Vilas e Clerc illusero (1981) l’Argentina
Maradona a Mosca per dimenticare

 
28 Novembre 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Conclusi i Masters di fine anno, con Roger Federer e Justine Henin “Supermaestri” e acclamati “World’s Number One”, il grande tennis attende la finale di Coppa Davis, in programma da questo venerdì a Mosca fra la Russia di Safin, Davydenko, Tursunov e Youzhny e l’Argentina di Nalbandian, Acasuso e Calleri. Ci sarò anch’io e gli inviati italiani credo siano solo due o tre. la Rai ha i diritti ma…che cosa vedrete?
Anche se Safin mette le mani avanti e dice che non è verola Russia, giocando in casa sul tappeto “veloce” steso all’Olympic Stadium è favorita contro gli argentini certo più a loro agio sulla terra rossa e soprattutto orfani di un grande n.2 (dietro Nalbandian,vedi suo profilo nella rubrica personaggi) dopo aver perso negli ultimi tempi, per motivi…psicanalitici i due finalisti del Roland Garros 2004 che non vincono più (Gaston Gaudio e Guillermo Coria) e per doping sia il finalista del Roland Garros 2005 Mariano Puerta, sia l’altro top-ten, Guillermo Canas venuto a Mosca in veste di sparring-partner e riserva perchè ha scontato la squalifica. Capitan Alberto Mancini potrebbe anche decidere di promuoverlo, anche se gran parte del mondo del tennis lo criticherebbe pesantemente).
Così i padroni di casa contano di bissare l’unico successo della loro storia, quello acciuffato per i capelli nel 2002 in Francia, alla presenza di un entusiasta Boris Yeltsin. Quella volta l’eroe non furono né i celebri Safin (vedi intervista fra interviste) e Kafelnikov, ma una semisconosciuta “riserva” Mikhail Youzhny che, sostituito Kafelnikov sul 2 pari, rimontò due di handicap (e un break) al francese Mathieu.
Ma gli argentini, che verranno a Mosca seguiti da 40 giornalisti accreditati per la loro seconda finale, a 25 anni di distanza dalla prima, e _ sembra _ con un tifoso illustre come Diego Armando Maradona, non sono per nulla rassegnati.
Se Vilas e Clerc, n.2 e n.4 del mondo ai loro bei tempi e amici come un cane e un gatto, non avessero spesso litigato fra loro o con la loro federazione, probabilmente l’Argentina almeno una Coppa Davis l’avrebbe già vinta. Invece sfiorarono soltanto l’exploit a Cincinnati con gli Usa dove, sull’1 pari dopo la prima giornata, Vilas e Clerc _ singolaristi prestati al doppio _ arrivarono a condurre 7-6 al quinto con Vilas al servizio contro la formidabile coppia McEnroe-Fleming. Persero però 11-9 e il sogno argentino svanì. Erano gli anni della guerra civile, degli 11.000 desaparecidos, l’Argentina aveva un disperato bisogno di eroi, e Guillermo Vilas non era meno popolare in patria di Daniel Passerella, il capitano della squadra campione del mondo nel ’78, del cannoniere Mario Kempes, dell’allenatore Cesar Luis Menotti.
Da allora le più grandi soddisfazioni sono venute dalla splendida Gabriela Sabatini, anche se quattro semifinali di Coppa Davis (più questa finale) negli ultimi otto anni, inorgoglirebbero qualunque altro Paese del mondo.

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17 Commenti a “Vilas e Clerc illusero (1981) l’Argentina
Maradona a Mosca per dimenticare”

  1. flinders scrive:

    Penso che la Russia sia favorita, visto che Davydenko stà giocando parecchio bene in questo finale di stagione, perchè come dice Tommasi, è uno che và in ufficio tutti i giorni; al contrario di Safin che, infortuni a parte, in ufficio ci và un pò controvoglia. Questo è un pò il difetto di tutti i giocatori Russi anche del recente passato (vedi Medvedev, Kafelnikov, Volkov) quando cominciano ad ottenere grossi guadagni con i loro successi, si lasciano andare in modo eccessivo alla bella vita, e alle distrazioni femminili e motoristiche; ma come dice il proverbio: donne e motori…….
    Credo finisca 4-1 per la Russia.
    Spero solo di poterla seguire in tv questa finale di Davis, visto che quando è la RAi ad avere i diritti televisivi non si sa mai!!!!!
    Ho una curiosità Ubaldo: posso sapere quali sono gli altri inviati italiani a Mosca oltre naturalmente al Grande Scanagatta???
    Buon lavoro.

  2. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Per sapere che cosa farà la Rai in occasione di questa finale Russia-Argentina ho chiamato Massimo de Luca, il nuovo direttore di Rai Sport, e grande appassionato di tennis _ lo giocava assiduamente, prima di darsi al golf, passione…senile (spero non si offenda, scherzo; il golf piace anche a me anche se l’ho giocato soltanto in Nuova Zelanda, chic vero?, quando le regate di Coppa America venivano cancellate per troppo vento o troppo poco: è uno sport bellissimo ma richiede troppo tempo). De Luca era impegnato in una riunione. Gli ho lasciato un messaggio. Se mi richiamerà vi farò sapere. Quanto al tuo pronostico condivido, ma spero in un 3-2 anzichè in un 4-1. Condivido anche le altre tue osservazioni. D’altra parte anche noi italiani siamo un po’ russi…Quando sento Safin dire che bisogna anche godersela, che si è giovani una volta sola, che lui non sarebbe mai capace di pensare solo al tennis 24 ore su 24, e che una bella donna a volte vale più di una vittoria, mi ricorda tanto Adriano Panatta che pensava esattamente le stesse cose (anche se magari non osava dirle in quei termini a Mario Belardinelli, il suo padre putativo) e difatti ha vinto molto meno di quanto avrebbe potuto. Proprio come Safin di cui inserisco fra le intervista un’intervista che mi fece a Parigi Bercy quando divenne n.1 del mondo a fine 2000 ed aveva solo 20 anni. Panatta è stato n.4 del mondo, e fra i primi dieci, per una sola (corta) stagione, Safin è scivolato fuori dai 100 prima dei 25e ora, a fatica, si sta rifacendo sotto.
    Quanto all’ultima curiosità mi risulta che ci sia soltanto Rino Tommasi a Mosca (perchè Martucci è in vacanza con moglie e gemellini…la privacy mi impedisce di dire dove) e gli altri giornali a fine anno hanno finito i soldi! Forse Matchpoint avrà sul posto un giovane collaboratore

  3. alessio scrive:

    Spero che la Rai faccia vedere un po’ della finale di Coppa Davis, magari non in orari da nottambuli e con sintesi improbabili come è purtroppo già successo.Mi spiace sentire il pensiero di Safin, un grandissimo talento e pare anche una simpatica persona che ha perso molte occasioni che non so se torneranno.Va detto peraltro che ha vinto 2 Slam battendo nell’ultimo un certo Federer che pareva imbattibile.Per vincere uno Slam uno si deve preparare a fondo perchè per quanto sei bravo anche gli altri lo sono.Quindi nonostante tutto, e nonostante quello che dico, credo che sia stato capace anche se solo dei periodi di essere un professionista 24 ore su 24. Mi ricordo un certo Leconte non inferiore a lui e credo a ben pochi come talento, che ha raccolto solo una finale, se non erro al Roland Garros.Ma tornando alla Coppa Davis mi aspetto un gran match, li vedo tutti equilibrati e non saprei dare un favorito; forse di poco la Russia. Piccola annotazione l’Argentina ha 2 casi di doping acclarati o quasi e un terzo diciamo intrigante (..Coria..ndolo..alla Clerici se non erro) in tempi ravvicinati; non sarebbe il caso che l’Atp si facesse sentire di più a livello di federazioni ? Non è che succede come i bond dei risparmiatori italiani???

  4. marcos scrive:

    con tutto il rispetto per De Luca, non credo che la Rai trasmetterà il match in diretta: per gli amanti della notte, forse ci sarà qualche differita di mezzora. spero d’essere smentito!

    credo che sul web, in qualche modo, si potrà vedere.

    anch’io vedo favorita la Russia: 3 a 0 il mio prono…gli ultimi due singolari sono indecifrabili, se 3 a 0 sarà.

    ciao!
    marcos

  5. Coppa Davis RaiSport scrive:

    Ecco la programmazione di RaiSport Satellite in occasione della Coppa Davis.

    Venerdì 1 dicembre: dalle 17.30 alle 19.00 - differita
    Sabato 2 dicembre: dalle 12.00 alle 15.00 - diretta
    Domenica 3 dicembre: dalle 15.00 alle 17.45 - differita

    Distinti saluti e complimenti per il Blog !

  6. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Grazie a Rai sport che legge il mio blog. E al servizio che ha reso a voi tutti, ubs

  7. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Risposta per Alessio. Tema Rai: mi ha telefonato ieri “Bisteccone” Galeazzi. Commenterà, su Rai Sat e da studio in Italia, qualche sintesi dei match. “Se avessimo dato tutto il match sarei venuto a Mosca, ma così…non so nemmeno quando trasmetteremo. Credo che faremo una sintesi di un’oretta della prima giornata (cavolo: per due match tre su cinque, un’oretta non è molto! Ero curioso di sapere la programmazione avrà Rai Sat venerdì. E mi ha inviato un cmunictao che leggete qui sopra. Comunque se qualcuno la guarda mi faccia sapere che cosa è andato effettivamente in onda così se ne parla in un prossimo blog). Invece sabato che è la giornata più importante (sic) daremo tutto il doppio a partire da mezzogiorno in diretta, e domenica si vedrà a seconda del risultato _ mi ha detto ancora Giampiero _ se non ti dispiace ti telefono per sapere qualcosa prima della telecronaca visto che sei là e avrai maggiori informazioni di me qua…”. Nessun problema da parte mia. Giampiero mi sta simpatico, e il fatto che abbia avuto questo scrupolo professionale, lui che è diventato ormai anche un personaggio dello spettacolo (Quelli che… Domenica in etc; una volta mi ha detto “Aho, io so’ ‘na star!” con la sua consueta genuinità), me lo rende ancora più simpatico, visto che il tennis non è certo più una delle sue priorità.
    Bravo per Leconte. Pur essendo arrivato a n.4 del mondo e aver fatto semifinale anche a Wimbledon, la finale è stata una sola, nell’88 a Parigi contro Wilander. Wilander, che quell’anno avrebbe vinto 3 Slam su 4, diventando n.1 del mondo per pochi mesi, fra settembre e gennaio, dominò a tal punto il povero Leconte che, impietosamente, il pubblico del Roland Garros prese a fischiarlo. Lo chiamavano “Riton” _ che sta un po’, quasi come il suo cognome, “le con” , traducibile da noi in…cojon _ e sottolineavano ingenerosamente tutti i suoi errori. Leconte finì per perdere la testa e negli spogliatoi quasi piangeva: “Sono il primo francese che arriva in finale a Parigi dal 1983 (Noah vinse, però…) e mi fischiano come se fossi l’ultimo degli ultimi”. Sulla Davis: spero anch’io che ne venga fuori un match equilibrato, ma secondo me i russi vincono facile. Nalbandian può giocare benissimo, ma se le cose si mettono male, è tipo che si innervosisce e si lascia andare. Forse la presenza di 40 giornalisti inviati lo indurrà però a sputare sangue…me lo auguro”. Infine: l’Atp è il sindacato dei giocatori, dovrebbe controllare i propri padroni? Non l’ha mai fatto (per i nomi che contano…). Difatti gli unici “beccati” (Korda, Wilander, Novacek, qualche Carneade alla Trujol) sono stati colti in flagrante a fine carriera e gli altri sono venuti fuori nei tornei degli Slam dove i controlli li faceva la ITF. Ma vi pare possibile che in tutti questi anni, con tutta la gente che gioca a tennis in giro per il mondo, dal n.1 al n.1500, non sia mai emerso nulla? Ora è tutto in mano all’ITF e alla Wada, qualche mini-garanzia in più che certi aiuti poco limpidi emergano, ci sono. Ma anche le recenti riduzioni di pena per Canas (da 24 a 15 mesi, ha appena vinto 4 challenger, l’ultimo a Buenos Aires dove mi dice Guillermo Salatino qui a Mosca c’erano sempre 2.200 persone, il massimo della capienza, fin dal primo giorno), le richieste per Puerta, non fanno troppo ben sperare. Vedremo. Il dibattito è aperto, voi che ne pensate?
    Ubs

  8. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Per Marco Vedi la risposta che ho dato ad Alessio e il mio colloquio telefonico con Giampiero Galeazzi che commenterà da studio. Io farò anche qualche intervento su Radio Rai, ma certo in un paio di minuti non potrò dire tanto. vedi anche comunicato Raisport
    ubs

  9. Di Natale scrive:

    La televisione “snobba” il tennis? Possibile, ma anche gli italiani iniziano a farlo. Non solo gli appassionati di calcio. Negli stessi circoli si fa fatica a vedere un match di Davis anzichè una partita di calcio. Se poi la Gazzetta non prevede un inviato alla finale di Davis allora è la fine. Da giornalista, infatti, ho sempre sognato di finire “in rosa” proprio per poter assistere ai grandi eventi dello sport. Esserne testimone, raccontarne le emozioni. Scrivendo per un quotidiano regionale è difficile convincere l’editore ad inviarti a Mosca o alle Olimpiadi di Pechino. Così volevo capire come è riuscito a convincere il suo editore a farle girare il mondo, non adesso che è diventato una “firma”, ma agli inizi. Magari se tutti noi giovani e rampanti riuscissimo ad imparare questa tecnica il tennis tornerebbe “grande”… almeno sui giornali.

  10. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Rino Tommasi, collaboratore della Gazzetta (anche se non inviato a tutti gli effetti), è qu. Per il resto le risponderò con più calma a incontri finiti, quando avrò qualche minuto. saluti e grazie del contributo
    Ubsi

  11. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Caro di Natale
    All’inizio mi sono buttato io, per passione. Prima ancora della mia esperienza universitaria americana, vedi mio blog “Il mio idolo non è Rosewall”, che mi ha stimolato a scrivere qualcosa e per la rivista di Rino Tommasi “Tennis Club” e per il giornale della mia città, La Nazione a Firenze, mi ero proposto per scrivere qualche pezzettino di tennis per quei tornei dove loro non erano “coperti”: quasi tutti. E ancora oggi, visto che il tennis non è il calcio, nella maggioranza dei giornali è così. La Nazione non aveva, all’epoca, chi girasse per il tennis. Ho cominciato con un torneo WCT dell’ottobre 1972 a Roma _ credo di ricordare che mi dessero 5.000 lire ad articolo, a Roma andai ospite dai miei zii _ poi nel ’73 di ritorno dall’America giocai gli Assoluti a Perugia (come tutte le altre volte, prima e dopo, mi ero qualificato sebbene seconda categoria grazie ai risultati del doppio, a volte per il maschile altre per il misto)e scrissi di quel torneo (e un pochino perfino, dietro indicazione del mio capo d’allora Raffaello Paloscia, anche di me stesso, perché persi al terzo turno da Barazzutti 7-5,6-3,7-5 dopo essere stato avanti 5-2 sia nel primo sia nel terzo set). Nel ’74 andai a Wimbledon per la prima volta (mi pare ospite di una ragazza che aveva studiato a Firenze) _ e da allora ho “coperto” 33 Wimbledon di fila, i primi fino al ’77 sempre arrangiandomi alla meglio, in posti simil-ostello bed&breakfast, un paio di volte ospite di un generoso Gianni Clerici che aveva casa in Holland Park, poi qualche volta con mezzo rimborso del giornale (pian piano diventati due quando i miei articoli vennero pubblicati anche dal Resto del Carlino oltre che dalla Nazione). Il Corriere della Sera non aveva un inviato di tennis, il capo dello sport Mario Gherarducci, incontrato ai tornei di Roma e di Bologna WCT, mi chiese se ero disposto a scrivere di tennis. Inutile dire che accettai di corsa. Stessa cosa accadde anche al Messaggero: così mi ritrovai a scrivere per tre quotidiani diversi, tre storie diverse. Senza diventare ricco, ovviamente, ma recuperando quasi tutte le spese, facendomi un gran mazzo _ all’epoca si scriveva sull’Olivetti Lettera 32, si dettava al telefono agli stenografi, bisognava dare tutti i risultati facendo lo spelling dei nomi…e io facevo sempre il tifo per i giocatori che l’avevano corto, sempre per Borg, Bologna, Otranto, Roma, Gorizia, mai per Gerulaitis, Gorizia, Empoli, Roma, Udine, Livorno, Ancona, Imola, Torino, Imola, Savona, perché dopo tre dettature ( e spesso a braccio, il tempo per scrivere non c’era) ero morto.
    Al Roland Garros sono andato per la prima volta nel ’76, anche lì ospite di una zia che aveva un monolocale. Panatta vinse il torneo, Tuttosport si aggiunse in corsa al gruppo già folto dei miei giornali e da articolista apprendista finii, grazie ad Adriano, sulle prime pagine di quasi tutti i “miei” giornali. Ad arrangiarmi ho imparato presto. E, non ci crederete, ma ho continuato a farlo fino al giorno d’oggi, perché dopo essere stato assunto a La Nazione nel ’77 (ma in cronaca, dopo un’estate a sostituire i colleghi in vacanza, e poi agli interni per un totale di dieci anni prima di passare in pianta stabile alle pagine sportive) se volevo andare a seguire il mio amato tennis ci dovevo andare quasi sempre in ferie, nei recuperi dei riposi settimanali (che a volte mi consentivano di accumulare, a volte no perché non tutti i colleghi, non tutti i capi gradivano, specie quelli dei settori extrasportivi…). Mentre l’inviato di calcio va via 2-3 giorni, salvo “mondiali” e “europei”, quello di tennis sparisce due settimane per gli Slam, per Roma… Mentre per Wimbledon e per almeno una settimana su due di Parigi sono poi pian piano riuscito a ottenere la piena fiducia (e i rimborsi-spese) del mio editore, tutti i miei primi dieci US Open, i primi cinque Australian Open li ho fatti in ferie…facendo arricciare il naso ai sindacalisti. Certo al Corriere della Sera (al contrario dei giornali più piccoli che sono più elastici) i vari comitati di redazione non mi avrebbero mai permesso di scrivere in ferie. E avrebbero sbagliato, secondo me. Avessi dato retta a loro non mi sarei mai costruito una vera competenza. E’ anche per questo che ci ho sempre tenuto a mantenere la mia autonomia e indipendenza di giudizio nelle questioni sindacali che immancabilmente si presentano nella vita di un giornale, di un giornalista. A certe proteste aderisco, ad altre no: non sono d’accordo a chi professa la necessità di dare la propria solidarietà sindacale a tutte le situazioni, per principio e a prescindere dalle motivazioni. Cerco di informarmi bene, se non le condivido non aderisco (a parte il fatto che spesso ci sono situazioni comunque ingestibili) a costo di inimicarmi chi non la pensi come me. Beh, se volete sapere di più…scrivetemi
    Ubs

  12. anto scrive:

    Caro Ubaldo, vorrei porti una domanda da novella 3000, ma è vero che i problemi di Coria, siano provocati in buona parte, dalla sua bellissima moglie?Forse più che domande tecniche, questo è gossip puro, spero di non metterti in difficoltà. Ciao grazie

  13. racconti scrive:

    Luogo molto buon:) Buona fortuna!

  14. filmati scrive:

    Interessieren. SEHR interessant! ;)

  15. alessandra scrive:

    9 su 10! Ottenerlo! Siete buoni!

  16. la scala scrive:

    Grande sito!!

  17. bianchi scrive:

    Lavoro eccellente! ..ringraziamenti per le informazioni..realmente lo apprezzo: D

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