Pistolesi:”In Italia è difficile allenare.
Il Coni dovrebbe vigilare.
La stampa non è immune da colpe”

 
1 Giugno 2009 Articolo di redazione
Author mug

Dopo la separazione consensuale con Bolelli abbiamo intervistato, durante la trasmissione Ho Scelto lo Sport, il tecnico romano: le motivazioni di questa decisione, la sua impressione sul movimento tennistico italiano e le ipotesi riguardanti il suo futuro.

di Alessandro Nizegorodcew (http://www.spaziotennis.com)

Allora Claudio, iniziamo riassumendo i tuoi quasi 4 anni al seguito di Simone Bolelli..
“Fino a tre mesi fa, mi sento di dire che è stata una marcia trionfale. Lavorando in quel modo, credo che Simone sarebbe potuto diventare un top-10. Ho cominciato a lavorare con lui quando si trovava al numero 258 del ranking, portandolo al 36; questi sono numeri indiscutibili, a dimostrazione che il lavoro fatto con Simone è stato di un valore immenso. Non è accaduto molto spesso, nel nostro paese, che un allenatore italiano e un giocatore italiano, abbiano raggiunto risultati di tale rilevanza. Come tutte le cose belle, ad un certo punto si è esaurita. Non è colpa di nessuno, ma non c’è stata più quella sintonia che aveva contraddistinto il nostro rapporto. In fin dei conti io vedo solamente il bicchiere mezzo pieno, non considerando quello mezzo vuoto..”

Quattro anni da allenatore di tennis non sono paragonabili allo stesso lasso di tempo in uno sport di squadra, come ad esempio il calcio. Si vive sempre a contatto con il proprio giocatore ed il rapporto deve essere quasi perfetto perché possa fruttare risultati importanti e continuativi. Sei d’accordo?
“Sono assolutamente d’accordo. Nel tennis il rapporto è sempre uno a uno. Si viaggia sempre sulla stessa barca, condividendo un progetto insieme, condividendo tutto. Quattro anni nel tennis sono molti di più nel calcio, anche se non si posso comparare esattamente i due tipi di lavoro.”

Qual è l’impresa di Simone che ricordi con più emozione?
“Se devo scegliere, opto per la vittoria contro Gonzalez a Wimbledon. A mio avviso, in quell’occasione è stata scritta una pagina della storia del tennis italiano. Le motivazioni sono tante, partendo dal fatto che Londra non ha mai portato bene ai nostri colori; in più contro il numero 13 del mondo, su un campo prestigioso come il numero 14. Un’emozione indescrivibile. Ma ce ne sarebbero tante altre di vittorie da citare, come il terzo turno a Parigi superando Del Potro; come i quarti a Basilea battendo Berdyche, sifdando a casa sua il re Roger Federer; oppure la vittoria con Simon alla Hopman Cup, occasione nella quale Simone ha letteralmente scherzato il numero 6 del mondo. Un’altra cosa che mi ha fatto emozionare sono stati i tanti complimenti ricevuti sulle migliorie tecniche di Simone, da parte di gente che ha fatto la storia di questo sport, come Tony Roche oppure Stolle. Le soddisfazioni sono state tantissime, per questo parlo sempre di bicchiere mezzo pieno.”

Che differenza hai riscontrato nell’allenare un giocatore italiano ed uno straniero?
“Non cambia nulla di per sé. In Italia è però molto difficile allenare. Il Coni dovrebbe vigilare su alcune situazioni, che si sono acuite negli ultimi dieci anni. I giocatori e i coach dovrebbero essere appoggiati e non ostacolati, come invece accade spesso da noi.”

Anche i media che si occupano di tennis sono stati spesso criticati per il modo in cui trattano i protagonisti azzurri del panorama internazionale. Esaltazioni alle vittorie, aspre critiche dopo le sconfitte. Due visioni opposte ed egualmente sbagliate..
“Sono assolutamente d’accordo con te. La stampa specializzata nel tennis non è affatto ummune da colpe. Conosco giornalisti molto prepatati con i quali mi confronto spesso; mentre ce ne sono altri da cui sono totalmente distante. Dalle esaltazioni sbagliate come “Bolelli il nuovo Federer” fino alle denigrazioni più aperte e ingiustificate, spesso non supportate da una competenza tecnica all’altezza.”

Parliamo di alcuni giovani italiani. Matteo Trevisan si è un po’ perso nel passaggio dai tornei giovanili a quelli professiontici, anche a causa di molti problemi fisici. Cosa pensi di questo ragazzo?
“Non lo conosco benissimo ma gioca un ottimo tennis. Spero possa ritrovare la salute e soprattutto una certa continuitò di gioco e tornei. Credo che potrà arricchire il nostro tennis, poiché alle spalle di Seppi, Bolelli e Fognini non c’è molto. E questo per colpa della mentalità, troppo politica e poco tennistica, che c’è ai vertici del nostro movimento.”

Un giovane che potrebbe fare bene nei prossimi anni è Federico Gaio, finalista pochi giorni fa al torneo del Bonfiglio..
“Sono molto curioso di vedere cosa potrà fare Gaio nei prossimi mesi ed anni. Si allena con Simone Ercoli, che per due anni ha lavorato presso la mia accademia. Ercoli ha anche avuto la possibilità di accompagnare Bolelli in alcuni importanti tornei; lo stesso ercoli ha riconosciuto l’importanza dell’accademia pistolesi, che lo ha riportato nel grande tennis in un momento in cui ne era uscito.”

In questo momento di stai riposando, pensando al tuo futuro, o hai già voglia di rimetterti a lavoro con un nuovo giocatore?
“Dopo 11 anni da professionista e 13 da coach, posso dire di correre ininterrottamente da 24 anni. In questi giorni mi sto godendo il fatto di essere padrone del mio tempo. Ho l’imbarazzo della scelta, poiché, per fortuna, ho un’eccezionale credibilità all’estero e non avrò difficoltà nel disegnare il mio prossimo futuro. Mi piacerebbe avere un ruolo anche in Italia, ma questo è un punto interrogativo. Non ho fretta, però pernso che all’estero ci sia più comeptenza ed un ambiente più adatto. In due parole fuori dall’Italia il terreno molto più fertile. Mi piange il cuore, come italiano, non poter dare una mano al mio paese. Ma, come detto, mai dire mai.. Potrei anche tornare in Giappone, dove sono stato per due anni; è un paese con il quale ho un feeling particolare”

Qual è, per concludere, il giocatore di seconda fascia che più ti ha impressionato in questi ultimi mesi?
“Ho visto Andreas Beck che mi piace moltissimo, così come il suo connazionale Zverev. Dimitrov anche ha grandissime potenzialità, ma deve ancora maturare molto. Poi c’è Nishikori, che se non avesse avuto tanti infortuni, sarebbe già molto avanti in classifica. Il giorno in cui si rinforzerà fisicamente, sarà un protagonista assoluto del circuito”

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12 Commenti a “Pistolesi:”In Italia è difficile allenare.
Il Coni dovrebbe vigilare.
La stampa non è immune da colpe””

  1. An inconvenient truth scrive:

    Indipendentemente dalla valutazione tecnica a me la cosa ha messo tristezza:ma chi se ne frega se adesso magari un altro tecnico gli cambia il gioco e diventa un top 30 per 15′,a me quello che piaceva pensare era che Bolelli e Pistolesi fossero un Team solido cosi’ come ce l’avevano venduta loro.E invece 6 mesi dopo il fattaccio e un mese dopo l’articolo/lettera di Sanguinetti su Tennis italiano e’ gia’ andato tutto a putt? Rimane la figura tragica di Pistolesi,lo sconfitto rimane lui, un personaggio come il Barney de La Versione di Barney o l’Abatantuono de Nel Continente Nero:gente generosa, esagerata,a volte antipatica e intollerante ma che si espone in prima persona,che fa del bene a tanti che prima o poi si comporteranno da ingrati nei suoi confronti…Non so, magari lasciare Pistolesi si rivelera’un vantaggio per Bolelli ma ugualmente mi lascia l’amaro in bocca.Anch’io spero che la FIT lo richiami e lo riaccolga MA che lui dica no, almeno per confermare quanto sempre detto:che ragionava di testa sua.

  2. stefano grazia scrive:

    A me pare che Pistolesi debba solo essere rispettato.
    E che probabilmente anche per lui valga il detto Nemo Propheta in Patria.
    Del resto, lo stesso Castellani non si rifiuta da tempo di allenare atleti italiani? E quindi senza stare aenarsela troppo superiamo questi provincialismi e accettiamo tranquillamente il fatto che atleti italiani vadano ad allenarsi all’estero e che coaches italiani portino al successo atleti stranieri…Probabilmente non capendo le sottigliezze della lingua e quindi non leggendo la stampa specializzata, le critiche scivolano come pioggia sull’ombrello dell’indifferenza e si lavora meglio, al riparo dalle inutili polemiche,fatevene tutti una ragione, tanto e’ il risultato del campo quello che conta …

  3. franco campisi scrive:

    Pistolesi e’ un grande. Pensa con la sua testa senza leccare il potere.

  4. pibla scrive:

    “…in più contro il numero 13 del mondo, su un campo prestigioso come il numero 14…”

    Bah….

  5. pibla scrive:

    Pistolesi fa giustamente bene ad essere orgoglioso del proprio lavoro, però deve capire che, dopo cent’anni, in Italia ci si aspetta qualcosina di più di una vittoria di secondo turno sul campo numero 14 di Wimbledon e se bisogna attaccarsi a questo, come ad una pagina importante del nostro sport, allora tanto vale non attaccarsi a niente….
    Pistolesi non fa altro che dire che tante critiche sono ingiuste e provengono da incompetenti, ma ogni tanto, anche solo per cinque minuti, dovrebbe mettersi nell’ottica del tifoso italiano che, vale la pena ripeterlo, dopo decenni e decenni di insuccessi e frustrazioni, si dovrebbe beare della vittoria in secondo turno sul campo 14 di Wimbledon….bah….

  6. Alessandro Nizegorodcew scrive:

    @ Stefano Grazia
    Castellani allena da 10 anni Claudio Grassi in quel di Todi e adesso si trasferiranno a Roma

  7. Alex scrive:

    Più che un’intervista mi sembrava uno spot a se stesso…

  8. Karl scrive:

    Pistolesi è indubbiamente un buon tecnico ma ha il vizio di spacciare per oro della buona bigiotteria. Più umiltà nelle dichiarazioni perchè se si fa solo piuttosto bene non ha senso dire per autopromozione che si sono compiute imprese titaniche.

  9. TCC'75 scrive:

    Va beeene…bravoooo Clà.
    Mettendo da parte i ‘clamorosi’ risultati ottenuti (oooh contro Gonzalez sul 14 e la Hopman cup!!), Pistolesi ci spiegasse cosa vuole dire che il CONI deve vigilare. Perchè se questo non lo facesse, verrebbe meno ad una sua funzione specifica e obbligatoria e quindi potrebbe anche essere denunciato. Ma come mai si buttano tutti addosso così tanto veleno, ma poi al dunque non si arriva mai?
    Ora la palla passa a Binaghi, che deve trovare una scusa per riammettere Bolelli in Davis. La solita italietta!

  10. Andros scrive:

    Pistolesi ha fatto un ottimo lavoro. I numeri sono chiari.

    Ritengo che anche il suo essere fuori dal coro meriti rispetto.

    E’ anche vero che Bolelli ha dovuto lasciarlo perchè Pistolesi litiga con tutti e per Bolelli stesso era diventata una situazione insopportabile nell’ambiente.

    Forse, la prossima volta, pur manteneno la corretta posizione “fuori dal coro” il bravo Pistolesi ci penserà una volta in più prima di litigare con tutti.
    Dire e diffondere la propria opinione può essere fatto anche senza necessariamente litigare. Alle volte…

    Comunque sono sicuro che Pistolesi avrà altri successi. E’ bravo ed appassionato.

  11. MAX scrive:

    Mi associo ai numerosi commenti dove ribadiscono che Pistolesi sta facendo auto promozione in quest articolo.
    Pistolesi e’ sicuramente un bravo tecnico ma e’ uno che litiga con tutto il mondo ed una persona cosi non puo’ avere futuro e vita facile,questo anche x chi gli sta attorno in questo caso Bolelli.
    Auguro a Simone tutte le soddisfazioni del mondo e sono contento che abbia preso questa decisione che a mio avviso lo portera’ a maturare e ragionare con la sua testa.

  12. king of swing scrive:

    Pistolesi ha fatto un ottimo lavoro e i complimenti di Roche dimostrano che in ambito internazionale le sue qualità sono riconosciute…qui in Italia la stampa non aiuta gli sforzi dei nostri coach per migliorare il movimento e questo perchè secondo me c’è di mezzo la federazione di Binaghi…questo connubio stampa-Federazione ha messo in ginocchio il nostro movimento tennistico ormai e da questa situazione non se ne esce più…

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