Il Masters alla Henin
Federer scala la Cina

 
13 Novembre 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

di Ubaldo Scanagatta
13 novembre 2006

SHANGHAI. Tanti ci sono rimasti con un palmo di naso, non solo il padre Yuri. Maria Sharapova doveva conquistare il mondo a Madrid, nel Masters riservato alle donzelle, conclusosi invece ieri con la meritata vittoria (6-4,6-3) di Justine Henin, neo n.1 Wta, su Amelie Mauresmo.
Già, per celebrare la leadership di Maria bisognerà pazientare ancora. L’irriducibile, minuscola Justine, a dispetto dei 20 centimetri in meno, l’ha strattonata ancor prima della finale giù da quel trono su cui l’icona più cliccata dello sport contemporaneo stava per accomodarsi regalmente.
Ma il compito della Venere siberiana non era semplice. Per la vittoria nel Masters femminile, e ancor più per l’ambito scettro di n.1 del mondo erano addirittura in tre, lei, Justine e Amelie. Totalmente diversa la situazione maschile. Roger Federer il mondo l’ha già conquistato da un paio d’anni e non si vede chi a breve chi possa sognare di strapparglielo dalle mani, vinca o non vinca il Masters in cui ha esordito ieri.
Sotto le volte dell’avveniristico palasport di Qi Zhong, Federer ha vendicato con un perentorio 3-6,6-1,6-1 a Nalbandian la sconfitta patita un anno fa in finale dall’argentino. Il secondo giocatore del ranking, Rafa Nadal, ha conquistato più punti Atp di tanti ex number one, di Hewitt, Kafelnikov, Moya, ma resta distante anni luce dallo svizzero, costretto ad inventarsi obiettivi estemporanei per motivarsi, evocando il fantasma di Pete Sampras che di Masters ne ha vinti tre, uno più di lui.
Ecco perchè Fed-Express punta ad un obiettivo da Risiko, sia pure senza carrarmatini colorati.
Di tutto il mondo gli manca ancora la Cina, l’immenso Paese che, dal ping-pong al badminton, con racchette e palline ha sempre dimostrato di saperci fare e in vista dei Giochi di Pechino 2008 _ dopo che due tenniste cinesi vinsero l’oro del doppio ai Giochi di Atene e quest’anno altre due hanno vinto i primi Slam, in Australia e a Wimbledon _ sembra sia riuscito a mettere una racchetta in mano a 150 milioni di
persone, costruendo 2.500 campi l’anno.
Lo scorso anno la conquista della Cina a Federer sfuggì per due punti: Nalbandian gli rimontò due set in finale, lo passò in tromba fino al 4-0 al quinto, si fece rimontare mandandolo invano a servire sul 6-5 rovinandogli la striscia delle finali vincenti (24). Un po’ come è capitato ieri qui, nella New York dell’Asia, al grande amico di Federer Tiger Woods: anche lui ha perso per due colpi, da Yang Yong Eun, coreano assai meno famoso di Michelle Wie.
Insomma nemmeno Federer può stare tranquillo in quello che Roddick, battuto Ljubicic 6-4,6-7,6-1, ha definito “il Gruppo della Morte… ma muoiono soltanto in due e io non voglio essere uno di quelli”. L’estroverso americano non ha torto a pensare che l’altro quartetto, quello che all’alba ha offerto le sfide Nadal-Blake e Robredo-Davydenko, sia più debole, soprattutto sul “veloce” indoor. Ma dietro a Federer sembrano tutte guerre tra poveri.
Federer b.Nalbandian 3-6,6-1,6-1, Roddick b.Ljubicic 6-4,6-7,6-1.

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1 Commento a “Il Masters alla Henin
Federer scala la Cina”

  1. alessio scrive:

    Egregio Ubaldo, a parte un po di nostalgia per i tuoi commenti televisivi che non vedo da un un po di tempo, è una novità positiva che qualcuno preparato e certo appassionato di tennis come te, dia spazio a questo grande sport, che in Italia nonostante tutto è ancora sottodimensionato.
    Be ‘..Federer è un gran signore e a dimostazione della sua rarità anche quest’anno è stato eletto il giocatore più corretto da parte dei suoi colleghi.
    Cosa incredibile perchè battendoli regolarmente,certo un po di invidia l’avranno credo; eppure lo hanno premiato.
    Cmq siano in attesa che Nadal, Blake permettendo, lo inisidi da vicino è non doppiato.Lo sport vive e si migliora con le rivalità sul campo
    In bocca al lupo con il Blog
    Alessio

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