Serena e Maria, emozioni e lacrime
Yuri Sharapov,che gran maleducato
Ora Venus imiterà la sorella?

 
27 Gennaio 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

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MELBOURNE _ Piangevano tutte e due, alla fine, senza ritegno davanti a 16.000 spettatori e alle tv di tutto il mondo. E le ragioni non potevano essere più diverse. Maria Sharapova, paradossalmente nuova n.1 del mondo, piangeva per l’umiliazione subita, per il 6-1,6-2 patito dalla (falsa) n.81 senza riuscir mai ad arginare quella furia nera (5-0 nel primo set, 4-0 nel secondo) e con quel padre insopportabile che anziché dimostrarle umana comprensione aveva lasciato il suo posto, rifiutando bestialmente di assistere perfino alla premiazione. Come se il secondo posto in uno Slam cui partecipano le migliori 128 tenniste del mondo fosse per lui e per sua figlia un’ignominia inaccettabile. Maria avrebbe riscattato tanta maleducazione applaudendo la rivale: “Non ho mai sottostimato Serena, io so di che cosa è capace, l’ha fatto vedere oggi e molte volte qui, è una straordinaria campionessa”.

Intanto Serena dopo qualche secondo di pura estasi, sdraiata sul campo a seguito dell’ultimo rovescio tracciante _ di 28 vincenti complessivi_ prima si produceva in una serie di salti da pantera maldestra, poi scattava per un gioioso sprint verso l’angolo della gigantesca mamma Oracene e di tutto il suo clan (incluso lo sparring-partner italo-australiano portafortuna), ma quando tornava sulla sua sedia chinava la testa e tornava con il pensiero, come durante tutto il match_ lo dirà poi _ a Yetunde, l’adorata sorella(stra) uccisa nel settembre 2003 in una sparatoria nel natìo ghetto di Compton (Los Angeles) dai contorni mai completamente chiariti.

“Fin da stamani mi dicevo che se avessi vinto oggi (due anni dopo l’ultimo torneo conquistato, proprio qui) avrei dedicato… a lei che non c’è più questa vittoria: il suo nome è Yetunde. E l’amo così tanto …”. Con la voce che le si strozzava in gola, Serena che un attimo prima aveva reso onore alla sua avversaria “Non molla mai fino all’ultimo punto, è una fighter, e _ rivolta alla giovane russa _ hai molti più tornei di me davanti a te …” si era liberata frettolosamente del microfono per asciugarsi le lacrime.

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Più tardi Serena, stringendo ben stretto all’enorme petto il più inatteso trofeo (degli 8 suoi Slam, il terzo in Australia), avrebbe rivelato che sul foglietto che leggeva ai cambi di campo non c’erano, per una volta istruzioni tattiche né raccomandazioni per mantenere la concentrazione: “C’era un solo nome, Yetunde, e tanto bastava a motivarmi al massimo”. Difatti una Serena così aggressiva, quasi feroce nella determinazione di colpire con violenza le risposte come le volee, gli smash, non la si era più vista da anni. Non aveva davvero niente in comune con la fallosissima Serena giunta a due punti dalla sconfitta (6-1,5-3,30 pari) sia con la Petrova al terzo turno sia (6-5, 30 pari al terzo servizio dell’avversaria) con l’israeliana Peer nei quarti. Aveva, peraltro, battuto cinque teste di serie lungo il cammino, lei che non lo era, prima campionessa outsider qui dal 1978 allorchè si impose Lori McNeil. N.1 per 57 settimane dal luglio 2002 all’agosto 2003, Serena da domani sarà n.14, ma nessuno ci farà caso.
E nemmeno lei: “Io so che quando gioco bene, ma era tanto che non mi riusciva, non è facile battermi, per nessuno”.
L’omicidio della sorella, il divorzio dei genitori, gli infortuni, il ginocchio operato, la causa legale miliardaria contro suo padre, lei e Venus per un’esibizione mai concordata e soltanto recentemente archiviata dal tribunale della Florida, avevano fatto scrivere fiumi d’inchiostro sulle “distrazioni” delle due Williams, accusate di concentrarsi in tutto, moda, film, tv, show, contratti pubblicitari, piuttosto che focalizzate sul tennis.
Ora però, almeno una delle due Williams, is back, è tornata.
E se tanto mi dà tanto, il trionfo di Serena favorirà anche il ritorno di Venus in un circuito femminile che ha avvertito la loro mancanza e, qui in Australia, è sembrato anche abbastanza in crisi. Non si è visto, infatti, un solo match femminile giocato bene dall’inizio alla fine, senza nulla togliere ai meriti di Serena.
L’augurio, ieri, dopo due semifinali maschili e una finale femminile orfane di emozioni, era che almeno Federer-Gonzalez le riscattasse. Ma, con 9 duelli vinti su 9 dallo svizzero, non c’era alcuna certezza.

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4 Commenti a “Serena e Maria, emozioni e lacrime
Yuri Sharapov,che gran maleducato
Ora Venus imiterà la sorella?”

  1. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Amici, ho riguardato quest’articolo stamani al mio risveglio, è uscito sul giornale di domenica (certamente tagliato perchè troppo lungo) di Naz.Giorno e rdCarlino (almeno spero…non lo so mai per certo e non è raro che io ritrovi il tennis fra le brevi…calcio imperat, o… calcium?). Posso sottolineare sinceramente un aspetto del mio blog, anche se può sembrare autocelebrativo? Ebbene: le foto di Gianni Ciaccia sono fantastiche, chapeau! Parentesi: solo la mia foto con federer non è sua…e si vede! Ho una gran fortuna ad averlo per amico, spero che non si stufi di farmele avere. Per tutto il 2007 mi ha promesso la sua disponibilità e vi assicuro che è un grosso plus. E quando io imparerò finalmente a inserirle anche senza l’aiuto del mio prezioso, indispensabile amico Michele, saranno…fuochi d’artificio.
    Sappiate che potrete accedere al suo straordinario archivio di 30.000 foto, anche se dobbiamo studiare bene come, perchè ovviamente è la sua professione e Gianni non può permettersi di darle gratis a tutti altrimenti chi gliele comprerebbe più? (avrebbe parlato così anche il “filosofo” Catalano, mi rendo conto, ma è bene essere chiari anche se a giudicare dal tenore degli interventi, salvo forse la richiesta di una interlocutrice di poter vedere Nadal nudo _ lei mandi una sua foto a Nadal e non si sa mai…_ mi pare che questo blog abbia una qualità superiore alla media (escluso magari il blogger…).

  2. marcos scrive:

    come il direttore d’orchestra, il blogger stimola la qualità degli interventi.
    non sono i singoli interpreti a far grande un’orchestra, bensì chi la dirige.

    bravo!

  3. Ivan scrive:

    mi associo alle tue lodi, Ubaldo: hai perfettamente ragione, Gianni Ciaccia è un fotoreporter coi fiocchi e il blog ne guadagna molto, ma direi chapeau anche al blogger… certe amicizie non si “rimediano” a caso

  4. Alberto Preziuso scrive:

    Credo che la vittoria di Serena sia la prova che si deve giocare sempre per qualcosa in più del denaro. Maria ha il padre che la sprona ma quanto tempo può durare? vedremo

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