GENITORI E FIGLI.
I mali del nostro tennis e della FIT.

 
6 Ottobre 2007 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Dal blog http://spaziotennis.sport-blog.it/ dell’amico Alessandro Nizegorodcew un interessante dibattito, con la partecipazione di Alberto Castellani e Quirino Cipolla, sui mali del nostro tennis e della nostra Federazione Italiana Tennis presieduta da Angelo Binaghi.Il movimento tennistico italiano. Probabilmente un concetto che non è mai esistito davvero. Una Federazione che sia davvero di supporto agli atleti, seguendoli nella loro crescita, senza abbandonarli; un ente che possa essere punto di riferimento..il suo ruolo dovrebbe essere completamente diverso dall’attuale. (L’art. di Roberto è pubblicato anche nella categoria “bambini-prodigio con racchetta, genitori e figli, come tirare su un possibile campione” che ha raggiunto quasi 1.000 commenti!)

Questo il concetto che in maniera diversa hanno espresso ai microfoni di Nuova Spazio Radio durante la trasmissione “Ho Scelto lo Sport” due allenatori, due uomini che di certo non le mandano a dire, e che hanno vissuto sulla propria pelle le loro esperienze… parliamo di Alberto Castellani e Quirino Cipolla

Alberto Castellani si esprime in maniera diretta: “Tutti sanno qual è la mia posizione per quanto riguarda la Federazione Italiana Tennis. Esprimendo le mie idee, grazie ad un livello culturale che me lo permette, sono stato più volte isolato ma ho sempre vissuto senza dipendere da nessuno e credo di aver sempre lavorato con onestà e concretezza. Il movimento italiano, che dire.. vanno un po’ meglio le donne degli uomini ed in generale esprimiamo molto meno di quello che è il nostro potenziale. Mi sembra incredibile che la federazione si prenda il merito della vittoria della Fed Cup, quando mette insieme solamente le migliori 2-3 atlete italiane che vengono però tutte da situazioni private, alcune anche dall’estero. Io sostengo da tempo che le federazioni sono enti inutili, che nel momento in cui esistono dovrebbero solo fare da raccordo con il lavoro privato, ma ovviamente neanche questo avviene.”

Per Quirino Cipolla il discorso è un po’ diverso anche se le conclusioni sono sempre le stesse. La Federazione non è un ente inutile ma dovrebbe espletare un lavoro che in nessun modo, secondo Cipolla, viene fatto..
“Quando si parla di FIT tocchiamo veramente un tasto dolente. Ritengo di appoggiare la disamina di Alberto Castellani, seppur arrivandoci da considerazioni diverse. Il punto è questo: io credo che la Federazione abbia ragion d’esistere per dare una mano ai giocatori, per aiutarli a preparare competizioni importanti come ad esempio le Olimpiadi, dovrebbe promuovere i vivai attraverso promozioni. I buoni giocatori nascono dal lavoro, da programmazioni mirate, da disamine tecniche e sociologiche complesse. Tutti questi punti insieme potrebbero creare ottime realtà; ci sono tanti esempi di cicli che possiamo fare, a partire da paesi con pochi abitanti e senza talenti particolari come la Svezia di Borg che portò 3-4 giocatori tra i primi 20 del mondo, tutti senza grandi caratteristiche tecniche. Non è la natura a creare lo spessore tecnico, ma gli insegnamenti, un’elevata cultura necessaria per poter generare elementi validi, l’educazione allo sport, all’etica, come ad esempio in Spagna. Poi c’è anche il discorso della “fame” dei giocatori dell’Est..
Venendo a quello che purtroppo è stata la FIT, in 30 e passa anni di frequentazione, ho visto cose abbastanza particolari o bizzarre generate dalla scuola maestri, che è più che altro una struttra imprenditoriale, attraverso la quale viene divulgato il verbo della federazione. Le persone che guidano il “castello” hanno interessi particolari pronunciati e di natura diversa; per esempio io dico che uno come Binaghi secondo me non si mai messo in tesca un euro, ma è comunque una persona che ricercando la gratificazione personale è arrivato dove è arrivato; il problema nasce quando si scelgono i personaggi che devono comporre l’organico e si scelgono perché portano consenso, come in tutti i sistemi politici. Questo nello sport non dovrebbe esistere. Altra cosa incredibile: la proposta fatta da Palmieri di diventare procuratore dei giocatori più forti italiani attraverso la federazione; praticamente la madre di tutti i conflitti di interesse, anche se il conflitto di interessi in sè mi sembra abbia perso di significato anche a livelli più alti quindi figuriamoci.. al momento in cui si presenta la possibilità di assistere economicamente un giocatore assitito dalla FIT o un altro, è facile capire come finirebbe.. Questo non avviene in alcuna federazione sportiva del mondo ed è quindi ancor di più uno scenario inquietante. Personalmente mi sono sempre tenuto a distanza da cordate e correnti politiche, nonostante come azienda (Shot n.d.r.) io abbia tantissimi contatti sul territorio nazionale. Non l’ho fatto perchè non voglio che possa rimetterci mio figlio, il giocatore Flavio, anche se a dire il vero gli è già stato tolto qualcosa di importante ultimamente, ma questo è un altro discorso. Un’ ulteriore critica che si può fare alla federazione è che gli elettori non sono i giocatori o gli amatori bensì i circoli sportivi, contenitori di potere. Oggi che abbiamo Beppe Grillo sotto gli occhi possiamo intuire quanto una raccolta di firme nel mondo del nostro tennis non abbia senso, perchè non servirebbe a nulla a livello legale. E questa è la fortuna più grande di chi gestisce il sistema, insita nel fatto che gli elettori non sono i reali fruitori dello sport, ma semplicemente presidenti di circolo, una categoria eterogenea interessata, spesso, più al buseness che al tennis. Parlo ovviamente in linea generale, perché esistono anche alcune situazioni positive. Ci vorrebbero ore per parlare di questi argomenti, per adesso fermiamoci..“

Fin qui il blog di Alessandro.

Invece io non mi fermo, e dico la mia personalissima opinione, quella di Roberto:

Non sono d’accordo con Castellani. A mio avviso non è il concetto di Federazione in sè a non funzionare, perché ne esistono altre che il loro mestiere fondamentale (quello di produrre giocatori) lo sanno fare bene. L’esempio francese credo che sia sufficiente.
Il problema è che le federazioni sono organizzazioni, e come tali sono soprattutto fatte dagli uomini che le dirigono e dalle norme che le governano. I francesi hanno avuto un grandissimo dirigente nella persona di Philippe Chartrier, che ha svolto un’opera di qualità enorme a favore della Federazione francese. Noi, purtroppo abbiamo avuto Paolo Galgani, e i guasti prodotti dalla sua fallimentare gestione li stiamo ancora pagando.
Credo che Binaghi sia una persona onesta e che sia molto più competente di Galgani, ma credo anche che lui abbia le mani legate. Mi spiego.
Io penso che il problema della nostra federazione sia la cosiddetta governance, ovvero la struttura proprietaria.
La federazione esprime il suo vertice (il Presidente e il Consiglio Federale) attraverso le elezioni tra i circoli, che lo controllano, e lo possono sfiduciare se non approvano il suo operato.
I circoli, nella grande maggioranza, non sono interessati alla costruzione di giocatori di vertice, ma alla massimizzazione del profitto di breve periodo (lezioni private, soci, molti dei quali pensionati, eventi mondani, tornei, attività collaterali, etc.), e non sono interessati ad investire soldi e risorse nella costruzione di giovani tennisti. Insomma,non c’è incentivo a creare il “vivaio” come avviene per le società di calcio.
E’ chiaro che si tratta di un ragionamento miope: se in Italia tornassimo a produrre campioni, il numero di soci, praticanti ed allievi crescerebbe a dismisura , con grandi profitti dei circoli. E infatti per fortuna ve ne sono alcuni che se ne rendono conto ed investono nei giovani. (Pleiadi, Parioli, etc.).
Ma stando così le cose, per la maggior parte dei circoli l’importante è vivacchiare arrangiandosi alla meno peggio.
Inoltre nei circoli comandano quasi sempre i consiglieri più anziani, che vedono con sfavore iniziative tipo l’incremento degli orari della scuola agonistica, a scapito dei soci, o la sostituzione di campi in terra con campi veloci, come le esigenze del gioco moderno richiederebbero.
E quindi la Federazione stessa, essendo espressione dei circoli, non può prendere iniziative che vanno contro gli interessi di chi comanda nei circoli stessi.
Pertanto, il settore tecnico è stato lasciato marcire per decenni nell’arretratezza generale, i centri di Riano, Formia e Cesenatico sono stati chiusi per mancanza di fondi, la scuola maestri per tanti anni ha formato maestri incompetenti, e da noi le nuove tecniche di esecuzione dei colpi e le moderne metodologie di allenamento sono arrivate con 10 anni di ritardo rispetto agli altri paesi, portatevi dai coach dei team privati, che spesso si sono formati con esperienze all’estero (un nome per tutti, quello di Rianna).
Binaghi ha cercato di metterci riparo, è stata fondata Tirrenia, si sono rivisti gli obsoleti manuali tecnici federali, si è investito di più sulla formazione dei nuovi maestri e sull’aggiornamento dei vecchi, (come giustamente ricordava Stefar) ma ancora vi sono troppi ciarlatani incompetenti che sono stati muniti di targa da Galgani e che continuano a fare danni sui nostri giovani.
Infine, proprio perché ai circoli non interessa un beneamato tubo del settore tecnico, Binaghi non può investire in esso quanto vorrebbe e quanto sarebbe necessario, altrimenti sarebbe sfiduciato e sostituito con un altro maneggione alla Galgani. Alla fine, una quota preponderante del bilancio federale è destinata all’esercizio del potere per il potere, e solo una piccola parte va al sostegno ai giocatori, nonché al centro Federale.
Come abbiamo già scritto, i francesi hanno, oltre al centro federale del Roland Garros, che da solo è 5 volte Tirrenia, altri 10 centri federali periferici,ciascuno dei quali è grande e attrezzato come e meglio di Tirrenia, in cui si allenano con le migliori metodologie i più forti under della rispettiva regione. Da noi tantissimi ragazzini che non riescono ad entrare nelle inevitabilmente durissime selezioni per entrare a Tirrenia sono abbandonati a loro stessi e non hanno l’opportunità, non esistendo centri periferici, di allenarsi con altri ragazzini di livello adeguato e con metodi avanzati.
Insomma, credo che il CONI dovrebbe poter togliere ai circoli il potere di eleggere il vertice delle Fit che in tal modo non sarebbe ricostretto a rispondere del suo operato a troppi più o mneo anziani tromboni e maneggioni, quali sono discreta parte dei consiglieri e presidenti dei circoli italiani.
In conclusione ci vorrebbe forse un lunghissimo periodo di commissariamento, fino a che non saranno state apportate le necessarie riforme “strutturali” al tennis italiano, che l’attuale assetto non può produrre.

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20 Commenti a “GENITORI E FIGLI.
I mali del nostro tennis e della FIT.”

  1. michael90 scrive:

    sono d’accordo con roberto,i francesi hanno una rete con molti meno buchi rispetto alla nostra e da qui vengono fuori anche i serra, benneteau ecc.

  2. Nikolik scrive:

    Beh, allora ti copio qua il commento, mi sembra appropriato.

    Replico all’articolo di Roberto, come al solito interessante, cercando, ancora una volta come al solito, di prendere un poco le parti della bistrattata federazione.
    Anche perché, altrimenti, se in questo blog non c’è qualcuno dalla parte della federazione, come fate a divertirvi? Uno parla male della federazione, tutti gli altri gli dicono che ha ragione e la discussione è presto terminata.
    Roberto, sai qual’è, non la verità, ma una delle verità? Che in ogni commento perdiamo sempre di vista i limiti del nostro sport.
    Mi spiego: qualunque approfondimento si voglia fare sul nostro sport si deve partire dal presupposto certo, sicuro, innegabile, che il nostro sport è molto, molto particolare e che, in buona sostanza, con umiltà e grande autocritica, come ho già detto diverse volte da quando ho inziato a frequentare questo blog, ci sono molti sport più belli e coinvolgenti del nostro.
    Non è uno sport di squadra. Se fai tennis, non fai amicizia, anzi, è uno sport molto individuale. E’ uno sport con frequenti movimenti uguali e ripetitivi. Le regole sono difficili come anche il punteggio. L’attrezzatura è molto costosa. Una partita dura tantissimo, in modo indecente per i tempi moderni, in cui non si può chiedere ad un uomo o a una donna del 2000 di stare davanti alla televisione per 3 ore. Insomma, per un ragazzo ed un bambino è l’ultimo degli sport, come divertimento. Oltretutto, adesso tutto è televisione ed il tennis, arroccato su regole astruse, formulate 100 anni fa e quasi mai cambiate, ha perso irrimediabilmente, e giustamente, la televisione.
    Come sempre, in ogni giudizio perdiamo di vista questi limiti.
    Riporto una parte del riassunto dei post precedenti fatto da Stefano: “Enzo Lojacono sostiene che un ragazzo di famiglia non particolarmente facoltosa pur con talento, non abbia NESSUNA possibilità di emergere; a meno che le conoscenze del maestro non siano tali da potergli trovare uno sponsor che creda nel bambino. E anche Fulvio è d’accordo stroncando le obiezioni del sottoscritto (chi è povero ha piú fame, etc etc etc).”il fatto caro è –sostiene “l’Unico che ha Cognizione di Causa”,-che per diventare bravi devi fargli fare moltissimi tornei a livello nazionale e internazionale e se la cassa piange mi dici come fai?”.
    Quindi, abbiamo chiarito, una volta per tutte, che il nostro è anche uno sport per ricchi.
    Inoltre, non ti sarà sfuggito, in questi ultimi 10-15 anni, quanti campi da tennis sono stati convertiti in campi da calcetto. Colpa della nostra federazione? Ma no, Roberto, dai, altrimenti dovrebbe essere merito anche, in parte, della della federazione del calcetto. Ma esiste? Chi la conosce la federazione del calcetto? E’ accaduto questo solo perché, obiettivamente, bisogna, pur a malincuore, riconoscere che il calcetto è più divertente, più coinvolgente.
    Attento, è logico che io, te, Stefano e tutti quelli che scrivono in questo blog preferiamo il tennis, ma è ai grandi numeri che bisogna guardare.
    Ragionevolmente, molti ragazzini fanno sport perchè gli amici vengono a prenderli sotto casa, in dieci, a dirgli: vieni, andiamo a giocare a pallone, a basket, a pallavolo, a calcetto…
    Invece, il reclutamento per noi è disagevole: occorre inevitabilmente un parente che ti prende per mano, ti compra una costosa racchetta, ti compra il completino (tutti gli altri sport di massa puoi giocarli anche a piedi nudi quasi), ti porta al circolo, ti iscrive ad un corso a pagamento. Niente cortili gratuiti con gli amici. Un parente ricco, per giunta (ma lo sai quanto costa un tubo di palle?).
    Hai ragione, invece, quando affermi di non essere d’accordo con Castellani. Che discorso è “Mi sembra incredibile che la federazione si prenda il merito della vittoria della Fed Cup, quando mette insieme solamente le migliori 2-3 atlete italiane che vengono però tutte da situazioni private, alcune anche dall’estero”?
    Perché, non è sempre legittimamente così, in ogni sport, per ogni federazione?
    Che merito ha la FIGC se l’Italia ha vinto i mondiali di calcio? Forse che ha allenato lei i giocatori? I giocatori li hanno allenati e fatti crescere, fin da bambini, le società private, nei loro settori giovanili, la Roma, la Juve, l’Inter, il Milan, ecc. La FIGC, come tutti, convoca i migliori, li allena per quella settimana, e se ne frega, se Totti si infortuna, o gioca male, avanti, se ne convoca un altro. E’ così per tutte le federazioni, per tutti gli sport, per tutte le nazionali.
    La federazione non deve assolutamente curarsi di tennisti e tenniste che sono liberi professionisti. Facciano le scelte che vogliono. Giustamente si limita alle convocazioni.
    Con questi limiti, potete criticare anche la federazione.
    Ma, veramente, mi spieghi perchè, come dice Cipolla, le cariche federali dovrebbero, addirittura, essere votate ed elette dai giocatori? In nessuna federazione è così. In tutte le federazioni sono i circoli, le società private che votano. Francamente, visto che sono loro, molto spesso, i proprietari dei campi, o che pagano l’affitto, non vedo perché non dovrebbero essere loro a scegliere le cariche federali. Anche nelle assemblee di condominio votano i proprietari, non gli inquilini. Veramente vuoi far decidere ai giocatori, agli atleti, le cariche federali? E perché?
    Sei veramente ingeneroso nel paragonare la situazione francese alla nostra.
    In pratica, sostieni la preferenza per l’esistenza di centri federali periferici: se non sbaglio è della tua stessa idea Pistolesi, nell’ultimo numero del Tennis Italiano.
    Ma ci vogliono un sacco di soldi, che la FFT prende dal Roland Garros, un evento sportivo di portata mondiale che noi ci sognamo e la cui mancanza, legittimamente, non può essere addebitata a nessuno, se non agli italiani degli anni ‘20 e ‘30, che hanno preferito concentrarsi nel far crescere il Giro d’Italia.
    Veramente, a parte Pierino, non comprendo l’astio nei confronti dei maestri di tennis. Quando Paolo Rossi, a 12 anni, ha cominciato a far vedere chi era, ha abbandonato il suo vecchio maestro di calcio di borgata per andare nelle giovanili della Juventus. Là, ha trovato maestri all’altezza.
    In Italia ci saranno almeno 30 maestri di tennis di livello internazionale, forse più, molti ex giocatori rpofessionisti.
    Certo, se il bambino non ha voglia di andarci, perchè proviene già da una famiglia benestante, perchè il tennis, alla fin fine, non lo diverte, perchè ci sono sport migliori, perché è uno sport solitario ed individuale e che chiede sacrifici personali enormi, che non puoi dividere nemmeno con compagni di squadra, beh, che deve fare la federazione? Nulla, come nulla fa la federazione russa, polacca, ceca. Solo che i loro bambini, ovviamente, come abbiamo detto miliardi di volte, hanno motivazioni maggiori, per ovvi motivi, che però non auguro ai nostri giovani.
    La realtà, una delle realtà, è che le convinzioni personali dei piccoli atleti non le può insegnare la federazione.
    La realtà, una delle realtà, è che nel nostro sport l’autonomia privata è fondamentale, la federazione al massimo può prestarti dei soldi da giovane, ma poi devi fare tutto da solo: cercarti un buon allenatore, un buon circolo, un buon medico e viaggiare tantissimo.
    La federazione non può costringere nessuno ad andare a giocare a Batumi ed a Telavi, se vuoi giocare, a 18 anni, a Reggio Calabria, buon per te.
    Preparati, che la prossima volta che vengo a Roma andiamo a giocare a calcetto.

  3. Alessandro Nizegorodcew scrive:

    Era da tempo che volevo creare questo tipo di discussione.. devo però aggiungere i dettagli precisi della fonte, visto che sono io.. e cioè l’url del blog Spazio Tennis: http://spaziotennis.sport-blog.it

    Aggiungo che sono d’accordo con Roberto, però quanti punti dovrebbero cambiare… se ne migliora solo uno dovremmo quasi essere contenti?.. forse si..

  4. egizio scrive:

    Qui l’unica cosa grande l’ha detta Roberto! Sei un grande, complimenti. Mi riferisco a quando parli dei circoli e dei maestri:”non sono interessati alla costruzione di giocatori di vertice, ma…”. D’accordo anche sul discorso “targa ai ciarlatani sotto l’egida di galgani…”. Grande anche li! Non c’è niente da fare. Solo i “cani sciolti” possono sbilanciarsi un pò… gli altri tirano fuori il solito grigiore… Ben vengano articoli di chi non si firma con nome e cognome se poi sono escono fuori cose, come in questo caso, di tale intensità!
    Alberto, quello che hai detto non credo che sia totalmente sbagliato, ma non credo che possa essere costruttivo parlare solo in modo negativo. So però che solitamente non ti limiti solo a questo e fai tantissimo per migliorare il tennis italiano e non solo quello italiano:-)
    Complimenti Ubaldo, per il restyling del blog!!

  5. Stefano Grazia scrive:

    Scusate:chiedo,se possibile, di bloccare i commenti qui e spostarli invece su Genitori & Figli per evitare la dispersione. So già che verrò accusato dal mio fratellino Nikolic di possessivismo,egocentrismo, smanie di protagonismo, eccessivo protezionismo, di voler arrivare a tutti i costi a 1000 e blah blah blah, ma se sull’OFF TOPIC ho finito per darvi ragione e se sono d’accordo nel dare risonanza all’ottimo pezzo di roberto credo che sia meglio rimanere nel nostro subblog…anche perchè davvero voglio arrivare a 1000!!!!

  6. Fabio P. scrive:

    Roberto … quindi secondo te Binaghi sarebbe ostaggio dei circoli !
    E non il contrario ….

  7. Fabio P. scrive:

    Dimenticavo …
    Alla fine del 2008 Binaghi si puo’ ricandidare o no ?
    Da qualche parte devo aver letto che si puo’ essere presidenti fino a 2 mandati .. ma questa cosa sta passando sotto silezio …

  8. Avec Double Cordage scrive:

    grazie per questo articolo, chiarisce una gran parte di cose. Io mi trovo attualmente ad Alghero, anzi mi fermerò qui per un annetto, qui c’è un circolo con sette compi in cemento, aperto a tutti e anche tenuto molto bene. Inoltre in pieno centro ci sono altri due campi in cemento in ottime condizioni che sono anche pienamente disponibili a chiunque, un ora costa 5 euro. Certo la cittadina è piccolina e non saprei dire qual’è la situazione a livello praticanti e giovanile. Mi sono trasferito qui dall’Austria solo da poco e ci vorrà un pò di tempo per ambientarmi, e conoscere della gente, BTW se c’è qualcuno che vive da queste parti ed è intressato a scambiare un paio di tiri, io sarei disponibile

  9. Stefano Grazia scrive:

    Tradito dal titolo Genitori & Figli avevo chiesto, PRIMA DI LEGGERE L’ARTICOLO, di sviare tutti i commenti a Genitori & Figli,appunto…leggendolo, capisco che l’argomento è vasto, più centrato sulla Federazione, e non limitato a Genitori & Figli e quindi ritiro quanto detto…Eventualmente riporterò io i commenti più interessanti…Scusate la fretta…

  10. tilden scrive:

    Il confronto con la FFT é improponibile. In Francia ci sono 330.000 classificati ed 1.200.000 tesserati. In Italia il numero dei tesserato non credo superi i 200.000. Per dare un’idea delle differenze del movimento di base vi basti pensare che in Francia, in ogni torneo é il Giudice Arbitro che convoca i giocatori (si vi telefona sul cellulare con un giorno minimo di anticipo) ed ogni partita di qualsiasi torneo, a qualsiasi livello (anche NC contro NC) si gioca con un tubo di palle nuove fornito dall’organizzazione del torneo (il perdente poi si porta a casa le palline).
    How may roads must a man walk down before you can call him a man.. (per dirla con Bob Dylan) quanta strada deve fare la Federazione Tennis Italiana…

  11. karl scrive:

    In ogni caso mi pare che la montagna Francese partorisca ottimi giocatori ( e non topolini) ma nessun vincitore di slam. La faraonicità dell’organizzazione non basta a creare il fuoriclasse assoluto che può uscire anche da organizzazioni ben più modeste. Già non sprecare i pochi talenti veri che escono sarebbe un deciso passo avanti per avere top players.

  12. marcos scrive:

    tilden mi commuove: il dylan sul blog dell’ubaldo è un’accoppiata che non scorderò mai più!

    mi giungono notizie che vi trasferisco sinteticamente:

    molti circoli sono presi d’assalto da genitori che hanno, d’improvviso, riscoperto il tennis. sono genitori nati nella fine dei 60, nei primi del 70.
    un circolo della periferia milanese ha sostituito due campi di calcetto con due campi da tennis in terra. sì, in terra: tutti gli altri sono in mateco.
    un circolo in città, invece, sta pensando di trasformare due campi in terra in campi di cemento.

    la federazione dovrebbe formare dei commissari tecnici in grado di vagliare la realtà dell’insegnamento nel settore giovanile in ogni dove, aiutando i ragazzi più meritevoli. a mio parere, tirrenia potrebbe essere sostituita da 5 centri tecnici, più piccoli di tirrenia, dislocati in macroaree, in grado di fornire continuo aggiornamento ai maestri dei circoli privati. il pool di tecnici federali, dislocati come sopra, dovrebbe solo occuparsi della formazione e dell’aggiornamento dei maestri; i vertici della federazione dovrebbero solo occuparsi di reperire fondi per mantenere le strutture tecniche federali e per aiutare i circoli a sostenere i giovani più promettenti nella loro iniziale carriera agonistica. le decisioni tecniche dovrebbero esser prese solo dal pool dei tecnici federali. i vertici federali dovrebbero avere solo mansioni di marketing: in quest’ottica, non c’è alcun bisogno che i vertici siano scelti tra uomini o donne del settore; c’è bisogno di gente in grado di rastrellare quattrini. gente che fa questo per mestiere. solo i risultati ottenuti dai circoli garantirebbero fondi federali necessari al mantenimento di giovani non in grado di affronatare le crescenti spese: in questo modo, i circoli non avrebbero più alcun legame con i vertici; non avrebbero più interesse a mantenere un presidente per questioni politiche, o di vicinanza o più materiali. i giovani migliori cercherebbero questi circoli, per migliorarsi. il presidente non potrebbe garantirsi l’elezione, promettendo ai presidenti mari e monti; i presidenti non garantirebbero i loro voti al candidato più riconoscente, ma voterebbero il candidato più bravo a gestire le entrate del bilancio federale.

    il mio circolo ha vinto le gare giovanili a squadre ed individuali: la federazione, automaticamente, senza manco sapere il nome del presidente di circolo, stacca l’assegno e ne verifica l’utilizzo.

    e i soldi? mi chiederete. quanto costa tutto il carrozzone adesso? vi chiedo io. ce ne sono pochi, ora? si razionalizzi quel poco che c’è e si punti tutto su centri federali territoriali, magari, iniziando da uno o due.

    è impensabile che si raggiungano risultati, se nessun tecnico federale sa cosa c’è in giro, per i vari circoli italiani. non basta leggere i risultati del nike tour o dei topolino, per farsi un’idea dei 97 o dei 98 italiani e dei loro maestri. la presenza del tecnico federale, in ausilio tecnico ai maestri dei circoli, dev’essere costante e propositiva. ed i maestri dei circoli dovrebbero sfornare mensilmente relazioni, dati e risultati ai tecnici federali di zona.

    ho buttato giù qualche proposta alla rinfusa, ma senza una razionalizzazione del rapporto tra circoli e federazione, senza un decentramento del centro tecnico federale, senza un diverso rapporto tra presidenti dei circoli e vertici federali, senza un continuo controllo sullo stato dell’insegnamento privato, la federazione non ha alcuna ragione d’essere, che non sia quella di rappresentanza. se dev’essere così, si invitino pietrangeli e la sig.ra pericoli ad occuparsene: sarebbero, senza meno, all’altezza.

  13. Stefano Grazia scrive:

    FLASH OFF TOPIC:
    Dopo Gasquet (in finale contro ferrer a tokyo) anche l’altro dei predestinati un po’ smarriti,Murray, va in finale a Metz battendo Canas: incontrerà Tommy Robredo
    Justine Henin invece è i finale contro Tatiana Golovin nel Porsche Grand Prix. Giorgio, indovina chi ha battuto Justine? Ma ovviamente Jelena Jankovic 7-6 (2), 7-5 che probabilmete è troppo simpatica per pensare di battere quelle 3-4 sopra di lei… a chi,prima del match, le ricordava i suoi precedenti con la belga rispondeva Do you have to remind me?(e mimmagino il suo bel viso illuminato da un sorriso)
    Certo, non è che fra i maschi le cose vadano meglio peri vari Roddick,Gonzalez,Blakem, Hewitt quando devono incontrare Federer…

  14. giorgio scrive:

    OFF TOPIC (ma mica tanto, visto che si parla di FIT)

    Riporto da tennisitaliano.it una recente intervista a Romina Oprandi che fuga qualsiasi dubbio sul suo ritiro:

    “Sì, lascio il tennis - ci ha detto - perché non riesco a tenere in mano la racchetta più di 20 minuti senza avvertire dolore. Poi dovrei tornare a fare tutta la trafila dei tornei Itf. E infine, detto sinceramente, il tennis non mi manca, c’è altro nella vita”. Dichiarazioni shock, per una ragazza di 21 anni che a settembre 2006 era tra le prime 50 al mondo, al primo vero anno di professionismo. Una ragazza che ha bruciato in un paio di stagioni un’intera carriera, arrendendosi infine a un problema fisico che ancora non è stato ben inquadrato dai medici che l’hanno visitata.

    “Pare che il problema grosso sia alla spalla destra, ma a me fa male il braccio e giocare adesso è davvero impossibile. Mi piacerebbe insegnare, fare da coach a qualche pro, ma come faccio se non posso nemmeno palleggiare? Ne ho avuti tanti di infortuni, bene o male sono sempre risalita, ma stavolta è diverso”. C’è tanta amarezza nelle parole di Romina, ma anche consapevolezza che nella vita esiste ben altro, oltre a racchette e palline: “Come ho detto, il tennis non mi manca, ed è un bene che sia così, altrimenti il trauma sarebbe ancora maggiore. Ho altro per la testa, voglio lavorare nei centri dei miei genitori a Berna. Poi fare tante esperienze, anche all’estero, in Spagna, negli States. Ma prima di tutto devo guarire”.

  15. fulvio scrive:

    credo che il discorso di paragonare la Federazione Francese o quella Americana alla nostra sia solo una equiparata visura dei loro entroiti,e mi spiego.loro hanno 2 Slam che gli fruttano se non erro 40.000.000di $.se pensiamo che noi fino a 3 anni fa chiudevamo il bilancio del nostro Master Series di Roma con un negativo di quelche miliardo di vecchie lire,allora potremmo capire la diversità con la potenzialità di investire di queste federazioni confronto alla nostra.se aggiungiamo che poi il Coni ha contribuito a tagliare i proventi da qualche anno,non capisco come potremmo avere una forza di investimenti come la loro.è facile sparare sempre sulla croce rossa (Fit) ma non dimentichiamoci che in questi ultimi anni sono stati fati sforzi notevoli per cercare qualche novità ,ma non dimentichiamoci che le risorse sono poche .

  16. Stefano Grazia scrive:

    FLASH OFF TOPIC:Ho come al solito parlato troppo presto: i due Principini sono stati spazzati via da i due spagnoli che non faranno sognare gli esteti ma sudano, corrono e lottano…La Henin sarà anche considerata l’eguale di Federer dal punto di vista stilistico ma anche in quanto a “wilanders” non scherza e non ha nulla da invidiare (salvo occasionali black out)a serenona e dopo aver perso il primo 2/6, rimonta e con un secco 2 e 1 chiude la partita.

  17. max pachora scrive:

    Una sola domanda: le cene del Club Italia e le note spese allegate, in che progetto di sviluppo e crescita si inseriscono?
    Avvertenza: la risposta “servono a creare il gruppo” non sarà presa in considerazione. il famoso “gruppo” essendo quello che sosterrebbe la squadra di Fed Cup, dove se i match non li vince la solita Schiavone, il cui coach per la cronaca non partecipa al Club Italia, le finali non le vediamo nemmeno con il binocolo.

  18. roberto scrive:

    Volevo rispondere ad alcune delle tematiche che avete sollevato con le vostre risposte. Nikolik lamenta, tra le altre cose, la crisi di “vocazioni” fra i giovani italiani, che vogliono solo fare i calciatori (e magari solo sposare le veline…ehehe…). Non credo che sia così, Nikolik. I numeri, come ricorda giustamente marcos, parlano chiaro: le scuole tennis da 3 o 4 anni a questa parte traboccano di giovani entusiasti. Sono i figli della mia generazione, quella che ha vissuto il boom che il nostro sport ha avuto all’inizio degli anni ‘80, alla fine dell’era Panatta. E’ difficile da spiegare a un ragazzino di oggi cosa fosse il tennis in Italia in quel periodo. Tutti giocavamo. Io ricordo che per entrare nel main draw di un torneo C3 C4 nc, bisognava passare tanti di quei turni di qualificazione che le bacheche dei circoli non erano abbastanza capienti per contenere gli sterminati tabelloni… E quindi, ora che abbiamo dei bambini, li portiamo al tennis.
    A chi lamenta, giustamente, la limitatezza del bilancio federale rispetto a quello della Federazione Francese, ricordo che non è stato sempre così: di nuovo, all’inizio degli anni ‘80 la FIT era molto ricca, grazie ai proventi del Totocalcio, che le giungevano quota parte via CONI, e grazie ai tanti sponsor che all’epoca investivano nel tennis in Italia. Insomma la distanza tra noi e i nostri cugini, in termini di risorse, era molto minore di adesso.
    E cosa ha prodotto da noi cotanta ricchezza, in termini di giocatori di vertice? Il nulla, o quasi, per l’insipienza dei dirigenti di allora.
    La nuova FIT è molto più povera, è vero, ma proprio per questo bisogna fare un uso più oculato delle limitate risorse disponibili, privilegiando gli investimenti nel settore tecnico e limitando le prebende più o meno clientelari che servono a tenere buono l’elettorato dei circoli.
    Infine, vi fornisco un altro esempio di quanto i circoli non siano interessati allo sviluppo dei nostri giocatori. Domenica scorsa è iniziato, con grande fragore di media e di stampa locale, il campionato a squadre di serie A. Nelle squadre partecipanti, figurano quasi tutti i nostri migliori giocatori e alcuni dei nostri giovani, che utilizzano la serie A per incrementare le entrate e pagarsi le tante spese connesse con l’attività agonistica. Ma ovviamente, a questo mondo nulla è gratis. Il povero Seppi, 24 ore prima di andare a dare 62 62 a Baghdatis a Vienna, sul veloce indoor, ha giocato la serie A, dove ha disputato, sulla terra rossa, singolo e doppio…
    Gianluca Naso, il nostro miglior ‘87 dopo Fognini, che dopo un lungo periodo di crisi stava iniziando a trovare risultati di buon livello nei challenger italiani, ha addirittura annunciato che si dedicherà interamente alla serie A e quindi, credo anche per motivi economici, non farà la tourneè sudamericana di tornei challenger che chiude la stagione, rinunciando così a capitalizzare in termini di punti il suo buon momento. Insomma non ci vuole un genio per capire che questa serie A, se pur porta loro qualche soldo, è un elemento di forte disturbo per la programmazione dei nostri giocatori.
    Ma il discorso più antipatico è un altro. Quante risorse investono i circoli, per finanziare la squadra di serie A, spesso ingaggiando (e quindi sostenendo economicamente) anche giocatori stranieri? Quanto più utilmente queste risorse potrebbero essere dedicate al miglioramento delle scuole di agonistica, al supporto di mini-team di giovani e coach che vogliono tentare la carriera pro? Perché le energie che vengono profuse nella ricerca degli sponsor per la serie A non prendono un’altra direzione? Ve lo dico io perché: in parte, perché siamo un popolo di inguaribili campanilisti…
    (…Aho’, avemo vinto lo scudetto!!…)
    E in parte per far divertire i soci, quelli che pagano la retta del circolo.

  19. max scrive:

    nn solo x questo, ma x voce di + di un presidente di circolo gli sponsor danno soldi solo per la serie A. ecco xchè avevo suggerito di provare ad inventarsi nuove tecniche pubblicitarie come la sponsorizzazione sulle auto delle famiglie dei ragazzi + promettenti che vanno in giro x i tornei. forse qualche azienda potrebbere accogliere questa idea positivamente. ciao

  20. Luca scrive:

    Ho letto nel post che Binaghi non si mette in tasca una lira. E quali sono le sue motivazioni ? La gloria ? Beh, a me sembra che essere eletto presidente FIT non equivalga a vincere il torneo di Wimbledon, che un po’ di gloria la dà di sicuro. Lì si vince sul campo,e non per elezioni.
    Binaghi avrà senz’altro l’ aureola di beato

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