Il PSG cerca Noah per non retrocedere
Yannick e le stimmate del vincente
I miracoli dell’ex tennista oggi pop-star

 
6 Gennaio 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Parigi chiede a Yannick Noah, l’uomo più vincente di Francia, un altro miracolo. Salvare con le sue virtù di motivatore, di psicologo sportivo, il Paris St Germain, la squadra della capitale che attraversa la crisi più nera della sua storia. Glielo chiede l’allenatore Guy Lacombe, goleador nei primi minuti contro l’Italia ai mondiali in Argentina: “Yannick darà serenità all’ambiente”. In realtà Yannick, rintracciato alle Maldive dalla mia amica (ex seconda categoria francese) Dominique Bonnot, giornalista dell’Equipe, era più amico del precedente allenatore Fournier. “Non c’è niente di firmato. Del PSG sono sempre stato tifoso. Se mi presentano un piano preciso, sono disposto a collaborare, l’ho detto al presidente (Alain) Cayzac, ma solo con i giocatori. Senza dovermi occupare del pubblico…”.
L’ex equipe di Ronaldinho, traumatizzata anche dalla morte di un tifoso nel corso di un match con l’Hapoel di Tel Aviv e dalle intemperanze della sua tiofoseria, è sedicesima nel campionato a 20 squadre dopo 18 giornate (su 38), appena due punti sopra il baratro della retrocessione. Un precipizio nel quale, nella sua storia, non è ancora mai caduto. Né si era mai trovato così in basso.
Ma perché chiamare al capezzale di un team così malato proprio Noah, un ex tennista, un cantante, un uomo nato in Francia ma cresciuto nel Camerun, il Paese del padre calciatore?
Semplice semplice, a parte il fatto che non è la prima volta. Era già successo nel ’96, quando lo stesso Paris St Germain lo nominò consigliere alla vigilia della finale della Coppa delle Coppe. Naturalmente la vinse.
Yannick, 47 anni, a dispetto della sua pelle nera poco apprezzata dai tanti seguaci di Le Pen, è il personaggio più carismatico e popolare di Francia stando a tutti i sondaggi (anche extrasportivi) degli ultimi anni. Più dell’Abbè Pierre, di Johnny Hallyday, di Charles Aznavour. Zidane lo ha superato soltanto nei mesi immediatamente successivi all’ultimo mondiale (e nel 2000), ma per quanto?
Il mito di Noah esiste da quando Yannick vinse il Roland Garros nel 1983, ultimo a riuscirci da attaccante. E’ trascorso un quarto di secolo. Nel frattempo Yannick ha vinto un disco d’oro come cantante, conquistando più volte la testa dell’hit-parade francese vendendo milioni su milioni di dischi, ma ha trovato anche modo _ da capitano della Davis _ di riconsegnarla alla Francia 57 anni dopo i leggendari Moschettieri: nel ’91 con l’aiuto di Forget e Leconte mise k.o. il Dream Team Usa di Sampras e Agassi. Poi capitano di Fed Cup ha vinto anche quella. Un motivatore e uno psicologo straordinario, certamente responsabile _ in positivo _ anche del successo del figlio Joakim, campione NCAA del basket USA con i Florida Gators e nominato miglior “prospect” del college-basketball. Figlio di Zacharias, ex calciatore camerunese, Yannick due anni fa era stato chiamato, insieme all’ex calciatore del Cagliari e del Parma Patrick M’Boma a “consigliare” la nazionale dei Leoni d’Africa (che fallirono però la qualificazione ai mondiali, unico insuccesso per un Noah in lacrime. Ma anche Amelie Mauresmo, mai protagonista negli Slam, nel 2005 chiese i suoi servizi. Per trionfare, guarda caso, nel 2006 prima all’Australian Open, poi a Wimbledon.
Nemmeno Arthur Ashe se lo sarebbe immaginato così vincente, lui che scoprendolo dodicenne a Youndè vestito di stracci e con una racchetta con più buchi che corde, lo raccomandò alla federtennis francese.
“Sarai il nuovo Borg?” ricordo che gli chiese in un’affollatissima conferenza stampa subito dopo la sua vittoria al Roland Garros un giornalista francese che di tennis capiva pochissimo. “No, sono più abbronzato e ho gli occhi neri!” rispose prontissimo Yannick che, in realtà sul tema del colore della pelle era sempre assai sensibile: “La penso come Larry Holmes (campione mondiale dei massimi). Quando sei nero e hai i soldi, allora non sei più nero, almeno a New York. Ma in altri Paesi, e in Europa, non sempre è così…neppure se hai i soldi”.
Mi ricordo quando, andando al torneo di Forest Hills (che poi mi pare fu proprio lui a vincere: era una delle prime telecronache che feci al fianco di Rino Tommasi, forse per Italia Uno) lo trovai con le racchette sottobraccio sulla subway (la metropolitana), tranquillamente mischiato alla gente, come uno qualunque, come me. Di lì a poco sarebbe sceso in campo davanti a 10.000 spettatori. Sempre in quel famoso West Side Club di Forest Hills un paio di giorni prima si era alzato in piedi per salutarmi, evidentemente memore di quando era venuto diciottenne a disputare il torneo Atp di Firenze di cui ero direttore (giocò al primo turno contro Francois Jauffret, n.1 di Francia e in questo momento non ricordo se vinse…andrò a vedere nei prossimi giorni).
Ancora oggi che è ricco e famoso, una vera celebrità, Yannick non ha perso la sua genuinità, la straordinaria capacità di comportarsi come un uomo qualunque. Un paio di anni fa siamo arrivati insieme al Roland Garros, percorrendo gli ultimi 250 metri chiacchierando amichevolmente, scherzando, lui a cavalcioni della sua Honda, io della mia Vespa benedetta che tanto a Parigi che a Wimbledon mi regala i momenti di maggior relax, dandomi la libertà al mattino di evitare code e traffico, poi di parcheggiare a pochi metri dal Roland Garros e dall’All England Club e a sera la possibilità di partire subito dopo aver finito di scrivere.
Patrice Hagelauer, per tanti anni coach di Yannick prima di diventare direttore tecnico del tennis britannico come di quello francese, del suo pupillo Noah diceva già tanti anni fa, ancor prima che lui attaccasse la racchetta al chiodo dopo aver vinto 23 tornei di singolare (tra cui Roma ’85 e Milano ’88) e 16 di doppio (incluso il Roland Garros 1984 con Leconte) più, negli Slam, una semifinale in Australia, tre volte i quarti all’US open, quattro volte i quarti a Parigi e appena il terzo turno a Wimbledon: “Si dice che tanti giocatori siano robot, macchine…ecco Yannick è tutto l’opposto, è un uomo e resta sempre tale. Che giochi o faccia qualunque altra attività la fa sempre con il cuore…”.
E’ un uomo che ha avuto i suoi alti e bassi, tormentate storie d’amore, matrimoni e divorzi, la svedese Cecilia (mamma di Joakim), l’americana Heather, e chissà quante altre. Un uomo che è stato anche così disperato da arrivare anche a pensare di buttarsi nella Senna per suicidarsi. Certo in quei momenti non si considerava un vincente nato, come lo ritengono oggi tutti quanti, compresi i dirigenti del Paris St. Germain.

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15 Commenti a “Il PSG cerca Noah per non retrocedere
Yannick e le stimmate del vincente
I miracoli dell’ex tennista oggi pop-star”

  1. Giovanni Di Natale scrive:

    C’entra poco… ma come si fa a portarsi una Vespa a Londra o a Parigi?
    Tornando sul tema, penso che Noah sia un trascinatore di popoli. Nella vita potrebbe fare tutto. Basta il suo sorriso per ottenere qualsiasi risultato.

  2. Gianluca scrive:

    Ciao Ubaldo,
    grazie per questo ritratto di un personaggio il cui carisma, anche quando giocava, traboccava fuori dal televisore. Ricordo che, all’epoca adolescente, le partite che più mi mandavano in sollucchero erano quelle contro Becker, sempre spettacolari. Un grande personaggio.
    Volevo chiederti un commento su Sanguinetti, a 34 anni ancora miglior italiano della settimana (non gli si poteva certo chiedere di battere Nadal) e notizie sul torneo d’esibizione di Wooyong in cui gioca Federer settimana prossima: è lo stesso circolo dove si giocavano precedentemente gli Australian Open? Mi sono permesso di inserire l’indirizzo del mio blog appena nato, “un anno di tennis e altro”, sperando in una tua lettura
    Saluti

  3. Fabio F. scrive:

    Sì, era Forest hills ,occasione in cui inflisse nei quarti una delle poche sconfitte di quel magico 1986 al mio amato Ivan prima di andare a vincere il torneo. Rischiò il bis anche al Foro Italico, sconfitto al tie del terzo dopo un bellissimo,fiammeggiante incontro. Assieme a Wilander era di fatto l’unico a creare problemi a lendl,in parte per il suo gioco offensivo e in parte per quell’ ossessivo insistere sul suo rovescio. Molto,molto bella e tesa anche la SF di Montecarlo 1988 tra i due.

    Penso che il PSG tenga conto delle doti di portafortuna di yannick, e confidi seriamente in esse per ottenere la salvezza.
    Da giocatore il suo abbraccio al padre dopo l’impresa su Wilander resta per me tra le scene più belle viste su un campo di tennis.
    da allenatore,indimenticabili le due davis. il Miracolo sugli USA, ma anche come seppe mantenere sempre la calma e la tranquillità dei suoi nel 1996, e nella rimonta contro l’ italia e nell’ uragano di emozioni che fu quella finale in Svezia.

  4. Ubaldo Scanagatta scrive:

    XGiovanni. La Vespa si può noleggiare. E magari dopo anni di frequentazione, e una mano della Piaggio, si trovano anche deal interessanti. Tieni presente che se uno va ogni giorno avanti e indietro con taxi o mezzi pubblici, e poi magari ha bisogno di un altro paio di taxi (o mezzi pubblici, metro etc) per raggiungere un ristorante, o amici in città grandi come Parigi o Londra, spende comunque una fortuna e perde un sacco di tempo (Il tempo non è denaro?). E magari con la Vespa raggiunge un ristorantino che costa meno (o amci che ti invitano), mentre a piedi per comodità quel che risparmi in noleggio lo spendi andando dove altrimenti non saresti mai andato.
    x Gianluca. Per quanto riguarda Sanguinetti, credo che il fatto di essere “uscito” fuori tardi gli abbia fatto venire una tale fame di tennis che a quasi 35 anni non gli è ancora passata. E’ poi molto sensibile ai soldini e giocando nei tornei del circuito maggiore ne guadagna ancora tanti. Sempre meglio che lavorare nell’azienda del padre, che è un tipo simpatico ma _ come tutti i padri _ ha molta personalità e non è probabilmente facilissimo da lavorarci insieme quando sei suoi figlio.
    Riguardo a kooyong sì, è quello, ed è un posto incantevole. Ovunque ci sia tanta erba è bello, del resto. Ci ho giocato qualche volta, una anche con Gianni Clerici e altri amici dei tempi in cui collaboravo con Tele+. Indimenticabile.
    Riguardo al tuo blog andrò a dargli un’occhiata, anche se l’indirizzo non mi è chiaro. Però, fermo restando che ciascuno è libero di scegliersi i compagni che preferisce, trovo che tutto questo proiliferare di blog sul tennis alla fine si risolva in un grande spreco di energie per i bloggers e in una grande confusione per i fruitori.. E mi domando se non sarebbe invece meglio unire le forze, distribuirsi i compiti e raggiungere un maggior numero di persone. Per ora ho visto invece che poche persone hanno colto il mio invito a proporsi come collaboratori presso il mio indirizzo e.mail ubaldoscanagatta@yahoo.it…Credo che con l’appoggio dei tre quotidiani collegati a http://www.Quotidiano.net (www.lanazione.it, http://www.ilGiorno.it, www,ilrestodelcarlino.it) siamo sopra il milione di visite al mese e quindi il potenziale è sulla carta notevole.
    constato ad esempio che Fabio F è preparatissimo, o ha una memoria di ferro. Un collaboratore così sarebbe utilissimo.

  5. Fabio F. scrive:

    Ubaldo, mi presto molto volentieri.

  6. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Vedremo con Fabio, e altri volontari, come concordare le eventuali collaborazioni. Chi è interessato mi mandi un minimo di biografia personale (non dico curriculum, ma insomma lasciatevi conoscere) e anche che cosa gli piacerebbe fare, proponendosi per una rubrica di servizio che a suo parere manchi in questo blog (e ne mancano tante: penso anche a qualcuno che mi aggiorni settimanalmente le classifiche, magari dividendosi i compiti, uno gli uomini, uno le donne, uno gli italiani/e, operazioni noiose ma necessarie) alla quale associare eventualmente una di diverso tipo. Chi è interessato, oltre a Fabio, mi scriva a ubaldoscanagatta@yahoo.it
    A Fabio aggiungo poi che ho avuto anche da un altro lettore di questo blog il testo di quel che avrebbe detto Carlos Rodriguez secondo Olè. Ma a parte il fatto che ci sono frasi altamente offensive nei confronti in particolare di Kim Clijsters (che mi sembra quasi impossibile che Rodriguez abbia davvero pronunciato) e che offese di quel tipo sarebbero passibili di querele per diffamazione non solo per chi le ha pronunciate ma anche per chi le rendesse pubbliche a mezzo stampa (quindi il soprascritto…già, avet notato come tutti usino dire il sottoscritto anche quando sono scritti sopra o addirittura non siano scritti da nessuna parte? nonchè il mio editore), io vorrei sapere chi ha firmato quel pezzo per Olè e vorrei anche avere conferma da Rodriguez. Perchè verificare la fonte di una notizia è la prima regola che un giornalista, anche quelli gossippari fra i quali a volte mi si annovera (perchè amo scherzarci su senza prendermi troppo sul serio), deve rispettare. Il che non significa sempre aspettare l’ufficialità. Ma, soprattutto se si superano i limiti del buon gusto, bisogna almeno controllare la veridicità delle fonti, senza fidarsi di voci incontrollate.

  7. Ivan scrive:

    Ubaldo… sfondi una porta aperta, non solo nel tennis. Chissà perché fa così fatica ad imporsi l’idea di un network? come dici tu le energie si sprecano altrimenti e il web, avendo moltiplicato le possibilità, è stato spesso più usato in modo individualistico-competitivo (il che è anche nella natura del mezzo), piuttosto che cooperativo. Speriamo bene

  8. Beppe scrive:

    Ciao Ubaldo, direi che la non solo la carriera, ma la vita di Noah sia una “bella storia”!
    Penso che come motivatore possa essere adatto anche ad uno sport di squadra come il calcio.
    Vincere il Roland Garros dell’83 è stata una grande impresa, considerando il fatto di aver battuto il miglior Wilander 3 set a zero andando sempre a rete!
    Ricordo anche quando impedì a Lendl di battere il record di incontri consecutivi vinti detenuto da Connors. La memoria mi tradisce, ma era un torneo estivo giocato in America nell’83 o 84. Fu una finale fantastica, Yannick, costantemente all’attacco, ebbe un grande coraggio per tutto il match e vinse contro un Lendl che sul cemento era quasi imbattibile. A volte gli attacchi non erano neanche molto profondi ma Lendl sentì una pressione talmente forte da andare in confusione.
    Un saluto.

  9. Gianluca scrive:

    Caro Ubaldo,
    accolgo molto volentieri il tuo invito e presto ti scriverò all’indirizzo indicato per darti qualche informazione.
    Ringrazio anche Giovanni per il link che ha messo sul suo blog.

  10. Ubaldo Scanagatta scrive:

    sulle statistiche di Beppe devo avere il tempo di dare un’occhiata. Non tutto mi convince, così a prima vista, ma vedo che lui di Noah (oltre che di Lewis) seguiva molto.
    Stasera, dopo aver fatto le quattro ieri notte anche per rispondere ai vostri commenti su questo blog, sono stanchissimo. Sto preparandomi per la lunga trasferta australian, domani lunedì sarà giornata campale perchè devo scrivere per la rubrica Tennis Week che esce sui tre giornali del mio gruppo (non so ancora cosa), devo andare al Ced per far sistemare il computer prima della partenza fissata per questo mercoledì (compresa il trasferimento di tutte le musiche IPod che i miei figli hanno messo sulla libreria del mio computer), imparare a usare il nuovo telefonino Nokia n-70 per le foto che mi piacerebbe poter mettere anche sul blog dall’Australia (ma per via del fuso orario non avrò nessuno ad aiutarmi tempestivamente in Italia, quindi o ce la faccio io o buonanotte, idem per la registrazione audio delle interviste sul Sony Mini-disc, mai usato). Inoltre volevo pensare a come risolvere il problema dell’insierimento dei risultati di modo che li possiati trovare su questo sito velocemente senza dover spaziare da uno all’altro alla mattina quandovi svegliate. Il problema è che _ essendo questo per ora un blog più che un canale-tennis _ l’ultima cosa che inserisco va in testa al blog e se aggiorno i risultati, poniamo, alle 9 del mattino italiane (le mie 19 australiane) e poi alle 13 (le mie 23) la sfilza dei risultati passa davanti a tutto il resto (a parte il fatto che copiarli tutti non è un lavor da poco se ci sono da seguire 10 incontri di altrettanti italiani, più le intervsite, più gli altri match e oltre ad un pezzo quotidiano per i miei giornali… volessi trovare degli spunti carini anche per il blog, anche leggendo i giornali australiani e parlando con i giocatori. Alcuni colleghi mi hanno promesso aiuto, ma un conto è avere aiuto quando possono, un altro è pensare di organizzarsi con scadenze certe. Insomma se avete idee, fatemi sapere.

  11. Ubaldo Scanagatta scrive:

    al volo sulle statistiche di Beppe ho trovato che Noah, vincitore 7 volte e sconfitto 11 da Lendl, lo battè a La Quinta (deserto californiano nel febbraio dell’82) 7-5 al terzo. Lendl non perdeva dall’US open dell’anno prima, (sconfitto da Gerulaitis 6-4 al quinto negli ottavi, aveva perso i primi due set, vinse terzo e quarto, vinse poi Madrid, Barcellona (i due spagnoli erano a settembre uno doo l’altro…e pensare che adesso…), Basilea, Vienna, Colonia, Buenos Aires e il Masters (nel qualle si prese la rivicnita su Gerulaitis battendolo 2 volte e in finale 6-4 al quinto, boomerang dell’US open). per un totale di 36 vittorie (tutti tornei da 5 vittorie salvo Barcellona dove furono sei).
    Insomma Lendl era effettivamente imbattuto da 45 partite quando perse da Noah a La Quinta. Nel 1982 aveva vinto un torneo e 4 partite a La Quinta, 36+9=45. E bravo Beppe. Hai sbagliato soltanto mettendo…febbraio in estate, mal aggiù vicino Palm Springs a metà febbraio fa caldo come in estate da noi, quindi ti perdono!

  12. Ivan scrive:

    Ho appena visto che la Oprandi ha battuto, con uno splendido II set la Likhovtseva… finalmente, Romina dopo l’exploit romano ci aveva forse fatto sperare fin troppo, ma c’è da dire che se sta bene e con questi Kg in meno può essere degna compagna di Francesca e Flavia.
    Ubaldo, mi permetto qualche piccolo suggerimento. Visto che citi l’Ipod, immagino che oltre ai tuoi figli tu ne abbia uno: non vorrei sbagliare, ma credo valga per tutti i modelli, l’ipod è dotato di registratore vocale, nel caso il minidisc, comunque non complesso, non ti venga di utilizzo immediato.
    Per quanto riguarda i risultati: mi sembra che il link al livescore sia già un buon servizio. Mi sembra che inserire nuovi post contenenti i risultati snaturino il blog: qui si viene per discutere, per i commenti e gli aneddoti più che per le notizie spicce, per cui rischieresti di far slittare i post più interessanti. Visto che mi dai l’idea di voler le cose fatte bene, perché non fai con calma, diciamo dandoti come scadenza Indian Wells? Nel frattempo potresti, con il tuo webmaster, rivedere la struttura del sito magari inserendo una nuova colonna tematica sulla sinistra che contenga risultati e news, link ai tabelloni e quant’altro credi possa esser utile. Che ne dici?
    Buon viaggio e buona Australia

  13. gianni scrive:

    Personalmente sono d’accordo con Ivan quando dice….

    “Mi sembra che inserire nuovi post contenenti i risultati snaturino il blog: qui si viene per discutere, per i commenti e gli aneddoti più che per le notizie spicce,per cui rischieresti di far slittare i post più interessant”

    …..forse per altri però è meglio avere anche notizie “spicce” ….

    Sì,…. il webmaster dovrebbe aiutarti a capire come poter “accontentare” il maggior numero di utenti possibile…

  14. Beppe scrive:

    Ti ringrazio Ubaldo! Buona trasferta australiana e buon lavoro!

  15. Nicola scrive:

    Noah ormai può permettersi di tutto!..Addirittura deve cercare di salvare dalla retrocessione una squadra di calcio?Grande!..E poi non sapevo che avesse venduto milioni di copie nella sua nuova carriera di pop-star!..Che tipo incredibile e vincente!..

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