Lettera aperta di mamma Cipolla
Destinatario Rino Tommasi
Polemica Commentucci-Azzolini
Precisazioni…FIT di Ubaldo

 
11 Luglio 2009 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Nota di UBS: era sfuggita anche a me, oltre che allo stesso Rino Tommasi, la lettera che Roberto Commentucci aveva già pubblicato qui nella rubrica “Genitori e Figli”. Me ne scuso. Poichè lo stesso Tommasi, leggendo alcuni commenti in relazione ad un suo recente articolo, me ne ha chiesto conto, le dò qui nuova visibilità riservandomi di commentarla successivamente

Caro dott. Tommasi,
sono la mamma di un giocatore professionista del tennis italiano. Per carattere non amo mettermi in mostra a causa della mia indole piuttosto riservata e mai sono entrata nelle faccende puramente professionali di mio figlio, dunque il mio nome non le dirà nulla, tuttavia penso che Lei potrà identificarmi con una delle tante madri che da lontano e silenziosamente seguono i loro figli-giocatori da casa, attaccate allo schermo del computer, spesso seguendo un tabellone live-score che singhiozza e s’inceppa facendoci sobbalzare sbuffando e maledicendo la tecnologia telematica.
La conobbi personalmente molti anni fa al Foro Italico, durante gli Internazionali di tennis, dove io ero una giovane addetta all’ufficio stampa e Lei già un affermato giornalista sportivo. La vidi persino giocare a tennis, mi sembra al circolo Parioli, e già allora, rimasi stupefatta ed ammirata dal fatto che, quello che appariva ai miei occhi un comune giocatore da circolo, potesse scrivere di tennis in modo così inflessibile. Sul Suo sito vedo scritto che invece Lei si definisce un “discreto tennista” con all’attivo quattro vittorie consecutive nel Campionato Universitario anni cinquanta.
Credo che chiunque abbia giocato a tennis, anche solo a livello di terza o seconda categoria, sia in grado di capire lo sforzo, il sacrificio, la volontà, la fatica, il lavoro, la rinuncia, la tenacia ed il sudore, che si nascondono dietro la prestazione vittoriosa o la sconfitta di un ragazzo così motivato da spendere i tre quarti della sua vita sui campi da tennis. Ma allora come è possibile, da giornalista e sportivo come è Lei, esaltarsi e magnificare solo i giocatori tra le prime cinque posizioni nel mondo e gettare il disdoro sui nostri ragazzi, spesso usando nei suoi articoli parole di derisione, e a volte un sarcasmo velenoso quanto negativo, senza contare i Suoi funebri annunci a grandi titoli su un “tennis italiano davvero ammalato”?
Lei che con il suo lavoro ha girato il mondo, certo sarà a conoscenza di come la stampa estera segua e blandisca i propri giocatori, sostenendoli e puntellandoli nei momenti di crisi e di difficoltà. A giovani giocatori che si affacciano appena nelle ultime posizioni del ranking Atp, viene offerta la possibilità di acquistare visibilità attraverso la stampa e la televisione essendo sospinti e incitati dai mezzi di comunicazione e questa attenzione mediatica naturalmente serve loro da incoraggiamento per proseguire nel difficile ed impervio sentiero della rinuncia e dell’impegno sportivo. Dileggiando i nostri giocatori italiani, perde completamente di vista il fatto che questi professionisti della racchetta sono per prima cosa degli uomini e delle donne che hanno il sacrosanto diritto al rispetto di persone che lavorano con solerzia e applicazione e che hanno bisogno di molte cose, ma certamente non sempre della sua irriverenza distruttiva.
E’ noto che le critiche quando sono costruttive aiutano nella crescita, ma non quando vogliono esclusivamente colpire: in questo caso hanno la sola finalità di avvilire e mortificare. Quando lei sentenzia che il doppio di coppa Davis Italia-Slovacchia perso dai nostri per 9-7 al quinto set contro due tennisti piazzati in classifica tra i primi 25 del mondo (da Lei definiti mediocri, ma in realtà specialisti), è stato lo spettacolo più deprimente che Lei abbia visto dai tempi di Galimberti-Navarra (guarda caso altri due italiani), Lei non solo esprime una opinione del tutto personale, avvilisce i nostri giovani giocatori e l’impegno da loro speso in campo, ma nemmeno promuove con simili giudizi la buona salute del tennis italiano, né dimostra di avere preso le dovute informazioni sulle reali capacità dei nostri avversari, nell’urgenza di screditare la formazione italiana messa in campo dal capitano Barazzutti. Lei non vede che “macerie” ovunque e sconsolato si aggira per i campi di tutti i circoli del mondo, in attesa del regalo di una gioia o di una soddisfazione che finalmente arrivi dai tennisti italiani, ma invano, e dunque, sempre più demoralizzato, scrive articoli dal sapore apocalittico e inclini allo scoramento.
Umiliante, deludente, mediocre, patetica, sconfortante, amara, sono gli epiteti che Lei ama usare in riferimento alle prestazioni dei nostri tennisti. Non viene risparmiato nessuno, e secondo la Sua opinione anche i dirigenti della Federazione dovrebbero prendere atto della realtà dei propri giocatori “anziché nasconderla dietro patetiche affermazioni di compiacimento e di ingiustificata soddisfazione”.
Quando stiamo temendo di perderLa, finalmente sembra riprendere vita nel momento in cui può liberare l’entusiasmo represso scrivendo delle imprese di giocatori al vertice della classifica, confermando la Sua propensione a stare dalla parte del più forte.
L’esperienza mi ha insegnato che gli uomini burberi, nella maggior parte dei casi, hanno un animo gentile e se si riesce a superare il distacco che frappongono tra essi stessi ed il resto del mondo, rivelano poi il lato migliore del loro carattere, niente affatto scontroso, ma anzi sensibile e garbato.
Parafrasando dunque un Suo articolo, Le confesso che nemmeno io ho più l’età per scrivere una lettera a Babbo Natale, tuttavia penso che se mi fosse concesso di esprimere un desiderio, questo sarebbe la preghiera di abbandonare il metro di valutazione da Lei adottato per considerare i nostri tennisti italiani, di strapazzarli e rimbrottarli con severità, assumendo posizioni sprezzanti ed integraliste, giudicandoli con saccenteria e la penna affilata come una lama di coltello.
Mi auguro invece che Lei voglia affiancarli, difendendoli e tifando in modo spudorato per loro, in coppa Davis come nei tornei individuali, accogliendoli e spalleggiandoli con esortazioni incoraggianti, perché il tennis italiano ha bisogno anche del Suo appoggio.
In attesa di leggerLa nuovamente sulla pagina stampata, con atteggiamento più attento e benevolo, Le invio i miei più affettuosi saluti.
Elisabetta Di Lorenzo

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94 Commenti a “Lettera aperta di mamma Cipolla
Destinatario Rino Tommasi
Polemica Commentucci-Azzolini
Precisazioni…FIT di Ubaldo”

  1. Stefano Grazia scrive:

    Ubaldo,sono io il resonsabile, lo confesso: ho letto la lttera della Signora Cipolla su Tennis Italiano e ho sollecitato l’attenzione dei Lettori di Genitori 7 Figli. Roberto e’ stato bravissimo a copiarla.Perche’ aveva attratto la mia attenzione? Be’, primo perche’ e’ la lettera di un Genitore. Secondo: mi aveva commosso. Terzo: riprendeva con toni molto piu’ toccanti e nobili argomentazioni che piu’ volte io avevo accennato quando, pur essendo di tutto anziche’ nazionalista (come Roberto puo’ sicuramente confermare) non sono mai stato capace di capire il perche’ i tifosi se la prendano coi nostri Volandri & Co colpevoli di non essere abbastanza bravi da vincere uno Slam o un Master o di entrare nei primi 10: ma loro fanno quello che possono, entrateci voi nei primi 100 e ditemi se e’ facile!
    Infine da vecchio estimatore del Magico Duo (Tommasi e Clerici) e di te, Ubaldo, non ho potuto fare a meno di notare anch’io, nei miei recenti rientri in Italia,un atteggiamento piu’ o meno inconscio da parte dei primi due che in un altro post ho definitto alla Marchese del Grillo (Noi siam noi e voi non siete un c#$$%). Rimanendo immutata la mia stima e ammirazione per lo stile giornalistico (diverso e contrapposto) dei due, non ho potuto fare a meno di notare anche che facevo sempre piu’ fatica a difenderli a prescindere. Secondo me i Due dovrebbero leggere e ascoltare un po’ di piu’ anche gli Altri, giornalisti e aficionados. E secondo me Tommasi dovrebbe rispondere alla Signora Cipolla spiegando perche’ della sua cinica e forse arrogante obiettivita’: lo facesse, secondo me ne uscirebbe forse ingigantito,sicuramente piu’ umano o semplicemente meno altezzoso.

  2. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Rispondo qui a Sanantonio che non sembrava credere al fatto che Rino (ed io) non avesse letto la lettera della mamma di Flavio Cipolla che ora, grazie a chi me l’ha segnalata e rimandata, ho messo in testa a questo post. e’ copia di quanto gli ho scritto laddove aveva postato, ma non so se la vedrebbe, visto che è passato un giorno o due.

    @sanantonio: non capisco molto il senso della tua precisazione. Certo che è stato Rino a dirmi di non averla letta, sennò come l’avrei saputo? Me l’ha detto lui stesso quando, vedendo che alcuni ci facevano riferimento nei loro post, mi ha chiesto: ma tu sai dove è uscita? E io gli ho risposto: immagino su Supertennis. L’ho buttata lì. Mi era sfuggita sul nostro stesso sito _ e me ne scuso e un pochino anche vergogno _ , ma mi devi capire: per quanto io cerchi di leggere tutto, e molto spesso cerchi di moderare più post che posso io stesso, perchè non tutti hanno la password per farlo, certe volte qualcosa mi sfugge. Magari la modera un altro e non mi accorgo: per esempio soltanto ieri ho letto tutto l’interessantissimo dibattito, oltre cinquanta interventi mi pare, ancora una volta provocato da Roberto Commentucci, sulla cultura e lo sport, dove ho letto veramente interventi di altissimo livello, nemmeno sempre facili _per la verità _ da cogliere al volo con una lettura superficiale. Se avete due minuti, meglio cinque, scorrete indietro questo blog e leggete. L’ho trovato davvero interessante. E ne sono stato più orgoglioso (anche se non c’entro niente ed è anzi tutto merito di Roberto che nuovamente ringrazio) che non della guerra Federer-Nadal,sulla quale pure mi è parso giusto intervenire anche più d’una volta sia per chiarire alcuni equivoci di fondo, sia la mia stessa posizione. Purtroppo per me e anche molti di noi amici redattori di ubitennisè una continua corsa contro il tempo. Per fare tutto non dico bene ma al meglio di come vorremmo ci vorrebbero giornate di 30 ore. Ho lasciato partire moglie e figli per il mare (a proposito mio figlio Giancarlo ha passato ieri molto bene l’esame alla Maturità e anche il test d’ammissione alla Bocconi e ne sono proprio fiero _ anche se a Milano ne perderò le tracce…a meno che mi assuma Sky ah ah ah _ così come mia figlia Ginevra è passata con quasi tutti otto in seconda liceo classico) sebbene non li abbia visti durante tutto un Wimbledon (e prima c’era stato parigi, e prima ancora Roma). Il fatto è che sono rimasto indietro in tutto ciò che è archivio e a casa ho un ammasso di carte che avrei bisogno non d uno ma di dieci archivisti per rimettere un po’ in ordine le schede cartacee (superate…lo so, dall’era del computer, ma sono della vecchia generazione) di oltre mille fra giocatori e giocatrici, e inoltre una collezione di riviste di tennis di tutto il mondo che risale agli utlimi 40 anni. Ho riportato anche ritagli di giornali da Montecarlo in poi che rimepiono due grosse valigie e non so più dove mettere le cose. Mia moglie vorrebbe bruciare tutto, io resisto…c’è mica nessuno che abita a Firenze e vuole venire a darmi una mano?Mi sa che fino a sabat prossimo non potrò fare altro (e speriamo che non venga il grande caldo)
    saluti a tutti
    ubaldo

  3. Sergio Pastena scrive:

    La lettera della mamma di Cipolla colpisce, specie perchè proviene dalla madre di uno dei giocatori che meno è colpito da giudizi duri: Flavio è probabilmente il più divertente dei tennisti italiani, ha dei limiti fisici che pesano (Rochus docet) ma sta facendo la sua onesta carriera. Però i contenuti mi lasciano perplesso: come si può definire in buona salute un tennis che non produce un top ten dai tempi di Panatta, un tennis che da anni non vede un nostro atleta vincere con buona continuità, un tennis che non ha neanche più gli acuti in Davis a lenire una situazione pessima? Francamente: se leggo questo blog e pochi altri siti di tennis è proprio perchè rifuggo dai trionfalismi ipocriti di cui sono conditi tanti giornali sportivi (Seppi vince una partita? Riscossa del tennis italiano!) ma trovo giudizi obiettivi sullo stato non buono di questo sport in Italia. Ci avviciniamo molto di più ad Australia e Svezia (nazioni disintegrate tennisticamente) con la differenza che l’ultimo nostro periodo buono è lontanissimo nel tempo. E quello che fa rabbia è che il movimento c’è: sapete che abbiamo più tennisti nel ranking noi che la Spagna? Se i nostri al massimo entrano nei 30 qualche motivo ci sarà, non si può nascondere la testa sotto la sabbia. Paghiamo ancora l’era Galgani (dieci anni dopo la sua uscita di scena) e il nostro tennis è ancora malato di provincialismo. Guardate Starace come ha giocato a Wimbledon lavorando finalmente in modo specifico. Eppure per quasi tutta la carriera ha fatto solo terra, preferendo oscuri challenger a tornei prestigiosi sul veloce e pregiudicando un possibile ranking migliore di quello che ha raggiunto. E’ un tennis provincialista, e dirlo non credo sia poco rispettoso nei confronti dei ragazzi e della loro fatica. Anzi, mi suona paradossale come critica in uno dei pochi siti che si occupa anche di challenger e futures.

  4. haiv scrive:

    è toccante questa lettera perche ci si rende conto(ma gia lo si sa,solo che spesso viene dimenticato)che si suda e si fatica anche se non sei num 10 del mondo;il tutto con meno confort,meno possibilita e meno disponibilita economiche..non sono mai stato nazionalista nel tennis(e anche per questo non ho mai criticato aspramente nessun italiano);il problema è che l’ho fatto piu per indifferenza che per non ferire(anche se ovviamente un mio post non ferirebbe nessuno perche non sono nessuno!!!)..ma d’altra parte è pur vero che,per persone piu nazionaliste di me,la delusione spesso prende il sopravvento e,magari,si critica usando aggettivi forti piu per frustazione che per ferire il tennista o i familiari..penso che questo sia il caso di Tommasi,al quale piacerebbe molto vedere un italiano fra i grandi.Quindi non penso che bisogna leggere le sue critiche come un attacco,ma proprio come una grande voglia di RICHIAMARE l’attenzione sul tennis italiano che a troppi,incluso me,non interessa molto.è peggio l’INDIFFERENZA che la critica e in italia il problema è questo spesso:c’è molta indifferenza,poca critica e pochissima critica costruttiva.quindi capisco la madre del giocatore ma capisco anche Tommasi.Fra le critiche mosse a tommasi infatti,penso che quella di non essere naziolista sia la piu stupida perche i veri colpevoli di questo tennis italiano siamo piu noi che non ne parliamo(o peggio ancora coloro che lo esaltano senza motivo)piuttosto che lui che dice le cose come stanno,ripeto per amore e non per odio,a mio parere.

  5. Masssi scrive:

    Ubaldo se aspetti che a fine mese discuto la tesi te la do io una mano!

    Avevo già letto la lettera della madre di Cipolla su Supertennis e ne avevo tratto delle riflessioni. Chiedere a un giornalista di difendere i tennisti italiani e tifare “in modo spudorato” per loro per i motivi da lei addotti equivale a chiedere a un giornalista che si occupa di politica interna di scrivere che la situazione italiana se la passa ottimamente, che tutto funziona e che la crisi non esiste così da difendere e incoraggiare chi si trova al Governo. Ma vi pare che sia questo il compito di chi scrive di tennis, di teatro, di politica o di qualsiasi altro argomento? Da appassionato di tennis se leggessi continui panegirici sui nostri tennisti da parte di un giornalista ne vedrei intaccata la professionalità e serietà: non è forse un dato di fatto che abbiamo 4 tennisti tra i primi 100, uno solo (per il rotto della cuffia) tra i primi 50 e che nessuno di essi ha mai vinto uno, un solo torneo ATP? Nessuno, e qui penso di parlare a nome di molti, vorrebbe che i vari Seppi, Bolelli, Fognini e Starace non vincessero niente, anzi: nei più importanti forum italiani di tennis, quando si discute a inizio settimana nell’apposito thread di un torneo, anche di poca importanza MA Atp, in cui partecipano tennisti italiani, si parte con toni di grande speranza, “Dai che Seppi ce la fa, dai che Bolelli ha la strada spianata fino alle semi”, per poi giungere immancabilmente al mercoledì-giovedì quando a prevalere è la delusione per l’immancabile (salvo rare eccezioni) uscita agli ottavi. Delusione che spesso si tramuta in frustrazione quando a sbloccare la casella dei tornei vinti nel sito dell’Atp sono tennisti come Montanes, Garcia Lopez o B. Becker, per carità non scarsi ma neanche inferiori (sulla carta) agli azzurri. Non sono i vari Tommasi, Scannagatta, Clerici, Scanzi o chicchessia a influenzare noi poveri decerebrati appassionati, semplicemente sono giornalisti che scrivono cose (Ubaldo mi perdoni?) piuttosto ovvie, ma non spetta a loro cambiare la realtà tennistica di cui sono cantori ma non artefici. Artefici sono i tennisti, i circoli, gli allenatori, la Federazione: non sono un esperto, ma se vedo che in Francia e Spagna sbocciano continuamente talenti evidentemente si lavora meglio di qui, così come nella stessa Gran Bretagna dove se ne coltiva uno per generazione ma magari averne da noi uno così ogni due. Non credo neanche sia questione di visibilità concessa dalle televisioni al mondo del tennis, se non ricordo male l’anno scorso il manager di Nadal si complimentò con Meloccaro durante un’intervista a Wimbledon per come in Italia venisse concesso spazio a questo sport a differenza della Spagna (!).
    Non credo assolutamente che Tommasi sia sprezzante e saccente: per esperienza personale, avendolo incontrato una volta da bambino agli Internazionali di Roma e una volta in aeroporto mentre si imbarcava per andare a Wimbledon, l’ho trovato estremamente cordiale e disponibile. Stessi aggettivi che ha usato mio padre quando mi ha descritto la chiacchierata che ha avuto con Rino allo stadio durante un Frosinone - Chievo (o Verona, non ricordo). Di Ubaldo che dire, già una volta mi sono complimentato con lui su questo blog per la disponibilità e sincero interesse dimostratomi quando l’ho incontrato a Wimbledon nel lontano 1999. Sono convinto che a un giornalista non debbano interessare le critiche che gli vengono rivolte da un parte chiamata in causa (stranamente sempre quando gli articoli non sono compiacenti, mai il contrario) quanto il dibattito che riesce a creare tra appassionati che possono avere opnioni diverse su chi sia preferibile tra Federer e Nadal ma che sono pur sempre soggettive. Quanto all’oggettivo, a meno che non si voglia nascondere la testa sotto la sabbia, la lettera della madre di Cipolla ci riguarda tutti, giornalisti e appassionati, laddove ciò che scrive Rino da tempo sono anche le critiche di tutti coloro che seguono il tennis, critiche che vorrei fossero le parti che prima ho chiamato in causa ( e solo quelle) a mutare in lodi.

  6. enos mantoani scrive:

    Gentile dottor Scanagatta,
    mi piace il tennis (e ne leggo e ci gioco seppur in modo penoso), abito a Firenze, e sono laureato in Archivistica e Scienze del Libro (ora lavoro per una casa di distribuzione di libri)…
    Se le serve l’aiuto di cui sopra, ne sarei onorato…
    Attendo eventuali sue notizie!!!

    mi spiace rispondere qui al suo appello (immagino scherzoso), ma non saprei come fare altrimenti…

    Colgo l’occasione per salutarla e ringraziarla per il suo blog, il suo sito e il suo lavoro giornalistico!

  7. marco scrive:

    a me sembra che la lettera della signora valga da sola più dei 500 commenti compresi i miei, dove l’imvito ad andare in pensione era chiaramente ironico, e rivolto più a clerici che a rino che ho amato per le telecronache della boxe più che altro, e a clerici che per tanti versi ammiro gli consiglierei di avere più rispetto per il lavoro degli altri……, solo questo, ma chiaramente clerici è libero di continuare fino a 90 anni se se la sente, ma entrambi debbono accettare le critiche,non gli è venuto in mente a Rino che se 500 persone dicono la stessa cosa forse ha sbagliato qualcosa lui?
    un saluto a rino ,gianni, e ubaldo da uno che li segue,e sono contento di sentirli ancora insieme.
    marco

  8. Giuseppe C. scrive:

    Scrivo qui non per difendere Tommasi, che non ne ha alcun bisogno, né per contraddire la signora Di Lorenzo, che dice molte cose sensate e condivisibili.

    Quelle che mi preme è chiarire la posizione di chi, come me, non è contento della situazione del tennis italiano da 30 anni a questa parte.
    Per valutare come siamo messi, chi avesse un po’ di tempo da spendere dovrebbe fare una classifica di merito dei paesi di tutto il mondo su questi parametri: vincitori, finalisti e semifinalisti di Slam, vincitori di Master Series, n. di top ten. Sia a livello maschile che femminile. Escludo le competizioni a squadre perché spesso disertate dai maggiori protagonisti (ma anche volendole aggiungere potremmo fregiarci solo della Confederation Cup di qualche anno fa).
    Negli ultimi 30 anni noi siamo a zero sotto ognuno di questi profili, non riesco nemmeno a ipotizzare il numero di paesi che ci può stare davanti in una classifica così stilata.
    E’ chiaro che si tratta di parametri di eccellenza, ma è anche vero che stiamo parlando di un arco di tempo di tre decenni. Le nazioni con cui di dovremmo confrontare hanno avuto periodi più o meno lunghi in cui si sono trovate in crisi, ma credo che nessuna sia stata nemmeno 5 anni con uno zero in ciascuna casella, altro che 30. Solo la Gran Bretagna ha avuto un lungo periodo di crisi, ma negli ultimi 10 anni ha avuto prima Henman, adesso Murray, capaci di entrare nei top ten, fare finali e semi di Slam etc.
    Noi in 30 anni nemmeno un giocatore-trice. Più o meno episodicamente, nazioni che non sono nemmeno comparabili a noi come dimensioni, hanno ottenuti questi risultati.

    Quando Tommasi critica il tennis italiano critica un movimento che non ha saputo creare nemmeno un vero campione per così tanto tempo, non certo con tanti validi e generosi professionisti italiani che svolgono con serietà e passione il loro mestiere.

    A questa totale assenza di risultati fa da contr’altare un federazione che magnifica gli splendidi risultati ottenuti dal tennis italiano e non riesco spesso davvero a capire se credano davvero a quello che dicono a cerchino di prendere in giro chi di tennis non ne mastica.

    Detto questo esistono in Italia moltissimi appassionati che seguono con passione e trepidazione i risultati dei nostri giocatori e giustamente gioiscono per i risultati ottenuti. Ed è giusto così perché sono risultati che vanno benissimo per chi li ha ottenuti, spesso arrivando al limite delle proprie possibilità.
    Non possono invece andare bene globalmente per la federazione in assenza di quelle punte di rendimento che all’estero sono la normalità e che qui sembrano delle chimere.

    Un saluto,
    Giuseppe

  9. Mauro M. scrive:

    Caro Ubaldo, innanzitutto ti faccio i miei sinceri complimenti per i successi dei tuoi figli e sono convinto che il loro babbo abbia avuto in ciò un ruolo non secondario, perché l’esempio conta infinitamente di più delle parole.
    Quanto all’appello accorato della signora Di Lorenzo, nessuno sa meglio di me, che sono un prof. di scuola superiore, quanto siano importanti, per un ragazzo, l’incoraggiamento costante e l’appoggio INCONDIZIONATO degli adulti di riferimento. Spesso sono davvero capaci di fare miracoli e a volte addirittura la differenza tra passare e bocciare.
    Venendo poi alle posizioni di Rino (e anche di Gianni), ho particolarmente apprezzato l’onestà intellettuale di Stefano Grazia quando ammette la sua crescente difficoltà nella difesa a prescindere, che a mio avviso è il vero cancro della vostra professione insieme al diritto di replica, laddove esso sia portato a livelli parossistici, come accade sempre più spesso.
    D’altro canto, è anche evidente ai miei occhi che il movente della signora Di Lorenzo è, in fondo, lo stesso di coloro che hanno scatenato l’indegna cagnara attorno all’articolo di Rino su Federer e alla sua successiva lettera di replica (appunto…) ed è riconducibile a due tratti caratteristici ben noti dello stesso Tommasi: un certo distacco nei confronti degli avvenimenti che segue, lodevole in uno statistico ma imperdonabile in un telecronista sportivo che si rispetti secondo l’italiano medio, e quell’amabile gusto del paradosso che i gentiluomini commentatori del sito hanno vissuto come una pesante provocazione.
    Poi ci sarebbe la questione del tennis in chiaro in tv, per la quale non mi date mai molta soddisfazione e solo apparentemente scollegata dal tema di questo tuo post, ma per ora mi fermo qui.

  10. ponchie scrive:

    Tommasi e Clerici che seguono il tennis da ere geologiche hanno una prospettiva storica. E sono comprensibilmente incazzati che un paese da 60 milioni di persone come l’Italia, con molti praticanti, non riesca a sfornare un congruo numero di protagonisti del tennis mondiale. Non credo difetti a RT e GC alcun rispetto per il lavoro altrui, inclusi i tanti bravi ragazzi del tennis italiano, incluso il simpatico Cipolla. Ma un giudizio impietoso sul movimento nazionale e in particolare sulla federazione italiana tennis e’ giusto darlo, in particolare in occasione dei match di Davis che rappresentano il polso del movimento. L’Italia potrebbe avere un tennis alla pari di quello spagnolo, eccezion fatta per i fenomeni. Invece ha una poco piu di una scoreggina. Grazie RT e GC e continuate a scrivere come diavolo vi pare, vivaddio siete giornalisti sportivi e non ministri della repubblica, godetevi la vostra liberta’, voi che ne avete tutto il diritto. Chi vuol fare emergere le opinioni piu’ diverse sul tennis e i suoi giocatori, incluse le loro mamme, e’ libero di farlo. Se sara’ apprezzato e interessante, i media gli daranno spazio. La lettera della mamma di Cipolla l’ho trovata carina, e’appunto una lettera di mamma. Diciamo che non le farei commentare Wimbledon pero’. RT giustamente continuera’ a scrivere quello che gli pare. A chi non piace bastera’ leggersi qualcos’altro. Io continuo a ritenere lui e GC maestri del giornalismo sportivo.
    Saluti,

    p

  11. Matteo scrive:

    Chi segue Rino Tommasi nelle sue telecronache e nei suoi articoli, nel mio caso da quasi vent’anni, sa benissimo che il suo bersaglio non sono tanto i giocatori italiani, con la maggior parte dei quali ha in realtà un ottimo rapporto anche a livello personale, ma quanto la Federazione, incapace di produrre un solo top ten negli ultimi 30 anni a differenza di quasi tutti gli altri paesi più importanti. Cosa dovrebbe fare Rino, fare finta di niente e dire che va tutto bene, che il nostro tennis è il migliore del mondo e che i nostri tennisti sono tutti fortissimi?? Personalmente trovo che le sue critiche siano sempre state puntuali, nate da un genuino dispiacere per la mancanza di competitività di un movimento che avrebbe senz’altro i mezzi per ottenere ben altri risultati. E poi va detta un’altra cosa: capisco bene lo stato d’animo della madre di Cipolla (una madre tende ovviamente sempre a difendere a spada tratta il proprio figlio), ma se Tommasi o chi per lui pensa che Cipolla (o chiunque altro) sia scarso credo sia liberissimo di pensarlo o di dirlo. E’ la stesso discorso della stucchevole polemica tra federeriani e nadaliani su chi sia il più forte di quest’epoca: se Tommasi ha qualche dubbio sul fatto che sia federer bisogna insultarlo e dirgli di andare in pensione?? Ma per favore… Il problema è che alcune persone credono che la propria opionione sia il Vangelo e non tollerano che alcune altre possano pensarla diversamente..
    In ogni caso, da parte mia voglio manifestare la mia solidarietà a Rino Tommasi, nella speranza che non vada MAI in pensione e continui a commentare il grande tennis con la competenza e la serietà che lo hanno sempre contraddistinto.
    Un’ultima cosa, che non c’entra niente con il resto del discorso. Vorrei chiedere a Ubaldo se prima o poi tornerà anche lui a fare il telecronista, magari in coppia con il mitico professor Lombardi come ai vecchi tempi! :-)

  12. Matteo Pozzi scrive:

    Una madre,è la natura ad imporlo,sfodera le unghie quando il proprio cucciolo è attaccato. Ciò è naturale. Non lo facesse non sarebbe madre.
    Detto questo,il giornalista deve essere un padre per i “propri” giocatori? li deve “affiancare,difendere tifare in maniera spudorata”? O ne deve riconoscere ed evidenziare i limiti, ammettendo le, talvolta, “umilianti, deludenti, patetiche, sconfortanti, amare sconfitte”? Limiti,beninteso, del giocatore, non certo dell’uomo, che suda, fatica, vive ogni giorno,ogni ora, ogni palla, di tennis. Lo sappiamo tutti cosa dovrebbe fare un giornalista. Ma al contempo siamo tutti un po’ madri, tutti un po’ padri. Capiamo la lettera,capiamo la madre. Ma chiediamo al giornalista, di continuare a scrivere con ferma obiettività. Sapendo che il giornalista non è un sadico, non è un saccente e nemmeno un nostalgico. Sapendo, che il giornalista,che è anche un po’ padre, a volte fatica a scrivere quelle righe.
    Ma lo fa, perché è un giornalista, non un padre.

  13. Gianluca scrive:

    Io da appassionato di tennis dico che a volte le cronache di Rino e Gianni e i successivi articoli sui giornali sono così, come dire… poco piacevoli. Più che altro per una questione di puro coinvolgimento a questo sport che con gli anni è immancabilmente sceso (lo riconoscono anche loro) e che hanno reso i due rigidi nelle vedute, addirittura acidi se non proprio cattivelli quando al centro delle loro attenzioni c’è un italiano. Quasi, si faceva notare più sopra, senza rispetto.

    Scendendo in campo con gli atleti e mettendosi nei loro panni, a un Cipolla qualsiasi fà differenza, moralmente parlando, sapere che a) è un giocatore “leggero” e che per questo ha già dato quasi tutto e non avrà mai futuro nel tennis che conta, oppure b) sapere che nonostante i limiti lo si stima per quanto è riuscito a fare e che se altri ben più modesti giocatori sono arrivati tra i primi 40 anche lui può ambire a salire almeno fin lì? Fà diferenza sì, direi. Chi ha fatto sport lo sà bene. Chi ha mai sentito parlare di “coaching” anche.

    La verità è che nello sport tutto è possibile, nel tennis - dove gran parte dello sforzo lo fà il cervello- ancor di più e a volte uno stimolo a fare bene o a superarsi arriva anche e sopratutto grazie al sostegno affettuoso o amichevole di chi ti è vicino o magari anche dagli addetti ai lavori.

    Secondo me Rino, e anche Gianni, dovrebbero cercare di essere come dire, meno rigidi ma più partecipativi e umanamente aperti ad apprezzare gli sforzi di chi si affaccia ad un certo livello tennis. Gli atleti in generale andrebbero sempre stimolati a fare di più, a non abbattersi se vedono che non riescono, a continuare a crederci, a superare i propri limiti, ad allenarsi di più di prima, a scendere in campo sicuri del loro valore. Certo questo è il mestiere del coach però anche l’ambiente è importante. Non tutti sono capaci di scendere in guerra, c’è chi si esalta in tempi di pace.

    Personalmente sono vicino alla madre di Flavio perchè dev’essere abbastanza stressante …ma al grande Rino dico che non credo gli serva la pensione ma magari qualche volta solo un pò di sana volontà nel rivedere le proprie posizioni.

  14. anto scrive:

    Certo che la Mamma di Flavio Cipolla ha mille ragioni per essere inkazzata…..intanto Flavio da lunedì dovrebbe essere best ranking alla posizione 101——

  15. Ubaldo Scanagatta scrive:

    @mauro: sul tennis in chiaro (e non solo) domani leggerai un art. di riccardo Bisti che …più per il resto, è destinato a suscitare scalpore
    per il resto grazie a tutti (ho cercato di rintracciare via mail chi si è dichiarato disposto a darmi una mano, spero che il loro indirizzo fosse corretto…altrimenti che mi scrivano di nuovo a ubaldoscanagatta@yahoo.it con i numeri di teleofno e li richiamo
    ubaldo

  16. Ubaldo Scanagatta scrive:

    difatti scrivendo a enos mantoani la mail torna indietro. Che sia Mantovani è probabile. E Enos è Eros? boh

  17. enzo cherici scrive:

    Premessa: adoro Flavio Cipolla. Lo apprezzo moltissimo per la sua professionalità e mi diverte moltissimo vederlo giocare. Quel suo competere con armi quasi impari - lui con quel fisico così minuto per il tennis muscolare odierno - con i bombardieri presenti sul circuito, mi esalta ogni volta che ho la possibilità di vederlo all’opera.
    Questo per chiarire subito che non ho alcun pregiudizio verso Cipolla, come non ne ho verso gli altri tennisti italiani. E sono anche d’accordo con Stefano Grazia quando giustamente dice “loro fanno quello che possono”. Tutto giusto.
    Detto questo, proviamo ora a metterci dalla parte del giornalista. Ma non del “giornalista” come siamo abituati ahimè ad intenderlo qui in Italia, al servizio dell’uno o dell’altro partito, dell’una o dell’altra causa. Del giornalista inteso nel senso più nobile del termine: ossi, del cronista indipendente, che riporta i fatti così come li vede e come li interpreta.
    Anche qui, ci tengo a dire che questa non vuole essere una difesa a spada tratta di Rino Tommasi. Primo, lui non ne ha certo bisogno. Secondo, più volte sono stato in disaccordo con Rino, non da ultimo in occasione della polemica scatenata dal suo ultimo pezzo su Federer.
    Ma nel caso specifico, proprio non riesco a capire di cosa lo si accusi. La signora Cipolla dice testualmente: “Quando lei sentenzia che il doppio di coppa Davis Italia-Slovacchia perso dai nostri per 9-7 al quinto set contro due tennisti piazzati in classifica tra i primi 25 del mondo…è stato lo spettacolo più deprimente che Lei abbia visto dai tempi di Galimberti-Navarra (guarda caso altri due italiani), Lei non solo esprime una opinione del tutto personale, avvilisce i nostri giovani giocatori e l’impegno da loro speso in campo, ma nemmeno promuove con simili giudizi la buona salute del tennis italiano”.
    M’ha colpito molto il passaggio in cui la signora dice “non solo Lei esprime una opinione del tutto personale”. E allora? Dove sarebbe lo scandalo? Un giornalista non può esprimere un’opinione personale? Da quando?
    Ma ancora più sorprendente è l’affermazione seguente: “avvilisce i nostri giovani giocatori e…nemmeno promuove con simili giudizi la buona salute del tennis italiano”. È compito di un giornalista promuovere la buona salute del tennis italiano? Compito del giornalista è riportare i fatti.
    Ed i fatti, ahinoi, sono tragicamente noti. Inutile stare a ripetere per l’ennesima volta l’incredibile serie di record negativi collezionati dal nostro tennis. Vorrei ricordarne soltanto uno. Recentemente ho fatto una piccola ricerca per un pezzo da me scritto sulla storia dei tennisti italiani a Wimbledon. In 122 edizioni del torneo maschile, si sono alternati vincitori provenienti da ben 13 paesi: USA, Regno Unito, Australia, Svezia, Svizzera, Germania, Francia, Spagna, Croazia, Olanda, Cecoslovacchia, Nuova Zelanda e Perù. Oltre a questi 13 paesi, altri 5 sono riusciti ad portare un loro rappresentante almeno in finale: Argentina, Sud Africa, Romania, URSS e Danimarca. Insomma, fra vincitori e finalisti abbiamo la bellezza di ben 18 paesi giunti all’ultimo atto del torneo maschile. Dell’Italia neanche l’ombra. Qualche exploit qua e là, ma niente di veramente esorbitante. Soltanto alcune buone prestazioni – spesso finite male – ma risultati veri, davvero pochini. Qualcosina di più abbiamo ottenuto a Parigi, per poi sparire di nuovo allo US Open e in Australia. Questi sono i fatti. E questo deve raccontare un giornalista degno di queto nome. Il resto - la promozione, l’avvilimento, il morale basso, ecc. - non è di sua competenza. Concludo facendo notare che, ad esempio, Tommasi parla sempre piuttosto bene delle nostre ragazze. Non sono italiane anche loro? Solo che da quel versante qualche risultato si vede. Sia intermine di classifica, che in termine di risultati nei signoli tornei. Ci fosse un’anti-italianismo preconcetto ciò non avverrebbe.
    In Oriente si dice: «Se qualcuno vi indica la luna, guardate la luna e non il dito puntato a indicarla». Parole sante. Adattissime al nostro caso.

  18. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Enzo ha citato vincitori e finalisti di Wimbledon. E semifinalisti? Uno. Nicola Pietrangeli, 1960. Credo che se si va a vedere quanti altri Paesi hanno avuto più di un semifinalista…ne troviamo a bizzeffe. Chi ha voglia di fare questa ricerchina a beneficio di tutti?

  19. Mauro M. scrive:

    I commenti dei due Matteo mi danno il destro per fare una precisazione a cui tengo molto in merito alle critiche anche molto aspre all’indirizzo di un certo giocatore, ma anche di una qualunque altra persona.
    Una cosa è SCRIVERE certe cose su un quotidiano, ben altra cosa è DIRE le stesse cose in telecronaca, perché la voce, anche grazie al tono che si usa, crea un contatto più diretto e dà un effetto più immediato.
    Con il mio mestiere di prof. ho capito che quando ti rivolgi a un pubblico, piccolo o grande che sia, quando ciò che dici viene ascoltato e passato al setaccio in tempo reale e può avere un’influenza anche profonda in chi ti ascolta, non sei MAI del tutto libero di dire fino in fondo ciò che pensi e soprattutto NEL MODO in cui lo pensi.
    Io quando ritengo di dover criticare un mio alunno, naturalmente lo faccio, ma uso sempre parole e toni tali da non abbatterlo, perché i giovani sono congegni molto più delicati di quanto si pensi.

  20. marco scrive:

    c’è un lato ubaldo che a molti sfugge, il federer di turno ce l’ha solo la svizzera, io la spagna non la considero un paese simile al nostro senza controlli antidoping seri, mi sembra strano che abbia non so quanti giocatori nei primi 100, se vai a vedere le statistiche il regno unito quant’è che aspetta un giocatore vero? e murray è scozzese, mo pure la coazia c’è superiore come strutture?
    io seguo il tennis da tantissimi anni ma non lo pratico,seriamente ubaldo quali pensi siano i nostri problemi? le strutture? gli allenamenti?
    non credi che molto dipenda dal caso?
    certo convengo che sono anni che non abbiamo un buon tennista, ma quali sono i motivi?
    grazie.

  21. Prinz scrive:

    Le affermazioni della signora sono più che condivisibili, ma Tommasi ha ragione: è ora che il movimento italiano si dia una svegliata.
    Da quando Adriano vinse il mitico RG 1976 sono passati 33 anni di tennis. I seguenti paesi anno avuto almeno un vincitore di Slam in questo periodo (parlando solo di uomini):
    Svezia, USA, Germania, Australia, Olanda, Croazia, Svizzera, Spagna, Argentina, Cecoslovacchia (anche Rep. Ceca), Russia, Sudafrica, Serbia, Francia, Ecuador, Austria, Brasile. In tutto sono 17.
    Se aggiungiamo anche i finalisti dobbiamo includere anche:
    Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Cile, Cipro, Paraguay, Ucraina. Altri 6 paesi, in tutto complessivamente (tra vincitori e finalisti) 23 paesi, e alcuni veramente ridicoli rispetto alla tradizione tennistica che c’è in Italia.
    Se guardiamo anche le donne dobbiamo includere anche Belgio e Romania. In tutto 25 paesi, tra uomini e donne, migliori di noi, almeno negli slam.
    Ora, considerato che, a detta di tutti gli esperti nonché del modestissimo parere di un incompetente come il sottoscritto, ai nostri giocatori manca tutto fuorché le doti tecniche, inorridisco nel sentire che Ecuador, Austria, Brasile abbiano vinto slams (e prodotto numeri uno come Muster e Kuerten) e che Belgio e Svizzera abbiano sfornato due dei migliori giocatori di sempre (Henin e Federer) e noi ci siamo fermati a Panatta-Barazzutti-Bertolucci-Zugarelli e al magico 1976. Di quanti dei nostri abbiamo detto “gran talento”, “ha grandi potenzialità”, “se matura è da top 10″ e siamo purtroppo sempre stati smentiti dal (in questo caso) maledetto rettangolo rosso, verde o blu? Quante volte guardo Fognini e mi verrebbe voglia di prenderlo a schiaffi per quegli atteggiamenti che ha, quando invece se sta concentrato riesce addirittura a rifilare 5 games di fila a Murray (e non sono in molti quelli che ce la fanno)? Perché gente come Del Potro è lì con i primi e quel disgraziato di Bolelli non è più forte di lui, considerato il doppio del talento che ha? Tommasi non può dire “che bello, quanto siamo forti, che gran movimento tennistico che abbiamo!”. La situazione è questa, mentre noi stiamo ancora aspettando il campione (sempre se ci sarà) altri paesi nei quali ci saranno forse neanche la decima parte dei circoli in Italia ci stanno (e qui uso un’espressione poco elegante) letteralmente passando le mele e ridendo in faccia. Sveglia FIT! Non pretendiamo mica un Federer ma almeno un Verdasco, uno Tsonga, uno da top 10 che possa CON CONTINUITA’ fare dei grandi risultati. Saluti e complimenti al grande Ubaldo per il sito.
    P.S. Nel 2005 giocammo in Davis in casa contro la Spagna di un certo Nadal e scegliemmo la TERRA BATTUTA (!!!!!). Anche da questi piccoli (??) dettagli si riconosce la consistenza di un movimento tennistico. Saluti di nuovo

  22. Diego scrive:

    Cara Signora,
    i suoi toni pacati sono ammirevoli ma secondo me lei si sbaglia in toto per i seguenti motivi:
    1) un giornalista non deve tifare, promuovere o aiutare bensì riportare: Tommasi riporta con una lucidità e una chiarezza ammirevoli lo stato pietoso, perchè tale è, del tennis italiano.
    2) in Rino non ho mai letto toni canzonatori o privi di rispetto verso i vari giocatori, men che mai di suo figlio, ammirato da tutti gli addetti ai lavori per un tennis sopraffino, ma critiche doverosissime verso una federazione risibile, che afferma che siamo in un ottimo momento quando è 10 anni che non riusciamo a piazzare un giocatore nei quarti di uno slam.
    Il peggior malato è quello che non si rende conto di esserlo, se lo ricordi.

  23. Cesare scrive:

    In merito alla lettera della sig.ra Elisabetta Di Lorenzo condivido, anzi, riesco a comprendere solo il lato umano delle sue parole ossia la necessità che gli appassionati si rendano conto di quanto sia faticoso, per un giovane italiano, intraprendere e proseguire una carriera tennistica. Per il resto mi spiace doverla smentire in toto. Innanzitutto, avendo giocato a livello agonistico fino a circa 18 anni (1995 circa), ritengo che il tennis italiano sia davvero disastroso per una serie di ragioni: per i metodi di allenamento antiquati, per la scarsa programmazione tecnica a livello nazionale (per intenderci…vorrei capire quando si comincerà ad allenare sistematicamente i nostri ragazzi sui campi veloci oltre che sui vetusti campi in terra rossa, basti pensare ai recenti progressi degli spagnoli), per le scelte non precisamente tecniche che talvolta vengono adottate nei circoli (se sei figlio di avv, dott…ecc, hai una marcia in più), per la pessima cura dell’aspetto atletico negli allenamenti (si osservino i nostri giocatori professionisti…spesso giocano bene un set e poi evaporano..) ed infine per la ignobile trascuratezza dell’aspetto psicologico della competizione (Wawrinka, Monfils, Simon, non sono mica dei fenomeni ma buoni giocatori con la mentalità vincente; ebbene perchè Seppi, Bolelli ed altri non riescono neanche lontanamente a raggiungere gli stessi risultati?). Ecco, di fronte a questa situazione, mi chiedo cosa dovrebbe scrivere il dott. Tommasi. Dovrebbe esaltare il tennis italiano in Coppa Davis? Non vedo come sia poissibile visti i risultati degli ultimi 10 anni e considerate le scelte suicide della federazione come nell’incontro di spareggio Italia-Spagna 2005 quando si decise di giocare sulla terra rossa contro Nadal! Ricordo ancora le ragioni della scelta del Capitano Barazzutti “giochiamo sulla terra battuta perchè sul veloce gli spagnoli hanno Lopez e Verdasco”(!?!?!?!) i quali, per chi conosce il tennis, all’epoca erano solo dei discreti giocatori e nulla più. Vede Signora, io non credo che il sig. Tommasi avesse intenzione di criticare suo figlio in occasione del doppio di Coppa Davis, bensì di osservare come un paese che vanta un numero molto elevato di tesserati non riesca a presentare un doppio decente (non è certo colpa di Flavio Cipolla ma solo di chi non riesce a “produrre” tennisti specialisti del doppio non dico al livello di Adriano Panatta ma neanche di Diego Nargiso). Del resto ricordo bene che anche il mitico Nicola Pietrangeli, che di certo è da sempre vicino alla federazione, affermò simpaticamente che la coppia Starace-Cipolla era un doppio da “Coppa Croce”. In definitiva, esprimo la mia più totale solidarietà a Rino Tommasi il cui lavoro dovrebbe essere preso ad esempio.

  24. Ricky scrive:

    Tommasi mi pare non abbia mancato di rispetto proprio a nessuno, tantomeno a Cipolla. Se la Sig.ra Cipolla pensa che suo figlio sia stato oggetto di scherno o irriverenza da parte di qualche giornalista che consigli al suo figliolo di cambiare mestiere per farne un’altro meno soggetto all’altrui critica. Gli sportivi, lo sappiamo bene, per il mestiere che fanno sono soggetti a molta attenzione da parte di appassionati e media e conseguentemente a critiche e lodi eccessive, ma questo fa parte del gioco. Resta il fatto che in Italia il movimento tennis, fa per così dire, pena in quanto a risultati ed è normale che giornalisti con ampia memoria storica non si spellino le mani nel vedere le prestazioni di atleti come Cipolla. I sacrifici poi lasciamoli perdere, che sono un argomento che fa rabbrividire al solo pensiero di cosa c’è nel mondo intorno a noi e cerchiamo di essere tutti meno suscettibili alle critiche, perchè molte volte giuste e condivisibili. Con questo non penso che si debbano irridire i nostri giocatori, ma non ritengo nemmeno che Tommasi abbia avuto questo atteggiamento verso nessuno dei nostri e fino a quando non si lede la sfera personale, come troppe volte ho letto nei confronti di atleti molto più quotati nei commenti di molti utenti, a me va bene tutto. In sostanza per concludere il mio punto di vista, se Tommasi dicesse che Cipolla, è un ragazzo scorretto, falso o altre cose di questo tenore non lo accetterei, proprio perchè personali, ma fino a quando scrive commenti tecnici, allorchè poco lusinghieri sui tennisti italiani, ha tutto il diritto di farlo e fino a prova contraria mi pare a giusta ragione dopo 30 anni di digiuno. Poi è normale che a mamma e papà non piaccia leggere che Tommasi ritiene il loro figliolo scarso, ma questo è del tutto normale.

  25. Roberto Commentucci scrive:

    Cerco di dire la mia nel dibattito che si è aperto sul ruolo della stampa specializzata nel tennis italiano.
    Io penso che la stampa tennistica specializzata debba svolgere almeno 3 funzioni:

    1. una funzione di cronaca fedele degli eventi, informando gli appassionati, nel modo più fedele e completo possibile, su quanto succede;

    2. una funzione di analisi e di critica costruttiva nei confronti di coloro che prendono le decisioni (dirigenti federali, CONI, Board dell’Atp e della Wta), mettendo in luce le tendenze di lungo periodo e i pro e i contro delle scelte di governo del tennis, nazionale e internazionale, che vengono via via fatte;

    3. una funzione di divulgazione/formazione, trasmettendo agli appassionati strumenti di analisi, concetti tecnici, modi per vedere, capire e anche giocare meglio il nostro sport.

    Questo, nel mondo ideale. In concreto, nel nostro paese facciamo i conti con una serie di anomalie e di problemi che rendono, in concreto, molto difficile lo svolgimento di queste 3 funzioni.

    La prima anomalia è data dalla scarsa indipendenza di alcuni organi specializzati: da un lato, esiste una informazione ufficiale della Federazione che tende a propagandare una visione eccessivamente ottimistica della realtà italiana e che resta molto prevenuta nei confronti delle critiche; dall’altro lato, alcuni media fanno capo ad avversari “politici” degli attuali vertici federali, ed è difficile aspettarsi da loro critiche obiettive ed equilibrate. Ne consegue uno scarso interesse per approfondimenti ed analisi serene ed approfondite dei problemi strutturali del nostro tennis, e si persegue un giornalismo fatto di sterili polemiche, denunce strumentali, punture di spillo.

    La seconda anomalia è costituita dall’eccessiva personalizzazione delle dispute. L’ambiente del giornalismo specializzato è piccolo, alquanto autoreferenziale. In questo clima, le discussioni e i dibattiti finiscono per basarsi più su ruggini secolari che sull’effettivo andamento dei fatti.

    La terza anomalia è purtroppo di natura sistemica, ed è costituita dalla scarsa cultura sportiva del nostro paese, terribilmente calciocentrico, nel quale gli sport minori faticano tremendamente a trovare spazio (se ne è discusso qui di recente in un altro articolo). Ciò porta i giornalisti ad avere poche possibilità per svolgere analisi e reportages davvero approfonditi, di natura tecnica o strutturale, poiché le ferree leggi dell’audience finiscono per imporre articoli magari di gossip, o polemiche pretestuose, o scandaletti di bassa lega. Il tutto, nella perenne lotta con i loro editori per avere 3 o 4 righe di spazio in più. Anche sul web, le cose non è che vadano molto meglio.
    In questo modo, la stampa specializzata rischia di abdicare alla seconda e alla terza funzione sopra descritte (analisi critica costruttiva e divulgazione/formazione). Ci si concentra solo sui fatti, interpretandoli secondo criteri di sensazionalismo immediato, in modo da ottenere più spazio possibile.

    Il risultato è che si arriva alla nostra attuale situazione: una situazione in cui l’atavica mancanza di competitività nel nostro tennis porta a volte a critiche spietate a giocatori e coach che spesso non altro altre colpe se non quelle di avere dei limiti. In altre parole, a mio avviso i tennisti non vanno incitati aprioristicamente (come maternamente vorrebbe la signora Di Lorenzo): essi vanno però criticati solo quando fanno scelte sbagliate (come ad esempio Volandri e Starace, che per anni hanno seguito una programmazione poco coraggiosa) mentre non ha senso criticarli perché perdono. Mica lo fanno apposta.

    Le critiche, piuttosto, vanno rivolte alle cause profonde, di natura strutturale, che portano il nostro paese a non produrre tennisti migliori quelli che abbiamo.
    Ma questo, come abbiamo visto, per la nostra stampa specializzata è molto più complicato, per i motivi sopra esposti. Per quanto riguarda nello specifico Rino Tommasi, credo che dopo tanti anni passati a criticare le scelte, spesso miopi, delle varie gestioni federali, sia ormai piuttosto sfiduciato sulla possibilità di cambiare le cose, e non abbia più molta voglia di svolgere analisi e dare suggerimenti. Viste l’età e il curriculum, ne ha pieno diritto.

  26. SpiritInTheNight scrive:

    Beh signori, tutto il rispetto naturalmente per dei professionisti che si impegnano e ce la mettono tutta pur non avendo la possibilità di essere dei veri campioni. Nello specifico, il povero Flavio Cipolla fa anche abbastanza rispetto ai suoi (purtroppo molto limitati) mezzi fisici. Riconosco anche che alle volte Tommasi possa essere un po’… Irriverente.

    Però il problema è: dobbiamo continuare con questo vittimismo per cui tutto è difficilissimo e dobbiamo accontentarci di avere dei giocatori nei primi 100? Quando quasi tutti i paesi sviluppati riescono, nell’arco di un 10-15 anni, ad esprimere un Top 20? Lasciamo perdere la Spagna, per carità, ma la Francia a parità di popolazione con l’Italia (60 milioni di persone ca.) ha Tsonga, Simon, Gasquet (se c’è ancora), più un diffuso parterre di buoni giocatori (Mathieu, Benneteau, Chardy) che comunque in media sono superiori ai nostri. La Svezia ha 7 milioni di abitanti e ha portato un giocatore in finale al Roland Garros. La Germania pur essendo in un momento di “crisi nera” ha Kohlschreiber e Haas che comunque giocano meglio dei nostri. E si potrebbe continuare con la Repubblica Ceca, il Belgio, ecc. (la Svizzera non la considero perchè ha vinto la lotteria!)

    Ora, com’è che l’Italia, che ha 60 milioni di abitanti e un movimento tennistico di base più o meno sviluppato non riesce a produrre uno, e dico un solo giocatore da primi 20? Il problema, ripeto, non è tanto Flavio Cipolla, che secondo me fa quasi il massimo date le premesse. Il problema sono i vari Bolelli, Seppi, in passato Volandri, che avendo delle qualità tecniche buttano via le partite facendo delle scenate isteriche nel momento decisivo.

  27. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Forse non avrà colto propriamente nel segno scrivendo della rivalità Nadal-Federer, ma non sottovalutiamo troppo Rino Tommasi. Purtroppo sul tennis italiano ha (quasi, mettiamo un quasi, va’) sempre ragione.
    E non credo neanche che sia contento di aver ragione.
    Su Cipolla ricordo in più di una telecronaca varie attestazioni di stima da parte di Tommasi.
    Non saprei che altro dire…se una partita a un giornalista appare brutta, che lo scriva pure (anzi, lo DEVE scrivere). O no?

  28. Riccardo scrive:

    Rino Tommasi si permette di criticare un certo Roger Federer….e volete che non critichi i tennisti italiani??? Poveri illusi!

  29. Ricky scrive:

    @Commentucci

    Purtroppo la sua analisi zoppica per un semplice motivo: tutti gli sport italiani subisono gli effetti del “calciocentrismo”, ma solo il tennis non riesce mai a trovare un periodo di luce, il che giustifica il massacro mediatico di Tommasi, il quale forse dimostra di volere più bene al tennis italiano di coloro che cercano di guardare il bicchiere mezzo pieno, anche se questi è mezzo pieno di vino al metanolo. Quando una cosa non funziona per infinito tempo è meglio tornare all’anno zero e cominciare tutto dall’inizio. Tommasi è uno che gira il mondo da 50 anni e forse ne avrà le scatole piene di vedere che ogni nazione, anche quelle che non stanno sulla carta geografica, hanno prima o poi un motivo per alzare la testa, ma l’Italia mai, e questo forse inizia un pò a scoraggiore. Ancora peggio è guardare cosa c’è dietro questa debole generazione di giocatori ed accorgersi che non c’è prospettiva di cambiamento per molti anni a venire. Il Nadal o il Federer non lo vediamo tra le giovani e giovanissime leve, ma nemmeno il Robredo o il Wawrinka. Mamma Cipolla ha fatto un discorso da madre e per questo la capisco ma lei Sig. Commentucci con il suo ottimismo ad oltranza proprio non la capisco. Probabilmente, lei, Tommasi e noi tutti vogliamo la stessa cosa, solo che Tommasi (e anche io) pensa che si debba resettare tutto perchè il sistema è inefficace alla fonte mentre lei ritiene si possa costruire su queste basi. Punti di vista difficilmente conciliabili. Resta solo il fatto che dopo un periodo di 30 anni si può oggettivamente dire che Tommasi ha ragione perchè il sistema Fit non ha prodotto proprio nulla, e non mi si citi la Fed Cup per piacere. Saluti

  30. Godzilla scrive:

    Et voilà, ariecchece con il vecchio Godzilla, che vi scrive per dirvi come, da fuori, tutto questo intervenire sui temi tennistici e giornalistici, appaia complessivamente poco rispettoso dei ruoli. Lo so… Più di altri il mestiere del giornalista si presta ai commenti di persone esterne al mestiere, che si concentrano però sul modo di essere giornalista, su che cosa scrivere e come scriverlo, cioè toccano la vera essenza del mestiere stesso. Non so se uno di voi faccia l’elettricista. Ma sarebbe come se, qualcuno, mentre voi operate intorno alla presa, vi stia dietro le spalle a dirvi… guardi, quel filo va lì e non là, attento, quella giuntura si fa così e non cosà, quel filo rosso non deve tirarlo e maltrattarlo, con filo nero invece può fare tutto ciò che le pare. Insomma, nel massimo rispetto della democrazia (cosa che dalle nostre parti è ormai un articolo in saldo), niente vieta di non leggere gli articoli di Tommasi e magari spiegare dal vostro punto di vista il perché della scelta, mi sembra invece che si tenda più spesso a intervenire per dire come dovrebbe essere un articolo di Tommasi, e che cosa dovrebbe dire il Tommasi su un aspetto o un altro del tennis. Se a ognuno restituiamo il proprio ruolo, credo sia possibile convenire almeno su una banalità: lasciamo che la mamma del Cipolla faccia il suo mestiere di mamma del Cipolla, ma per carità di dio, non pretendiamo mai, per nessun motivo al mondo, che un giornalista non faccia il giornalista come meglio ritiene di farlo, solo perché c’è una mamma che si offende. Tutt’al più, diamo in cuor nostro ragione alla mamma ed evitiamo di leggere quel giornalista che non ci piace. Ma non pretendiamo che quello agisca o scriva come noi pensiamo che sia opportuno agire o scrivere.
    Infine… due giorni fa, non di più, leggevo un vecchissimo numero di MatchBall del 1978. Un breve articolo relativo a un torneo. Diceva più o meno… Basta , è una vergogna, Panatta deve fare i conti con se stesso, con la sua professionalità, non può continuare a fallire così miseramente, e altre cose, non proprio lusinghiere. Il torneo era quello di Bruxelles e Panatta aveva perso in semifinale.
    Mi è venuto da pensare che il giornalismo del tennis sia davvero molto cambiato, da quei giorni a quelli di oggi. Forse non ve ne siete accorti, ma oggi è molto… molto più morbido con i tennisti. E forse anche con le loro mamme.

  31. daniele azzolini scrive:

    Non intervengo mai sul vostro blog. Lo leggo però sempre, e lo trovo interessante. Ne traggo spunti, e ne parlo spesso con Ubaldo, con il quale, fra l’altro, ho da poco sviluppato un accordo di reciproco scambio, che in breve assumerà forma grafica definitiva, ma che di fatto è già in divenire con l’ampia partecipazione alle pagine di Matchpoint dei giovani (e per me bravissimi) colleghi che Ubi stesso ha scelto per il suo sito.
    Intervengo questa volta in merito allo scritto di Commentucci, su questa stessa pagina del blog, che ho trovato fuori luogo e offensivo. E spiego il perché.
    Nel panorama italiano dei magazine esistono solo due riviste che affrontino esplicitamente l’edicola, noi e il Tennis Italiano. Quest’ultima ha pubblicità di provenienza federale (vedi pagine di promozione di Supertennis e dei Centri Estivi Federali), noi no. Si riferisce a loro, Commentucci, quando parla di “scarsa indipendenza di alcuni organi specializzati”? Personalmente non credo. Però sarei curioso di capire, da Commentucci, che cos’è per lui l’indipendenza. Noi riceviamo soldi solo dai nostri inserzionisti per la pubblicità che inseriamo nel magazine, che viene solo da aziende interessate al tennis come mercato: siamo per questo scarsamente indipendenti, o magari lo siamo più di altri?
    Poco oltre, sempre Commentucci, scrive: dall’altro lato, alcuni media fanno capo ad avversari “politici” degli attuali vertici federali, ed è difficile aspettarsi da loro critiche obiettive ed equilibrate. Ne consegue uno scarso interesse per approfondimenti e analisi serene e approfondite dei problemi strutturali del nostro tennis, e si persegue un giornalismo fatto di sterili polemiche, denunce strumentali, punture di spillo.
    Quali sono questi media, visto che sarebbe sciocco tirare in ballo i quotidiani con le loro scarse cronache tennistiche? Sempre noi, è la risposta. Matchpoint o Il Tennis Italiano. Ma abbiamo visto che il Tennis Italiano può vantare (se a loro va di vantarlo) un buon rapporto con la federazione. Dunque, “alcuni media”, siamo solo noi di Matchpoint, una rivista sulla quale - guarda un po’ - scrivono tutti coloro che contribuiscono al sito di Ubaldo. Tutti, meno Commentucci. Il quale però, ci viene a dire che è difficile aspettarsi da Matchpoint delle critiche obiettive ed equilibrate. Che dire? Su Matchpoint scrive tutta la stampa italiana che frequenta il Grande Slam. Evidentemente Commentucci ritiene che le uniche critiche equilibrate sia lui a farle. Infatti, lui non critica. Lui partecipa come giornalista ai dibattiti della federal-tv. E questa, ovviamente, è indipendenza.
    E poi… un giornalismo fatto di sterili polemiche… Quali? … di denunce strumentali… Quali? Matchpoint è stato dalla parte di Tronchetti Provera durante le elezioni federali di un secolo fa. Poi ha cessato di occuparsi delle polemiche con la federazione, e ha cresciuto liberamente le sue idee sul tennis. Che, certo, è vero, sono assai poco federali. Noi, a esempio, sosteniamo che delle federazioni il tennis ne ha sempre meno bisogno, che ovunque il tennis nasce sempre più al di fuori di esse, che servono investimenti importanti da privati su strutture di primo piano. E’ la nostra idea. Ed è un’idea indipendente persino da quello che, di certo, Commentucci considera il nostro “capo politico avversario degli attuali vertici federali”. Che poi si chiama Adriano Panatta. Lui, il Panatta, su questo punto è totalmente in disaccordo con me, che sono il direttore e l’editore della rivista. Così come spesso è in disaccordo con alcuni punti di vista di Tommasi, Scanagatta, Semeraro, Martucci, Bertolucci e via enumerando. Eppure nessuno ha mai ricevuto una censura da noi. E ci mancherebbe altro… Ma forse, questa per Commentucci, non è indipendenza.

  32. PIPPO scrive:

    Vorrei dire due cose
    1) Rino Tommasi conosce il tennis mondiale come pochi, anzi come nessun altro.Questo non vuol dire che non possa errare e quindi essere criticabile….le più moderne teorie della filosofia della Scienza insegnano che una teoria è molto più vicino al vero quanto più è criticabile.
    DUNQUE PIU’ SI E’ CRITICATI…..MEGLIO E’
    2) RINO TOMMASI ,secondo me, non deve farsi includere nelle cose di CLERICI, che saprà anche scrivere in corretto italiano, ma è stravagante ed anche ,spessissimo , inopportuno:due esempi…l’anno scorso se la prese con una ragazzina che aveva avuto una opportunità dagli organizzatori di Wibledone di giocare con sua maesta Vinus……gli vomitò addosso di tutto….anche che fosse grassa e….rossa di capelli;quest’anno ha detto a Schiavone che lui non è un giornalista….suvvia se lui sta in una veste di giornalista…..sarà forse uno scrittore, ma sta facendo il mestiere di gionalista….altrimenti quello di giornalaio,,,,viva internet

  33. Cosimo scrive:

    Io penso che la situazione oggettivamente disastrosa del tennis italiano sia in larga parte imputabile a due fattori: Primo, il tennis è a tutti gli effetti uno sport d’élite. Giocare a tennis è carissimo. Ci sono pochissime strutture pubbliche - nella mia città c’erano 10 anni fa 4 campi, poi ridotti a due, adesso zero, in una città di 60000 abitanti! Se entri in un circolo da non socio ti guardano come se fossi un rappresentante di mentine, e l’età media sui campi dei circoli è molto alta. Contare il numero di praticanti è fuorviante, perché se a tennis ci gioca mio padre non serve a niente per le sorti dell’Italia tennistica. Secondo, il tennis è uno degli sport meno mediatizzati. Tanti anni fa si guardava Wimbledon in TV (ok, col commento dis Bisteccone, ma almeno…), poi si scendeva a palleggiare contro il muro sognando McEnroe. O si improvvisava un nastro tra due pali sognando una sfida con Lendl. Oggi Federer vince il 15o slam e la notizia non esiste su nessun telegiornale, neanche alla domenica sportiva dove trovano piu’ utile parlare della campagna acquisti del chievoverona! Se i bambini non vengono minimamente invogliati a conoscere e praticare uno sport - vuoi perché mancano le strutture o perché lo si ignora - come creare la massa critica di praticanti per poi magari veder nascere il campione? Le probabilità si riducono di gran lunga. Non mi esprimo sulla qualità degli allenatori, non voglio credere che siano meglio o peggio di quelli francesi o spagnoli. Il fatto di fondo è che il tennis deve essere uno sport popolare affinché nascano i buoni giocatori (da top 30, almeno) con una certa continuità e affinche almeno uno ogni tanto diventi un campione (da top 5).

  34. Fabio scrive:

    @Godzilla
    Forse perchè Panatta aveva perso da Zirngibl …

  35. Fabio scrive:

    Nei primi anni ‘70 il papà di Nicola Pietrangeli scrisse alla rivista MatchBall dicendo che non l’avrebbe più letta viste che critiche indirizzate a suo figlio … che dire, vi sembra cambiato veramente qualcosa (a parte i risultati dei tennisti italiani ovviamente … )?

  36. olm scrive:

    Leggo spesso la stampa, italiana ed estera, ed effettivamente c’è da dare ragione alla signora Cipolla, non tanto nella critica a Tommasi, che è sicuramente molto sopra la media dei suoi colleghi, ma perchè il tono di tanti articoli italiani è sbagliato, nel frequente rimando tra osservazioni di una singola partita e lamenti sulla situazione generale del tennis.
    Invece non ho mai letto su un giornale americano un articolo che so, su Querrey, in cui si discutesse anche la crisi del tennis americano. I due aspetti sono tenuti molto distinti, come è giusto.

    Da una parte la critica alla nostra federazione è giustificata e può essere fatta con durezza, dato che è indubbio che paesi con un movimento più piccolo dell’italia stanno facendo meglio. Ma questa critica deve essere anonima, fatta sulla base di risultati complessivi, non citando il singolo giocatore, che non c’entra niente.

    Preferisco invece gli articoli che trattano i giocatori con empatia, dal loro punto di vista. La bassa statura, una struttura pienotta, una deficienza tecnica, un servizio disastroso sono per il giocatore problemi da risolvere, non occasione di facile ironia. Il giornalista per me deve spiegare i progressi compiuti, o anche criticare, ma sempre all’interno della storia personale del giocatore. Criticare sulla base della distanza da un modello ideale è un atteggiamente assurdo, fa male al giocatore e a tutto il movimento.

    Forse da noi la confusione nasce per assimilazione con quanto succede negli sport maggiori. Ma c’è una profonda differenza tra uno sport individuale e sport di squadra tipo il calcio. In questi lo spettatore è interessato alla squadra; il giocatore è solo un prestatore d’opera che è giusto criticare se non raggiunge il livello di gioco atteso, dato che al suo posto si può sempre mettere di meglio.
    Nel tennis invece, se Cipolla esce al primo turno, chi perde è solo lui. Se gioca male e si ritira il tennis italiano ha perso un giocatore, non può sostituirlo. Ad essere obiettivi il fatto di provenire da un paese con strutture deboli dovrebbe essere motivo per valutarne più positivamente
    i risultati.

    Mi sembra che in molti commenti su questo post manchi l’apprezzamento di questa distinzione. Io ho solo grazie da dire a Seppi, per l’impegno con cui sviluppa i suoi mezzi. Se lui come me e come tanti butta via match vincibilissimi, è un piccolo dramma con cui mi immedesimo e che mi fa venire più voglia di seguirne la storia.
    Utilizzare una sua sconfitta per pezzi umoristici (alla Scanzi) è detestabile.

  37. corrado erba scrive:

    Caro Ubaldo,
    secondo la mia (modesta) opinione, si parte sempre da un equivoco storico.
    Ovvero che l’Italia sia stata ( quando ??) una potenza tennistica e con il tempo si sia persa per strada…
    Come se a un certo punto l’età dell’oro sia svanita e da una posizione assolutamente dominante, allorchè vincevamo titoli dello slam a catena, ci siamo ritrovati con modesti giocatori che galleggiano tra il numero 50 e il 150.
    Ditemi voi se una nazione che dall’invenzione del lawn tennis ha portato a casa la miseria di 3 titoli dello slam ( 2 peraltro in regime di amateur tennis) possa venire considerata una delle nazioni dominanti del movimento.
    Avessimo avuto dei campioni almeno in tempi remoti, che so ? almeno 2 fratelli Doherty, i 4 moschettieri , almeno una Lottie Dodd…
    Cucelli, Del Bello, Gardini, Sirola e via così fino a Camporese e Gaudenzi, buoni giocatori, ma mai dei campioni veri, per una serie di ragioni.
    Nessuno ha mai nemmeno messo la testa dentro una finale a Church Road o a Forest Hills.
    C’è arrivato Pietrangeli a Parigi (in era amateur) , c’e arrivato Adriano.
    Fine della storia.
    D’accordo la Davis , ma c’era la Zona Europea, ove battevamo Ove Bengston e (non sempre) Jauffret.
    Per non parlare delle donne, con tutto il rispetto per la Lea (donna amabile se c’e n’è una), ma la cosa per cui andava famosa erano i pizzetti di Ted Tinling.
    In 120 anni di tennis mai abbiamo avuto una donna che si sia minimamente avvicinata a una vittoria di slam.
    Partendo da queste basi, direi che siamo perfettamente in linea nelle nostra aura mediocritas, i giocatori si impegnano, alcuni sono ambiziosi, altri sbagliano programmazione, ma la realtà dei fatti è questa.
    Con questo non svoglio sminuire i nostri giocatori, ma anzi, supportare l’idea che è inutile tirare in ballo età dell’oro che non ci sono mai state.

  38. Roberto Commentucci scrive:

    Caro signor Azzolini, credo di doverle una risposta.
    Con il mio post non volevo certamente offendere nessuno (Matchpoint è obiettivamente una bella rivista) ma intendevo semplicemente dare il mio parere, la mia impressione, serenamente, da esterno.
    Io non ho interessi materiali nell’editoria sportiva e tennistica, sono solo un appassionato e grazie ad Ubaldo, che mi ha dato spazio, in questi due anni di collaborazione con lui ho potuto scrivere solo ed esclusivamente ciò che penso.
    A me una sola cosa sta a cuore. Come grande tifoso del tennis italiano, spero ed auspico che la situazione del nostro tennis migliori. Per questo, da quando mi sono avvicinato a questo mondo, ho cercato di capire, di analizzare, di farmi un’idea sui mali profondi che affliggono il nostro tennis.
    E ne ho scritto, come ben sa chi segue il sito, cercando di non fare sconti a nessuna delle parti interessate (e tantomeno alla Federazione). Posso aver scritto cose giuste o sbagliate, non lo so. Allo stesso modo, credo di essermi fatto un’idea (non so se giusta o sbagliata, come tutte le idee) sulla stampa specializzata. E ne ho scritto stamane, forse in tono eccessivamente critico e pessimistico. Ma vede, non è un fatto di persone, o di demeriti individuali (mi guardo bene dal giudicare la qualità del lavoro altrui). E’ un problema di sistema. L’ambiente è piccolo perché il tennis in Italia tira poco, e fare il giornalismo di qualità nel tennis, che tira poco, è ancora più difficile. Sulla vostra rivista si trovano spesso dei bellissimi pezzi, con splendide foto, e con una grafica accattivante. Il problema viene, a mio avviso, quando c’è da analizzare problematiche strutturali. Là, obiettivamente, c’è poco interesse, ed è quindi difficile realizzarne.
    In realtà, parlando di scarsa indipendenza di alcuni organi specializzati, non mi riferivo a Tennis Italiano, nè facevo riferimento alla sua o vostra raccolta pubblicitaria. Mi riferivo ai media federali da un lato e a Matchpoint, dall’altro.
    E badi bene, io non ci guadagno certamente nulla, ad inimicarmi lei o Matchpoint. Ma la mia impressione, da profano, è la seguente: così come i media federali sono ovviamente troppo schierati dalla parte della Federazione, con toni esageratamente ottimistici, allo stesso modo una rivista che ha come direttore Adriano Panatta, con cui la Federazione ha in corso contenziosi di giustizia sportiva e civile (non mi interessa il merito, dico solo che esistono queste cause, non so più se in corso o chiuse) difficilmente può essere completamente obiettiva e serena nel giudicare l’operato della Federazione. E il dibattito che ne esce rischia di essere viziato in partenza. Tutto qua.
    Sul fatto, poi, che le Federazioni oggigiorno non possano poi fare moltissimo per trovare dei campioni, sono d’accordo con lei, come ho scritto tante volte. Credo però che esse possano essere molto utili per creare un “humus” un terreno fertile utile alla crescita di buoni giocatori. Ed è su questo aspetto che ho cercato di approfondire le mie ricerche.
    Quanto al fatto che sono andato al talk show su Supertennis, mentre non ho scritto su Matchpoint, a differenza degli altri ragazzi del sito Ubitennis, beh, il motivo è molto semplice: nessuno di voi mi ha mai chiesto di scrivere un articolo su Matchpoint, mentre la Federazione mi ha invitato al talk show su Supertennis. Perché avrei dovuto rifiutare? (nè del resto, avrei rifiutato di scrivere per la sua rivista).
    Tra l’altro, sono andato al talk show su Supertennis a dire le stesse cose che scrivo qua, come ho fatto, ad esempio, a proposito della scelta (secondo me sbagliata) di posizionare il Centro Tecnico federale a Tirrenia (ne ho scritto qua, signor Azzolini: http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2547).
    Le pare un articolo filo-federale, signor Azzolini?
    Lei ha molta più esperienza, competenza ed autorevolezza di me, ma io rivendico il diritto di dire ciò che penso. Nè credo di aver detto alcunché di diffamatorio. Io, ripeto, non ho altri interessi, all’infuori della speranza di un rilancio - vero - del nostro tennis.
    Buon lavoro.

  39. Fabio scrive:

    Caro Roberto,
    conosco Daniele Azzolini … e, credimi, ti assicuro che etichettando Matchpoint, e quindi in primis Daniele come Direttore Responsabile, come “non completamente obiettiva e serena etc etc …) commetti un errore.

  40. federico di carlo scrive:

    Seguo le cronache di Tommasi da una vita e ricordo sempre con meraviglia quando da bambino mi venivano proposte (la televisione allora non riproponeva spesso le statistiche computerizzate) da Rino le statistiche delle varie partite. E lui che ripeteva sempre con tono imparziale e distaccato “basta poco a prendere le statistiche, poi però bisogna saperle leggere”. Parole che penso abbiano riecheggiato in molte delle orecchie di chi scrive su questo blog. Ricordo invece quanto odiassi le telecronache da stadio di Galeazzi ed i “turbo-rovesci” di Canè e gli “andiamo” ai punti conquistati dai giocatori azzurri.

    Ma questa è una mia opinione basata sul gusto e prospettiva personale.

    Lo statistico Tommasi legge la partita a suo modo; diverso dal modo in cui soffre la partita la mamma di Cipolla ed il tifoso Galeazzi; diversa dal modo in cui analizza la partita il coach. Vediamo la stessa partita di tennis come telecamere posizionate in diversi punti del medesimo campo. Tutte con prospettiva ed angolazioni diverse, ognuna perfettamente plausibile, ognuna perfettamente criticabile.

  41. lorenzo2 scrive:

    La lettera della mamma è toccante e la Signora fa benissimo a difendere il proprio figlio… Detto questo cosa dobbiamo dire noi osservatori esterni?
    Che Cipolla è l’erede di Mac? Navarra è il gemello forte di Labadze? Volandri è ad un passo dal Roland Garros?
    La miopia e l’amore di una mamma sono sempre giustificati, ma l’osservatore esterno ha tutti i diritti del mondo di essere critico…

  42. Rik scrive:

    tutti parlano e commentano, ma non vedo ancora la risposta del diretto interessato

  43. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Rik, il diretto interessato non può mica passare tutto il suo tempo a rispondere ad ogni cosa che gli viene scritta. smetterebbe di lavorare per sè. Ha risposto recentemente sul sito a chi lo criticava per il suo essere nadaliano (quando in realtà semmai era dalla parte di federer) e sul discorso campione di tutti i tempi, di quest’epoca etc. Ora, poichi si era lasciato scappare un inciso sull’antidoping, che molti hanno contestato , mi ha preparato un pezzo di spiegazione (che sicuramente creerà divisione di pareri). Signori Tommasi non è un mio dipendente, non lo pago per scrivere quel che scrive (altrimenti sarei già andato in rovina…) e scrive quando può e quando vuole. Molto spesso come lei avrà avuto modo di verificare. Direi che lei, come me, si può accontentare. e così tutti i lettori di Ubitennis, inclusi quelli che non condividono le sue idee.

  44. daniela scrive:

    Cara Signora Elisabetta,
    sono un’ammiratrice di suo figlio da quando lo vidi per la prima volta a Montecarlo qualche anno fa, nelle qualificazioni; giocava contro Starace, e perse: era sul campo centrale e vicino a me una ragazza riassunse bene quello che vedevamo:- Oh, j’aime ce petit chat- - (un gattino); ecco, sì, i suoi gesti così eleganti, così morbidi, così naturali, così rilassati, ci davano l’immagine della sinuosità di un gatto. Da allora ho seguito i suoi risultati, da lontano, e l’ho rivisto a Montecarlo quest’anno, l’ho tifato ritrovando con piacere la sua fluidità, il muoversi secondo una sua musica interna, senza paura, anche se l’avversario è alto e grosso il doppio di lui . Ero nelle prime file ma suo figlio non mi avrà sicuramente notato.signora, Credo di essere più anziana di lei…
    Vede, io ho passato l’infanzia e l’adolescenza in quel tennis club cui Clerici dedica un capitolo del suo libro e Tommasi un articolo nella sua ex rivista Il grande Tennis: si tratta infatti del circolo più antico d’Italia, fondato dagli Inglesi..
    Mio padre mi avviò a questo sport ma soprattutto mi trasmise una passione che dura da cinquant’anni: innamorata del rovescio di Pietrangeli, della volèe di Panatta, li sostenevamo in coppa Davis, ma papà mi permetteva anche di saltare un giorno di scuola per andare a vedere a Montecarlo Laver, Hoad, e poi Newcombe e Roche…Nelle vacanze di Natale applaudivo i giovanissimi Barazzutti, Bertolucci, Lombardi, che venivano al nostro torneo di capodanno della cittadina ligure, almeno finchè non passarono in prima categoria.
    Mio padre non amava Tommasi e Clerici, diceva- Ma quanto parlano questi-….Per lui una partita di tennis era da seguire in silenzio, solo qualche commento ai cambi di campo..
    Quando lui morì e io lasciai la Liguria imparai ad apprezzare i commenti degli allora telecronisti di telepiù, che continuavano in un certo modo a tener vivo quell’orizzonte internazionale, quell’amore per la bellezza del tennis che mio padre mi aveva dato.
    Grazie a persone come lui, e come a Tommasi e Clerici, non ho mai avuto bisogno, per appassionarmi ad uno sport, per seguire le Olimpiadi, che ci fosse il campione italiano, e di questo sarò loro sempre grata.
    Se tifo suo figlio è perché mi piace vederlo giocare, non perché è italiano.
    Ho smesso di appassionarmi alla nostra squadra di davis quando Gaudenti cominciò a fare le sue battaglie con la federazione per aumentare i premi partita, paragonandosi a Becker e a ciò che prendeva dalla federazione tedesca, un anno in cui l’Italia battè le riserve della Repubblica ceca. Me ne sono sempre più allontanata quando ho visto Volandri, Bolelli e C rifiutare la convocazione per motivi di carriera personale ed economica. Da quando chi perde in doppio dà la colpa al giornalista che parlava nelle prime file.
    Mi dirà, che non è caso di suo figlio, che ha bisogno invece di essere sostenuto, come fa la stampa straniera. Ha ragione, suo figlio è correttissimo in campo. Ma a quale stampa si riferisce, signora? All’Equipe, che ha rivelato al pubblico prima ancora che lo comunicasse la Federazione, che Gasquet era positivo alla cocaina? Ai giornali inglesi che durante il torneo di Wimbledon hanno definito un loro giovane tennista (credo fosse Bogdanovich, ma potrei sbagliare)” il peggior inglese che sia mai esistito”? Ai tedeschi che continuano a sottolineare quanto sia antipatico Kohlschereiber, come prima facevano con Kiefer?
    Pensi un po’, in questi ultimi 9 anni che frequento internet, credo invece tutto il contrario, che ai tennisti italiani dell’ultima generazione abbia fatto male tutto questo tifo calcistico che brulica nei vari forum e blog dedicati a loro.
    Quando nel 2000 , non avendo più nessuno con cui parlare di tennis, sentii annunciare in tv da Rino Tommasi che aveva aperto un sito con un forum di discussione, vi entrai e scrissi molto nei primi anni: era una bella comunità, in cui ci scambiavamo idee sui nostri beniamini, commentavamo le partite, ci si conosceva personalmente ecc. Tutto questo idillio finì quando si iscrissero in massa di ragazzini e pseudo tali che tifavano solo gli Italiani, dileggiando e denigrando, in pubblico e in privato, coloro che si dedicavano maggiormente al tennis internazionale..
    Insomma, il clima diventò invivibile fino a quando, fra ban vari e proteste, i fans più scatenati se ne andarono e fondarono una loro comunità che credo ancora ora abbia come scopo principale quello di inneggiare all”immenso Sanguinetti”, per farle un esempio, quando il buon Davide battè Safin alla Hopman cup…ha presente,? Quel torneo misto di esibizione all’inizio dell’anno. E poi sempre le stesse persone transfughe dal sito di Tommasi aprirono i siti ufficiali dei tennisti italiani…Vede, suo figlio è un ragazzo correttissimo, ma quando vedo il comportamento di Fognini in campo, la sua presunzione, il modo come tratta i raccattapalle, o quello di Bracciali anni fa a Wimbledon, e immagino che lei sappia di che cosa parlo, penso a tutti questi siti, all’esaltazione di questi “tifosi”per persone così…No, signora, credo proprio che non sia la Stampa che debba uniformarsi a loro, ma meno male che c’è un Tommasi a ricordarci che ci sono anche altri esempi di comportamento e di gioco nel mondo.
    Come le ripeto, escludo suo figlio da questo discorso, ma il tennis italiano ha bisogno a parer mio di lavorare in silenzio, con più umiltà, e se i ragazzi amano dialogare in face book e nei siti dei loro fans abbiano l’accortezza di non confondere il grido del tifoso con il giudizio obiettivo di un giornalista, che si tratti di coppa davis o di qualsiasi altro torneo.

    La saluto, e saluto caramente suo figlio. Daniela

  45. Otello Lorenzi scrive:

    Desidero fare i miei complimenti a Daniela per la sua bella lettera. Esprime molta verità. Vorrei aggiungere che giornalisti devono fare il loro lavoro con la massima obiettività possibile. E’ giustissimo perciò che conservino uno spirito critico, anche in circostanze nelle quali i sentimenti li spingerebbero a posizioni più partigiane. Proprio per questo penso che sia un grave errore “usare” i risultati e i comportamenti dei giocatori quando si vuole criticare e contestare l’operato di altre figure e altre istituzioni. In poche parole, penso che Tommasi non renda un buon servizio all’informazione quando si serve delle prestazioni o degli atteggiamenti dei singoli atleti per rafforzare le sue critiche nei confronti delle istituzioni tennistiche italiane. Ci può essere certamente una linea di tendenza nell’operato della federazione, per esempio, che sia ostacolo per la crescita del movimento tennistico italiano. Ma sicuramente l’azione sportiva di un tennista è fatta di innumerevoli componenti personali ed esterne che non possono essere ricondotte a un’unica causa. Altrimenti si dovrebbe dire che la federazione tennistica svizzera è la migliore dell’universo. E non è così.
    Ciascun fenomeno deve essere riferito all’intero contesto nel quale avviene perché si possa ricavarne una comprensione ampia e adeguata.

  46. Ginohop scrive:

    Con tutto il rispetto dovuto a tutti i giocatori professionisti “di un Dio minore” che lavorano duro come e forse più dei loro colleghi meglio dotati in quanto a talento, trovo che il gentile ed accorato appello della mamma di Cipolla sia tanto lodevole quanto inutile ai fini della sensibilizzazone del tennis di non eccelsa qualità perchè di questo si tratta.
    I tifosi italiani del grande tennis dei vari Federer, Nadal, Murray e Djokovic, tiferanno sempre e comuinque per loro quando si ritroveranno di fronte un collega italiano. Ed i media sono in qualche modo obbligati ad andare con la corrente e con i gusti del pubblico.

  47. anto scrive:

    Ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente alcuni anni fà, e quando capita di incontrarci a qualche torneo non posso che essere felice per i risultati che questo atleta sta ottenendo….nel tennis power di oggi, un giocatore con il suo fisico sarebbe spacciato a meno che non sia in possesso di una intelligenza tattica sopra la media, e lui l’ha nel suo dna. Dispiace leggere critiche nei suoi confronti, anche perchè sarebbe il classico giocatore da portare ad esempio nei circoli. Un atleta veramente scrupoloso, ottima ducazione, ahimè merce rara di questi tempi. Forse se bisogna trovargli un difetto, il fatto di essere troppo buono, ma la natura dell’uomo è difficile da cambiare. La mamma di Flavio ha 100000 ragioni di essee arrabbiata con Tommasi, certe volte al caro rino non farebbe male scendere dal piedistallo e vedere il mondo che lo circonda……invece di essere rinchuiso in una cabina ovattata…..

  48. fausto1985 scrive:

    qualcuno può spiegarmi, anche in sintesi, in cosa consiste il “contenzioso”, i contrasti etc…tra adriano panatta e la fit? l’ho già chiesto una volta tempo fa e uno dei giornalisti di ubi, forse cherici, mi rispose che era un discorso troppo lungo. grazie in anticipo.

  49. Ricky scrive:

    @Anto

    Perdonami, ma qui nessuno ce l’ha con Cipolla e tantomeno si discute la persona come ho scritto in un mio precedente commento. Tommasi è il giornalista sportivo italiano più famoso ed apprezzato nel mondo, (non solo quello tennistico) e ha tutto il diritto di scrivere quello che vuole sui nostri giocatori in merito alle loro prestazioni. Se vuoi puoi scrivere la tua versione del libro Cuore cento volte su quanto questo è un bravo ragazzo, su quanti sacrifici fa e la beneficenza che fa in giro, ma lo sostanza non cambia: il giornalista e l’appassionato giudicano i risultati, e fino a prova contraria questi sono mediocri, in senso assoluto e in generale. Il tennis in Italia no produce nulla e quindi chi contesta questo nostro sistema fino a prova contraria ha ragione. Solitamente tutto va a cicli, tranne il nostro tennis che non ottiene mai niente. Qualcosa di sbagliato ci deve pur essere, oppure qualche scienziato ci spieghi che nel dna degli italiani non è previsto il tennis.

  50. sanantonio scrive:

    Ringrazio Ubaldo per la premura dimostrata nel rispondermi ma ribadisco il concetto: se Tommasi dice di non aver letto la lettera della madre di Cipolla io ci credo, non solo, secondo me non la leggerà mai.

  51. Rik scrive:

    Egregio dott.Scanagatta,
    qualora mi inviassero lettere aperte pubblicate da oltre 20 giorni oltre che sul suo pregevole blog anche su mensili di diffusione nazionale e sul sito ufficiale della federazione, io troverei i 10 minuti di tempo necessari per rispondere nonostante i miei impegni di lavoro siano particolarmente assillanti.
    Non ce l’ho nè con lei nè con il dott.Tommasi, ma prima di leggere post polemici verso l’una o l’altra parte gradirei conoscere entrambe le posizioni.

  52. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Rik io non so quante lettere aperte riceva lei, na credo di sapere quanti impegni ha Rino Tommasi. E anche che nessuno è capace di imporgli niente. So che, dopo aver finalmente letto su questo blog la famosa lettera che gli era sfuggita, ha anche intenzione di rispondere in privato alla signora Cipolla. Ma non ritiene, che io sappia, di dover rispondere pubblicamente…e forse proprio perchè la signora Cipolla è una mamma (anche se Lei, e non lui, ha scelto di comunicare pubblicamente rivolgendosi a Rino e inviando la sua lettera …non so a chi per primo).
    Credo che sul sito della federazione, ma questo non me l’ha detto e posso sbagliarmi, Tommasi non ci sia mai andato. O quasi.
    Per quanto riguarda invece Tennis Italiano ricordo che a Cagliari (oppure a Roma?) sia Rino sia io facemmo presente al direttore di Tennis Italiano Enzo Anderloni, con il quale abbiamo ottimi rapporti, che improvvisamente dopo averla ricevuta per anni non ci veniva più inviata la sua rivista. Lui disse che avrebbe rimediato, ma poi se ne deve essere dimenticato. E allora, non per pigrizia ma per dimenticanza, è capitato sia a me sia a Rino _ che riceviamo peraltro oltre a Matchpoint anche un discreto numero di riviste straniere _ di dimenticarsi (o magari siamo all’estero per Parigi e Wimbledon 30 gg degli ultimi 45) di comprare il Tennis Italiano. L’altro giorno che me ne sono ricordato sono andato nell’edicola vicino casa mia e l’ho chiesto, non ce l’avevano, e ora magari mi passerà di mente. Credo, ad esempio, che mi mancano tutti gli ultimi numeri. E poi Rik, uno sarà libero di fare quel che gli pare oppure no? Già io, che tengo un sito con mille oneri, sono meno libero e cerco di rispondere quando posso (anche se non potrei farlo a tutti nemmeno volendo), ma Tommasi no. Non ero nemmeno sicuro che l’avrebbe letta qui la lettera della signora Cipolla, tanto che l’ho avvertito io che l’avevo pubblicata sul blogo di modo che, se eventualmente fosse stato interessato, se la leggesse. Cosa che ora mi ha detto di aver fatto. Le sue reazioni le farà sapere alla signora Cipolla.

  53. Rik scrive:

    dott.Scanagatta,
    innanzitutto la ringrazio per avermi risposto in modo così tempestivo: questo dimostra che chiunque può trovare il tempo anche per rispondere alle richieste più assurde (e ci metto in mezzo anche la mia).
    Il mio post non aveva assolutamente intenzioni polemiche, in quanto considero Lei e il sig.Tommasi (insieme ad Andrea Scanzi, Roberto Commentucci e pochi altri) i giornalisti che in Italia hanno la più ampia conoscenza del tennis.
    La cosa che non mi piace nel dott.Tommasi è che spesso si pone con troppa supponenza, presentando le sue tesi come fossero infallibili (vedi le vicende GOAT e DOPING).
    Se ora mi dice che risponderà in privato alla signora Cipolla lo apprezzo ancora di più. Mittente e destinatario decideranno di comune accordo se rendere o meno pubblica questa risposta: questa sarà una loro scelta privata ed ampiamente condivisibile in ambedue i casi.

  54. Nicola RF scrive:

    E….. però Roberto, (con tutto il rispetto e la stima per te) non è che puoi dire di essere sempre un esterno! Insomma, i tuoi articoli su super tennis li vediamo tutti. Non sei esterno. A me neanche pubblicano i post sul blog, io si che sono un esterno (scherzo ovviamente!). Intendiamoci. Non c’è nulla di male a scrivere in qualsivoglia rivista ecc… (ci mancherebbe). Però, purtroppo, vista la connotazione di quella pubblicazione, che di fatto si erge sempre più a organo di propaganda della dirigenza federale (non della Federazione tutta attenzione!)…. bèh è l’essenza stessa della rivista che ormai colloca chi ci scrive. Quindi, te lo dico con la massima stima, la tua legittima voglia di esprimere concetti che ti appartengono, col massimo della buona fede, si scontra col palcoscenico nel quale operi. Io credo oggettivamente, che qualora liberamente un giorno ti volessi schierare contro la dirigenza Fit, in un ipotetico commento su un qualsiasi evento, in quell’ambito non ti verrebbe consentito.
    Una chiosa sulla mamma di Cipolla. Mio padre mi ha visto in un torneo under 12 qualche anno fa…. e mia ha detto subito che facevo bene a studiare…. Cara sig.ra Cipolla, suo figlio è un fortissimo giocatore dai mezzi tecnici inviadiabili e che si toglierà diverse soddisfazioni col tennis. Noi tutti teniamo per lui e vogliamo che possa darci molte gioie tennistiche. Detto questo, Lei non se la deve prendere con Tommasi. Lei se la deve prendere con tutti quelli che, irritati dalla libera penna di un grande commentatore che non ha paura di dire mai quello che pensa, tirano per la giacchetta Lei e suo figlio. Cosa crede che la Fit le abbia pubblicato il post perchè credeva nelle sue parole e nella sua indignazione? NO L’hanno usata per la loro vecchia battaglia contro il vate Rino. Non potrà sembrarle carino che Tommasi sostenga che suo figlio non entrerà mai tra i top ten. Ma la penso anche io come lui. Lui lo dice, gli altri lo pensano ugualmente, ma non lo dicono, questa è la differenza!

  55. Roberto Commentucci scrive:

    A Nicola RF. Ti ringrazio per la stima e capisco i tuoi dubbi, ma permettimi di dire che non sono d’accordo con te. Sulla rivista Supertennis mi hanno chiesto di curare una rubrica sulle giovani promesse italiane, materia che mi interessa moltissimo, tanto è vero che appena posso giro per i tornei minori per seguirne i primi passi. Quindi in quellla sede seguo un argomento specifico e non affronto tematiche strutturali.
    Però, quando ho partecipato ai dibattiti del talk show su Supertennis nessuno mi ha mai detto cosa dovevo dire e cosa non dire. Tanto è vero che quanto ho scritto nel mio pezzo su Tirrenia, apparso qui sul blog, lo dissi pari pari in trasmisione, rivolgendomi al dirigente competente, Graziano Risi.
    Poi, certo, est modus in rebus, anche nelle critiche. A me i toni urlati non piacciono, e preferisco il confronto pacato e civile.

  56. Pezz scrive:

    Io credo che uno dei problemi maggiori non siano i risultati che ottengono i giocatori italiani nel circuito (dai quali inevitabilmente scaturiscono le critiche degli addetti ai lavori), ma sia il movimento tennistico italiano che non consente ai giovani italiani di emergere e migliorare. E’ normale che per un giocatore come Flavio (con evidenti limiti fisici) i risultati non possano essere di molto superiori a quelli ottenuti (e quindi a lui deve andare il ns incitamento) ma se non ci sono giocatori italiani al top ormai da anni credo che un problema esista. Allora possiamo decidere di commentare positivamente le vittorie nei challenger di queste settimane (Di Mauro, Lorenzi, Starace e Fognini) o i record (!) di Wimbledon, accontentandoci di un livello medio basso; oppure considerare quanto atteggiamenti come quelli di Fognini in campo ogni volta che gioca o Bolelli in Davis (ma forse + Pistolesi) facciano capire come manchi una guida ai nostri giocatori per far capire loro quanta strada c’è ancora da fare per raggiungere i risultati che il tennis italiano meriterebbe. E allora il problema non sono le critiche più che giuste del grande Tommasi ad alcune performance dei ns giocatori ma il fatto che i ns BIG mancano della giusta umiltà e cattiveria per imporsi a certi livelli e anche ahimè della quaita tecnica necessaria..se vogliamo possiamo continuare a ritenere le creitiche eccessive o offensive ma certo sono l’effetto e non la causa…

  57. Nicola RF scrive:

    @Roberto
    grazie, come sempre aprezzo. Mi associo alla tua richiesta di pacatezza e mi convince il fatto che ti occupi di cosa fuori “dal contendere” nella tua rubrica. Rivendico il ruolo della Fit come generatrice dello scontro.
    Ho anche citato in un altro post il fatto che hai più volte criticato “il marketing” urlato dell’ uff. stampa fit. Quindi ti colloco tra le voci libere, anche se sul concetto di estraneità ci sarebbe da disquisire…..
    A volte eccedo in spirito polemico, ma davvero gradirei un pò più di pugnacità nella categoria dei giornalisti sportivi (non da te nello specifico, che tra l’altro lo fai per pasione). Credo molto nel potere positivo della libera stampa (libera non obiettiva… l’obiettività assoluta non è di questo mondo!) e credo anche che quando si attacca violentemente da più fronti un giornalista… al 99% ha ragione lui e evidentemente ha toccato ferite aperte o temi inopportuni (per qualcuno). Trovo la polemica continua della FIT contro Tommasi una barbarie incivile (il caso della mamma di Cipolla è l’ennesimo capitolo) e il tentativo di far passare tutto quel che dice per antiitalianismo una aberrazione della realtà in quanto i numeri sono incontrovertibili e quelli Tommasi li conosce bene.
    Saluti
    Un saluto.

  58. Ubaldo Scanagatta scrive:

    @daniela non capisco come mi possa essere sfuggita la bellissima lettera di Daniela. Grande, grandissima. Complimenti. Anto@sei sempre stato molto gentile nei miei confronti, però ho notato che la tua passione sviscerata per i giocatori italiani (penso a Fognini e ora a Cipolla) ti faccia ogni tanto perdere obiettività. Magari sbaglio io, ma questa è la reazione che suscitano in me certi tuoi scritti. Non tutti ovviamente (che è come dire…ah ah ah, che preferisco quelli in cui ti associ a quel che penso io!!! scherzo dai…). @Rik: sono rimasto a Firenze perchè ho migliaia di carte da sistemare, un archivio in cui non trovo più nulla, quel tipo che m’ha fatto lo scherzo di segnalarsi pronto ad aiutarmi non s’è mai fatto vivo, io trovo _ come dici te _ non i 10 minuti…ma le cinque sei ore al giorno per rispondere, per coordinare i servizi, per occuparmi degli accrediti di questo e quel collaboratore ai vari tornei, per cercare i fondi per fronteggiare mille spese diverse (ad esempio le 1200 locandine con ubitennis che ho fatto stampare e che vorrei mandare agli amici che mi promettano di attaccarle nei loro tennisclub: ma dovrò spedirgliele, e al di là dei singoli costi di spediazione, richiede un’organizzazione che presupporrebbe 3-4 persone che scrivono, francobollano, spediscono, telefonano per controllare se è stato ricevuto, se è stata affissa etc etc: Vuoi sapere il risultato: tuu mi ringrazi, altri lo fanno, qualcuno invece magari pure mi insulta (come ha fatto con tommasi…) e io non ho messo a posto niente. L’archivio anzi è diventato più incasinato di prima, sulla mia scrivania, sui cassetti e sui divani vicini ci sono montagne alte dall’uno ai due metri, e mia moglie che è al mare con i figli e non mi ha visto negli ultimi 60 giorni più di cinque giorni in tutto, potrebbe pensare che io possa avere l’amante a Firenze visto che i motivi per cui non sono con loro erano legati a questo famigerato archivio che è messo adesso peggio di quando lei è partita!!!!, capito Rik? @A Roberto Commentucci: ti conosco bene, so la tua passione disinteressata, il tuo impegno civile per il tennis. Però quello che dice Nicola RF è un po’ vero: tu stesso sai che quando fosti invitato a Supertennis e chiedesti che nel sottopancia _ la sovrimpressioni didascaliche televisve _ ti mettessero la scritta Ubitennis ti risposero di no (quasi che fossimo nemici). Sai anche che quest’anno, per via di qualche commento fortemente negativo di qualcuno dei nostri lettori-visitatori, Binaghi e Baccini se la sono presa talmente che dopo aver accusato per mesi la stampa nazionale di non dare abbastanza spazio al tennis femminile e alle imprese delle nostre ragazze (che loro peraltro hanno rischiato di far diventare antipatiche esaltandole all’eccesso, con le scritte campioni del mondo etc ect e prescindendo completamente dai risultati individuali), dopo aver detto e scritto in lungo e in largo che il torneo femminile necessitava di maggior promozione…..beh, quando io ho pubblicato il libro sul tennis femminile a Roma, 40 di tennis open a Roma, il racconto di tutte le finali degli Internazionali d’Italia dal 1969 a oggi….beh che è successo? Semplicemente che Bingahi in persona, oltre a non venire nemmeno alla presentazione del libro alla tenda Peugeot, mi ha detto che non voleva nemmeno vederlo, nè che io ne regalassi copie alla tribuna d’onore, alla tenda FIT. Seccato per quei commenti (che io nemmeno so quali, giuro) mi ha soltanto fatto sapere
    . Di fatto ha deciso di boicottarlo senza altra ragione che quella che ho espresso sopra. Vi pare un atteggiamento coerente, intelligente? Da dirigente che vuole promuovere il tennis? Per completezza di informazione segnalo qui che da tre anni io e Luca Marianantoni abbiamo fatto i nostri libri senza alcun aiuto finanziario della FIT ma cercando di pagarci le spese per la stampa del libro con sponsor cercati da noi. Fino a quattro anni fa (qualche anno sì, qualche anno no) la Fit aveva comprato un migliaio di copie a un prezzo ridotto d’un quarto rispetto ai costi al pubblico per distribuirlo ai giornalsti (che altri dati statistici accurati e completi non avevano) per darlo ai diirgenti fIT, ai loro ospiti etc.
    Quest’anno, dopo i 3 milioni di euro annunciati per la promozione di SuperChannel, ho chiesto al duo Binaghi-Baccini (che si rimbalzano la palla: uno dice è una decisione politica (boh?), l’altro dice deve decidere il direttore della comunicazione) se volevano riprendere l’antica tradizione di acquistare un po’ di copie. Mi hanno prima risposto si vedrà, se avanza qualcosa, poi niente. Noi l’abbiamo fatto lo stesso, senza sapere se avremmo trovato qualche sponsor.
    Ce la siamo cavata, ma mai ci saremmo aspettati che la FIT _ per una ripicca che ancora oggi non mi so spiegare _ nascondesse al Foro Italico un libro ricco di particolari inediti su finali femminili che non furono mai raccontate nemmeno all’epoca in cui furono giocate (negli anni di Panatta, Bertolucci e soci l’attenzione era tutta per i maschi, su Corsport e Gazzetta c’erano appena i risultati delle finali vinte dalla Jausovec, dalla Newberry etc, e ci furono gli anni di Perugia: ho dovuto telefonare alle protagoniste di allora in tutto il mondo per recuperare notizie e aneddoti curiosissimi). Anche le statistiche di Luca sono state un lavoro impressionante, che sicuramente gli verrà copiato, nelle prossime pubblicazioni fit, perchè abbiamo trovato tabelloni del passato incompleti, date sbagliate, risultati mal accorpati, di tutto insomma. Sono certo che per il centenario della fondazione della federtennis qualche “fedelissimo FIt” avrà il compito di scrivere un libro e potrà farlo grazie a quello che Luca ed io abbiamo trovato cercandolo affanosamente e faticosamente a nostre spese e lavorando mesi e mesi. Ma siamo comunque orgogliosi del nostro lavoro. Ci spiace solamente che la Fit non abbia _ scioccamente _ mostrato di apprezzarlo. Non so più perchè mi sono allungato così tanto, addio archivio, ma Roberto che sa tutte queste cose, sa anche che il modo di gestire le collaborazioni da parte FIT non è trasparente. Ed è un peccato, non fa loro onore. Io ho collaborato per le loro riviste sempre pretendendo la massima autonomia. Dicendo: non crediate però di potermi imbavagliare se io scrivo un pezzo, che so, sui tennisti slovacchi che incontro in Australia in vista del match di Davis. Difatti quando è successo il casino Seppi a Cagliari (che noi di Ubitennis abbiamo scoperto…con Andreas che il giorno prima del presunto suo singolare, mai giocato, si allenava in doppio), la gaffe Fognini che annunciò sul suo sito che avrebbe giocato lui, la conf. stampa di Binaghi a Roma con le accuse a Seppi (poi finite a tarallucci e vino), il caso Bolelli etc, io ho scritto riga per riga sempre soltanto quello che ho pensato. Senza farmi condizionare da chicchessia. Come del resto ho sempre scritto peste e corna sulla gestione federale di Galgani per un vetennio pur essendone amico, pur giocandoci a Peppa al CT Firenze, e anche a tennis. Ma l’amicizia, o una collaborazione, o l’acquisto di 1000 copie di un libro, non hanno mai comprato il mio pensiero, le mie idee, giuste o sbagliate che fossero. Ora mi pento d’aver scritto così tanto _ non solo per l’archivio _ ma perchè forse un commento così lungo non lo leggerà quasi nessuno.

  59. Nicola RF scrive:

    PS: complimenti vivissimi a Daniela per il suo post! Davvero ho notato una sintonia fantastica con quanto vado dicendo da anni. Il tennis è uno sport di statistiche. Nel tennis i numeri dicono sempre la verità. Non c’è il dodicesimo uomo. Non può accadere che chi gioca male per 90 minuti, magari vince 1 a 0 con gol su rigore. Il marito nel tennis vale di più: sia fisico, tattico, tecnico… non importa. Per vincere devi fare o avere qualcosa di più. Il tennis non è il calcio! Tommasi ci ha fatto capire questo. Poco importa la nazionalità. Col tifo nel tennis non si va da nessuna parte. E’ per questo che se mai ci sarà un Federer italiano sapremo dargli una stima e un apprezzamento inimmaginabilibi: credo che sarà fantastico il modo in cui lo tiferemo. Tiferemo il suo magnifico tennis , non solo il suo essere Italiano.

  60. ruud krol 42 scarso scrive:

    X UBS ,hai scritto tanto ma si legge tutto di un fiato e si resta ancora una volta senza parole sul modo di agire della Federazione.Tutto ciò ed altro scritto dai frequentatori di questo stupendo Blog,lasciano presagire ancora tanti anni bui x il ns tennis.Complimenti x la passione che ci metti

  61. anto scrive:

    @Ubaldo…..probabilmente hai ragione , forse alcune volte sarò poco obiettivo per quanto concerne Fognini, giocatore che stimo e ammiro, anche se spesso la tua redazione, non è mai stata tenera nei suoi confronti, non gli è mai stato perdonato nulla…(ovviamente questo è il mio punto di vista). Mentre per quanto concerne Flavio Cipolla, è come se un bracconiere cercasse di trafugare un panda. Forse Ubaldo al giorno d’oggi, bisogna essere delle karogne….Flavio mai una volta si è lamentato del fatto di non essere quasi mai preso in considerazione…..e quando veniva fatto, giù critiche che fanno male…..è piccolino, gioca solo il back……non supererà mai il muro dei top 150, e via dicendo……..
    Caro Ubaldo se tu sapessi quanti tifosi hanno questi due giocatori, ne rimarresti stupito……….più dei celebrati Seppi e Bolelli……può sembrare assurdo ma è così…basta vedere i vari blog su questi due giocatori……..
    Comunque alla fine avevi ragione tu, il sito è un successo,alla fine sono i numeri che contano…. le polemiche fanno parte del gioco……bisogna saperle incassare e anche tirare fendenti……..spesso mi chiedo se tu ipoteticamente fossi il Direttore di super tennis, come imposteresti la linea editoriale………con le mani legate dietro la schiena per non scontentare mamma fit….oppure come un bulldozer……..non guardando in faccia a nessuno…………

  62. Pezz scrive:

    @anto…..mi sa come un bulldozer….con le mani legate perchè inevitabilmente non si può scrivere tutto su questa FIT ed alcune decisioni veramente discutibili (una su tutte l’assegnazione delle WC nei tornei minori..)

  63. Ubaldo Scanagatta scrive:

    @corrado erba: hai ragione, età dll’oro non ci sono state. Però permettimi, Pietrangeli non ha solo vinto un Roland Garros (ok nell’ora dei pro banditi), ma ha fatto tre finali, semifinale a Wimbledon (persa 6-4 al quinto con Laver mica saltancelli e Segalupi…) , due finali di Coppa Davis, con Sirola hanno vinto il Roland Garros, lo stesso Merlo ha fatto semifinali a Parigi…Fino al 2000 eravamo fra le poche squadre di Davis mai retrocesse dalla A (scrivo per comodità di comprensione anzichè world group), e ci siamo ritrovati fissi in B quando non in C, ormai da 9 anni. Mica uno o due.
    Poi Bertolucci vinceva il torneo di Amburgo, Barazzutti arrivava in finale a Charlotte battendo _ mi pare - Rosewall o vinceva Nizza battendo Kodes, , Panatta vinceva Houston battendo Connors, Rosewall e altri (Connors lo aveva battuto anche a Stoccolma). Bertolucci e Panatta vincevano il torneo di Montecarlo in doppio battendo mi pare Lendl-Scanlon e Gerulaitis McEnroe. Barazzutti fece un anno 8 semifinali di tor nei importanti, e se non erro in un paio di Slam. Bertolucci vinse tre volte il torneo di Firenze, piccolo quanto si vuole ma con eccellenti protagonisti. Zugarelli battè Ashe in sud America, vincemmo una Davis.
    Insomma non sono risultati lontanamente paragonabili, anche per l’eccellenza delle vittime, a quelli che ottengono i “nostri” oggi. Soprattutto come continuità. Perchè se a Bolelli capita di battere Del Potro (non quello d’oggi comunque…) poi però incontra il primo Llodra che passa e finisce fuori. Batte Gonzalez a wimbledon e viene scherzato al turno dopo. Seppi batte Nadal a Rotterdam, ma poi perde poco dopo. Cioè, quel che voglio dire è che ci sono stati anni in cui un italiano che facesse due o tre exploit nello stesso torneo, lo vincesse o arrivasse in finale…era quasi nella norma. Due, quattro volte l’anno almeno. Quando non era uno era l’altro. Gardini e Merlo disputavano una finale degli internazionali d’Italia, non si trovavano contro al primo tunro e poi sparivano m’intendi? Età dell’oro no, ma tante piccole grandi soddisfazioni sì. Non a caso basta che una Pennetta o una Schiavone arrivino alla seconda settimana di uno Slam (o vncano il torneo di Badgastein o Acapulco) e qualche titolo sui giornali spunta. Anche su quelli che snobbano il tennis. Ma la regola, purtroppo, è un’altra: quella che ci fa dire troppo spesso: mai una gioia. Perchè ad ogni mini-exploit segue un 6-1 6-2, un 6-3,6-2, una qualche batosta a livello di…ottavi di finale, di quarti di finale. semifinali? nessuna. Nè negli Slam nè nei Masters (salvo sporadicissime eccezioni: Volandri a Roma la più …entusiasmante. dopo di che il buio più assoluto, però!!!)

  64. Pezz scrive:

    come al solito è facile essere d’accordo con Ubaldo e nel mio piccolo mi permetto di aggiungere che questa mancanza di continuità che non consente ai ns giocatori un filotto tale da consolidare una posizione importante di classifica la si vede a tutti i livelli (basta vedere cosa sta facendo Di Mauro in qst settimane dopo aver vinto Milano..). Insomma ci esaltiamo per la vittoria in un torneo minore o perchè un Ghedin è riuscito a qualificarsi a Wimbledon e la fortuna non ci aiuta visto il sorteggio di Davis a settembre dove dovremo giocare il doppio con la coppia campione olimpica senza avere una coppia di doppisti che abbia giocato insieme per qualche torneo di fila….

  65. +PSTN+ scrive:

    Ubaldo Scanagatta
    “Nè negli Slam nè nei Masters (salvo sporadicissime eccezioni: Volandri a Roma la più …entusiasmante. dopo di che il buio più assoluto, però!!!)”
    Beh, lo scorso anno Seppi si issò in semifinale al Master Series di Amburgo.
    Anche lui poi scherzato da Federer, ma credo che ci stia alla grande!

    Già sono rari i risultati, ma se poi dimentichiamo anche tra quei pochissimi… ;-)

  66. pedrinho&luvanor scrive:

    Per Ubaldo. Non puoi essere così ingenuo. Non capisci l’ostracismo della Fit nei tuoi confronti?. E’ semplice. Non riescono a controllarti. Il tuo Blog è come quello di Grillo. Fa dei danni alla loro immagine di Federazione che miete successi in ogni campo.
    Tu non leggi tutti i post…loro si.
    Un breve riepilogo:
    a) Spettatori veri di Supertennis;
    b) Seppi;
    c) Bolelli;
    d) Tirrenia;
    e) Capri;
    f) Progetto Pia;
    g) Comunicazione Fit;
    h) Litigiosità con il resto del mondo.
    L’elenco è lungo.
    Fattene una ragione. Dai fastidio. Il tuo blog è di gran lunga migliore della corazzata Fit.
    La storia della querela è un avvertimento.
    In realtà stanno aspettando la nuova legge che regola la rete per farti chiudere o chiederti un mare di risarcimenti.

  67. Ubaldo Scanagatta scrive:

    @pstn: seppi per la verità me lo ricordavo, ma siccome lì per lì temevo di dimenticarmi qualcos’altro, come quella volta che gli italiani che giocarono bene ad Amburgo furono due, lo stesso Seppi e Volandri, mi pare, me l’ero cavata con un po’ di mestiere segnalando soltanto…la più entusiasmante, perchè quella fu obiettivamente _ e non solo perchè avvenne a Roma un trentennio dopo Panatta, ma perchè battè un tal federer, e anche Gasquet e Berdych, _ e senza tema di smentita certamente…l’impresa di Volandri al Foro Italico.
    Certo PSTN non me ne passi una: sempre pronto a cogliermi in fallo. Stavolta, però, secondo me, non hai letto con attenzione, perchè io mi ero…per così’ dire _ volendo scrivere alla svelta senza fidarmi troppo della memoria _ parato le spalle con quel…..la più entusiasmante. Vabbè, chiacchiere da bar, l’importante, pur apprezzando la pignoleria di chi mi legge (si impara sempre, e tutt’al più serve da rinfresco della memoria), era la sostanza del diascorso e credo che su quello possiate essere tutti d’accordo, corrado erba in primis che aveva sollevato l’argomento.

  68. +PSTN+ scrive:

    “Certo PSTN non me ne passi una: sempre pronto a cogliermi in fallo.”
    Sempre? Bah!
    Ricordo solo un’altra volta cioè un articolo con alcune statistiche del rendimento di Nadal sulla terra.
    Niente di grave ovviamente. Se noto un errore e posso contribuire nella correzione di una distrazione perché no?
    Altrimenti se ritieni/ritenete la tal cosa pignola e fastidiosa, non segnalerò più niente e invito gli altri a fare lo stesso.
    No problem.

    Ad ogni modo, avevo capito che ricordavi di Seppi e infatti ho tentennato prima di scrivere il post comunque ironico e non certo con tono pedante da “so tutto io” (dato che oltretutto lo sa chiunque che Seppi è arrivato in semi lo scorso anno ad Amburgo) perché prima avevi messo “la più entusiasmante” e poi “il buio più assoluto” intendendo, forse, una temporanea dimenticanza di quanto fatto da Andreas.
    Ti sei parato le spalle sì e io son intervenuto scherzosamente perché anche altrove, quando si parla dei risultati di rilievo in Slam e MS dei nostri connazionali, ho notato che curiosamente qualcun altro si dimentica (pur sapendolo) di citare la semi MS di Seppi probabilmente proprio in quanto meno entusiasmante e appariscente di quella di Volandri a Roma 2007.

    Aggiungo che, chiaramente, da “Vabbè” in poi si capisce come il tono del tuo post sia rilassato e non risentito però quando dici che son sempre pronto a prenderti in fallo mi pare abbastanza esagerato oltre che non vero anche perché, se mi posso permettere, lo faccio con tutti (quindi non prendo di mira nessuno) e se fossi dall’altra parte io ringrazierei e basta di eventuali sviste segnalatemi da uno o più utenti.

    Sulla sostanza del discorso, niente da eccepire.

    Mi son evidentemente permesso di darti del tu visto che hai fatto lo stesso con me e logicamente non v’è alcun problema!

  69. Ubaldo Scanagatta scrive:

    dai PSTN, guarda che scherzavo anch’io, come del resto mi pare tu abbia capito…ciao e continua , scherzi a parte, a correggermi tutte le volte che vuoi, anche perchè …se non ero sicuro io di un dato o di un risultato, averlo ricordato oltre a ricordarlo a me lo ha ricordato ad altri. Ti assicuor che ogni puntualizzazione di un lettore che aiuti la conoscenza di un altro a me fa superpiacere, è un contributo in più…
    chiudo: forse allora il sempre pronto a cogliermi in fallo non eri tu, ma uno, dieci, cento altri….e non ci crederai ma a me (se proprio non mi fanno fare la figura dello sprovveduto deficiente…!) mi fa Piacere. per il discorso di cui sopra. ciao nessun problema per il tu. Anch’io non riesco, questo sì che è …alzheimer, non riesco a tenere una linea. Una volta dò del tu, un’altra del lei, e ovviamente poi non ricordo se a quello stesso interlocutore ho dato del tu e del lei, favorendo così domande del tipo: “ma che le ho fatto? Prima ci davamo del tu…”. Con i vecchietti come me bisogna aver pazienza….Io non ce l’ho soltanto con quelli che mi accusano, ogni tanto (molto ogni tanto per fortuna) di malafede.
    Io faccio un sacco di sbagli, ma li faccio sempre onestamente. Mai in malafede…e chissà mai perchè adesso mìè venuta in mente questa sparata nella quale tu PSTN (cavolo faccio una fatica a ricordare questa sigla: devo pensare al postino che non bussa mai due volte…) non c’entri proprio per nulla. pure demenza senile.

  70. +PSTN+ scrive:

    Sì, non ho problemi a credere che ti faccia piacere (se non ti fanno fare la figura dello sprovveduto deficiente) e concordo sul discorso delle puntualizzazioni che, se corrette, indubbiamente aiutano la conoscenza e la memoria comune.

    Ho risposto pur avendo capito che anche il tuo intento era scherzoso solo per precisare/chiarire che probabilmente hai sbagliato persona dicendomi che sono sempre pronto a coglierti in fallo siccome, tra l’altro, la frase poteva finanche suonare un po’ stizzita quasi a far intendere che ti abbia preso di mira.

    Chiudo: non sono pronto a prendere in fallo nessuno; semplicemente se so con certezza che c’è un errore e/o una distrazione e/o una dimenticanza rilevante non mi faccio certo scrupoli a segnalarlo (spero senza spocchia) consapevole che io ringrazierei e basta nel caso capitasse a me (evidentemente più che possibile essendo umano e fallibile).

    Comunque tutto ok, ma già lo era prima.

    Ho notato solo ora che il mio nickname è pure il codice fiscale di postino.
    Non ci avevo mai fatto caso.

  71. marcos scrive:

    io non temo la norma contenuta nel decreto sulle intercettazioni che obbliga i blog a rettificare entro 48 ore uno scritto: è impraticabile. per attuare una norma del genere, bisognerebbe assoldare decine di migliaia di guardiani (mai sarebbero sufficienti): mi pare impossibile, oltre che indegno per un paese civile.

    allargare l’obbligo di rettifica, richiesto alle strutture giornalistiche, anche ai gestori di qualsiasi spazio online è anacronistico (buona parte del mondo scambia milioni di informazioni, senza le quali quella parte del mondo si bloccherebbe) e liberticida (i limiti alla libertà d’espressione sono stabiliti da norme vigenti: i codici già tutelano le persone offese, per esempio).

    il potere non si preoccupi: il mare di libertà nato e cresciuto con l’avvento del web non è pericoloso per lo stato delle cose. la libertà non porta direttamente alla rivoluzione, ma, semplicemente, aumenta il livello di conoscenza e di coscienza critica di chi la pratica. la libertà porta solo ad essere più esigenti con se stessi e con i propri rappresentanti: il web smaschera rapidamente il potere inefficiente. il web aiuterà il potere a migliorarsi fino al punto che nei posti di comando siederanno finalmente i migliori. questi non sentiranno più il bisogno di condizionare l’informazione per autorigenerarsi in perpetuo, ma amplieranno gli strumenti di conoscenza, per meglio spiegare ciò che vanno facendo per la collettività e per il progresso della società.

    il web aiuterà i rappresentanti scelti dai cittadini del mondo ad amministrarlo e non più a comandarlo: l’autorevolezza prenderà il posto dell’autorità; la trasparenza quello dell’opacità. saranno i cittadini a controllare l’operato degli amministratori e non più il potere a voler controllare i pensieri dei cittadini.

    non esisterà più quel potere che vuole controllare ogni pagina scritta sui blog, promettendo sanzioni pesanti in caso di mancata rettifica e che, nella stessa legge, cerca di impedire che, con le intercettazioni, i magistrati controllino il potere stesso, magari per caso, mentre indagano su loschi affari. saranno rappresentanti senza timore di essere intercettati e lieti che i propri cittadini possano esercitare il massimo della libertà di critica e pensiero, per aiutare a migliorarli.

    il progresso del mondo passa anche per il web: non è il momento di condizionarlo o di frenarlo. è il momento di renderlo più accessibile. è il momento di insegnare ai bimbi, fin dalle elementari, quali potenzialità e quali insidie comporta.

    il potere tende a scorgere pericoli nei posti dove ha minor controllo: in questo caso, si sbaglia. comprenda che questo posto può essere l’occasione per alimentare il sogno di una democrazia universale, senza inutili confini e senza pericolose rivendicazioni. l’incessante scambio di informazioni e conoscenze guiderà l’uomo a scegliere il miglior modello di convivenza ed i migliori amministratori.

    in un prossimo futuro, nessuno avrà interesse a fermare le nostre tastiere: qualcuno, al contrario, ci si insegnerà ad usarle meglio. la rete farà comprendere a coloro che ancora non capiscono che il pensiero unico nuoce anche a chi prova ostinatamente ad imporlo.

  72. Giovanni da Roussillon scrive:

    Nel Ranking - da me personalmente curato - degli articolisti del sito, numeri uno appaiati sono Marcos e Roberto Commentucci con …11220 punti. Poi, come invero accade anche in altra situazione del settore, non vedo inseguitori autentici.

  73. Stefano Grazia scrive:

    Dai,GDR, dicci anche chi e’ la maglia nera, il Malabrocca di turno…Qualche sospetto ce l’ho.

  74. king of swing scrive:

    sono in parte d’accordo con la signora Di Lorenzo…nel caso specifico della Davis in effetti non si può non darle ragione…la stessa vittoria di Fognini su Hrbaty andava non osannata per carità ma almeno un bravo a Fabio poteva dirlo…alla fin fine aveva vinto e bene…se avesse perso l’avrebbe attaccato pesantemente…ha vinto e non gli ha detto nemmeno bravo…sono queste cose che danno fastidio di Tommasi…

    comunque Tommasi tra i giornalisti italiani che scrivono di tennis…mi sembra quello che merita meno critiche..e insomma prima di scriverla a Tommasi io la scriverei ad altri una bella lettera…

    credo che l’apice sia stato raggiunto quando si è attaccato Fognini dopo la sconfitta contro Murray a Montecarlo…come si sia arrivati a criticare Fabio pure in quel torneo è una cosa che non concepisco…se non con la malafede…cioè attaccare fabio per la sua tenuta mentale nel match contro uno come Murray è stata la cosa più assurda che abbia mai letto in vita mia…

    cara signora Di lorenzo a confronto Tommasi ha dei piccoli difetti mi creda…e tra l’altro la visione internazionale del Tommasi va apprezzata…la Davis ad esempio è diventata per i nostri tennisti un punto di riferimento…al contrario per me è uno dei limiti del nostro movimento…perchè si pensa più alla Davis che alla classifica ATP o a fare bene nel circuito professionistico…

  75. marcos scrive:

    caro giovanni, è impossibile star dietro al commentucci: è una straordinaria fucina di contenuti, idee e suggerimenti!

    io son nato per inseguire, lentamente, quasi fermo, ma serenamente seguo tutti…perchè da tutti, prima o poi, qualcosa imparo.

    in questo spazio, tra articoli e commenti, si leggono pensieri talvolta più profondi di quanto uno s’aspetti, aprendo una pagina sul tennis.

    a me pare quasi evidente che sia il tennis a stimolarci e che, forse, il suo valore non è ancora del tutto riconosciuto.

  76. alessio.princ. scrive:

    @ king : sai perchè Tommasi e Clerici attaccano Fogna? perchè lui di loro se ne frega altamente,credo anzi che sia lui il 1° a ridere quando i 2 giornalai cercano di sminuirlo o di coolpirlo senza tregua.da come ci ha detto tempo da l’altro giornalaiogossiparo scanzi fognini a roma è entrato in sala stampa e ha dato la benedizione a tutti,dimostrando una personalità che certamente gente come seppi si sogna.si tira le racchette ha il labbro pendulo quando perde,macchissenefrega,quando lo guardi è uno dei pochi che ti trasmette qualcosa anche di positivo,e loro ”il gatto e la volpe” lo sanno e gli brucia,e allora cosa di meglio avendo un microfono in mano,che sparargli contro?pensate se tra un paio di anni questo arriva nei primi 15 del mondo cosa dovranno dire di lui ? e cmq credo che continuando a sparlarne non facciano che aumentare il dissenso da quelli che non la pensano come loro e aumentare la voglia di aver qualcuno che sia in campo sia nella vita non ci sta a perdere,e sa farsi rispettare

  77. Nicola RF scrive:

    @alessio.princ
    ti prego! Vuoi bene a Fognini? Sei un fan del suo tennis? Non criticare Tommasi!!! Se solo Fabio desse retta a Tommasi e la finisse di fare tutte quelle recite in campo… raggiungerebbe ancora più risultati. Eppi c’è anche la Reggi. Insomma: a Wimbledon, nello studio di Sky Fabio ha ammesso che le critiche al suo carattere e atteggiamento in campo sono giuste. Ha anche detto a Meloccaro che in tutti i match lui lotta contro se stesso e il suo carattere. Se lo ammete lui, non vedo perchè te la prendi con Tommasi?
    Credo che essere tifosi di tennis (non è così per i calciofili) significhi apprezzare il pregio e saper ammettere e capire il difetto. Se non ammettiamo il difetto e oltretutto lo assecondiamo (criticando chi lo nota) non potremo mai correggerlo.
    Con rispetto. Ciao e grazie.

  78. Giovanni da Roussillon scrive:

    Caro Marcos
    Non intendo contrapporre i vostri rispettivi talenti, bensì esprimere stima ad entrambi. Tra i motivi della mia boutade ranghistica, vi è proprio l’apprezzamento della tua capacità di cogliere gli aspetti positivi delle discussioni. Per indole sono portato a perseguire i “distinguo”, talvolta mio malgrado, ma ammiro chi ha la fortuna di abbracciare le cose in un tutto, chi, nelle dinamiche di “gruppo”, non risparmia le occasioni per spendersi nell’edificazione di ponti.
    Molto cordialmente.

  79. sanantonio scrive:

    @ Nicola
    Ma quando Tommasi se ne esce con una frase tipo: “i francesi hanno Gasquet, noi abbiamo Fognini” come la interpreti? Come una critica costruttiva? Come un incoraggiamento?
    La verità sull’acredine contro i giocatori italiani l’ha candidamente svelata Tommasi stesso in diretta durante una telecronaca raccontando un suo aneddoto.
    Durante un torneo dello Slam Tommasi arriva sui campi mentre i giocatori si allenano. Pete Sampras lo vede, lo riconosce, si ferma e viene a salutarlo. Tutti i tennisti italiani lo vedono ma continuano a giocare senza degnarlo di un saluto…

  80. Stefano Grazia scrive:

    sanantonio: quindi Sampras era un lavativo che trovavava ogni scusa buona per interrompere l’sllenamento, mentre gli italiani sono dei gran lavoratori, concentrati sempre che non si fanno distrarre…scherzi a parte, magari e’ anche questione di timidezza… La battuta su Fognini era una battuta, certo un po’ pungente, ma a quel tempo vera e certamente non intenta a colpire il ligure ma semmai il movimento italiano:.Battuta comunque che gli si e’ ritorta contro dopo le ultme disavventure del francerse ma e’ indubbio che Gasquet,Tsonga,Monfils e forse perfino Simon si sono affacciati alla ribalta internazionale con aspettative ed obiettivi diversi da quelli di Starace,Seppi, Bolelli e Fognini.. Chissa’,magari sarebbe il primo Tommasi ad essere contento di essere costretto a dire d’essersi sbagliato pubblicamente in tivu’ dopo una vittoria importante di Fabio…Certo, sarebbe bello se mentre noi stiamo qui a discutere e poi magari Tommasi e la Famiglia Fognini si parlano regolarmente, vanno a cena fuori, ridono e ci scherzano su…

  81. sanantonio scrive:

    @ Stefano: facciamo l’ipotesi, molto avventata, che dopo il c. che ti stai facendo, tuo figlio riesca tra qualche anno ad entrare tra i primi 100 al mondo, voglio vedere se vai a cena, ridi e ci scherzi su con chi alla televisione lo dileggia in continuazione, vale per tuo figlio ma penso che debba valere anche per Seppi, Fognini, Cipolla… o no?

  82. Stefano Grazia scrive:

    Sanantonio, l’ipotesi, hai ragione, e’ piuttosto avventata ma leggi il primo post: chi ha iniziato questa crociata contro Tommasi e Clerici ? In un certo senso proprio io, attirando l’attenzione del Blog sulla lettera della Signora Cipolla e criticando un certo atteggiamento che io stesso ho definito alla Marchese del Grillo e invitando il Magico Duo a rileggersi e a leggere e ad ascoltare anche The Others, che non sempre sono i Cattivoni. Cio’ detto, rimane immutata la mia stima per Tommasi e Clerici e si, credo che riuscirei ad andarci a cena e a ridereci su e a scherzarci su, perche’ alla fine come diceva il mio capitano Angelo Aldrovandi quando giocavo a rugby Quel che fa male non sono gli insulti, le beffe o i pugni ma le mete… E quindi l’unica arma che avrebbero a disposizione mio figlio e gli altri sarebbe quella di vincere partite e tornei E POI DI PRENDERE LORO PER I FONDELLI I LORO CRITICI…Possibilmente con stile e gusto.
    Io piu’ che altro intendevo richiamare l’attenzione che Fognini,Volandri,Starace,Seppi…sono dei professionisti, giocano per se stessi (non per noi tifosi o per l’Italia) e comunque si fanno come dici tu un mazzo cosi’ e quindi insultarli o dileggiarli perche’ non vincono uno Slam mi sembra fuori luogo… E qui mi rivolgevo piu’ che altro a certi tifosi da stadio. Io non sono mai stato un tifoso nazionalista (fra Agassi e Pescosolido quel giorno tifavo Agassi…era il mio giocatore preferito, perche’ avrei dovuto tifare per il buon Pesco, solo perche’ era italiano? Allo stesso modo potrei tifare per un italiano MA NON perche’ italiano ma perche’ mi piace come gioca, come si comporta, o perche’ il suo nome suona bene … Mose’ Navarra fu una grossa delusione, in effetti…. Quindi io sono in generale d’accordo con te anche se comunque ritengo che al giornalista debba essere lasciato una certa liberta’ di critica…Ecco, secondo me e’ sbagliato semmai criticare uno perche’ in quanto italiano non vince… Semmai sarebbe interessante sentire invece delle solite critiche e constatazioni qualche parere costruttivo, qualche proposta concreta, qualche rimedio costruttivo…
    Comunque, ripeto, la lettera della signora Cipolla l’ho portata io all’attenzione del Blog…

  83. king of swing scrive:

    @ alessio.princ. tutto è partito dalle critiche assurde fatte da scanagatta su questo sito dopo il match contro Murray…e da altre cose dove c’entra sempre scanagatta ovviamente…cioè Tommasi e Clerici si uniscono in seguito al coro..questo è un posto pericoloso per il nostro movimento tennistico ..non sto scherzando…ed è un problema che non va sottovalutato…io fossi stato nei panni dei nostri giocatori non avrei più rilasciato interviste a certi giornalisti…perchè una cosa è discutere su critiche costruttive…mentre un’altra è ricevere attacchi assurdi e in assoluta malafede solo per fare odiens…eh no io non ci starei di sicuro se fossi nei panni dei nostri tennisti…fatele ai federasti le vostre interviste…venduti!!!

  84. Nicola RF scrive:

    @sanantonio
    Bè la frase di Tommasi è di qualche tempo fa, quando effettivamente Fognini (parietà più o meno di Gasquet) prendeva stese a destra e manca e il francese sembrava avviato ad una carriera da top 5. Detto questo credo che il talento di Fognini sia notevole (Tommasi lo ha forse un pò sottovalutato) e le critiche che gli si rivolgono sono a fin di bene e oltretutto giuste (ripeto per stessa ammissione di Fabio).
    L’episodio che citi su Sampras e gli italiani te lo ribalto affermando che in quel caso i maleducati sono stati i nostri tennisti molto meno rispettosi della professionalità di Tommasi come giornalista di quanto Rino lo sia con loro come tennisti. I nostri atleti se la prendono con lui, perchè si sentono oggetto di una critica che in realtà Tommasi non rivolge a loro, ma al nostro sistema.

    @ King
    ma perchè non segui il calcio? quello è lo sport che più si adatta al tuo modo di vivere e intendere lo sport (rispettabilissimo peraltro). Nel tennis non si vive di colori. E’ uno sport individuale! Pertanto di fronte ad un movimento tennistico di una nazione come la nostra che nel suo complesso e sommando tutte le vittorie nella storia di tutti i nostri giocatori ha vinto meno DEL SOLO JIM COURIER… bè ti domando cosa diamine deve raccontare un giornalista ai suoi lettori? Che siamo forti? Che Fognini vincerà di sicuro il prossimo Wimbledon? Suvvia …. abbassiamo un attimo il nostro livello di tifoseria e guardiamo le cose per come stanno! I giornalisti a mio avviso sono anche troppo teneri! Eppoi qual’è l’interesse a non sponsorizzare i nostri? Ti faccio presente che fa notizia la vittoria più che la sconfitta nel tenns. Davvero….. se non prendiamo visione dei nostri mali come potremo correggerli?
    Fognini Murray… Fabio vinceva 5 e sul 5\1 già tirava la racchetta…. dai come si può non criticarlo?
    Concludo affermando che non deve passare che posizioni come la mia siano anti italiane. Non è vero! Non aspetto altro che gioire per le vittorie di nostri giocatori e vorrei che il nostro movimento primeggiasse. Assumo un atteggiamento realistico, critico ma sicuramente UTILE!

  85. king of swing scrive:

    ma in realtà non è proprio così Nicola RF…io non sono un ultras…

    vorrei farvi riflettere su una cosa..i nostri giocatori fanno quel che possono..Fabio Potito Simone Andreas Flavio danno sempre tutto in campo…non è certo colpa loro se il nostro movimento tennistico non decolla e forse non decollerà mai in Italia…

    la colpa è proprio di un certo tipo di giornalismo…del connubio tra certa stampa e il potere centrale di Binaghi…sono una vera e propria zappa ai piedi per il nostro movimento tennistico…

    e purtroppo questo legame difficilmente può rompersi visto gli interessi che ci sono in mezzo…

    il giornalista dovrebbe raccontare che i nostri fanno del loro meglio..questo dovrebbe raccontare il giornalista…criticare aspramente le politiche federali e il nostro presidentissimo…il tutto per il bene del nostro amato sport

    Fabio ha fatto del suo meglio contro Murray e meritava soprattutto elogi per quel match…

    a parte Filippo Volandri non c’è nessuno dei nostri che possa essere criticato in maniera così aspra a ragione…

    concludo dicendo che Supertennis il canale televisivo della fit ha peggiorato ulteriormente la situazione..giornali e federasti uniti contro il nostro amato sport…possono servire a poco gli sforzi dei nostri giocatori e dei loro coach in un ambiente del genere

  86. gigi scrive:

    Strano che non sia ancora arrivata la lettera della madre di Federer,che Tommasi si è permesso ,dice un blogghista,di criticare.In realtà(la precisazione è talmente ovvia che lo stesso Tommasi non deve aver ritenuto opportuno intervenire) egli ha semplicemente detto che non è poi così scontato che Federer sia il migliore della sua epoca ,che il migliore di sempre non esiste,che il tennis d’una volta era più divertente,che gli italiani del tennis son scarsi.
    Tutti concetti INEVITABILMENTE condivisibili,in quanto basati su numeri e dati di fatto innegabili.Salvo,ovviamente,la preferenza per il tennis d’antan,che è basata sul gusto personale.
    Già una volta feci notare su questo sito come Federer sia vissuto molto sulla scarsità di avversari di gran livello,del tipo Immortali e come quando ne trovò due (il Nadal terraiolo ed il Safin prestato dalle safinette al tennis d’Australia)ci abbia sbattuto il naso.Non fui preso in considerazione, perchè probabilmente troppo fuori dal coro dei soliti luoghi comuni.Anche quando dissi che l’attuale sistema di classificare i giocatori,rispecchiando di fatto i risultati di un anno,non definisce affatto il valore in tempo reale bensì quello ,ormai obsoleto,di un anno intero,sollevai il popolo ,senza riuscire ad ottenere valide ragioni razionali .
    Ecco,il Tommasi è semplicemente uno che ragiona.Analizza,sintetizza,trae conclusioni razionali e,tutto sommato,matematicamente elementari.
    Fà piacere esser in compagnia di un simile pensionando!

  87. Skorpion scrive:

    Se anche venisse fuori un tennista italiano capace di vincere un torneo od un grande torneo non significherebbe che il tennis Italiano abbia raggiunto chissà quali livelli. Alla fine W il tennis … e che venga trasmesso in chiaro almeno gli Slam, la Davis ed il Master.

  88. +PSTN+ scrive:

    @Ubaldo Scanagatta
    Effettivamente mi sa che avevi proprio ragione tu dato che mi è venuto in mente che ti avevo corretto altre 2 volte quindi altro che deficienza senile (ormai il mio nickname l’avevi inserito nella lista nera per non più scordarlo!;-) ).

    Avevo corretto quando avevi confuso la ex tennista dal seno prosperoso (nel senso che ora pare l’abbia ridotto e non che si sia ritirata, logicamente) Simona Halep con un’altra e precisando il best ranking di Karlovic che è stato 14 e non 15.
    Di conseguenza, alla luce di questo, la tua frase “Certo PSTN non me ne passi una: sempre pronto a cogliermi in fallo” ci stava eccome anche se poi ci siamo naturalmente chiariti e so bene che la cosa non dà fastidio.

    Stavolta son io ad aver dimenticato dei dettagli.

  89. Nicola RF scrive:

    @ king
    scusa il ritardo….
    Siamo di fatto daccordo su tutto. Seguo il tennis e non mi sembra di aver mai sentito Tommasi dire che i nostri scendono in campo per perdere. Ovvio che i giocatori devono essere rispettati e che non si può fare loro una colpa se non arrivano alla top ten. Altra cosa è criticare l’atteggiamento di alcuni di essi, dal punto di vista comportamentale e della programmazione. E sì perche c’è, ed è innegabile, la tendenza dei nostri a privilegiare i challenger di casa rispetto al misurarsi su terreni lontani (il cemento Usa per es) nonostante il fatto che se ne abbia tutte le potenzialità (Starace per es). L’unico che ha fatto una svolta è stato Pistolesi e infatti lo hanno massacrato!. Il connubio tra giornalismo malato e il governo del tennis, non è da oggi che lo denuncio e secondo me e addirittura il male peggiore per il nostro tennis (credo che qualche direttore della comunicazione di qualche ente in giro…. dovrebbe guardarsi la coscienza e vergognarsi profondamente per il ruolo deletereo che ha assunto, e se qualcuno gli dovesse chiedere che lavoro fa…. questo ipotetico direttore dovrebbe rispondere che per vivere ha sempre fatto lo zerbino dei potenti). Ma anche qui credo che Tommasi si distingua eccome! Lui è severo, considera mediocri i giocatori che si ricordano per le grandi sconfitte… che ci vuoi fare, la pensa così, ma sinceramente se ci pensi non mi sembra che abbia molto torto. A tutti i livelli è così: c’è quello che gioca meglio ma non vince…. ma se vogliamo alzare qualche trofeo, disognerà pure cominciarle a vincere le partite, non solo a perdere sebbene con una grande prestazione. Insomma di grandi sconfitte ormai abbiamo un pò l’allergia…..
    Ciao a tutti.

  90. sanantonio scrive:

    mi sembra che si avveri quanto avevo previsto: questa benedetta lettera Tommasi non l’ha mai letta nè mai la leggerà…

  91. TCC'75 scrive:

    Alla signora Cipolla io risponderei così.
    Non più lontano di 4 o 5 anni fa Filippo Volandri veniva considerato da commentatori illustri e giornalisti italiani uno tra i primi 5 giocatori al mondo sulla terra battuta.
    Vorrei ora ricordare i successi straordinari di questo fenomeno nazionale:
    - titoli ATP vinti: St. Polten e Palermo…non esattamente Montecarlo e Roland Garros
    - finalista a Umago, Buenos Aires e Bucarest
    - semifinali Slam…ZERO
    - quarti slam…ZERO
    - best ranking: 25

    Io credo che uno che fa il cronista debba registrare i fatti, e i fatti sono che non abbiamo un giocatroe da esaltare. Abbiamo una buona tennista come Flavia, non una fuoriclasse, ma una ottima professionista che merita tutte le copertine del mondo.
    Chi fa l’operazione di cantare le laudi di Starace e Fognini nei challenger di Napoli o San Benedetto, non si comporta da giornalista serio, perchè il tennis che conta si misura su altri palcoscenici.

    Accusare un giornalista che commenta la finale di Wimbledon da 40 anni e più di non riconoscere i sacrifici fatti da Cipolla è come lamentarsi col ministro delle telecomunicazioni del lavoro fatto dall’antennista sulla propria parabolica.

  92. TCC'75 scrive:

    Praticamente quello che dice King of Swing è: “Siccome si impegnano al massimo, ma la classe non ce l’hanno per vincere contro i migliori, allora non dobbiamo dire che non hanno classe, ma che si sono imopegnati”.
    Scusa, ma se un giornalista scrivesse questo dei nostri politici, dei manager delle grandi industrie, dei calciatori o di chi vuoi, diresti che è un incapace ed un servo!
    Murray ha battuto Fognini e Starace quest’anno. Fognini da 5 a 0 sotto nel primo e Starace da 5 a 0 sotto nel terzo set. Morale: Andy è un vincente, i nostri no. Invece secondo te dovremmo scrivere che sono stati bravi lo stesso perchè andare avanti contro il numero 3 del mondo non è facile.

    Io vorrei vedere te avanti 5-0 perdere il set e la partita. Io uscirei dal campo dicendo “Sono veramente scarso!” e non “Mi soo impegnato e ho perso, peccato…”

  93. vittorio scrive:

    Credo che la Sig.ra Di Lorenzo difenda com’è giusto i…propri figli essendo una mamma…il tennis italiano ha bisogno di giocatori umili come Cipolla…peccato il fisico……Tommasi e clerici fanno il loro lavoro da oltre 50 anni e sempre allo stesso modo…se sono sempre lì è perchè la gente e gli addetti ai lavori li amano, altrimenti………..bisogna essere obiettivi…il tennis italiano è rovinato non dalla Sig.ra Di Lorenzo ma da tante altre Mamme Cipolla che non perdono tempo a far sentire i propri figli troppo mammoni e poco adulti…sul campo si vince con la voglia di soffrire non solo con la classe in Italia c’è poca voglia, chissà perchè il miglior giocatore di oggi è di Bolzano e la migliore giocatrice si allena in Spagna da anni…meditate gente meditate…………

  94. luca m. scrive:

    Cara Signora Di Lorenzo, Il Signor Tommasi quando vede giocare suo figlio non potrà mai dire una sola parola contro, ne sono sicuro, perchè Flavio gioca benissimo, è coriaceo, è intelligentissimo, non tira le racchette nè si lagna, nè ha atteggiamenti anti-sportivi. Io l’ho visto giocare a Genova per due anni e le posso assicurare che tutti la pensavano esattamente come le ho riportato. Per me avrebbe ancora dei margini di miglioramento, ma gli allenatori italiani sono ancora all’antica, credo non si siano aperti alle nuove tecnologie per migliorare fisicamente tecnicamente e psicologicamente. Un saluto.

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