L’assalto cinese,una Williams sì,l’altra no
18 coach e 8 medici per 22 cinesine
Hogstedt (coach Li Na) ricorda Panatta…

 
27 Gennaio 2010 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Li Na e Jie Zheng in semifinale. La Cina avrà pure altri mezzi, però è anche un problema di priorità strategica. Il tennis cinese investe sui coach e le giovani tenniste. Da noi invece un centro tecnico femminile non c’è…e alle spalle della Errani, unica giovane, non c’è granchè

MELBOURNE _ Non s’erano mai visti tanti giornalisti cinesi come a questo torneo. E sempre più ne stanno arrivando. Con due cinesi in semifinale ad uno Slam per la prima volta e con la Li Na che, grazie alla vittoria su Venus Williams, diventa la prima top-ten cinese della storia _ sì, come la nostra Pennetta….chissà se ci resterà più a lungo? _ è facile prevedere che il tennis in Cina vivrà un boom che potrebbe portarlo in breve tempo alla popolarità del ping-pong e del badminton. Con i numeri che hanno….
Sembrava proprio che potessero uscire di scena due Williams in una sola giornata, quando la Azarenka si è trovata avanti un set e 4-0 nel secondo, con Serena che nel secondo set aveva fatto appena 4 punti…invece la Azarenka è stata vittima del famoso “chi di spada ferisce di spada perisce”: perdeva un set e 4-2 con la Zvonareva ed era stata lei a rimontare. Oggi è stata Serena a rimontare lei. Oggi a te, domani a me. La Azarenka troverà modo di consolarsi fra le grandi braccia di Nikolay
Khabibulin, esperto portiere, 37 anni, degli Edmonton Oilers che giocano nella NHL (hockey su ghiaccio). E’ una squadra per la quale ha giocato anche il grande Wayne Gretzky.
Però… la Zvonareva doveva rimproverare soprattutto se stessa e la sua discontinuità, la sua incapacità _ talvolta…e non penso soltanto ai 6 matchpoint annullati da Flavia Pennetta all’ultimo US Open _ a chiudere le partite da chiudere.
Mentre la Azarenka…ha l’alibi di una Serena che all’improvviso ha ripreso a giocare come sa. E quando Serena gioca come sa poche le resistono. Con tutto il rispetto per il tennis cinese qualunque finale diversa da Serena Williams vs Justine Henin sarebbe una gran sorpresa….e ciò anche se le cinesi ormai ci stanno abituando alle sorprese.
Intanto devo correggere una precedente informazione: le quattro “top” cinesi che hanno avuto il permesso di “sganciarsi” dalla loro federazione non devono più versare il 60 per cento dei loro introiti ma il 12 per cento.
Ne ho chiesto personalmente conto a Li Na, subito dopo la sua vittoria su Venus, e lei, dopo aver detto sorpresa “Ma come lo sai?” poi ha ammesso che le cose stanno così. Poi fra me e lei c’è stato uno scambio di domande e risposte (abbastanza divertente, ritengo….soprattutto quando le ho chiesto del colore dei suoi capelli tinti…e lei mi ha consigliato di tingermeli anch’io…alludendo alla calvizie, ma raccogliendo il suggerimento di Barry Flatman): lo potrete leggere nel “transcript” dell’intervista (inizialmente pubblicata in inglese e poi tradotta appena uno dei nostri solerti traduttori l’avrà fatto).
Parlando con colleghi cinesi (e non) ho anche potuto appurare che in questo momento la federazione cinese segue molto da vicino 22 giocatrici. Come? Con 17 coach e 8 medici al seguito!
Se penso che noi in Italia seguiamo a Tirrenia tre giocatori maschi per classe d’anno (così mi spiegava qui l’unico italiano junior presente al torneo, Civarolo di Asti, classe 1992 e fuori dall’elite di tre: Gaio il n.1, poi Colella e Micolani) e ancor meno donne….l’interrogativo che pongo e che i federales crederanno naturalmente malevolo e pretestuoso è il seguente: ma avendo 3 milioni di euro l’anno da investire, e alludo a quelli della tv, non sarebbe forse (dico forse…) il caso di spenderli immediatamente in una task force tecnica che affronti…alla cinese i nostri problemi, visto che dietro a Garbin 33 anni, Schiavone 30, Pennetta e Vinci 27/28, c’è la sola Errani che ne ha 22 e dietro non si intravede un granchè?
Come mi ha detto Mirnyi in un’intervista di cui avrete l’audio, è più facile intravedere se una ragazza ha i mezzi di sfondare, perché lo vedi quando ha fra i 16 e i 19 anni, e quindi puoi _ anzi devi _ cominciare ad investire allora. Mentre per gli uomini è molto più lungo il periodo di investimento e molto più difficile capire chi abbia le qualità necessarie per emergere e chi no.
A seguire la Li Na c’è lo svedese Thomas Hogstedt (e come preparatore atletico il sudafricano Richard Satton): lo svedese che in passato ha allenato Magnus Norman e Tommy Haas mi ha raccontato un paio di cose curiose. L’ho avvicinato dopo che Rino Tommasi ha spolverato nella sua prodigiosa memoria il fatto che Hogstedt aveva vinto nel 1983 il torneo di Ferrara, nel nuovo palasport alla periferia della città: “Battei Butch Walts…ma del mio tennis in Italia ricordo quando l’anno dopo avrei dovuto giocare contro Adriano Panatta al Foro Italico in quella che sarebbe stata annunciata come la sua ultima partita. Per me era un momento di grande tensione: avevo visto Panatta vincere il torneo di Stoccolma nel ’75 quando avevo 12 anni. Aveva battuto Jimmy Connors. Batteva in modo incredibile Adriano e aveva una classe cristallina. Beh… ero preoccupatissimo di doverci giocare sul centrale al Foro Italico al secondo turno. Avrei preferito affrontarlo su un campo laterale, davanti a poca gente….Ma…a sorpresa Adriano perse dal peruviano Pablo Arraja…così l’ultimo match contro Adriano lo giocò lui e non io. Quasi quasi mi dispiacque”.

Collegamenti sponsorizzati


7 Commenti a “L’assalto cinese,una Williams sì,l’altra no
18 coach e 8 medici per 22 cinesine
Hogstedt (coach Li Na) ricorda Panatta…”

  1. federico scrive:

    Gnocca la LI.

  2. pedrinho&luvanor scrive:

    Proverbio cinese per bin ag in : “L’uomo saggio non ha opinioni risolute, non ha sentimenti decisi, ma guarda le opinioni e i sentimenti degli altri uomini come fossero i suoi”.

  3. topslice scrive:

    Io avevo proposto team di 6 allievi 1 coach e 2 maestri 1 prep atletico……. IMPOSSIBILE?????? si facciano avanti candidati che si sacrifichino per la patria!!!!! MA NON ABBIAMO LA TV………

  4. pedrinho&luvanor scrive:

    I cinesi copiano tutto dagli europei. Dopo aver studiato il progetto PIA della Federtennis hanno esclamato con la loro solita eleganza ed educazione :”Ma andatelo a piglia’…n’der c……….”

  5. Francesco scrive:

    Premetto che il mio commento è riferito all’articolo: “Ah se fossimo Cinesi anche noi” (se non sbaglio è intitolato così) che però ho perso di vista.
    Che rabbia questi articoli di osanna nei confronti delle cinesi. Quanto scommettiamo che ste due poi non combineranno un granchè nel corso dell’anno?
    Ci rendiamo conto che la Zheng ha battuto Niente, Nessuna, Tizia, Caia e Sempronia? Per carità brava a sfruttare un tabellone dove non ha affrontato, ripeto nessuna giocatrice di valore (al massimo la Bartoli…), ma da qui a dire che le giocatrici attuali cinesi sono migliori di quelle italiane ce ne passa. E per quanto riguarda il futuro, mi stupisco che si pensi come l’Italia possa riuscire a competere con la Cina, che ha una popolazione che è 25 volte quella italiana. VENTICINQUE!
    E per dire che dietro la Errani non c’è molto ce ne vuole. A quanto pare ci siamo scordati di Camila Giorgi, di Nastassja Burnett, di Federica di Sarra, di Martina Trevisan, di Martina Caregato eccetera.

    Per quanto riguarda questo articolo condivido la proposta di Scanagatta di investire anche nelle ragazze sin da giovani, assicurandole un team di professionisti. Le ragazze intorno ai sedici anni hanno già sviluppato il loro fisico, ed è più facile quindi impostare un lavoro che sia continuativo nel tempo riguardante la parte atletica.

  6. TCC'75 scrive:

    Credo che Ubaldo abbia centrato il punto. In Cina non sanno cosa sia il tennis e perciò si affidano ai coaches (talvolta stranieri) per far crescere un movimento che comunque vanta 10 milioni di praticanti. OK, i numeri cinesi hanno sempre fatto paura, ma non mi risulta che, nonostante ci siano più biciclette in Cina che in tuta l’Europa, il tour de France lo abbiano mai neanche disputato dei ciclisti cinesi.
    Io ho l’impressione che invece dalle nostre parti ci siano tanti che si vantano di conoscere sto sport, ma a sentirli parlare, hanno in mente come prototitipo di tennista John Newcombe o Tony Roche e non Del Potro e Cilic.
    Forse è il caso di svecchiare un attimo il guardaroba!

  7. daniela scrive:

    Va bene inneggiare all riconquistata libertà, ma con tutto quello che comunque aveva fatto la federazione cinese per la preparazione dei queste ragazze, partecipare al primo turno di federation cup da parte delle due semifinaliste di Melbourne sarebbe stato chiedere troppo?

Scrivi un commento