Quanto si scommette nel tennis!
A Miami la decisione: niente computer
A bordo campo i supervisor controllano
Una scelta di facciata

 
17 Aprile 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Articolo inviato per La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno in uscita mercoledì 18 aprile 2007

Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta

MONTECARLO _ Dopo il calcio il tennis è lo sport nel quale si scommette di più, e cifre anche assai elevate. Si può scommettere anche in diretta e non solo prima delle partite, ma anche durante, in qualsiasi situazione di punteggio.
Proprio per questo motivo _ apparentemente _ al Country Club ieri mattina ho visto, per la prima volta, impedire l’accesso a due spettatori che avevano un computer. Ora è infatti proibito introdurli laddove si giochi un torneo internazionale, salvo che a giornalisti e giocatori. Chi è sul posto potrebbe piazzare una scommessa nel preciso istante in cui un tennista inciampa e si storce una caviglia. Per la verità lo si potrebbe fare anche da telespettatori, quindi la nuova disposizione appare abbastanza insensata (a meno che uno si piazzi fuori dagli spogliatoi, sui campi d’allenameno, per vedere chi zoppichi), ma è certo il segno dei tempi.
E’ segno dei tempi…bui, anche la scomparsa di tutta la rappresentanza italiana, Luzzi l’altro ieri, Seppi e Volandri ieri dal torneo di Montecarlo, anche se le ultime due sconfitte sono state molto diverse. Volandri è stato a due punti dal match, 6-4,5-4 30-0 e se l’è mangiato giocando malissimo (non solo in quel frangente, ma lungo tutta l’orribile partita caratterizzata da break a ripetizione e errori gratuiti) con il vincitore dell’oro olimpico di Atene, il cileno Massu, due posti avanti a lui in classifica, n.53 contro n.55: 4-6,7-5,6-3.
Invece Andreas Seppi, battuto 7-6(4),7-6(6) da Federer, alla sua prima apparizione sul “rosso” dopo 10 mesi, ha giocato un gran match. Certo diverso da quello sciaguratamente perso con Sela in Davis a Tel Aviv. “Giocasse sempre così sarebbe da primi 30 del mondo” il commento di Paolo Bertolucci. “E’ più facile giocare con Federer, senza nulla da perdere, con il pubblico che tifa per te che con la pressione di un match di Davis in trasferta da vincere assolutamente” l’ovvia spiegazione fornita dal tennista altoatesino che riparte dal Principato con rinnovata fiducia nelle proprie possibilità. “I top li ho affrontati tutti…tranne Roddick”. Una soddisfazione anche quella, per chi campione non è.

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3 Commenti a “Quanto si scommette nel tennis!
A Miami la decisione: niente computer
A bordo campo i supervisor controllano
Una scelta di facciata”

  1. pibla scrive:

    MONTECARLO IN TV:
    Grazie a Sky la copertura del torneo è praticamente totale e sopratutto si dà la possibilità a chi lavora tutto il giorno di tornare la sera e rivedere praticamente l’intera giornata di tennis (dalle 20.00 alle 02.00), quindi bravi.
    Mi spiegate però che senso ha trasmettere ininterrottamente dalle 20.00 alle 00.30 circa le partite quanto mai noiose (e per noi italiani ahimè dolorose) tra Ferrer e Simon prima e tra Volandri e Massu dopo e poi ritrovarsi a mezzanotte e mezzo con Federer-Seppi 6-5 nel primo set (partita quanto mai divertente, intensa e spettacolare) e poi solo gli ultimi games di un altro palpitante match tra Safin e Vliegen???
    Cioè, non era molto più semplice e sensato sintetizzare le prime due brutte partite e poi far vedere per intero Seppi-Federer ed almeno un set e mezzo di Safin? O qualcuno invece ha il coraggio di sotenere che il match tra Volandri e Massu ( due ore e quarantacinque di una partita di una pochezza sconcertante) fosse più interessante e divertente di quello tra Seppi e Federer????

  2. Manlio scrive:

    Io ho l’impressione che il problema principale di Volandri sia quello di giocare un tennis molto dispendioso e man mano che va avanti con il tempo, il suo fisico fa sempre più fatica a sostenere. E’ un po’ quello che successe a Perez-Roldan o Berasategui (Muster per arrivare a vincere il Roland-Garros a 28 anni ha dovuto compiere dei progressi sul piano tecnico che gli hanno consentito di chiudere i punti molto prima con un gran risparmio di fatica). Per durare più a lungo, Volandri dovrebbe compiere quei miglioramenti tecnici possibili solo giocando anche sul veloce, accettando anche qualche sconfitta all’inizio come Furlan fece per molto tempo. Certo aver perso una partita nella quale conduceva 6-4 5-4 30-0, dimostra un po’ di fragilità nervosa, ma sotto tale profilo resta comunque il più solido dei nostri.
    Quanto a Seppi, certo non è un campione, ma il potenziale per esserlo lo ha, eccome!!!!!

  3. roberto scrive:

    Sono completamente d’accordo con Manlio su Volandri. Ho visto il match in differita su Sky (a proposito, concordo anche con pibla, per vedere seppi ho fatto quasi le 2 di notte). Ieri Filippo, inquadrato in primo piano, aveva un’espressione così scorata, anche quando stava a due punti dal match, che ho pensato che lui volesse essere da qualunque altra parte tranne che lì, a remare da 2 ore 2 metri dietro la linea di fondo con Massu. Credo che lui, per mantenersi per anni a quei livelli pur dovendo sempre iniziare lo scambio 2-3 metri fuori dal campo, (sia quando riceve, ed è normale, sia quando serve…) abbia fatto una grande fatica sia fisica, sia soprattutto mentale: anche psicologicamente, vedere che tu fai una fatica boia per fare tutti i tuoi punti e poi arriva il tuo avversario, ti piazza due servizi (o 2 risposte vincenti sulla tua 2a) e ti vince il game deve essere davvero duro da sopportare… Il paragone con Furlan è a mio parere un grande atto di accusa verso Fanucci: secondo me in questi anni il lavoro di sviluppo tecnico di Fabrizio non è stato di qualità paragonabile a quello a suo tempo fatto da Piatti su Renzo, che nella seconda parte della sua carriera aveva messo su un servizio solido (ed era 1,73 per 66 kg!!), faceva spesso servizio volee e giocava meglio sul veloce che sulla terra, dove a livelli alti la sua palla era troppo leggera. Al punto che il suo torneo Atp lo andò a vincere sul cemento a San Josè battendo in finale Chang.
    Eppure all’inizio della carriera Furlan faceva solo regolarità da dietro, e di dritto era sicuramente più scarso di Filo… Io lo vidi perdere (e già aveva 20 anni) da Massimo Cierro al challenger del Parioli e tutti dicevano che quel piccolo ragazzino veneto aveva buone gambe ma non abbastanza talento, e che non sarebbe mai diventato un giocatore…
    A volte le funzioni obiettivo dei coach non sono allineate con quelle dei giocatori: se ci si pongono solo obiettivi di reddito immediato, non si hanno incentivi ad investire nello sviluppo tecnico, e non si accetta che il proprio giocatore guadagni meno per un certo periodo andando fuori al primo turno nei tornei per imparare a giocare sul veloce…
    L’ho messa giù un po’ pesante, ma dopo la prova di ieri… e poi sono 4 anni che Filo gioca sempre allo stesso modo…

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