quanto dice Baraldo, oggi non sembra almeno fisicamente avere basi solide.

  105. wik scrive:

    @Mauro
    Ha colpito anche me, sarebbe interessante se Baraldo ci approfondisse questo concetto. Si parla di motricitá o anche di apprendimento tecnico ?

  106. maxdauria scrive:

    Inorridisco davanti all’affermazione di Baraldo…

    Il punto è che nessuno (nemmeno Catizone Piatti e Sartori) ha mai detto che a 20 anni sia tardi per imparare, è stato detto che si impara meno, più lentamente, con più fatica e soprattutto sottraendo del tempo prezioso al perfezionamento od al migliorarìmento alcune cose specifiche (ricordate quando Piatti disse che con molti ragzzi di 17/18 anni doveva spesso perdere tempo per correggere difetti di base?).

    Per non parlare poi del messaggio che si darebbe ai ragazzi a cui in buona sostanza si concederebbero ulteriori alibi e scuse che sono poi il maggior motivo dei 30 anni di falimenti…ma dopo questo intervento ovviamente diventa tutto molto più chiaro…

    Per quanto riguarda il precocismo, ribadisco due concetti incontrovertibili e cioè che in primis se un giocatore diventa forte a 16 anni invece che a 25 guadagna 10 volte (e dal momento che il tennis diventa un lavoro è doveroso fare anche questi conti) e secondo che non è scritto da nessuna parte che se si comincia prima si finisca anche prima (chi lo ha fatto sono atleti come hinghis clijsters capriati kournikoova borg etc tutta gente cioè che grazie al fatto di essere diventati delle stars da giovanissimi hanno potuto permetterselo); il lavoro da giovanissimi permette solo a chi lo vuole, di raggiungere il proprio top in tempi giusti (visto che cmq il meglio un tennista lo da dai 20 ai 30 anni) e di non arrivare a 25 anni a dover preferire i i vari challengers sulla terra invece del confronto nei migliori atp che comporterebbe il doversi completare a livello tecnico e di conseguenza un periodo “aggiornamento” non remunerato, che per chi non è un top ten fa male alle tasche…

  107. Archipedro scrive:

    Abbiamo appena rifatto con Mati il test dei m.400 al campo sotto una pioggerellina fastidiosa. Ora carico su youtube, e linko al mio blog, il relativo filmato della seconda prova, corsa molto bene in 1′ 58”. A dimostrazione che l’atletica è una scienza quasi-esatta. E che per definire quanto vale un piccolo sportivo bisogna documentare e comparare: inutile convincere questi bambini d’essere bravi, o i migliori, se non vi sono dei riscontri oggettivi.
    Wik, dire che in questo blog ci sono genitori “equilibrati” è un messaggio importante…

  108. Archipedro scrive:

    Per mia esperienza devo dare, in questo caso, ragione a mr. Max, anche se i numeri non sono rigidi ma legati alle caratteristiche evoluttive dell’individuo.
    L’adattamento precoce del bambino a stimoli psicomotori complessi, conditi da fattori ambientali anomali, costituisce un indubbio vantaggio (si pensi al fattore della “paura”, sul quale si lavora benissimo). Non a caso nella ginnastica si spingono ragazzine piccolissime (cosa che non approvo) a produrre movimenti “pericolosi” con naturalezza, aggirando il problema dei freni inibitori. Ma vale anche per lo sci (pendenza), il nuoto (acqua)… ed ovviamente il tennis, dove il rapporto fisico con la racchetta (prolungamento dell’arto), e della palla (corpo dotato di massa) complicano notevolmente lo “schema corporeo” complessivo dell’atleta.
    Dopo di che un campione non é uno che semplicemente gioca bene, ma anche colui che utilizza meglio la propria “intelligenza emotiva”: é qui che io relativizzo l’importanza della pura tecnica.

  109. Stefano Baraldo scrive:

    senti max dauria…
    sei allucinato????

    ma ti sembra possibile che io possa sostenere una cosa del genere??
    hai intenzione di offendermi inutilmante dunque?!!!
    no perchè sei completamente fuori strada!!!
    visto che non te ne intendi e che non riesci a leggere il linguiaggio tecnico te lo spiego meglio…

    da 0 a 21 anni il snc si sviluppa…poi per il resto della vita si aggiusta e raffina.
    dunque dico che: bisogna sempre dare la priorità alla creatività nel proporre esercizi idonei e che rispettano i tempi naturali di adattamento e apprendimento tenedo sempre in primo piano la sviluppo ed il rinforza degli schemi motori di base nonchè della capacità condizionali prevalentemente correlate alla flessibilità (mobilità articolare-coordinazion ed aquilibrio-elasticità tissutale).
    in questa prospettiva di lavoro è chiaro che il profilo atletico va curato a 360gradi sempre e comunque e con le dovute proporzioni visto che il bambino è un bambino e non un atleta in miniatura.
    senza fossilizzarsi su schemi concettuali di lavoro vecchi come la psicomotricità da baraccone e le fasi sensibili rigide e basate sull’età cronologica anzichè su quella biologica. (differenza che tu non sai sicuramente)
    comunque continua ad allenare la forza quando non hai nemmeno il substrato endocrino che ti permette di assimilare il lavoro..continua pure con gli esercizi lattacidi quando il sistema energetico glicolitico (anaerobico) non è capace.
    continua a produrre un esperimento che non ti porterà altro che infortuni…
    BRAVO

  110. Stefano Grazia scrive:

    Non ho capito,Stefano, perche’ ti sei cosi’ alterato con Mad Max la cui figlia, forse non sai, non e’ comunque allenata da lui: lui ha semplicemente scelto di affidarla a Vavassori e,per la parte atletica, a Catizone … Che noi,come categoria, non si sia superesperti ci puo’ anche stare ma la tua affermazione precedente aveva creato dubbi in tutti e in fondo non era chiara nemmeno a me che comunque una laurea in medicina di riffa o di raffa l’ho pure conseguita … Certo, Mad Max e’ come al solito partito in quarta ma ti chiedo di perdonarlo: adesso sicuramente ti rispondera’ per le rime, arriverete alla rissa come nella miglior tradizione di G&f, ma ti chiedo di non fare come altri Addetti ai Lavori e non fuggire a gambe levate: resta con noi, non ci lasciare,accetta il dialogo,il confronto, non essere prevenuto con noi solo in quanto Genitori, illuminaci se e quando puoi ma cerca di accettare anche il fatto che noi potremmo avere idee diverse…Ripeto: io rispetto le opinioni di tutti, e rispetto le opinioni degli Uomini di Tennis, li ascolto sempre attentamente e serenamente ma,l’ho sempre detto e qui lo ripeto, non svendo il mio background culturale solo perche’ in quel momento con un Coach o un Preparatore Atletico sto parlando di tennis. Troppe volte ho scoperto che alla fine avevo ragione io, troppe volte ho scoperto che altri Coaches o Preparatori Atletici, se non addirittura gli stessi che mi avevano raccomandato un’altra cosa, mi hanno poi detto: “pero’, avevi ragione” (il che gli farebbe anche onore) oppure: avete proprio fatto un ottimo lavoro (dimenticando che proprio loro mi avevano consigliato altrimenti). Purtroppo il Tennis, ancora meno della Medicina non e’ scienza esatta, due + due non fa sempre 4.
    Poi sono convinto che se continuerai a frequentarci, Mad Max lo imparerai a conoscere e ad apprezzare. Anche il Prof Buzzelli ha avuto con lui un inizio difficile ma poi, mi sembra, si era ricreduto.

    Su, cerchiamo di non impermalosirci e di non

  111. Stefano Grazia scrive:

    Volevo dire: su, cerchiamo di non impermalosirci e di non rovinare quanto stiamo facendo con G&F: cento e passa posts a settimana and keep counting!

    GUS:
    Infatti Gus era proprio quelche volevo dire: anche la Francia non vince uno Slam maschile dai tempi di Noe’ (cioe’ Noah) ma nessuno glielo va a rinfacciare perche’ i vincitori di Slam,tranne rare eccezioni, ce l’hanno nel DNA ma come ha ben spiegato ” l’autorevole(eheheh) commentucci ” negli ultimi 30 anni la Francia ha sfornato decine di top 50 e anche diversi top 10. Quindi nessuno rinfaccerebbe alla FIT la mancanza di un Panatta o Pietrangeli se avessimo avuto almeno tanti Barazzutti.
    Wik:
    e’ un problema, quello della mancanza del Traghetto, sul quale pero’ forse io probabilmente sono il meno indicato ad affrontare: il fatto e’ che io la realta’ italiana proprio la conosco di striscio e se e’ vero che d’acchito l’impressione che ne ho ricavato non e’ stata delle migliori,magari anche perche’ la confrontavo con le Academies,l’accessibilita’ dei campi e il sistema dei tornei nel fine settimana in US e in Australia, e’ anche vero pero’che arrivando d’estate e non costituendo un interesse reale per il Circolo, puo’ essere che non ci siano mai state le condizioni per entrare nel giro, se un giro esiste, (ma poi perche’ devi entrare in un giro?il fatto e’ che tu dovresti essere in grado di ricevere cio’ di cui hai bisogno in maniera un po’ piu’ trasparente e meno burocratica se non addirittura cialtronesca). Due-tre anni fa mia moglie ha girato vari circoli di Bologna cercando qualcuno che fosse interessato a vedere e valutare Nicholas e la fatica e’ stata improba e i risultati scoraggianti: sembrava quasi ti facessero un piacere e spesso dovevi prendere appuntamento, telefonare, ritelefonare, riprenotare, manco fosse un meeting di politica internazionale. A parte il Maestro Giovanni Toni che lo vide giocare nel 2004 al TCA e ci consiglio’ di portarlo da Bollettieri, cosa che noi avevamo intenzione di fare gia’ ma solo dall’anno dopo e quindi grazie a lui (o per colpa sua) poi anticipammo di un anno, l’unico che ci diede udienza fu nel 2006 Cesare Zavoli che poi l’anno dopo ci procuro’ una minisponsarizzazione per la racchetta con la Head, racchetta che tra l’altro Nicky aveva gia’ scelto nel modello Extreme per il passaggio dalla Junior a quella per grandi. Ai Giardini Margherita lo videro giocare per caso e si precipitarono in due o tre a vederlo ma erano due anni che cercavamo ad ogni inizio estate di avere un appuntamento con qualcuno e non c’eravamo mai riusciti. Insomma, forse e’ anche per questo che abbiamo sviluppato una sorta di disinteresse per il Circolo e siamo sempre rimasti piu’ attratti dall’idea di Academy. Affinita’ elettive, certo. Atmosfera, sicuro. Ma anche fattori circostanziali. Poi intendiamoci, io non ho mai sostenuto che I coaches buoni siano solo da bollettieri. Anz. di Coaches buoni,anzi ottimi ce ne sono dappertutto, in molte academies e anche in Italia, ovviamente. Come di preparatori atletici. Come di juniores.
    Il fatto e’ che da Bollettieri, o comunque in un Academy di quel livello, li trovi tutti nello stesso posto. Per questo a me faceva capire quel che mai avevo appreso pienamente al liceo e cioe’ quel che intendeva il Foscolo con “A egregie cose l’animo accendon l’urne dei forti,o Pindemonte…”
    Poi certo,ci sono anche i contri.I costi.La a volte spudorata ricerca del business. Il atto che l’80% degli allievi e’ li’ per pagare le spese del restante 20. O addirittura 5 per cento. L’importante e’ saperlo. E’ come quando ti siedi al tavolo da poker: se dopo 20″ non hai ancora capito chi e’ il pollo da spennare, vattene via in fretta e furia…

  112. Nikolik scrive:

    Va beh, ma, se non mi sbaglio, Stefano Baraldo non ha fatto altro che confermare quanto aveva già scritto, a chiare lettere, il Prof. Buzzelli tempo fa, lo ricorderete sicuramente.
    Mi sembrano considerazioni del tutto condivisibili, provenienti, peraltro, da grandi esperti.

  113. Archipedro scrive:

    Stefano Baraldo, se ti riferisci a me più che d’uno schema d’esercizi lattacidi si può trattare d’un test isolato che porta il piccolo in fase lattacida… (come quando corre dietro ad un cane, per intenderci, e rimane senza fiato). Difatti non avrei mai pensato di farglielo fare. Ma lui si diverte, e me lo chiede (e questo non é affatto un dettaglio…). Tra l’altro le informazioni che se ne possono trarre sono molto utili (…).
    Sono d’accordo con quanto dici, ma ho interpretato le parole di Max anche rispetto a ciò di cui s’era già discusso: da un punto di vista psico-motorio io ho notato che la plasmabilità dei bambini ha una sua tempisctica. Potrei sbagliarmi, ma la penso così…

  114. Stefano Grazia scrive:

    Non e’poi che non ne abbiamo mai parlato: nel Riassuntone Numero Nove o era il Numero Otto?, scrivevo gia’ un anno fa:
    1)L’IMPORTANTE È LAVORARE NON SOLO BENE MA DAI 5 ai 14 anni
    Non lo dico piú solo io, lo dice anche Piatti. Che dice anche: “per tutti i giocatori con potenziale occorre allestire un Team di Specialisti (coach, preparatore atletico, medico, massaggiatore, incordatore, etc) GIA’ A PARTIRE DAI 12-14 anni…” Insomma, mi sembra che anche da noi ci si sta spostando su quello che si diceva in america 20 anni fa e che io tentavo di illustrare fin dal mio primo post, il Nº37, il piú lungo nella storia del tennis… In diversi anche fra gli Addetti ai Lavori si trovavano in disaccordo sull’essere troppo precoci… Ecco che forse non avevo poi tutti i torti a individuare nelle Academies l’unica possibilità per chi non sia miliardario o tanto bravo in età precoce da essere foraggiato dalla propria federazione… insomma, un Team di Specialisti per un 12-14enne non so in quanti se lo possano permettere…Ma Adriano Moja obietta: “La sola cosa che non capisco è il continuare a definire fenomeni bambini di 11-12 anni” sostenendo non senza ragione che certi apparenti fenomeni sono in realtá semplicemente bambini che hanno cominciato ad allenarsi PRIMA degli altri.flexible non è d’accordo e sostiene,strappandomi una risata secca, che becker avrebbe vinto wimbledon a 17 pure se avesse cominciato a 18!.
    2)IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO! FENOMENI o PRECOCI?
    Gio92 riassume: “esistono due atteggiamenti molto diversi nei confronti di un bambino di 10 anni che vuole percorrere il percorso agonistico nel tennis ; da una parte strutture “all’americana” dove un bambino di 10 anni gioca già per almeno 3 ore al giorno , dall’altra l’impostazione della federazione italiana dove , invece, un bambino di 10 anni è considerato “piccolo” quindi deve giocare al massimo diciamo 5-10 ore alla settimana (quindi molto meno rispetto alle academy). Ora dovendo confrontare i due metodi sulla base dei risultati non dovrebbero esserci dubbi (che risultati puo’ vantare la federazione italiana rispetto ai vari bollettieri & c ?!) , invece a me i dubbi rimangono eccome…” , per “il tarlo che una sovraesposizione di tennis in età precoce possa essere deleterio”.Anche Fulvio come Adriano Moja invita a fare attenzione a chiamare fernomeni bambini di 11 -12 anni, ma questo ce l’aveva giá spiegato Atti l’Anti-Fenomeno.Fulvio peró ci aggiunge dell’aneddotica ricordando il caso di Natali invincibile fino 13 anni. “poi il fisico cambia ,le partite giocate si moltiplicano anche per quelli meno bravi fino ad allora, e la gran differenza tra loro diventa sempre più sottile” e Natali “che a 12 anni aveva già la copertina su Tennis Italiano e in molti (fit compresa) puntavano su di lui,a 14 anni era uno (non più l’unico) dei 4 migliori ,a 15 era nel gruppo dei 8 migliori fino a che a 16 (…) scomparve dal gruppo under dei ‘’forti’’ e ora penso abbia smesso, perché, mi diceva il padre, non ha più voglia,io dico forse perchè non vince più!!!”Peró,rispondendo alla domanda di heraimo (“se il ragazzo non è tra i primi 3-4 del suo anno è meglio lasciar perdere. Ho capito bene? Lo chiedo senza spirito polemico”) il Papá di Fabio Fognini ammette che “si, effettivamente se non in casi sporadici,non ho mai visto ragazzini che a 15 16 anni erano fuori dai migliori riuscire a centrare l’obbiettivo in seguito.il fatto è che come ho ribadito molte volte si dever cominciare e bene sin da..piccoli”.Definendo meglio il suo pensiero Adriano distingue: “Qualcuno li chiama prodigio, ma tale termine dovrebbe essere usato solo in campo artistico e scentifico, nello sport sarebbe meglio usare il termine ‘ precoce un bambino che da Bollettieri viene allenato per cinque e più ore al giorno tecnicamente e strategicamente… quanti altri bimbi con lo stesso allenamento gli sarebbero pari ?” Enzo non è d’accordo e sostiene che “Il Buongiorno si vede dal Mattino! Le capacità più importanti per avere qualche possibilità le dà la natura E NESSUN ALTRO. Se la natura non ha fatto il suo miracolo, NON HAI SCAMPO!” In trasferta in Italia replico,ed Enzo è d’accordo,che l’importante non sia partecipare, bensì competere e nel caso dei nostri figli “IMPARARE A COMPETERE” e che il DONO DI NATURA come lo chiama Enzo non basti se non è abbinato alla Perseveranza” Ve lo ricordate qual’è il requisito essenziale perché il sogno si avveri? La CAPACITÁ DI SOGNARE,certamente, MA ANCHE: LA PERSEVERANZA NEL SOGNO

    E Comunque non dimentichiamo in questa diatriba sul precocismoanche la famosa teoria dlla mielina. Cosa diceva ve lo ricordo nel prossimo post. adesso sono invitato a cena da cari amici che si trasferiscono ad Abuja,la Capitale e dove si sta spostando una meta’ e forse di piu’ della Compagnia. Fortunatamente per il momento io rimango qui perche’ altrimenti avremmo dovuto rimettere tutto in discussione visto che ad Abuja le strutture tennistiche (campi e accessibilita’, circoli, palleggiatori, coetanei con cui giocare) potrebbero molto facilmente non essere all’altezza del livello attuale di nicholas… Come vedete, si possono fare progetti ma alla fine si vive alla giornata e continuiamo tutti a danzare sull’orlo dell’abisso…

  115. Stefano Grazia scrive:

    No, ho ancora un attimo di tempo e quindi ri-beccatevi la Teoria della Mielina, da un articolo del NY Times che Angelica ci aveva segnalato a suo tempo (POST N°126) o la traduzione (POST N°129) agli albori del sub-blog (sembra quasi preistoria).Da uno dei primissimi riassuntoni: “Ve la ricordate ,no? (e come no!) la famosa Teoria della Mielina, quella in base alla quale la Mappa del Talento sarebbe in realtà la Mappa della Mielina, quella Teoria che spiegherebbe, secondo l’Autore dell’Articolo e secondo diversi Neurologi e Ricercatori Nord Americani, il perché vi sarebbero certe concentrazioni di campioni di un dato sport in una data aerea anziché un’altra (tennisti allo Spartak Club di Mosca, golfiste in Sud Korea, giocatori di Baseball nella Repubblica Dominicana…). La Teoria suggerisce che stimolando ripetutamente un nervo (facendo per esempio ripetere e ripetere un dritto perfettamente impostato) si sviluppa intorno a quel dato nervo una sostanza che lo isola, come un nastro da elettricista, e così facendo migliora la qualità e la velocità dell’impulso. Da qui la Formula secondo cui il TALENTO sarebbe: Deliberate Practice+Time=Myelin=TALENT dove il Deliberate practice sarebbe l’allenamento impostato sulla tecnica concentrandosi senza posa sul migliorare le proprie debolezze. Ma anche: secondo alcuni Studiosi: Genitori Motivati + Bambini presi in età precoce + Insegnamento Rigoroso della Tecnica + Disciplina Spartana = Talento, suggerendo con questo la necessitá di simbiosi fra Genitori e Coaches (…)”
    Ovvio, perche’ se i Bambini li devi prendere in eta’ precoce e gli devi far fare molte ripetizioni, chi ha Genitori “committed” che gli fan fare quello che noi abbiamo fatto per anni (e ancora facciamo, non piu’ tutti i giorni ma ancora una volta a sett) ma vedo che anche Mouratoglou ha suggerito ad Elettra, (l’handfeeding…)partira’ avvantaggiato …

  116. Gus scrive:

    Per cortesia, non cadiamo nella trappola della permalosità. Quando si scrive e di fretta come nei blog o nelle mail, si fa fatica ad essere precisi, quindi prima di replicare con toni inadeguati contate fino a 100 e date la possibilità di spiegarsi.

    Facciamo finta di non aver capito e chiediamo spiegazioni.

    Come ho già detto in passato è un errore tipico delle comunità internet e purtroppo di solito non finisce bene.

    Gus.

  117. maxdauria scrive:

    Caro Baraldo sarebbe bastato che tu avessi letto qualche riassunto del nostro blog per accorgerti che qui non solo sappiamo molto bene cosa sia l’età biologica ma è propio in base a quella che lavoriamo ma forse i nomi fatti sopra (Piatti etc) avrebbero dovuto farti pensare prima di scrivere… Infatti quando parliamo di età sensibili lo facciamo dicendo dai 6 agli 11 anni, ti sembrano tabelle rigide? Mi piacerebbe poi sapere quando e chi qui dentro ha mai parlato di far fare del lavoro latticida e soprattutto cosa c’entra con le capacità coordinative, forse staifacendo un po’ di confusione..

    E poichè il tuo post è stato letto da chi se ne intende (io ho riportato anche se avevo capito benissimo) forse sarà meglio che per la prossima volta impari a spiegarti meglio…. Tant’è che sia Mauro che Wik e Archipedro sono rimasti sorpresi dal tuo scritto….

  118. anto scrive:

    @Mad Max–Stefano Baraldo non è il classico micio micio Bau Bau, ma il preparatore fisico di Starace, uno che nei top 40 c’è stato. Non vorrei Max, che vi foste fraintesi entrambi. Se si parla di Baraldo si parla di un professionista stimato, altrimenti non ricoprirebbe il ruolo che ora ha. Nel professionismo non c’è spazio per gli incompetenti, negli juniors qualche caccia fumo lo possiamo anche trovare.

  119. maxdauria scrive:

    Anto guarda che il preparatore atletico dell’Italvolley campione mondiale di Velasco non sapeva distinguere tra i vari muscoli quindi il fatto di aver fatto parte di un gruppo che ha vinto qualcosa di fatto non dimostra un bel niente, tant’è che come si è sempre detto un atleta può e deve essere portato al massimo del suo potenziale ma nulla vieta che un altro portato solo al suo 70% possa essere migliore. Perciò a volte sarebbe anche lecito chiedersi cosa un atleta/squadra avrebbe potuto fare con un altro sisetema di allenamento/coach/preparatore/psicologo e chi più ne ha più ne metta…..

  120. maxdauria scrive:

    Ancora per Baraldo…

    La prossima volta invece di riportare l’abc di qualsiasi manuale di fisiologia si legga prima di cosa stiamo parlando, poichè con due termini tecnici non impressiona nessuno!!!

  121. Stefano Baraldo scrive:

    sia ben chiaro una volta per tutte spero
    1. maxdauria hai capito fischi per fiashi e non accetto la tua frase di impatto quando dici “inorridisco”. la ritengo poco degna di una persona intelligente e mi indica una buona dose di presunzione. in oltre sei prevenuto.ti chiedo di rispettare il giocatore che alleno evitando allusioni a scelte che non ti riguardano e che non centrano nulla con il tema trattato (quando perli di challengers ecc…)

    2. Se interevengo è per dare un punto di vista diverso e penso che un minimo di autorevolezza mi dovrebbe spettare di diritto!

    3. Non significa che se uno ha una laurea in medicina conosca il gergo tecnico che per altro è presente su i migliori libri di teoria dell’allenamento che non sono scritti da Piatti o altri, ma da preparatori atletici. quindi si tratta di termini e concetti specifici dell’allenamento.

    4 consiglio di andare a dare un occhiata a Max e chi si è incuriosito agli scritti per esempio di Yuri Verchoshanskji. capirete che il liguaggio ad un certo livello si è evoluto ed ha abbadonato la terminologia del classico manuale di allenamento giovanile.

    5 io non ho frainteso proprio nulla perchè c’è poco da fraintendere quando si viene messi in discussione con frasi del tipo
    inorridisco
    se impari a spiegarti meglio
    stai facendo un po di confusione!!!

    ma stiamo scherzando o che??
    ma con chi credi di stare a parlare!!!????!!!!

    poi cosa centra Piatti e avrei dovuto pensare prima di scrivere…
    ma sei di fuori=???!!!!

    comq basta con sta lite…non meriti nessuna energia.
    ciao presuntuoso

  122. Stefano Baraldo scrive:

    rileggo per la terza volta consecutiva i post..e non ci creodo ancora!!!
    ma chi? ma chi ha mai detto che vado a minare cosa????
    ho detto che siccome il Sistema Nervoso si sviluppa fino a 21 e poi si raffina bisogna allenare sempre in maniera minuziosa da sempre! senza vincoli di età! non esiste il momento giusto per imparare perchè bisogna imparare SEMPRE! chiaro ora?!
    il fatto è che se il sistema nervoso è in continuo adattamento… si dovrebbe stimolare sempre! ok???
    nello specifico e proprio per questo bisogna dare priorità allo sviluppo della FLESSIBILITA” che è il prodotto di Elasticità muscolotendinea + forza + coordinazione fine + equilibrio muscolare + mobilità articolare.
    basta.

  123. Archipedro scrive:

    Ieri ho partecipato ad una cena di saltatori - ex saltatori in alto friulani. C’erano, per chi conosce l’atletica, Di Giorgio, Toso, Dal Forno… Talotti. Nonché saltatori di seconda fascia (m.2.20 – m.2.00), come lo fui io, che da ragazzo prevalentemente giocavo a pallavolo. Ho parlato molto con Toso, delle scelte delle Federazioni, ed è interessante vedere come lui, nonostante tutto ciò che ha fatto, non riesca a trovare nell’ambito dell’atletica il posto che gli sarebbe consono (…). Ovvero i rapporti tra Federazione, società e campioni che provengono dai gruppi sportivi sono sempre confusi, in Italia. Perché di collaborazione, e d’osmosi d’idee, ce n’é poca… Ho anche notato che molti tecnici dell’atletica sono stati, e vengono tuttora, prestati al tennis. Non so se per motivi di soldi, di competenza, o entrambe le cose.
    Credo che qui dovremmo essere collaborativi, e sforzarci di ascoltare…

  124. Pinot scrive:

    Fare le cose giuste. Primo non fare danni.
    Il patrimonio di fibre muscolari è geneticamente determinato ed è possible solo la trasformazione di fibre veloci in fibre lente. Dunque vietato allenare la resistenza per evitare di compromettere scatto ed esplosività. (Meno che mai prima dei 12 anni).
    Mi pare, poi, che la teoria dello “schema motorio” giustifichi un certo tipo di esperienze motorie in uno sporto ad elevata variabilità situazionale come il tennis.
    Quale genitore, apprendista-stregone, ciò mi sembra d’aver compreso.

    Vorrei saperne di più sulla teoria della mielina (riferimenti bibliografici ed autori, a parte l’autorevole NYT) che, confermata, darebbe conto dell’apprendimento della tecnica e rispetto alla quale sarebbe interessante quantificare ritmo e periodicità dello stimolo.

    Quanto alla situazione soggettiva dico che la frequentazione di questo blog mi ha sicuramente arricchito e indotto a modificare l’approccio all’educazione tennistica del mio pargolo.

    Complimenti è un posto caldo ed una miniera d’informazioni.

  125. Stefano Baraldo scrive:

    scusate ma cosa accade qui?
    vedo pubblicato solo 1 dei 2 post consecutivi che ho scritto che ho scritto??
    che succede qui???? censura?!

    a phedro chiedo di chiamare luca toso e chiedere se mi conosce…

    maxdauria ti rivolgo una domanda!
    ma quando tuop figlio ha il mal di denti gli metti tu le otturazioni? o lo porti dal barbiere a strappare il dente con la pinza? o lo porti dal Dentista e lo fai curare?

    redazione ? erano 2 posts

  126. Gus scrive:

    Ciao a tutti,

    visto che almeno il sottoscritto non conosce bene cosa c’è dietro il discorso che fa Stefano “Elasticità muscolotendinea + forza + coordinazione fine + equilibrio muscolare + mobilità articolare” si potrebbe avere qualche indicazione su cosa leggere, possibilmente in Italiano.

    Per chi volesse prendere qualche spunto, magari in particolare Archipedro (ammesso che ne abbia bisogno) consiglio un libro (sopratutto perchè ha delle illustrazioni degli esercizi, foto)
    “Programmazione annuale dell’allenamento nella pallavolo under 14″ di Marco Paolini, che viene considerato uno dei migliori tecnici di pallavolo, in particolare del settore giovanile.

    Grazie

  127. Stefano Baraldo scrive:

    GUS Verchoshanskji è tradotto in perfetto italiano e pubblicato da Sds.
    ma apparte le cose complicate ti consiglio al 100% il punto di partenza è il libro “Allenamento Ottimale” di Weinek ed. Calzetti Mariucci!!!
    è il libro più completo in materia..è una cernita delle migliori pubblicazionni scientifiche messe in sieme per ogni argomento fondamentale in campo Attività Motoria!!!
    Gus vai sul sicuro! N1
    Grazie redazione per aver pubblicato entrambi! e chiedo perdono di aver messo in dubbio…
    però sinceramente questa cosa di maxdauria e le sue fantasia mi han veramente messo su tutte le furie.
    1perchè mi rattristisce il fatto che ci sia cotanta mancanza di stima nei professionisti che lavorano nel tennis
    2perchè non mi piace litigare soprattutto per cose così banali con uno che non sa di cosa parla e deve fare il genitore.ebasta senza stare li a sindacare e dire che questo e quello sono impreparati e che non sanno come si chiamano i muscoli….macosadiavolodice questomax???!!!!

  128. maxdauria scrive:

    Ma scusi Baraldo, ci dice cortesemente chi e quando uno di noi avrebbe detto il contrario?

    Ripeto ciò che abbiamo scritto…. per acquisire al meglio certe capacità è necessario farlo dai 6 agli 11 anni (5 anni di margine mi sembrano sufficienti per le differenti età biologiche) dopodichè sarà sempre possibile farlo ma con maggior tempo di apprendimento più fatica minor efficacia ma sopratttto sottraendo tempo ad altre cose (considerando poi che da un certo punto nel tennis di oggi giocando quasi tutti i giorni gli spazi per il lavoro sono sempre più stretti). Quindi Lei ha scritto cose giuste ma scontatissime e soprattutto ci ha messo in bocca cosa mai dette…Comunque a volte capita di non capirsi…

    Detto questo e qui mi rivolgo alla redazione voglio dire che io richiudo qui la mia collaborazione poichè il vostro modus operandi è molto simile a quello della Federazione perciò quello attuale è il tennis che vi meritate…
    Voi volete stare con il piede in varie scarpe, non volete avere problemi con nessuno, insommma non volete bene al tennis. Io (che tra l’altro non avevo scritto nulla di offensivo) non faccio sconti a nessuno, i nomi (quali nomi poi) non mi hanno mai impressionato e l’unico obbiettivo è quello di portare alla luce le vere problematiche. Non vi piace? Problema vostro, vi auguro buona fortuna e continuate a scrivere di nulla ma educatamente.. Attenzione però che a scrivere di nulla tra un po’ i post saranno dello stesso numero del Blog di Baccini!!

  129. maxdauria scrive:

    Riscrivo poiche leggo solo ora…

    Baraldo, certo che lo porto dal dentista ma ci sono dentisti e dentisti…

  130. maxdauria scrive:

    Salve Baraldo veramente bella persona Lei… Chapeau

    Ma questo è il livello delle PERSONE che gira all’interno del tennis italiano e sono molto felice per che l’ennesima volta da qui sia venuta alla luce una delle ulteriori e tante magagne del nostro sistema….

  131. Archipedro scrive:

    Gus, grazie. E’ ovvio che l’avviamento alla pallavolo glielo posso fare io, come pure che in futuro dovrò, anche in quel caso, “riprendere i libri in mano”. Però per quello che vedo la pallavolo é lo sport che tecnicamente s’è evoluto di meno, dai miei tempi. Ci sono state modifiche nei ruoli, ed ovviamente nell’interpretazione tattica del gioco. Ma un Giani, elemento di continuità, ha continuato a stare in campo circa nello stesso modo. Nel tennis e nell’atletica le cose sono molto più cambiate. Generalizzando, ed a parere mio.

    Stefano, lo farò. Dovrei rivedere Luca presto, visto che continua a frequentare Paderno. In genere non cito le mie conoscenze… però in questo caso si parla d’un professionista come ne ho visti pochi. Uno che se ti vedeva sbagliare una rincorsa in pedana, di qualsiasi società e livello tu fossi, ti dava dei consigli. Una perla rara… Uno che é andato a spese sue da Sotomaior, che gli ha insegnato ciò che poteva. Come succede tra i campioni, che competono in pedana ma fuori s’aiutano…

  132. salvatore buzzelli scrive:

    Salve a questo rinato blog ed un benvneuto ai nuovi!!!!!!!!
    Stefano Baraldo, capisco le tue reazioni piccate, le ho avute anch’io a suo tempo.
    Giuste le tue indicazioni, però questo blog ha bisogno di indirizzi ed esperienze metodologiche concrete e corrette soprattutto rivolte ai bambini, naturalmente supportate da teorie attuali e credibili.
    Scrivi suggerimenti, vedrai che la maggior parte dei bloggers ne farà tesoro .
    …. ma sei il figlio di Luciano?

  133. giorgio scrive:

    Appena ho letto la risposta data da Maxdauria a Baraldo ho ripercorso films già tante volte visti ed a getto avevo preparato il post riportato in avanti. Poi, invece, ho lasciato cadere la cosa sia perché mi dicevo tra me e me: “ma chi te lo fa fare, tanto siamo alle solite e non cambierà mai niente, i saccenti sono e si sentono solo i soliti (su quali basi si ritengono saccenti non si è mai capito!) e sia perché avevo visto che Stefano Grazia aveva cercato di mettere una pezza ad una situazione che stava prendendo una brutta piega (guarda caso quando succedono queste spiacevoli situazioni uno dei protagonisti è sempre Max. Caro Stefano è giusto che Baraldo si sia “alterato” come non è giusto e possibile che si difenda sempre l’indifendibile Max). Oggi, al contrario, rileggendo alcuni post (specialmente quello di Max, che continua sulla strada sbagliata dell’arroganza) ho deciso di dare tutta la mia solidarietà ad un professionista come Baraldo di cui sia tutti gli addetti ai lavori e sia Umberto che Potito (ambedue li conosco molto ma molto bene, come pure Daniele ) parlano un gran bene riconoscendogli grande competenza e serietà nel lavoro che svolge.

    @ Stefano Baraldo
    Caro professore ti devi rendere conto che, purtroppo per te, sei incappato in una rubrica dove ognuno parla di tutto e di più senza avere alcuna competenza specifica degli argomenti trattati. Parecchi di quelli che esprimono, senza un minimo di esperienza e di “umiltà”, “sentenze” tecniche si sentono in diritto di farlo solo perchè, pur essendosi avvicinati da poco ad uno sport per via di un figlio e/o di una figlia, parlano e/o hanno parlato con tecnici e/o preparatori fisici. Guai, oltretutto, a dire il contrario, di quello che affermano (ci sono passato anch’io per questa strada). Qualcuno si risente, risponde offendendo (o bene che vada dicendo di inorridire) e non scrive più, a discapito della rubrica che perderebbe molti protagonisti determinanti. Se non mi credi, se ne hai voglia e se hai un pò di tempo da perdere (parola che a Stefano non piace quando è riferita alla lettura dei post di questa rubrica, ma penso vada bene detta ad un professionista per il quale molte cose di quelle scritte sono pane quotidiano) vai a rileggere i post del riassunto precedente e mi dovrai per forza dare ragione. Permettimi, quindi, un piccolo consiglio. Se ti và di continuare a scrivere e sei hai a cuore questa rubrica dei due scegli una soluzione: o quella di dare sempre ragione su cose tecniche (ma oserei dire quasi su tutto) ad alcuni bloggisti (e Max D’Auria o l’ex Madmax è sicuramente tra questi) o quella di tenerti sul vago con argomenti poco impegnativi (tanto se a qualcuno non conviene quello che affermi sarai comunque frainteso. Lo sei stato addirittura nel tuo campo pur esprimendo concetti precisi e puntuali!). Credimi, non ci sono altre alternative! Ma chiaramente tocca a te la scelta, anche se capisco che, per un professionista serio e competente come te, sarà dura in ogni caso decidere la strada giusta da seguire!!!!

  134. francesco scrive:

    Sono solidale con Baraldo . Per me Max è tutta teoria ma per parlare così bisognerebbe almeno fatto dei risultati reali
    A proposito un consiglio per un maniaco del tennis con due gemelli maschi ,di due anni che cosà mi consigliate per iniziarli al tennis
    Da condiderare che non ho problemi di tempo e di soldi e sono un insegnante di ed fisica ?

  135. maxdauria scrive:

    Caro Francesco e per cosa si dovrebbe essere solidali con Baraldo? Per il fatto di essersi spiegato male, del fatto di aver messo in bocca ad altri cose mai dette oppure solo per il fatto di essere il preparatore atletico di Starace? E per quanto riguarda le “nostre teorie” sappiamo bene da dove arrivano perciò di risultati è inutile parlare..

    Caro Giorgio i post di Baraldo sono stati letti a chi poteva ben capire la sua terminologia tecnica perciò è stata definita poco chiara e confusa, anche se non ci voleva Einstein per capirlo tant’è che più di un post è arrivato prima del mio per chiedere lumi….E per essere professore mi risulta che ci voglia la laurea cosa che dai post letti mi risulta difficile da credere..

    Ma per farti capire… (e lo so che mi dirai che la Fit non c’entra nulla ma eccome se c’entra) Qual è l’unica cosa dove la Fit ha fatto un ottimo lavoro? Nel far diventare gli Internazionali D’Italia un grande torneo. E di chi è il merito? Ovviamente di Sergio Palmieri che però al contrario di

  136. maxdauria scrive:

    quasi tutti gli altri della Fit è tutt’altro che un dilettante!

  137. andrew scrive:

    Sono solidale con Madmax.

    È indubbiamente uno dei pochi che riesce a mettere a nudo l’esistenza di un “giro” del quale se non fai parte INCONDIZIONATAMENTE prima o poi vieni espulso e te ne vai. Questo “giro” è chiaramente la FIT e tutti quanti vi aderiscono INCONDIZIONATAMENTE (per interesse, per piaggeria, per noia, per disinteresse, per passione).

    Non importa che tu ti chiami Madmax o Piatti o sei il nr. 1 al mondo: la mentalità di circolo (e quindi di FIT) è o sei dentro alle nostre condizioni o sei fuori. In questo sono estremamente democratici, in quanto non guardano in faccia a nessuno.

    Per cui, al primo sentore di critica, alla prima frase “sbagliata”, arrivano puntuali gli anatemi.

    Non si tratta neanche di entrare nel merito della questione, anche in questo caso. Ove si metta in discussione l’assioma IO-Dentro, TU-fuori, la discussione diciamo, non “decolla”.

  138. omissis scrive:

    sono il dirigente federale… OMISSIS…

    ho scoperto questo blog e voglio fare alcune riflessioni.
    mi perdonerete il nik name ma non credo sia importante chi io sono anzi potrebbe far nascere preconcetti.

    caro stefanograzia e blogghisti vari

    la fit non è perfetta ma molti amici dirigenti condividono queste mie riflessioni e agiscono di conseguenza.

    1) il livello della cultura sportiva da noi sta crescendo ma è ancora arretrato sia nei genitori che nei dirigenti. un pò meno nei maestri che per forza devono essere preparati per stare in mezzo alla concorrenza.
    ma i maestri seguono il cambio generazionale (cioè sono i giovani - dai 30 ai 50 anni - perchè prima dei 30 ancora praticano attività agonistica in genere) mentre quale dirigente non in pensione- quindi almeno 60 anni- si dedica senza retribuzione al tennis dirigenziale?

    2) ciò determina grossi problemi.
    anche perchè l’aver abbassato l’età dei ragazzi per l’agonismo crea nuove problematiche che spesso i genitori ed i dirigenti non sanno affrontare.
    non sempre si trova l’esperienza di un Mariani ed il suo cinismo sano che in lombardia frenano i genitori esagerati ed i maestri opinionisti come lui li chiama.

    3) ci vuole un progetto di elevazione culturale che affronti la crescita condivisa dei ragazzi ascoltando QUEI GENITORI CHE DIMOSTRANO UN LIVELLO CULTURALE TALE DA ESSERE D’AIUTO AI LORO FIGLI ma emarginando la gran parte che può provocare danni enormi ai figli stessi.
    diversi dirigenti si stanno dannando l’anima per fare ciò (la liguria ed il lazio ne sono un esempio) ma non sempre il cammino è facile.

    4) ottima la statistica sull’altezza di ARCHIPEDRIGNO ma chi ce li dà i soldi per i campi veloci?
    la fit non può investire in strutture in tutta italia deve sottostare ai circoli (solo in questo andrew ha ragione).
    certo i nostri atleti servono male ma quali maestri spendono il tempo in ciò? ricordo un articolo del presidente del lazio molto criticato (ingiustamente) su tale fatto !
    si dovrebbe programmare un’attività sul veloce per stimolare i ragazzi al miglioramento del servizio, so per certo che diversi dirigenti tra noi stanno improntando un’attività in tal senso.

    5) oggi molte volte un ragazzo che gioca bene diventa occasione di guadagno per i maestri.
    e qui c’è un altro blocco.
    i maestri con un ragazzo o più buoni ragazzi guadagnano sull’indotto per le loro scuole.
    altri ne arrivano e spesso le scelte del maestro (anche se spesso in buona fede) non coincidono con ciò che servirebbe (VERAMENTE ) al ragazzo…

    6) si parla molto di piatti.
    facciamo chiarezza: riccardo piatti ha avuto per 4 anni (dico 4) la responsabilità del settore tecnico e CARTA BIANCA SULLE SCELTE.
    Tutti noi dirigenti ben lo sappiamo.
    Ma non solo nulla o poco ha fatto ma ogni scelta era nella direzione di un suo guadagno economico (legittimo ma eccessivo), tanto è vero che non c’è traccia (scritta) di un progetto o di qualcosa prodotto in quegli anni.
    allora diciamo la verità: buon coach ma assolutamente non adatto a dirigere un settore tecnico.
    quindi smettiamola di parlarne come un guru insostituibile !

    qua mi fermo ma interverrò con altri spunti per discutere…

    a voi la parola.

    p.s. stefano grazia potrebbe essere un ottimo genitore di figlio agonista e ha sbagliato quel tecnico (ma se è della scuola castellani non mi sorprendo) a non ascoltarlo.
    la genitorialità è elemento che spesso manca a tecnici e dirigenti.

    OMISSIS

  139. Stefano Baraldo scrive:

    X TUTTI: mi scuso per aver risposto ad una provocazione con altretanta violenza verbale. che poi non succede altro che costruire confusione che con porta a nulla. mi consola il fatto che si sia capito che io non avevo intenzione di alterare un equilibrio, e non mi ritengo nè un luminare in materia nè un perfetto comunicatore. anzi. però credo sia giusto che quando non si comprende qualcosa prima di “inorridire” bisognerebbe chiedere spiegazioni ed ancora chiarimenti. questo accade in un contesto dove lo scambio di esperienze porta conoscenza.

    x giorgio: ti ringrazio e mi lusinga il fatto che hai speso del tempo nel darmi consigli che a questo punto non posso far altro e prendere come piccoli insegnamenti. quindi vado a rileggere i riassunti.

    x francesco: caro collega la solidarietà che manifesti non può passarmi inosservata. per i gemellini personalmente non sono in grado di darti soluzione, ma se dovessi aver bisogno di altro mi rendo disponibile.

    x phedro: Luca Toso è un ragazzo formidabile. lo conosco da quando sono piccolo e durante gli “Internazionali” a Roma sono orami 2 anni che passiamo ore a parlare. Stavamo per mettere su una collaborazione per Potito perchè Luca mi ha “iniziato” allo studio della “fitoterapia”. Toso mi ha aperto gli occhi intraprendendo un discorso sull’ “alcalinizzazione” dell’organismo come approccio al recupero post-gara. Sfortunatamente non mi è stato facile collaborare operativamente poichè vi è un problema logistico non indifferente, ma sono sicuro che in un modo o nell’altro con Luca riuscirò a collaborare.

    x salvatore buzzelli: ed ecco un Professore! concedimi di darti del Maestro in preparazione fisica. ho ancora negli occhi la relazione che portasti a Gemona del Friuli. ero studente e ricordo bene… ma dove eri finito?! quando sui post precedenti ho letto il,tuo nome in riferimanto ai parametri dei test da campo per il giovanile mi son chiesto: ma guarda che coincidenza…chissà se riuscirò a riprendere il contatto. Per favore troviamo una soluzione perchè nel Tennis mancano proprio i contributi di Professionisti della tua caratura. Dobbiamo per forza rincontrarci!!!!
    troviamoci!

  140. Stefano Baraldo scrive:

    x andrew: scusami, ma ti chiedo di dare un occhiata al punto di partenza dello scontro tra me e max.
    è successo che dal momento in cui max mi ha associato all’attività professionistica che svolgo con Starace, lui ha ogito per partito preso e ha strutturato un attacco nei miei contronti per poi denigrare la “classe” dei Tecnici che operano nel settore. senza poi andare a capire che di fatto non dicevo nulla di contrario a quanto per esperienza nella rubrica si sostiene ossia che con i bambini si debba sempre porre attenzione all’allenamento come forma di sviluppo sano ed alla educazione che ne consegue.
    quindi max ha stumentalizzato in maniera poco elegante un mio contributo per poi andare a esprimere senza tanti freni la sua idea del movimento tennistico italiano.
    mi spiace ma non ho potuto far altro che rispondere per le rime ad una distorsione folle poichè non sono un dopolavorista e sviluppo la mia vita al fine di migliorare sempre la qualità del lavoro sul campo a qualsiasi livello. per tanto 10 anni fa ho iniziato, seguendo le orme di mio padre e mio nonn Alberto, in un percorso di studio e di lavoro che mi ha dato la possibilità di esprimere e sviluppare con Potito Starace, Federico Luzzi, Leonardo Azzaro, Massimo Dell’Acqua e altri tennisti meno conosciuti.
    non mi ritengo un Professore, ma spero di migliorare ogni giorno.
    dunque ti invito a rileggere e prendere le distanze da un episodio che non deve passare inosservato!

  141. Stefano Baraldo scrive:

    x maxdauria: quando mi presento nelle discussioni in rete non mi nascondo dietro nickname perchè nel Tennis ci lavoro e ritengo una forma di rispetto dare il mio nome come forma trasparenza. In oltre non mi sembrava affatto carino firmare come “dottor Stafano Baraldo” perchè non mi sembra affatto il caso di pompare ciò che non deve essere tirato in ballo se non per formalità Ufficiali o in ambito Universitario.
    poi ovviante tu non solo denigrerai la FIT ora attaccherai anche le Università dicendo che rilasciano titoli a cani e porci, poi passerai a “governo Ladro” per poi iniziare la campagna contro le ditte farmaceutche?
    fai pure

    Ragazzi, a nome della redazione vi prego caldamente di abbassare i toni. Stefano Baraldo è uno stimato professionista, e la sua presenza nel blog è ovviamente un valore aggiunto.
    Max D’Auria è una colonna di questo blog. E’ stato una autentica miniera di informazioni preziose per gli altri genitori di agonisti. Per quanto mi riguarda, conoscendo entrambi, posso solo dire che mi dispiace un mondo che da un banale malinteso sia nato questo bailamme (perché non credo che Stefano Baraldo volesse dire, nel suo primo post, cose in contrasto con quelle qui sempre sostenute sull’importanza di un lavoro corretto fin dai 6 anni, se si hanno ambizioni agonistiche). Faccio mio il concetto espresso da Gus. Scrivendo post su internet, è molto facile incorrere in equivoci, specie in una materia complessa come la preparazione dei giovani agonisti. Invito quindi tutti a non partire subito in quarta, ma a chiedere maggiori delucidazioni a chi ha scritto qualcosa “che non ci torna”. Un’atmosfera più rilassata beneficierà al blog, e alla sua utilità.
    Io modestamente credo che qui dentro, tutti assieme, nel nostro piccolo, possiamo fare molto per migliorare la consapevolezza e la cultura sportiva dei genitori di giovani agonisti nel nostro paese, sia grazie al contributo delgli addetti ai lavori (come il dr. Buzzelli e come Stefano Baraldo) sia grazie all’esperienza portata dai genitori più esperti, come Max D’Auria. Ma ci vuole maggiore pazienza e tolleranza.
    Grazie di cuore a tutti.
    Roberto Commentucci

  142. andrew scrive:

    x StefanoBaraldo:

    Nessun motivo di dubitare della tua professionalità e anzi sono qui pronto ad ascoltare le opinioni e i consigli di tutti e in particolar modo degli addetti ai lavori, ai quali dubito di poter insegnare alcunchè di tecnico.

    Però consentimi di registrare (ecco, ciò che da molto tempo faccio nel tennis è registrare) come sia (quasi) impossibile discutere in ambiente tennistico senza dover procedere con cautele quasi fantozziane. Discutere, se si vuole fare, significa anche “mettersi in discussione”.

    Comunque, ti invito a non prendere nulla “sul personale”, altrimenti non ha nemmeno senso scrivere su un blog.

    Il mio pensiero è che non siano tanto gli operatori del tennis a non essere all’altezza quanto sia il SISTEMA DEI CIRCOLI a generare un disinteresse diffuso per il risultato degli atleti e per il tennis in generale.

    A un circolo interessa talmente poco che dei suoi atleti diventino forti (è sufficiente qualche buon risultato a livello regionale, la serie A con atleti di ogni dove o il monopolio sui campi disponibili affinché ci sia un ritorno di iscritti sufficiente a mantenere il circolo bello placido e dormiente, giardino di infanzia-adolescenza per figli di benestanti) che non cambierebbe nulla per il circolo se a sfidarsi sui campi fossero dei robot comandati da joystick (tra le altre disattivabili in qualsiasi momento per far fare l’oretta al socio).

    Per cui, provocando l’irritazione di tutti, ripropongo la netta separazione tra CIRCOLI e ASSOCIAZIONI SPORTIVE, con due federazioni completamente separate.

    Del resto, anche OMISSIS mi da ragione su questo punto, dimenticandosi o non comprendendo che QUELLO È IL PUNTO DA DOVE NASCE TUTTO.

  143. giorgio scrive:

    @ Max
    Ho dato del professore a Baraldo perchè penso sia laureato in Scienze motorie e/o diplomato ISEF. Comunque, oltre a te che ti atteggi a professore, ho conosciuto nella mia vita altri personaggi che pur non essendo laureati sono stati ritenuti da tutti, ed a ragione, dei Professori con la P maiuscola. Uno per tutti Mario Belardinelli, vero Professore di tennis e di vita! Hai ragione. Lo dico: di nuovo la Fit in mezzo quando parli con me! Baraldo con la Fit c’entra niente perchè è preparatore di atleti che fanno parte di un’Accademia! Ma non avevo dubbi! Siamo alle solite, quando non sai più dove andare a parare ti rifuggi sempre nella solita tiritera! La Fit, la Fit, la Fit, ………… e sempre la Fit!!!!!!!!!
    Per quanto riguarda la tua affermazione sul fatto che parecchi di noi siamo contenti nel dire il “nulla ma educatamente” ti faccio notare che c’è un’altra di possibilità che è quella di “dire qualcosa (leggi cose correte e giuste) ma educatamente”. Quindi visto che tu ti ritieni il depositario della verità se ti sforzassi di dirlo in modo educato sarebbe già un grande passo in avanti. Tu non ti rendi conto ma non vedo perchè e dove sta scritto che chiunque di noi, senza nemmeno conoscerti, debba ogni volta sottostare alle tue esternazioni! Con tutto il rispetto per i cavalli, ma ricordati che quì stai trattando con persone!!!!! Scusami per lo sfogo ma lo faccio per il tuo bene (e sai quanto ci tengo a te!). Ti posso assicurare che se seguirai i miei consigli, prima o poi (meglio tardi che mai), diventerai simpatico anche a tanta altra gente. Lo so, lo so che a te interessa non più di tanto, ma ti prego, fallo almeno per la tranquillità di questa rubrica!

    @ Baraldo
    Oltre a leggere il riassunto, come ti ho scritto, se hai tempo, leggi anche qualche post!

  144. maxdauria scrive:

    Caro BARALDO, quando c’è chi ti sostiene lo ringrazi mentre quando trovi chi non è d’accordo con te sbaglia e non capisce?

    Comunque a prescindere da questo speriamo che come hai detto ti andrai a rileggere almeno i riassunti ma basterebbe rileggersi il titolo di questo blog: Come fare per creare un Campione.. (inteso come top ten)

    Quindi scusami e spero che tu non ti offenda per questo ma trovo la tua difesa a spada tratta del sistema tennistico italiano completamente fuori luogo, non essendo uscito un campione da 30 anni a livello maschile e mai a livello femminile… Quello da me scritto perciò non è la mia idea è la realtà questo che piaccia o meno. In buona sostanza allo stato attuale delle cose mi dispiace ma non siete credibili in prospettiva top ten…

    Passiamo ora a OMISSIS

    Noi qui abbiamo sempre parlato di Piatti a livello tecnico poichè anch’io ho detto che certamente si muove anche per interesse personale, cosa tra l’altro legittima. Quello che però voi faticate a capire che certe cose tecniche sono difficilmente riproducibili se non da maestri veramente preparati tant’è che anche tu parlando dei maestri dici che alcuni sbagliano in buona fede e questo di conseguenza significa che molti non sono validi ma siete voi che li avete preaparati… Comunque fosse questo il problema basterebbe far sapere ai genitori chi fa il bene dei ragazzi e chi no… (Io ad esempio ho dovuto scoprirlo da solo) Comunque che Piatti non voglia diffondere il suo sapere mi sembra ovvio soprattutto se non viene retribuito come lui crede che valga e per una nazione che non produce un campione da oltre 30 anni non dovrebbe esserci prezzo…Tu a questo punto mi dirai che non ci sono soldi ma non si può nemmeno pretendere che uno lavori sottopagato.. I ricercatori italiani tanto per fare un esempio vanno in Usa e vengono strapagati onn lavorano mica per pochi euro…

    Tant’è che però il problema non c’è solo con Piatti ma con tantissimi altri coach non ultimi i docenti della scuola maestri..

    Ed il bello di tutta la faccenda è che gli unici che realmente ci rimettono sono i ragazzi e le loro famiglie che nel migliore dei casi spendono il triplo di quello che dovrebbero… Figurati che il tuo caro collega GIORGIO mi dice sempre che io sparo a zero sulla FIT come se io mi divertissi… Ma io (e tutti i genitori) farebbero i salti di gioia per collaborare con la Fit e parlarne bene ma è evidente che se devo seguie un programma tecnico che non mi soddisfa e poi mi si da un contributo di 30.000 euro quando ne servono 70.000 è chiaro che uno cerco altre strade… Dopodichè quindi è difficile chiedere qualcosa in cambio. E la mia onestà viene fuori chiaramente quanto sulla vicenda Bolelli dissi: Bolelli ha perfettamente ragione a decidere di non giocare in Davis ma prima deve restituire tutto quanto ricevuto prima dalla federazione altrimenti deve giocare e stare zitto!!

    Io credo che il sistema tennistico italiano possa migliorare solo se è consapevole di doversi confrontare con il mondo intero e di conseguenza di valere poco al di sopra dello zero….Mentre i nostri figli sono al mare in Cina ed in molti altri stati ci sono centinaia di bambini che il giorno di Natale Santo Stefano San Silvestro Pasaqua e Pasquetta sono in campo con Professionisti di tutto il mondo e con tutte le ultime tecnologie esistenti a lavorare ore e ore perciò essendo noi in netto ritardo dobbiamo cominicare a correre e bene e questo dovrebbe partire tutto dalla Fit….

  145. Stefano Grazia scrive:

    eheheh…140 post and still counting, a noi scanzi ci fa…
    No,scherzo (e sono un estimatore di Scanzi,lo sapete, anche se non condivido spesso quel che scrive-ma nemmeno di Clerici, se e’ per questo, condivido tutto…
    COMUNQUE: state buoni,se potete…
    E insomma, di che cosa viene rimproverato l’esecrabile Bruto aka Mad max? Di aver detto inorridisco? Maddai, non ci credo…
    Onestamente, pur rispettando Baraldo-che spero continui a scrivere- come il Prof Buzzelli, non vedo come in un blog si possa pensare di scrivere e poi fare madama la marchesa che si e’ offesa…Onestamente, Stefano, in tanti abbiamo capito l’8 per il 18, anch’io che son medico, non ho capito granche’ di quello che avevi scritto, per carita’ colpa mia, colpa nostra, ma allora…anche scrivere senza aver letto quanto da due anni stiamo scrivendo…Vabbe’, non te ne faccio mica una colpa, ma sii piu’ tollerante anche tu…No, Mad Max non lo e’ e non lo sara’ mai, ma guarda che se lo conosci, se hai la pazienza di imparare a conoscerrlo, scoprirai che vale molto ma molto di piu’ di tutta quella banda di quaquaraqua che popola il nostro mondo e non solo quello. E ovviamente molti sono anche Genitori. Ma non solo,eh, non solo.Ci sono anche molti coaches e forse anche qualche preparatore.
    A TUTTI: ma scusate, continuate a chiedermi riferimenti sulla Mierlina: vi ho dato il numero dei post, sia dell’articolo che della traduzione…E porca mattina, andataveli a cercare: ma lo sapete o no che siamo alla New Season e che prima di questa ripartenza in stile arrigo sacchi ci sonostasti 4000 psts e UNDICI riassuntoni? Su,Pinot e Gus, scherzo pero’ anche voi non siate pigri…Non leggeteveli tutti, per carita’ (c’e’ riuscito solo Avec Double Cordage, oltre a me e a Mad Max e a pochi fedelissimi fra cui Roberto Commentucci e sicuramente anche Nikolic), ma almeno sappiate che in Mondo Junior c’e’ tutto l’archivio di Genitori & Figli, l’articolo di Semeraro, uno di Chris Lewis….E anche l’articolo sulla Mielina ….
    Vabbe’, ve lo tirero’fuori e lo riproporro’…
    Vorrei ringraziare “omissis”… Spero continui a scrivere. Trovo condivisibile gran parte di cio’ che scrive e soprattutto quando dice: “ci vuole un progetto di elevazione culturale che affronti la crescita condivisa dei ragazzi ascoltando QUEI GENITORI CHE DIMOSTRANO UN LIVELLO CULTURALE TALE DA ESSERE D’AIUTO AI LORO FIGLI ma emarginando la gran parte che può provocare danni enormi ai figli stessi.” Ora Giorgio Giorgio (dal nome di un capo indiano della tribu’ degli Apaciones in un fumetto di Cocco Bill del grandissimo Jacovitti) ritiene che fra questi si debba includere sicuramente anche Mad Max ma guardate che il bello e’ proprio tutto qui: VI SBAGLIATE!!! Che Alessia diventi o non diventi una top 100 o una top 10 conta fino a un certo punto ma, eventualmente, che Genitore (Tennis parent) sia Max D’Auria forse dovremmo chiederlo a Vavassori e a Catizone, solo loro-da un punto di vista tennistico, potrebbero darci la risposta. Io non ho molti dubbi.
    Poi avra’ detto “inorridisco”, ecchesara’mmai…
    E quindi oltre a OMISSIS ringrazio anche Baraldo,Buzzelli, Francesco e Giorgio, ma anche e sempre Mad Max… Mi viene in mente quella volta che guardando di fianco ad Arthur Ashe Jimmy Connors che aizzava il pubblico, un giornalista gli chiese: so, Arthur, Jimmmy is really an asshole, isn’it?
    And Ahe rispose: yes, but he’s my favourite asshole.
    Ecco, propongo di eleggere Mad max (che comunque e’ stato un preparatore atletico internazionale anche se in un altro sport) a nostro asshole favorito: fidatevi, ci guadagneremo tutti, anche gli Addetti ai Lavori.E ci guadagnera’ sicuramente il Blog.

  146. giorgio scrive:

    @ Baraldo
    Scusa ma mi ero dimenticato di sottolineare quanto piacere mi ha fatto leggere le parole che hai usato nei confronti del Prof. Buzzelli. Pensa, nemmeno a farlo apposta lo avevo sentito telefonicamente pochi minuti prima di leggere il tuo post. Purtroppo ho avuto la fortuna di conoscerlo solo da poco tempo, ma siamo diventati da subito buoni amici (e come potrebbe essere altrimenti con una persona come Salvatore) e ci sentiamo spesso durante la settimana. Quello che sin da subito mi ha colpito del suo carettere è l’entusiasmo che traspariva dai suoi ragionamenti. Eravamo agli Internazionali a Roma (lui era con la Garbin) ed essendo io un dirigente Fit gli ho fatto conoscere parecchi tecnici (dopo tanti anni rientrava dalla porta principale nel tennis, perchè si era interessato ad altri sport) con i quali non perdeva mai occasione di aprire un dialogo ed un confronto! E sì, lo dico sinceramente Salvatore è un bravo professionista ed una persona eccezionale (cosa che non guasta) ed io mi onoro di essere suo amico!!!!!

  147. salvatore buzzelli scrive:

    Allora sei tu!
    Bèh, bene!
    Io sono a Bologna e alleno qualche buon tennista, ma mi sto concentrando, anche grazie a questo blog, sull’insegnamento ai bambini.
    Puoi metterti in contatto con me anche attraverso il mio sito in cui troverai anche l’ultima novità su cui sto studiando e lavorando :Il Sensotouch.
    Un saluto cordiale.

  148. Stefano Baraldo scrive:

    x Roberto: accolgo il tuo invito e rientro nella discussione senza rancore. a tutti capita di sbagliare. fortunatamente a me capita spesso. anche sein questo frangente mi sono impuntato per più fattori. per cui chiedo venia e comprensione

    Nelle cause della distinzione che viene proposta (associazionismo vs circoli) mi trovi inequivocabilmente daccordo.
    Però c’è da puntualizzare che i Circoli rimangono associazioni sportive affiliate che per statuto devono per legge essere iscritte ad un ente di promozione ed alla federazione di competenza, mentre le accademie sono Società.
    Vorrei far presente come questa impostazione esiste già anche se in forma iniziale. quindi spero che sia un processo in atto.
    quindi non si dovrebbe arrivare al punto di creare 2 federazioni. Mantenendo l’attuale federazione sportiva (quindi legata all’attività agonistica e di promozione dello sport) si possono creare attività ad inquadramento aziendale…
    Nel caso del BlueTEam di Arezzo è stata costituita una S.r.l. e quindi una società a responsabilità limitata ben distinguibile dall’associazione sportiva del C.T. Arezzo. So che non è un caso isolato poichè esiste in Puglia un’iniziativa simile da parte di una Società costituita da alcuni Maestri.
    Anche a Firenze, dove ho lavorato in passato, la Florence Tennis School di Fanucci è distinta dal Circolo Tennis MatchBall Firenze.
    Chissà quante altre sono le realtà simili… penso che in genere quelle che vengono definite “Accademie” facciano parte di questa tendenza.

  149. maxdauria scrive:

    Leggo solo ora Il commento di Roberto e lo ringrazio perchè per la prima volta la redazione ha preso una posizione riconoscendomi di non avere detto sempre e solo sciocchezze… Purtroppo il modo lo so è spesso sbagliato ma nessuno è perfetto ed oltretutto non cerco clienti e soprattutto non vivo di questo..

    Per quanto riguarda invece il dialogo sul blog è evidente che sarebbe utilissimo che ci fosse ma dovrebbe esserci onestà alla base. Vedete io posso capire le posizioni di tutti perfino quella di Giorgio che è esageratamente sbilanciata verso la Fit ma non è assolutamente possibile che tutte le volte che un addetto ai lavori scriva parta dicendo “Voi genitori che non sapete…” altrimenti in un blog dove si parla di come creare un top ten viene fin troppo facile rispondere “E voi che ne sapete di top ten?”

    Per non parlare poi del fatto che se si guarda un po’ in giro spesso dietro i veri campioni ci sono sempre stati dei genitori spesso anche un po’ pazzi perciò… Non ultimo poi questi poveri genitori pagano profumatamente e fanno si che tutto il baraccone vada avanti, dunque un po’ di rispetto sarebbe gradito..

    Infatti anche da questo scorcio di new blog quelllo che risalta chiaramente è la completa mancanza di interesse da parte degli addetti ai lavori a farsi capire, cosa che trovo inaccettabile.

    Perciò Io non so se Riccardo Piatti sia uomo giusto o meno per ricoprire una carica federale quello che so per certo che a Roma è venuto per oltre 3 ore a parlare e spiegare (insieme a Sartori e Catizone) a noi genitori il suo pensiero non sognandosi mai di alzare i toni o di offendere e senza mai dirci una sola volta bche non sappiamo nulla e ovviamente senza chiedere un euro….

    E dico di più se ci sono molti genitori ignoranti in materia è un’ulteriore vostra colpa perchè dovreste essere voi ad erudirli ma forse per voi è più comodo così..

  150. Stefano Baraldo scrive:

    ..questa attesa per l’OK dalla redazione diventa spesso poco pratica per rispondere. poi penso che sia funzionale in modo da creare una sorta di garanzia per chi “posta”. quindi cambio idea e capisco la regola della verifica del messaggio da parte della redazione.

    io i post li leggo. se non capisco li rileggo.
    e se non li capisco ancora beh mi conviene rivolgere una domanda di chiarimento e non come è successo di iniziare a sparare a zero. Perchè quel che accade è che questo signore è in grado di compiere attentati all’interno della discussione in nome di un sentimento aggressivo nei confronti di tutti e tutto ciò che non gli rivolge l’attenzione che lui pretende.
    Vedi Dottore ti ripeto come ho già detto in un altro post (che tu avrai letto e riletto) il linguaggio tecnico è rivolto ai tecnici. quindi che tu sia medico non vuol dire nulla.
    Ho sicuramente sbagliato nella scelta del linguaggio. ho sbagliato perchè non è adeguato al contesto. Mi scuso nuovamente per questo.
    sinceramente a mio malgrado non provo già più piacere nello scrivere in questa rubrica, ma mi passerà perchè mi ha dato la possibilità di rincontrare un grande Cultore della Materia quale Salvatore Buzzelli.
    Max d’auria…. ti invito al convegno di Milanoalla Pro Patria per il prossimo Sabato..in modo tale da risolvere l’equivoco in maniera diretta.
    Se me lo concedi ti lascio un invito agli accrediti così ti risparimi l’iscrizione.

  151. anto scrive:

    Mi dispiace che Stefano Baraldo sia stato messo in discussione in questo modo. Ho avuto il piacere di conoscerlo non di persona ma tramite web, ho chiesto alcuni consigli per mio figlio e anche per altre cose e lui mi ha sempre cortesemente risposto. E’ una persona molto gentile, forse ci sono state delle incomprensioni iniziali. Credo che la partecipazione di Stefano Baraldo a questo blog non possa cha alzare ulteriormente la qualità di questa discussione. Avere la sua testimonianza ed il suo punto di vista da addetto ai lavori, è sicuramente una cosa positivissima. Ripeto, allena Potito Starace, è un professionista che gira il circuito atp, molte esperienze che possono tornare utili, cerchiamo tra virgolette di sfruttarlo, chissà che tutti noi non possiamo imparare qualcosa che un domani ci tornerà utile e ci permetterà di non commettere errori grossolani.

  152. Stefano Grazia scrive:

    Ringrazio la Redazione nella figura del sempre attento e non solo autorevole Commentucci per l’intervento che solo apparentemente puo’ sembrare da cerchiobottista… in realta’ ha proprio ragione andrew: “Però consentimi di registrare (ecco, ciò che da molto tempo faccio nel tennis è registrare) come sia (quasi) impossibile discutere in ambiente tennistico senza dover procedere con cautele quasi fantozziane. Discutere, se si vuole fare, significa anche “mettersi in discussione”. E vale per tutti, e quindi anche per Max che pero’ temo sia un po’ come il Prof Bannon (si chiama cosi’?): appena sente parlare di videoanalisi o di lasciare che i giovani italiani maturino, si trasforma in Hulk. Siccome pero’ alla fine sembra sia emerso che tutti si stava dicendo le stesse cose, che dire? Tanto rumore per nulla?
    Possiamo concordare con Piatti, Catizone e l’ultima volta che l’ho sentito anche il Prof Buzzelli, che le eta’ migliori per sviluppare la coordinazione neuromuscolare (ergo:imparare qualsiasi sport e in particolare il tennis) sia quella compresa fra i 6 e i 12 anni?
    Che poi qualcuno e anzi tutti possa anche continuare a silupparle dopo i 14 e fino ai 21, ma e’ piu’ difficile…siamo d’accordo tutti anche su questo?
    E dunque, potendo, ed essendo abbastanza maturi per non cadere in tentazione (quella di esagerare), avendo anche la possibilita’ di affidarsi a seri professionisti, potendo ripeto scegliere, non sarebbe meglio cominciare prima anziche’ dopo?

  153. maxdauria scrive:

    Ovviamente un grazie anche a Stefano…Per completezza di informazione diciamo che quello che si fa dai 6 ai 12 anni servirà poi molto a quello che si dovrà fare successivamente, anche se ad onor del vero dovrebbe essere affermazione ovvia…

    Dopodichè per evitare essere tacciato di essere il solito sanguigno e visto
    che nonostante abbia letto e riletto ancora non ho capito, domando…

    leggo:

    Perchè quel che accade è che questo signore è in grado di compiere attentati all’interno della discussione in nome di un sentimento aggressivo nei confronti di tutti e tutto ciò che non gli rivolge l’attenzione che lui pretende..

    poi proseguo e leggo ancora:

    Max d’auria…. ti invito al convegno di Milanoalla Pro Patria per il prossimo Sabato..in modo tale da risolvere l’equivoco in maniera diretta.
    Se me lo concedi ti lascio un invito agli accrediti così ti risparimi l’iscrizione.

    Immaginando di essere io il signore citato nella prima parte del post mi risulta poi difficile poter accettare l’invito successivo ma sicuramente sono io che ho capito male e quindi spiegatemi in maniera più semplice così evitiamo ulteriori discussioni inutili…

  154. Stefano Baraldo scrive:

    non sono completamente d’accordo.provate a seguire il mio ragionamento per favore. ve lo chiedo come non vi chiederò mai più nulla.

    cito il Doc. “”"le eta’ migliori per sviluppare la coordinazione neuromuscolare (ergo:imparare qualsiasi sport e in particolare il tennis) sia quella compresa fra i 6 e i 12 anni.
    Che poi qualcuno e anzi tutti possa anche continuare a silupparle dopo i 14 e fino ai 21, ma e’ piu’ difficile…”"”fine cit.

    se si parla di dare indicativamente un connotato a questo periodo d’oro facciamolo pure in questo modo, benissimo!!!!!
    ma non diciamo nulla di diverso da ciò che è stato già detto e ridetto in moltissimi libri e che quindi potrebbe anche andar bene perchè è presente sottoforma di “protocollo generale” dell’allenamento giovanile.

    Ma con il Maestro Riccardo ci passo più tempo di voi credo…nei tornei c’è sempre e io cerco sempre di mettermi nella condizione di “strappargli qualche segreto….poi mi metto li a guardare cosa fa con Rocco…(il suo piccolo) Rocco c’è spessissimo e Riccardo non gli fa mancare affetto e affetti…perche Piatti sa cosa sta facendo.Credetemi che è fantastico…

    sta facendo quello che intendo spiegare in questo post che va a dare una forma più semplice (pur sempre complicata) di ciò che avevo buttato li nel post contestatomi come poco chiaro.

    ci provo

    Penso ci siano i presupposti per guardare avanti. per anticipare i tempi e accumulare un vantaggio rispetto ai tanti “distratti” che ci sono in giro (che poi sono quelli a cui si riferisce max, ma di cui io non credo di far ancora parte) quei Tecnici che non è che lo fanno apposta, ma che magari strada facendo hanno perso entusiasmo per svariati motivi personali dei quali nessuno ha il diritto di contestare.
    (mi riferisco ai tecnici ok? che non salti fuori che ce l’ho con i genitori o altro)

    Proverò a spiegare i limiti dell’approccio Meccanicistico del quale siamo tutti vittime, favorendo e spiegando cosa è la visione Sistemica.

    Non è compito semplice!!! perchè le nostre menti non sono state allenate ad interpretare l’evoluzione dei sistemi complessi.

    Ciò che segue è presente nelle nuove teorie che si stanno sviluppando in svariati campi.potete trovare molto su internet e io userò qui di seguito parti di testi già presenti,
    concedetemi di non usare ogni volta il riferimento dell’autore perchè sennò non finisco più.

    Nella storia dell’uomo non ci siamo mai dovuti imbattere in problemi ad alta complessità…quindi ci vorrà un bel po di tempo perchè l’evoluzione ci permetta di risolvere problemi che i calcolatori stessi hanno problemi a risolvere.
    attualmente possiamo fare affidamento solo alla riflessione e alla discussione anche se il limite siamo noi stessi e i nostri Modelli Mentali.

    Sì perchè nel corso si una discussione la mente ci concede la costruzione di un modello che può tener di con al massimo 7 o 8 fattori. poi bisogna spostare la discussione ad un altro aspetto per ricostruire un novo modello.
    diventa complicato quindi per natura svolgere il trattamento di un argomento complesso in ambito di discussione. un esempio sono le tante sedute interminabili in parlamento.
    questo è un limite funzionale del nostro pensiero, ma
    per migliorare la comprensione del complesso dovremmo attuare un modo di pensare diverso da quello a cui siamo abituati.

    Nel mio metodo di lavoro tendo ad allontanarmi dagli schemi usati nella formazione di base degli allenatori e dei preparatori… che a mio avviso di qui a poco saranno schemi che si studieranno come storia dell’allenamento come oggi si rammenta La Storia di Milone il Crotoniate e il Vitellino che ogni giorno cresceva e lui si metteva in spalla per sviluppare la Forza fisica.
    proprio così. uguale uguale.

    provo a continuare.
    fate per favore uno sforzo ad immaginarci nel 2018 a fare la stessa discussione. se non erro stiamo parlando di metodologia di allenamento giovanile nell’ottica di fare un allenamento per raggiungere il livello di campione:…

    cito il Doc. “”"le eta’ migliori per sviluppare la coordinazione neuromuscolare (ergo:imparare qualsiasi sport e in particolare il tennis) sia quella compresa fra i 6 e i 12 anni.
    Che poi qualcuno e anzi tutti possa anche continuare a silupparle dopo i 14 e fino ai 21, ma e’ piu’ difficile…”"”fine cit.
    ..2018..
    sì, ma … personalmente non credo che sia possibile porre come regola generale un limite all’apprendimento.
    poichè si rischia di cadere in un approccio Meccanicistico al problema e quindi non perfetto. Sarebbe una soluzione unilaterale che trova nei vincoli dell’età il suo difetto formale.

    (Definizione pratica dell’ Approccio Meccanicistico: le parti sono la cosa più importante e da esse si risale alla comprensione di tutto)

    ahi noi abbiamo visto che negli ultimi 20 anni, pur sapendo che l’effetto sarra avrebbe innalzato il livello del mare di 6 metri, pur sapendo che avevamo molte soluzioni al problema, non ci siamo riusciti.
    il nostro errore in quanto umanità è stato quello di ragionare in maniera Meccanicistica. ossia abbiamo scomposto il problema in tante piccole parti e ne abbiamo aggiustata una. ottenendo un miglioramento locale in Occidente si son fatte leggi e decisioni drastiche, ma di fatto abbiamo solamente spostato il problema da un’altra parte. L’Oriente e L’Africa che avevamo sfruttato e lasciato volontariamente arretrate, non hanno assunto il nostro stesso atteggiamento conservativo, anzi sono diventate economie di Mercato estreme. Ed ora ci ritroviamo lo stesso identico problema.

    tornando all’affermazione sopracitata, ritengo che vada tenuto in considerazione un approccio sistemico.

    (Definizione Pratica al Pensiero Sistemico: esso propone una maniera nuova di guardare il mondo per cercare di dominarne meglio le complessità. Considerare non gli elementi singoli, ma l’insieme delle parti, intese come un tutto unico, concentrandosi sulle relazioni tra gli elementi piuttosto che sui singoli elementi presi separatamente)

    Porre dei paletti dal punto di vista teorico è giusto, ma questo va preso con le pinze perchè poi nella pratica riduce la visione ad un orizzonte limitato. perchè nella forma in cui se ne parla trapela il pericolo della specializzazione precoce.
    ripeto: la mia è una puntualizzazione e non una critica.
    la mia vuole essere un’integrazione e uno stimolo alla riflessione.

    è ovvio che sotto il profilo operativo possa essere più pratico individuare un periodo particolare per cuare certi aspetti, ma che rimanga un’idea in generale e che non si prenda troppo sul serio o come regola.

    capisco che sia complesso il ragionamento che provo a concentrare in queste poche righe, ma il mio è un Pensiero Sistemico. In parole povere è uno stimolo rivolto a evitare di cadere nell’errore del semplificare tutto in ricette di allenamento, schemi più o meno rigidi (non sbagliati), ma pur sempre riduttivi nell’approccio alla risoluzione di un problema estremamente vasto.
    tutto ciò si traduce con l’invito che vi rivolgo a dare priorità alla creatività sempre e comunque senza porre limiti.
    continuiamo a misurare sì, ma attenzione a non prendere troppa confidenza con i numeri in se per se, perchè ci possono anche portare errori gravi e condizionare l’allenamento con la misurazione (quindi la quantità)piuttosto che verso la qualità e lo sviluppo a 360.
    poi se il talento non è misurabile, diamone una definizione in più. confrontiamo le definizioni date e poi troviamone relazione.

    ragionando al limite: applicando il pensiero sistemico potremmo dire che: dal punto di vista pratico per avere il massimo del risultato inlinea teorica, la metodologia di allenamento da seguire dai primi passi sino al periodo successivo al “Growth spurt” (quindi dopo il momento in cui l’accrescimento inizia a rallentare) dovrebbe prevedere come centralità dei programmi lo sviluppo neuromotorio in tutte le sue forme sia funzionali che scrutturali.
    Quindi sviluppare le abilità di base attraverso un modello a spirale dove dal facile al difficile si percorrono e ripercorrono tutti gli step rispettando tutti i principi dell’allenamento (Hard and easy, variabilità, soggettività, ecc…) per poi affacciarsi all’agonismo in maniera multilaterale e quindi sciare bene ; correre bene ; pattinare ; giocare a basket ; calcio ; ginnastica; musica; e l’Atletica leggera nelle prove multiple; ovviamente il tennis sin da piccolissimo, ma senza addestramento ed esercizi particolarmente analitici…..e se campine nel tennis deve diventare, istintivamente e naturalmente in tutti i momenti della formazione dell’esperienza motoria e cognitiva,

    x i genitori dei talenti: avete una fortuna nel frutto che accudite giorno dopo giorno!!! per istinto materno/paterno siete portati ad essere combattuti tra gratitudine e diffidenza nei confronti di chi ne condiziona il futuro. vi capisco perchè io farò lo stesso.
    L’allenamento giovanile del campione è per natura il più difficile e delicato argomento in teoria dell’allenamento perchè chi ha talento è dotato di quella cosa in più che non può essere allenata semplicemente perchè è già nel futuro.

  155. Stefano Baraldo scrive:

    scusate ma riprendo una frase incompleta perchè mentre scriveo mi è partito l’invio del messaggio:

    ….…..e se campine nel tennis deve diventare, istintivamente e naturalmente in tutti i momenti della formazione dell’esperienza motoria e cognitiva, il ragazzo manifesterà la sua scelta di esprimere la sua creatività attraverso il Tennis. da quel momento di scelta palese non ci saranno più dubbi e si svilupperà in un allenamento di alta prestazione.
    come mi auguro che diventeranno Rocco Piatti ed i vostri Figli!

    p.s. per evitare mal interpretazioni…che non venga fuori che ho detto di non far allenare in un certo modo ecc… ho detto quello che ho scritto e se non è chiaro in alcuni punti risponderò volentieri. grazie

  156. stefano baraldo scrive:

    ditemi che non è vero. ho scritto un post per 3 ore e ora non lo vedo in attesa per pubblicarlo!!!

    per favore ditemi che non è vero!!!

    noooooooooooooooooo

  157. Mauro scrive:

    Non credevo di suscitare tante reazioni. Avrei comunque fatto l’osservazione anche se l’avessi saputo in anticipo, perché solo tramite la discussione, anche animata si possono trovare soluzioni e nuove idee.
    Nelle aziende di un certo livello, si mettono in piedi degli incontri chiamati “brain storming”, dove ognuno dice tutto ciò che gli viene in mente ed è assolutamente vietato criticare, solo in una seconda fase si organizza il materiale così ottenuto.
    Se mi posso permettere, suggerisco un sistema per evitare al minimo i contrasti, occorre cercare di non personalizzare la discussione, ovvero se si vuole criticare una data affermazione, farlo sul contesto, ma non criticare la persona, se uno dice una stupidata non necessariamente è uno stupido e se dice una cosa notevole non necessariamente è un genio.
    Riscrivo poi per i nuovi blogger quello che ho scritto altre volte (d’altronde Stefano Grazia ci ha fatto quasi odiare Foscolo haeheheh)

    Le società che addomesticano i propri figli forse trovano la pace ma sicuramente perdono il loro futuro.

  158. Mauro scrive:

    Comunque Stefano Baraldo, spero che continuerai a seguirci ed a scrivere come ha sempre fatto il Prof. Buzzelli, il quale si era reso persino disponibile ad organizzare un incontro con noi ma soprattuttto con i nostri figli.

  159. Archipedro scrive:

    Credo che vi sia un (comprensibile, assolutamente umano) conflitto tra tecnici puri ed ex-atleti (di livello) che si ritengono, direi giustamente, in grado d’allenare: i primi sovrastimano l’impianto teoretico ed i secondi ritengono, a volte, che la propria notorietà sia, di per sé, una garanzia di qualità. In qualche modo c’entra anche l’invidia, e lo spirito di rivalsa… ma non sempre.
    Sicuramente se la grossa parte del lavoro di preparazione tecnico-atletica si basa sui feed-back, e sulle “sensazioni”, difficile pensare che si possa prescindere dall’esperienza diretta di gara. Ma anche un campione, nel momento in cui deve trasporre il proprio bagaglio verso il basso, deve darsi metodologie e strumenti di comunicazione appropriati. Ecco che l’esempio di Toso calza a pennello (e mi scuso con lui se l’ho citato, ma l’ho fatto per riconoscergli dei meriti). Tra l’altro Luca sembra pentito di non essersi laureato in medicina… la cosa é buffa, perché per colpa di quel pezzo di carta che é stata la mia laurea, condita dalle solite meschinità di cui il mondo sportivo é intriso, ho accettato di lasciar perdere lo sport serio … a diciotto anni (…). E poi, anni più tardi, mi sono ritrovato a giocare a pallavolo in serie C, o a basket in prima divisione… o a calcio con i dilettanti… ma con un occhio solo. Il treno l’avevo perso.
    In tutti i casi non m’ero mai reso conto, sino ad oggi, di quanta importanza abbia avuto l’articolazione delle mie esperienze sportive: forse già in partenza il mio interesse per la polivalenza m’ha penalizzato, impedendomi di concentrarmi su una disciplina dove avrei potuto emergere. Però conosco moltissimi diversi metodi di preparazione (che necessitano comunque d’aggiornamento) e soprattutto le famose sensazioni, che con i bambini sono fondamentali: “Cosa senti? Come ti senti? Cos’hai provato?”

    A suo tempo mr. Max esplicitamente (perché se non altro é schietto) ma anche altri blogger, in forma meno trasparente, hanno sentito il bisogno di giudicarmi (incompetente) senza neppure conoscermi. Sapere quale sia stato il mio percorso. E neppure la realtà degli sport che ho praticato. Solo perché ho detto che per il tennis del piccolo é utile fere molto altro… prima di essere spedito in un’academy.
    Ma continuo a stare in ascolto, anzi a propormi, perché alla fine il tempo é galantuomo: quando i risultati ti premiano diventi immediatamente “l’allenatore di”, e quindi un genio. Per cui se io fossi amico di un tennista emergente, e lui dicesse che sono il suo personal trainer, verrei trattato in modo diverso. La cosa, ovviamente, non mi tocca.
    La sfera della mia responsabilità, l’unica ed assoluta, gravita attorno a mio figlio: e nessuno lo potrà ammorbare senza prima essere passato sul mio cadavere. Se i genitori dei giovani talenti facessero come me, i veri incompetenti sarebbero ben presto isolati, e i professionisti di spessore accetterebbero quello che io pretenderò dai tutti tecnici che verranno: confronto!

    Baraldo, tu richiami, con l’approccio sistemico “complesso”, quell’olistica dello sport a cui m’ero riferito anch’io. Con i concetti di feed-back, retroazioni, la teoria del caos… Sistemi esperti, sistemi robusti… come approccio per rendere performante la mente ed il corpo d’un atleta. Nosce te ipsum… metti ordine in ciò che hai dentro, e tiralo fuori secondo natura. Nuovamente, intelligenza emotiva.
    Tra l’altro temi che da esperto d’ecologia ho approfondito altrove: istinto, competitività, adattamento, nicchie ecologiche… perché in fondo l’uomo é un animale (…), tanto più quando fa sport (…).
    M’hanno detto che… non si capiva di cosa stessi parlando. Che ero fuori luogo. Può darsi. Me se un post non m’interessa io lo ignoro: non offendo l’autore.

    Speriamo bene…

  160. Mauro scrive:

    Stefano B. (Baraldo) se permetti d’ora in poi ti chiamerò così per distinguerti da Stefano Grazia e per non ripetere continuamente il tuo cognome.
    Ancora più in concreto, come e quanto dovrebbe svilupparsi secondo te, un allenamento atletico sistemico di bambini dai 9 ai 12 anni indirizzati al tennis?
    Grazie in anticipo per la risposta.

  161. maxdauria scrive:

    Mentre attendo che Baraldo mi risponda e mi spieghi quello che devo aver frainteso e che ho riportato nel mio post precedente volevo chiarire con Archipedro..

    Mai nessuno ha detto che sei un incompetente per aver detto che prima di mandare tua figlio in un’accademia c’è molto altro da fare, tant’è che nel programma di lavoro di mia figlia è contemplata anche la parte inerente alle sensazioni e via discorrendo solamente che noi pensiamo che questo lavoro possa essere complementare e non sostitutivo e comunque per chi ha cominciato a farlo fin dai 5/6 anni quando poi arriva a 10 continuerà a certamente farlo ma man mano farà sempre più dell’altro… Ed infatti è per questo motivo che mia figlia si allena molte ore e cioè perchè per fare tutto ci il tempo ci vuole… Tieni presente che almeno un paio di volte la settimana un’ora e mezza (tra l’altro per lei la più divertente) la passiamo giocando con un occhio bendato, con le orecchie tappate, scalza (situazione con cui lavoriamo anche sugli appogggi), con un bicchiere pieno d’acqua in mano, servendo partendo rigirata lanciando la palla con la mano che normalmente tiene la racchetta e dovendo quindi fare un cambio di mano con palla in aria, mettenedo la racchetta per terra colpendola nel centro del piatto corse e dovendo prendere la racchetta velocemente mentre la palla è in aria, correndo e facendo vari esercizi sul tappeto elastico e di anticipazione motoria, tutti lavori quindi che poco hanno a che fare con quello che succede nelle accademie… Se a questo aggiungi che nuota scia e dall’anno scorso al posto della normale bicicletta gira con un monociclo avrai un quadro completo della situazione

    Dopodichè tu hai anche mostrato due video di tuo figlio (io ne metterò uno di mia figlia spero per la fine del mese) e mentre mi è piaciuto quello della corsa non ho gradito per nulla quello del tennis anche se vistà l’età può variare molto in fretta…

  162. stefanobaraldo scrive:

    x mauro. La domanda che mi gentilmente mi rivolgi ha pochi elementi per essere risolta attraverso un metodo sistemico. non posso rispondere in maniera completa perchè siamo troppo sul generale. Bisognerebbe conoscere la situazione specifica nel massimo del dettaglio possibile per formulare una risposta alla tua domanda in base ad un pensiero sistemico.
    Bisognerebbe indagare sui patterns del maggior numero di variabili ecc…. Senza star li a complicare ulteriormente le cose, praticamente ci si dovrebbe affidare ad un professionista che opera con metodo sistemico.
    (se vuoi ho la mail di Buzzelli per darti solo un nome di questo genere di professionisti)
    il “come e il quanto” faranno parte della proposta giornaliera e non di una programmazione compartimentale (a compartimenti stagni)
    Se tu mi rivolgessi la stessa domanda, ma senza parlare di allenamento atletico sistemico ti risponderei in maniera meccanicistica e generale…consigliandoti di integrare alle 3 sedute di gioco tennis
    2 sedute di minibasket più 1 individualizzata di ginnastica attrezzistica. Per l’inverno trovare il modo di andare a sciare una volta alla settimana. in primavera trekking nel week-end. d’estate meglio montagna che mare.

    apro parentesi…cmq già mi state servendo nella pratica perchè stamattina per la prima volta ho iniziato a chiedere un aiuto ad un genitore… gli ho chiesto di darmi una mano con sua figlia perchè non ho il tempo materiale per starci abbastanza insieme e fare un lavoro a regola d’arte. il genitore ha goduto….io anche…
    grazie a tutti

  163. stefanobaraldo scrive:

    max non ti ho invitato a cena…. ti ho invitato ad un simposio per incontrarti non per darti un bacio in bocca!!!
    cmq si sei perspicace!!! avevi dei dubbi che mi riferivo a te quando parlavo di quel signore che compie attentati nelle discussioni in nome della lotta al sistema.
    mi sembri Mughini… ti chiamerò max mughini

  164. mar scrive:

    Solo per dire che, se non mi hanno raccontato il falso, Potito Starace fino all’età di 11/12anni lo allenava il maestro Leone, vero?

  165. Archipedro scrive:

    Mr. Max, ti sei perso il filmato del giavellotto…
    Comunque, rispetto al video del tennis di Maggio, oggi Mati gioca molto, molto, molto, meglio. In pochi mesi le cose sono cambiate. Ho le nuove riprese, ma questa volta ci vado cauto. Perchè da quando, un mese fa, il maestro me l’ha visto, voglio provare a lavorare secondo le sue indicazioni. Prima di darlo nuovamente in pasto a chi, se può, me lo demolisce.
    Anch’io concordo: dovresti essere meno duro…

    A proposito, ci ho ripensato… perché un neanche diciottenne smette all’improvviso di giocare a pallavolo, senza battere ciglio? Un esempio. Prima lo fanno sedere, in preparazione e precampionato, su una panchina di serie A2, e lo affidano ad un tecnico, Milan Slambor, giocatore olimpionico cecoslovacco ma soprattutto grande UOMO. Che lo incoraggia a provarci… e che lo allena in modo molto professionale.
    Poi di tecnico ne arriva all’improvviso un altro, Adriano Pavlica, REFERENZIATISSIMO ALLENATORE NAZIONALE FIPAV, che dopo due settimane semplicemente lo stronca (e che comunque a Udine dura neanche un anno…. tanta scienza!) Nessuna via di mezzo. Perché il giovane non è (letteralmente) all’altezza. Investire su un opposto all’alzatore mancino di m. 1.80 non é cosa… in vista della serie A1.
    E se uno dice… “Beh, datemi il cartellino, ed un’altra squadra me la trovo…” gli rispondono “O giochi comunque per noi, in seconda squadra, o non giochi più”. E continuano a rinnovargli in cartellino fino all’età di 31 anni. Al punto che, dopo qualche anno, riprende (sconfitto) anche a giocare per quella stessa società… Giusto per amore dello sport. Tanto a quel punto…

    A mio figlio questo non succederà. Parola di padre.

  166. fulvio scrive:

    salute a tutti,per caso ho buttato l’occhio sul G&F e con stupore ho visto l’assidua frequanza di stefano baraldo,che conosco e apprezzo moltissimo e col quale l’anno passato sono stato a un soffio dal lavorarci.conosco le sue modalità di lavoro e so che anche Piatti ha instaurato con lui un rapporto di possibile lavoro in futuro.stefano oltre che a essere un ottimo preparatore atletico è anche un ottimo rgazzo disponibile su ogni cosa ,col quale spero in un futuro…prossimo di poter lavorare

  167. maxdauria scrive:

    STEFANO B per la cronaca di dubbi non ne ho mai avuti….. e sappi che mi incontro solo con chi poi bacio in bocca perciò invito respinto… (a parte gli scherzi sabato prox sono impegnato con mia figlia)

    Comunque non ti preoccupare perchè io aspetto sempre tutti sulla riva del fiume perciò prima o poi ci incontriamo…

    ARCHIPEDRO: tu devi avere la coda di paglia!!!! ad un certo punto parlando di tuo figlio dici: “Prima di darlo nuovamente in pasto a chi, se può, me lo demolisce.”

    Qui nessuno vuole demolire nessuno, qui si danno dei pareri ed eventualmente viene demolito il lavoro sbagliato del “tecnico” e non certo il bambino. Io mia figlia cerco di farla vedere in giro il più possible nella speranza che qualcuno trovi sempre qualche difetto così da parlarne con chi la segue e di conseguenza per migliorare….

  168. Archipedro scrive:

    Est modus in rebus…
    Alla fine questi bambini ci assomiglieranno terribilmente: la gentilezza non é “mancanza di sostanza”…

  169. stefanobaraldo scrive:

    fulvio ti ringrazio come sempre non ti smentisci inquanto amico vero.
    la stima che mi dimostri sempre mi fa spesso arrossire. non me la merito ma gradisco!!!
    e già perchè il signor fulvio ha trasmesso un codicè importante ai suoi figli…in modo particolare al maschio che ha trovato nel Tennis la sua strada…meglio dire autostrada!!! qui siamo vicini a toccare con mano un percorso di genitore di talento che raggiungerà chissà quali traguardi… (non voglio gufare e mi fermo qui)
    cmq top player o no il figlio di Fulvio è un ragazzo formidabile a 360. proprio per questo credo che siano supergiustificati gli sforzi che la famiglia ha fatto per dare il massimo al proprio piccolo.
    Ma cazpita ancora un problemino fisico…. quest’anno non se ne vuole proprio andare via dalle scatole!!! 2 infortuni sono davvero un impiccio non indifferente!!! SuperAuguri di cuore e Forza Forza Forza…
    se la fortuna gira ne vedremo delle belle…. Forza!!!

  170. atti scrive:

    Mi unisco (anche se un po’ in ritardo) ai cori di osanna al salvatore.. del BLOG !

    Siamo ri-partiti in quarta (polemiche comprese)…

    - Anche a mè sono piaciuti i posts di Elettra, che a grandi linee mostra lo spaccato generale con cui si confrontano i genitori volenterosi di accompagnare i propri figli nel percorso tennistico; anche se spesso la ns. categoria ne fa vedere di tutti i colori per confermare l’ostracismo degli addetti ai lavori……
    - Qualche nuovo spunto pratico su tematiche giovanili (forse piu’ utile che teorizzare Pro/contro Fit e sitema tennistico italico) :
    Per esempio partiamo dai raduni :
    prossimo raduno di macroarea ven/sab/dom (a 200 KM) se allievo portato dal maestro entrambi spesati dalla FIT; invece se accompagnato dal genitore il genitore deve pagare (si noti che circa metà dei convocati sono allenati dal padre/maestro…) e nel mio caso il maestro non puo’ portarla …. Costo previsto = 300 Euro circa (viaggio +2 gg. di pernottamento). E a fare cosa? ma chiaro, un torneo fra di loro per eleggere il migliore (poi pero’ tutti i coach/maestri dicono che non serve vincere da piccoli e che loro guardano sempre in prospettiva). Ma se al tecnico di macroarea (peraltro bravo e motivato) invece di fargli fare sti raduni in cui non possono insegnargli niente di nuovo (ogni maestro ha le sue idee ne abbiamo già discusso molti post fa) invece perché non investire il budget per portare i ragazzi a qualche torneo Eta etc forse (invece di giocare l’ennesima partita contro le solite avversarie) dico forse potrebbe valutare meglio anche dal punto di vista comportamentale e caratteriale (oltre a permettere di fare esperienza al di fuori dei soliti nomi che gia si incontrano tutto l’anno).
    Io ripartirei anche dai costi eccessivi di iscrizione ai tornei per gli Under (neanche Archi col suo ingegno riuscirà ad evitarli), anche questi sono soldi buttati che potrebbero essere utilizzati per altri scopi. Almeno fino a tutta l’under 16 i ragazzi dovrebbero costi molto agevolati per partecipare ai tornei . Questo, dal mio punto di vista di genitore, è voler promozionare e voler far crescere qualitativamente il movimento.
    - E’ la FIT, che dovrebbe fare maggior chiarezza fra agonismo e divertimento e quindi fra
    competere e partecipare; le due anime possono benissimo coesistere all’interno dei vari club, circoli e/o impianti sportivi, pero’ bisogna separarle e tenerle ben distinte (gestioni finanziarie comprese) dando ampia autonomia e coivolgendo anche i genitori degli agonisti in alcuni aspetti della gestione (su come ne riparleremo …).
    - Per quanto riguarda la prep.atletica come genitore ritengo sia imprescindibile partire per tempo, ed in questo sono dalla parte di Max e Stefano G.
    Sul come e quando credo che tutti i piu’ forti Top ten attuali ed anche i prossimi che lo diventeranno certamente hanno cominciato a fare prep.atletica (magari indiretta con equilibrio e coordinazione) il giorno in cui gli hanno messo in mano la prima racchetta da tennis.

  171. maxdauria scrive:

    ciao fulvio accidenti è vero dovevo chiamarti ora lo faccio scusami…

    Archipedro qui concordo totalmente con te e non a caso faccio di tutto perchè in alcune cose non mi assomigli ma devo dire che sono fortunato poichè da questo lato ha preso totalmente da mia moglie (russa), anzi a volte fin troppo e cioè parla poco giù il crapoone e lavora…a volte un pò più di arroganza “sportiva” e di creatività del padre non guasterebbe… ma credo che questa sia una prerogativa femminile…..

  172. maxdauria scrive:

    caro BARALDO entrando un po’ nel merito del tuo post “tecnico”… come già detto non hai scritto cose sbagliate certo è che sei partito dal medioevo per esprimere concetti che oggi tutti ma proprio tutti ormai conoscono e che proprio qui già mesi fa sono stati discussi…

    per ora quindi a te partecipare al blog è servito al blog i tuori interventi ancora no….quindi tiè blog (genitori) 1 baraldo (tecnici) 0 e palla al centro eh eh eh…..

  173. Gus scrive:

    Non mi pare che Baraldo abbia difeso a “spada tratta” il sistema tennistico nel suo complesso, che peraltro sarebbe un processo di difesa naturale, visto che lui lavora come professionista in quel settore e quindi in qualche modo difende anche se stesso.
    Ripeto che la cosa più importante è cambiare il sistema di base, reclutare molti più ragazzi e ragazze che oggi o non fanno nulla o fanno altri sport. Per riuscire ad avere dei campioni, prima occorre trovare il “talento” da campione e quel talento è sicuramente molto ambito da più parti, anche perché è possibile che altre federazioni siano meglio organizzate e visibili.
    Il campione c’è già, bisogna solo andarlo a scovare ed eventualmente toglierlo a qualcun altro.
    @max: che il sistema tennistico italiano valga poco sopra lo zero mi sembra sinceramente una esagerazione. Il tuo criterio dei top ten, IMHO, non è del tutto condivisibile, perché sono troppi i fattori che portano all’eccellenza assoluta e molti di questi non dipendono esclusivamente dal sistema, anzi. Negli “sport” in cui sono coinvolti gli animali (e tu sei, se non sbaglio, il maggior esperto del gruppo) persino “selezionando” i genitori non si è sicuri di avere un campione, figurati quanto può essere casuale tra gli umani avere il dna giusto.
    Il sistema tennis è un sistema da rivedere, sicuramente, ma per fortuna non si partirebbe da zero.
    @stefano b.:
    condivido con piacere che si metta in discussione una visione esclusivamente meccanicistica dell’allenamento e dello sport. Speriamo, allo stesso tempo, ma è un auspicio generale e non riferito a ciò che hai scritto, che non si passi da un eccesso all’altro.
    Mi piace molto l’idea dello sviluppo multilaterale,e personalmente pur avendo una figlia che gioca a pallavolo da quando aveva 6 anni ho sempre puntato su questo aspetto, con molte meno competenze di Archipedro, purtroppo e sicuramente per colpa mia :-). Allo stesso tempo trovo difficile comprendere una “multilateralità agonistica”. Una cosa è dire “sciare bene” “correre bene” “pattinare” ecc.ecc. un’altra è fare “agonismo”. Però potresti approfondire meglio il tuo concetto di agonismo, così capisco meglio.
    @Stefano Grazia: hai delle doti di veggente. Mi hai scoperto, in effetti sono un pigrone ed è uno dei limiti al mio tennis, perché non ho tanta voglia di allenarmi fisicamente, ma solo di giocare e così il mio livello, in partita, migliora lentamente. Ormai reggo bene il palleggio anche con i maestri e dei terza categoria, ma in partita mi serve più fisico e mentalità, ed essere pigri non aiuta. Ma un giorno, quando affronteremo degli argomenti di tipo psicologico e legati ad intelligenza e stupidità scopriremo che essere pigri non è poi un così grande difetto.:-)
    @tutti
    Mia figlia, senza allenamento specifico sulla corsa (come sapete gioca a pallavolo), stamattina ha fatto la corsa campestre di 1 km. E’ arrivata 18 su 40 e mi ha detto che ci ha messo circa (purtroppo mi rendo conto che il circa è circa) 5’. Con poco allenamento e senza fatica potrebbe già superare il test di ammissione delle donne nell’accademia militare (4’30’’). :-)
    Stasera allenamento e mercoledì partita. E’ carica a mille e mi ha detto:” stasera devo allenarmi molto perché mercoledì ho la partita e devo essere la migliore, perché sono il capitano”. Alla fine ci vuole così poco a far felice un papà. :-)
    @archi: che brutta storia.
    Se ti può consolare (per modo di dire), io a 21 anni giocavo in 1 categoria di calcio (sono stato sempre un mediocre nel calcio, ma potevo essere un po’ meno mediocre come giocatore di basket, ma un giorno ne parleremo meglio nel post: “perché alla fine anche i genitori sono così rompi…..”:-) ed ero in prestito da una società in cui avevo fatto le giovanili. In una partita di calcio mi sono rotto il crociato anteriore del ginocchio sx (lo scopersi però tempo dopo). Dal giorno dell’infortunio in poi, non ho mai più sentito nessuno né della squadra in cui giocavo né della società proprietaria del cartellino. Persino in ospedale sono andato da solo, mentre la partita proseguiva. Mi sono dovuto arrangiare nella ricerca degli specialisti, le cure tutte a carico della mia famiglia, ecc.ecc. Ovviamente non ero un professionista, ma ho capito molte cose e posso garantire che anche a mia figlia non succederà la stessa cosa e se mi serve una mano per picchiare chiamo G&F. :-)

    Un abbraccio

    Gus.

  174. Gus scrive:

    lo scopersi non è male :-)

    Gus.

  175. maxdauria scrive:

    Gus non è per nulla un’esagerazione poichè qui potremmo parlare tranquillamente di top 50, visto che quando parlo di una certa classifica intendo una posizione in pianta stabile e non che dura una sola settimana..

    la pennetta si allena in spagna, la schiavone con un argentino, bolelli è cresciuto alla vavassori seppi a caldaro, cioè tutte situazioni che esulano dal sistema tennstico italiano alla portata di tutti legato direttamente ad esso. poi è evidente che con le tradizioni che abbiamo qualcosa è rimasto ma sinceramente pochissimo in relazione alla nazione che dovremmo essere.. oltretutto è fondamentale dare un livello tecnico di primissimo livello a tutti altrimenti si rischia che ad accederci non siano i più talentuosi…

  176. Archipedro scrive:

    Gus, siamo qui per farci coraggio…
    Se posso permettermi, in relazione al mezzo fondo di tua figlia, non limitarti a guardare il tempo ma valuta anche come distribuisce lo sforzo. Quello che un addetto ai lavori potrà notare, guardando il video che ho fatto a Mati, é appunto il modo (per me) stupefacente in cui ha interpretato istintivamente il giro. Da subito. E’ vero… gli ho detto… “corri sciolto, e non partire come un razzo…”, ma é pur sempre un bimbo di quasi sette anni. A volte gli urlo: ”Corri decontratto!!!! E poi, a casa: “Ma lo sai cosa vuol dire… decontratto?!”
    Che idiota che sono! ;-)

  177. stefano grazia scrive:

    Un aficionado della prima ora mi scrive:
    “… credo che le ns discussioni debbano tornare un po’ + terra terra e
    con un linguaggio adeguato (confermo che ho NON CARPITO NULLA - e si dico carpito e non CAPITO perché parto dal presupposto che IMPARO DA CHIUNQUE -del preparatore atletico di STORACE……troppo prolisso e troppo tecnico per i miei gusti….Perché non si torna al linguaggio (…anche da bar…) di noi genitori NON PROFESSORI DI TENNIS…
    Troppi professori in giro…troppi poeti….troppo filosofi….troppi
    mercanti…..MA QUI E’ IN GIOCO MIA FIGLIA E LA SUA PASSIONE….C@CC%1°!!!! Ecco, Stefano, quando il livello tornerà di nuovo a quello del vecchio blog cercherò di rientrare….per adesso focalizzo la lettura su pochi di
    voi….e vorrei rileggre LO IACONO (che ho conosciuto personalmente a
    FERRARA) e STEFAR in quanto molto + vicini ai ns problemi….SI PERCHE’ SONO VERI PROBLEMI…..ED ANCHE DI PIANIFICAZIONE FINANZIARIA…
    ..e scusate lo sfogo……”

    Confesso che all’inizio nemmeno io non avevo capito granche’ del lungo ragionamento di Stefano B su Sistema Meccanicistico e Sistemico…Colpa mia, avevo letto in fretta… Poi ho riletto e ho compreso. Ma comprendo anche lo sfogo del vecchio aficionado che magari da Baraldo vorrebbe avere anche qualche nozione pratica e non solo una dissertazione, per quanto dotta e alla Thomas Yancey, filosofica …
    Da parte mia penso ci possa essere spazio sia per i Filosofi che per i Pragmatci… Ed io mi sento a volte un po’ l’uno,a volte un po’ l’altro…Molto piu’ spesso pero’ l’Altro. Ora, rileggendo Stefano Baraldo una cosa mi e’ sembrata pero’ di capire,quando scrive dunque:
    “Porre dei paletti dal punto di vista teorico è giusto, ma questo va preso con le pinze perchè poi nella pratica riduce la visione ad un orizzonte limitato. perchè nella forma in cui se ne parla trapela il pericolo della specializzazione precoce.ripeto: la mia è una puntualizzazione e non una critica.la mia vuole essere un’integrazione e uno stimolo alla riflessione”
    e cioe’ che lui si differenzierebbe di molto dal suo Maestro che invece alle Misure ci tiene molto e infatti ha sviluppato diversi Tests e strumenti per misurarli (fra cui il SenseTouch) e ha messo in comparazione centinaia di ragazzini. Mi riferisco al Prof Buzzelli, ovviamente. Che invito a scendere in campo.
    A scanso di equivoci chiarisco subito che io forse qui sto un po’ di piu’ con Baraldo.Con Salvatore che stimo al punto di aver perfino quasi litigato-ricordate?- con Mad Max che non sentiva altro dio all’infuori di Catizone, ne ho parlato spesso … Certo, misuriamo pure tutto, ma senza fossilizzarci o fissarci troppo , nel senso che tutti i risultati sono poi da interpretare, che alla fine Joe Montana non aveva nulla che faceva meglio di tutti gli altri Quarter Back se non il fatto di vincere le partite …
    Un’altra cosa pero’ voglio chiarire con St.B, e cioe’ che forse non ci siamo spiegati bene o abbiamo dato per scontato tutto quello che avevamo gia’ scritto …quando tu, St.B. scrivi che Piatti e’ fantastico e fa questo o quello, in fondo ci dici che anche noi, io,Mad Max e Archipedro,in una misura o nell’altra, siamo fantastici perche’ non abbiamo fatto altro che quello. O meglio: abbiamo cercato di fare. Certo, non dimentichiamo che mentre Alessia ha 10 e Nicky ha 11 anni, Mati ne ha solo sette… Ovviamente anch’io dai tre ai sette anni non stavo a passare lo stesso tempo che passo ora su un campo da tennis e credo nemmeno Max e probabilmente quindi facevamo le stesse cose che faceva Archipedro, solo che poi sui 6-7 anni abbiamo cominciato a fare piu’ attenzione al gesto tecnico portando i due pargoli da alcuni dei migliori tecnici in circolazione… Io poi da parte mia ho sempre sostenuto l’importanza della polivalenza e infatti Nicholas a tre mesi e’ stato messo in piscina, a 4 sugli sci e a 5 ha vinto un torneo di golf… da piccolo faceva arti marziali,in angola faceva nuoto,alla domenica fa bodysurf fra le onde, d’inverno scia e fa snowboard, fa persino skateboard, fa atletica, gioca a calcio e a golf e forse nel prossimo quadrimestre giochera’ -con la scuola- un pochino anche a basket e/o a baseball … vi diro’ di piu’: prende perfino lezioni piano! Mi piacerebbe fargli riprendere gli scacchi e anche fargli fare yoga… Non vorrei che tu Stefano avessi pensato che lo asfissiavo solo e comunque col tennis…E’ vro, sono un reo confesso: l’ho costretto a giocare a tennis, ma l’ho costretto anche a fare un fracasso d’altre cose … E non gli ho nemmeno proibito di giocare alla Play Station, ho solo cercato di non non lasciargli mai troppo tempo per farlo (di solito sull’aereo o negli aereoporti…)

  178. stefano grazia scrive:

    CHI LI HA VISTI?
    Oltre al Prof Buzzelli, ci farebbe sommo piacere rileggere anche saltuariamente qualche post di Stefar ed Enzo Lo Iacono, entrambi Maestri di Tennis FIT e PTR, entrambi Genitori… Nell’eta’ dell’oro del Blog sono stati anche abbastanza assidui anche se in periodi diversi e non continuativi…Ora con gli interventi di Baraldo e di Wik, il numero degli Uomini di Tennis comincerebbe a divenire interessante, no? magari si ricorda di noi anche Carlo Polidori che ci fece visita agli inizi, anche se piu’ per criticarci come categoria che per altro …

  179. stefano grazia scrive:

    Andrew & Atti: ma a ClaudioTn gliel’avete etto che abbiamo ricominciato a farci del male? ClaudioTn era fondamentale perche’ univa doti di equilibrio critico al fatto di essere anche Presidente di un Circolo. La sua voce quindi era particolarmente gradita e spero si faccia presto vivo. Sto facendo l’Appello soprattutto ai cosiddetti Addetti ai Lavori/Uomini di Tennis per non dover incappare nelle critiche (giuste per carita’) di Au Contraire Nikolic che qualche volta ci ha accusato di essere sempre gli stessi (io e Hulk) e anche un po’ noiosi. (Pero’ con Nikolic sempre rispettati/apprezzati e alla fine perfino capiti).Ovviamente tutti siamo necessari, nessuno e’ indispensabile: io lancio inviti un po’ a tutti e prego di scusarmi se mi dimentico qualcuno…per esempio il mio collega di palermo/lisbona, Francesco Brancato, e’ da un po’ che non ci racconta qualcosa di sua figlia…Ve la ricordate no,Francesca? Andata in trasferta a 10 anni da sola e per la prima volta senza papa’ e mamma, cosa succede? Le fregano la borsa con tutte le racchette…Lei non si dispera, non fa scene, non cerca scuse: si fa imprestare una racchetta da un’amica e vince il torneo. Credo piacerebbe a Piatti.Anzi,ne sono sicuro.

  180. omissis scrive:

    il coni avrà il 30% in meno di entrate ergo le federazioni avranno soldi in meno…

    le fit avrà circa 2 milioni di euro in meno anche se è stata una delle poche a ben amministrare le risorse negli ultimi anni…

    aumenteranno le tasse federali anche se di poco per sorreggere i progetti…

    adesso scatenatevi in critiche…

    omissis

  181. Roberto Commentucci scrive:

    Omissis, ti ringrazio per la notizia di prima mano che ci dai, una notizia triste, ma ampiamente attesa alla luce della difficile congiuntura internazionale.
    La mia critica è una sola: la scarsa trasparenza amministrativa e contabile.
    Anch’io credo che la FIT sia stata ben amministrata in questi anni.
    Proprio per questo credo che la Federazione avrebbe un cospicuo guadagno di immagine dalla pubblicazione dei suoi conti e del suo bilancio.
    Quanto meno, tanti discorsi dietrologici e qualunquisti troverebbero uno spazio minore.
    E infine, si aprirebbe un sano e franco dibattito sull’utilizzo dei fondi federali, che potrebbe portare, in ultima analisi, ad aiutare la FIT a migliorare l’efficienza della sua attività di spesa.

  182. Pinot scrive:

    Mi calo nel sogno ed entro in quest’agone certo di un ritorno in saggezza ed esperienza.
    “Ignorante” in tennis e con speranze e sogni accesi dal figlio che dopo aver vinto, con la sua squadra, la fase di macroarea di minitennis promozionale under 8, si avvia alla partita nel mare magnum del campo intero ed oggi piangeva come un vitello perché l’esordio è stato rimandato in quanto il suo primo torneo under 10 è stato “aggiornato ad altra data”(carenza di piccoli atleti?). Si è consolato andando a fare l’allenamento di calcetto!
    Appassionato di calcio, scuola calcio dai 5 anni, e buon controllo di palla, si è appassionato seguendo la sorella al Circolo tennis (non avrebbe mai cominciato se non ci fosse stato, in questo lembo del sud, un Circolo tennis, Fit e soci, dipendente) ed approcciando inizialmente l’atletica (“voglio fare solo l’allenamento”) e successivamente impugnando la racchetta ha dato qualche soddisfazione.
    La cosa è diventata seria perché “the fire inside” che esprimeva nel campo da tennis era superiore a quello del gioco collettivo, come se il tennis fosse un fatto “suo”, mentre il calcio un gioco con gli amici.

    Come dire l’approccio multidisciplinare è cominciato naturalmente ed oggi continua ad andare ai suoi allenamenti di calcio e si fa le sue tre sessioni di tennis (due con altri due compagni ed una da solo con il maestro).
    Siccome la cosa è diventata seria, ed il gioco è diventato impegnativo per me ho cominciato a leggere riviste specializzate, qualche libro, fino ad imbattermi in questa comunità agitata e sognante, e mi sono completamente perso.
    Naturalmente sono qui per imparare e “controllare” che le cose fatte “con mio figlio” siano corrette, prima che efficaci. Ed allora giù con il cervelletto, “lo schema motorio”, con il manuale di Bertino, con la lettura del Tennis italiano. Voi direte “abbiamo intere biblioteche”… ma io ho cominciato da meno di un anno e voglio tempo E approfondiremo anche la “teoria della mielina”, approfondiremo…gentile Stefano.

    Il problema è nato qui. Il problema è proprio questo, il tarlo che ti rode, fare le cose giuste al momento giusto. Ha otto anni e mezzo…
    Insomma, il circolo è giusto, anche se di un paese di poche migliaia di abitanti, giusta importanza alla scuola, giusta importanza agli agonisti, maestro bravo (lo dicono i risultati a livello under) metodo “tecnica ed empatia”, costi assolutamente contenuti. Onestamente mi sento di ringraziare il Circolo ed il Maestro. Con circa 30 euro al mese mi tengono il bambino 2 volte da circa 2 ore a settimana (gruppo di 3-4), pensate che a calcetto prendono 25 euro per un’ora due volte a settimana in gruppi di 20-25.
    Non mi posso lamentare del Maestro e del resto, manco dei km che ho cominciato a percorrere, 500 per la fase di macroarea, e allora?
    E allora, per carenza di risorse economiche e conseguenti risorse umane il circolo è carente della parte che riguarda la preparazione atletica e da quello che dite è “fondamentale” proprio nella fase che riguarda il pargolo. Ho fatto il Genitore. Ho contattato un giovane, tennista-smesso, con recente laurea in scienze motorie per una sessione settimanale e che naturalmente vorrei utilizzare al meglio ed è chiaro che dovrò fidarmi dei suoi freschi studi. Qualcuno diceva che la distanza è un fatto mentale e culturale, ecco ne ho fatto tesoro.
    Chiedo, c’è un programma specifico? Ho ordinato il libro che più sopra consigliava S. Baraldo (L’allenamento motorio), potete darmi indicazioni più precise? E’ sufficiente l’integrazione? Oltre che dal lunedì al venerdi, il pargolo sarà impegnato anche la domenica pomeriggio.
    E’ chiaro che accetto consigli da Maestri e Genitori? E per favore non ditemi di rileggere i 16 mila post precedenti.
    Pinot

  183. maxdauria scrive:

    e nella buona amministrazione sarebbe contemplato anche il nuovo canale satellitare? supertennis non porterà alcun “cliente” in più (come veicolo pubblicitario servono solo i nr 1 che certamente non frequentano i challenger) ed al massimo sarà una comodità per gli addetti ai lavori…. In un periodo dove soldi non ce ne sono non mi sembrava assolutamente il caso…ed ora oltre al danno anche la beffa…

  184. andrew scrive:

    Sono passato l’altro giorno da ClaudioTN…Non l’ho incontrato ma ho visto che ha fatto installare due bei campi in sintetico rossi nuovi di zecca e ha ridotto il pallone pressostatico da 3 campi in una configurazione 2+1.

    Il prossimo anno Alessandro sarà tesserato presso di lui ma continuerà ad allenarsi qua in Veneto, con il CCV. Contiamo comunque di passare qualche domenica o sabato ad allenarci anche da lui, con la banda dei bulgari.

    Inviterei anche StefanoGrazia e chiunque lo volesse a dare questo segnale, per quanto flebile, ossia NOI SCEGLIAMO DI TESSERARE NOSTRO FIGLIO IN UN CIRCOLO CHE DOMANDA 50 EURO DI ISCRIZIONE (se non ricordo male) ai propri soci.

    Invece, la FIT, oltre a 2 milioni di euro risparmiati alla/dalla cittadinanza italiana tutta, perderà anche i 100 euro della mia tassa di trasferimento e gli euro dei tornei ai quali mi iscrivevo. Il prossimo anno salto. Poi vedrò.

    Dovrò pagare invece i 100 euro di trasferimento di Alessandro (eh già, un bambino di 10 anni deve pagare per trasferirsi).

    Qualcuno ha visto SuperTennis TV? Io no, mi rifiuto…Preferisco il Vaffantennis…

  185. Nikolik scrive:

    Max, però è impossibile dare sempre tutte le colpe alla Federazione, sempre e comunnque, come fate voi.
    Il canale televisivo è un progetto che è partito oggi, e siete già a criticare.
    E’ partito oggi, Max.
    Ma mi dici come fate a criticare una cosa che è nata oggi?
    Aspettate, almeno, di vedere che cosa faranno vedere.
    In ogni caso, è un progetto, un progetto reale, e gli errori li commette solo chi fa le cose.
    Stavolta, una cosa è stata fatta.
    Era meglio se non facevano nulla?

    Ogni piccolo pretesto è sempre buono per criticare la Federazione, Max, ecco quale è la verità.
    Ma sai una cosa? E’ un vizio tipicamente italiano, quello di scaricare tutte le colpe contro l’Istituzione di turno. E’ sempre colpa del Comune, del Sindaco, del Governo, ecc. ecc.

    E’ controproducente, Max.
    Del resto, lo avete sempre detto e ripetuto tu e Stefano, in questo blog: essenzialmente, l’Italia non ha campioni, nel tennis, perché mancano i Genitori dei campioni.
    Non c’entra nulla la Federazione, Max, come non c’entrano nulla i soldi.
    C’entrano i sacrifici, enormi, che si devono fare, per diventare campioni, e che nessuno vuole fare.
    Ho letto un’intervista di Infantino, in cui ha detto che la strada per il successo passa attraverso sacrifici enormi.
    Dammi retta, Max. Qua tutti si lamentano della Federazione, tutti si lamentano dei troppi soldi da spendere, ma sono tutti alibi.

    Genitori, volete che vostro figlio diventi un campione? Allora, dai 12 anni in poi, lo vedrete solo 3 settimane all’anno, se tutto va bene; dovrà smettere di studiare; non potrà innamorarsi prima dei 30 anni; non avrà amici con cui giocare; si infortunerà almeno 10 volte prima di compiere 25 anni; farà uso tutti i giorni di medicinali ed additivi; ecc ecc.
    Ed è per tutti questi motivi, Genitori, che non abbiamo un top ten da 30 anni: perché voi Genitori non volete far fare questa vita a vostro figlio.

    Digliele tu, Max, queste cose, ai tuoi colleghi Genitori. Te, ti ascolteranno, forse.
    Ma, per favore, con questa storia della Federazione, non gli fornire alibi, a cui non crede nessuno.
    Digli le verità, Max, digliele in faccia.

  186. Roberto Commentucci scrive:

    Difficile dare torto a Nikolik, stavolta.

    Max, sul canale satellitare: è presto per dare giudizi, comunque va detto che la stretta ai finanziamenti sullo sport decisa dal Governo è figlia della recente crisi finanziaria internazionale.
    E non credo che Binaghi lo potesse prevedere 12 mesi fa, quando il progetto della tv è partito. Quindi, non esageriamo con le critiche. E poi, via, hanno investito 2,7 milioni di euro l’anno, sperando di arrivare al pareggio entro 3 anni con i proventi pubblicitari, cosa a mio avviso non del tutto irrealistica. Quindi non è che abbiano sperperato denaro pubblico con il nuovo canale, che tra l’altro mi pare parecchio fatto in casa e con grande attenzione ai costi.

    Per ora il canale secondo me ha esordito bene: ho visto il telegiornale sul tennis, che è ben fatto e molto completo, e poi tutto il programma sulla vittoria della Davis nel 76, con molti filmati inediti, interviste di un giovne Galeazzi e di un lucido Guido Oddo a Panatta, Pietrangeli, Barazzutti. E’ finita con le lacrime di Pietrangeli in studio.
    Devo dire, senza retorica, che è stato molto bello, un bel pezzo di storia nazionale, con una rappresentazione molto serena e obiettiva di tutte le polemiche e le difficoltà che precedettero quella discussa trasferta, a casa del boia Pinochet.

    A me personalmente è piaciuto molto, e mi sono anche emozionato a rivedere i bellissimi gesti tecnici della nostra squadra di allora. Gia che siete tutti tecnici, vi segnalo, in alcuni splendidi ralenti, la bellissima, perfetta catena cinetica del servizio di Panatta, in una videoanalisi ante litteram…
    Non so quanta presa propagandistica può avere una cosa del genere, per ora non molta, ma a me è piaciuto moltissimo, e credo sia doveroso fare i complimenti a Baccini e compagnia.

    Poi, nei prossimi mesi, a seconda dei contenuti che offriranno, valuteremo se l’iniziativa, come personalmente spero e credo, sarà efficace anche in termini di promozione.

  187. maxdauria scrive:

    no fermi ragazzi che caspita dite!!

    io lo dissi mesi fa in tempi non sospetti e dissi cioè che a parer mio era un investimento che una federazione povera non si poteva permettere.. detto questo io oggi me la sono guardata per 2/3 ore di fila e continuerò a farlo soprattutto quando ci saranno i vari tornei che ovviamente soprattutto a livello femminile mi interessano molto..

    ma il fatto che me piaccia nn significa che sia un buon investimento… e purtroppo caro nikolik una posizione bisogna prenderla prima e non salire sul carro dei vincitori o scendere da quello dei perdenti dopo..

    io dico che supertennis non serve a portare nuovi clienti e che è una spesa che la fit nn potrebbe permettersi dopodichè sono ben felice che ci sia ma sappiamo benissimo che verranno tolti soldi da altre parti a mio parere più importanti e chiesti in più in varie forme.

    detto questo l’inizio nn è stato certo dei migliori.. la partenza è stata quella di pietrangeli che presentando il servizio sulla finale di davis del ‘76 ha aperto le danze parlando male della precedente gestione (che nn conosco e nn mi interessa ma personalmente preferisco parlare dei miei meriti e non dei demeriti degli altri). dopodichè ultimamente si è parlato molto di etica. beh qualche personaggio che collabora con supertennis l’etica nn sa proprio dove stia di casa…

  188. maxdauria scrive:

    roberto rileggendoti…

    a livello di propaganda ci si domanda se si devono riunire i due masters (ed io lo credo fermamente) e tu vorresti che la gente venga attratta dai challenger e la davis? ma se appena manca la sharapova fanno fatica le migliori giocatrici del mondo?

    gli unici che dovrebbero fare propaganda a livello televisivo sono le accademie ed i coach pvt spiegando bene alla gente dove si può arrivare con il tennis agonistico e cosa i ragazzi devono fare fare per arrivarci, facendo capire in buona sostanza che il tennis potrebbe benissimo diventare l’alternativa all’università (anche se poi le due cose possono coesistere benissimo)…

  189. Roberto Commentucci scrive:

    vabbe’ dai max, in assoluto hai ragione, ma relativizza il tutto… La Sharapova e C. devono attirare centinaia di milioni di spettatori… Qui abbiamo un target diverso.
    Qui stiamo parlando solo di dare un po’ più di visibilità a questo sport.
    Se c’è il canale free, magari da domani un po’ di ragazzini che fanno i compiti davanti alla tv, facendo zapping sul telecomando di Sky (di cui possono anche non avere il pacchetto sport, non ce l’hanno mica tutti), magari si imbattono in un match di Bolelli nell’indoor di Amsterdam, si mettono a tifare, e se abbiamo fortuna il giorno dopo chiedono al papà di comprargli la racchetta…
    Io ho cominciato vedendo Panatta in Davis, e come me tutta la mia generazione.

  190. maxdauria scrive:

    rob non è una questione di relativizzare… qui siamo davanti ad un grosso problema che come sappiamo tutti è che il tennis in italia va male per moltissimi motivi tra cui in primis perchè i ragazzi scelgono altri sport. tu giri su sky e vedi a tutte le ore del piero toni e cristiano ronaldo ma vorresti che i ragazzi si fermino a guardare la dentoni o barazzutti (oggi tra l’altro la qualità del video era allucinante) e tutto questo spendendo anche svariati milioni…. e come si può andar bene scusa? io prima faccio conoscere il tennis nelle scuole poi creo qualche campione dopodichè vado in tv ma il bello è che per capire questo non ci vuole un esperto di marketing ci vuole solo una persona normale che non pretende di avere la SUA televisione…

    tra le altre cose ora sarò curioso di vedere con che criterio verranno scelti i vari circoli e accademie da mostrare in tv portandoli come esempio…

  191. Mauro scrive:

    Nikolik, innanzittutto ti prego nuovamente di non rispondere ad un post di qualcuno come se l’avessimo scritto tutti noi genitori, poi, si può anche condividere qualcosa del tuo ultimo post relativo ai sacrifici che devono affrontare genitori e figli, ma è un sacrificio che fanno tutti gli atleti degli altri sport dove l’italia spesso eccelle.
    Per quanto riguarda lo smettere di studiare, questo si che ritengo sia una grossa falla du una federazione, poichè credo sia suo compito principale avviare tutti i sistemi possibili affinchè i propri atleti possano studiare, dalle convenzioni con le scuole private, allo studio on line etc.

  192. Archipedro scrive:

    Scusami Roberto, ma quel “magari da domani un po’ di ragazzini che fanno i compiti davanti alla tv…” é un messaggio, credo involontario, che avrei evitato di dare.
    Non solo nel senso che se fanno i compiti la TV dovrebbe rimanere chiusa, altrimenti i genitori non stanno facendo un buon lavoro. Ma anche perché la TV é stata considerata, per troppo tempo, portatrice sana d’interessi sportivi. Cosa che non é del tutto vera, vista la cultura anti-sportiva che ruota attorno es. al calcio. Per cui ben venga una riflessione su un canale dedicato al tennis, ma i contenuti e le scelte legate alla comunicazione sono assolutamente fondamentali…

  193. Mauro scrive:

    Capitolo tv supertennis, ben venga tutto ciò che parla di tennis soprattutto se daranno grande seguito al tennis giovanile, questo si che potrebbe motivare sempre più i ragazzi e magari convogliarne altri, il potere della tv sui ragazzi e non solo, è enorme.
    Il documentario sulla davis era molto bello, mi ha colpito il servizio di panatta come praticamente viene eseguito dai professionisti di oggi.
    Non condivido però tutte quelle celebrazioni, credo che a giocare si doveva andare, pero un segno di disaprovazione al regime bisognava lasciarlo, anche solo ritirando la coppa senza esultare, come quando oggi un calciatore fa gol alla sua ex squadra e non esulta. Non bisogna dimenticare infatti che nel frattempo che si giocavano quelle partite si torturavano ed ammazzavano decine e decine di ragazzi e ragazze. Diciamo spesso che lo sport è affermazione dei valori importanti della vita, allora ogni tanto ricordiamocene e non solo per riempirci la bocca.

  194. Archipedro scrive:

    Andrew, ora parlo brevemente di cose che non conosco bene.
    Il piccolo dovrebbe mantenere il doppio passaporto. Per cui avevo pensato… lo faccio seguire (se tennis sarà) con il tuo metodo “vaffantennis” da chi vorrà e saprà farlo. E poi, se l’Italia rimane ciò che é oggi, lo faccio tesserare in Polonia (…). O in Austria, dove potrò anche portarlo saltuariamente a giocare.
    Però ci potrebbe essere il caso che un tesseramento si renda utile anche a breve termine, magari per farlo partecipare, per gioco, a qualche piccolo torneo. Allora forse la proposta che tu fai, rispetto al circolo di Trento, potrebbe avere un significato… (simbolico, non pratico).
    Quello che non capisco, nonostante abbia sempre apprezzato i tuoi post, é una sorta di “relazione assoluta” che é stata individuata, anche da te, tra il funzionamento della Federazione (in senso lato) e le prerogative tennistiche… del tuo Alessandro. A mio parere se un genitore può seguire come si deve un figlio che ha della stoffa, dico se, quest’ultimo potrà comunque emergere ed essere vincente. Anzi, se il sistema ha delle falle, competere con gli “allineati” (in Italia) é addirittura più agevole.
    Insomma, se al centro del ragionamento c’é un figlio, i relativi genitori non possono chiamarsi fuori: la società é mediocre, ma ciò non vale solo per il tennis… si diano da fare.

  195. +PSTN+ scrive:

    Difensore del Sacro Sepolcro Borghiano aka BB1980
    “@ stefano grazia
    Spero che sia solo colpa della foto, ma mi ricordi Mino Reitano coi capelli bianchi !!!!!”

    A me invece da quella foto sembra spiccicato Fausto Leali!
    E quasi mi stupisco di come nessun altro l’abbia notato.
    Scusate per l’intrusione che non ha portato alcunchè di utile al vostro appassionato dibattito.
    Un saluto al Subcomandante e buona continuazione ai partecipanti.

  196. stefano grazia scrive:

    D’accordissimo con Mauro e la stessa cosa valga pero’ anche per le Olimpiadi Cinesi: andare ci si va pero’ poi si fa l’equivalente del pugno nero di Smith e Carlos, altrimenti riduciamo ancora tutto a un gioco politico. Sulla TV: io qui non la vedo e non ne sento la mancanza vistoi che ho Sky DSTV e mi posso vedere tutti gli Slams, i Masters e perfino qualche torneo WTA. E il bello e’ che molto spesso manco me li guardo. Perche’ sono costretto-e preferisco- uscire fuori a giocare a tennis,golf,calcio con mio figlio piuttosto che stare in casa a guardarmi perfino Federer-Murray, figuriamoci poi il Challenger di Biella (Andarli a vedere dal vivo col proprio figlio invece penso possa essere utile e ancora rimpiango di non essermi fermato qualche giorno in piu’ in Australia per vedere gli Aussie Open).
    Comunque anch’io non starei troppo a criticare perche’ altrimenti si alimenta chi come Nikolic poi ha buon gioco a dire che si critica per partito preso. L’iniziativa non e’ disprezzabile ma l’unico sistema per rivitalizzare gli altri sports non e’ quello di dargli piu’ spazio in tivu’ ma quella di ridurre se non proprio oscurare il calcio. Della serie: e’ nato prima l’uovo o la gallina? Cioe’ in Italia sono tutti tifosiu di calcio perche’ gli piace davvero o perche’ c’e’ solo quello? La Gazzetta e’ un giornale sportivo o un giornale di calcio? Con le notizie degli allenamenti che prendono 20 pagine e relegano tutto il resto (da un torneo Slam al 6 Nazioni di Rugby ai Mondiali di Scherma alla Parigi Roubaix ai campionati nazionali di basket,pallavolo,etc etc) nelle ultime 4 pagine?
    Non che in US sia diverso: mi ricordo che Jim Courier dopo aver vinto il RG in finale contro Agassi scrisse un’amara lettera a Sport Illustrated chiedendo che cosa dovevano fare per meritarsi la copertina (dedicata probabilmente al baseball o all’NBA) visto che erano trent’anni che due americani non si disputavano la finale a Parigi …

  197. Mauro scrive:

    Si è spesso parlato di età biologica ed età anagrafica, chiedo al prof Buzzelli, a Stefano B, allo stesso Stefano G ed a chi vuol rispondere, come si fa a riconoscere la corrispondenza fra i due fattori. Grazie

  198. andrew scrive:

    ARchipedro…

    tu leggi molto spesso dei “giudizi” tranchant da parte mia sul SISTEMA DEI CIRCOLI, che io stesso comprendo essere categorici anche se, in realtà, vorrebbero essere SFERZANTI, ossia muovere, indurre, costringere al cambiamento.

    Non sono la verità in terra, sto solo facendo un percorso affinché mio figlio giochi a tennis, lo viva come uno sport e non come un frequentatore di circolo.

    Purtroppo, questa strana commistione tra dirigenti di circolo e maestri di tennis, entrambi non-associazioni sportive, forma un unicum a doppio legame che devi prendere a scatola chiusa.

    Figurati che io ho questionato con il maestro del circolo perché criticavo la politica poco aperturista della dirigenza del circolo (CHE PER ME SIGNIFICA CHE L’AMBIENTE NON È ADATTO ALLA CRESCITA AGONISTICA E SOCIALE DEL FIGLIO, IN QUANTO STERILE E STERILIZZATO). Non criticavo lui, la sua competenza, il suo impegno…ma è comunque la stessa cosa. Doppio legame beckettiano.

    Comunque, io, come vaffantennista, sono unicamente interessato al tennis per migliorare i miei colpi, competere, vincere, perdere (non sono interessato al “distillato” di tennis proposto dai circoli, per quanto l’etichetta sia ben curata…tuttavia, è come consumare il caffé tostato negli intestini di certi animaletti esotici e successivamente cacato, dove secondo me ti rimane quel retrogusto di feci). Questo è quanto vorrei riuscire a trasmettere a mio figlio. Punto.

    Siccome questo prodotto che cerco non è in vendita nella zona, devo artigianalmente crearmelo. Quasi naturalmente quindi mi sono incontrato con il CCV, che lavora in fabbrica fino alle 16:30 e poi è disposto a seguire mio figlio per una cifra irrisoria, due volte la settimana ed è anche andato un paio di volte a seguirlo in un torneo Nike.

    Proprio lui mi ha convinto a mantenere la tessera FIT ad Alessandro, in quanto ritiene che sia necessario farlo confrontare in alcuni tornei con i suoi coetanei per valutarne la crescita e i punti sui quali lavorare, nonché per raccogliere tutte quelle informazioni che solo le partite “vere” possono fornire.

    Questo io voglio da una federazione: possibilità e incentivo a competere e a praticare lo sport che è chiamata a rappresentare.

    In questi 30 anni di frequentazione del tennis, ho registrato, registrato, registrato e ora non ho più paura di apparire/essere eccessivo. È l’unico modo per fare/esprimere veramente qualcosa.

  199. Elettra scrive:

    Non sono d’accordo con NikoliK, le responsabilità della Federazione ci sono e sono proprio nei confronti di quei genitori e quei ragazzi che sono disposti a farli quei sacrifici.
    La differenza rispetto agli altri sport è quella dell’accessibilità, solo chi ha grandi disponibilità economiche può accedere all’eccelenza e non sempre sono i migliori o i più motivati.
    Questa è la differenza rispetto al calcio, alla pallavolo od al basket, ma anche rispetto a sport “d’elite” come ad esempio la scherma, che comportano costi di molto minori.
    La mancanza di chiarezza sta nel non spiegare in modo onesto quale sia il reale percorso da seguire per accedere al professionismo, bruciando un sacco di ragazzini, che poi disillusi smettono a 14 o 16 anni.
    Conosco un padre in cassa integrazione che faceva i salti mortali per seguire un figlio molto promettente, che non aveva chance rispetto ai cometitor da €1500 al mese, eppure era più bravo in proprozione alla qualità e quantità di ore giocate ed anche molto più “cattivo”.
    Quindi è inutile portare un sacco di ragazzini al tennis se poi resta affare di pochi, o inserirlo nella scuola, se poi non c’è sbocco.
    In questo blog ho letto cose meravigliose rispetto alla preparazione atletica, mi piacerebbe farvi vedere per cosa ho pagato io in circoli certtificati.
    Tutti noi abbiamo seguito un percorso, mia figlia è più vecchia rispetto ai vostri e questi meravigliosi scambi di informazioni ci sarebbero stati utili a suo tempo, ma noi le nostre esperienze le abbiamo fatte sulla nostra pelle e come noi tanti altri.
    E’ riduttivo dire che smettono a 14 anni per la “morosa” o per i compiti o perchè non vogliono fare sacrifici, molti smettono perchè è inutile andare avanti e fare sacrifici se sai di non potertelo permettere.
    Avete mai visto il bimbo più povero del circolo diventare il più bravo, ne dubito, il più promettente è sempre il più ricco, saranno geneticamente migliori.
    All’estero non funziona in questo modo, forse per questo ci sono più giocatori.
    Certo ci sono le eccezioni.

  200. Roberto Commentucci scrive:

    Archipedro, sono perfettamente d’accordo con te sul fatto che i ragazzini dovrebbero studiare a tv spenta e anche sul fatto che il modello calcio proposto dalla tv sia a volte tutt’altro che edificante.
    Io volevo solo fare un esempio, mostrando come da un male (studiare davanti alla tv, cosa che purtropppo accade in moltissime famiglie) possa derivare un bene (dei bimbi che si appassionano allo sport e viene loro voglia non solo di guardarlo, come giustamente scrive Stefano, ma soprattutto di praticarlo).
    Purtroppo togliere il calcio dalla tv o dai giornali, o anche ridurne il peso, non credo che sia una soluzione realisticamente praticabile.
    E quindi è importante che Supertennis costituisca una alternativa televisiva al calcio imperante, pur se minoritaria, pur con tutti i limiti che sappiamo.

  201. Archipedro scrive:

    Elettra, su con il morale: non é tardi!! (a meno che la tua figliola non abbia subito, per via dei cattivi allenamenti, infortuni gravi). E’ giovane, e può essere riprogrammata, se la si motiva opportunamente. Non sono tutti dei mercenari: troverai sicuramente persone che vi vogliano aiutare. Ed a tennis potrà giocare per almeno altri vent’anni: fai anche in tempo a sperare che nel frattempo molte cose “di casta” cambino.
    Quando a neanche diciotto anni non sono stato una prima scelta in serie A2 mi sono sentito vecchio ed ho mollato: ma tutto é relativo. Ero praticamente coetaneo di Lorenzo Bernardi, che ha smesso con la pallavolo professionistica l’anno scorso (…).
    A mio parere è il sistema che fa di tutto per “bruciare” i giovani: ma tu puoi spingere tua figlia a non fare quell’errore. Se lavora con metodo e progressione “rientrerà in gioco” alla grande…

  202. Nikolik scrive:

    Per Stefano:
    alla tua domanda “in Italia sono tutti tifosi di calcio perche’ gli piace davvero o perche’ c’e’ solo quello?”, la risposta è, indubitabilmente: sì, sicuramente, in Italia sono tutti tifosi di calcio perche’ gli piace davvero, e in tv c’è solo quello perché agli italiani piace solo quello, non il contrario.
    Dai, via, il calcio, assieme ad altri sport di squadra, è nettamente, ma nettamente, più divertente, oggettivamente, del tennis, in specie per dei ragazzini, via, non c’è paragone.
    Ma ti dirò di più: non c’è top 100 della classifica mondiale di tennis, italiano, che non sia fanatico tifoso di calcio! Tutti sono tifosi di calcio! Anzi, molti di loro lo hanno anche giocato, anche a ottimo livello. E, tuttora, appena possono ci giocano, sifdando anche gli infortuni.
    Sul Tennis Italiano c’è un articolo di Seppi in cui dice che, in uno dei pochi week end liberi che aveva da tornei ed allenamenti, è andato a vedere il derby Milan-Inter!
    Sei fuori strada, Stefano, se pensi che in Italia ci sia un complotto giornalistico per favorire il calcio a discapito degli altri sport…

    Per Elettra:
    il tuo ragionamento fila fino ad un certo punto. Perché quasi tutte le campionesse di tennis sono dell’est europa, poverissime, e, per quanto riguarda il tennis maschile, molti sono sudamericani, poverissimi di famiglia.
    Purtroppo, devo insistere nel ripetere un’amara verità: sono i sacrifici, immani, enormi, che portano al successo nel tennis. Devi cominciare da bambino, perdere infanzia e giovinezza “normali” e prendere anche qualche compromesso, più o meno piccolo.
    E gli italiani, e soprattutto i genitori italiani, non li vogliono fare, e, soprattutto, non li vogliono far fare ai propri figlioli.
    Hai ragione nel dire che ci sono le eccezioni, al contrario, però: le eccezioni siete tu e gli altri genitori, che, in modo del tutto meritorio, questi sacrifici li state facendo.

    Insomma: volete diventare campioni? Datevi da fare, ragazzi. Datevi da fare come fanno le ragazzine romene e russe, che stanno dominando le competizioni internazionali da anni, senza chiedere aiuti non dovuti.
    Loro come fanno? Hanno una federazione che le aiuta? Hanno delle famiglie con due stipendi mensili? Hanno i prestiti d’onore?

    Per Andrew:
    evviva, evviva! Hai tesserato tuo figlio!
    Bravo, ottima scelta!
    Benvenuto tra noi federali, Andrew!
    Lo sapevo che, alla fine, saresti stato dei nostri!
    Forza, Andrew, viva il tennis italiano!
    Ma, ora, che ne sarà del tuo vaffantennis? Proprio ora che mi avevi convinto e che volevo aderirvi…

  203. fulvio scrive:

    elettra se posso dire la mia ,non è vero che la Federazione non aiuti i figli dei genitori meno fortunati,anzi.il fatto è che se per aiuto significa dare a 12 13 anni migliaia di euro come contributo senza avere un minimo riscontro anche tecnico,penso abbia ragione.negli anni in cui mio figlio è stato legato alla federazione posso assicurarti che ragazzi meno fortunati di lui avevano le stesse sue cose in ambito FIT.facevano gli stessi tornei in giro per il mondo ae avevano gli stessi ,se non di più contributi.il vero investimento da parte del genitore(se si vuole andare da soli) o della fit ,a mio avviso bisogna farlo a 15 anni,dopo aver certe le intenzioni e il valore dei ragazzi stessi.in fondo bisogna ammettere che se la federazione dovesse sponsorizzare tutto e tutti ,bè ci sarebbero allora molti pronti a criticare le scelte assurde da parte della stessa.segnali veri e indicazioni oltre che dai genitori devono arrivare dai ragazzi.ricordo anni fa quando la fit mi diede credo 5.000.000 di lire per mia figlia che allora 12enne vinse i campionati regionali liguri u14 col risultato che ….un anno dopo abbandonoò il tennis perchè,mi disse,:”papà a me fare la vita che fa mio fratello non piace e non mi interessa” e sai quanti casi analoghi ci sono annualmente ,certo a scapito di quelli buoni e con voglia di fare!

  204. Nikolik scrive:

    Bravissimo, Fulvio, concordo in pieno, in specie quando ti riferisci ai sacrifici che tuo figlio ha fatto, e continua a fare, per affermarsi ed avere successo.
    Mi dispiace, ma al concetto che uno ha successo nel tennis solo perché ha i soldi, io non ci sto.
    Occorrono i sacrifici, ricco o povero che tu sia, ecco quale è la verità.
    Devi rinunciare alla vita comoda, ecco cosa.
    Concordo in pieno con quanto ha detto Fulvio anche, ovviamente, sul ruolo della Federazione.

  205. andrew scrive:

    Nikolik…

    mio figlio era già tesserato (e infatti per trasferirlo devo pagare i 100 euro).

    Lo è esclusivamente perché esiste un obbligo in tal senso. Lo sarebbe ugualmente se il tesseramento fosse diretto con la FIT e non tramite circolo.

    Ma così è e io devo cercare di muovermi nelle condizioni date. Il problema è che chi dà le condizioni sono quelli che la pensano come te. Da qui deriva questo tuo strano godimento nello scrollare la testa con fare bonario.

    dai, associati al vaffantennis!

  206. Roberto Commentucci scrive:

    Purtroppo devo dare una brutta notizia: Giacomo Miccini è seriemente infortunato all’anca e sarà costretto ad operarsi. L’operazione sarà effettuata negli USA, e il ragazzo rientrerà solo nel 2009.
    La sua carriera juniores è terminata, lo staff dell’azzurro ha deciso che il ragazzo quando rientrerà disputerà solo tornei professionistici.

  207. Nikolik scrive:

    Ma, scusa, Andrew, se mi associo al vaffantennis, qualcuno mi darà una tessera?
    E si potrà, poi, eleggere delle cariche vaffantennistiche? Nel senso: il presidente del vaffantennis, il vice presidente, il consiglio vaffantennistico?
    Spero di sì, visto che in queste cose sono un maestro…

  208. maxdauria scrive:

    Elettra, Fulvio ha ragione nel senso che fino ad un certa età (dai 12 ai 14 se parliamo di ragazze 15-16 per i maschi) non è tanto un problema di soldi e fino a lì la Fit ci arriva (raduni tornei eta) il problema semmai è riuscire ad avere e soprattutto ad essere indirizzati verso un percorso giornaliero di alto livello. Questo purtroppo è un grosso problema a volte anche solo per un discorso logistico in quanto già di preparatori atletici di livello ce ne sono pochissimi e non è detto che abitino/lavorino vicino a te. un po’ più facile è per quanto riguarda il tennis ma per esempio alla vavassori arriva gente da aosta a siracusa fino a cagliari (che si sono trasferiti definitivamente) ma anche da zone “limitrofe” fino ai 60/70 km e che fanno due volte al giorno… perciò e qui con nikolik siamo d’accordo chi si deve dare da fare siamo noi…. certo qualche informazione in più non farebbe male…

  209. andrew scrive:

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    | |
    | 2009 |
    | |
    | Tessera Onoraria VAFFANTENNIS N 1: Nikolik de Blog |
    | |
    | Io, Nikolik, mi impegno a portare le chiappe su un |
    | campo da tennis nel 2009 |
    | |
    ——————————————————————-

    Ritaglia, Plastifica e Porta con te…è tutto ciò che serve…

    Per eventuali versamenti in denaro volontari, contattami sul sito.

  210. Elettra scrive:

    Fulvio, Non mi riferivo ad un contributo diretto agli atleti, ma ad un controllo sulla qualità e professionalità di chi offre un servizio a nome della Federazione.
    Costo e qualità degli allenamenti, possibilità di fruire dei campi, sconti sui materiali, costo delle lezioni individuali.
    Faccio un esempio pratico, se un circolo vuole essere inserito tra le scuole di avviamento tennis federali dovrebbe garantire un costo ragionevole dei corsi e l’accessibilità dei campi ai ragazzi, nonchè la possibilità per i più bravini di giocare più ore.
    Se il maestro gioca ore private con il ragazzino che segue, dovrebbe farlo a un costo più contenuto rispetto all’ora fatta con il privato, i circoli “virtuosi” avrebbero diritto ad un contributo.
    Avere SAT ed agonistica non è obbligatorio, chi lo fa dovrebbe accettare vantaggi e svantaggi.
    Se voglio accedere all’agonistica mi rivolgo ad un centro certificato dalla Federazione, se quello che mi vendono nulla ha a che fare con quello che necessita a competere, la responsabilità non è mia io lo pago uguale e sono anche andata nel posto giusto.
    Poi certo chi ha avuto la fortuna di incappare bene e raggiunge un certo livello è aiutato dalla Federazione a prescindere dallo “status”.
    Allora se io ho grosse disponibilità pago l’ora privata €40, mi tessero al cricolo spendendo uno sproposito e gioco quando voglio, queste sono le cose che limitano la possibilità di migliorare.
    Archipedro, grazie per l’incoraggiamento, la pupa è tosta e poi in accademia si trova alla grande.
    Nikolik, appunto all’estero funziona diversamente, i campi costano poco o sono gratis e spesso si gioca seriamente anche a scuola, poi magari a meno 12, ma è un altro discorso.

  211. Mauro scrive:

    Elettra, senza ovviamente citare nomi, potresti dire che tipo di routine giornaliera svolge, che programmi tecnici etc. Grazie

  212. fulvio scrive:

    questo è Fabio dopo 4 giorni dallìoperazione al ginocchio,se si vuole arrivare la via è solo questa e non è detto che tutti ci possano arrivare anche a traguardi per ora …modesti!!
    http://www.fabiofognini.it/Default.aspx?pageid=page1

  213. fulvio scrive:

    ps per la precisione: la Federazione ci ha chiamato e ci ha messo a disposizione l’osteopata Tosello ,personalmente devo solo dire grazie alla Fit,anche se è facile dal mio punto di vista sapendo che il ragazzo è sempre stato ai vertici in tutte le categoorie under

  214. Elettra scrive:

    Adesso, ha quasi 15 anni ed un fisico da 13, gioca tre ore al giorno la mattina.
    1/2 da sola e 1/2 in tre ruotano su tre campi.
    Il pomeriggio 1/2 di preparazione atletica, varia tra sala pesi e esercizi di corsa, equilibrio, coordinazione ed elasticità, posture.
    Una volta la settimana supporto psicologico.
    La sera scuola, liceo scientifico.
    Niente tornei, credo fino a marzo, sta lavorando sulle rotazioni del diritto ed il servizio, il rovescio è abbastanza buono.
    Se avessimo saputo ci saremmo appoggiati ad un’accademia fin dall’inizio, avremmo anche speso meno.

  215. Gus scrive:

    @max: questa posizione mi convince di più.
    Io valuterei (per l’attività pro) una federazione in funzione di alcune fasce.
    L’Italia, imho, dovrebbe avere almeno 1 giocatore stabile nei primi 20, 3 nei primi 50, 8 nei primi 100. Questo potrebbe e dovrebbe essere un target.
    Per il resto, dove si allenano ora o con chi ha un valore relativo, ovviamente a quei livelli si cercano i coach migliori “disponibili”. Stiamo parlando di professionisti e quindi è un altro mondo. Sarebbe, invece, interessante andare a vedere chi li ha allenati e come da ragazzini e come e quanto la federazione li ha aiutati. Questo per poter valutare obiettivamente e farsi un quadro della situazione..
    L’unico punto su cui che mi trovi in disaccordo e su cui mi piacerebbe puntare l’attenzione si riferisce a quando tu dici “con le tradizioni che abbiamo”. Proprio l’altro giorno ho postato la statistica delle classifiche ATP da quando esistono e non l’ho fatto casualmente (1973). Due giocatori nei primi 10 in 35 anni. E prima (se non sbaglio) il solo Pietrangeli, ma parliamo di un’altra era, tennisticamente parlando. Quindi, ma è proprio vero che abbiamo poi tutte queste tradizioni nel mondo “pro”?
    @stefano grazia:
    non è che si può decidere cosa si vorrebbe leggere. Il blog esiste per dare spazio e voce a tutti. Io, per non saper ne leggere ne scrivere, mi sono ordinato il libro che Baraldo ha consigliato e ho ordinato il film che hai consigliato tu. :-)
    Come dici tu c’è spazio per tutti, però siamo qui anche per apprendere e quindi attenzione alle facili semplificazioni.
    “Joe Montana: perché vinceva più degli altri?”, perché non basta saper lanciare perfettamente un pallone, ma bisogna anche pensare. Il mio primo maestro di tennis, un maestro con una certa età ma di grande capacità didattica, mi diceva: “pensa a dove vuoi mandare la palla”. Se in 6 anni avessi imparato a dove mandare ogni palla di una partita…. La testa, la testa, la testa.
    “E non gli ho nemmeno proibito di giocare alla Play Station, ho solo cercato di non non lasciargli mai troppo tempo per farlo (di solito sull’aereo o negli aereoporti…)”. Forse però un po’ di tempo per annoiarsi lo meriterebbe e poi Top Spin 3 è un gran bel gioco :-)
    “Le fregano la borsa con tutte le racchette…Lei non si dispera, non fa scene, non cerca scuse: si fa imprestare una racchetta da un’amica e vince il torneo. Credo piacerebbe a Piatti.Anzi,ne sono sicuro”. A Velasco al 100%, ma credo a tutti gli uomini di sport intelligenti.
    @andrew scrive:
    io invece gli darò nuovamente i soldi della mia tessera perché mi piace pensare che si possano cambiare le cose dall’interno o da un blog come questo, piuttosto che tagliando risorse senza cambiare nulla. Non ho mai creduto e mai crederò alle riforme a costo zero. Questo non significa che non concordi con te per tutta una serie di cose e lo sai.
    Sul canale Tv, mmmhhh. E’ comunque un canale in chiaro al contrario di Sky (a cui sono abbonato dai tempi antichi di tele+) che è a pagamento. Sul risultato di una operazione del genere anche io nutro dubbi, ma dipenderà molto dal taglio e dalle risorse. Comunque sia non potevi vederlo perché la programmazione è iniziata ieri. :-)

    @Nikolik
    “Del resto, lo avete sempre detto e ripetuto tu e Stefano, in questo blog: essenzialmente, l’Italia non ha campioni, nel tennis, perché mancano i Genitori dei campioni.”

    Ma magari fosse vero, purtroppo non è così.

    “Genitori, volete che vostro figlio diventi un campione? Allora, dai 12 anni in poi, lo vedrete solo 3 settimane all’anno, se tutto va bene; dovrà smettere di studiare; non potrà innamorarsi prima dei 30 anni; non avrà amici con cui giocare; si infortunerà almeno 10 volte prima di compiere 25 anni; farà uso tutti i giorni di medicinali ed additivi; ecc ecc.
    Ed è per tutti questi motivi, Genitori, che non abbiamo un top ten da 30 anni: perché voi Genitori non volete far fare questa vita a vostro figlio.”
    E come mai quelli del calcio si, quelli del nuoto si, quelli della pallavolo si. Ma si possono fare ragionamenti applicando un minimo di logica e razionalità alle cose!
    Cos’è il buon Dio ha raggruppato tutti i genitori idioti nella categoria “genitori appassionati di tennis”.
    E’ mai possibile che la Federazione in tutto questo non abbia mai un minimo di responsabilità? La cultura dell’alibi non mi pare alberghi solo nelle teste dei genitori, onestamente.
    @Roberto Commentucci:
    “Difficile dare torto a Nikolik, stavolta.”.
    Su cosa: sulla Tv o sulla presunta razza inferiore dei genitori che hanno i figli che giocano a tennis, rispetto ai genitori che hanno i figli campioni in moltissimi altri sport in Italia. Per cortesia Roberto, non cascarci anche tu.

    “E non credo che Binaghi lo potesse prevedere 12 mesi fa, quando il progetto della tv è partito. Quindi, non esageriamo con le critiche. E poi, via, hanno investito 2,7 milioni di euro l’anno, sperando di arrivare al pareggio entro 3 anni con i proventi pubblicitari, cosa a mio avviso non del tutto irrealistica. Quindi non è che abbiano sperperato denaro pubblico con il nuovo canale, che tra l’altro mi pare parecchio fatto in casa e con grande attenzione ai costi.”

    Quindi parliamo solo della Tv? Ebbene il problema potrebbe essere proprio questo e cioè entrare in un mondo difficile come quello della Tv satellitare (per cortesia andate a leggervi gli share dei canali tematici di secondo piano di Sky) con investimenti che al massimo porteranno a far vedere tornei di assoluto secondo piano, quando non di terzo. Ma io, al contrario, di altri aspetto, anche se ripeto che quello è un mondo che non è difficile, di più.
    “Per ora il canale secondo me ha esordito bene….”.
    Ma figurati se gli appassionati non ne sono contenti, il problema è se rimane di nicchia oppure no.
    @maxdauria:
    Per quanto possa valere la mia opinione
    Io penso da anni che il tennis è il tennis e quindi:
    master maschile e femminile insieme, tabellone a 16 con eliminazione diretta. Personalmente, ma sono sicuro che qualcuno non la pensi come me, essendo un master equiparabile (almeno per i contenuti tecnici) ai tornei del grande slam, 3 set su 5.
    @Roberto Commentucci:
    infatti, io sono in una posizione un po’ più di attesa. Però Roberto, sarà difficile, difficile, difficile. Un consiglio, se mi posso permettere, è avere un target chiaro, distinguibile.
    Se è orientato agli esperti, agli appassionati giocatori, ecc.ecc. allora giù di video-analisi dei campioni, allenamenti, ecc.ecc. Evitare di mischiare troppo le carte e se si vuole attirare anche il pubblico giovanile, benissimo Pietrangeli, ma molto meglio studiare Nadal e Diokovic.
    “magari si imbattono in un match di Bolelli nell’indoor di Amsterdam”
    Come farebbero a vederlo, attraverso quali accordi, non sarebbe male saperne di più.
    ”Cioe’ in Italia sono tutti tifosiu di calcio perche’ gli piace davvero o perche’ c’e’ solo quello”
    Perché manca del tutto la parte che qualcuno pensa dovrebbe fare la Federazione e che invece dovrebbe fare la scuola. L’educazione sportiva, la cultura sportiva. Come le altre culture, dovrebbe essere studiata a scuola, ma con due ore alla settimana cosa vuoi fare?.
    Qualcuno ha mai visto uno stadio di football americano delle Università Usa durante una partita?
    Detto questo non è comunque possibile che in una nazione tutti gli sport abbiano la stessa importanza e poiché il traino lo fanno i campioni, direi che è facile fare 2+2.
    @Elettra:
    questo è un argomento su cui non andrei a discutere con Nikolic, perché dietro al suo ragionamento, provocatorio, non c’è una logica. Peraltro è pieno il mondo, in tutti gli sport di ragazzi e ragazze che pur avendo talento non sono arrivati al vertice, perché purtroppo non è “automatico” il sistema che porta all’eccellenza, ma pieno di variabili su cui spesso difficilmente si può agire.
    I soldi: spero che si apra un thread su questo aspetto, ma ripeto, se il problema sono i soldi o qualsiasi altro motivo, mi rifiuto di accettare, per principio, che per fare sport si debba appartenere ad alcune categorie di persone.
    @archipedro: mi associo ad Archi per incitare Elettra e altri a non mollare, in modo che nessuno si arrenda. Forse non avremo la possibilità di avere un campione, ma evitiamo che i nostri figli possano pensare che lo sport lo possano fare solo quelli alti, belli e ricchi.
    @nikolic 2:
    Secondo te i pugili italiani che hanno vinto le Olimpiadi o ci sono andati vicini, e i loro genitori, hanno fatto più o meno sacrifici a vedere i loro figli “picchiati” a sangue per anni, rispetto al genitore del povero figlio sudamericano che gioca a tennis? Eppure sono genitori italiani, esattamente come noi.
    “Insomma: volete diventare campioni? Datevi da fare, ragazzi. Datevi da fare come fanno le ragazzine romene e russe, che stanno dominando le competizioni internazionali da anni, senza chiedere aiuti non dovuti.”
    Ancora. Gli aiuti sono “dovuti” non il contrario e i genitori di cui parli tu chi sono, facci degli esempi dai. E mi fai capire come ha fatto la Sharapova ad andare da Bollettieri a 8 anni e lì rimanere per anni? Non l’ha aiutata nessuno?
    Ma io dovrei prendere esempio dal padre della Sharapova, quello che faceva il segno di sgozzamento alla Henin mentre giocavano? Ma per cortesia!!
    Eppure la Henin a cui è morta la madre ed ha odiato il padre e che quindi i genitori manco li ha avuti, mentre si tirava su i fratelli, come avrà fatto senza genitori?
    Mi sto leggermente arrabbiando, per cui conto fino a 100 e mollo qui. :-)
    “Loro come fanno? Hanno una federazione che le aiuta? Hanno delle famiglie con due stipendi mensili? Hanno i prestiti d’onore?”
    Hanno qualcuno che li aiuta, noi confidiamo nel fatto che in Italia, prima o poi, si capisca che questo sistema non è funzionale allo sport agonistico e quindi alla creazione di campioni. La Federazione ha esattamente questo tra i suoi scopi fondativi e prende dei soldi per fare esattamente questo.
    Chiudo con un detto africano, anche in onore di Stefano cha ci ha rimesso in moto:

    “Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio.”.

    Noi siamo solo una parte del villaggio.

    Un abbraccio

    Gus.

  216. stefano grazia scrive:

    Nikolic: “Sei fuori strada, Stefano, se pensi che in Italia ci sia un complotto giornalistico per favorire il calcio a discapito degli altri sport…”
    Se non ti conoscessi ormai da tempo e non sapessi che mi vuoi bene, Nikolic, dovrei risponderti come qualcuno dei nuovi arrivati risponde talvolta a Mad Max… Comunque io ho sempre sostenuto che il calcio e’ sport piu’ facile e divertente da imparare per un bambino,e per la sua immediatezza ottimo anche per le scuole: infatti furoreggia nelle scuole americane. Dove poi viene abbandonato non appena i ragazzi arrivano in eta’ da baseball,basket e football. Lo continuano le ragazze che infatti nel mondo primeggiano. Il calcio mi e’ sempre piaciuto giocarlo, meno del rugby, ma mi e’ piaciuto. Eppure nell’ultimo anno mi son visto solo la finale di Champions Leaugue e proprio perche’ era da mesi che non mi vedevo nulla me la sono proprio gustata. Secondo me a far vedere meno calcio-e a tornare alla sacralita’ della Domenica allo Stadio con Famiglia, ci guadagnerebbe tutto il movimento (io comunque l’ultima volta allo Stadio ci sono andato a 14 anni, finale di Coppa Italia Bologna -Torino 2-0, reti di Muiesan e Savoldi. E nessun rimpianto.)
    Elettra, tu sei proprio dei nostri, ma dove sei stata fino ad ora,perche’ nessuno ti ha mai9 detto del nostro Blog? Infatti uno dei cavalli di battaglia di Mad Max era la Guida Michelin della Tennis in Italia scritto dalla FIT e che avrebbe dovuto contenere tutte le risposte alle tue (e nostre) domande. E comunque il prossimo articolo che spero di terminare oggi sara’ in stile fango,sudore e polvere da sparo (quest’ultima da parte dei critici, i primi due tutti miei e di mia moglie) e vi raccontero’ per filo e per segno quel che facciamo. Non per insegnare ma per comparare. Non per insegnare ma per essere eventualmente corretto.

  217. Gus scrive:

    @Nikolik
    “Concordo in pieno con quanto ha detto Fulvio anche, ovviamente, sul ruolo della Federazione.”
    Ma se due post fa dicevi che nulla era dovuto. Ora Fulvio dice che la Federazione offre aiuti e soldi a molti ragazzi che non hanno mezzi e tu dici che sei d’accordo con Fulvio anche sul ruolo della Federazione.
    @Roberto Commentucci scrive:
    Mi spiace veramente. Questo purtroppo dimostra che per arrivare ad essere un pro la strada è lastricata di mille insidie e difficoltà e che come dovrebbe essere facilmente comprensibile la “colpa” non è sempre dei genitori “abbronzati”. Fai i migliori auguri alla famiglia.
    @Elettra scrive:
    “Nikolik, appunto all’estero funziona diversamente, i campi costano poco o sono gratis e spesso si gioca seriamente anche a scuola, poi magari a meno 12, ma è un altro discorso.”
    Ma figurati se si capirà che il problema non sono i soldi, ma il sistema.
    @fulvio:
    E’ solo un menisco, ritornerà alla grande :-) Un grande in bocca al lupo.
    Personalmente non critico la Federazione tout court, perché sono convinto che alcune cose siano positive. Io cerco di capire se si possa migliorare e come. A mio modesto modo di vedere l’attuale sistema dei circoli ha delle grosse pecche, ma ne parleremo più avanti. Allo stesso tempo solo Nikolic, pur essendo d’accordo con te, pensa che la Federazione non debba fare nulla per Fabio. Lo chiamano “ma anchismo” dal ma anche di veltroniana memoria. :-)
    Gus.

  218. francesco scrive:

    Stefano è evidente che da quando sei tornato il blog è rinato,tra l’altro vedo entrare nuovi tecnici che mi sembrano molto validi come Stefano B.e si riaffacciano genitori prestigiosi come Fulvio.Volevo lanciare un quesito:ai nostri piccoli 9 10 11 12 anni,è meglio far disputare il maggior numero di partite e tornei ,oppure è suggeribile aspettare una maturazione psicofisica maggiore per lanciarli nella mischia?Io ho scelto per mia figlia Francesca(su suggerimento del maestro) la prima strada.Qualche dubbio l’ho avuto recentemente a Torino finale del Master nazionale OUATT (ottima organizzazione complimenti a Rita grande)dove mia figlia disputa un buon torneo e vola, senza cedere alcun set, in finale.Match combattutissimo,un’altalena di emozioni,due ore di battaglia fino a 5-4 al tie break del terzo per la mia .Fiato sospeso, batte l’altra (Silvia) una timida seconda ,Francesca si avventa e spara un dritto anomalo che esce di 2 dita ….La Silvia si riprende e fa sua la partita :risultato finale 6-4 4-6 7-6 (6).Francesca esce piangendo e ripetendo :Ho giocato malissimo!!!!!!!…. Noi presenti a consolarla ed a ripeterle che era stata brava ,che meritavano entrambe..(la cronaca dell’episodio è riportata su tennis italiano di ottobre).Il giorno dopo durante il viaggio aereo di ritorno io le ripetevo che aveva fatto uno splendido torneo e lei a ribattermi che.. però per 2 punti l’altra aveva vinto e sarebbe andata al master mondiale di Parigi…e lei nulla..
    Tennis sport splendido,ma crudele..

  219. Mauro scrive:

    Francesco, anche qui credo esistano varie scuole di pensiero. Da un lato c’è chi afferma che il gioco del tennis si impara soprattutto nel contesto target, ovvero tornei su tornei, c’è invece chi sostiene che soprattutto gli under rischiano di “sporcare” troppo il loro gioco per poter fare il punto.
    Io penso che la verità anche questa volta sia nel mezzo, ovvero allenamenti ben strutturati ed ogni tanto qualche torneo per verificare il lavoro svolto e allenare anche la parte agonistica. Abbiamo tutti auspicato, Stefano per primo, i tornei week end, proprio perchè permettono l’allenamento durante la settimana.
    Per quanto riguarda le sconfitte, capisco tua figlia perchè ti brucia di più quando l’obiettivo era a pochi centimetri da te, però dal punto di vista dell’educazione tennistica penso che a quella età deve rimanere un pò di fame e voglia di rivincita e sell’atleta è intelligente e ben motivato lavorerà ancora meglio in futuro.
    Mi raccomando fagli fare qualche doppio non è tempo perso credimi.

  220. anto scrive:

    @Roberto Commentucci, la notizia che mi hai dato di Miccini è davvero sconfortante. Mia nonna che ha 82 anni è appena stata operata all’anca, tra intervento e riabilitazione ha passato 40 gg in ospedale. E poi quattro mesi per camminare quasi normalmente. Ma è possibile che un ragazzino di 16-17 anni debba subire un’operazione del genere. Non vorrei che avessero sovraccaricato un fisico esile come quello di Miccini. non è la prima volta che si infortuna. Ma mi chiedo quando allora cercarà di entrare nel circuito professionistico, con i tornei che non danno tregua e con tutto quello che concerne una vita da professionista, non lo vorrei sempre ritrovare al box dell’infermeria. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa stefano Baraldo di un infortunio del genere, accaduto ad un atleta così giovane.

  221. Nikolik scrive:

    Gus, ma quante me ne hai dette? Me ne hai dette troppe.
    Me ne hai dette così tante che sono in difficoltà a risponderti, non sapendo da dove iniziare.
    Aderendo ad un vecchio invito di Ubaldo, che ci aveva chiesto di non ripetere sempre le stesse cose, eviterò di reiterare quanto già scritto.

    Ti dico solo questo, Gus: non comprendo i tuoi continui riferimenti al pugilato ed agli altri sport che citi, come calcio e pallavolo, che sono addirittura sport di squadra. Tu dici: i genitori italiani che hanno figli che fanno quegli sport fanno meno sacrifici?
    La risposta è: ma certo, Gus, per fare quegli sport ci vogliono meno sacrifici rispetto al tennis, è evidente.
    Il tennis è uno sport molto più logorante: non si può fare il paragone con gli sport di squadra, che sono decisamente meno stressanti. Non c’è paragone tra i sacrifici che deve fare un calciatore o un pallavolista con quelli che deve fare un tennista, da solo.
    Il pugile, poi, combatte pochissimo: un professionista farà, al massimo 5-6 match l’anno. Certo, prende cazzotti, che discorsi, ma viaggia pochissimo, si allena sempre nello stesso posto, in palestra, non deve abbandonare la famiglia per fare il suo sport, mentre per fare tennis devi farlo, ecc. ecc.
    Ecco perché gli italiani hanno pochi tennisti: non per i soldi, ma perché per diventare campioni in questo sport i sacrifici da fare in giovane età sono enormemente di più.

    Torniamo ai soldi, Gus, nell’impossibilità di rispondere punto per punto a tutti i tuoi rilievi.
    Mi chiedi. Come ha fatto la Sharapova ad avere successo? Vedo che stai facendo il mio stesso ragionamento, quindi. Non comprendo dove saremmo in disaccordo. Di certo, la Sharapova non era ricca, ha avuto successo solo per via degli enormi sacrifici che ha fatto lei e la sua famiglia. Di certo, nessuna federazione l’ha aiutata.
    Dite che all’estero i campi costano poco e che è per questo che le ragazze di quei luoghi hanno successo? Scusate, ragazzi, sto parlando della Romania, della Russia. Secondo voi laggiù sono organizzati per il tennis? Mi state dicendo che le ragazze russe e romene hanno successo nel tennis perché laggiù c’è una federazione che tiene bassi i prezzi? Spero che stiate scherzando…
    Le ragazze russe e romene hanno successo perché fanno molti più sacrifici di quelle italiane, non c’è paragone con la vita che rispettivamente fanno. Ci credono, enormemente di più. Fanno sacrifici spaventosi, che ho visto di persona. Nessuna ragazzina italiana farebbe mai una vita del genere, per il tennis.
    Il costo dei campi non c’entra assolutamente nulla.

    Mi dici che capirò che il problema non sono i soldi? Ma se è quuello che sto dicendo! Siamo d’accordo che il problema non sono i soldi! Il problema sono i sacrifici! C’è chi li vuole fare e chi no.
    Dici che il problema è il sistema? Mi dici quale è, per favore, il sistema della Romania, della Bielorussia, della Russia?
    Temo che il loro sistema sia questo: anzi non mangio, abbandono la famiglia, giro il mondo senza una lira e cerco fortuna al’estero, sperando che qualche accademia, circolo o miliardario mi noti e mi dia una mano. Ecco quale è il loro sistema.
    Siamo disponibili a far fare una scelta del genere a uno dei nostri figli?
    L’alternativa che hanno quelle ragazze nei loro paesi di origine giustifica una scelta del genere, ma qua da noi?
    Ecco spiegato il perché, non c’entrano nulla i soldi.

    Vedi, Gus.
    Quando i figli di Stefano e Max diventeranno dei campioni, tutti diranno: bella forza, uno lo mandava ogni anno da Bollettieri, in Australia, ecc. l’altro le pagava accademia, coach, preparatori fisici, videoanalisi…
    Ecco cosa diranno, ecco cosa aspetta Stefano e Max, diranno che è tutto merito dei soldi.
    Io non ci sto: il loro successo sarà frutto dei sacrifici che hanno fatto e che nessuno, oltre a loro, anche in questo blog, è disponibile a fare.
    I soldi non c’entrano nulla.

    Per diventare campioine di tennis, il giovane aspirante campione deve rinunciare a tutto: alla scuola (al massimo, farà quei corsi per sportivi che ti consentono la sicurezza di avere un diploma, ma non è scuola nel vero senso della parola), alla famiglia, agli amici, a una vita normale, all’amore, all’infanzia, all’adolescenza, a tutto.
    Non c’è top ten di tennis, maschile o femminile, degli ultimi 20 anni, che non abbia fatto i sacrifici che stanno facendo ora Max e Stefano.
    Altri sistemi, per diventare campioni, non ve ne sono.

  222. Roberto Commentucci scrive:

    Posto qui uno stralcio di una interessante intervista a Fabrizio Fanucci, coach storico di Filippo Volandri, che parla del rapporto fra team privati e federazione e dei problemi della crescita di giovani agonisti. L’intervista è stata realizzata da Antonello Zani di tennisteen, ovvero il nostro utente anto, che ringrazio e a cui faccio i complimenti.

    D: E adesso vorrei toccare un argomento a te molto caro, vista naturalmente la tua posizione, di coach in Italia. C’è stata una lettera da parte tua, per quanto concerne gli allenatori in Italia, cos’è cambiato dopo questa lettera?
    R: Non è cambiato niente. C’è una promessa da parte del presidente Binaghi, ed alla quale ci devo credere. Ci sarà forse probabilmente un maggiore coinvolgimento dei coach nella gestione dei giovani giocatori in Italia. Purtroppo anche il fatto di non convocare i coach nella trasferta olimpica, è una cosa che mi ha lasciato perplesso, anch’io quattro anni fa ad Atene con Filippo, non avevo avuto la possibilità di seguirlo. Uno dei problemi principali del tennis in Italia, è la poca coesione tra la federazione e i team privati. Oggi giorno portare avanti una scuola o academy, è veramente molto difficile. La Florence School a Firenze conta su trenta maestri, e noi siamo una delle realtà più grosse. Abbiamo dei costi non indifferenti, per portare avanti il nostro progetto. Faccio un esempio, se la federazione ci mandasse dei maestri da formare sul campo e li pagasse direttamente lei, questa iniziativa contribuirebbe a liberare fondi da investire sui nostri atleti da un lato, e dall’altro, darebbe la possibilità a dei giovani di intraprendere questo bellissimo mestiere, sporcando tra virgolette il proprio curriculum, con un’esperienza in una academy importante come la nostra. Questo sarebbe indubbiamente un buon sintomo di collaborazione. Noi vogliamo collaborare con la fit, e la fit deve credere in questa collaborazione, ne gioverebbe tutto il sistema, cosa che avviene sistematicamente in Francia. E poi dare la possibilità ai ragazzi di essere seguiti da un coach ai tornei è veramente importante. Il 60-70% dei giocatori che frequentano il mondo futures e challengers non si può permettere di portarsi il coach, e questo francamente penalizza non poco un giocatore.

    D: Di te mi aveva parlato benissimo un tuo allievo Giorgini, un altro esempio di ottimo giocatore ma che non riesce ad emergere…..
    R: Giorgini buon giocatore, si è operato al ginocchio, si sta riprendendo, ma il problema di Giorgini ma anche quello di tanti altri, è la mentalità, nel senso che non investono su se stessi, hanno paura a spendere, anche a causa dei budget limitati. Se vuoi ottenere risultati in questo sport, devi aver la forza di andare un mese in sud-america e metterti in discussione, devi rischiare, devi crederci. Ci sono tanti tornei in Italia, ma alla fine questa cosa diventa contro producente per molti, perché dopo un anno o due che giochi questi tornei, se vuoi crescere in qualità devi giocare su altre superfici, contro altri giocatori. Se giochi un future qui in Italia, e la settimana dopo ne rigiochi un altro, e poi un altro ancora, rischi sempre di incontrare gli stessi giocatori, e come puoi pensare di migliorare qualitativamente, è molto difficile. E il coach stesso, come fa a migliorare se vede sempre le stesse partite, mettiti nei panni di un giovane coach, è difficile fare esperienza in questo modo.

    D: Un ultima domanda Fabrizio, ma come mai non riusciamo a produrre un top 10 in Italia da più di trent’anni, ed altre nazioni come Cipro, i paesi dell’est, la Serbia, ci riescono?
    R: Purtroppo i bambini che arrivano al tennis, spesso qui in Italia, è brutto dirlo, ma sono gli scarti degli altri sport, prima viene il calcio, che prende tutto e poi il tennis. Io ho iniziato a lavorare a 19 anni, e ti posso assicurare che non è mai cambiato niente, nel tennis è sempre arrivato lo scarto degli altri sport. Io ho una scuola, dove i numeri sono grossi, c’è una scuola il circolo tennis africo che ha 230 bambini, di questi 230 bambini, ogni anno se ne perdono 80 e ne arrivano 80, un turn over molto elevato. Non c’è un indirizzo ben preciso sul tennis, spesso il tennis viene visto come un parcheggio per molti ragazzi. Non puoi mettere in campo un maestro con dieci allievi e poi il bambino tocca la palla ogni venti minuti, dopo due mesi questo bambino lo hai perso. Bisogna lavorare sui giovani, bisogna investire, è inutile dare contributi a pioggia con il rischio di disperderli in mille rivoli, ma indirizzare questi contributi nei confronti di realtà che producono risultati sul campo. Io mi auguro che la fit ci tenda la mano, alla fine tutti noi vogliamo il bene del tennis italiano.

    Ringraziando la disponibilità e la gentilezza di coach Fanucci, gli facciamo un grosso in bocca al lupo per il suo lavoro.

    Antonello Zani Tennisteen

  223. Archipedro scrive:

    Chiediamo l’eccellenza ai nostri figli ma non la pretendiamo da noi stessi: stiamo con i mediocri, ci comportiamo da tali, usiamo le scorciatoie. Siamo appagati, da sempre.
    La mia riflessione di oggi é questa: é lecito avere aspettative (…) diverse da quelle che abbiamo legato alla nostra esistenza? Ci ricordiamo bene di cosa abbiamo saputo e voluto fare, quand’era il momento?
    Quando mi son rotto il tendine d’Achille in Luglio, dopo lo sgomento, ero quasi contento, per il pistolero: mi sono reso conto che la mia vita sportiva é sempre stata comoda, borghese, rassicurante… Sacrifici? Pochi. E se li avessi fatti? Beh, mi sarei perlomeno pagato gli studi con la pallavolo. Ma tanto c’era il papà, che ha detto “Tu da grande non devi fare mica il pallavolista…” … ed ecco i soldi per starmene a Venezia, a fare lo studente, e basta: guai distrarsi. Lui però il culo se l’é sempre fatto. Quindi partiamo da noi stessi. Che abbiamo la “coda di paglia” (come m’ha detto Max…).
    Beh, io vorrei crescere, a quarant’anni, e provare a sacrificarmi assieme al piccolo… Ed anche la mia dolce metà deve cominciare a fare sport, se vogliamo essere convincenti: via la pancia, e “fuori i secondi”!
    Ed i soldi? Proviamo a farne a meno, per quanto possibile…

  224. Jho scrive:

    Elettra.. forse l’hai gia’ scritto ma credo di essermelo perso..
    In quale accademia lavora ora tua figlia ?
    Si possono sapere i costi ?

    Grazie

    Saluti

  225. stefano grazia scrive:

    Fanucci:Non puoi mettere in campo un maestro con dieci allievi e poi il bambino tocca la palla ogni venti minuti, dopo due mesi questo bambino lo hai perso.

    E dunque,ditemi Addetti,Federali,Giorgi Giorgi,non e’ meglio un Genitore Appassionato? Che tra l’altro l’aiuto e il dialogo coi migliori Coachs e Prep Atletici spesso lo cerca anche?

    Piuttosto apprendo anch’io con sconforto la notizia di Micio Micione Miccini (a cui vanno tutti i miei auguri,a lui e alla famiglia).Se qualcunone sa di piu’, dica ma non credo,cosi’ su due piedi, che il problema all’anca di Giacomo sia dello stesso tenore di quello della nonna di Anto. E confesso che per un attimo mi son venuti i sudori freddi e ho pensato anch’io come Anto: ma non sara’ che lo sto sovraccaricando troppo,la mia Canaglia? Ma qui bisogna intendersi: intanto
    Jungle Boy e’ ahime’ un drogato di adrenalina e per esempio al Sabato facciamo tre ore al mattino, poi una partitella di calcio della scuola, poi magari due set con un coetaneo al Lagos Lawn e arrivati a casa, non ho ancora appoggiato la borsa per terra che lui e’ gia’ li’ che mi salta intorno: Daddy!Daddy! Andiamo a fare un po’ di skate giu’ in strada!Comunque siccome siamo esseri coscienziosi non nascondo che le parole di Stefano Baraldo in uno dei suoi posts(”in questa prospettiva di lavoro è chiaro che il profilo atletico va curato a 360gradi sempre e comunque e con le dovute proporzioni visto che il bambino è un bambino e non un atleta in miniatura.senza fossilizzarsi su schemi concettuali di lavoro vecchi come la psicomotricità da baraccone e le fasi sensibili rigide e basate sull’età cronologica anzichè su quella biologica. (differenza che tu non sai sicuramente)comunque continua ad allenare la forza quando non hai nemmeno il substrato endocrino che ti permette di assimilare il lavoro..continua pure con gli esercizi lattacidi quando il sistema energetico glicolitico (anaerobico) non è capace.continua a produrre un esperimento che non ti porterà altro che infortuni…”)(vabbe’,lui si riferiva a Max NON sapendo che la figlia la prep atl la fa con seri professionisti…come bersaglio sarei stato pu’ adatto io anche se poi ho la giustificazione che qui in Africa non ho la possibilita’ di lavorare ne’ con Buzzelli ne’ con Catizone ne’ con Baraldo … e questo,come detto,sara’ l’argomento del prossimo articolo sabato). Quindi, un po’ ci ho pensato,a questo fatto.Il pensiero per esempio corre al caso Adelchi Virgili gia’ ampiamente dibattuto. Anche Virgili era il nuovo Messia e poi improvvisamente non riusciva piu’ a giocare per il dolore alla schiena…Anche se poi mi son detto:Ma cosa vuol dire? Virgili era stato fatto seguire da un famoso,famosissimo preparatore russo pagato dalla federazione (Fulvio stesso ci ha raccontato come andarono le cose),Miccini era seguito dai migliori tecnici del mondo (quelli targati Bollettieri ma anche FIT) e si sono infortunati lo stesso…Si fosse infortunato mio figlio o,figuriamoci, la figlia di Mad Max sai che concerto (dimenticando poi che Alessia e’-ripeto- seguita, attraverso il filtro del padre, in realta’ da Catizone e Vavassori). E QUINDI? E quindi come dicono in america Shit happens. E forse alla fine e’ davvero un survival of the fittest, la legge del piu’ forte…Certo, gli errori marchiani ci sono, ci sono stati, ci saranno e se puoi dovresti evitarli. Ma prima di fare dietrologia e lanciare accuse, e soprattutto cercare di dire a noi: visto? avete visto? a cominciare cosi’ presto si finisce poi come Nadal (si,magari, gia’ nella storia del tennis e miliardario a 22 anni…),scherzo,aspettiamo di sapere di cosa si tratta e soprattutto evitiamo di scagliare la scure.Perche’ shit happens, qualche volta si puo’ evitare, tante volte no. Poi, se possibile, cerchiamo di aiutarci fra di noi.

    Piuttosto un’altra cosa emerge secondo me fra le righe: se Giacomo smette con l’Attivita’ Junior, cessano anche i Rapporti FIT o continuano? E’ interesse di una Federazione supportare un giocatore che abbandona completamente l’attivita’ Junior? Non lo dico con spirito polemico, chiedo soltanto per cercare di capire.

  226. anto scrive:

    @ Roberto: che il maestro ringrazi l’umile scribacchino è troppo. Grazie mi fà molto piacere.

  227. Gus scrive:

    @Nikolik scrive:
    “Gus, ma quante me ne hai dette? Me ne hai dette troppe.”
    Può darsi, ma hai attaccato una intera categoria con poche motivazioni, dal mio punto di vista :-)
    “La risposta è: ma certo, Gus, per fare quegli sport ci vogliono meno sacrifici rispetto al tennis, è evidente.”

    Marcella De Trovato, (il padre lavorava con me) nel pattinaggio artistico. La mamma quando aveva già 4/5 anni ha dovuto mettersi part-time, per portarla tutti i giorni a fare allenamento. Poi si sono fatti per tre anni due o tre volte fino a Milano A/R per farla allenare lì. A nove anni la famiglia si è trasferita a Milano. Ti sembrano sacrifici sufficienti? E’ la promessa n°1 del pattinaggio artistico italiano, già campionessa europea juniores a 10 anni o giù di lì.
    Il pugilato non va bene, ok.
    Il nuoto va abbastanza bene? Perché non dai un’occhiata alla tabella di allenamento della Pellegrini, credi che 400 vasche da 50 mt al giorno siano sufficienti per reputarla all’altezza dei sacrifici di cui parli tu. Oppure nemmeno i nuotatori vanno bene.
    Scusa ma Del Piero, per fare il nome di un campione, è andato via di casa a 13 anni dal Veneto al Piemonte, per i genitori è stato un sacrificio accettabile per te?
    Tu non stavi parlando dei sacrifici degli atleti, ma addebitavi la responsabilità ai genitori non disposti a fare sacrifici e a far fare sacrifici come l’elemento cardine per cui noi non abbiamo top ten. La tua posizione mi sembra non supportata da elementi.
    “Di certo, nessuna federazione l’ha aiutata.”
    Qualcuno l’ha aiutata di sicuro, sei tu che dovresti dirmi chi. Io dico una cosa diversa e cioè che uno dei compiti della Federazione è far crescere il sistema agonistico, tu invece sostieni che questo non è il ruolo della federazione.
    “Il problema sono i sacrifici! C’è chi li vuole fare e chi no.”
    Lascia perdere i sacrifici, quelli non sono di competenza delle istituzioni. Il compito delle istituzioni è creare il sistema, organizzarlo e farlo funzionare. Poi se uno vuole o meno fare sacrifici lascialo decidere alle persone. Ripeto solo che non è pensabile che statisticamente si trovino ragazzi disposti a fare sacrifici per l’attività agonistica fin da giovani (guarda che i ragazzini che valgono nel calcio, spesso lasciano la famiglia a 12/13 anni) mentre l’unico in cui non si troverebbero è il tennis, lo sport iper super difficile, chissà come mai in particolare per gli italiani. Gulbis, ad esempio, è uno che ha fatto tutti questi sacrifici?

    “Dici che il problema è il sistema? Mi dici quale è, per favore, il sistema della Romania, della Bielorussia, della Russia?”

    Non lo conosco, la Russia ha sempre avuto tradizioni sportive di altissimo livello fin dall’ex URSS. Ora non saprei dirti qual è il loro sistema, ma se tu ritieni che sia migliore del nostro, ho le orecchie aperte.

    “Temo che il loro sistema sia questo: anzi non mangio, abbandono la famiglia, giro il mondo senza una lira e cerco fortuna al’estero”.

    Ah, ho capito il loro sistema è il gulag. Propongo quindi a Binaghi di riaprire il campo di Bolzano (così siamo vicini a Caldaro :-) e spostare lì in centro di Tirrenia.
    Guarda, per puntiglio ora mi vado proprio a vedere i top ten femminili e maschili e la loro storia. Famiglie alle spalle comprese. Voglio proprio vedere quanti sono quelli che dici tu.
    E tu ritieni quindi che la nostra Federazione, per avere un sistema efficiente, dovrebbe chiedere ai propri figli di rinunciare a 50 anni di progresso. E gli Usa, e la Francia, la Spagna, tutti ragazzini senza mangiare?
    La tua analisi fa acqua da tutte le parti.

    “Quando i figli di Stefano e Max diventeranno dei campioni, tutti diranno: bella forza, uno lo mandava ogni anno da Bollettieri, in Australia, ecc. l’altro le pagava accademia, coach, preparatori fisici, videoanalisi”

    Ma va bene lo stesso, il problema non è questo, perché se qualcuno dei ragazzi che va in accademia raggiungerà il vertice, sarà sempre e comunque dovuto ad un impegno “personale” e non dal sistema tennistico italiano. Io invece dico una cosa diversa e cioè che a fianco dell’impegno individuale, che ben venga ed è “indispensabile”, si devono creare le condizioni (in Italia) per creare un sistema agonistico di vertice e di qualità, a qualsiasi livello.

    “Ecco cosa diranno, ecco cosa aspetta Stefano e Max, diranno che è tutto merito dei soldi.”

    Ma sai chissenefrega di quello che pensa e dice la “gggente”.

    @Roberto Commentucci: scrive:
    “Purtroppo i bambini che arrivano al tennis, spesso qui in Italia, è brutto dirlo, ma sono gli scarti degli altri sport, prima viene il calcio, che prende tutto e poi il tennis.” Fanucci by Tennisteen.

    Questo come ho già detto più e più volte è il problema di base. Per la precisione prima viene il calcio, poi nel maschile basket e poi pallavolo, nel femminile la pallavolo assorbe molto più del calcio, ovviamente, poi nuoto e altri. Vogliamo almeno dire che la Federazione dovrebbe essere interessata almeno a questo? Non voglio ripetermi, ma nella scuola di mia figlia non è mai entrato un maestro di tennis o qualche rappresentante della federazione a promuovere il tennis, mentre addirittura ci sono arrivati quelli degli scacchi e si sono trovati una ragazzina che nel giro di un paio d’anni è arrivata già a livello nazionale. La ragazzina è di quelle che ha talento fuori dal comune in tutto quello che fa, infatti pur giocando a scacchi ha vinto la campestre in cui mia figlia è arrivata 18°, suona splendidamente il pianoforte, ecc.ecc. e tutto quello che tocca diventa oro. Sono convinto che se gli avessimo messo una racchetta in mano a 8 anni……..
    Io non sono un critico tout court della Federazione, ma si può sostenere con equilibrio che almeno su questo punto si deve fare molto di più.

    @archipedro:
    “Ed anche la mia dolce metà deve cominciare a fare sport, se vogliamo essere convincenti: via la pancia, e “fuori i secondi”.

    Miii, Archi, via la pancia è dura. :-)

    In un anno ho preso 4 Kg. Ma ce la farò se no nikolic dice che non siamo disposti a fare sacrifici :-)

    Gus

  228. nicoxia scrive:

    qualcuno sa dirmi,quando si forma il substrato endocrino e quando il sistema energetico glicolitico può sopportare gli esercizzi lattacidi.

  229. fulvio scrive:

    Gus in fondo Nikolik non ha tutti i torti.la vita di un giovane tennista è davvero un turbillon di cose e fatti …fuori,lontano da casa.lasciando da parte i soldi(avrei potuto mantenermi 3 amanti vogliose ,di pellicce e rolex e cabrio,con i soldi spesi per mio figlio),la cosa per me più pesante era: la diversità di creswcita tra mio figlio e un adolescente normale.come dice il fannuch DEVI uscire dal guscio,e prima lo fai prima ti formi quella scorza che potrà servirti in futuro.una cosa su cui mi soffermerei ,e è quella che brillantemente stanno seguendo Max e Scipione l’africano,è quella dell’investire per il futuro.questa a mio avviso è la cosa più importante se si hanno ambizioni e,sia ben chiaro,non è detto che porti i frutti che si aspettano.però,facendo mente locale,ricordo Murray che a 15 anni era in spagna da Pato Alvarez,Diokovic in germania,Zverev anche lui in germania,e credetemi che a quell’età anche se tanti dicono il contrario,esere fuori dalla portata dei genitori fa soffrire e tanto il ragazzo.ricordo le trasferte sudamericane ,della durata di queasi 2 mesi,di mio figlio e gianluca naso,che non vedevano l’ora di tornare a casa ,dove già da allora a differenza dei loro coetanei,venivano per riposare,ricaricare le pile e….soli.si dico soli,perchè gli amici di infanzia si perdono al 99%,si hanno altre priorità,altri obbiettivi e si matura prima….forse!insomma non è una vita facile anche se qualcuno può dire che le vite difficili siano altre,e sopratutto per noi genitori che siamo innamorati dei nostri figli diventa ancora più difficile penansarli a 10.000 km lontano da casa.io ultimamente per vederlo ,o vado a NY o a Acapulco o a Parigi,in fondo mi scelgo i tornei più belli visto che ora per fortuna è finita lera di dover spendere per lui ,lo faccio volentieri per me e mia moglie o…no?

  230. Enzo Lo Iacono scrive:

    Salve a tutti. Accogliendo con piacere l’invito di Stefano Grazia (con la quale non ho avuto ancora il piacere di incontrarmi), rieccomi. Il mio tempo disponibile è veramente poco ormai, ma noto con piacere che il blog è ripartito bene. E poi, sono anche ripartite le liti che vedono protagonista Max, che ormai è deputato a dare il benvenuto ai nuovi arrivati (he he he). A parte tutto rientro con piacere nel blog, anche se ho dovuto impegnare diverse ore per rileggere dall’inizio.
    Un grosso saluto a Stefano Baraldi, che non ho piacere di conoscere di persona, ma che stimo e ritengo persona molto preparata, indipendentemente dai risultati odierni e trascorsi.
    Molti sono gli argomenti toccati in breve tempo e, pertanto, mi permetto di esternare alcune mie perplessità solo su alcuni:
    1) Per Elettra@
    Io credo che ognuno di noi sia libero, sopratutto se bambino, sia libero di esternare e praticare lo sport scelto nel modo che vuole, ma nel momento in cui ti rivolgi a un maestro, è chiaro che alcune indicazioni saranno perentorie, ma al solo fine di far capire qual’è l’obiettivo del tennis. Obiettivo che spesso lascia posto ad altro; alla forma, alla tecnica, all’estro, ecc. Ricordo che l’obiettivo del gioco del tennis è VINCERE LA PARTITA. Tutto il resto è fumo e niente più. E’ giusto che la bambina si esprima ( e chi mi conosce per i post precedenti sa che tendenzialmente lascio esprimere molto i ragazzi restringendo molto i canali di tolleranza tecnica e biomeccanica) ma l’espressione del tennis che gioca la bambina deve essere diretta a realizzare il punto, con chicchessia si trovi di fronte. L’obiettivo potrebbe, anzi dovrebbe essere fututo, ma l’importante è che il concetto che “devi far er punto” sia imprescindibile.

    2) Per Max (con me ci hai già litigato all’inizio, ..quindi amici! he he)
    Sono assolutamente contrario alle ingiuste affermazioni contro la Federazione italiana. Chi mi ha letto in passato sa bene che non ho mai risparmiato critiche. Ma sparare a raffica è tutt’altra cosa.
    La federazione, a mio parere ha intrapreso la strada giusta. L’errore che ha commesso la SNM in passato è stato quello di lasciare gli insegnanti a se stessi, senza una linea tecnica da seguire. Attualmente la FIT non è come la disegni tu, caro Max; la federazione lascia gli insegnanti liberi di utilizzare i sistemi che ritengono idonei; lascia i giocatori giocare i tornei che vogliono. Cosa diversa è il progetto PIA: il progetto consiste nel dare precise indicazioni di addestramento e di assetto delle scuole, del numero degli allievi massimi in campo, delle ore MINIME di allenamento, degli obiettivi da conseguire e dei raduni a cui partecipare. Nella mia scuola, che aderisce al PIA, quest’anno ho consegnato a tutti i genitori degli allievi un opuscolo (35 pagine), sulla struttura della scuola, sul programma degli allenamenti, spiegando cos’è il PIA. Nessuno mi ha obbligato a farlo, come nessuno mi vieta di allenare un bambino di 10 anni 3 ore al giorno.

    3) breve commento genitori - coach - allievo.
    Se devi farti costruire una casa, cosa fai, studi da muratore?
    Se devi fare estrarre un dente a tuo figlio, cosa fai, studi da dentista?
    Io credo molto nell’importanza del rapporto tra maestro, genitore ed allievo, tant’è vero che, come ho già scritto, organizzo spesso degli incontri, anche con tecnici perché è giusto che i genitori sappiano.
    Ma per favore, l’allievo faccia l’allievo, il maestro faccia il maestro e IL GENITORE FACCIA IL GENITORE!
    Solo con il rispetto dei propri ruoli, una squadra può essere vincente.
    Poi si può anche dibattere quanto si vuole sulle competenze che deve avere il genitore.
    Saluti al Prof.

  231. maxdauria scrive:

    ciao enzo ben tornato…… nella fretta però nn penso tu abbbia letto bene..

    “Attualmente la FIT non è come la disegni tu, caro Max; la federazione lascia gli insegnanti liberi di utilizzare i sistemi che ritengono idonei; lascia i giocatori giocare i tornei che vogliono.”

    e chi ha mai detto il contrario… io penso che la Fit non lavori bene per mille altri motivi che poi sono più o meno gli stessi che esternano giornalmente tutti i grandi coach. qualche critica ulteriore dipende dal fatto che essendo un genitore incontro tutti i giorni altri problemi…

    voglio chiarire poi che qui nessuno ha mai voluto fare il maestro ma nei compiti del genitore (poi spiegherò bene il pensiero rispondendo a gus) c’è anche quello di controllare il suo operato…

    gus come puoi equiparare il genitore del tennista a quello degli altri sport..

    nello sport la spesa maggiore è quella per le trasferte seguita da formazione e materiale tecnico. un bambino entra in una squadra ed a parte le scarpe non spende un euro. oltretutto essendo il ragazzo “proprietà” della squadra il genitore lo accompagna lo vede giocare e lo riporta a casa mentre per le trasferte (ripeto totalmente pagate) lo deve solo accompagnare fino in sede (a me venivano spesso a prendermi). tutto questo accade anche perchè è nell’interesse della società che il ragazzo diventi forte visto che in quel caso acquisterebbe un valore..

    nel tennis tutto questo non accade ed il genitore è l’unico sponsor è quello che deve scegliere il coach portarlo agli allenamenti ai tornei a comperare il materiale etc etc..

    ti sembra uguale? poi sono d’accordo con nikolik quando dice che la differenza la fanno solo i sacrifici che assolutamente nessuno da noi è disposto a fare ma questi sacrifici potrebbero essere inferiori se solo la fit indicasse prima da chi andare come fare a risparmiare e soprattutto dicendolo a chiare lettere come fa nikolik che per arrivare sono necessari sacrifici mostruosi…. a me queste cose non le ha mai dette nessuno e molto tempo e denaro ho dovuto buttarli nle c..so prima di trovare la strada giusta… ecco nikolik perchè sono importanti i soldi da noi più che in altri paesi.. e questo anche perchè (ma questo è risaputo da tutti fit compresa) purtroppo da noi il tennis non è ancora percepito come una possibilità di guadagno perciò nessuno immagina che l’approccio debba essere in questa direzione al contrario dell’est europeo dove che il tennis sia una chances per uscire dalla ca..a è noto a tutti!!

  232. conforto scrive:

    Secondo voi ha senso che una bambina di 8 anni e 10 mesi (che pesa 28 Kg) si alleni con le palle per adulti? Io temo di no. E’ quello che sta capitando a mia figlia solo perchè nel suo gruppo ci sono bambini poco più grandi che devono cominciare a giocare con le palle dure. Tra l’altro secondo me la racchetta che ha non è neanche adatta a quelle palle; a questo punto dovrebbe cambiarla, ma questo sarebbe più gravoso per il braccio. Al momento mischia palle mid e palle dure e secondo me non ci sta capendo più niente. Che fare?

  233. stefano grazia scrive:

    Enzo, welcome back, anche se -ovviamente- del tutto d’accordo con te quando scrivi : “Ma per favore, l’allievo faccia l’allievo, il maestro faccia il maestro e IL GENITORE FACCIA IL GENITORE!” non lo posso essere. Si, in teoria e a Utopia, certo. Ma qui non e’ il fatto di essere in Italia, anche da Bollettieri il Genitore deve stare attento perche’ anche li’ ci sono Coaches and Coaches oltre che Genitori e Genitori. Mi trovo ancora perfettamente d’accordo con Max e se anche Jaramillo, il Direttore dello Junior Program, alla fine dice che dietro ogni giocatore ritratto in picoglass alle sue spalle ci stava uno se non tutti e due genitore attento e a volte perfino ossessivo, con la tua affermazione cosi’ perentoria e se vogliamo un po’ populistica e banale, quasi corporativistica, mi fai sorridere…Ma vogliamo renderci conto che il Tennis non e’ una scienza esatta e che Genitori Folli hanno portato i propri pargoli al numero uno del mondo, DEL MONDO!, contro ogni aspettativa e a dispetto di tutte le critiche,svillanamenti e prese in giro? Sarebbe possibile secondo te fare altrettanto in medicina o ingegneria? Scienza esatta non lo e’ neanche la Medicina, figuriamoci, ma vuoi mettere? Quello che voglio dire non e’ che un Genitore DEBBA fare per forza il Coach (io lo faccio solo perche’ vi sono costretto e se lo porto da Bollettieri, da Bob Brett o da Vavassori mi metto semplicemente a bordo campo a guardare) ma non veniamo fuori a dire che il Genitore faccia il Genitore e basta…Ci sono Genitori e Genitori, ci sono Coach e Coach. E ti posso dire anche che Nicholas affidato al Coach e LASCIATO AL COACH, sia qui in Nigeria, sia da Bollettieri sia in Italia, non sarebbe affatto lo stesso giocatore che e’ ora. Semmai potrebbe essere un essere umano migliore, ma lasciamo ai posteri l’ardua sentenza.
    E ALLORA?
    E allora distinguiamo sempre da caso a caso e lasciamo ai Genitori il compito di valutare l’operato e di collaborare coi Maestri. Cosa che tu fai, ci dici e per carita’ noi ti crediamo. Ma allora parla per te e non per tutti i Maestri?Coaches perche’ non tutti, credimi, credici, sono come te.
    Per questo comunque il tuo rientro e’ altamente apprezzato e spero tu riesca a rubare un momentino qui e la’ per raccontarci del piccolo Seby.
    E vedrai che prima o poi ci incontreremo.
    A proposito, sabato prossimo dovrebbe esserci un nuovo pezzo, molto pratico, e le tue critiche-consigli-suggerimenti saranno molto apprezzati. Ci tengo. Carica la lupara a pallettoni.

  234. maxdauria scrive:

    ciao conforto…no non è così grave soprattutto se come dici tu mischia… stimola l’adattamento e non è poi così importante che oggi ci capisca… una vilta abituate al difficile delle palle sempre diverse pensa come le verrà facile qunado saranno sempre le stesse…

    sto seguendo il master.. lombardi ad un certo punto dice: “alcuni coach/maestri bravi da noi ci sono ma la maggior parte non distingue tra resistenza e velocità…” devo averlo già sentito da qualche parte mah..

  235. stefano grazia scrive:

    Conforto: credo che il Maestro Lo Iacono (e anche Stefar, un altro Maestro Genitore) ti consiglierebbero, come ci hanno consigliato tempo addietro, assolutamente le palle mid che rimbalzando di meno riducono la possibilita’ di errori di impostazione nell’esecuzione dei colpi. Ti devoi pero’ confessare che con Icholas, mio figlio, ho sempre usato palline normali (e’ vero, spesso sgonfie per l’uso e l’abuso, centinaia, ma in angola un tubo costava 30$ e non si buttava via nulla-e per fortuna che mi ero portato quattro scatoloni di palle nel container dalla Nigeria e ogni volta che andavamo in Italia e US facevamo il pieno, altroche’ prosciutti e formaggi come fanno di solito gli espatriati italiani all’estero). Aggiungo anche che pure da Bollettieri non ho mai visto utilizzare un set di palle mid.
    Quindi se puoi, certo, usa palle mid ma non starei a preoccuparmi troppo…

  236. maxdauria scrive:

    ovviamente nemmeno alla vavassori mai visto un tubo di mid….

    partono con i bambini che cominciano usando quelle sgonfie ma poi si passa direttamente a quelle normali.. per esperienza personale soprattutto in fase di perfezionamento dei colpi ho notato che dale mid (ma anche con le soft) mia figlia ha tratto molti benefici ma altrettanti ne ha avuti giocando con quelle dure, giocando sul velocissimo di una palestra etc etc.. perciò mi sento di dire che più si varia e più il bambino viene messo in difficoltà è meglio è..

  237. conforto scrive:

    E sotto il profilo medico?Esiste un maggior rischio di infortuni? (che poi è la cosa più importante)

  238. stefano grazia scrive:

    E non ci eravamo messi d’accordo, eh…(io e Mad Max,intendo)

    Allora, Professori, volete rispondere “terra terra” ai quesiti di Mauro su “età biologica ed età anagrafica” e di Nicoxia sul “quando si forma il substrato endocrino e quando il sistema energetico glicolitico può sopportare gli esercizi lattacidi”
    Scopiazzando e incollando fra i miei vecchi appunti:
    Ovviamente, al primo quesito si puo’ rispondere facilmente e terra terra scrivendo innanzitutto che due persone nate nello stesso giorno, mese, anno hanno la stessa età anagrafica ma possono non avere la stessa età biologica. L’ età anagrafica è dunque il numero degli anni vissuti dalla tua nascita, quella biologica è quanti ne dimostra il tuo fisico e la tua mente. Ci son patologie che indeboliscono permanentemente il tuo fisico e quindi l’età biologica rappresenta, al di là di quella anagrafica, il vostro reale stato di salute dettato dai fattori esterni (inquinamento, stile di vita, fumo, …). A livello di bambini per valutare l’accrescimento in auxologia ci si serve di esami radiografici e di tabelle d’accrescimento. Con i primi si studia l’età scheletrica, esaminando i nuclei d’ossificazione del piede nel lattante, della mano nella seconda e terza infanzia, le metafisi delle ossa lunghe nel periodo prepubere e alla pubertà, in relazione all’età anagrafica (per esempio, un bambino di bassa statura con età ossea inferiore a quella cronologica ha buone possibilità di crescere ancora ed e’ il caso di mio figlio che comunque a poco a poco sta recuperando il disavanzo…). Con le tabelle d’accrescimento si valuta se lo sviluppo dei vari parametri rientra nella norma della popolazione di appartenenza.
    Qualche giorno fa un articolo nella cronaca de La Stampa-l’ho trovato curiosando su google- ha affrontato la questione della attribuzione dell’età anagrafica, che è emblematica dell’incompatibilità che spesso esiste tra l’impostazione legale e quella biologica nell’affrontare certi problemi. CITO: “Per procedere, il giudice deve conoscere l’età anagrafica dei giovani colpevoli o sospetti di un dato crimine. Quando mancano documenti o registrazioni attendibili, come capita nel caso di nomadi o di extracomunitari, il giudice si rivolge a un perito (un medico legale o un auxologo, e cioè esperto di crescita e sviluppo) per ottenere una stima dell’età biologica, cioè del grado di maturazione fisica di quel soggetto e gli attribuisce un’età anagrafica corrispondente. Ma mentre dal punto di vista legale la richiesta del giudice è ben comprensibile, dal punto di vista biologico può essere accolta solo con molte riserve. Il metodo più usato per valutare il grado di maturazione di un individuo è quello dell’età ossea e cioè l’esame di certe caratteristiche di forma e di reciproca posizione delle ossa che si osservano in diversi gradi di sviluppo e quindi a età successive. E’ ormai noto, tuttavia, che tra età ossea ed età anagrafica non vi è corrispondenza certa. Si preferisce attualmente l’esame della mano e del polso poiché queste parti non comportano problemi etici legati all’irradiazione e su di esse sono disponibili ricerche valide. Sono però metodi piuttosto grossolani e con scarsa sensibilità: 1/2-1 anno per il metodo dell’atlante di Greulich e Pyle, più diffuso e più preciso; qualche mese per quello di Tanner.”
    Comunque in Medicina molto utile è la valutazione degli stadi puberali secondo Tanner e cioè del grado di sviluppo dei genitali e della peluria pubica dei maschi e delle mammelle e della peluria pubica delle femmine. Queste valutazioni, che possono essere integrate da controlli ecografici dei genitali, orchidometria (volume dei testicoli) e valutazioni ormonali, migliorano discretamente le informazioni tratte dalla età ossea, ma non permettono di superare il problema legato al fatto che gli standard di riferimento si basano su popolazioni diverse da quelle in esame. Ma, anche se si disponesse di metodi precisi, di letture sicure e carte di riferimento adeguate, vi sarebbe sempre il problema della variabilità biologica del tempo di maturazione tra i diversi individui, specie in fase puberale. A tutte le età della vita esistono persone il cui corpo è più giovane o più vecchio dell’età anagrafica. Anche durante l’età evolutiva esistono i lenti e i precoci. La variabilità aumenta molto nel periodo della pubertà, così che a 12 anni e mezzo per le femmine e 14 e mezzo per i maschi esistono, nell’abito della più perfetta normalità, individui ancora infantili, in varie fasi della pubertà, e già completamente maturi. Le femmine, inoltre, sono di circa 2 anni più precoci dei maschi, per cui una femmina di 14 anni è di solito biologicamente molto più matura di un maschio della stessa età. Quando la maturazione si è conclusa queste differenze si annullano. La maturazione scheletrica segue approssimativamente questo andamento. Purtroppo l’età ossea che si attribuisce, nell’ipotesi migliore è quella del soggetto medio di quel gruppo di età anagrafica e di quel sesso e non tiene conto dell’ampia variabilità individuale.
    A differenza di quanto comunemente si crede, quindi,-conclude l’articolo- l’esame dell’età maturativa permette una valutazione solo molto approssimativa dell’età anagrafica e ha maggiori difficoltà proprio alle età in cui viene più richiesta.
    Tornando alla Medicina, vediamo un attimo cosa s’intende per eta’ ossea (EO): si tratta della valutazione del grado di sviluppo del sistema scheletrico: alla nascita le strutture scheletriche sono prevalentemente costituite da tessuto cartilagineo, successivamente, e in tempi diversi per ciascun segmento scheletrico, compaiono, in ciascun osso, uno o più nuclei di ossificazione che via via si ingrandiscono sino a sostituire completamente il tessuto cartilagineo, conferendo all’osso in questione il tipico aspetto dell’osso adulto.
    I soggetti adulti, pur presentando molte differenze dal punto di vista morfologico, hanno tutti quanti lo stesso livello di maturazione dell’osso (cosa che non può dirsi della statura, del peso e di molte altre variabili).
    In questo senso quindi lo stato di maturazione scheletrica è un ottimo indice della maturazione biologica. Si comprende quindi la sua importanza in auxologia in quanto consente di valutare con buona approssimazione, da sola prima e con l’ausilio del grado di sviluppo dei caratteri sessuali poi, il grado di maturazione biologica dell’individuo.
    L’età ossea di un soggetto corrisponde all’età cronologica che quel soggetto avrebbe avuto se il suo grado di maturazione scheletrica fosse stato nella media. Quindi se un bambino ha un’EO corrispondente a quella cronologica la sua maturazione scheletrica è nella norma, se al contrario l’EO è inferiore o superiore a quella cronologica avrà un grado di maturazione scheletrica rispettivamente in ritardo o in anticipo.
    Per l’elevato grado di correlazione tra grado di maturazione ossea e sviluppo somatico generale (crescita staturale, maturazione dei vari organi e dei caratteri sessuali secondari), l’EO è diventata sinonimo di età auxologica. Quindi, calcolando i percentili in un soggetto con un’età ossea inferiore a quella anagrafica, il confronto non verrà effettuato con un gruppo di coetanei virtuali ma di età maggiore.
    Questo valore sarà appunto la differenza fra l’età anagrafica e quella ossea del soggetto ed avrà come risultato una sottostima dell’accrescimento con un previsione per difetto della statura adulta.

    Nel prossimo post provo a rispondere anche a Nicoxia.

  239. stefano grazia scrive:

    A proposito delle qualita’ fisiche allenabili nell’eta’ evolutive:
    Non tutte le qualità motorie fondamentali possono essere allenate in età evolutiva. In particolare, al di sotto del 14° anno di età, è possibile allenare la destrezza (base tecnica), la mobilità articolare e la resistenza. Lo sviluppo delle capacità coordinative e della flessibilità sarà particolarmente curato nelle prime fasce di età in quanto generalmente queste qualità motorie hanno un limitato margine di miglioramento dopo i dieci anni di età e ancora meno dopo la pubertà.
    La destrezza è la qualità fisica caratterizzata principalmente dalla sollecitazione degli apparati neuro-sensoriali che concorrono nel realizzare atti motori estremamente precisi (secondo la definizione suggerita da A. Dal Monte). La destrezza, infatti, è la capacità di compiere determinati movimenti in maniera rapida, precisa e armonica con impegno muscolare diverso nelle varie discipline sportive in cui tale qualità è richiesta e necessaria.
    I bambini e poi i ragazzi possono acquisire automatismi motori con elevato indice di coordinazione neuro-muscolare e di mobilità articolare, sfruttando appunto la fisiologica capacità di imparare gesti tecnici anche complessi e sofisticati, propria della loro età.
    Infatti Io sviluppo della coordinazione del movimento e la capacità di apprendere gesti nuovi e complessi dipende in gran parte dalla maturazione del sistema nervoso e in particolare dal processo di mielinizzazione delle fibre nervose motorie (tra i 4 ed i 7 anni)
    Esiste quindi una correlazione fra lo sviluppo delle capacità motorie e del S.N.C. che consente e sostiene il miglioramento della destrezza e della velocità già nei primi anni di vita.
    La resistenza è una altra qualità motoria allenabile nei bambini anche molto giovani (già dai 4-5 anni di età). I numerosi lavori di Astrand, Cerretelli, Robinson, Di Prampero e Bar-Or hanno evidenziato una capacità di lavoro aerobico (V02 max, cioè massimo consumo di ossigeno) particolarmente favorevole nei soggetti di età evolutiva. Tale dato è confermato dal comportamento del rapporto V02 max/kg di peso corporeo, indice della potenza del lavoro. La capacità di prestazioni prolungate aumenta in entrambi i sessi, senza variazioni significative fino ai 13 anni di età, raggiungendo il massimo valore nella femmina tra i 12 e i 14 anni, nel maschio tra i 14 e 17 anni .
    Dall’osservazione dei bambini nei loro giochi spontanei si potrebbe pensare che essi prediligano esercizi brevi, salti e scatti, che impegnano soprattutto le fonti energetiche anaerobiche. Tale comportamento però sarebbe dettato più da un particolare atteggiamento psicologico del bambino che da una insufficiente capacità aerobica. Infatti solo verso i 20 anni di età si riscontrano i più alti valori di capacità anaerobica lattacida (attività della durata di qualche decina di secondi, fino a 40-45 secondi) mentre la capacità di lavoro anaerobico alattacido (attività di potenza, della durata di 4-5 secondi) è massima verso i 15-16 anni. Pertanto le caratteristiche bioenergetiche del soggetto in età evolutiva sono tali da consentirgli buone prestazioni di resistenza (metabolismo aerobico) e di brevissima durata (metabolismo anaerobico alattacido), mal sopportando alte concentrazioni di acido lattico nei muscoli (circa il 35% in meno rispetto all’adulto).
    Mentre l’inserimento in un programma di allenamento per soggetti in età evolutiva di elementi finalizzati allo sviluppo della velocità non desta come abbiamo visto, particolari motivi di preoccupazione, al contrario l’inserimento di elementi finalizzati all’allenamento della forza a questa età può risultare pericoloso. Lo sviluppo della capacità forza dipende soprattutto dal livello di produzione ormonale: testosterone, tiroxina e ormone della crescita. Nel periodo che va dalla terza infanzia alla pubertà, non si è ancora raggiunta la completa e definitiva capacità di resistenza al carico delle strutture dell’apparato locomotore. Il rischio dunque di arrecare danni a queste strutture impedisce la pratica di attività fisiche intense e prolungate proprie delle metodiche di allenamento della forza.
    La massima forza isometrica progredisce linearmente fino alla pubertà per poi aumentare in maniera esponenziale. Pertanto, prima del 14° anno di età, è sconsigliabile allenare la forza utilizzando le tecniche di muscolazione isometriche e con pesi. Secondo il metodologo russo Filin, fino ai 12 anni circa, il carico di lavoro deve essere proporzionato al peso corporeo del giovane atleta; si può cioè allenare solo la cosiddetta “forza relativa”. La “forza assoluta” invece, può essere allenata e migliorata solo quando si sia verificato l’aumento di produzione del testosterone, la sua liberazione e la sensibilizzazione periferica ad esso.
    In ogni caso, anche negli atleti giovanissimi, è possibile gettare le basi dell’allenamento della forza esercitandoli con attrezzi molto leggeri, al solo scopo di insegnare loro il corretto uso degli stessi attrezzi, consolidando così l’acquisizione dei processi motori e il controllo dei movimenti.
    In tal modo si otterrà anche il risultato, non trascurabile, di prevenire la ben nota e purtroppo frequente patologia traumatica, sia acuta, sia da sovraccarico funzionale, tipica delle sale di muscolazione.
    Per quanto in età evolutiva siano sempre da preferire e consigliare quelle attività di agilità e destrezza che non implichino eccessive sollecitazioni sulla colonna e sugli arti inferiori, studi recenti suggeriscono, invero, la possibilità di allenare in età compresa tra gli 8 e i 12-13 anni la “forza veloce” in quanto questa particolare qualità motoria dipende più dalle strutture nervose che da quelle biofisiche del muscolo stesso.
    Pertanto le attività motorie basate su gesti veloci e brevi non presentano alcuna controindicazione e quindi possono essere praticate dai giovani sportivi.
    (Documentazione tratta da una relazione di Giovanni Caldarone - Giovanna Berlutti - Michelangelo Giampietro - Raffaella Spada)
    In pratica e’ quanto abbiamo scritto in decine di posts e presto o tardi vi ribeccate anche la traduzione dell’articolo sulla mielina!!!

  240. stefano grazia scrive:

    Rivediamo,gia’ che ci siamo, la Definizione di Talento secondo quel famoso articolo sul NY Times: Genitori Motivati + Bambini presi in età precoce + Insegnamento Rigoroso della Tecnica + Disciplina Spartana = Talento.
    Ora Baraldo, e Baraldo e’ uomo d’onore, dice che non bisogna confondere Allenamento Unilaterale con Allenamento Multilaterale e che ovviamente non bisogna esagerare con i carichi.
    Ovviamente sono d’accordo e lo e’ anche Mad Max. E chi ha mai detto il contrario? E infatti, ragazzi, qui se i Coach e i Preparatori piu’ valenti dimenticano per un attimo che noi siamo IL NEMICO, si vedra’ alla fine sarebbero i primi loro a volerci come Genitori dei loro atleti.
    Ci sarebbero tante altre cose da dire ma non vorrei esaurire tutte le cartucce e magari conservo questo argomento per un prossimo articolo d’introduzione. Ditemi un po voi…

  241. stefano grazia scrive:

    Confy: rischio infortunio con le palle mid? Nyah, direi di no…il rischio e’ quello di cambiare grip ed esasperarlo in una presa western esagerata per colpire la palla alta oltre la spalla… a parte poi che c’e’ gente che glielo insegna gia’ cosi’, il western esasperato (MA NON -contrariamente alle credenze popolari-DA BOLLETTIERI dove si preferisce il semiwestern) …
    Poi e’ chiaro, ci si puo’ sempre infortunare, anche giocando alla cavallina, anche tirando i sassi lungo la sponda del fiume, anche correndo nel cortile… Quello che voglio dire e’ che e’ giusto fare attenzione ma non bisogna diventare fobici ossessivi iperapprensivi …

  242. salvatore buzzelli scrive:

    Che altro aggiungere, Stefano!?!
    Oggi con Internet si può sapere tutto e di più, l’importante che lo sappiano anche i tecnici a cui affidate i vostri figli e soprattutto che sappiano proporre esercitazioni adeguate per carico, durata, quantità, intensità e densità.
    Ricordatevi che il lavoro in campo col maestro è pur sempre un lavoro fisico che impegna strutture muscolo-scheletriche e sistemi metabolici. Quindi va sempre considerato.
    A proposito di età biologica e anagrafica, i test di valutazione motoria servono a chiarire anche questo.

  243. marcos scrive:

    l’insegnamento precoce della western esagerata (sopra o sotto la spalla), così come il kick esterno, a mio parere, sottopone al rischio di infiammazioni non solo i bimbi, ma anche i ragazzi più grandicelli. gomito e spalla sono costretti ad un lavoro particolarmente anomalo, senza essere coadiuvati da tendini e muscoli già ben sviluppati.

    l’impugnatura estrema, per altro, non offre alcun vantaggio ai bimbi, non essendo supportata da una forza sufficiente, per spingere la palla in profondità (alla andreev, per intendersi). il bimbo che utilizza sempre la western estrema, mediamente, quando si trova una palla un pò più corta da addomesticare, fa un’enorme fatica, quando ci riesce, a passare rapidamente ad una continental o ad una semiwestern. è lo stesso problema a cui è sottoposto il bimbo o il giocatore che ha iniziato e proseguito a giocare solo col rovescio bimane: di fronte ad una palla più corta o particolarmente laterale, non sa staccare la mano e, non arrivando con le gambe, tenta rovesci bimani improbabili, che, per solito, finiscono in rete. io penso che il rovescio tagliato difensivo (o in preparazione all’attacco) non sia prerogativa solo dei bimbi più talentuosi, ma che possa essere insegnato: è assai raro vedere un maestro che in questo si cimenti. è assai raro, infatti, che un maestro (trenta/quarantenne) lo sappia giocare bene.

    ho l’impressione che stiano aumentando le soste ai box dovute all’infiammazione del tendine rotuleo, che, per solito, colpisce i calciatori. non di rado, capita quando i ragazzi si sfidano a calcetto, se rimane una mezzora tra la preparazione atletica e la lezione di tennis. oppure, quando si sfidano a calcetto durante il weekend. è solo una mia impressione o, forse, le scarpette dei giorni attuali consentono cambi di direzione e scatti in avanti, o stop improvvisi, impensabili fino a qualche anno fa?

  244. anto scrive:

    Mi piacerebbe chiedere a Salvatore Buzzeli cosa ne pensa dell’infortunio accorso a Miccini con la relativa operazione all’anca? Stiamo parlando di un ragazzino di 16 anni non di un Guga Kuerten a fine carriera.

  245. salvatore buzzelli scrive:

    Non so ancora cosa sia occorso realmente a Miccini (se una esacerbazione di un problema congenito, un incidente fortuito o un sovraccarico di allenamento, ), quindi aspetto notizie più precise; nel frattempo faccio un copia incolla di un post relativo alla vicenda Virgili che scrissi tempo fa ma che potrebbe intanto soddisfare alcune curiosità nell’ipotesi Miccini sia vittima di un infortunio derivato dalla pratica esasperata del tennis.

    Post del 10 agosto 2007:

    Grazie alla famiglia… Grazia per la fiducia che mi accorda, e per avermi solleticato ad esprimermi in un argomento a cui sono molto sensibile: la specializzazione sportiva precoce , perché di ciò si tratta, secondo me, nel caso Virgili, che purtroppo non è un caso isolato nel mondo dello sport in generale e del tennis in particolare.
    Premetto che non conosco nel dettaglio la situazione, ne tanto meno le persone che ne sono coinvolte, quindi non avendo elementi certi per uno spassionato giudizio, mi colpiscono alcune frasi lette nei Post dei signori Heraimo e Fulvio del 29 e 30 luglio scorso, che attirando la mia attenzione, stimolano una personalissima riflessione: “dai 7 anni è seguito ai massimi livelli dai massimi esperti”, “tornei pro all’età di 15 anni”, “il carico di pesi”, “fragile e non ancora sviluppato”, “soffre di mal di schiena”.
    Sviluppando il concetto, devo immaginare che per questo preadolescente (meno di 15 anni per giunta non ancora sviluppato) con un notevole talento tennistico, al fine di aumentarne la capacità di prestazione attraverso l’aumento della potenza e l’incisività dei colpi (per poter partecipare a tornei pro), si sia pianificato e realizzato un lavoro fisico con “sovraccarichi” (pesi), che ha avuto come risultato non secondario una serie di problematiche fisiche alla colonna vertebrale (mal di schiena) che attualmente hanno compromesso la carriera del ragazzo.
    Alla luce di ciò, se non ho interpretato male, mi sento di porre all’attenzione dei frequentatori di questo blog, alcuni spunti della letteratura scientifica a riguardo, su cui peraltro concordano tutti gli autori, per stimolare una riflessione comune:
    1) La massa muscolare è direttamente proporzionale alla forza assoluta posseduta.
    2) Il metodo allenante più redditizio per ipertrofizzare i muscoli è quello che prevede l’uso di sovraccarichi
    3) L’allenamento per l’incremento della forza non è significativo prima dello sviluppo sessuale
    4) Nei soggetti in età puberale ed adolescenziale, l’improvviso aumento dell’increzione di testosterone, determina una migliore allenabilità della forza.
    5) Generalmente, negli organismi in via di accrescimento, la struttura delle ossa, a causa dello scarso contenuto di calcio, è più elastica ma meno resistente alla pressione ed alla torsione; di conseguenza, la capacità di carico risulta ridotta rispetto a quella degli adulti, ed in caso di adolescenti biologicamente “in ritardo”, quindi con strutture fisiche ancora acerbe, questo fenomeno viene amplificato e procrastinato nel tempo (si ricorda che l’ossificazione del sistema scheletrico si conclude tra il 17° ed il 20° anno di età).
    In sintesi si può affermare che generalmente nella fase di vita dagli 11-12 ai 15-16 anni di età, pur essendoci condizioni ormonali favorevoli per l’allenamento della forza, si registra una relativa minore capacità di sopportazione meccanica da parte del sistema scheletrico; ciò impone che laddove si decida a favore dei “pesi”, che il rapporto tra carico e capacità di carico soggettiva sia attentamente valutato e le esercitazioni eseguite con la massima prudenza per evitare l’insorgere di danni a carico del sistema scheletrico ed in particolare alla colonna vertebrale particolarmente fragile in questo periodo auxologico.
    Ammesso e non concesso che, come ipotizza il padre del ragazzo e riferisce al signor Fulvio, i problemi per Virgili derivino dall’essersi sottoposto all’allenamento con i pesi forse esagerato (?), vorrei a questo punto porre l’accento anche su un dettaglio che non è certamente di poco conto ma spesso ignorato e cioè che l’incidenza meccanica causata dal reiterarsi soprattutto di torsioni forzate che la tecnica tennistica impone, produce un eccesso di carico su alcuni punti delle corrispondenti articolazioni, che favoriscono il prodursi di alterazioni precoci di tipo artrosico di notevole significatività quanto più l’inizio dell’attività avviene in età precoce e spesso non supportata da profilassi motoria adeguata (il ragazzo ha iniziato a 7 anni).

    Ognuno è libero di trarre le conclusioni che ritiene più opportune.

    E visto che mi rivolgo a genitori attenti ed impegnati nella ricerca di aiuto per far crescere i loro figli …. come recita il titolo di questo blog, approfitto di questa occasione per permettermi di offrire ulteriori spunti di riflessione.
    Nell’inizio precoce dell’attività sportiva e nella ricerca precoce di specializzazione, esiste il rischio che la costruzione pianificata dell’allenamento, restringendosi ad uno sport, non tenga conto degli aspetti di un allenamento adeguato all’età ed allo sviluppo e/o non sopravvaluti la capacità psicofisica di carico del bambino.
    Inoltre i carichi ed i contenuti dell’allenamento, spesso unilaterali (nel nostro caso la tecnica tennistica) non tengono conto che è necessaria una formazione multilaterale (un patrimonio di movimenti ed apprendimenti motori relativi a varie attività: corsa, salti, lanci, acrobatica, ecc…), in quanto essa rappresenta l’ampia base di esperienze motorie che agevola i successivi carichi di volume ed intensità ed eleva il livello massimale di prestazione finale.
    Quando i carichi unilaterali, vengono aumentati troppo rapidamente, possono condurre ad eccessi di carico per i sistemi interessati per cui se cartilagini, ossa, tendini e legamenti, per esempio, vengono sollecitati in modo esagerato e non fisiologico, si possono presentare troppo precocemente fenomeni di logoramento. Infine allenamenti unilaterali, monotoni e troppo intensivi, possono rapidamente portare ad una saturazione con conseguente ristagno del risultato che sono spesso causa di abbandono dell’attività.
    Inoltre bisogna sempre tener presente che se un bambino o un adolescente viene condotto in età precoce alle massime prestazioni nella sua categoria, non è affatto certo che, da adulto, riuscirà ancora a migliorarsi ed a restare al vertice.
    La scienza sportiva ha già da tempo decretato i tempi ed i modi del procedere con i ragazzi in fase evolutiva, da questi dettami si evince che fino a 10-11 anni l’addestramento trova terreno fertile ed agisce fortemente sulle qualità coordinative, ed in questo il tennis è di per sé una attività sportiva che si autoalimenta incentivando prerequisiti fondamentali quali l’equilibrio, il ritmo, la coordinazione oculo-manuale e podalica, la coordinazione ideomotoria e sensomotoria,ecc…, dai 12 anni in avanti, anche per l’intervento naturale dell’accrescimento, attraverso un allenamento organizzato, utilizzando ricchezza di mezzi, carichi adeguati e progressivi si migliorano decisamente le qualità condizionali (velocità, resistenza, forza e mobilità articolare), ed in combinazione con le qualità coordinative si sviluppano una serie ampia di abilità motorie. Sempre in questa fase è possibile meglio che in altre epoche della vita sportiva, l’apprendimento della strategia e della tattica di gioco, ed in ultimo ma non ultimo, si riesce a canalizzare al meglio l’equilibrio mentale che il gioco, pardon, lo sport tennis esige.
    Alla luce di quanto ormai dovrebbe essere arcinoto, se non c’è il rispetto delle fasi biologiche dell’accrescimento e dell’apprendimento, se si sconvolgono le tappe del processo educativo e si è alla ricerca del risultato sportivo precoce, molto spesso l’esito di questi comportamenti, produce risultati fallimentari sulla carriera e sulla personalità del potenziale tennista di alto livello.
    Certo, ci sono le eccezioni.
    Certo, la tentazione di voler bruciare le tappe per creare il giovane campione è grande.
    Ma i bambini e gli adolescenti sono tali, e non UOMINI IN PICCOLO!
    Sarebbe auspicabile affidarsi da subito a personale specializzato, competente ed esperto e a volte avere anche uno straccio di laurea in uno dei settori sportivi e dell’educazione fa la differenza!.
    …ma questo lo dicevo e scrivevo già venti anni fa!

  246. Elettra scrive:

    Enzo Lo Iacono, ha perfettamente ragione se ho un mal di denti vado dal dentista e se voglio fare la SAT mi aspetto una scuola di addestramento tennis e non un giardino di infanzia.
    Se faccio l’agonistica mi aspetto un maestro che sappia almeno quali siano i circuiti giovanili regionali non gli ETA, che ci stiano solo i ragazzi che fanno i tornei e magari divisi per livello di gioco e non per disponibilità oraria.
    Mi aspetto anche che chi non si vuole allenare seriamente venga sbattuto fuori dal campo ed impari a rispettare gli altri, insomma mi aspetto tutte quelle cose che un professionista dovrebbe garantire.
    Sono certa della sua buona fede e della sua professionalità, ma dovreste fare un pò di ordine al vostro interno, perchè non siete tutti uguali e la maggior parte vendono servizi e professionalità che non hanno. Ecco perchè sarebbe utile che la Federazione indicasse chiaramente regione per regione, in quali centri si può fare una SAT ed un’agonistica seria.
    Sono felice di sapere che lei rispetta i suoi ragazzi e non sostengo l’anarchia finalizzata al nulla, semplicemente credo che ognuno debba essere allenato assecondando le sue inclinazioni naturali.
    Alcuni suoi colleghi, con cui ho avuto il dispiacere di far lavorare mia figlia, ritengono che l’impostazione debba avvenire secondo uno schema predefinito e rigido, di cui naturalmente sono gli unici depositari.
    Esistono Federer e Nadal, uno dei due sarebbe stato scartato in queste scuole.
    Mia figlia istintivamente e per emulazione utilizza tutto il tennis, anche quello che nessuno le ha insegnato, non puoi farla giocare in stile Sharapova perchè è diversa, probabilmente non diventerà come la Mauresmo o la Henin, ma caspita insegnale tutto.
    Il suo maestro sosteneva che una femmina può arrivare in seconda categoria senza le volee, su cui ha fatto ben due lezioni in un anno, lei concorda? Salvo poi lamentarsi che in doppio non rendeva sotto rete.
    Quanti genitori coach in meno e quanti maestri disoccupati se ognuno facesse il suo .
    Da quando è in accademia mi limito a chiederle su cosa ha lavorato e perchè e la cosa sconvolgente è che lei mi risponde, lo sa, hanno un progetto e lavorano insieme.
    Jho, da Vavassori, i costi variano a secondo del programma scelto, sicuramente è molto più conveniente di Mouratoglou ed anche di Valencia che non è troppo cara.
    Nikolik, mio figlio spende €260 l’anno per giocare a basket gli danno la divisa e lo accompagnano alle partite, nel vivaio di una squadra di serie A e non è certo una promessa.
    Mia figlia quando ha iniziato spendeva €240 al mese per giocare a tennis due volte la settimana 1 ora in gruppi di 4, €20 il campo per giocare con l’amica od il papà facendo 15 km perchè era l’unico campo in cui si poteva giocare senza associarsi, €600 comprare 1 ora nel cicolo d’inverno, €1000 per associarsi d’estate, gli sconti agli under €250 più la scuola funzionano solo fino alle 17 ed i bimbi escono da scuola alle 16,30.
    Parliamo di iniziare a giocare e non costruire un campione, se all’estero spendono uguale forse non sono così poveri quelli che giocano.
    Quanto ai sacrifici, mia figlia a 13 anni si alzava alle 5,30 del mattino per andare a studiare nella stessa città dove giocava a tennis, tornava a casa alle otto di sera e studiava fino alle 11, non ha mai avuto un fidanzato e non vede le amiche, perchè il sabato e la domenica ha i tornei, basta questo per farla diventare una campionessa? allora posso stare tranquilla.
    La Sharapova a 8 anni era da Bollettieri, la Ivanovic a 12, Jan Silva a 4 da Mouratoglou, credi davvero che siano andati via da casa senza soldi a fare tornei per farsi notare?

  247. salvatore buzzelli scrive:

    Non capisco come mai non viene messo in linea un mio post di ieri sera. Lo riscrivo nella sostanza:
    guardando nel sito di Miccini (www.giacomomiccini.com/news.html) ho trovato questo articolo del Corriere dell Sera che deve far riflettere: emblematico e triste nello stesso tempo.

  248. Archipedro scrive:

    Stefano Grazia, é ottimo che in questo sito vengano sistematizzate quelle nozioni “fisiologiche” che tutti i preparatori atletici (ma anche i maestri di tennis) dovrebbero aver appreso e fatte proprie.
    Io vorrei aggiungere che, in occasione degli infortuni, spesso ci si concentra troppo, o solo, sulle variabili da te descritte senza ragionare a sufficienza sui fattori ambientali che incidono sulla qualità dell’allenamento. Tra questi, faccio un esempio banale, l’adattamento del sistema scheletro-motorio alle diverse superfici d’appoggio dei piedi (passaggio dalla terra all’erba nel tennis, dal parquet al linoleum nelle palestre…).
    Nel caso del tennis italiano si dice spesso che l’allenamento sulla terra rossa penalizza i ragazzi in relazione ai colpi. Quasi mai si ragiona, da quel che vedo, sul diverso modo in cui il corpo lavora da un punto di vista bio-meccanico.
    Tutti i miei amici tennisti di lungo corso sono palesemente condizionati dall’idea che si può far abbassare il baricentro del corpo, in occasione d’un recupero, con una semplice scivolata. Chiedere loro la “difesa a terra” tipica della pallavolo, o di tenere le gambe come faceva Edberg a rete, é impossibile…
    Neppure sarebbero mai in grado di fare una banalissima capriola…

  249. Jho scrive:

    Grazie per la risposta Elettra

    Da Mouratoglou ha fatto uno stage ? Come vi siete trovati ?
    Di quale accdemia parli a Valencia ?

    Saluti

  250. Nikolik scrive:

    Dal sito di Miccini, riportato dal Prof. Buzzelli, e dall’articolo ivi inserito, emerge che la Federazione ha dato a Miccini 30.000 Euro nel 2007.
    Senza parole.

  251. stefano grazia scrive:

    Elettra 1-Lo Iacono 0.
    Palla al centro.
    No, scherzi a parte, Enzo: tu che sei stato anche critico nei confronti di FIT e colleghi quando pensavi fosse necessario, non puoi negare che non sempre viviamo ad Utopia. Comunque tornando ad Elerttra, in due degli 11 Riassuntoni ecco cosa scrivevo diversi mesi fa riportando in tre diverse occasioni il pensiero del mio compagno d’avventure bloggistiche:
    PRIMO ESTRATTO:
    ’Irrompe MAX piu’ che mai MAD: ‘la colpa è soprattutto della federazione perchè nn fa l’unica cosa che dovrebbe fare: INFORMARE DICENDO LA VERITA’:COSA DOVREBBE FARE? SEMPLICISSIMO: RISCRIVERE I 10 COMANDAMENTI DICENDO COME STANNO VERAMENTE LE COSE:1) CHI VUOE GIOCARE A TENNIS PER DIVERTIRSI VADA NEL CIRCOLO + VICINO A CASA 2) CHI VUOL PROVARE A FARE AGONISMO SCELGA IL CIRCOLO + VICINO A CASA A SECONDA DELLA VALUTAZIONE DI MERITO DA NOI ESPRESSA (segue valutazione con 1,2 fino a cinque stelle,tipo Guida Michelin) 3) PER CHI VOLESSE FARE AGONISMO ABBIA BEN CHIARO IN PARTENZA CHE IL TENNIS E’ UNO DEGLI SPORT + FATICOSI E DIFFICILI CHE ESISTANO E LE PROBABILITA’ DI RIUSCITA SONO DIRETTAMENTE PROPORZIONALI ALL’IMPEGNO ED ALLA FATICA PROFUSI 4) TRA I MIGLIORI 8 DI OGNI CATEGORIA NE VERRANNO SCELTI 4 A CUI VERRANNO DATI DEI CONTRIBUTI IN DENARO E LE SCELTE VERRANNO FATTE IN BASE AL FISICO ALL’ANNO DI NASCITA AL TIPO DI GIOCO E SOPRATTUTTO IN BASE ALL’IMPEGNO IN ALLENAMENTO IL CARATTERE ED IL COMPORTAMENTO IN CAMPO E FUORI
    IL PROBLEMA PERO’,conclude ormai senza voce Mad Max, E’ CHE POI LA FIT AD UN CIRCOLO DI GROSSE DIMENSIONI CON DIRITTO DI MOLTI VOTI NN DARA’ MAI ** DI MERITO ALTRIMENTI I VOTI LI PERDEREBBE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    SECONDO ESTRATTO:

    17)GUIDA MICHELIN DEL TENNIS__Il 21 marzo per l’ennesima volta max chiarisce il suo pensiero sulla Famosa Guida Michelin : il mio pensiero è ben più articolato, aperto a tutti e con lo sguardo rivolto a 360°, ma soprattutto non ha assolutamente come scopo quello di discriminare i maestri meno qualificati anzi l’obbiettivo sarebbe quello di costruire un’industria tennistica basata sulla divisione dei compiti a secondo delle specializzazioni specifiche in modo che si possano creare varie, importanti, ma diverse figure tecniche, cosi chè i vari coach/maestri/circoli possano cooperare tra loro invece di farsi la guerra come succede ora e gli unici che ne resterebbero penalizzati sarebbero i fancazzisti. questa ristrutturazione radicale e strutturale avrebbe anche come obbiettivo la riqualificazione oltre che del settore anche e soprattuto quella del maestro di tennis che potrebbe così tornare ad essere l’attività elitaria degli anni ‘80. mi spiego meglio:nella tanto vituperata guida michelin, il riconoscimento delle five stars non ci sarebbe solo per i migliori coach/preparatori/accademie ad indirizzo agonistico (che comunque potrebbero essere frequentate solo dall’under 10 in poi e quindi i bambini dai 5 a 9 anni dovrebbero andare nei circoli che le stesse accademie sponsorizzerebbero in base alla certezza di ricevere poi degli atleti adeguatamente preparati al “salto”) ma anche per i circoli che appunto avrebbero il compito da una parte di preparare all’ingresso nelle accademie i ragazzi migliori lavorando molto sulla tecnica (che per molto tempo è stata trascurata per far divertire i bambini e anche a livello agonistico o si è tralasciata per dare più spazio al tira e corri o si è dovuto perdere un sacco di tempo per correggere dei difetti spesso ormai troppo radicati) e sull’ abitudine a fare preparazione fisica (e non come succede in molto circoli dove l’ora di fisica si riiduce ad una partitella di calcio in palestra per i maschi ed ad una lunga chiaccherata tra le femminucce), basilare oltretutto per lo sviluppo di molte capacità e dall’altra quella di divertire i ragazzi che vogliono solo fare un po’ di sport o prendersela con più calma seguendo maggiormente l’andamento biologico (senza che vengano costantemente umiliati da bambini di 3/4 anni più piccoli ma più portati o semplicemente più allenati). e nel futuro, questa fascia potrebbe diventare importantissima per il cambio generazionale dei maestri, in quanto nel caso che una parte di questi si appassionassero veramente al tennis potrebbero comunque raggiungere la classifica sufficiente per poter accedere ai vari corsi maestri che per un ceto non elevato (che sarebbe presente dopo che un’accurata campagna d’informazione gli ha illustrato di poter tranquillamente sostenere i costi di una SAT ) e dal momento in cui il maestro venisse riqualificato diventerebbe un’ottima opportunità lavorativa. questa divisione poi eviterebbe che ragazzi con obbiettivi diametralmente diversi si pestino in continuazione i piedi creando problemi di gestione ai circoli, problemi poi che alla fine si ripercuotono sui ragazzi che finiscono per allenarsi poco (gli agonisti) o relegati in 20 su un campo (gli altri) con il rischio costante di dare o prendere una racchettata al/dal compagno troppo vicino. non ci sarebbero neanche problemi o rivalità di carattere economico (da una parte la qualità, dall’altra il numero) e forse per la prima volta tutti remerebbero dalla stessa parte potendo alla fine prendersi la propria parte di merito visto che giustamente molti ambiscono anche ad un po’ di gloria.. ovviamente ci sarebbe ancora molto da scrivere certo è, che concedendo anche la buona fede alla dirigenza attuale, fino a che non ci saranno cambiamenti strutturali, tutto ciò che viene fatto avrà e verrà percepito solo come un palliativo e questo anche a significare che per certe mansioni l’onestà, anche quando c’è, non è sufficiente…

    TERZO ESTRATTO (rispondendo a Nikolic che dice che l’unica via da seguire e’ quella privata, di Mad Max appunto):

    Il Mad MAX FURIOSO invece gli risponde sempre urlando (e scandalizzando forse Angelica un po’ fanatica di netiquette): ‘LA FIT NN DEVE FARE QUELLLO CHE FACCIO IO!!! DEVE SOLO DIRE E FAR SAPERE A CHIUNQUE SI AVVICINI AL TENNIS CHE QUELLA E’ LA STRADA DA PERCORRERE SE SI VUOLE ARRIVARE AL TOP E DEVE FAR SAPERE TRAMITE UNA GUIDA MICHELIN DEI MAESTRI/CIRCOLI/ ACCADEMIE/ PREPARATORI ATLETICI CHI E’ IN GRADO E CHI E’ ABILITATO A FARLO. PUNTO. QUESTO INTANTO CREERA’ UN RAGGRUPPAMENTO DEI MIGLIORI CHE LI AIUTERA’ A PROGREDIRE ESSENDO SEMPRE IN COMPETIZIONE CON TENNISTI DI ALTO LIVELLO, NN FARA’ PERDERE TEMPO E DENARO PREZIOSO A CHI HA DELLE ASPIRAZIONI, NN PERMETTERA’ A PERSONE POCO SERIE DI SFRUTTARE LA SITUAZIONE RISCHIANDO INOLTRE DI ROVINARE MOLTI RAGAZZI, DIVENTEREBBE FACILISSIMO E COMODISSIMO MONITORARE I TALENTI POTENDOLI TROVARE TUTTI NELLE POCHE STRUTTURE ACCREDITATE E ALLO STESSO TEMPO UNIRA’ CHI INVECE GIOCA SOLO PER DIVERTIRSI. DOPODICHE’ OVVIAMENTE LA FIT DOVRA’ PENSARE A FARE LA GIUSTA PROPAGANDA COME FANNO TUTTE LE ALTRE FEDERAZIONI SPORTIVE E POTRA’ PENSARE A COME POTER AIUTARE I MIGLIORI…ALTRO NN E’ RICHIESTO!!!!!!!

    Tutto questo,e anche molrto di piu’,se non foste dei pigroni, lo potreste trovare negli 11 Riassuntoni nell’Archivio del Blog alla voce Junior World : Genitori e Figli (Si consiglia di fare un bel copia e incolla su World e leggerseli poi a sera, accanto al focolare, nelle lunghe sere d’inverno. Solo i Riassuntoni, non tutti i 4000 posts, quelli sono solo per affiliati e per ADC, l’unico che ha passato due giorni interi sulla spiaggia a leggerseli tutti e ancora non si e’ ripresao del tutto!).
    MA NON VI PREOCCUPATE: nei prossimi articoli di G7F_New Season riprenderemo anche questi argomenti come pure quello che sta tanto a cuore al Vaffantennista Andrew, Associazione Sportiva vs Circolo.
    Sabato pero’ parleremo terra terra di quel che si fa sul campo e spero che Buzzelli, Baraldo, Lo Iacono, magari Stefar (Chi l’ha visto?), partecipino anche loro insieme a tutti noi .in quello che si preannuncia, come direbbe Mauro, un brain storm ai limiti dell’epilessia…

  252. stefanobaraldo scrive:

    sono completamente perso nel lavoro qui ad Arezzo…settimana infuocata. trovo 5 minuti per dire un paio di cose.
    @Doc. non ho mai detto di dire il contrario, nei giorni scorsi mi ero impuntato proprio su questo: in non dicevo il contrario, ma mi si venivano attribuite idee contrarie…ergo mi sono infervorato.
    Grandissimo valore nel blog!!!

    Ho sentito il Professore (buzzelli) e mi ha detto che sembrerebbe che Miccini abbia serissimi problemi all’anca… non vado oltre perchè credo se ne discuterà moltissimo di qui a poco. e in realtà se ne sa poco e niente.
    cmq la notizia mi rattrista molto per tantissimi motivi.

    Nella mi pratica della Praparazione fisica del Tennista il “circuito destrezza” è un elemento centrale. insostituibile. dal bambino al Professionista. ne cambieranno solo “Densità” (rapporto tra tempo dell’esercizio e recupero) e “Volume” (quantità/tempo). Più avanti cercherò di approfondire anche questo.
    Potito in questo primo microciclo settimanale del mesociclo preparatorio sta svolgendo un circuito destrezza da circa 30″ con recupero di 30″ (allenamento intermittente) x 8′ x 3set con macropause di 5′ dove facciamo solo esercizi di equilibrio sulla trave ed elevazioni del bacino da supini per il rinforzo di glutei e flessori.
    questa settimana 3 sedute di circuito, 1 di 20′ di continuo sali e scendi sui gradoni del campo (8gradoni); 2 di 6×6 in palestra con metodo contrasto tra le serie per la Forza Massima (3 esercizi per la parte superiore, 4 per quella inferiore)

    dai vado a lavorare…so di esser stato come al solito anche troppo sintetico..mi aspetto domande?!

  253. stefano grazia scrive:

    Grande Stefano B che dall’azzurro empireo della filosofia scende sulla terra e ci dice in pratica quello che fa con il suo piu’ illustre allievo e tutto questo QUI, sul nostro Blog! In pratica anticipando il mio pezzo di sabato dove,ahime’, diro’ cosa faccio io, padre sciagurato, con mio figlio,12 anni a febbraio, quindi classe 97. E’ li’ che mi aspetto che un po’ tutti, genitori, figli, addetti, professori, giorgi giorgi dicano la loro, comparandoci in allegria (anche qualche insulto da bar se detto con affetto e’ accettato).

    Per il momento vorrei tornare a Miccini e confermare che finche’ non se ne sa di piu’ e’ perfettamente inutile creare allarmismi…Sto cercando di saperne qualcosa dai miei informatori segreti in quel di Bradenton ma il fatto che gia’ si dica che riprendera’ nel 2009 direttamente con i tornei pro non mi sembra un dato negativo … Piuttosto sarebbe interessante sapere chi l’ha deciso e se questa decisione e’ presa in accordo con la FIT … La storia dei 30.000 euro, Nikolic, era risaputa…I primi due anni papa’ Miccini sborso’ di suo sui 70.000 euro ad anno fra academy, scuola, vitto,viaggi … La cifra era riportata mi pare da Ubaldo… Comprarono anche casa… Poi si parlo’ di un rientro all’ovile, quest’estate sembrava che a Bradenton non tornasse nessuno degli Italiani e la notizia, unita al crollo dell’economia statunitense che aveva portato sull’orlo del fallimento l’IMG Academies che aveva investito pesantemente sul mercato immobiliare, dava da pensare… C’erano voci di pesanti tagli e ristrutturazioni e se ricordate ve ne parlai in un mio posts lo scorso agosto, al rientro dalla Florida…
    Invece mi sembra che, sia pur seguito da tecnico italiano, Miccini era rientrato a Bradenton… Del resto lui non ha mai fatto mistero di preferire la Bollettieri perche’ pur elogiando in tutti i modi Tirrenia insisteva nel dire che le opportunita’ che gli offriva l’Academy di giuocare ogni giorno coi migliori (dai suoi coetanei a Nishikori passando per la Vaidisova a cui rifilo’,sotto gli occhi di mia moglie, un 60 un anno ) non gliele poteva offrire nessun altro posto… Mi piacerebbe sapere se e’ gia’ partito il gioco al massacro di chi accusa chi o se invece e’ tutto sotto controllo, e’ una piccola cosa, un inconveniente o tutt’al piu’ una fatalita’…
    Sul no comment di Nikolic sui 30.000Euro … Ammesso e non concesso che la cifra sia quella giusta e ricordando che comunque il padre nei primi due anni aveva speso il doppio, probabilmente gli hanno dato quanto gli sarebbe costato farlo allenare a Tirrenia… Avessero fatto questo ragionamento, mi toglierei tanto di cappello … Ovviamente lui in cambio avrebbe giocato quei 4-5 tornei di categoria a squadre e non importanti … Non ci trovo nulla di cosi’ scandaloso. E voi?

  254. Nikolik scrive:

    Non ho detto che la questione dei 30.000 Euro è scandalosa, Stefano.
    Ho solo detto che sono senza parole.
    E ora dico che sono, umilmente, completamente d’accordo con quanto ha dichiarato Fanucci al nostro Anto. Sono d’accordo su ogni singola parola.

  255. Elettra scrive:

    Stefano Grazia, ho letto i riassuntoni, concordo e sottoscrivo tutto solo che volevo sfogarmi, spero di non risultare troppo polemica anche perchè il maestro Lo Iacono è stato estremamente cortese e misurato con me.
    Jho, da Mouratoglou abbiamo fatto il test per l’ammissione e ci siamo trovati molto bene, solo che è impossibile mangiare e prima che intervenga Nikolik, preciso che non mangiavano gli italiani, i russi, gli inglesi, i sudafricani ed i cinesi, onestamente non so gli argentini (N. non offenderti era una battuta).
    Sulla scheda di valutazione tutti i ragazzi hanno espresso una valutazione positiva sull’accademia e più che negativa sul cibo e non è elemento secondario, perchè l’accademia è isolata ed il supermercato più vicino è a 15 Km, i ragazzi non possono accedere al bar perchè il dietologo non vuole, allenarsi 6 ore al giorno a stomaco vuoto non è facile, i genitori la sera hanno lo stesso trattamento ma a pranzo si strafogano al ristorante. Occorre avere la macchina e si comunica solo in inglese e francese, nessuno parla italiano.
    Al termine del test ti rilasciano una relazione molto dettagliata su pregi e difetti, nonchè sul lavoro che dovrebbe fare per migliorare, nel nostro caso hanno fotografato perfettamente la situazione.
    A Valencia c’è l’accademia dove si allenano la Errani, la Safina, Safin ed Andreev, il sito si chiama Tennisval ed è una bella struttura, l’abbiamo solo vista e non frequentata.
    Spero di essere stata utile.

  256. Roberto Commentucci scrive:

    Beh, io dico che bisogna mettersi d’accordo: qui prima da più parti si accusa la FIT di voler imporre il suo modello di crescita, della serie o vieni a Tirrenia e fai come ti diciamo noi o niente… E ora la si critica per aver dato a Micini 30.000 euro da girare a Bollettieri, anziché ai tecnici italiani. Sembra che Nikolik sia preoccupato per la bilancia dei pagamenti, lasciando intendere che avrebbe preferito che quei soldi fossero rimasti in Italia, magari a Fanucci. Beh, uno potrebbe obiettare che Fanucci, se vuole essere preferito a Bollettieri dalle famiglie, cominci intanto a dimostrare qualcosa, poi se ne riparla…
    Per quanto ne so, e come dimostrano le vicende Miccini e Giorgi, mi pare che i federali abbiano affrontato i problemi con una certa dose di pragmattismo, senza voler imporre soluzioni preconcette, rispettando le scelte dei singoli, se caratterizzate da qualità. E Bradenton e Mouratoglu sono scelte di qualità, su questo non ci piove. Miccini l’anno scorso, prima del brutto 2008 che ha avuto, a 15 anni era n. 24 della calssifica ITF, nessun altro italiano è mai stato capace di tanto. Assurdo rimproverare alla FIT di aver investito sul ragazzo 30.000 euro per pagargli parte delle spese di Bradenton.
    A me della vicenda di Giacomo semmai l’unica cosa che non mi convince è il fatto che nell’ultimo anno e mezzo non si sia trovato in sintonia con nessuno dei tecnici dell’Academy, fra cui Ariel Gaitan, quello che aveva seguito Nishikori, e che alla fine abbia optato per Enrico Slomp, portandoselo a Bradenton.
    Ora speriamo che questa cosa dell’anca non sia così grave, anch’io sto cercando di saperne di più.
    Tornando alle diverse modalità di aiuti federali, esistono anche alcuni ragazzi che, pur essendo seguiti e supportati dalla FIT, a Tirrenia vanno solo per raduni o in particolari circostanze, e continuano a stare a casa loro con il loro coach. Ad esempio, nella classe ‘94, fra i maschi, abbiamo 3 ragazzi molto promettenti: Maccari, Mastrelia e Palma. Il primo, che è di Badia San Salvatore, da quest’anno è stabilmente a Tirrenia. Gli altri due, che sono campani, hanno deciso di restare ad allenarsi a casa loro, e vanno a Tirrenia ogni tanto, anche se la programmazione e le metodologie di allenamento sono concordate con i tecnici federali.
    Insommma, io non so se avremo buoni risultati. Ma mi pare di poter dire che alla Fit sotto questo aspetto vada riconosciuto di aver adottato un approccio pragmatico, e non inutilmente rigido e burocratico.

  257. NIPA scrive:

    Un ciao a tutti!

    Grandissimo DOC….”terra terra”…mi va benissimo!!!

    @Elettra, mi piacerebbe approfondire l’argomento della tua scelta!
    Prego la redazione di rendere disponibile ad Elettra la mia email.

    Visto che sono un “vecchio” del blog, vorrei riprendere un vecchio argomento e forse un mio attuale cruccio!!

    Riporto così come erano stati scritti (eh! eh! ho tutto sul mio desktop!!)

    Scriveva l’amico Max il 14 dic 2007 :
    …programma di mmia figlia:
    lun 3 ore tennis + 2 ore prep atl
    mar 3 ore tennis
    mer 2/3 ore di tennis s(olo tecnica)+2 ore di prep atl
    gio 3 ore di tennis
    ven 3 ore di tennis+ 2 ore di prep atl
    sab 2 ore di tennis
    dom riposo
    quando nn ci sono tornei partite o altro fa un mini scarico di 2 gg aggiungendo alla domenica anche il sabato di riposo.quando gioca in torneo la mattina fa solo 1 oretta tra riscaldamento fisico e tennis
    con questo programma sono tutti d’accordo (mi dicono cmq che siamo al limite max da nn superare visto che tra qualche anno ci sarà da aggiungere qualcosa..) devo dire poi che seguendola io praticamnete tutti i gg nn ho notato mai nessun segno di affaticamento particolare soprattuto quando faccio il mini recupero di 2 gg.
    esattamente mia figlia (era, ndr) è 1.41×27kg

    Scriveva Andrew lo stesso giorno:
    il programma di mio figlio (9 anni, 148×35kg), è questo:
    lunedi: scuola fino a 16:30 - 1/30 di hockey pista
    martedi: scuola - nonni - 2 ore di hockey pista
    mercoledi: scuola - compiti - 1/30 di tennis
    giovedi: scuola fino a 16:30 - compiti - palleggi a muro in taverna assortiti
    venerdi: scuola - compiti - 1/30 hockey pista
    sabato: pigiama - palleggi taverna a-la-come-ti-pare (con racchette di dimensioni e materiale diversi) - televisione o uscita
    domenica: pigiama - palleggi - TV - partita campionato hockey

    e scriveva il mitico Doc il 15 dic 2007:
    …….Sul numero di ore di allenamento della Figlia di Max e per chi ne avesse voglia di andare a controllare di Quinzi, non so che dire… ……. …Da Bollettieri si allena adesso anche 7-8 ore (ovviamente il figlio, ndr) ma durante la Scuola sara’ difficile fare un’ora di tennis + 45 minuti di Prep Atletica…Io poi voglio che faccia altri sport (nuoto,calcio,karate’…)e che,oltre a frequentare altri amici e magari anche perfino giocare poco pochino alla Play Station, suoni anche un po’ il piano…ma potrei considerare anche queste cose come parte integrante della Costruzione di un Campione, che ne dite?

    …e io aggiungo, ora, dopo appunto, migliaglia di posts ed un anno COSA NE PENSIAMO?!?!?! e soprattutto ne pensano gli addetti al lavoro?

  258. Nikolik scrive:

    Ma, Roberto, al contrario.
    Io non critico certo la Federazione per la faccenduola dei 30.000 euro, ci mancherebbe.
    Roberto, guarda che è qualcun altro, in questo blog (anzi, quasi tutti gli altri), che critica la federazione, brutta sporca e cattiva.
    Poi si vengono a sapere questi piccoli particolari, così, per caso, come la faccenduola dei 30.000.
    Quindi, Roberto, sono senza parole sì, quando si dipinge la federazione, come si è sempre dipinta qua dentro, come quella che non solo non aiuta nessuno ma, addirittura, “sarebbe già bene se non ostacolasse” (questa storia che andrebbe già bene se la federazione non nuocesse, addirittura, a chi vuol diventare campione, è un cavallo di battagòlia, qua dentro, in questo blog, ripetuta più volte).
    Quindi, senza parole, prendo atto di questa piccola storia dei 30.000 e spero ne prendiate atto anche voi.

    Certo, mi sorge spontanea una domanda: ma rimarrò senza parole quando, tra qualche anno, magari anche Miccini rifiuterà una convocazione in Davis, e qualcuno troverà il coraggio di dire che avrà anche ragione (eh, sì, perchè se i rapporti tra aspiranti campioni e federazione son questi, ci vorrà un bel coraggio)?
    Metto le mani avanti e, sì, fin d’ora prevedo che rimarrò senza parole.

    Certo, com’è brutta sporca e cattiva questa federazione, che se ne frega dei giovani aspiranti campioni…che, anzi, li ostacola, come dite voi Genitori…
    Lo vedo come ostacola, la federazione: a botti di 30.000 Euro all’anno.
    Per favore, trovate qualcuno che ostacola anche me, alle stesse condizioni?
    Io mi propongo, fin d’ora, per essere ostacolato, a botti di 30.000 Euro all’anno.

    Ah, certo, Roberto, comunque è anche vera una cosa: se io fossi un coach italiano, Roberto, ce l’avrei a morte con la Federazione. A morte.
    E, permettimi di dirlo, con molte ragioni.

  259. stefano grazia scrive:

    D’accordo con Roberto.
    Torno per un attimo a Fulvio e Nikolic che voglio ringraziare per la stima e l’affetto e la comprensione riguardo ai “Sacrifici” che Federazione o non Federazione alla fine ti toccano, e secondo me non siamo che agli inizi. Fulvio dice una cosa molto giusta secondo me sottolineando l’importanza dell’imparare a saper stare da soli. E del saper arrangiarsi. Nicholas per esempio parte molto avvantaggiato (una vita all’estero, poca attenzione al significato della parola nostalgia, 3-4 lingue in saccoccia e facilita’ ad impararne delle altre) ma non e’ tutt’oro quel che riluce. Abituato a vivere una vita in prestito in un mondo dorato dove esistono servitori,nannies, autisti, raccattapalle e caddy a poco prezzo e dove sotto l’ombrello protettivo e il controllo della Grande Compagnia in pratica non fai piu’ nulla, dai biglietti d’aereo al cambio di una gomma, il rischio e’ anche quello di ritrovarsi come sperduto dalla vera jungla alla jungla quotidiana…
    Per questo stiamo cercando di sviluppare il suo senso organizzativo (con risultati ahime’ poco entusiasmanti: perche’ Jungle Boy e’ troppo furbo e diventera’ responsabile solo quando sara’ veramente costretto, necessario, indispensabile…in pratica quando non ne potra’ fare a meno… Inutile che io lo mandi fuori dal campo se scaglia racchette, dice parolaccie o lancia palline fuori dal campo o contro la rete col rischio di colpire qualcuno…Non lo fara’ piu’ solo quando l’arbitro in partita ufficiale gli dara’ un penalty point … Anche questo sara’ l’argomento di uno dei prossimi articoli… Personalita’ o Maleducazione? This is the question …
    Comunque di personalita’ ce ne vuole molta.
    Piuttosto, Fulvio, poi ci sono quei momenti in cui tuo figlio ti telefona dal RG e ti dice: io vi adoro per avermi fatto fare questa vita”, che ti ripagano di tutto…

  260. maxdauria scrive:

    Meno male che Stefano B. è tornato altrimenti dicevano che l’avevo fatto scappare…

    Per il resto devo dire che si nota comunque in giro una maggior consapevolezza ed attenzione su cosa serve realmente ad un bambino/ragazzo e c’è anche un miglioramento generale delle attività proproste.

    Allo stato attuale delle cose però anche i genitori devono migliorare visto che non possono ancora fidarsi ciecamente del sistema.

    Perchè dico questo? Perchè ad esempio leggo Elettra (comprensibilissimo il suo sfogo) dire ad un certo punto:

    Quanto ai sacrifici, mia figlia a 13 anni si alzava alle 5,30 del mattino per andare a studiare nella stessa città dove giocava a tennis, tornava a casa alle otto di sera e studiava fino alle 11, non ha mai avuto un fidanzato e non vede le amiche, perchè il sabato e la domenica ha i tornei, basta questo per farla diventare una campionessa? allora posso stare tranquilla.

    Elettra purtroppo questi non sono sacrifici, nel resto del mondo (e noi è con quelli che dobbiamo fare il paragone) questa è la normalità e finchè i genitori italiani non lo capiscono non si andrà da nessuna parte.. Io penso che i vari coach/preparatori atletici italiani non abbiano per molto tempo sentito il bisogno di aggiornarsi anche perchè non avrebbero mai potuto lavorare nela manierà necessaria altrimenti si sarebbe chiamato subito il telefono azzurro…(ovvimaente non è solo questo il motivo anzi ma comunque tanto la richiesta di altro non c’era…)
    Parli dellla Ivanovic… Lei per forza si doveva alzare a quell’ora poichè nella piscina (sul fondo avevano appoggiato un tappeto) dove si allenava dopo le 9 non poteva più starci dato che cominciavano i bombardamenti…

    Essendo il tennis ad alto livello diventato una professione i sacrifici sono altri e non solo i ragazzi devono farli ma anche i genitori che li seguono (almeno finchè li seguono) e che invece non sempre possono farlo per via del lavoro…

    Ti faccio il mio esempio: un anno e mezzo fa mi sono trasferito sul Lago D’Iseo (ma fortunatamente lavorando sul pc essere a Parabiago Sarnico o Bradenton è la stessa cosa), ho affittato una palestra dove 3/4 volte la settimana lavoriamo con mia figlia (in più di quello che fa in accademia che da come ho capito è la stessa di tua figlia), due volte al mese facciamo 200 km per portarla da Catizzone ai controlli ed un paio di volte l’anno la porto a fare una video analisi dove lavorano solo con lei su tutti i colpi, per non parlare poi della continua ricerca di nuovo sapere che ci ha portato ad esempio grazie a questo blog alla conoscenza ed al confronto con Fulvio Fognini Piatti e Sartori… Ti garantisco che se poi se le qualità ci sono, per farsi notare non c’è bisogno ne di tornei ne di andare a Bradenton poichè chi guarda e chi cerca baby campioni in giro c’è sempre…

    N.B. Se sei a Palazzolo fammi sapere chi sei!!

  261. maxdauria scrive:

    Ovviamente visto che di quello tratterà, aspetterò la pubblicazione del nuovo articolo per entrare nei particolari del programma di mia figlia, ora preciso solo che i giorni in cui fa atletica le tre ore di tennis sono divise in 90 minuti di tennis in genere e 90 minuti di tecnica specifica sui colpi perciò molto meno faticosa ed anche molto più divertente e varia..

  262. andrew scrive:

    Cose non paragonabili?

    Contributo FIT per Miccini: 30.000 euro annui

    Spesa circolo per serie A: 150.000 euro annui

    x NIPA: sembra che tu abbia scelto gli estremi tra un’ampia gamma di programmi di allenamento…

    Adesso Alessandro ha compiuto 10 anni e il programma di allenamento tennistico risulta addirittura e apperciocché RADDOPPIATO!! (nonché si svolge su campi pubblici e quindi in un ambiente consono allo sport senza tentazioni su marca di racchetta o abbigliamento).

    Restando immutato l’impegno hockeystico, al quale è stato aggiunta un’ora di atletica dalla società hockeystica, il programma tennistico è:

    2 ore il mercoledì e 2 ore il venerdì con il CCV (che fa rima).

    La prima ora sono in 2, la seconda in 4. La superficie invernale è forzatamente un tappeto veloce d’estate ma che d’inverno, causa indurimento dal freddo, è ancora più veloce (quando tornerà sull’erba sintetica, credo colpirà la palla al 3° rimbalzo).

    Il suo attuale livello è quello di un bambino che colpisce con sicurezza di diritto e di rovescio (più di diritto), viene a rete e fa le volee, serve discretamente (ma sopratutto non spezza il movimento), si incazza se lo critichi ma comunque ascolta.
    Come spostamenti è una tragedia!! Sarà che è grandino per la sua età (Ha superato 1.50 e credo stia andando verso i 40 kg), ma quando corre sembra che vi sia un uomo invisibile che gli trattiene le gambe, tanto che arriva sempre prima la metà superiore del corpo.
    Nei tornei prende a pallate quelli bravini che corrono poco, prende a pallate per un set, poi cala, gioca e perde dopo due ore con quelli bravini che corrono tanto e alzano, prende pallate da quelli moooolto bravini anche se in un paio di circostanze ci ha vinto. Del 98, nella sua città insieme ad altri 2-3 bambini, è l’unico in grado di impugnare la racchetta dal lato corretto.

    Stasera vado a una serata organizzata dalla società hockeystica su “Alimentazione, bambini e sport”… Vi farò sapere..

  263. anto scrive:

    Mamma mia ragazzi, 262 post…..la banda bassotti ha colpito ancora!

  264. Mauro scrive:

    Stefano G e B, grazie per le risposte.
    Eletta, ci hai fornito notizie molto preziose.
    Andrew, non dirmi che Ale è diventato immediatamente predisposto? Aspettiamo notizie dal convegno!

    Stefano B, non è che puoi abbozzare una settimana standard di allenamenti per dei bimbi di 10 anni circa?

  265. gio92la scrive:

    Ragazzi, che ripartenza a bomba !
    Certo che “tira più un post del Doc che…”

    Purtroppo il tempo disponibile l’ho quasi esaurito nel leggere (quasi) tutto, quindi passo un’informazione che potrebbe essere utile a qualche genitore.

    Dai primi di dicembre avrà luogo a Genova e dintorni la seconda edizione del “Genoa Open Junior” manifestazione che è molto ben organizzata e che l’anno scorso già ha avuto un buon numero di partecipanti.

    Categorie U8-10-12-14-18

    Se qualcuno fosse interessato ecco il link
    http://www.teamsps.com
    e nel dettaglio
    http://www.teamsps.com/php_docs/admin_docs/Programma%20e%20regolamento%202008_2009%20con%20under%208%20e%20con%20Cus.pdf

    Mauro potresti rifarti un giretto in Liguria !

    Ciao a tutti, a presto

  266. stefano grazia scrive:

    RAGAZZI, ZITTI, BBONI: aspettate prima di dissertare sulle ore di tennis il prossimo ARTICOLO INTRODUTTIVO che dovrebbe uscire Sabato…Quest’argomento, solo quello, lo riprendiamo da li’ Sabato.
    Per il resto continuiamo pure a tutta manetta.

  267. Mauro scrive:

    Problema all’anca, avevo postato tempo fa, un articolo circa l’epidemia di operati di anca nei giovani tennisti, l’articolo era stato poi anche ripreso da Max. Si parlava della posizione open stance nel colpire, come responsabile del fenomeno. Magari non è il caso di Miccini.
    Un maestro indiano di yoga, insegnava a ruotare la gamba ad ampi cerchi. prima in senso orario con la punta del piede rivolta in basso, poi in senso antiorario con il tallore rivolto verso il basso.
    Ripetere almeno tre volte per ogni gamba a bassa velocità possibilmente prima e dopo il tennis.
    Il maestro ovviamente non faceva riferimento al tennis ma a benessere della testa del femore e dell’anca in ogni situazione.

  268. NIPA scrive:

    @ andrew
    ..e certo che la gamma è varia, ed è proprio su questo che vorrei focalizzare la Vs attenzione senza “orpelli” o “disquisizioni…ormai le CHICCHIERE STANNO A ZERO! Dopo un anno dovremmo aver capito (altrimenti SAREMO VERAMENTE DE COCCIO!!) di quello che ci vuole per AIUTARE I NOSTRI FIGLI A DIVENTARE CAMPIONI!
    Ormai dopo un anno di BRAIN STORMING vogliamo azzerarci? ovvero vogliamo trovare un punto di SINTESI?!?!

    Beh allora stabiliamo un VADEMECUM PER GENITORI. Cominciamo sul training (ad esempio le ore di tecnica e/o di atletica da dedicare).
    Poi ci potremmo focalizzare sul maestro e successivamente sull’ambiente che dovrebbe armonizzare gli sforzi di entrambi (figli-maestri-genitori).

    Proviamo a definire qualcosa, NOI qui in questo blog!

    AHHH! FINALMENTE L’HO DETTO!

  269. anto scrive:

    @Stefano Grazia, ci dai un’anteprima del prossimo editoriale……

  270. kill bill scrive:

    Roberto Commentucci
    Palma è fisso a Tirrenia. Maccari è di Abbadia S. Salvatore ( SI ).

  271. giorgio scrive:

    @ Commentucci
    Hai ragione su Mastrelia. Palma, invece, già dal 10 ottobre si allena in pianta stabile a Tirrenia! Comunque concordo con te, qualunque sia stata la scelta (libera) dei vari ragazzi (maestri, genitori, ….) di interesse nazionale, c’è molta sinergia e collaborazione tra i maestri privati e/o dei Circoli ed i tecnici della Fit.

  272. stefano grazia scrive:

    Anche Stefano B: il programma per bimbi di 10 aa (o 12 o 14) o comunque i tuoi consigli … aspetta il week end, per favore…
    Si Gio92, ben tornato anche a te…siamo ripartiti alla grande ma l’importante e’ non esaurirsi e continuare…Ovviamente i pargoli crescono, le mamme imbiancano e i papa’ diventano sempre piu’ lenti… fino all’anno scorso mi sembrava di essere ancora piu’ veloce di mio figlio ma ora mi becco due secondi in un Circuit di 15”…

    A proposito di sacrifici, ecco le parole di Felice Gimondi, uno sportivo che onestamente non ho mai tifato particolarmente-non mi era antipatico, ma seguivo di piu’ altri corridori- e che comunque mi ha toccato con quanto scrive sul Giornale parlando di come affronto’ il fatto che sulla scena ciclistica che lui sembrava poter dominare, improvvisamente arrivo’ un certo Eddy Merckx:
    “Tutto questo perché non mi sono mai arreso davanti all’evidenza, non mi sono fatto sopraffare dallo sconforto, non sono stato vinto dalla paura, ma con impegno, determinazione e abnegazione mi sono risollevato ed elevato al rango anche di Eddy. Perché l’importante nello sport e nella vita non è né vincere né tantomeno partecipare: l’importante è non arrendersi. Questo è il vero segreto di ogni sportivo e di ogni uomo che crede in quello che fa. ”
    Non c’entra molto con quanto stavamo dicendo ma mi sembra una definizione molto azzeccata dello sport: non ho mai potuto sopportare chi non s’impegna perche’ poi tanto nello sport l’importante e’ partecipare…Si, certo, ma anche e soprattutto dare in quel momento e sempre il tuo personal best, poco o molto che sia in quel determinato momento… (ricordate Kill Bill? Io non volevo farne un professionista. io volevo farne un agonista).

    Poi, dopo, a match finito, si, che tu possa trattare alla stessa maniera vittoria e sconfitta, those impostors. Ma solo dopo.

  273. Roberto Commentucci scrive:

    Un ringraziamento a kill bill e a giorgio per le utili precisazioni su Palma e Maccari.
    Quindi se capisco bene confermate che a Tirrenia ci sono fissi sia Palma che Maccari, giusto?

    Sui dati anagrafici di Federico Maccari decisamente non sono fortunato: lo vidi giocare lo scorso anno al Lemon Bowl, a Roma, mi piacque molto e ne scrissi sul blog, peraltro, sbagliandone il nome chiaamandolo Stefano, tanto che intervenne sul blog il suo babbo a correggermi…
    A proposito, Babbo Maccari, se ci sei batti un colpo anche tu…

  274. kill bill scrive:

    Roberto Commentucci.
    Si del 94 sono loro due . Mastrelia va ogni tanto .

  275. stefano grazia scrive:

    anto, e’ giovedi’ pomeriggio…dovrebbero inserirlo sabato … Pazientate che poi non e’ neanche tutto sto gran che… se mando un trailer scateno una ridda di post … Abbiamo deciso di fare un Pezzo ogni 2 settimane, nemmeno ci immaginavamo tanti posts ed e’ probabile che poi l’onda di marea si plachi, svanito l’effetto sindrome d’astinenza… Normalmente non e’ che si debba per forza seguire il Tema del mio pezzo introduttivo ma visto che manca ormai un giorno, vi chiedo di aspettare un attimino … E non aspettatevi chissa’ che cosa, e’ proprio un pezzo “terra terra” in cui mi espongo al tiro al piccione … nessun tentativo di fare ne’ letteratura ne’ giornalismo e ahime’, il rischio molto elevato di prendermi dell’incompetente e pazzo furioso … mah, intanto Quinzi, 12 aa, e’-leggo sull’home page- il numero 2 Under 14 al mondo…

  276. Roberto Commentucci scrive:

    E’ la classifica ETA, Stefano, quella europea, non quella mondiale.

    Comunque proprio oggi è uscita la graduatoria aggiornata, dove Quinzi è n. 3:

    http://www.tenniseurope.org/JuniorTennis/Jun_Te_-Rankings_U14-Boys-numercial.aspx

    Nei primi 15 ci sono solo due giocatori del 96, lui e il croato Borna Coric, che è al n. 5. Pare però che anche questo Coric sia fortissimo, ed è stato finora l’unico ‘96 al mondo capace di battere Quinzi.

    Molto buoni paiono essere anche Donati e Napolitano, rispettivamente n. 8 e n. 4 del ranking Eta.

    Va però detto che queste classifiche vanno prese con le molle, sia per la giovanissima età dei giocatori, sia perché il numero di tornei giocati varia molto da atleta ad atleta.
    Coric, ad esempio, pare che abbia giocato parecchio meno di Quinzi.

    Su Quinzi, peraltro, mi diceva Fulvio Fognini che Piatti lo ha praticamente obbligato a iscriversi all’Eddie Herr che comincia fra poco (è uno dei tornei juniores più importanti del mondo, prologo dell’orange bowl) nella categoria under 14, anche se lui avrebbe potuto (e il padre forse avrebbe preferito) iscriversi al torneo under 12, dove avrebbe avuto vita molto più facile.

  277. babbo maccari scrive:

    Roberto commentucci- ci sono leggo continuamente,saluto kill bill,e stefano baraldo.

  278. NIPA scrive:

    ……beh! Stefano! Tiro al piccione No!……LO SAI CHE SONO CONTRO LA VIOLENZA……al limite con un pò di legna puoi emulare GIORDANO BRUNO…..eh!eh!eh!

  279. kill bill scrive:

    Roberto Commentucci,
    ho visto giocare Borna Coric è quasi del 97 ed è ( era ) alto un soldo di cacio.
    Non è niente male. Ha battuto quest’anno Quinzi nella gara a squadre in Sardegna mi pare.

    Nella classifica TE attenzione che non ci sono Francesi e Spagnoli che hanno strategie differenti per gli U 12 e U 14 , poi spuntano in quelli ITF U 18 e sopratutto dopo in quella ATP.

  280. Elettra scrive:

    maxdauria, concordo con te, volevo essere ironica ma scrivere non è il mio forte, di persona me la cavo molto meglio.
    Semplicemente non amo le generalizzazioni, Gulbis è russo e non è certo un poveraccio e Safin non è un esempio di abnegazione e spirito di sacrificio.
    La sintesi è che a parte i sacrifici, si danno per presupposti dai genitori che hanno deciso seriamente di provarci, le variabili sono infinite.
    Ci vuole talento, determinazione, testa, fortuna, abnegazione, passione, soldi, fisico, sponsor e chi più ne ha più ne metta.
    Sacrificio poi è una parola grossa, dopo tutto mia figlia fa quello che le piace e noi ci divertiamo a seguirla, diventa tale solo quando l’impegno non è apprezzato o corrisposto.
    Non voglio personalizzare anche perchè la storia di mia figlia è atipica, lei ha incominciato a 10 anni, per cui rincorriamo dall’inizio.
    Sabato sono a Palazzolo e spero di conoscerti.
    NIPA, non ho la più pallida idea di come posso fare a vedere la tua email, spiegamelo perchè per me il computer è ancora una macchina da scivere, posso dare il consenso alla redazione a darti la mia, così fai tutto tu.

  281. Roberto Commentucci scrive:

    Ho parlato poco fa con Ivan Sabatini, il ragazzo che cura il sito di Giacomo ed è in contatto con i Miccini e con Slomp.

    Mi ha rassicurato. A lui è stato detto che l’operazione è necessaria per
    risolvere radicalmente un problema di tipo posturale, che sarebbe la causa
    dei tanti infortuni avuti da Giacomo quest’anno.

    L’operazione si farà fra qualche giorno, sarà eseguita da un luminare in USA, è previsto uno stop completo di 6 settimane e poi Giacomo ricomincerà ad allenarsi.

    Poiché a causa della sosta forzata fra qui e gennaio 2009 perderà tutti i
    punti della classifica junior, non potrebbe in ogni caso giocare gli slam e quindi si dedicherà solo ai futures.
    Tuttavia sembra che la carriera non sia minimamente a rischio.

  282. stefano grazia scrive:

    Ecco una cosa che sarebbe veramente utile: un Mago del Calendario Junior e della Programmazione che spieghi esattamente e semplicemente come funzionano i Ranking Juniores, quando sia necessario veramente occuparsene e cominciare a tenerne conto e dove trovare tutte le informazioni per approfondire.Heraimo era stato molto secco e aveva elencato semplicemente 4 tornei in Italia assolutamente imperdibili,in US parlano di Eddie Herr,Orange Bowl e Prince Cup, in Europa ce ne saranno degli altri ma io vorrei capire se vi e’ interscambialita’,se vi e’ un senso, cosa conviene davvero fare e quando …

  283. maxdauria scrive:

    ELETTRA da come ho capito sei di Milano e purtroppo sabato per l’amichevole non ci sarò comunque mi auguro che capiterà un’altra occasione.. Fai attenzione però quando parli di atleti russi (mia moglie è russa ed ha fatto parte della squadra juniores di mezzofondo sovietica) poichè in primis hanno più orgoglio loro nel dito mignolo che noi tutti interi, per quanto riguarda il discorso Safin loro spesso “mollano” ma solo dopo aver raggiunto i massimi livelli o quando trovano altre strade (vedi Kournikova) ed infine ricorda che per loro parole come fatica, dolore allenamenti duri e via discorrendo non esistono in quanto per la maggior parte di loro ancora oggi fare 20 km a piedi è la norma.

    Nikolik qui dobbiamo capirci, nessuno dice che la federazione è sporca e cattiva, lavora male che è uin’altra cosa… mi spiego meglio: se tu dai ad un giocatore come Miccini 30.000 euro che in un anno ne spenderà 60/70.000 glieli dai per farlo giocare nelle competizioni a squadre (e lì sarà lui e la sua famiglia a decidere se sia un vantaggio o meno e se queste competizioni creeranno problemi o meno alla sua programmazione) dopodichè lui continuerà ad allenarsi ed a giocare come e quando gli pare non avendo problermi economici. Se tu gli stessi soldi li dai ad un ragazzo con una famiglia meno agiata questi con quei soldi organizzeranno un programma da 30.000 euro che di conseguenza sarà una programmazione di seconda fascia… Perciò a mio parere i soldi o non si danno prorpio o si decide di darli solo a chi non ne ha oppure se ne danno di più (quindi tutti quelli che servono per una programmazione di alto profilo) ma solo ai ragazzi che veramente li meritano (che a mio parere sarebbe la scelta più intelligente)…

    Ma scusate qui c’è ancora chi non ha ben chiaro quanto devono lavorare i ragazzi? le differenze ci sono solo se gli obbiettivi sono diversi ma dal momento in cui sono di alto livello ora più ora meno le cose si sanno e se poi consideriamo che centimetro più centimetro meno anche il cosa fare è acclarato beh mi sembra quasi superfluo ridiscuterlo!!!

  284. wik scrive:

    Qui dentro ho solo da imparare, i miei complimenti un po’ a tutti, me ne stò zitto, ma vi leggo e studio.

  285. stefano grazia scrive:

    no,no,Wik, abbiamo noi da imparare e molto da quelli come te,non esitare a commentare….
    Sul caso Miccini, una considerazione: a chi pensando a tutti i progetti e le aspettative, si augura che non sia nulla di grave eppero’ viene preso da un certo senso di sconforto, anche rimembrando il caso Virgili, vorrei pero’ dire ancora che comunque fa parte del gioco, e’ il prezzo da pagare, e’ the survival of the fittest…Nei top 100 alla fine ci entrano quelli che sopravvivono (parole testuali della Jankovic quest’estate a Lance Luciani della Strategy zone: io sono arrivata dove sono arrivata perche’ sono sopravissuta a questo posto)…Non e’ che puoi pensare che se ti alleni meno o meglio ci arrivi lo stesso: questo ragazzo era ed e’ seguito dai migliori tecnici della Bollettieri e della Federazione e non da un branco di Genitori sciamannati come secondo alcuni potremmo/dovremmo essere noi…Quindi e’ successo a lui come poteva succedere al figlio allenato da un Genitore…Prima di bruciare sul rogo il Genitore Coach, andiamo a vedere cosa faceva: se gli faceva fare 40 km di corsa al giorno come quel papa’ cinese immortalato in una foto mentre seguiva in bici il figlio nella campagna cinese o se gli faceva sollevare in squat cento chili per botta, tiriamo fuori la pece e impiumiamolo come si faceva nel vecchio west e nei fumetti di Lucky Luke (grandi morris & goscinny!), altrimenti cerchiamo di essere intellettualmente e moralmente onesti…

  286. stefano grazia scrive:

    Sapete, ci ho ripensato.
    Come ho detto ormai fino alla noia, il prossimo pezzo introduttivo che dovrebbe uscire domani sara’ moooolto terra terra.Approffitto dunque ora per fare “l’introduzione al pezzo introduttivo”, una sorta di trailer come voleva Anto cercando di chiarire una volta per tutte i concetti di MULTILATERALITA’ e UNILATERALITA’ su cui ci sia,o scontrati confusamente e inutilmente,visto che dicevamo tutti la stessa cosa, con St.Baraldo. Cosi’ riassumendo un po’ di cose facciamo luce e chiarezza (almeno spero) e cosi’ facendo chiudiamo il cerchio e da domani possiamo scambiarci critiche e suggerimenti sui programmi da attuare su U8-U10-U12 e U14.

    DUNQUE, si e’ parlato molto di
    PROGRAMMA DI ATTIVITA’ FISICA UNILATERALE STANDARDIZZATO e
    PROGRAMMA DI ALLENAMENTO MULTILATERALE
    Il primo, UNILATERALE,ha come obiettivo quello di allenare e sviluppare prevalentemente la qualita’ fisica principale della disciplina praticata e quindi vengono adottati programmi di allenamento che utilizzano pochi e ripetitivi gesti
    Il secondo, MULTILATERALE, favorisce invece lo sviluppo parallelo e contemporaneo delle qualita’ psicofisiche allenabili nel ragazzo in quanto utilizza esercitazioni varie, alternate e polivalenti
    Innanzitutto diamo a Cesare quel che e’ di Cesare dicendo subito che il campione della Multilateralita’, che chiamavamo Polivalenza,nel nostro blog e’ ed e’ sempre stato Archipedro.Solo che bisogna fare attenzione: quando io e mad max diciamo che bisogna iniziare presto a mettere in mano la racchetta e fare determinati drills, non diciamo che deve smettere di fare tutto il resto, la polivalenza: gli altri sports e comunque tutta quella parte dell’allenamento che va ascritta alla parte di prep atl e che e’ costituita da una serie di esercizi propedeutici non solo al tennis ma a tutti gli sport di destrezza. Assolutamente diciamo il contrario: deve continuare a fare multilateralita’ ma anche cominciare fra I 6 e I 12 anni ad implementare I gesti specifici cosi’ da favorire la memoria corporea ma anche il processo di mielinizzazione e quindi la velocita’ di conduzione nervosa e la coordinazione neuromuscolare.
    Quindi The King of Polivalence e’ certamente lui,Archipedro, ma anche perche’ suo figlio e’comunque tuttora un U7.
    Aspettate,non ho finito.

  287. Archipedro scrive:

    Vi segnalo del materiale sulla preparazione atletica in acqua.

    http://www.studiovolley.it/Fisica/Acqua.htm

    Li avevo sperimentati personalmente ai miei tempi, prendendo spunto dalle prime tecniche di riabilitazione/allenamento in voga con Baggio. Tra l’altro il calciatore veniva a curarsi nella “mia” Grado. Esattamente dove poi, nella Primavera 2000, ho portato il cadetto che seguivo nel lungo (6.92) a fare un proficuo ciclo d’allenamenti (eh, il mio romanticismo…) E dove ho cominciato quest’estate a far fare analoghi esercizi al piccolo: l’esperienza diretta paga sempre (a mio parere i migliori allenamenti in acqua si fanno però in Autunno inoltrato ed in Primavera).

    Comunque sull’articolo aggiungo solo questo: ricordo me piccolo che arrampicavo con mio padre sulle tre cime di Lavaredo. Ed immagino che mio figlio si ricorderà di ciò che facciamo oggi. Molte paure sono state vinte in quel modo, e molte abilità acquisite. Lavorare con i “carichi naturali”, in senso lato, paga sempre moltissimo.

    E costa… (dai che lo dico!) … molto poco.

  288. stefano grazia scrive:

    Multilateralita’ e Unilateralita’, parte seconda,cioe’ dopo aver visitato un impaziente e bevuto un te verde:

    Ovvio che in un corretto programma di allenamento il miniatleta dovrebbe passare come ci insegnano Buzzelli,Baraldo (e suppongo anche Catizone) attraverso una lunga fase di allenamento basic: solo in seguito il bimbo viene avviato all’apprendimento dei gesti sportive specifici della disciplina prescelta. Coi bambini dai 3 ai 6-7 anni si parla di Munchkin Tennis perche’ piu’ che un allenamento e’ un gioco organizzato: qualcuno ricordera’ che io dopo aver passato un anno a lanciare palline a Nicholas ogni tanto quando ci si trovava insieme sul campo da tennis ed averlo affidato a un coach baby sitter dell’ikoyi club per 20-30’ due volte a sett a colpire la palla just for fun (e non credo nemmeno si divertisse poi tanto), avevo coinvolto tutti I bambini fra I 4 e I 7 anni (e I loro genitori) e per un’ora e mezza –due al Sabato Mattina tenevo una Clinic all’italian School (che mio figlio peraltro non frequentava) che consisteva in tanti giochi di abilita’ e destrezza, che culminavano in quello in cui bisognava colpire con una pallina-senza racchetta ma simulando il gesto del servizio- il sottoscritto e altri Genitori di la’ dalla rete e se venivamo colpiti dovevamo fare come l’orso, girare due o tre volte su se stessi e cambiare direzione, fra le risate dei bambini. Gia’ allora facevo dei Circuiti di guerra con molti cambi di direzione,slalom fra i coni,gare di corsa con il dover tenere in equilibrio una pallina sulla racchetta, solite menate ma veri e propri antesignani dei Circuit Training.
    Lo scopo comunque era quello di trovare degli altri bambini in modo che Nicky potesse divertirsi maggiormente con loro anziche’ allenarsi con me da solo…
    E comunque quando due anni fa assistei a una lezione di Bertino ai Maestri PTR fu di estremo conforto scoprire che tutto sommato di riffa o di raffa avevo fatto piu’ o meno le stesse cose.
    COMUNQUE nell’avviare i soggetti in eta’ evolutiva-aka (also known as, meglio conosciuti come) i nostri figli, e’ indispensabile che i programmi di allenamento rispettino le loro caratteristiche morfologiche e funzionali. Cosa vuol dire? Vuol dire che i programmi dovranno essere dedicati al miglioramento DI TUTTE LE QUALITA’ FISICHE del soggetto dando pero’, e qui cito il lavoro dei medici sportivi citati nel mio precedente post, maggior spazio all’apprendimento delle tecniche sportive ed all’incremento delle qualita’ fisiche non necessariamente allenabili attraverso elevati carichi di lavoro. Che cosa si deve allenare dunque? La DESTREZZA, la RAPIDITA’ di ESECUZIONE, la MOBILITA’ ARTICOLARE. In dose giusta anche la resistenza mentre la forza muscolare (forza massimale, forza resistente e forza esplosiva) possono essere potenziate piu’ in la’ nel tempo, a sviluppo puberale avvenuto. Anche se poi un po’ di balzi per la forza esplosiva io li ho visti far fare dal Prof Buzzelli anche a mio figlio nell’estate 2007 e quindi tornando a Luanda ho cominciato a introdurli in piccola quantità di tanto in tanto.
    Comunque il requisito fondamentale in eta’ giovanile e’ la “MULTILATERALITA’” il cui scopo principale e’ dunque ottenere un miglioramento globale di TUTTE le qualita’ fisiche cosi’ da consentire al pupo una maggiore duttilita’ e anche la possibilita’,aggiungo io, di scegliere lo sport piu’ confacente, di non precludersi un cambio in corsa una volta appurato che magari quello sport particolare scelto all’inizio dai suoi genitori in realta’ non e’ quello a cui lui e’ piu’ portato o semplicemente quello a cui lui piace di piu’. Quindi da piccoli l’esercizio fisico deve essere organizzato, ci dicono Buzzelli e Baraldo e tutti i Preparatori seri, come un allenamento sportivo attraverso il quale i ragazzi possano apprendere una elevata quantita’ di movimenti, la maggiore possibile. Questo anche per tagliare la testa al toro al vetusto argomentare sui danni degli sport asimmetrici come tennis, scherma,etc che al giorno d’oggi, appunto grazie alla multilateralita’ di ogni buon allenamento, non ha piu’ ragione di essere sollevato. Qualunque sport pratichi, il ragazzo non deve svolgere una attivita’ di allenamento UNILATERALE intesa a incrementare una sola qualita’ fisica.
    FIN QUI SIAMO D’ACCORDO TUTTI,mi sembra, e vorrei sottolineare che lo siamo da sempre. Magari la nostra colpa, mia e di Mad Max, e’ stata quella di dare per scontato questo fatto e di essere passati subito alla fase successiva, quella della ‘mielinizzazione’.E infatti ricordo molti post in cui si parlava dell’utilita’ di far fare diversi sport complementari perche’ poi attraverso questi il bambino sviluppava inconsciamente muscolature diverse e in piu’ si divertiva anche, il che non guastava. … Insomma, vi diro’ poi quel che sto facendo, mi direte voi quel che sto sbagliando, ci confronteremo e via discorrendo, ma in tutta onesta’ io credo di essere stato il piu’ multilaterale dei multilaterali e questo nonostante abbia iniziato precocemente anche con l’unilateralita’. Ma la multilateralita’ l’ho perseguita piu’ che attraverso una equilibrata preparazione atletica, piu’ noiosa per un bimbo quasi iperattivo, attraverso la pratica di altri sports. Una vera prep atletica, nel senso di due-tre sedute, le ho cominciate a fare solo da un paio d’anni, dopo aver conosciuto il Prof Buzzelli e aver cominciato a dialogare su questo blog. Ma anche perche’ a un certo punto l’eta’ cominciava ad essere quella giusta. Prima erano semplicemente footwork drills, passi di danza sul campo da tennis. Quelli li abbiamo sempre fatti, fin dall’inizio.E forse facevamo gia’ preparazione atletica senza nemmeno accorgercene.

  289. Archipedro scrive:

    Stefano, se fossi in te parlerei anche della “mutilateralità della motivazione”, ovvero dei meccanismi di auto-motivazione… Nuovamente, tu lo fai sempre, in modo implicito: ma potresti sistematizzare il tuo ragionamento a favore di tutti noi…
    Parlai (me ne scuso ancora, d’essere criptico) di “eterogenesi dei fini”: all’inizio d’un processo, non sempre hai chiaro, in modo univoco, il fine ultimo che sarà ragginuto. Che si disvela lungo il percorso. Il perché fai certe cose lo scopri dopo… vivendo. Trasliamo il ragionamento sui nostri piccoli, che iniziano ad allenarsi per le scelte/aspettative dei genitori… ci guardano… “Sei contento? Ho fatto bene?” Aspettative sempre legittime? E quando tale insieme di motivazioni viene fatto proprio?
    Da cui: un articolato sistema di controllo del processo, con tanti parametri eterogenei e monitoraggio dei feed-back, aiuta te a “capire” ed il piccolo a “comunicare con te”. E’ COMPLESSO, ma non necessariamente DISPERSIVO…

  290. anto scrive:

    Ero indeciso se scrivere questo post oppure no……..volevo farlo ieri ma poi ho desistito………..non volevo aprire una polemica……..ma poi mi sono detto…..perchè non scrivere questa cosa e poi sentire cosa ne pensano i miei amici del blog. Si miei amici perchè credo che qui dentro siamo tutti amici anche se discutiamo animatamente, ci mandiamo al diavolo, ci bacchettiamo a vicenda ma alla fine credo che tutti dei piccoli donatori che hanno fatto diventare grande questa enclave all’interno del sito di Ubaldo.

    Forsr alcuni di voi non sanno che ho un figlio di sei anni che gioca a tennis da due con una ex professionista italiana in una scuola sat del bresciano. Tutto ciò che interessa questi piccoli atleti mi tocca direttamente avendo mio foglio partecipe.

    Sapevo già da tempo, attraverso terzi della lodevole iniziativa che nel mese di Novembre ci sarebbe stato un avvenimento a cui molti di noi non avrebbero voluto mancare, ossia presso l’Auditorium Città Studi di Biella, Domenica 30 Novembre, ci saà un interessantissimo dal titolo: IL SEGRETO DI RAFA: TONI NADAL - Storia di un progetto: il tennis da 0 a 14 anni, con Protagonisti Toni Nadal e Riccardo Piatti.

    QUOTA DI ISCRIZIONE 150,00= * Si, avete letto benissimo, 150 capesante oppure testoni o dinè.

    Ma io sinceramente resto sconcertato, è mai possibile voler allargare il tennis a tutti, coinvolgere alunni, allargare la base, e poi quando si ha l’occasione di coinvolgere un personaggio di assoluto primo piano, chiedere 150 euro per poter assistere a questa conferenza?
    Io, sinceramente trova la cosa scandalosa……….qualche giorno fà leggevo di riccardo Piatti che varerà una iniziativa lodevole per portare il tennis nelle scuole ed avvicinare i bimbi meno abbienti a questo bellissimo sport, e poi ci sono iniziative del genere, dove moltissimi genitori avrebbero il piacere di partecipare, ma si trovano davanti ad un oblazione del genere.

    Per carità, 150 euro li potrei anche spendere, ma mi rifiuto di essere partecipe di una cosa del genere, ho partecipato l’anno scorso ad un seminario ove era presente un premio nobel, e vi assicuro che non ho pagato nulla, e qui mi trovo a dover sborsare 150 euro per poter assistere ad una conferenza che ruota intorno ad una pallina da tennis……più benzina, autostrada, tempo ecc………

    No, così non andiamo da nessuna parte, prima si vuole allargare il tennis alla base, e poi invece di aprirlo a tutti, si chiude l’ingresso per fare entrare pochi.

    Faccio un esempio. L’anno scorso Pavel Nevdev, è venuto a Brescia, per incontrare i propri tifosi, presso un negozio sportivo specializzato, mio figlio gli ha chiesto l’autografo e lo ha ringraziato, e lui ha risposto, no piccolo sono io che ringrazio te per aver perso tempo a venirmi a trovare e ti voglio regalare la mia maglia…….avete capito……è lui che ha ringraziato il tifoso……naturalmente buffet, gadget, ecc tutto gratuito…….a me interessava portare mio figlio in quanto suo tifoso e del resto interessava poco…….ma cosa credete che se si fosse fatto pagare l’ingresso quanta gente sarebbe entrata, poca ……………….

    forse alcuni non hanno ancora capito che siamo in recessione, e 150 sono ancora una discreta somma……certo che se poi diciamo che il tennis è uno sport per persone facoltose, ed i poveri sono esclusi….allora questo è un altra discorso……

    NO, miei cari amici….questo è un autogoal clamoroso………..questa è una mia opinione………avete presente quegli adesivi dove c’è scritto Io NON POSSO ENTRARE ecco mi viene in mente questa cosa…….e ripeto se avessi voluto parteciparvi avrei avuto la possibilità di pagare questi soldi……..ma è sbagliato il principio…..mi piacerebbe che il 30 novembre oltre a Piatti E Nadal e gli organizzatori ci fossero otto persone…….allora forse capirebbero che qualcosa non ha funzionato ……….

    Ma sinceramente, Stefano Grazia, Commentucci , Nikolic, Mad Max, Ubaldo e tutti gli altri cosa ne pensate…..sono io assurdo e dico fesserie oppure c’è qualcosa di giusto nelle mie riflessioni.

    Ps E poi ci si meraviglia se coach Fanucci afferma che nel tennis arrivano gli scarti degli scarti degli altri sport………certo se si mettono queste barriere non avremo mai dei campionissimi………

    Ps non ho messo volutamente il nome degli organizzatori perchè mi sembrava poco signorile.

  291. claudiotn scrive:

    Un saluto a tutti i vecchi aficionados e alle New entries.
    Piano piano interverrò, certo è che il ritmo dei post di G&F2 è così elevato che non ci sto dietro.
    Quando ho po’ di tempo per postare qualcosa riguardo al mio campo (non sono genitore, ma solo dirigente e zio), lo farò, magari in “difesa” di questi benedetti circoli causa di molti dei mali del tennis italiano.

    @Andrew
    La prossima volta che passi da me e non mi chiami, mi offendo e ti faccio pagare la tessera come al Tuo attuale circolo :-)

  292. stefano grazia scrive:

    “tenevo una Clinic all’italian School (che mio figlio peraltro non frequentava)”… ovviamente l’Italian School, non la Clinic. Mio figlio andava allora. a 5 anni, all’American School. L’Italian School di Lagos era allora ancora in auge con 80-90 allievi, anche se non piu’ ai fasti dell’89 con 500 allievi (ora si e’ ristretta al lumicino, 30 alunni, solo elementari e medie…ma ha affittato i bellissimi locali a una scuola inglese con cui fa un merging, come lo chiamano qui, e fanno fare un po’ d’inglese… Il sito dove e’ posizionata e’ pero’ bellissimo, con campo da calcio, piscina e due campi da tennis … Purtroppo secondo me persero l’opportunita’ di fare 10 anni fa una Scuola Europea raggruppando scuola italiana, tedesca e olandese (scuola francese e’ ancora autosufficiente ma chissa’…) facendo fare materie scientifiche e storia e filosofia in inglese e materie letterarie nella propria lingua … Noi invece fummo tra i primi, se non i primi nella Compagnia, a scegliere fin da subito asilo e scuola in lingua inglese e non per snobbismo ma perche’ ci interessava che divenisse bilingue, ci affascinava l’idea delle extra school activities, sportive e non(teatro e musica,per es) delle scuole inglesi,americane e internazionali IBO(come quella frequentata in Angola) e infine c’era anche il discorso che preferivamo per un bambino una classe di 10-20 bambini piuttosto che una di due o tre o addirittura combined class, per raggruppare bambini dalla prima alla terza elementare…
    Ironicamente adesso ci stiamo rendendo conto che se e quando andra’ davvero a Bradenton, la possibilita’ per lui di frequentare la St Stephens, una scuola normale, sara’ molto problermatica al confronto della scuola interna con tutor personalizzati all’interno dell’Academy…

  293. andrew scrive:

    x ClaudioTn:

    non lo farai. Ricorda che ho una tua foto con due “under10″ curiosamente alte 1.80 m e potrei tirarla fuori in ogni momento…

    blackmail…

  294. Gus scrive:

    @fulvio: sto raccogliendo le informazioni sui primi top ten, a breve posterò le loro storie. Mi sono dovuto fare un pò di traduzioni dallo spagnolo, francese e inglese e non sono molto bravo con le lingue. So benissimo quali sono i sacrifici che deve fare un’atleta, solo che pensare che i genitori dei tennisti siano gli unici a non volerne fare, e che se i tennisti non sono morti di fame non vinceranno nulla non è la mia posizione, ma quella di Nikolic. Appena pronte le prime dieci biografie (in sintesi e per quello che interesa a noi, fino a 16 anni). Si partirà con top ten maschili e qualche sorpresa, rispetto alla posizione di qualcuno la vedremo di certo.
    :-)

    Gus

  295. Nikolik scrive:

    No, Gus, non fraintendermi: la mia teoria non è quella che esponi tu, cioè che se i tennisti non sono morti di fame non vinceranno nulla.
    Inutile, quindi, che cerchi di dimostrare che i top ten sono tutti miliardari di famiglia: non c’entra nulla, ricerca e sforzo inutili.

    La mia teoria è che se non fai, tu genitore e tu tennista, spaventosi sacrifici personali, non vincerai mai nulla.
    Poi, puoi essere anche ricco: ma gli stessi sacrifici devi fare.
    Certo: se sei un morto di fame, è logico che i sacrifici li fai più volentieri.
    Mi sembra di dire un’ovvietà: se sei una ragazza della Bielorussia (e lo dico solo come esempio, i paesi poveri sono mille), lo sai che vita ti attende, no? Che speranze ha una quindicenne bielorussa?
    E’ logico che, lei, facendo i sacrifici necessari per diventare campionessa, non solo ha più motivazioni, ma “perde” anche meno.
    Una quindicenne italiana, con tutte le comodità, si perde una bellissima vita serena, a cercare di vincere nel tennis.
    Mi sembrano proprio ovvietà.
    Poi, certo, ci sono anche ragazzi occidentali e ricchi che, per passione, fanno una vita paragonabile agli altri.
    Devono, quindi, avere tanta passione, perché i sacrifici sono gli stessi, appunto.
    Ma, del resto, le parole di Fanucci, riportate nella bella intervista di Anto, che egli ha pronunciato riguardo a Giorgini, non lasciano alcun dubbio su cosa sia necessario per affermarsi, nel tennis.
    Fanucci dice le stesse cose mie, o, meglio, umilmente, io dico le stesse di Fanucci.
    Le cito trestualmente, Genitori, dall’intervista di Anto: ” il problema di Giorgini ma anche quello di tanti altri, è la mentalità, nel senso che non investono su se stessi, hanno paura a spendere, anche a causa dei budget limitati. Se vuoi ottenere risultati in questo sport, devi aver la forza di andare un mese in sud-america e metterti in discussione, devi rischiare, devi crederci”.
    Se non ci si crede, non si va da nessuna parte, ricco o povero che tu sia.

    Il tennis è molto democratico, ricco o povero che tu sia: o fai una vita professionale, da professionista, sin da quando hai 8-9 anni al massimo, o non vinci.
    E fare vita professionale vuol dire non fare scelte provinciali. vuol dire viaggiare tantissimo, abbandonare la famiglia, cambiare residenza ogni anno, a seconda del posto dove ti trovi meglio per allenarti, non cercare sempre e solo il posto più vicino, con la consapevolezza che il tennis premia solo ed unicamente la dedizione, il sacrificio e la costanza.
    Questione di mentalità, come dice Fanucci: non devi avere mentalità provinciale.
    Devi essere anche costante: inutile fare vita da professionista e di sacrificio per due anni, ad esempio, e vedere come va: per tutta la vita, fino al ritiro, la devi fare.

    C’è poco da fare, i sacrifici sono questi, per chi vuole essere campione, inutile cercare scuse o alibi, come quello dei soldi.
    E inutile cercare palliativi, come, ad esempio, allenarsi nel circolo sotto casa, o cercare di abbinare scuola ordinaria, con orari ordinari, e agonismo, o affidarsi a metodi caserecci: devi fare solo quello, agonismo, tutto il giorno, non devi frequentare la scuola ordinaria, devi rivolgerti e centri specializzati e a professionisti. Non puoi fare scelte provinciali.

    Poi, certo, uno può anche dire: io quella vita non la voglio fare e non voglio che la faccia mio figlio.
    Totalmente legittimo.
    Io, ad esempio: io non farò mai fare sport agonistico e competitivo a mio figlio. Se mi accorgessi che si iscrive anche ad una garetta rionale, gli spaccherei tutte le racchette e via, a studiare.

    Anto.
    Avevlo letto dell’iniziativa sul tennis Italiano, con le stesse, identiche, tue perplessità.
    Poi mi son detto: i relatori sono professionisti, per loro è lavoro e vorranno, anche giustamente, essere pagati.
    E mi son dato pace.

  296. maxdauria scrive:

    concordo totalmente con nikolik ed il suo pensiero riguardo al preferire che il figlio studi a tutti i costi dà la spiegazione (unito al voler essere più comodi dimenticandosi però che il lavoro quotidiano di tutti i giorni guadagnato con lo studio non è che sia più facile e quasi mai ugualmente remunerato..) del perchè non abbiamo campioni italiani..

    nonostante i relatori siano professinisti concordo pienamente con anto…noi ora prima di pensare a guadagnare dobbiamo informare ed insegnare, poi qunado si seminerà nella maniera giusta se ne raccoglieranno anche i frutti… ma in italia si sa…

  297. Gus scrive:

    @max
    “gus come puoi equiparare il genitore del tennista a quello degli altri sport”

    Forse mi sono espresso male. Io non ho detto che il genitore di un bambino che gioca a tennis debba sostenere le stesse spese di un altro, ma che non è matematicamente possibile che un genitore che è “costretto” ad allontanarsi da suo figlio per qualsiasi altro sport o “talento” sia diverso da quelli del tennis.

    Il sacrificio che devono fare i genitori non è quello dei soldi (perché qualsiasi genitore intelligente se intravede del talento in suo figlio e ne ha o si può indebitare lo farebbe, mentre chi non ne ha si attacca comunque), ma quello della separazione, e purtroppo sono moltissimi gli sport di tutti i generi che portano alla separazione in giovane età. Chi conosce un po’ di sport sa che è così e noi non siamo diversi dagli altri.
    Ci piace pensare di essere un elité?

    Ma vogliamo andare a vedere la vita che hanno fatto gli Abbagnale, per anni e anni?

    Io vorrei che mia figlia facesse l’Università all’estero, pensi che il sacrificio sarebbe quello di indebitarmi per il suo futuro (e così sarà, se vorrà) oppure quello di poterla magari vedere un mese l’anno?

    @stefano grazia:
    Io credo occorra fare squadra e quindi io credo e spero che per Enzo fare il genitore non significhi in modo passivo, distante e indifferente. Anzi.
    Genitori folli e n° 1: caro stefano appena finisco posterò, se riesco nel week-end, la vita giovanile dei primi 10 uomini. Sono al n° 8 e ancora di genitori folli, o straordinari, o chissà cosa non ne ho ancora visti. Io credo sia una buona notizia e una grande speranza per tutti pensare che per diventare un ottimo giocatore di tennis (e nella mia accezione si parla dei primi 50 del mondo) non occorra avere dei genitori para-normali.
    @max:
    “alcuni coach/maestri bravi da noi ci sono ma la maggior parte non distingue tra resistenza e velocità…”. L’ho sentito anche io, ma non è lui il Direttore nazionale della scuola maestri?
    @Elettra:
    condivido al 100% e continuare a sostenere che la colpa è dei genitori che non vogliono fare sacrifici ha per sua naturale contrapposizione che per quelli che riescono il merito è esclusivamente dei genitori. Il che è ovviamente falso.

    @Nikolik:
    “Dal sito di Miccini, riportato dal Prof. Buzzelli, e dall’articolo ivi inserito, emerge che la Federazione ha dato a Miccini 30.000 Euro nel 2007”

    Come senza parole, dovresti denunciarli, perché dici che questa non è una delle responsabilità della Federazione :-).
    Spero che non ti disturbi una battuta ironica :-)

    @stefano grazia:
    “Ammesso e non concesso che la cifra sia quella giusta e ricordando che comunque il padre nei primi due anni aveva speso il doppio, probabilmente gli hanno dato quanto gli sarebbe costato farlo allenare a Tirrenia… Avessero fatto questo ragionamento, mi toglierei tanto di cappello … Ovviamente lui in cambio avrebbe giocato quei 4-5 tornei di categoria a squadre e non importanti … Non ci trovo nulla di cosi’ scandaloso. E voi?”

    Io assolutamente nulla da ridire, come ho già detto è compito della Federazione trovare i mezzi per far emergere i talenti.

    @Roberto Commentucci:
    La mia opinione, in questo blog iper-qualificato, vale poco o nulla, ma se la FIT ha speso bene i suoi soldi che ben vengano i 30.000 Euro a Miccini.

    Nikolik:

    “Ma, Roberto, al contrario.Io non critico certo la Federazione per la faccenduola dei 30.000 euro, ci mancherebbe.”
    Ma non eri sempre tu che qualche post indietro sostenevi che questa tipologia di aiuti non compete alla federazione.
    Boh, chi ti segue è perduto :-)

    @Elettra scrive:

    “La sintesi è che a parte i sacrifici, si danno per presupposti dai genitori che hanno deciso seriamente di provarci, le variabili sono infinite.”

    Qualcuno fa veramente fatica a capirlo, ed è strano visto che siamo qui.
    Se scoprissi che mia figlia è un genio musicale, io non ci penserei nemmeno 2 secondi a indebitarmi fino al collo e oltre per mandarla nella miglior scuola del mondo.

    Ma questo non può essere un sistema. Un buon sistema è quello che crea delle strutture di eccellenza il più vicino possibile all’utente. L’Italia, invece, e non solo nel tennis fa fatica a creare strutture di eccellenza, in tutti i campi. Manca la “visione” che un mondo migliore è possibile.
    “Ci vuole talento, determinazione, testa, fortuna, abnegazione, passione, soldi, fisico, sponsor e chi più ne ha più ne metta.”

    “Sacrificio poi è una parola grossa, dopo tutto mia figlia fa quello che le piace e noi ci divertiamo a seguirla, diventa tale solo quando l’impegno non è apprezzato o corrisposto.”

    Ti ringrazio veramente. Non avrei saputo trovare una frase migliore e mi associo pienamente.

    Gus.

  298. Gus scrive:

    @stefano grazia:
    non è bello interrompere un thread e quindi non so esattamente come si può organizzare il fatto che da Sabato ne comincerà un altro e che probabilmente i due, almeno per qualche tempo, viaggeranno in parallelo.

    Gus.

  299. maxdauria scrive:

    gus i sacrifici a cui mi riferivo (e che ho spiegato chiaramente) non sono ne quelli economici ne quelli della separazione ma quelli che in tutti gli altri sport non ci sono e non sono necessari e cioè quelli di collaborare/cooperare con i maestri/coach e soprattutto quello trovare il tempo per scorrazzzare i propri figli in giro per il mondo a giocare i tornei…
    il primo nasce dal fatto che fino a che non si ha un allenatore personale, dovunque il ragazzo si alleni non potrà mai avere un programma al 100% imperniato su di lui e questo problema nel tennis è ancora più evidente perchè se tu hai un figlio che gioca a calcio questi giocherà cmq tutti i giorni a scuola in mezzo alla strada o in un campo, un tennista deve andare su un campo pagarlo trovare anche un compagno del suo stesso livello anche lui libero quel giono a quell’ora ed altrettanto disposto a pagare e questo anche se un po’ meno a livello tecnico è un ottimo aiuto. il secondo è evidente poichè le trasferte vengono organizzate dalle società stesse.

    lombardi è attualmente (e non da molti anni) il direttore della scuola maestri perciò i “suoi” maestri sono solo quelli giovani…

  300. stefano grazia scrive:

    Questo dovrebbe essere il post numero 300…GUS, non ti preoccupare troppo di Nikolic, lui e’ fatto cosi’, un po’ bastian contrario, ma alla fine ho scoperto che andiamo d’accordo su un sacco di cose,e anche per es su questo fatto dei sacrifici, il suo punto di vista e’ condivisibile, i sacrifici non sono solo economici … tu piuttosto,non solo pigrone ma anche distrattone: non hai capito il new format o meglio: non mi saro’ spiegato bene io e quindi qui lo ripeto:
    una volta che compare il mio nuovo pezzo BIG BEN ha detto STOP!!!
    e i commenti a seguito del qui presente articolo verranno DISABILITATI. Finito un Capitolo, se ne inizia un altro.
    Ma don’t worry, be happy: ad ogni capitolo possiamo parlare di tutto e di tutti, qui non abbiamo parlato solo del rapporto Genitori e Coach ma anche di Multilateralita’ per es. Io do solo degli spunti (ne ho gia’ p[er una decina di articoli e altri me ne verranno in mente leggendo i vostri commenti e comunque Repetita Iuvant, ogni argomento per la gioia di una delle nostre critiche piu’ accese, Chloe De Lisser che ci accusa di dire sempre le stesse cose (ma spero lo dica con affetto), verra’ ripetuto piu’ volte… Tu leggiti il prossimo articolo, commentalo, e poi inserisci pure anche i tuoi pezzi OFF TOPIC …ma non troppo perche’ il TOPIC rimane sempre Genitori & Figli.

  301. stefano grazia scrive:

    Ancora su Sacrifici e Sacrifici: come ci sono genitori e genitori, coaches e coaches, preparatori e preparatori ci sono dunque sacrifici e sacrifici… Mi chiedo davvero perche’ mai abbiamo passato un anno e mezzo a litigare (amichevolmente) con Nikolic quando ormai invece ci troviamo d’accordo su quasi tutto…evidentemente c’era solo un piccolo misunderstanding d’impostazione in fase d’avvio per cui strade parallele diventavano improvvisamente divergenti allontanandosi sempre di piu’ (e magari contribuiva al tutto anche il suo voler sempre e comunque fare un po’ l’Avvocato del Diavolo,Demostenicolic, Au Contraire Nikolic)… Si,confesso che questa storia del ricco che alla fine fa un sacrificio piu’ grande era passata anche a me per la testa e l’avevo timidamente accennata molto tempo fa ma senza insistere perche’ poi un po’ mi vergognavo, ma mi fa piacere l’abbia tirata fuori Nikolic perche’ un po’ davvero ci credo…Sono discorsi antipatici e che possono essere fraintesi, non certo politically correct -che io tra l’altro aborro- ma e’ indubbio che a volte uno si chieda: ma chi glielo ha fatto fare a papa’ Miccini, a papa’ Quinzi, di rinunciare a vacanze,chennneso?, alle spiaggie dorate dei Caraibi o sulle bianche cime di nevi eterne immacolate al sol e solo per andare sempre e comunque a Bradenton? E riusciranno i loro figli,ma anche i nostri, di italiani benestanti rispetto a uzbeki, argentini, e non so che (ma allora gli spagnoli e i francesi),a resistere-a 15,16 anni- alle chimere e al canto delle sirene? Voglio dire che e’ sempre piu’ difficile partire per la guerra sapendo che ci puoi lasciare la buccia se ti lasci dietro una villa, un amore bellissimo e corrisposto (o anche,in sostituzione, dieci ragazze battistiane),una rendita che ti permetta di fare il giro del mondo rispetto a chi parte senza un soldo, senza un futuro, sedotto e abbandonato, inseguito dai creditori del rackett e magari pure sporco,brutto e puzzolente … (Della serie: Sharapova, Dementieva, etc potevano comunque fare le vallette a striscia e invece hanno scelto di fare sacrifici… Non che lo Showbiz no sia pieno di gente che si fa il mazzo, ma faccio fatica a rispettare le varie albeparietti,flavievento,valeriemarini…Almeno Ambra si e’ evoluta, ha fatto radio, ha fatto cinema, ha fatto anche dei figli (battuta!), le altre invece fanno le opinioniste…siccome non san ballare, non sanj cantare, non san recitare, le chiamano da Vespa a dare il loro parere sulla guerra in Irak o sul papa o sulla crisi della fiat…altroche vaffantennis, ma vaffa…
    Mi son perso, eh?
    ANTO:
    si, sono d’accordo, sono d’accordo anche con Max ma forse bisogna vederla cosi’: Piatti e gli altri fan le loro cose Pro Bono (Project Tennis etc)e per poterle fare devon fare anche le altre cose, a 150 Euro a botta… Cosi’ come per poter dare una scholarship alla sharapova, ci devono essere altri 99 che pagano tutta la retta… Non sto a giustificare, sto ancvh’io cercando di capire e vedere la cosa da un altro angolo… Magari quella e’ la loro “cosa” per ricconi, Rothary e Lions Club, da spennare per bene…e per potersi permettere poi di seguire chi i soldi per pagarli non li ha…

  302. Gus scrive:

    Ciao a tutti,
    di solito non mi sento Off Topic, ma se lo sono troppo bacchettami pure :-)

    Figurati se ce l’ho con Nikolic, mi fa solo sorridere una certa incoerenza di fondo, anche io mi trovo d’accordo sui sacrifici. Non mi trova d’accordo nella “presunzione” che il tennis preveda sacrifici maggiori dei genitori o degli atleti rispetto ad altri, laddove per sacrifici non si intendano quelli economici, che come ho già detto, per un figlio non sono sacrifici.

    @max: io ho un cugino, Luigi Esposito, che è stato per 10 anni nazionale di Hockey su Prato. Sai cosa significa avere una federazione senza soldi, girare il mondo sapendo che al ritorno dovrai restituire la tuta, pagarti le trasferte in tutta Italia per giocare la serie A, perchè la tua società non ha proprio tutti i soldi che servono per arrivare in Sardegna e tutto questo sapendo che alla fine della tua carriera da n.1 in Italia, non avrai un lavoro, non avrai guadagnato il becco di un quattrino, anzi ci hai pure rimesso dei soldi. Non ti sembra difficile misurare i sacrifici? Noi tutti sappiamo che per essere al vertice del tennis servono enormi sacrifici, ma non pensiamo di essere gli unici. IMHO, ovviamente.

    Gus

  303. massimiliano scrive:

    Ciao Stefano credo che potrebbe essere una buona idea che tu alla fine di ogni argomento facessi un copia incolla,una specie di riassunto di tutti i nostri post ritenuti utili per il tuo riassunto tale che poi sia possibile stamparlo.si creerebbero cosi’ volta per volta dei capitoli che alla fine comporrebbero un libro-dispensa da conservare.In pratica un libro genitori figli tennisti scritto da tutti noi.Ciao e complimenti.

  304. fulvio scrive:

    gus ,non confondiamo i sacrifici dalla passione.anche io ho giocato a calcio in varie categorie e quando arrivava la fine del mese i premi partite e i rimborsi spese li lasciavo alla società per il settore giovanile,certo dirà qualcuno che potevo permettermelo,ma la ppassione che avevo era talmente forte che se invece di prendere un seppur piccolo stipendio mi avessero detto di metterci del soldi per giocare ,l’avrei fatto senza pensarci un attimo.e non confondiamo poi l’hokey su prato dal tennis,se si uole ragionare e sapere è bene non fare questi paragoni concentrandoci su quello su cui stiamo dibattendo.
    @anto credo che quello che tu riferisci sia in parte non giusto: a madrid ho visto Riccardo contattare Toni Nadal per il simposio di cui tu fai accenno,credo comunque che a riccardo come al solito non torni nulla indietro,lui è uno che se dovesse fare i conti del” tempo perso ”alla fine dell’anno per quello che non riguarda fabio e ivan,credo sarebbe alla fame!!

  305. Gus scrive:

    Ciao a tutti,
    in questi giorni ho dedicato parecchio tempo (sere) a verificare se quello che aveva detto Nikolic sulla “fame” dei top ten corrispondesse al vero. Poi il lavoretto mi ha incuriosito parecchio (grazie Nikolic) e mi piacerebbe che quello che leggerete oltre non venisse letto con una lente deformata dal pregiudizio a sostegno dell’una o l’altra tesi, questo per me strada facendo ha perso importanza. Mi è capitato spesso di formarmi un’idea su articoli di giornale, luoghi comuni o altro. Poi quando mi è capitato di approfondire ho scoperto che spesso i fatti raccontavano una storia diversa. Ho dovuto tradurre dall’inglese, dal francese e dallo spagnolo. Abbiate pietà dei miei errori. Dal russo non ci ho provato nemmeno :-)
    Le fonti sono le migliori che ho trovato, ma non le ho riportate perchè altrimenti avrei veramente perso moltissimo tempo. Ho analizzato solo l’età che ci interessa e spero che in qualche modo stimoli la vostra riflessione.

    Andando avanti nella ricerca mi sono incuriosito parecchio, spero lo sia altrettanto per voi che la leggerete.

    Se la riterrete cosa gradita farò lo stesso con il femminile.

    Gus

    ——————-

    Origini familiari e inizi top ten maschili
    Novembre 2008

    Rafael Nadal (Spagnolo): (alto 1.85, peso 85 Kg)
    nasce da Sebastià e Ana Maria il 3/6/1986. Il padre è un famoso ristoratore di Manacor (Maiorca) nipote del famosissimo Miguel Angel Nadal, giocatore e capitano del Barcellona degli anni d’oro. La loro è una famiglia borghese e benestante. Lo Zio Toni è stato un giocatore di seconda categoria spagnola ed è un trainer presso il circolo di Manacor, 5 campi in terra rossa senza palestra. Rafa è anche un ottimo giocatore di calcio ma alla fine, intorno ai 12 anni, sceglierà definitivamente il tennis. Studia fino a 10 anni a Manacor, poi in una scuola speciale per giovani sportivi delle Baleari a Palma. A 14 anni, però Rafa che ama la famiglia e a cui pesava una situazione in cui viaggiava molto vuole tornare a casa e suo zio Toni , con il consenso della sua famiglia, decide di allenarlo definitivamente a Manacor.

    Spunti di riflessione:

    • Famiglia con sportivi di alto livello, benestante.
    • 5 campi in terra rossa senza palestra e lo Zio giocatore semi-pro di tennis e istruttore
    • Scuola speciale per giovani sportivi
    • Vicinanza del ragazzo con la famiglia

    Roger Federer (Svizzero): (alto 1.86, peso 85 Kg)

    Nasce a Basilea il 8/8/1981. Il padre Robert lavora alla Ciba-Geigy dove conosce la moglie, Lynette, di origine sudafricana. Inizia nel Tennis Club Old Boys Basilea. Il programma tecnico dei giovani quando inizia Roger è di una certa Madeleine Bärlocher. Oggi nel circolo che è diventato famoso grazie a lui, allena (se le cose non sono cambiate) un certo Sébastien Ndoumbe, francese, proveniente dalla prestigiosa Nick Bollettieri Tennis Academy. Al circolo, Roger è entrato a 8 anni, grazie alla passione dei suoi genitori, entrambi soci del Circolo. Per 5 anni si allena presso questo circolo ma nel frattempo gioca anche a calcio e fino a 12 anni. A 12 anni sceglie il tennis definitivamente. Continua ad allenarsi con il suo maestro di circolo e viene affiancato da un maestro australiano privato, Peter Carter, dal 1991 al 1995. Nel 1995 vince il campionato juniores ed entra nel centro di Ecublens e vi rimane fino alla fine delle superiori, nel 1997. La distanza da Basilea a Losanna è di 200 Km, ottimamente servita dai mezzi di trasporto.
    Allenatori di Federer da ragazzino.
    1989-1994: Seppli Kacovsky. Nato in Cecoslovacchia Kacovsky era stato il primo allenatore al Tennis Club Old Boys di Basilea.
    1991-1995, 1997-1998: Peter Carter. L’australiano Carter ha impartito lezioni private ogni settimana a Federer, quando questi aveva dai 10 ai 14 anni. Carter affiancò di nuovo il tennista nel 1997 in una nuova struttura a Bienne e a tempi alterni anche in seguito, fino a che Federer non divenne professionista.

    Spunti di riflessione:

    • Famiglia della classe media, entrambi lavoratori dipendenti
    • Circolo di tennis vicino casa e maestri del circolo

    Novak Djokovic (serbo): (alto 1.87, peso 80 Kg)

    Nasce a Kopaonik il 22/5/1987. Il padre Srdjan è stato uno sciatore professionista oltre che un ottimo giocatore di calcio. Lavora nella prestigiosa accademia di sci “Genex” come istruttore. Lì incontra e sposa Dijana, anch’essa istruttrice di sci e laureata in scienze motorie. Ora sono proprietari di un ristorante. Entrambi vorrebbero Nole o calciatore o sciatore, ma la creazione di tre campi pubblici proprio vicino casa e accessibili facilmente al ragazzo lo portano sulla strada del tennis, di cui si innamora. In un tennis camp, tenuto proprio nel paese di Nole, lo nota subito Jelena Gencic, già capitano della squadra di Fed Cup della Jugoslavia, oltre che essere stata la maestra dei giovanissimi Monica Seles e Goran Ivanisevic. A quel punto la strada è segnata. Viene seguito da vicino dalla stessa Jelena e poi a 12 anni viene mandato a Monaco (Germania) nell’accademia di Nikola Pilic inizialmente per tre mesi. Si allena con i figli di Pilic e si trova molto bene. Saranno quindi diversi i periodi in cui si allontanerà da casa. Sarà comunque sempre seguito da vicino da Jelena Gencic che viene considerata “our family coach”. Intorno ai 16 anni e per un paio d’anni verrà seguito nella sua crescita verso il professionismo da Riccardo Piatti.

    Spunti di riflessione:

    • Genitori atleti professionisti e della classe media;
    • Campi pubblici facilmente accessibili;
    • Training presso un’accademia in Germania, dai 12 anni, per qualche mese l’anno per due anni;

    Andy Murray (scozzese): (alto 1.90 per 79 Kg)

    Nasce a Dunblane, in Scozia, il 15/5/1987. A 9 anni con il fratello Jamie scampa al massacro di Dunblane, in cui un folle armato uccide 16 bambini. Comincia a giocare a tennis a tre anni grazie a sua madre June, insegnante di tennis.Il padre William è un impiegato di …… (da verificare perché in Inglese ho trovato: Retail Area Manager) A 13 anni è considerato il più forte giocatore juniores, ma lui è un po’ stanco della vita di giovane sportivo stressato e molla. Inizia a giocare a calcio e riesce a fare un provino per i Rangers. Ma il tennis è il suo destino e quindi riprende la racchetta in mano e a 14/15 anni si trasferisce per due anni all’accademia di Sanchez-Casal e lavora con il coach Pato Alvarez. La Federazione inglese gli affianca Brad Gilbert a 19 anni (la quale corrispondeva al coach americano la considerevolissima somma di 750,000 sterline all’anno). Murray lo licenzierà dopo circa un anno. Non è un tipo che ama l’allenamento e il lavoro duro, preferisce la playstation e la sua fidanzata. La madre è molto presente nella carriera di Murray e pare non abbia avuto un facile rapporto con i suoi allenatori.

    Spunti di riflessione:

    • La mamma insegnante di tennis nazionale, ma genitore ingombrante;
    • Famiglia classe media;
    • Training presso un’accademia in Spagna, dai 14/15 anni, per qualche mese l’anno per due anni;

    Nikolaj Davidenko (russo): (alto 1.77 peso 70 Kg).

    Nasce a Severodonetzk, in Ucraina, il 2/6/1981. Inizia a giocare a tennis all’età di 7 anni, seguendo le orme del fratello più grande Eduard. I suoi genitori si chiamano Vladimir e Tatyana. A 11 anni decidono che per la carriera del fratello la Russia offra maggiori opportunità e quindi si trasferiscono entrambi a Volgograd, in Russia. Eduard lavora come maestro di tennis per ragazzi e allena anche Nikolaj. A 15 anni decidono di cambiare ancora e vanno in Germania a Salmtal. Pare che la scelta dipendesse dalla possibilità di poter giocare un maggior numero di tornei e muoversi con più facilità. Il maestro di Nikolaj è sempre stato suo fratello Eduard che ancora oggi è il suo coach. A 18 anni ottiene la cittadinanza russa.

    Spunti di riflessione:
    • Coach in famiglia
    • Sacrifici economici e disponibilità ad allontanarsi dai genitori

    Andy Roddick (USA): (alto 1.87 peso 85 Kg)
    Nasce a Omaha, Nebraska, USA, il 30/8/1982. Il padre Jim è un uomo d’affari mentre sua mamma era un insegnante. Ora è la direttrice della omonima fondazione. Roddick ha due fratelli Lawrence e John, entrambi ottimi giocatori di tennis a livello giovanile, in particolare John sarà All American tennis player dalla Università della Georgia. A 4 anni si spostano ad Austin, Texas e poi a 10 anni a Boca Raton, in Florida. Questo ultimo trasferimento porterà dei benefici a Andy che comincia a giocare a tennis. E’ comunque un ottimo giocatore di basket e gioca a tennis, preparandosi ai tornei dello Stato. Il sistema junior US lo fa crescere e i suoi genitori si accorgono in fretta delle capacità di Andy Decisero quindi di affiancare a Andy il coach francese Tarik Benhabiles con cui formò un perfetto connubio. Benhabiles è stato n° 22 del mondo nel 1987, di origine algerina. Ha iniziato la sua carriera di coach allenando Escudè, poi Roddick, che raggiunse la top 10 nel Giugno 2003 sotto la sua guida. In seguito ha allenato Gasquet, la Golovin, Benjamin Becker. La direzione tecnica è affidata a suo fratello John da quando era bambino.

    Spunti di riflessione:
    • Suo fratello lo affianca nelle decisioni tecniche
    • Famiglia benestante

    Jo Wilfred Tsonga (Francese): (alto 1.88 peso 90 Kg)

    Nasce a Mans il 17/4/1985. Il padre è un insegnante di Chimica, ex giocatore della nazionale di pallamano del Congo. Il padre si trasferì dal Congo per studiare chimica e qui conobbe quella che sarebbe diventata sua moglie, insegnante a sua volta. Suo padre è stato nazionale di pallamano del Congo. Suo fratello è un giocatore di basket di livello nazionale ed è nel centro nazionale dello Sport di Vincennes a Parigi. Il cugino N’Zgobia gioca a calcio nella premier league nel Newcastle in cui ha esordito a 18 anni. Tsonga ha cominciato a giocare a tennis con suo padre verso i 7 anni, prima giocava a calcio in un club locale, il Saligne-Leveque.
    In seguito cominciò a frequentare il circolo dell’Università presso cui lavora il padre, poi entra nel club de Coulaines. A 13 anni è stato ammesso al Polo sportivo di Poitiers dove resta 2 anni e diventa campione di Francia juniores di categoria. In seguito viene ammesso all’INSEP di Francia (Istituto Nazionale di Sport ed Educazione Fisica) e vivrà in pensione presso il Centre National d’Entraînement del Roland Garros, dove “dovrebbe” allenarsi tuttora. In questo periodo è stato seguito in particolare da Eric Winogradsky.

    Spunti di riflessione:

    • Padre, fratello e cugino tutti atleti professionisti
    • Famiglia media
    • Seguito fin da piccolo dalla Federazione Francese

    Juan Martin Del Potro: (alto 1.98 peso 78 Kg).

    Nasce a Tandil, in Argentina il 23/9/1988. Suo padre Daniel è stato un giocatore semi-pro di rugby e fa il veterinario. Sua mamma è un’insegnante. Ha iniziato a giocare a tennis a 6 anni presso il Club Independiente di Tandil, con il maestro Marcelo Gomez. Il club è lo stesso in cui hanno cominciato Juan Monaco e Mariano Zabaleta. A 14 anni esordì nel circuito professionistico seguito da Eduardo Infantino.

    Spunti di riflessione:

    • Il padre è stato un atleta di alto livello.
    • Famiglia della classe media.
    • Club di alto livello vicino casa
    • Professionista da giovanissimo

    Gilles Simon: (alto 1.83 peso 68 Kg).

    Nasce a Nizza, in Francia, il 27/12/1984. ma vive vicino Parigi. Il padre lavora per una compagnia di assicurazioni, sua madre è una dottoressa, il fratello ingegnere.
    A sei anni entra nell’US Fontenay sous Bois, società sportiva vicino casa, dove giocano i suoi genitori. Rimane 13 anni presso questo club, salvo un paio di stagioni al Racing Club De France. Per un anno frequenta il centro studi di Poitiers, dove viene seguito dalla federazione francese. A 18 anni entra nell’INSEP dove rimarrà per 4 anni e seguito direttamente dalla scuola federale. Ottiene i suoi primi punti ATP a 19 anni. Verrà inserito anche lui nel CNE del Roland Garros.

    Spunti di riflessione:

    • Famiglia della classe media
    • Club vicino casa
    • Seguito Dalla Federazione Francese
    • Arriva tardi al professionismo

    James Blake:

    Nasce a Yonkers, New York, il 28/12/1979. Il padre Thomas e sua madre Betty sono entrambi tennisti e si incontrano sui campi pubblici di New York. Suo padre imparò a giocare a tennis sotto le forze armate, mentre la madre Betty imparò a giocare a Banbury, in Inghilterra. I suoi genitori giocano regolarmente nella nella 369th ad harlem. Ha quattro fratelli. Inizia a giocare a 5 anni proprio con suo fratello Thomas junior più vecchio di 3 anni e con i suoi genitori nei campi di Harlem. A 6 anni i suoi genitori si trasferiscono a Fairfield, Connecticut. Suo padre lavora come addetto alle vendite per la 3M Worldwide, azienda del settore tecnologico, mentre sua mamma lavora come segretaria nel locale circolo di tennis. Sia James che Thomas, quindi, prendono lezioni nel Trumbull Tennis Club nel Connecticut. Qui incontrarono Brian Barker che diventerà il suo coach dall’età di 12. Il legame dei Blake con Harlem rimarrà forte per tutta la vita e James e Thomas continueranno a giocare a tennis regolarmente e volontariamente nel programma che viene chiamato Harlem Junior Tennis League, ispirandosi alle parole che sentì da piccolissimo da Arthur Ashe che lanciò il programma stesso. I genitori dei ragazzi non misero mai eccessive pressioni per farli diventare giocatori professionisti, ma i loro sforzi erano protesi per avere una normale e armoniosa vita di famiglia per i loro figli. A 13 anni gli venne diagnosticata una fortissima scoliosi e dovette portare a “full-lenght back brace” per moltissime (si legge 18 ore) al giorno per 5 anni, anche se non mentre giocava a tennis. Ma come si può immaginare non rimaneva molto tempo per giocare a tennis. Frequentò la Fairfield High School Entrambi i fratelli frequentarono Harvard, James con eccellenti risultati sotto tutti i punti di vista ma lasciò Harvard dopo l’anno di sophomore per seguire la sua carriera di tennista.
    Spunti di riflessione:
    • Famiglia media
    • Campi pubblici vicino casa (Harlem)
    • Problemi salute che non impediscono di diventare un top ten

  306. maxdauria scrive:

    GUS se non vuoi o non ti interessa capire allora finiamola lì e basta…

    tuo cugino era adulto ed in giro ci andava con sua la società totalmente spesato (tu dici di no e cmq le trasferte in giro per l’italia le fai in giornata normalmente ma anche se una volta paghi una notte d’albergo da solo nn sarà una tragedia), si allenava solo con la società pagando poco o niente, NESSUNO LO DOVEVA portare in giro a giocare e nessuno DOVEVA ALLENARLO ANCHE A PARTE… dopodichè è stata una sua scelta quella di praticare uno sport che non gli dava un lavoro quando aveva terminato di giocare..

  307. stefano grazia scrive:

    Quello che dicevo: su G&F non sei mai Off Topic su G&F e come puoi vedere io divago assai… Ovviamente cerchiamo di parlare di Genitori & Figli e gli excursus sono tollerati e anche apprezzati se partono da un discorso su G&F… Oltre a questo non vi sono regole se non quelle dettate dal buon senso … Gli stessi pezzi introduttivi sono solo spunti per vviare una Conversazione fra Amici,appunto, e poi da li’ ognuno parte per la tangente,se vuole, e da spunto nasce spunto…Non sentitevi limitati dai miei ’spunti’ e continuate a parlare di quel che volete:saro’ io semmai ad adattarmi agli argomenti di maggior interesse…Io credo che il prossimo, visto che sul finire ho dovuto frenare gli impazienti, sara’ di grande interesse: non l’articolo in se’, ripeto, che e’ un banale resoconto delle nostre giornate d’allenamento, ma la possibilita’ di fare confronti: tu cosa fai? io faccio cosi’…tu quante ore fai? ahpppero’, io ne faccio molte di piu’/molte di meno… Tu dai molto importanza a questo, da noi non si fa…Guarda che stai dicendo un sacco di fregnacce e stai rovinando tuo figlio…Etc etc etc…

  308. Archipedro scrive:

    Oggi sono contento, perché l’ecografia del tendine d’Achille destro, che risulta a posto, dimostra che il sinistro s’é rotto (vent’anni dopo il previsto) solo per via dell’atletica. Mentre tutti gli altri sport sono… innocenti!
    Inoltre ha smesso di piovere, ed abbiamo fatto il quarto allenamento di tennis “in notturma” stile vaffantennis. Con il quale mi sono pagato il gruppo elettrogeno. Detto questo… vi auguro un buon week-end e vi saluto cordialmente (con una pacca sulla spalla a Gus…). Rimarrò vigile ed in ascolto: scrivete cose utili per tutti, mi raccomando!
    ;-)

  309. Roberto Commentucci scrive:

    Ecco tutta la verità sull’infortunio a Giacomo Miccini:

    http://ubitennis.quotidianonet.ilsole24ore.com/2008/11/14/132690-allarme_anca.shtml

    Ho parlato con il papà, Gabriele. Oltre a quanto ho scritto nel pezzo, mi ha anche detto, se ho capito bene, che in pratica è stata la conformazione della testa del femore, non perfettamente uniforme, ma un po’ frastagliata, a “scavare” la cartilagine dell’anca. E che con l’intervento dovranno rendrla più liscia. Io non ci capisco gran che, confesso: potrebbe essere un problema congenito?

    Intanto oggi sul sito FIT riportano un articolo di Clerici su Repubblica che punta il dito contro i campi in cemento, padre di tutti mali.E fin qui può avere ragione, tutto bene. Ma dove divento verde di rabba è nel leggere commenti come questo, di un tale H. Zanier, che scrive:
    giustissimo! esiste poi un altro rischio, che forse per atleti di età non più giovanile é minore, e cioé di danni alle catillagini delle ginocchia, che se non curati per tempo (di solito sono curabili solo con un cambio di mestiere) hanno conseguenze devastanti, come un’artrosi alle ginocchia a 25 anni di età.
    Un solo appunto all’articolo: certe pavimentazioni elastiche sono ancora più dannose di quelle in calcestruzzo; si veda la fine che fanno molti triplisti (salto triplo).
    Bene fanno pertanto i nostri atleti a stare un po’ alla larga da campi duri ed i nostri funzionari a non forzarne la costruzione.

    E Baccini, sempre solerte nel censurare chi non la pensa come la FIT, invece lascia che si espongano sul sito federale idee criminose come questa.
    Capite? Mentre il resto del mondo si allena sul cemento, cresce sul cemento, vince gli Slam sul cemento, noi dovremmo avviarci verso l’eutanasia agonistica e ridurre il nostro movimento a gerontocomio e casa di riposo degli arzilli vecchietti del bel paese, che continueranno beati a pallettare i loro doppi infiniti sui campi in terra rossa, le ginocchia al sicuro. E dei giovani agonisti, di quelli che ci vogliono provare sul serio a sfondare a livello internazionale, chissenefrega… Questo è il sentire comune del tennista medio italiano, ragazzi. Sono furibondo.

  310. anto scrive:

    @Gus, complimenti splendido lavoro e complimenti a Roberto sempre attento e puntuale.

  311. pibla scrive:

    In particolare Clerici mette in risalto che il tennis è l’unico sport che abbina il cemento alla corsa; io più che altro credo ci sia da riflettere, a maggior ragione se si consideri che spesso allenamenti molto duri avvengono su fisici non ancora del tutto formati, io credo davvero che ci sarebbe da riflettere, ma non solo a livello di genitori, ma proprio a livello ITF, su quanto sia appropriato aumentare sempre di più le competizioni tennistiche sui terreni duri.

  312. Gus scrive:

    A me interessa capire, ma tu non riesci a convicermi. :-)

    Io sono convinto che i genitori di mio cugino, se mio cugino avesse dimostrato le stesse capacità con il tennis, avrebbero fatto gli stessi sacrifici e anche di più (compresi quelli economici). Se lo hanno fatto per ritorno zero, pensi non lo avrebbero fatto con l’idea che magari,se …. ci tiravi fuori anche il suo futuro?

    Cmq non ne farei un caso diplomatico :-)

    @stefano: stavo scherzando

    Gus

  313. anto scrive:

    @Fulvio, probabilmente hai frainteso…..io non ce l’ho con Piatti, ci mancherebbe, ce l’ho con gli organizzatori…….non puoi invitare Nadal e Piatti e poi chiedere 150 euro……….per che cosa …..per riempire la sala di 20 persone, quando avresti dovuto invece bloccare gli accessi dalla gente che avrebbe voluto entrare se non avessero fatto pagare una somma così esagerata…….e poi perchè non allargare la cosa magari facendo dello streaming per dare la possibilità ad un padre di un giovane giocatore di Enna in Sicilia per es. di poter ascoltare, imparare e apprendere.

  314. anto scrive:

    Io mi chiedo, ma per un giovane è più deleterio allenarsi su un play it indoor oppure su un cemento out door……….oppure sono effettivamente i carichi di lavoro troppo elevati e la velocità di gioca esasperata che produce tutti questi infortuni……

  315. Gus scrive:

    @anto@

    grazie. Io spero che sia di speranza a chi ha intrapreso questo durissimo percorso.

    Ma dirò la mia tra un pò, magari dopo gli interventi di tutti.

    Intanto mi preparo sul femminile, che a mio modesto parere è un altro tennis. Magari scopriamo che il maschile è alfa e il femminile è omega.

    Gus.

  316. Roberto Commentucci scrive:

    Un ringraziamento a Gus anche da parte mia, a nome della redazione. Hai svolto un lavoro molto utile e davvero interessante. Devo dire che condivido in pieno l’approccio “analitico”. Anch’io, per quanto mi è possibile, ambisco, mi sforzo di indagare sui fatti, e mi piace guardare cosa c’è dietro i luoghi comuni e le frasi fatte. Ritengo sia un modo di fare che consente, sempre, di progredire nelle discussioni e di trarne un valore aggiunto, a beneficio di tutti.

  317. anto scrive:

    @Roberto. Mi fa piacere che tu abbia compreso l’importanza di questo blog. E’ importante la tua presenza qui…….prima avevo avuto l’impressione che per te ci fossero altre priorità, però noto con molto piacere che stai contribuendo qualitativamente ad alzare il livello della discussione e questo non può che compiacermi.
    @Stefano Grazia, devi essere molto soddisfatto di come le cose stanno marciando, chissà che fra qualche anno tu non possa raccontare questo esperimento in un libro.Non ci hai mai pensato?

  318. Nikolik scrive:

    Ragazzi, che volete che vi dica, ognuno rimane delle proprie convinzioni.
    La mia convinzione è che è impossibile entrare tra i top ten facendo la vita normale del bambino normale, del ragazzo normale.
    Che cerchiate di convincermi che gli attuali top ten sono stati benone, tutto sommato, hanno fatto vita tranquillissima e che ora si ritrovino campioni , è totalmente legittimo, ma non ce la farete mai.
    Siccome ognuno rimane delle proprie convinzioni, io rimango convinto che un bambino sia costretto, per diventare campione, a fare una vita super-professionale, affidandosi a specialisti di ogni materia (preparazione fisica, tecnica, mentale, ecc.) e a mutare radicalmente le proprie abitudini di vita e familiari.
    Chi pensa che il proprio figlio diventerà non solo top ten, ma anche top 100, allenandosi esclusivamente nel raggio di 100 km fino a 18-19 anni, e con sistemi caserecci, prego, faccia pure.
    A parer mio, ma è solo un umilissimo parer mio, non ha speranze.

    Poi se mi dite: ma tu, a tuo figlio, la vita che dici la faresti fare? Io rispondo: no, no, mille volte no.
    Però non penso nemmeno che mi diventi campione con altri sistemi. Li so, i sacrifici che ci vogliono, e non voglio che li faccia. E, soprattutto, non ho voglia di farli io come Genitore, un domani. Soprattutto quest’ultima cosa, anzi. Guai se mio figlio si appassionerà troppo al tennis, guai, guai, guai.

  319. Mauro scrive:

    Gus, grande lavoro. Via ora con le feminucce.

  320. Mauro scrive:

    Argomento dolente: Gac e Gat. Cosa sono? Rispettivamente, Giudice di campionato e Giudice di torneo., nuove figure Fit di Ufficiali di gara.
    Qualcuno dirà, cosa centriamo noi genitori? Centriamo eccome.
    Infatti in qualsiasi incontro di campionato anche under, la squadra di casa deve mettere a disposizione un Gac. Quindi se un circolo ha 10 squadre che giocano in casa, deve avere 10 Gac presenti alle partite.
    I circoli si stanno attrezzando facendo iscrivere ai corsi i genitori dei bambini, Auguri a tutti!

  321. Roberto Commentucci scrive:

    anto, anzitutto grazie per i complimenti. Io veramente l’importanza di questo blog l’ho sempre avvertita, fin dall’inizio, e poi anche nei momenti più bui, e Stefano mi è testimone. E’ solo che a un certo punto la discussione si era un po’ avvitata, c’era una fase di stanca e io avevo paura di ripetermi, di dire sempre le stesse cose e quindi intervenivo meno. Ora da un lato abbiamo ripreso tutti con maggiore vigore (grazie soprattutto a Stefano) dall’altro vi sono stati alcuni spunti diciamo di cronaca (come l’infortunio a Giacomo o le vicende della Giorgi) che mi offrono il destro di intervenire. Io per ora non ho aneddoti personali da raccontare, quindi cerco di dare una mano per quello che conosco: un po’ di organizzazione della Fit e l’osservazione diretta di alcuni giovani promettenti. Ma sono ovviamente felicissimo se ci scrivete che le cose marciano bene.

  322. andrew scrive:

    Grande Nikolik!!!

    se ho ben capito, in qualche modo collabori con la federazione….è quindi importante che vi siano persone che la pensano come te sul tennis in federazione, così il passaggio al Vaffantennis sarà più spedito…

    capito ora? A chi il tennis deve gestire, FA ORRORE pensare al tennis come sport agonistico!!! Il brutto è che non solo non lo farebbero fare ai loro figli, MA NON LO VOGLIONO FAR FARE NEPPURE AI FIGLI DEGLI ALTRI. Provinciali dobbiamo restare tutti…

    Del resto è quello che si respira da 30 anni nei nostri circoli…l’assoluto disinteresse per la competizione sportiva individuale, l’assoluto disinteresse per l’altro, l’assoluto disinteresse a uscire non solo dal provincialisimo ma dal circolo stesso…

  323. Nikolik scrive:

    Mi dispiace di darti una grande delusione, Andrew, ma non solo non collaboro in alcun modo con la FIT, ma non conosco neanche una persona della FIT.
    Spiacente di deluderti, Andrew, spiacentissimo: che ci vuoi fare, son sempre una delusione…

  324. Gus scrive:

    @roberto e mauro: ringrazio davvero. Ora passiamo alle femminucce.

    @nikolic: come ho già detto alla fine del giro dirò la mia. Mi spiace però che tu non abbia voluto leggere le vite di questi grandi atleti senza il paraocchi. Come mi è capitato di dire già in passato a molti manca la capacità di ascolto ed è un bel problema pensare di aver ragione a prescindere.

    Ti chiederei però, se ti è possibile, di comportarti con correttezza e non dare a intendere cose che almeno io non ho mai detto.

    @stefano grazia: stasera mi sono guardato con mia figlia Cercando Bobby Fisher. A me è piaciuto molto ed ho trovato molto interessante gli input che arrivano dai due maestri, quello di strada e quello più classico. Uno che forse ha capito meglio la psicologia del ragazzo e che vuole che emerga l’aspetto istintivo, l’altro che cerca di dare fiducia al ragazzo attraverso l’allenamento e la preparazione tecnica. Grazie per il suggerimento. A buon rendere.

    Gus

  325. maxdauria scrive:

    Gus, tanto per cominciare io non devo e non voglio convincere nessuno, io esprimo la mia opinione poichè certe problematiche le sto vivendo giorno per giorno, oltretutto come avrai letto, Fulvio ti ha dato le stesse mie risposte… Ma a mio avviso tutto parte da un concetto errato di partenza che è evidenziato anche nel bellissimo resoconto che hai fatto sui top ten maschili..

    Premesso che da tale resoconto si evince intanto che nella maggior parte di quelle famiglie è presente un alto grado di cultura sportiva (che come ho sempre sottolineato trovo fondamentale), l’errore che fai a mio parere è quello di collegare le classi sociali al tennis agonistico. Mi spiego meglio:
    Al di fuori del tennis una famiglia benestante non ha problemi e può fare bene o male ciò che vuole senza rinunciare a nulla. La classe media non vivrà nel lusso ma si barcamena dignitosamente. Nel tentare la scalata al vertice delle classifiche mondiali tutto questo non ha valore poichè una famiglia di classe media da sola non ce la potrà mai fare nemmeno vendendosi la casa (se hanno già estinto il mutuo), poichè a ritmi di 50.000 euro all’anno di media è molto dura… Ma anche una famiglia benestante non è detto che che metta a rischio così tanti soldi per un sogno…
    Se a questo poi aggiungiamo che i top ten attuali hanno cominciato a giocare 10/15 anni fa quando ancora il tennis non era super tecnico come quello di oggi e nemmeno considerato come possibilità di uscire dalle favelas o anche semplicemente come lavoro il quadro dovrebbe risultarti ancora più chiaro..
    Mia opinione è che più si andrà avanti e più sarà difficile visto che tra 10 anni ci saranno da battere anche le cinesi… Nella speranza che non comincino a far sul serio anche gli africani….