Scommesse, follie, match truccati.
E Warwick-Panatta allora?
La banda del buco fa così con le quote

 
8 Ottobre 2007 Articolo di Marcos
Author mug

L’intrinseca follia del tennis - Le variabili di cui tenere conto al momento di scommettere - Ma una può bastare - La costruzione di una quota da parte della “Banda del Buco” - Ipotesi di soluzione…parziale - Mancano le prove - Sia radiato chi è colto in flagrante - I tennisti che scommettono e…le streghe.

L’intrinseca follia del tennis

Lette oggi, sulla scorta delle dichiarazioni di Henman ed altri (soprattutto ex…), migliaia di partite, giocate nei decenni scorsi, potrebbero essere sottoposte ad indagine. Infatti, i risultati a sorpresa pubblicati in queste settimane e gli incredibili andamenti delle partite, oggi sotto esame, sono sempre stati all’ordine del giorno, da quando seguo il tennis. Non sono rari, nella storia del tennis, i successi delle matricole nei confronti dei Top10: qualche tempo fa, anche nel circuito internazionale, il tennista che riusciva a battere un avversario di tal livello, riceveva un bonus in punti, valido per la classifica. I capovolgimenti di fronte, i recuperi impossibili e l’alterno andamento del punteggio durante un match sono costanti che hanno fatto del tennis uno degli sport più emozionanti: si chieda a Warwick cosa gli successe al primo turno di Roma del ’76 contro Panatta!

Le altre variabili

Le partite di tennis sono da sempre condizionate da altre variabili, oltre che da quelle più propriamente tecniche, che riguardano il livello qualitativo e lo stato di forma di un giocatore, la storia degli scontri diretti tra i due avversari, la loro capacità di tenuta fisica e mentale e la superficie di gioco. Le altre variabili (che pure possono influire non poco su chi abbia intenzione di scommettere) non sono da sottovalutare. Ne cito solo alcune: è importante, per esempio, controllare il risultato che un giocatore ha ottenuto l’anno precedente nello stesso torneo, fino a che giorno ha giocato nella settimana precedente, se è alle prese con il problema del fuso orario, sapere a quale torneo è iscritto la settimana successiva, conoscere la stabilità della sua situazione affettiva, come si è comportato la sera precedente il match, sapere se è stato chiamato (tramite telefonata privata, prima delle convocazioni ufficiali) a giocare il prossimo turno di Davis, se è arrivato al torneo solo perché si era iscritto o perché è iscritto d’ufficio, senza essere a caccia di punti, avendo già centrato il suo obiettivo di breve o medio periodo.

Può bastarne una

Non tutti coloro che scommettono possono conoscere tali particolari. È, però, anche vero che, essendo simultaneo e rapidissimo lo scambio di informazioni sul web, è sufficiente che un cameriere d’albergo al servizio (o non) di un tennista, o, peggio, qualcuno del suo entourage decida di spargere la notizia di una notte brava o di un improvviso malanno occorso ad un giocatore, che migliaia di scommettitori decideranno di puntare sulla vittoria del suo avversario. Fama crescit eundo, diceva: ora basta una media connessione ad internet ed una nutrita mailing-list.

Come la banda del buco costruisce una quota

Da quel che ho capito, le quote dei siti di Betting Exchange sono prodotte e, quindi, condizionate solo dalle giocate dei clienti. In questi siti si può scommettere su una quota disponibile o si può offrire una quota, in attesa che qualche scommettitore la scelga. Il sito offre la possibilità, quindi, di armonizzare le offerte e le puntate dei clienti. In buona sostanza, il sistema funziona come nella compravendita di azioni. La facoltà di condizionare le quote attraverso le puntate, o meglio, la facoltà di costruirle facilita enormemente il compito di coloro che vogliono arricchirsi in maniera truffaldina (puntare sulla sconfitta del giocatore più forte, dopo averlo minacciato e/o corrotto è un reato paragonabile all’insider trading, aggravato da corruzione e/o minaccia). Porto un esempio fantastico e, magari, non del tutto corretto, per comprendere meglio: il giocatore A è il più forte, lo sanno tutti; il giocatore B è il più debole, lo sanno tutti. Poniamo che, complessivamente, la somma delle giocate oneste sul giocatore A (sul quale punterei anch’io, se fossi scommettitore) è pari a 500 e quella sul giocatore B è pari a 100. Sic stantibus, poniamo che la quota di A si fissi intorno all’1.20 e la quota di B intorno ai 6.00. Entrambe le quote sono state decise dalle puntate, non da altro. Interviene la famigerata banda del buco e punta 1000 su A: di lì a poco, la quota di B balzerà, mettiamo, fino a 10.00, cifra che la stessa banda ritiene soddisfacente. A questo punto, la suddetta banda, punta 5000 su B, sicura della sua vittoria. B vincerà l’incontro: 49000 sarà il ricavo della banda, che festeggerà per tutta la notte. Se non fosse intervenuta con la sua maxi giocata (prima 1000 su A e, poi, 5000 su B), la banda avrebbe vinto solo 30000, puntando su B, quando era a 6.00. Affidare le quote solo alle giocate dei clienti, a mio parere, consente ricavi molto maggiori: forse, per questo motivo, le voci di tentativi di corruzione si rincorrono; per ricavi così grandi, vale la pena di rischiare molto.

Si può parzialmente risolvere il problema?

Se quel che ho scritto sopra ha una qualche valenza di veridicità, i grandi ricavi truffaldini sono realizzati anche grazie alla facoltà concessa da alcune agenzie di costruire dall’esterno le quote, mediante le puntate. Queste agenzie concedono tale facoltà perché non rischiano alcunchè: campano comodamente su una percentuale ricevuta dagli scommettitori vincenti. È chiaro che, quando le stesse agenzie si accorgono di un clamoroso spostamento di denaro sul giocatore più debole, avvertono gli investigatori, per non avere nulla a che fare con guadagni sporchi (nel caso del paradigmatico incontro tra Davydenko e Vassallo Arguello, hanno preferito annullare tutte le scommesse; sulla regolarità di quell’incontro non mi pronuncio, naturalmente, non essendo mio compito). È altrettanto chiaro, però, che la banda del buco farà di tutto per nascondere clamorose giocate, preferendo distribuire la gran somma scommessa in migliaia di più modeste scommesse. Per arginare gli effetti più nefandi prodotti da questo sistema, bisognerebbe ridurne le cause: tra queste, forse, la più importante è proprio la facoltà concessa agli scommettitori di costruire le quote, mediante le puntate. Non è detto, però, che rivedendo il sistema dei siti di Betting Exchange e, cioè, eliminando (o riducendo) la possibilità di moltiplicare i ricavi (condizionando le quote), la banda del buco rinunci ai tentativi di corruzione. Eliminare la possibiltà di condizionare totalmente le quote dall’esterno, significherebbe mettere in discussione la stessa esistenza dei siti di Betting Exchange; trovare il modo di ridurre questo totale condizionamento sembrerebbe lavoro assai complesso e certamente andrebbe contro gli interessi dei suddetti siti e dei loro clienti scommettitori, che trovano maggiori vantaggi nello scambio di scommesse, rispetto a quelli offerti dai normali bookmakers.

Accuse poco sostanziate (almeno per ora)
Sia radiato il tennista colto in flagrante

Chiunque può sospettare di chiunque, ogni tipo di combine, ma finchè un testimone diretto (o una vittima) non deciderà di deporre direttamente e finchè la giuria preposta al caso non avrà avallato tale testimonianza, io continuerò a credere che l’andamento strano di un match faccia parte integrante della storia del tennis, a prescindere dai sospetti di condizionamento.Non c’è modo di accusare qualcuno d’essersi venduto (o di essersi accordato con il suo avversario), leggendo il risultato finale di un match, vedendone lo svolgimento bizzarro o anche scoprendo un massiccio e strano spostamento di soldi scommessi su un giocatore. Un tennista, infatti, può sciogliere come e quando gli piace: non deve rendere conto a nessuno, se non ai suoi tifosi, al suo conto in banca ed alla sua classifica. Non c’è regola che gli vieti di ritirarsi. C’è, forse, una norma (non so quanto restrittiva), che obbliga il tennista ad impegnarsi…anch’io, che son pigro, riuscirei a seguirla senza difficoltà. Naturalmente, qualora un tennista risulti colpevole d’aver venduto una partita, questi sia radiato dall’Atp ed allontanato da ogni circolo pubblico. Anche se dovesse verificarsi un caso simile, però, continuerò a guardare tutto il resto delle partite, senza aver alcun dubbio, a prescindere dai loro svolgimenti.

Ma meno male che se ne parla

È un bene che i media ed i vertici del tennis mondiale si occupino del problema delle partite truccate: di questo si tratta e non di scommesse truccate. Si deve fare piena luce su quelle mezze testimonianze, su quelle frasi dette a metà, su quei sentito dire sussurrati da qualche giocatore e da qualche esperto del settore. Questa campagna mediatica, però, è valida solo nella misura in cui si riesca ad allontanare dal circuito personaggi senza scrupoli, senza alcuno spirito sportivo e senza quella serietà che accompagna anche il gioco d’azzardo, quando è svolto correttamente. È un bene parlarne perché chi si muove nell’ombra teme soprattutto la luce: il silenzio è il primo nemico delle vittime e nel silenzio, al buio, si commettono le peggiori nefandezze. Nel silenzio ed al buio, infatti, la vittima è isolata ed è facile preda. I riflettori sempre accesi allontaneranno i corruttori e dissuaderanno i corruttibili, forse, anche vittime di uno sporco gioco, temibile, violento e minaccioso.

Solo lo sport, solo il tennis?

Lo sport non è l’unico settore sottoposto a sconci condizionamenti: il mondo ospita anche figuri in grado di far vendere milioni di azioni, investite nel settore dei trasporti aerei, un giorno prima dell’attentato alle torri gemelle; di fare acquistare milioni di azioni del settore farmaceutico, prima dell’invio della prima lettera all’antrace o del primo caso di morte per mucca pazza; di far liquidare un miliardo di dollari di azioni ai vertici della Enron, bruciando il lavoro e le pensioni a ventimila impiegati, prima del crollo finale. Anche in questi drammatici casi, qualcuno sapeva prima che le carte stavano per essere truccate ed ha avvertito i suoi amici. Il fatto che non solo il tennis possa essere così turpemente condizionato ovviamente non ci consola. Guai a pensare… mal comune mezzo gaudio.

I tennisti che scommettono

Altro problema, è quello del tennista che scommette sui matches che si giocano nel circuito, anche quelli nei quali non è protagonista. Se è già vietato (non mi è ben chiaro), il tennista sorpreso sopporti le sanzioni senza fiatare; se non è già vietato, da oggi lo si vieti, comminando anche sanzioni particolarmente pesanti. L’unica scommessa sul tennis che un giocatore deve affrontare è quella che lo vede impegnato sul campo, contro un suo collega. Per quanto possibile, a mio parere, si dovrebbero vietare le scommesse anche a tutto l’entourage dei tennisti: tali giocate potrebbero condizionare il rendimento dei loro pupilli.

Caccia alle streghe?

Pur essendo molto preoccupato di ciò che si sta leggendo in questi giorni, vorrei che si tenesse sempre conto che nei roghi della caccia alle streghe non ne è mai finita una.

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19 Commenti a “Scommesse, follie, match truccati.
E Warwick-Panatta allora?
La banda del buco fa così con le quote”

  1. remo scrive:

    Cos’altro da aggiungere se non: bravo! Un quadro fin troppo chiaro (e, per quanto mi riguarda, pienamente condivisibile) dell’argomento scommesse.

  2. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Complimenti Marcos, bellissimo lavoro, chapeau! Sull’argomento non avevo letto fin qui niente di più chiaro, ben spiegato. Ottimo giornalismo divulgativo. Poi, per carità, chiunque può pensarla anche in modo diverso, ma mi pare che i meccanismi delle quote e del loro lievitare siano stati spiegati come da nessuna altra parte avevo letto.
    Era una settimana che Marcos lavorava a questo pezzo. Io stesso l’ho messo in contatto, più volte, con un amico che ha grande competenza nel settore delle scommesse. E’ stato un parto sofferto, travagliato come si suol dire, ma mi pare ne sia uscito un pezzo di una completezza, di una serietà, di un equilibrio, assolutamente unici. Tant’è che, essendone io particolarmente orgoglioso, chiederei a qualcuno di voi che abbia un po’ di tempo e una superdimestichezza con l’inglese scritto, di tradurmelo (avvertendomi per favore dell’intenzione di farlo, così non lo chiedo ad altri) e inviarmene la traduzione sulla mia e.mail ubaldoscanagatta@yahoo.it, perchè vorrei poi mandarlo (Marcos permettendo…) a quei siti americani e inglesi che mi hanno fatto la cortesia di citare a più riprese questo nostro blog e sono (o saranno) cross-linked con noi. Credo che renderei, così facendo, un servizio a loro e a noi stessi. Ovviamente se comparissero commenti di indubbio interesse e approfondimento si potrebbero in un secondo tempo tradurre anche quelli.
    Sono certo che questi arriveranno interessanti e numerosi. Permettetemi di essere orgoglioso anche del livello medio degli interventi che compaiono su questo blog. Sull’argomento “genitori e figli, come ti tiro su un campione, bambini prodigio con racchetta, il problema di conciliare il tennis con la scuola e di sfondare” _ che fra non molto arriverà a 1000 commenti, leggibili anche attraversi i vari riassunti fatti dal suo maitre Stefano Grazia _ pur con qualche estemporaneo esubero di prolissità o personalismo, qualche piccolo qui pro quo fra genitori comunque utile per capire certe problematiche _ tipo (ultimamente) il problema del coach, del tesseramento, del miglior avviamento, le inevitabili critiche al sistema federale, e le difese al sistema stesso _ la trattazione è così completa, illuminante, istruttiva, che meriterebbe con gli opportuni sfrondamenti di essere raccolte in un libro bianco. Se anche in Fit qualcuno scevro da pregiudizi si desse la briga di leggere gran parte di quei commenti potrebbe proporre lui stesso di pubblicarlo. Scusate la digressione…e torno a dire, bravissimo Marcos.

  3. thomas yancey scrive:

    Ben documentato. Eccellentemente articolato. Redatto in modo ineccepibile.
    Uno scritto ottimo, Marcos. Molti complimenti.

  4. francesco g. di bene scrive:

    Complimenti, articolo molto interessante. Considero molto importante valutare con molta attenzione ogni caso, senza lanciarsi in una caccia alle streghe, affidarsi agli organi competenti e soprattutto, una volta stablita la colpa, punire in maniera severa.

  5. roberto scrive:

    Bellissimo pezzo, Marcos, complimenti a nche da parte mia.
    Molto indovinato il parallelo con il reato di “insider trading”.

  6. fulvio scrive:

    Divino Marcos non ho parole dopo aver letto il tuo bellissimo articolo .da tempo dico che la tua vera professione sia quella di giornalista , ma tu continui a …sfuggirmi!!è davvero un piacere leggerti !
    non dimenticherei comunque di ricordarti che si le scommesse illegali vadano punite con esemplari squalifiche ,ma certamente di più calcherei la mano sul doping.li non avrei certamente amissioni di ogni genere!

  7. Nikolik scrive:

    Tutto giustissimo, soprattutto laddove Marcos afferma “Non c’è modo di accusare qualcuno d’essersi venduto (o di essersi accordato con il suo avversario), leggendo il risultato finale di un match, vedendone lo svolgimento bizzarro o anche scoprendo un massiccio e strano spostamento di soldi scommessi su un giocatore. Un tennista, infatti, può sciogliere come e quando gli piace: non deve rendere conto a nessuno, se non ai suoi tifosi, al suo conto in banca ed alla sua classifica. Non c’è regola che gli vieti di ritirarsi”.
    Sono talmente d’accordo su questo concetto che vorrei averlo scritto io!

  8. Stefano Grazia scrive:

    grande marcos: ho finalmente capito tutto, io che su ll’argomento scommesse son quasi dislessico!

  9. luigi scrive:

    Caro Marcos

    Molte cose che hai detto mi tovano sicuarmente daccordo anche se non credo sia tutta colpa dei Betting Exchange.
    Il match fixing/inside trading credo ci sia da tantissimo tempo, prima che i betting exchange esistessero.
    Avendo studiato il modello exchange credo che ci siano delle differenze sotanziali delle quali bisogna tener conto:

    I betting exchange sono una piattaforma trasparente mentre invece I bookmakers no,perche’ non si e’ mai in grado di capire quello che realmente succede.

    La banda del buco non agisce solo sugli exchange ma anche sui bookmakers la differenza credo mia personalissima opinione… e’ che forse quando i bookies non sono in grado di coprire la responsabilita’ sulle scommesse in gergo “chiudono i book” e non ne vogliono sapere proprio niente,non sempre avvertono gli organi preposti perche` a loro non conviene poi tanto perdere clienti.
    Il bookmaker tradizionale non offrendo una piattaforma trasparente non ha nessun interesse nel allertare se ci sono delle anomalie, a differenza nel offrire un mercato falsato l’ exchange perde clienti e credibilita’.

    Sull’exchange quando un mercato si forma le quote di solito sono nella maggior parte dei casi migliori dei bookmakers ma non del tutto differenti c’e` un margine del 10% 20% , poi e’ normale che se c’e` una forte domanda la quota e’ soggetta ad una forte oscillazione chiaramente visibile, quanto detto accade anche con i bookmakers che sospendono un mercato e lo riaprono con prezzi molto meno appetibili, la differenza sostanziale e nella trasparenza della piattaforma offerta.
    Molte volte il non vedere ci porta a pensare che solo adesso con gli exchange stiano venendo a galla i problemi nel tennis io credo ci siano da decenni.

    Grazie Ubaldo e complimenti

  10. egizio scrive:

    Non posso che unirmi agli altri per i complimenti fatti a Marcos. Gran lavoro!
    Vorrei fare un commento sul tema “I tennisti che scommettono”. In data 3 Ottobre l’ufficio stampa Fit divulga un comunicato su cui sta scritto: “…la FIT sta procedendo alla stesura di nuove norme disciplinari che proibiscano in modo esplicito ai propri tesserati ogni tipo di scommessa sul tennis…” quindi il divieto non dovrebbe essere ancora ufficiale.

  11. Daniele Flavi scrive:

    Come fare a non complimentarsi con Marcos per il bel e dettagliato pezzo…..Grande Marcos..grazie al tuo pezzo sono riuscito a capire meglio alcuni passaggi che mi erano sfuggiti in tutti gli altri articoli che avevo letto, anche per la nostra rassegna, riguardo l’argomento delle scommesse…

  12. marcos scrive:

    vi ringrazio molto per gli apprezzamenti, anche perchè è la prima volta che mi tocca studiare un pò, prima di scrivere qui dentro: la “fatica” è stata premiata dalle vostre gentilissime parole!
    in particolar modo ringrazio ubaldo ed il suo ferratissimo amico!

    luigi ha probabilmente ragione a dire che questi problemi nel tennis (e nello sport) non trovano origine solo ora, nell’era dell’exchange. anche i books, come ha sottolineato, sono buon pane per i denti della malavita; ogni settore, per altro, può diventare buon pane, in questo senso…ed ho voluto esprimerlo nel mio pezzo.

    nell’articolo sottolineo l’effetto distorsivo che il condizionamento esterno delle quote può facilmente determinare: il diretto, seppur parziale controllo delle quote da parte di gruppi malavitosi, in questo senso, può spingere con maggior forza il malaffare a tentativi di corruzione.

    la maggior trasparenza dei siti di exchange, come dice luigi, potrebbe aiutare coloro che si occupano del problema ad arginarne le scorrettezze più vistose, più odiose.

    il doping è un’altra enorme preoccupazione, caro fulvio: sarebbe illuminante conoscere a fondo gli strumenti di lotta contro questo altro nemico dello sport.

  13. olm scrive:

    Bell’articolo, ma la parte in cui si individua come problema il fatto che le quote siano decise dai giocatori non mi convince. Nell’esempio chi ci perde e’ il Betting Exchange, che a fronte di meno di 7000 (5000+1000+500+100) di incasso deve sborsare piu’ di 50.000. E’ un po’ lungo da spiegare, ma questo non e’ possibile. L’abilita’, la competenza specifica di ogni Betting Exchange e’ quella di stabilire le quote in modo da guadagnarci sempre, a prescindere da chi vince. Per fare questo e’ indispensabile che le quote riflettano le giocate effettuate. Cioe’, se ho accettato scommesse per 10000 su A e 3000 su B, devo per forza riuscire a fissare le quote in modo da pagare complessivamente meno di 3000 a chi ha puntato su A, in caso di vincita di A, e meno di 10000 a chi ha puntato su B, altrimenti sto scommettendo anche io su un risultato.

    I guadagni dei truffatori non sono fatti alle spalle del Betting Exchange, ma alle spalle degli altri scommettitori meno informati di loro. Il punto allora e’ evitare la partecipazione di chi ha “troppe” informazioni, perche’ si tratta di una truffa ai danni dei meno informati. A differenza di Marcos credo che quando lo schema delle giocate si allontana di molto dalla norma, sicuramente c’e’ sotto qualche cosa. Non c’entra niente l’imprevedibilita’ dello sport, ma la prevedibilita’, certa e verificata, dei flussi delle puntate a fronte del livello delle quote. Si potrebbero individuare le anomalie anche senza sapere il nome o il ranking dei giocatori.

    Occorre quindi stabilire chi puo’ scommettere, e poi fare rispettare le regole. Che io sappia nel tennis non c’e’ neanche il codice etico. Sono illeciti ovviamente i match truccati. Ma se un giornalista scommette contro Federer forte di informazioni confidenziali sulla sua vita privata, e’ lecito? O se vende queste informazioni a qualcuno? O se organizza un rete di informatori al servizio di scommettitori? Dove mettere il confine tra lecito e illecito?

    Grazie all’attenzione di persone come UBS (che mi sembra stia smuovendo le acque un po’ in solutudine) si arrivera’ a un codice di condotta per gli addetti ai lavori. Non so fino a che punto sara’ possibile farlo rispettare, ma non credo che questo problema sia fondamentale per il tennis. Un giocatore che vende una partita danneggia essenzialmente se’ stesso e chi ha scommesso su di lui. Non e’ come nel calcio dove il rapporto tra tifoso e squadra e’ stretto, e il mancato impegno e’ un tradimento, o come nelle corse di cavalli, dove tutti gli spettatori sono anche scommettitori. Buttare una partita nel tennis e’ frequentissimo comunque. Molto peggio quando e’ il regolamento che ti impone di buttare la partita, come poteva accadere nei round robin, o il doping, che puo’ portare in altissimo un giocatore indegno.

  14. luigi scrive:

    Marcos

    Ti ringrazio

    Il tuo articolo comunque e’ fatto MOLTO bene, mi avrebbe fatto piacere essere un’attimino piu’ specifico e chiaro, ma purtroppo in questo momento non ho tanto tempo.

    Per quanto riguarda il commento di OLM credo ci sia un pochino di confusione su come funzionano gli exchange.

    L’ exchange e’ una piattaforma che permette a due o piu` scommettitori di abbinare la propria scommessa immagina un’ EBAY delle scommesse o il modello dello stock exchange o di alcuni mercati finanziari.

    L’ exchange non forma il mercato”Fissa le quote in gergo”..
    Le quote le fanno gli scommettitori molto competenti e quindi la scommessa si abbina senza che come sui bookies ci sia un % di margine di guadagno per l’exchange sulla quota fissata.

    Visto che sull exchange esiste il puntare e il bancare(a differenza dei bookies dove puoi solo puntare) su un giocatore ti faccio un esempio:
    Ammettiamo che tu punti su Federer alla quota di 1.30 £10 il tuo ritorno sara’ £3 se Federer vince.
    Io invece se io banco Federer ad 1.30 per £10 questo significa che per vincere £10 rischio £3(Resonsabilita dello 0.30 di quello che tu hai puntato essendo la mia scommessa piu’ difficile da vincere) Ho una responsabilita’ di £3 soli per vincere £10
    Esempio:

    OLM Punta £10 @ 1.30 = Ritorno £3.00 se Federer vince se perde invece £10 persi

    LUIGI Banca Federer(Banca= Luigi vince se Federer perde) £10@1.30= Ritorno £10.00 io ho una RESPONSABILITA’ sulla scommessa di £3 soli per vincere £10 “Tecnicamente liability £3″.

    Come vedi la scommessa si e’ abbinata io pago te con i miei £3 se perdo e tu a me £10 se Federer perde.

    L’ exchange ti ha offerto solo la piattaforma e se vinci paghi una commissione sulla vincita ed io non pago, se io vinco pago una commissione sulla vincita e tu no.

    L’ exchange non perde mai ammesso che non annulli tutte le scommesse su un mercato come nel caso di Davydenko, in quel caso ha perso le commissioni che gli eventuali vincitori avrebbero pagato avendo annulato il mercato.

    Non mi risulta che l’UBS abbia fatto niente anche perche’ non e’ sarebbe suo interesse o competenza per quanto riguarda i Betting E.

    Da Settembre 07 in Inghilterra c’e’ la Gambling Commission che ovviamente ha giurisdiazione solo sulle scommesse piazzate in Inghilterra e se lo ritiene opportuno puo’ ordinare ad un bookmaker exchange di annullare le scommesse sospette.

    Quando parlo di exchange intendo solo i Betting exchange da non condondere con tutti gli altri FSA regulated etc. in quel caso parliamo di mercati finanziari ed e’ possibile che UBS abbia realmente fatto qualcosa ma sono 2 cose completamente differenti che utilizzano sostanzialmente pero’ gli stessi “meccanismi”

    Grazie ragazzi

  15. MARCO scrive:

    x OLM

    stai confondendo: betfair, l’exchange + importante se non praticamente unico, non è un book ma un mediatore che non rischia niente,mette in contatto i puntatori e incassa solo la % da chi ha scommesso e vinto .
    sono i clienti che producono le quote,non betfair che le propone.

    i books invece rischiano in proprio,con quote create da loro stessi

    nota in margine è cominciato il processo in inghilterra sullo scandalo delle corse di cavalli truccate che su betfair stesso pare abbia prodotto guadagni illeciti x 2.200mila £

  16. luigi scrive:

    Errata corrige:
    Mi correggo la Gambling Commission ha giurisdizione sulle scommesse piazzate sui mercati Inglesi.

  17. marcos scrive:

    ringrazio olm per l’intervento e sono perfettamente daccordo sul fatto che i ricavi delle scommesse non pesano sul bilancio dei betting exchange, ma sulle tasche degli scommettitori perdenti.

    l’esempio portato nell’articolo, quello del giocatore A e del giocatore B, è dichiaratamente “fantastico e, magari, non del tutto corretto” e mira a sottolineare la mia preoccupazione del fatto che le quote, bene o male, poco o tanto, possano essere condizionate dall’esterno. se la banda del buco è in grado di condizionare in qualche modo le quote, mediante le giocate, allora è in grado di comandare il “mercato” di una partita o di più partite. se la quota di arguello, prima del match, in quel paradigmatico incontro, passò da 6.00 a 1.51 in qualche ora, e quella di davydenko passò da 1.11 a 3.00, sempre prima del match, significa che le giocate su arguello vincente, ad un certo punto prima del match, furono enormi ed anche, a mio parere, che le quote nel betting exchange sono particolarmente sensibili al condizionamento delle giocate. s’intenda…non sto dando colpe al betting exchange, ma temo che il suo sistema perfetto, che mantiene in parità il bilancio (parità di bilancio, credo, a cui non partecipa solo una partita, ma tutti gli eventi giocati in quel momento), affidando al mercato la costruzione della quota, sia particolarmente aggredibile dall’esterno.

    luigi diceva che i “libri vengono chiusi” dai books, quando le agenzie vedono concretizzarsi perdite troppo elevate per loro su una scommessa o su un gruppo di scommesse: è chiaro che i libri vengono chiusi anche per la banda del buco, non solo per gli scommettitori onesti. probabilmente, allora, la famigerata banda preferisce azionare su un mercato più aperto e non condizionato (o meno condizionato) da scelte di agenzia.

    olm è meno preoccupato di me sul condizionamento esterno delle quote nei betting exchange; apprezzo profondamente il suo intervento perchè ci consente di approfondire meglio gli ingranaggi di un sistema, che potrebbe, forse, meglio ripararsi dalle scorribande del malaffare.

    sarei molto lieto se altri intenditori di books ed exchange intervenissero, per spiegare fino in fondo il funzionamento dei suddetti ingranaggi: in questo senso, l’articolo sia uno stimolo per l’approfondimento.

  18. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Dall’Inghilterra rimbalza questa notizia, guarda caso dal Regno Unito delle…Scommesse. Prima aveva parlato Tim Henman, poi ora Andy Murray, e anche Arvind Parmar. Mentre Elseneer, il belga che aveva detto di essere stato avvicinato per perdere da Starace aveva anche raccontato di essere stato avvicinato negli spogliatoi di Wimbledon. Insomma…in Inghilterra c’è del marcio! Questo sarebbe un titolo scherzoso, in realtà tutti i giocatori ammettono di sapere…ma nessuno fa nomi, accuse precise. Io credo che questo pezzo di Marcos (chiedo ancora la cortesia a chi volesse cortesemtne tradurlo di farsi vivo con me tramite la mia posta ubaldoscanagatta@yahoo.it …anche se la stesura definitva andrà integrata con alcune delle cose emerse dagli interventi di qui sopra)
    Tennis: Murray, c’e’ corruzione e molti giocatori lo sanno

    (Tutti aspettavano il primo reo-confesso…invece ancora si parla degli altri senza però dimostrare di avere le prove)

    Agenzia Ansa, del 9-10-07 delle ore 12.38

    LONDRA, 9 OTT - Alcuni match di tornei Atp sono truccati e i giocatori ne sono consapevoli: e’ questa la denuncia di Andy Murray, numero uno britannico, che conferma i sospetti che circolano ormai da mesi. ”E’ piuttosto triste per tutti i giocatori, ma queste cose si sanno - le parole di Murray in un’intervista alla Bbc -. E’
    difficile dimostrare se un giocatore ha provato a vincere oppure no, perche’ basta sbagliare negli ultimi game del set per perdere un incontro”. Diverse agenzie di scommesse hanno espresso dubbi sull’esito di alcune partite di tennis. Sospetti confermati dallo stesso Murray. ”Ci sono giocatori che escono regolarmente al primo turno e devono comunque pagarsi le trasferte - la giustificazione di Murray -. Una carriera dura al massimo 12 anni e bisogna cercare di ottimizzare i guadagni. Anche se questo modo di fare e’ assolutamente inaccettabile”. Lo scorso mese un altro giocatore del Regno Unito, Tim Henman, aveva dichiarato di essere a conoscenza di proposte equivoche recapitate ad alcuni colleghi tennisti. ”Personalmente non mi e’ mai capitato, ma ascoltando altri giocatori pare che sia una pratica che succede non di rado”, aveva dichiarato l’ex numero uno inglese, ritiratosi dopo l’ultimo incontro di Coppa David della Gran Bretagna. Nel frattempo l’ATP Tour ha avviato un’inchiesta interna per far luce su alcuni casi sospetti gia’ segnalati dagli allibratori. ”
    A questa notizia di agenzia si aggiunge quella di una riunione avvenuta a Londra far ITF, ATP e WTA per dibattere l’argomento.

  19. marcos scrive:

    tiriamo per un attimo le fila:

    betfair è un mediatore che mette a disposizione un sistema che consente lo scambio delle quote, senza influire sulla loro costruzione. è una piazza dove si svolge un mercato, come spiegato da marco, che ringrazio.

    il ricavo dei campioni onesti delle scommesse (o dei truffatori) non pesa sulle casse di betfair, bensì sulle tasche degli scommettitori onesti, come ha rilevato olm, che ringrazio.

    gli scommettitori condizionano le quote, attraverso le giocate: possono, per tanto, farle salire o farle scendere, decidendo di investire non soltanto sul vincente, ma anche sul perdente.

    questo sistema consente un mercato sempre aperto, a patto che le puntate e le bancate siano in equilibrio come spiegato da luigi, che ringrazio.

    il sistema sempre aperto (senza chiusura del book per rischio di eccessive perdite) consente ai maramaldi di agire con arguzia e complica maledettamente la vita ai controllori. il sistema sempre aperto consente allo scommettitore, rischiando poco, di bancare il favorito (scommettendo in sostanza sulla vittoria dello sfavorito), rischiando molti meno soldi di quelli puntati sulla vittoria del favorito, pur rimanendo in pari il bilancio.

    perchè vi siano truffatori in giro, devono esserci tennisti corruttibili: il problema, ribadisco, non è la scommessa truccata; il problema è la partita truccata.

    il sistema del betting exchange non è uno strumento che favorisce l’illegalità, ma può esaltare le capacità dei campioni delle scommesse, dei furbetti ed anche dei malavitosi.

    anche un bel collier può esaltare le capacità dei malavitosi: non per questo si deve vietare alla nobildonna di vestirlo, per decorare l’affannoso petto.

    ringrazio ancora tutti.

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