Sondaggio. Pro o contro de Villiers?
Round robin, finali due su tre, Roma…
E poi calendari 2009, la minaccia Tiriac

 
6 Gennaio 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Partecipate al sondaggio su questo sito e su www.mpmtennis.com. A fine gennaio i risultati che manderemo al boss dell’Atp

Ho trattato a lungo questi argomenti su questo sito, soprattutto da Shanghai. Basta cliccare su articoli precedenti e troverete quel che ne penso io. Il boss dell’Atp vorrebbe creare mini-grandi Slam, garantire maggior guadagni ai più forti, puntare sullo show-business. Ad Adelaide è cominciato l’esperimento dei round-robin per 8 gironi a 3. Ebbene magari de Villiers sventolerà come un successo il fatto che Hewitt, l’enfant du pays, anzichè perdere un solo incontro e andare a casa, ne abbia giocati uno e mezzo (nel secondo si è ritirato, tanto ormai…). E sarà probabilmente contento anche perchè soltanto uno degli otto gironi ha richiesto il conto dei set e dei games, quello nel quale Johansson si è qualificato, a spese dei due francese Serra e Simon pur avendo perso un match. Ma che dire dei tanti incontri di modestissimo interesse (per i quali nessuno avrebbe mai pagato il biglietto) e di quei match di terza giornata conclusi con un ritiro di un giocatore che tanto sapeva di non potersi più qualificare, oppure con certi punteggi dventati nettissimi nel finale (presumibilmente per lo stesso motivo?). Serra e Simon, già eliminati, si saranno messi d’accordo su chi dovesse ritirarsi sull’1 a 1 al terzo e perchè Simon e non Serra? Magari uno dei due era ancora in gara nel doppio e non poteva ritirarsi? Come verrà ricostruito negli anni quel match, quegli altri (a parte la difficoltà di inserire questi tabelloni illeggibili nel proprio archivio; io ci ho messo un bel po’ a raccapezzarmi. li avete visti come sono fatti? andate sul sito de l”Equipe)? E Hewitt che per l’appunto aveva già perso il primo incontro sul 6-1 4-4 non avrebbe provatoi a finirlo se avesse avuto ancora chances di qualificarsi? Infine, come trattare statisticamente quegli incontri senza significato? In Coppa Davis quando un match si conclude a risultato acquisito lo si capisce dalla distanza modificata, i due set su tre, ma nei round-robin verrà scritto “dead rubber”? Mah . Questo sondaggio, che spera di trovare anche qualche parere favorevole a de Villiers perchè non sia troppo sbilanciato, va anche sul sito di Matchpoint www.mpmtennis.com e a fine gennaio metteremo insieme i risultati raccolti, ma non i doppioni ovviamente.

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27 Commenti a “Sondaggio. Pro o contro de Villiers?
Round robin, finali due su tre, Roma…
E poi calendari 2009, la minaccia Tiriac”

  1. Giovanni Di Natale scrive:

    Decisamente contrario al Round Robin ed al nuovo sistema di gestione. Così come sono contrario al netto taglio dei tornei minori. Da palermitano ho visto in primo persona l’eliminazione degli Internazionali di Sicilia, con diverse colpe da parte del Circolo del Tennis.
    Il nuovo boss del tennis sta gestendo i tornei come al circo. Un baraccone, che prima o poi chiuderà i battenti. Speriamo che questa rivoluzione finisca subito e si torni al vero tennis. I campioni, anzichè tutelarli troppo, andrebbero spinti a dare l’anima, non solo per i soldi.

  2. marcos scrive:

    non ho ben capito quale sia lo spazio giusto per partecipare al sondaggio proposto sui RR: se fosse questo, mi sento di scomodare il giudizio di fantozzi su “La corazzata Potëmkin”, che qui non riproduco, in ossequio all’elevato spirto del blog di ubaldo.
    è chiaro a tutti che i RoundRobin catapultati nel tennis aumentano a dismisura la possibilità di accordi, ritiri premeditati, calcoli matematici e comportamenti antisportivi, forieri solo di invidie, gelosie, contrasti ed arrabbiature tra i tennisti.
    il problema che investe i giocatori che si scontrano all’ultimo turno delle quali (quando uno dei due è già certo di esser ripescato, comunque, nel main draw) si moltiplica: mai venne inferto colpo più basso al tennis.
    rubacchiando una definizione in voga in questi giorni sui forum di tennis, sembra che de villiers, cercando di aggiustare un giocattolo integro, voglia rovinarlo.

    quanto alle finali due su tre, malgrado soffra nel pensare che non potremo più vedere stupende sfide al quinto nei master series, ritengo che sia una decisione che, prima o poi, sarebbe stata presa: mi pare, infatti, che iniziare un torneo al meglio dei tre e finirlo al meglio dei cinque non sia, anche dal punto di vista tecnico, coerente.

    ossequi,
    marcos

  3. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Spero che Giovanni si sbagli. Mi spiego: spero che se davvero il circuito sta prendendo una strada sbagliata, come credo, Etienne de Villiers abbia l’umiltà _ che a prima vista non sembra avere _ di accorgersene, ammetterlo e prendere le contromisure. Non vorrei cioè che il baraccone crollasse del tutto, perchè poi a ritirarlo su ci vorrebbero degli anni.
    Sui tornei minori…beh,e lo dice uno che ha sofferto moltissimo per la scomparsa el torneo di Firenze, e altri analoghi…bisogna che gli organizzatori siano in grado di autofinanziarsi con una managerialità da professionisti, perchè alla lunga i contributi di enti locali svaniscono quando muta la realtà sociopolitica. Tornei autosufficienti hanno tutto il diritto di trovarsi uno spazio. Al tempo stesso l’ATP ha secondo me il diritto di ridurre il numero dei tornei per accordiare la stagione se davvero ritiene che la lunghezza eccessiva della stagione sia la causa dei troppi infortuni. O anche se ritenesse che alcuni tornei svolgessero un ruolo inferiore rispetto agli standard più elevati eventualmente prefissati. Spero però che l’unica qualità apprezzata dei tornei non divenga l’entità del montepremi, perchè allora sarebbe molto triste e alla lunga anche assai controproducente.
    Certo Marcos che lo spazio giusto è questo. Condivido quanto dici, mentre considero un po’ qualunquista l’affermazione di Ricci Bitti _ è lui che ha tirato fuori la storia del giocattolo che non è rotto e quindi non va aggiustato _ perchè i politici di un organismo (o sigla, ITF) che attaccano gli altri, sono sempre molto più generosi con se stessi. A me ad esempio non pare che non ci sia nulla da fare per migliorare la credibilità della Coppa Davis, ma secondo Ricci Bitti va benissimo così anche se Slovacchia-Croazia un anno fa è stata una manifestazione che ha interessato soltanto i due Paesi protagonisti…e per la più importante competizione mondiale del tennis a squadre non mi pare che dovrebbe essere così. Il discorso finale di Marcos sarebbe sicuramente sposato da Rino Tommasi. Per me invece era un’enfatizzazione comprensibile di un match più importante degli altri, la finale appunto. E mentre un match di due set su tre può essere vinto anche grazie ad un paio di chiamate arbitrali errate, un paio di giocate sfortunate, un problemino fisico temporaneo, una crisi passeggera, chi ne vince uno tre su cinque è davvero il più forte, senza alibi di sorta per il perdente. Detto questo, e certo dispiaciuto per non potermi più godere una finale all’altezza di un Nadal-Federer come quella dello scorso anno al Foro Italico, capisco anche _ e mi adeguo _ che le esigenze delle tva da una parte e dei tornei back-to-back dall’altra non potessero consentire a lungo il perdurare degli inconvenienti causati da queste maratone di 5 ore. Ritengo però che all’origine di molti problemi ci sia un calendario assurdo, per modificare il quale si debba avere anche il coraggio di imporsi e litigare.

  4. anto scrive:

    Io sinceramente questo sud-africano non riesco a capirlo, hai il tennis in crescita, Federer sarà il giocatore più forte in assoluto che il circuito abbia mai avuto, il trend negativo degli ultimi anni sta per diventare uno sbiadito ricordo, perfino il tennis femminile sta sempre più prendendo piede, e tu partorisci i round robin. Io resto meravigliato dai giocatori che sono l’anima di questo sport, non hanno preso posizione oppure sono dei due di picche e non contano nulla. Vedendo il torneo australiano al quale è stata applicata questa idea , leggendo la grafica dei risultati, dopo due millesecondi ho avuto l’impellente bisogno di prendermi un malox. Quando una formula è vincente, perchè bisogna cambiarla. Spesso mi piace scommettere sul tennis, invece di acquistare i gratta e vinci, preferisco cercare di indovinare quote e risultati. Ma con questa formula, non ci scommetterei nemmeno un biglietto da 3$. Troppo facile fare i maneggioni, troppi risultati sfalsati, il serbo tipsarevic ha giocato il primo turno e poi si è infortunato ed è stato sostituito dall’argentino Vassallo il quale ha sbracato subito. A proposito di Vassallo un personaggio del quale mi piacerebbe parlare, non molto amato, ma questa è un altra storia. Comunque l’atp non è disney, e poi chi è stato quel genio che gli ha dato questo posto, tanto vale va darlo a Ricci.

  5. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Ecco, Antonello pone un problema che effettivamente non è stato sollevato abbastanza, quello delle scommesse. Mi risulta che il tennis in Italia e in Europa sia uno degli sport su cui si punta di più, dopo il solito calcio. Se i risultati non sono credibili chi continuerà a farlo? Detto ciò l’ipotesi Ricci Bitti a capo Atp non ha mezza chance. Ricci Bitti è diventato presiente ITF dopo aver lavorato per anni nelle commissioni internazionali dell’ITF e moltissimo nelle manifestazioni junior. Lì si è procurato quei consensi, allacciando rapporti con federazioni africane, del terzo e quarto mondo, che al momento buono gli hanno dato il voto (e il voto dello Zimbabwe conta quanto quello dell’USTA americana). Le nomine per gli incarichi ATP e Wta funzionano in tutt’altro modo, assai meno democratico, e frutto di compromessi continui fra giocatori (e soprattutto loro agenti), direttori dei tornei e(dietro le quinte ma possenti, aziende commerciali, gruppi di management sportivo etc).

  6. Fabio F. scrive:

    Il Round Robin al master costituisce una piacevole eccezione,che conferma la regola fondamentale del tennis, ossia l’uccidere o essere uccisi.
    Trasposta in generale nei tornei del tennis annuale è una follia che snatura l’essenza stessa del gioco, e si presta a calcoli, combine ( chi ricorda germania-Austria ai mondiali di spagna del 1982?), ad incontri avvolti d aun clima di totale disinteresse.
    Nonostante la propaganda fatta dall’ Atp, opinioni contrarie sono filtrate anche da parte degli stessi giocatori.
    Federer non è apparso entusiasta. Murray e Ljubicic ,recenti finalisti a Doha, la pensano alla stessa maniera.

    Opposizione assoluta. Boicottaggio. Spiace vedere con questa formula due tornei che in passato tanto hanno offerto al tennis come il Queen’s e Stoccolma.

  7. Ivan scrive:

    I processi di cambiamento non sono mai di per sé negativi: anzitutto sono necessari, specie nei nostri tempi, ma perché diventino positivi devono essere governati con abilità e prospettive ampie, ovvero, per rimanere terra terra, attenzione sì a budget di spesa e successivi introiti, ma anche alle ricadute socioculturali. Spesso nel business, ma anche nello sport, soluzioni piuttosto innovative sono state fatte digerire con le buone e con le cattive, perché positive in termini e finanziari, mentre l’appassionato veniva preso per sfinimento, sfruttando l’irriducibile passione. 2 esempi mi vengono in mente per tutti: la Champions League che sostituisce la Coppa Campioni, ma soprattutto Olimpiadi infarcite degli sport più strambi possibile (ormai si parla anche del prossimo ingresso del calcio balilla) spalmati su un calendario ridotto e ritagliato sulle esigenze tv… passi questo problemino logistico per gli appassionati, ciò che non passa è lo svilimento dell’identità della manifestazione, un tempo incentrata sulle tradizionali discipline atletiche.
    Nel merito tecnico i RR applicati al tennis mi sembrano un coniglio zoppo estratto dal cilindro, bello grassoccio, ma non salta… l’idea di dare una seconda chance a certi campioni un po’ svogliati è comprensibile, sono loro che acchiappano l’audience, ma andrebbero applicati nei master series, per 2 motivi: uno per coerenza con il championship finale, in cui si giocano i RR; secondo perché se non ci sono in ballo punti pesanti (del tipo che ogni set vinto vale per la qualificazione a fine anno), montepremi ricchi, si assistono a match combinati, ritiri e quant’altro che avete citato.
    Se dovessi scegliere, ad ogni modo, sono contro i RR… anche grazie a quel doppio draw in 1 del sito dell’Equipe, ma soprattutto perché il tennis, da sport supremamente individuale qual’è, più di altri beneficia dello scontro diretto dentro-fuori… altrimenti si volesse veramente tutelare i grossi nomi, facciano i playoff al meglio delle 3 sfide, ma speriamo che De Villiers non legga.
    Sulla riorganizzazione del calendario vedo possibili aspetti positivi: accorpare dando una certa organicità non è affatto una cattiva idea… soprattutto quando è uno stimolo per i tornei coinvolti a migliorare le infrastrutture e il proprio management ( e noi italiani ne sappiamo qualcosa): i soldi che sempre più crescono a est (M.O., CIna, Russia e India) porteranno inevitabilmente a una seria riorganizzazione del calendario, per cui è meglio che noi vecchi europei iniziassimo da subito a realizzare eventi che siano da modello, che attraggano e soddisfino il pubblico e i giocatori. Come scrive Ubaldo, è sì un peccato che spariscano tornei minori, ma è anche vero che spesso il terzo settore (cui componente sport e cultura è numericamente di gran lunga la maggiore), è atavicamente residuale nei confronti del soggetto pubblico: spesso mancano le competenze per ricevere fondi extra nazionali, le capacità per coinvolgere privati, calamitare attenzione e consenso della società… e come si sa, prima o poi, i rami secchi muoiono (un peccato, ma è inevitabile). Se restiamo in Italia, serve un network forte delle realtà locali che possono e vogliono investire nel tennis, non solo nell’evento, ma nella formazione e nell’accesso alla pratica sportiva quotidiana… alla federazione spetterebbe solo un compito di controllo e garanzia degli standard tecnici e di lobby a livello mondiale, dunque una struttura leggera, con un piccolo ma quotato consiglio di tecnici e funzionari, perché il network dovrebbe avere autogoverno. Altro fattore sono le partnership a livello europeo e mediterraneo: Italia e Spagna dovrebbero guidare il fronte dei paesi del sud Europa, ma anche dell’est e del mediterraneo, in modo da attrarre risorse e giocarsi carte importanti nell’assegnazione degli eventi. Altro fattore indispensabile è la creazione di un comitato dei giocatori pro: a metà tra il sindacato e un organo consultivo deve far partecipare i giocatori al governo delle questioni… è mai possibile non trovare uno straccio di giocatore favorevole ai RR, eppure nessuno che sia opposto, ok che oggi c’è gente come Federer e non un Mac o un Connors, ma non è nemmeno possibile che subiscano così passivamente ogni scelta.
    Per cui direi che i cambiamenti non sono negativi, portassero a cambiamenti simili, con un salto di qualità nelle competenze, maggiore democrazia in sede decisionale e via dicendo… serve l’impegno di tutti, nonché un po’ di lungimiranza e voglia d’innovare, mantenendo ben chiare le ragioni del cuore, non solo quelle del portafogli.
    Ho già sforato terribilmente, sorry

  8. marcos scrive:

    non sapevo, ubaldo, che il primo ad esprimere la storia del giocattolo da aggiustare fosse stato ricci bitti: la mia affermazione, però, non è spinta dal suo stesso spirito!
    io tornerei, per i master series, ai 5 set fin dal primo turno, dopo, naturalmente, aver rivisto completamente il calendario.
    comprendo la questione dell’enfatizzazione della finale nell’ottica emozionale, ma tecnicamente continuo a considerarlo un errore.
    quanto ai furti più facili sul due su tre, ricordo solo la finale di davis in cecoslovacchia: lì si giocava sui cinque set, ma subimmo lo stesso l’impossibile. adriano che scuote il seggiolone sputacchiando è l’icona di colui che tenta di ribellarsi come può alle peggiori ingiustizie!

    ciao!
    marcos

  9. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Ciqnue set dal primo turno signifca avere per i Masters series da 64 giocatori (e invece saranno da 56 con le prime 8 teste di serie un turno avanti, cioè con il bye) almeno 10 giorni di gara, se non 12. Perchè altrimenti 3 su 5 tutti i giorni diventerebbe più dura di uno Slam. E poi andrebbe contro l’idea _ appoggiata dalle tv _ che un incontro di tennis deve durare di meno per non far sforare tutti i palinsesti in modo del tutto imprevedibile (dalle 2 ore e mezzo alle 5 ore x un match 3 su 5, dall’ora alle 2 e mezzo per un 2 su 3…c’è una bella differenza).
    non dico che non si possa rubare in maniera importante sul 3 su 5 (come in Cecoslovacchia, arbitro Bubenik, c’ero e lo ricordo bene), ma obiettivamente l’incidenza di qualche furto su un 2 su 3 è percentualmente maggiore.
    Per quanto dice Ivan sono d’accordo su quais tutto, ma ho poca fiducia che possa gestire il tutto un sindacato giocatori che dovrebbe da una parte organizzare e dall’altra garantire che l’organizzazioen sia indipendente da lobbies etc. In realtà si tratta di un sistema in cui il controllato e il controllore sono lo stesso organismo. I risultati si sono visti con il doping: l’Atp non ha mai beccato nessuno (di quelli che contano) in un torneo Atp. I soli pescati in flagrante sono quelli incappati nei controlli dei tornei dello slam, cioè quelli controllati dall’ITF. Perchè l’ITF ha il compito di proteggere soprattutto il tennis (e, inevitabilmente perchè nessuno è perfetto, anche le manifestazioni che organizza, cui dà l’egida, etc), mentre l’Atp deve salvaguardare soprattutto gli interessi dei suoi assistiti, dei giocatori cioè. E’ vero che li salvaguarderebbe meglio se impedisse che qualcuno giocasse sporco, ma è anche vero che temendo di danneggiare l’immagine del circuito ha sempre preferito chiudere gli occhi poiuttosto che tenerli bene aperti.

  10. Ivan scrive:

    Ubaldo, per capirci meglio: mi riferivo alla creazione di un organo consultivo che possa avere funzioni anche sindacali e che esprima pareri di ordine tecnico. Non è possibile che una serie di manager possano fare il bello e il cattivo tempo sulle questioni tecniche ed organizzative, mentre quelli che dovrebbero essere i suoi assistiti o per certi versi i loro datori di lavoro si lamentano impotenti… ok, è scontato che la maggioranza non sia fatta da barricaderi e che si accontenti di avere il suo bel gruzzolo alla fine dell’anno, grazie anche alle strategie disegnate dalle teste d’uovo, ma certamente credo che tutti collaborerebbero volentieri in un organo che riesca non solo ad indirizzare meglio l’ATP, ma che riesca anche a creare organicità tra ITF e ATP. chiaramente le regole non possono essere scritte dal controllato, altrimenti che è, il paese dei balocchi?

  11. yasu scrive:

    io sono pro round robin

    credo che il tournament maneger voglia i protagonisti al torneo

    cioe’ il tennista’ che ha il talent
    non perde la partita’ due volte consecutivi
    anzi qualche tennista’ tiene talent medio livello
    non puo’ giocare costantemente
    quindi per gli appasionati che volevano i protagonista
    al campo di tennis al semi finale e al finale
    questo sistema e’ meglio da vederli

    anzi come lo sport non va bene

    il nuovo avventura dell’atp
    mi sembra che sia molto simile come il playoff degli hockey su
    giaccio

    dopo aver finito la stagione
    se la squadra trovasse ai primi 4
    puo’ entrare al playoff
    poi cominciano l’ultima sfida da vincere il scudetto

    come gli hockey
    mi piace vedere il playoff
    pero’ il mondo di tennis avevo abituato da vedere i tornei
    senza playoff
    quindi sono contro playoff senza il torneo di masters
    al fine dell’anno

  12. yasu scrive:

    scussate io NON sono pro round robin

  13. Guido Tirone scrive:

    Contrarissimo ai Round Robin specie nei tornei minori; al Masters perlomeno si suppone di avere gli 8 migliori giocatori dell’anno ma gironcini da tre giocatori di cui almeno due scarsi non vedo quale maggior spettacolarizzazione potrebbero portare. Quanto al calendario sono favorevole alla riduzione dei Masters Series che ridurrei a 7 (tutti a 64 giocatori, sempre 2 set su 3, 2 settimane, uomini e donne). Come il golf non necessariamente li farei disputare sempre nella stessa sede ma per esempio alternerei Amburgo ed Halle come German Open, Indian Wells e Miami come Players Championships, Madrid e Barcelona come Spanish Open e - perchè no? - Roma e Milano come Italian Open. A questi aggiungerei l’ Open del Canada, Newport/Cincinnati e Tokio/Shangai. Insomma al di fuori degli Slam si dovrebbe considerare la manifestazione più che le sedi e si potrebbe quindi sfruttare la maggiore fame di tennis degli appassionati . Almeno un Masters Series su erba ed il Masters finale -sempre itinerante - gestito congiuntamente da Atp e Wta completerebbero il quadro. Infine Final Four di Coppa Davis in campo neutro (o meglio prestabilito) a Dicembre. Che ne dici Ubaldo?

  14. marcos scrive:

    certo ubaldo: 3/5 fin dal primo turno a 64 giocatori significherebbe giocare 10/12 giorni; già lo fanno ad indian wells ed a miami, dove si gioca a 96.
    e gli altri 32 giocatori, mi dirai…dove li mettiamo? basta organizzare in quelle due settimane di gioco due tornei a 32.
    non proporrei di trasformare tutti e 9 i master series a tre su cinque, ma uno in europa (roma!), uno in america, uno in asia ed uno in australia..perchè no?
    problemi televisivi non ne scorgo: quando si giocano i master series, le televisioni tematiche internazionali prevedono la diretta integrale dal campo centrale per tutto il giorno; invece di vedere 6 singolari, se ne vedono 4.
    avrai capito che per me il richiamo al tre su cinque sta pure diventando la disperata difesa di colui che teme di vedere in breve tempo il tennis passare dal round robin allo shoot out, chè così gli sponsor e le televisioni possano più facilmente guadagnare visibilità e danari.

    marcos

  15. Nicola scrive:

    Ho già commentato le scelte di De Villers nelle sezioni precedenti e mi limito a confermare che sono contrario a tutto ciò che fin ora a proposto e attuato!..Ma quando gli vengono tutte queste idee?Mah…

  16. Pietro scrive:

    La cosa più semplice da dire è che De Villiers non capisce un tubo di tennis e nemmeno lo ama. Diversamente, non avrebbe avuto difficoltà a capire che uno sport a eliminazione diretta è totalmente diverso - anche psicologicamente, sia per chi gioca che per chi guarda - da uno a girone.
    L’eliminazione diretta è da sempre la caratteristica dei tornei di tennis e cambiarla significa semplicemente snaturare il gioco. Il round robin può andar bene solo per le esibizioni, dove infatti veniva utilizzato (compreso il Masters, che nacque come una prestigiosa esibizione di lusso e non dava punti per la classifica).
    Quanto alla riduzione a due set su tre delle finali dei Master Series, se ne possono capire le ragioni, ma mi sembra la cura sbagliata per un problema reale. Meglio decongestionare il calendario.
    Speriamo che questo signore smetta presto di fare danni, altrimenti il tennis (Slam esclusi) diventerà solo show televisivo.

  17. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Ok, ok, mi pare un sondaggio a senso unico. Mi ero quasi entusiasmato quando finalmente avevo letto il nostro amico giapponese che pareva favorevole ai riund-robin , poi però si è corretto e nel successivo posto ha detto che era contro anche lui. Cercasi sostenitore di de Villiers con il lanternino…Ragazzi, ma che figura faremo tutti se alla fine dell’anno i tornei che si proporranno di fare i round-robin anzichè 11 saranno 15 o 20! Mi par già di vedere il sorriso trionfante e beffardo di Etienne…guai se accadesse.

  18. Ivan scrive:

    Ubaldo, non ti preoccupare. quella che per molti è una minoranza di contestatori, riottosi ai cambiamenti, per me è semplicemente una minoranza profetica: quella capace di prevedere gli effetti negativi di certi cambiamenti e di sollecitarne, invece, altri più opportuni.

  19. Gamberini Fabrizio scrive:

    Di primo impatto ero stato contrario all’idea del round robin. Era però un esperimento talmente innovativo, Masters escluso ma solo con 8 giocatori, che ho aspettato a dare giudizi. Ma quando ho visto il tabellone completo di Adelaide con il “Main Draw Elimination Round” , gli 8 mini gironi da 3 giocatori, Martin-Vassallo che sostituisce Tipsarevic infortunato nell’ultima partita del girone 6………….. bhaaaaaaaaaaa buuuuuuuuuu non credo di poter scrivere quello che ho pensato dell’idea e di De Villers.
    Adesso ho il terrore di quali altre “trovate da circo” potrebbe applicare al Tennis……. Mr. De Villers è un autentico pericolo per il nostro sport.

  20. Giovanni Rossi scrive:

    Malisse criticizes the round-robin format after after advancing to the quarterfinals despite losing to Rainer Schuttler 6-7(4), 7-6(1), 6-3 at Delray Beach. Malisse needed to win one set during the match to progress. “‘It’s just I knew I had to win one set, and I won the first set and there was no motivation anymore,” he said. “It’s a different mentality. You win a set and what are you playing for, there’s nothing to it anymore.”

    Questo il commento di Melisse: penso che ci sia poco da aggiungere, il round-robin e’ patetico perche’ limitera’ l’impegno agonistico dei giocatori, i quali faranno i loro conti.

  21. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Vieri Peroncini mi ha scritto questo commento sul tema e io lo propongo qui, non potendo al momento collocare altrove. Ma mi pare degno di lettura. saluti ubs

    La prima considerazione che sorge spontanea, un vero e proprio moto dell’animo derivante dall’amore che si può provare per il tennis è che, per un nefasto sillogismo, pur essendo il presidente dell’ATP Etienne De Villiers non ama il tennis. Infatti, è evidente che chiunque ami il tennis non avrebbe potuto escogitare una rivoluzione tecnica tanto scellerata quanto quella che sta mettendo in atto lo scellerato francese, col biasimo di tutti gli addetti ai lavori e con la stessa alterigia e noncuranza che in passato hanno contraddistinto l’operato (tanto per fare un esempio illustre) Bernie Ecclestone nella Formula 1.
    Molto è stato già detto, su queste riforme, e ciò comporta il rischio di ripetitività: alcune considerazioni, però, restano in sospeso e meritano un approfondimento per punti Innanzitutto, la formula del Round Robin. A quanto già detto da più parti, va aggiunto che questa formula, osteggiata dai più, va benissimo se applicata ad eventi particolari quale il Master di fine stagione, che per la sua singolarità merita anche una formula a sé stante. In tale circostanza, la deviazione dalla consueta regola o-dentro-o-fuori è più che lecita, anzi, serve a ribadire l’unicità della struttura di un torneo di tennis. Non capire questo (caro De Villiers …) significa non avere idea della natura precisa di questo sport, le cui competizioni non a caso di definiscono, appunto, tornei: come il torneo medievale, che in ogni sua fase era costituito da singolar tenzoni, da duelli, scontro di forze e personalità dove per legge di natura il pareggio non è contemplato. E le prove di appello neppure: il bello dell’uscire vincitore da un torneo di tennis è – anche – che è assodato che il vincitore si è aggiudicato tutti gli incontri disputati. Nessun dubbio, nessuna sconfitta nella fase a gironi, nessun punteggio da riportare nelle fasi successive come imbellamente accade in sport alla disperata ricerca di una propria identità e di motivi di attrazione per sponsor.
    Per chiudere, sul Round Robin: l’unica altra situazione tennistica in cui è accettata, ed anzi è più che auspicabile, è nelle categorie di promozione e avviamento al tennis. I circuiti che in Italia vanno sotto il nome di Primi Passi e Saranno Famosi si disputano il più delle volte con la formula del Master ATP: ma in questo caso lo scopo è quello ovvio di garantire a tutti i bambini che si accingono ad una competizione un minimo di gioco e con avversari diversi, per garantirgli interesse e assicurarsene, possibilmente, l’affezione alla racchetta. E crediamo che neppure De Villiers oserebbe argomentare in questo modo riferendosi ai professionisti ATP, o almeno speriamo…
    Quanto alla progettata sparizione dei “5 set”, poche parole: è persino puerile dire che non sempre “più veloce” equivale a dire “migliore”. Chi segue tennis conosce anche i tempi, e li apprezza, perché è uno sport che consente sempre la speranza ultima dea e nel contempo attesta pressoché sempre la vittoria del migliore attraverso uno scambio di punti considerevole. I 5 set, poi, sono la prova di maturità: non sono cosa da tutti, non bastano da soli né il talento né la preparazione atletica, ed una vittoria in un “5 set” è sempre e comunque un fiore all’occhiello per il tennista professionista.
    Purtroppo, è tristemente palese che l’unica pulsione che muove l’operato di De Villiers sia una ricerca di tornaconti economici. Il rischio è enorme: quello di ritrovarsi ad un circuito trasformato in un baraccone da circo. Giocatori sempre più etichettati, tabelloni pubblicitari ovunque, logo aziendali sulla rete, sul fondo del campo di gioco, pause di gioco riempite da spot sonori e magari da ragazze pon-pon o uomini sandwich: se pensate che questo sia esagerato, basti guardare alla pallavolo.
    Dalle formule dei tornei (punti attribuiti per le vittorie, per i set vinti, vittorie riportate nei gironi successivi) alle divise zeppe di inserti spot, fino all’assurda necessità di riempire ogni pausa di gioco con brani musicali, lo sport è agonizzante e come in una vergognosa invasione degli Ultracorpi sostituito dallo showbusiness.
    Nella per noi fortunata finale di Fed Cup col Belgio abbiamo già avuto il segnale della musica a tutto volume nelle pause di gioco: cosa potrà fermare l’escalation? E che ne sarà, che senso avrà allora il tennistico silence, please, che non è fine a se stesso né indice di snobismo, ma comprensione della necessità di concentrazione per gli atleti dello sport più cerebrale e stressante del mondo? In questi appena trascorsi Australian Open 2007, sulla rete è comparso un logo: certo, all’altezza del corridoio, dove non dà fastidio: oppure ne dà? L’occhio, non cade forse lì, invece che sul gioco, magari per brevi istanti? La risposta è ovvia, altrimenti che azienda pagherebbe per porre il proprio nome in quella posizione. Ancora nella pallavolo, e anche nel basket, ormai la pubblicità ha invaso anche il parquet, la superficie stessa dei rettangoli di gioco: quindi lo spettatore osserva i giocatori correre letteralmente sopra la pubblicità, che essendo colorata e altamente percettiva “nasconde”, palla, gioco, giocatori stessi per brevi ma significativi e fastidiosi istanti. Ve l’immaginate, un campo da tennis in cui i rettangoli di servizio sono riempiti da immagini pubblicitarie?
    Sia chiaro, nessuno vuole demonizzare il danaro, che ha consentito e consente una diffusione capillare e mondiale del tennis e la realizzazione di un livello di professionismo esemplare e spettacolare. Semplicemente, riteniamo che lo status quo raggiunto dopo l’altrettanto assurdo perseguimento del dilettantismo a tutti i costi sia tale da non rischiare di valicare un limite assoluto: cioè quello oltrepassato il quale il denaro, quindi la pubblicità, gli sponsor e gli spot siano preminenti rispetto all’evento sportivo e agli atleti.
    Purtroppo, la rivoluzione messa in atto da De Villiers, unitamente ad altri tanti piccoli sintomi quali gli intermezzi musicali allo Spiroudome e le ellissi della Kia sulla rete di Sidney ci fanno temere il peggio, il piombare di uno sport unico e meraviglioso nei giorni infernali dello showbusiness, che con lo sport non ha quasi nulla a che fare.
    De Villiers, d’altronde, prima che dell’ATP era manager di Disneyworld, e si vede: sta affrontando la riforma del tennis, non sentita da alcuno come necessaria, con un piglio da animale da cartone animato, metà avvoltoio e metà somaro. Il problema è che ha in mano un giocattolo estremamente delicato: sarà il caso di toglierglielo, prima che lo rompa.

  22. marcos scrive:

    mi pare che il pensiero di malisse riassuma perfettamente tutte le nostre preoccupazioni: de villiers, un pò come matarrese (perdonatemi la metafora calcistica), se ne stracatafotte (perdonatemi ancora per l’abbassamento) del tennis e dei suoi valori: egli predilige la cura degli interessi suoi e dei suoi più cari amici, con la scusa che senza questo businness, in fondo, manco il più diseredato degli appassionati potrebbe godere delle immagini, dei gadgets e dei resoconti di tutto lo spettacolo che gira intorno al tennis.
    ma il tennis, egli non sa, non è solo spettacolo: è competizione che si basa sul pacifico accordo del dentro o fuori. tolto questo accordo, rimangono le gesta…ma queste, senza motivazioni, sono come una riproduzione virtuale del sorriso della gioconda, cioè nulla.

    urge un volontario in grado di proporre ai due sopracitati il miglior ritiro possibile a vita privta.

    state bene!

    marcos

  23. gigi pinelli scrive:

    Anzitutto mi sembra che noi italiani dovremmo preoccuparci MOLTO di due tornei che son gli unici importanti visibili(uno al nord-ovest e l’altro al centro-sud):Roma e Montecarlo.Tornei che,oggi,han sicuramente il loro fascino e la loro importanza.E comunque:il convento non passa altro.
    Round Robin :NO!
    Finali in tre set:mah…mi pare che,effettivamente,il 3 su 5 sia migliore,come dice Ubaldo,però nutro perplessità sul fatto che il resto del torneo si giochi 2su3.Io giocherei tutti i Master 3 su 5;sorgon problemi,va bene,ma non sono irrisolvibili.
    Penso che si dovrebbe riqualificare di molto la Coppa Davis,magari assegnandole molti punti per il rancking ATP,si da fare in modo che anche i top vi partecipino. Dioventerebbe più credibile specie se poi si cambiasse la formula : troppo spesso un solo giocatore forte in una Nazionale è bastato per far la differenza.
    Fondamentale per uno sport è la sua visibilità IN CHIARO in TV;Su questo dovrebbero lavorare tutti:ITF,ATP,WTA,Federtennis.
    La gestione del calendario dovrebbe esser di assoluta competenza di una Federazione “indipendente”,come l’ITF,e non dell’Associazione giocatori,come avviene in altri sport.
    D’accordo sull’assurdità del casino musicale o altro durante gli intervalli di gioco.
    Credo però che,alla base di tutto,ci sia la mancanza di coraggio, di tutti,di dire:basta col denaro come unico obiettivo;non posso dilungarmi,ma chiedo solo :siete proprio sicuri che questi baldi ragazzotti(tennisti,calciatori,golfisti ecc.)ed il loro entourage,se invece di guadagnare 2 o5 o 10 o 20 milioni di € l’anno ne guadagnassero “soltanto”la metà,ci priverebbero delle loro esibizioni’ ? E dove andrebbero?a vender sottaceti?Guadagnassero meno,molti si impegnerebbero di più,semmai.L’escalation dei loro guadagni,è ASSURDA!altro che sport-business!
    Grazie e saluti cordiali.

  24. Maurizio60 scrive:

    Sono contrario a tutte le proposte di De Villiers. Aggiungo la mia voce alla vostra, ma non aggiungo altro perché avete già detto tutto voi! Anzi vi dico che se lo lasciano fare il prossimo passo sarà quello di proporre una finale a tre, con tanto di round robin !

  25. Stefano Grazia scrive:

    Vieri Peroncini dice due cose giustissime: il RR é giustificato solo nella Categoria Primi Passi/Tornei Promozionali o fra Amici (Tornei Tristonazzi, li chiamo io) e nel MASTERS finale, come splendida e unica anomalia anche perché ci sono solo 8 giocatori e in fin dei conti l’orgoglio vale (anche se Lendl si prese del coniglio e del vigliacco dall’infuriato Connors perché non s’impegnó preferendo arrivare secondo per evitare non mi ricordo chi in semifinale): ma i tempi son cambiati, c’é la televisione,i media,etc etc
    E credo che Malisse (a proposito, che underachiever é stato ed é costui!) con la sua onestá ha crocefisso definitivamente la Formula.
    Il fatto che non mi torna é: se tutti i giocatori (federer in testa) e i tifosi sono contrari, dov’é l’inghippo? Non é che invece noi si sia un po’ cechi e/o elitari e si dimentichi tutti quei tifosi che come molti tifosi di calcio che vanno allo stadio, del loro sport capiscono poco o niente, e in fondo vogliono solo vedere piú volte il proprio beniamino….
    Io comunque credo che ci voglia un Commissioner come David Stern nell’NBA,per intenderci, che rivolti il calzino, metta fine ai conflitti ATP e ITF, accorci la stagione (con gli Aussie Open a marzo e la Davis Cup in 2-3 sett concentrate a Novembre ogni 2 o 4 anni (tipo Ryder Cup o Mondiali di calcio/Rugby che sono i due avvenimenti,nell’ordine, piú seguiti nel mondo sportivo globale). Un nominativo utopistico? Andre Agassi. Ha carisma,non é uno stupido e sembra aver dimostrato di amare questo sport.

  26. Michele scrive:

    Caro Ubaldo,
    per dimostrare l’assurdità e la negazione dello spettacolo che sta portando l’introduzione del Round Robin ti porto l’esempio di Buenos Aires:
    Gaudio perde la prima partita da Ramirez Hidalgo 6-1 6-1 (tra l’altro è in una valle, dopo il match ha addirittura affermato che sta meditando al ritiro…) e si rifiuta di giocare la seconda: a questo punto Di Mauro che si giocava la qualificazione ai quarti nella partita con Gaudio si ritroverà ad affrontare il ripescato Berloq il quale non ha alcuna possibilità di passare il turno (o ne avrà una su 100!): con quale stato d’animo affronterà il match l’argentino? che senso ha entrare in un torneo il giovedì dopo essere stato eliminato nelle quali? fossi in Ramirez mi girerebbero non poco…..
    Poi ho anche letto una dichiarazione di Ferrero il quale dice di non essersi fatto un’idea precisa riguardo il Round Robin e di essere contento di avere un’altra possibilità di passare il turno dopo aver perso la prima partita… ok può tornare utile ogni tanto ma è una buffonata che poi ti si ritorce contro come a Ramirez il quale ne esce svantaggiato.

  27. Fabrizio Gamberini scrive:

    Nonsotante tutto quello che è successo nel RR del torneo di Buenos Aires, il tour manager André Silva e Miguel Nido, presidente della società proprietaria della data, difendono il sistema. Felici per aver fatto per la prima volta il tutto esaurito di mercoledì, accusano i giocatori di scarso rispetto per il pubblico.

    22 de Febrero del 2007
    André Silva - Tour Manager
    Miguel Nido - Presidente Altenis

    “Para el torneo, el round robin es bueno. El miércoles permitió que el estadio esté lleno con Nalbandián- Cañas”.

    “Algunos jugadores deberían ser más respetuosos del público. Estamos experimentando con este sistema, y sabemos que es un cambio radical, así como el mundo tambiénestá cambiando. Es el primer miércoles que se vende a full”.

    “Todos los grupos –jugadores, ATP, prensa, televisión, sponsors y público- tienen que estar a favor del sistema. Tenemos que saber que si hay un grupo que está en contra, no lo vamos a cambiar”.

    “Los jugadores en general están en contra de que se introduzcan cambios, y esto ya ha pasado con los cambios que se hicieron en el dobles. Sin embargo, hoy nadie se queja.
    Escuchamos a los jugadores más que a cualquier otro grupo”.

    “Federer ha dicho que no le gusta, pero que si el público y los patrocinadores lo quieren, así deberá ser”.

    “El tema es que al final del día haya la menor cantidad de cuestionamientos posibles. Si esto no pasa, el sistema no funciona. Hay puntos positivos y negativos. La discusión está en ajustarlos”.

    Copa Telmex

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