Federer dà una bella lezione a Blake
Troppo forte Roger o modesto James?
Lui è Biancaneve, gli altri i 7 nani

 
19 Novembre 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

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Quando Roger ha cominciato a quel modo, 6-0 in un balletto, ci guardavamo ammirati (da Federer) e perplessi (per Blake) nei nostri banchini della tribuna stampa di questo magnifico Qi Zhong Stadium. Formidabile Federer, certo, ma un po’ frastornato Blake, mi pareva. D’altra parte la sua era la prima grande finale, mica la quarta consecutiva come per lo svizzero. Anche perdendo aveva raggiunto due traguardi assolutamente insperati all’inizio della stagione, quando era n.24 del mondo, figurarsi due anni fa quando era n.210! E quando era disteso su un letto per la vertebra cervicale infrantasi sul paletto di sostegno della rete del Foro Italico? O quando s’era beccato quel virus (Zoster) che lo aveva spaventato a morte con una paresi facciale e la perdita della vista da un occhio? Insomma, poverino, c’era da capirlo.
Anche se avesse perso (e sapeva che avrebbe perso per la sesta volta consecutiva) poteva toccare il cielo con un dito, il cielo di Shanghai attraverso i petali di magnolia dello stadio che si sono schiusi a fine lezione (e faceva un freddo cane, meno male che avevo un cashmerino cinese di riserva, costo d’acquisto 25 euro): era diventato infatti n.4 del mondo, e n.1 degli Stati Uniti, davanti al pubblicizzatissimo erede di Sampras e Agassi, Andy Roddick. Alla faccia di Jimmy Connors! Che cosa poteva chiudere di più?
Semplicemente non fare una figuraccia. E se voi pensate che l’abbia fatta, secondo me vi sbagliate. Qui, però, il dibattito,come in ogni blog che si rispetti, è aperto.
Per me non l’ha fatta perchè se andate a vedere i due precedenti Masters vinti da Federer a Houston scoprirete che nel primo lo svizzero ha battuto Agassi , 6-3,6-0,6-4 _ qualche differenza con il 6-0,6-3,6-4 patito da Blake _ mentre nel secondo, disputato chissà perchè sui 2 set su 3 cari al boss Atp Etienne de Villiers, Federer ha dominato Hewitt 6-3,6-2.
Ora, se due campioni, due ex n.1 del calibro di Agassi e Hewitt rimediano lezioni del genere, che cosa si poteva pretendere da Blake? Non è modesto lui, è troppo forte Federer, “the best of the best” _ come ha detto Blake sul campo _ “è un onore potermi chiamare suo collega!”.
Nel secondo set Blake ha finalmente trovato la forza, lo spirito di reagire. Tuttavia ha dovuto annullare due pallebreak per lo 0-2, e sfumate quattro pallebreak per lui sull’1 a 1, Fed-Express ha messo subito le cose in chiaro, 3-1 per lui e buona notte. 6-3 in un’ora e 32 minuti. Ci pensate se fosse stata una finale due set su tre, come saranno quelle dei tornei Atp a partire dall’anno prossimo?
I cinesi hanno pagato il biglietto meno caro domenica scorsa 28 euro e ieri per la finale, 68, un po’ meno dello stipendio mensile di un operaio. Chiaro che di operai ce ne saranno stati pochi allo stadio. In Cina sembra ci siano, però, 150 milioni di milionari, abbastanza per trovare 14.000 spettatori per riempire il Qi Zhong. Vi immaginate, però, se dopo un’ora il match fosse finito?
Rispondendo a una mia domanda (”Meglio due set su tre o tre su cinque per te Roger? So che tu e Nadal non avete giocato Amburgo per i cinque set con tiebreak a Roma, però oggi la partita sarebbe finita dopo un’ora…”) Roger ha ammesso: “I tre su cinque garantiscono più emozioni, più drammi, magari rimonte da due set a zero…._ ma ha anche aggiunto con molto buon senso _ però se avessimo avuto due set su tre a Roma la gente lì sarebbe stata un po’ meno contenta, però sarebbero stati felici i fans di Amburgo che ci avrebbero potuto vedere, soprattutto se il torneo fosse cominciato per noi il mercoledì (e qui Federer accenna ai tabelloni da 56 giocatori che verranno adottati dal prossimo anno)”.
Che ai giocatori la cosa piaccia si capisce. Anche a me piacerebbe lavorare meno e guadagnare di più. Un’altro mio quesito rivolto a Federer è stato un po’ provocatorio. Dopo avergli ricordato che Agassi, Hewitt e Blake hanno fatto una media fra i 2 e i games a set nelle tre finali del Masters vinte da Roger, gli ho chiesto di non raccontarci più favole, del tipo “Sono tutti campioni, temo tutti, posso perdere da tutti”.
La verità è che Federer è tre spanne sopra tutti gli altri e l’unico che pare sorpreso quando vince è lui. Se lo è davvero non lo so. La battuta che circola qui è questa: ad ogni Masters con gli otto migliori tennisti del mondo fra Federer e gli altri c’è la stessa differenza che c’è fra Biancaneve… e i sette nani.

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12 Commenti a “Federer dà una bella lezione a Blake
Troppo forte Roger o modesto James?
Lui è Biancaneve, gli altri i 7 nani”

  1. alessio scrive:

    Mi permetto di dire che non sono d’accordo sul fatto che gli altri tennistiti sono tutti nani.A cominciare da un certo Nadal che non ha a caso è davanti negli scontri diretti è quest’anno, ha cominciato non solo a insidiare Federer non solo sulla terra rossa ma anche in altre superfici,vedi Winbledon.Sono curioso di vedere cosa capiterà con lui nel 2007,a cominciare dall’Australia.
    Blake secondo me ha pagato non tanto l’emozione per la finale, ma una deferenza psicologica con Federer, poichè questi, vedi US Open 2006, contro di lui ha sempre dovuto impegnarsi a fondo.
    Mi permetto infine di dire che nel Master vinto contro Agassi, Fededer aveva si vinto facilmente la finale, ma mi pare che contro lo stesso Agassi nella fase eliminatoria sia stato graziato dallo stesso, in una partita che alla fine è stata decisiva per il trend-psicologico della rivalità
    Cmq sempre i miei complementi per il sostegno dato con questo blog a questo magnifico sport
    alessio

  2. angelica scrive:

    Ciao Ubaldo,
    si vede che Federe non ha faticato cosi tanto a vincere se domani martedi’ gioca un match di esibizione con Nadal nella Corea del Sud.
    Ma non erano tutti stanchi, sfiniti, svuotati di ogni stilla di energia per una stagione troppo lunga? E non chiedono a gran voce meno tornei e un periodo piu’ lungo di riposo per preparasi meglio alla prossima stagione?
    Mah!

  3. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Su Nadal hai ragione, soprattutto quando si parla di terra rossa. Certo parlare di Biancaneve e dei Sette Nani può apparire esagerato, perchè ovviamente anche gli altri protagonisti del Masters sono signori giocatori _ se li avessimo noi in Italia faremmo salti di gioia e titoli a tutta pagina _ però con un’iperbole volevo sottolineare la differenza che c’è oggi fra Roger e gli altri. Lasciare una media di due,tre games a set su campi veloci (dove di solito il servizio è più facile tenerlo) è particolarmente significativo riguardo al divario che c’è. Roger è davvero di un’altra categoria.
    Con Blake Roger aveva perso un solo set in cinque incontri. E aveva lottato all’US Open, quando peraltro mi pare che Roger potesse chiudere il match in tre set ma si ritrovò al quarto __ cito a memoria e sono un po’ cotto perchè sono appena arrivato da Shanghai con un po’ di stress perchè il computer faceva capricci e non voleva trasmettere via telefonino da Malpensa l’articolo che ho inviato ai miei tre giornali Il Giorno, Il RdCarlino e La Nazione. Di quale regione sei tu? Puoi leggerli? L’articolo concerne la guerra che Madrid e Tiriac stanno facendo a Montecarlo, Roma ed Amburgo per occupare fra aprile e maggio la migliore settimana del calendario 2009.
    Riguardo al primo Masters di Houston ti ricordo che Federer capitò in un girone di ferro contro tre giocatori che non aveva mai battuto da pro (incluso Nalbandian, mai più battuto dacchè i due erano junior), a cominciare dallo stesso Agassi che infatti _ come ricordi tu correttamente _ andò molto vicino a vincere. Però in finale lo stesso Agassi fu stracciato. E va ricordato che quello era il primo Federer. Fra quello del 2004 e quello del 2006 ce ne corre, soprattutto in termini di sicurezza, di fiducia nei propri mezzi. Il rovescio straordinario che Fed ha messo in mostra domenica due anni fa se lo sognava, almeno come continuità.

  4. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Ad Angelica: tanti anni fa era stato deciso che la stagione terminasse fra fine ottobre e i primi di novembre. Fiorirono allora le esibizioni per i più forti, lucrosissime naturalmente. Giocavano il lunedì in un posto, il martedì in un altro…e via dicendo, alla faccia della stanchezza. Chiaro che lo stress era minore, ma al tennis non veniva reso un gran servizio, anche se naturalmente gli agenti (che guadagnavano le loro belle percentuali) sbandieravano la necessità di farle per portare il tennis in piazze dove non sarebbe mai arrivato. Così a lamentarsi furono i giocatori di secondo piano, che invece non trovavano ingaggi ed esibizioni, e avevano bisogno di guadagnare, di fare punti per migliorare la classifica in vista dei primi appuntamenti del nuvo anno. Chi, ad esempio, è n.110-120,130 cerca di raggranellare di tutto per guadagnarsi l’accesso al tabellone dell’Australian Open. Partecipare agli Slam , e magari passare un turno, significa quasi sempre…svoltare, come dicono a Roma. Il vero problema è che il tennis è uno sport individuale e i ciascun giocatore ha interessi individuali. E’ impossibile trovare un calendario, un programma, che metta tutti d’accordo. Anche perchè ogni anno ci sarà qualcuno che è stato infortunato nel corso della stagione e si sente fresco e desideroso di giocare _ e magari guadagnare _ anche il giorno di Natale.
    Secondo me ha ragione Francesco Ricci Bitti, il presidente della federazione internazionale, quando dice che molte delle incongruenze attuali nascono dal fatto che i giocatori (rappresentati dall’ATP, e dai loro agenti) non possono sedersi dai due lati del tavolo. Da un lato sono gli organizzatori del circuito, l’Atp Tour (e devono pensare a guadagnare sempre di più, loro con i colleghi forti e meno forti), dall’altro lato si ritrovano a fare i sindacalisti. In Corea, per finire, avrebbero preferito che non ci fosse mai stata una semifinale al Masters fra Federer e Nadal…ma magari laggiù non lo sanno, ciao e grazie per il tuo apporto a questo blog

  5. max pachora scrive:

    Caro Ubaldo,
    ma possibile che per il doppio a Shnghai non sia stata stata spesa o scritta neppure una parola? Forse mi sono perso io qualche commento. Oppure i doppisti erano così drammaticamente privi di personalità e non hanno offerto neppure uno spunticino per una storia? Ciao

    max p.

  6. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Hai ragione Max, purtroppo il doppio è davvero una specialità in crisi e, per quanto io l’abbia follemente amato (anche perchè tennisticamente mi ha dato le soddisfazioni più grandi, un titolo italiano di terza categoria vinto in coppia con il catanese Serra su un certo Adriano Panatta e Stefano Matteoli nel ‘67 a Como, due titoli italiani di secondo, nel ‘72 con Maurizio Bonaiti contro Fabio Savoldelli e l’attuale presidente dell’ITF Francesco Ricci Bitti e nel ‘75 in coppia con Robertino “Pullino” Pellegrini, ex vicepresidente FIT e oggi dirigente incaricato di seguire il centro tecnico di Tirrenia) spesso mi domando se non abbia ragione chi ne propone addirittura l’abolizione come il cinico Rino Tommasi (che peraltro invece è sempre stato singolarista accanito, buon -4/6, ottimo rovescio, mentre in doppio era piuttosto modesto perchè a rete veniva contronatura).
    Il doppio è rimasto importante soltanto in Coppa Davis e nella Fed Cup (oltre che nei circoli, dove è sempre di moda)
    Il modo per salvarlo ce l’ha, a mio avviso, solo l’ITF che un giorno, prima o poi, potrebbe decidere per il World Group di Coppa Davis almeno, di aumentare il numero degli incontri _ sei singolari e tre doppi _ per dare maggiore credibilità tecnica ad una competizione che non può essere considerata il campionato del mondo a squadre dal momento che due soli giocatori potevano esprimere il “movimento” tennistico di una nazione nel 1900 ma non più nel 2006.
    Per il resto è vero, al Masters il doppio è stato totalmente ignorato dai media e d’altra parte quasi soltanto Bjorkman e Mirnyi sono giocatori che si sono dedicati anche al doppio senza essere dei falliti in singolare. Mi ricordo che Stefano Semeraro ha dedicato una volta un interessante articolo sulla Stampa proprio a Max Mirnyi, un tipi che di personalità ne ha da vendere. Ma alla Stampa Semeraro ha trovato, come del resto Clerici a Repubblica, un terreno fertile per conquistare spazi anche per un genere di pezzi che sull’Ansa non uscirebbero mai. Se ad ogni modo qualche lettore di questo blog ha suggerimenti da darci per risolvere la crisi del doppio, per favore lo faccia, questo blog è qui anche per questo, Ubs

  7. paolo scrive:

    Gentile Scanagatta,
    il suo articolo mi sollecita un paio di domande, da ex appassionato di tennis quale sono (praticamente mi sono disaffezionato a questo sport quando è passato totalmente sulle pay-tv). La differenza che c’è tra Federer e gli altri primi 9 del ranking mondiale è superiore a quella che c’era nel 1984, anno d’oro di McEnroe, tra il primo della classe e gli altri giocatori ? Vado a memoria, mi pare fossero tra i primi, oltre a Lendl, Connors e Wilander, giocatori come Jarryd, Krickstein, Gomez, Nystrom …… Inoltre una domanda secca: è stato più forte Agassi o Connors, per certi aspetti e per risultati abbastanza simili ? Grazie per l’attenzione, cordiali saluti.

  8. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Caro Paolo
    C’è senz’altro più differenza fra Federer e gli altri (fatta eccezione per Nadal) di quanta ce ne fosse fra McEnroe e chi lo seguiva. E’ vero che Mac nel ’84 perse solo tre partite su 85 (e due sui generis, con Vijay Amritraj in un torneo secondario ante-US Open, l’altro nella finale di Davis allo Scandinavium di Goteborg ma sulla terra rossa contro lo svedese Henryk Sundstrom, mentre il terzo _ che fu poi il primo in ordine cronologico _ coincise con quella splendida, memorabile finale del Roland Garros che Mac conduceva due set a zero giocando il miglior tennis che io abbia mai visto giocare sulla terra rossa da un attaccante), ma come dice lei stesso, Lendl Connors e Wilander erano signori giocatori, molto più completi dei Davydenko, Blake, Roddick, Ljubicic, Nalbandian, Robredo, Gonzalez attuali. Sempre tra i top-ten dell’84 c’erano tre vincitori di Slam, Yannick Noah (Parigi 1983), Pat Cash (Wimbledon 1987), Andrei Gomez (Roland Garros 1990). Fra Agassi e Connors? Bella domanda! I 109 tornei vinti da Connors non sono tutti vera gloria, molti appartenevano al circuito di Bill Riordan cui partecipavano giocatori di secondo piano. I 60 di Agassi sono più veri, ma certo sono anche 49 di meno. Connors poi non giocava troppi tornei sulla terra battuta, mentre Agassi ha vinto un Roland Garros ed è stato finalista altre due volte. Connors aveva Borg e McEnroe a parargli la strada, Agassi soprattutto Sampras, ma anche Becker… Connors ha smesso a 39 anni, Agassi a 36, e forse era più difficile arrivare a 36 con questi attrezzi, questi ritmi,m questi servizi a 250 km orari…Insomma io direi più forte Agassi, perché più completo, con meno difetti evidenti (il dritto e il servizio di Connors erano modesti). Un Agassi con la grinta irriducibile di Connors sarebbe stato probabilmente un giocatore perfetto (salvo che a rete).

  9. Nicola scrive:

    Credo che Roger rappresenti la perfezione!..Non ha nessun difetto, nessun punto debole!..Nadal è una forza della natura, un grandissimo giocatore, xò non riesce comunque a competere x un’ intera stagione con Roger che vince sempre e comunque e non lascia tregua al numero 2 che lo insegue senza perdere mai un punto in classifica!..Per il resto ognuno dei top 10 gioca la sua buona stagione senza mai pensare ad insidiare Federer!..Non so ancora se è lui il più forte di tutti i tempi!..Sicuramente nessuno ha giocato al suo livello e credo che a fine carriera anche i numeri gli daranno ragione!..

  10. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Forse un mini-punto debole ce l’ha. La volee. E’ verò che si può vincere senza andarci mai, o quasi, al giorno d’oggi, e tanti grandi campioni (penso ad Agassi, a Connors, per non parlare di quasi tutti gli spagnoli, da Bruguera a Nadal, attraverso Ferrero e Moya…) ma quando si parla di un campione completo mi piacerebbe immaginarlo formidabile anche nei colpi al volo.
    A rete Fed-Express ci va controvoglia, potrebbe andarci molto prima e giocare volee da tre quarti campo. Ricordo ancora qui che Peter Lundgren raccontò come per Federer “andare a rete era quasi come andare a fare il bagno fra gli squali”. Grandi responsabilità,a giudizio dei giocatori e di Roddick in particolare, l’avrebbero queste corde Luxilon che “rallentano il gioco. Si sbaglia meno, si ha più controllo, ma la palla fila un tantino meno tant’è _ dice Roddick _ che Blake riesce a rispondere a tutto braccio al mio servizio”.

  11. Nicola scrive:

    Ripensandoci mi sembra giusto ciò che hai scritto!..Infatti, tornando al parsgone tra Roger a Sampras, dico che Federer ha un rovecio migliore ma perde qualcosa nel gioco di rete!..

  12. Giovanni Martino scrive:

    Gentile Dott Scanagatta
    non so’ se posso su questa rubrica tuttavia ci provo : vorrei sapere se possibile che tipo di bendaggio e come fare per trovarlo,usava sulla caviglia la Henin a Wimbledon oggi ; ho visto usare dalla stessa il medesimo cerotto-bendaggio tempo fa questa volta su una coscia posteriormente; su sky hanno parlato di portentoso cerotto antalgico senza specificare altro
    La ringrazio
    Giovanni Martino

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