Lopez sorprende Ferrero…nel punteggio.
Il ritiro di Ancic e una malignità.
In FIT forse non si sono accorti che…
Le interviste ai protagonisti, Us Open’s interview.

 
27 Agosto 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

di RINO TOMMASI

NEW YORK - Comincia con una vittoria italiana questa edizione dell’Open degli Stati Uniti, quarta ed ultima prova stagionale del Grande Slam. L’ha ottenuta una giocatrice di 20 anni, Sara Errani, numero 106 in classifica che nell’occasione ha passato per la prima volta un turno in un torneo importante.
La Errani ha battuto un’avversaria proveniente dalle qualificazioni, la ceka Renata Voracova, che è stata in vantaggio per 5 a 3 nel primo set, ha mancato un set point, poi la Errani, che è nata a Somma Lombarda ma da tre anni si allena in Spagna, ha infilato quattro giochi consecutivi vincendo così il primo set, dopo di che ha controllato anche il secondo.
Questo risultato le varrà un salto di circa 20 posti in classifica e la possibilità di entrare più facilmente nei tabelloni dei grandi tornei.
L’incontro più interessante della mattinata è stato il derby spagnolo tra Juan Carlos Ferrero, uno specialista della terra battuta ma che vanta qui una finale perduta contro Roddick quattro anni fa, e Feliciano Lopez. Più della vittoria di Lopez, un mancino che si è sempre trovato bene sui campi veloci, sorprende il netto punteggio con il quale Ferrero è stato eliminato.
Più sorprendente è stata la sconfitta del cipriota Marco Baghdatis contro il bieloousso Max Mirny, uno dei pochi giocatori che praticano il serve and volley. Mirny, del quale si ricorda qui una splendida partita perduta in cinque set contro Guga Kuerten, ha attaccato su ogni palla e non ha concesso a Baghdatis il tempo di organizzare il proprio gioco.
All’ultimo momento ha rinunciato il croato Mario Ancic, che era appena rientrato all’attività dopo una sosta (mononucleosi) di qualche mese. Ancic avrebbe dovuto incontrare il serbo Novak Djokovic, la terza testa di serie. Conoscendo i rapporti tra croati e serbi si può anche ipotizzare che Ancic noin avesse voglia di affrontare un avversario di quel tipo senza essere nella migliore condizione, ma forse si tratta di una malignità.
Può darsi che in Federazione non se ne siano accorti ma l’anno scorso nelle qualificazioni di questo torneo avevamo avuto ben 17 giocatori (9 uomini ed 8 donne) quest’anno soltanto sei (cinque uomini ed una sola giocatrice). Purtroppo il risultato è stato ugualmente negativo, nel senso che nessuno si è qualificato, ma almeno numericamente il segnale dell’anno scorso era stato incoraggiante. Temo che la lodevole iniziativa di avere in Italia un buon numero di tornei challengers abbia finito per rendere più pigri i nostri giocatori di seconda fascia.
Rino Tommasi

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Intervista a Marion Bartoli (traduzione a cura di Luca Corradini)

D: Cos’e’ cambiato da Wimbledon a oggi?

R: E’ cambiato tutto. Per prima cosa, naturalmente, il mio ranking. Ha cambiato tante cose perche’ all’inizio del tabellone si hanno dei bye e inizi dopo.
Adesso mi conoscono tutti, ovviamente. Ho delle distrazioni al di fuori del tennis. Mi piace. D’altronde, credo di giocare davvero bene. Sento che il mio tennis sta diventando piu’ solido e sto giocando molto bene. Quindi questa e’ la cosa piu’ importante.

D: Sei riuscita a fare qualcosa di divertente da quando sei arrivata qui a New York? Sfruttato qualche opportunita’ magari non avuta in precedenza?

R: Di solito ne approfitto dopo il torneo. Quando il torneo finisce, si’, mi prendo un po’ di tempo libero. Sono una gran amante dello shopping, e cosi’ New York mi da’ un bel po’ da fare. Ma, sapete, lo faccio quando il torneo e’ finito. Spero quindi che per me questo significhi tra due settimane.

D: E cosa farai d’interessante?

R: Solitamente vado al Times Square Garden per vedermi uno show, divertirmi, visitare ristoranti. E, naturalmente, dedicarmi molto allo shopping.

D: Un bel modo per iniziare un torneo dello Slam

R: si, certo ; sai, credo che lei fosse un po’ timorosa: non so se abbia mai giocato prima in un tabellone principale dello U.S. Open. Al French Open, la volta che mi diedero una Wild Card, ricordo che ero davvero spaventata ogni volta che dovevo scendere in campo.
Penso che per lei sia stata la stessa cosa oggi. Ma, in ogni caso, colpisce la palla piuttosto bene e puo’ servire in maniera potente; credo di aver giocato bene per averla battuta in piu’ o meno un’ora.

D: Parlaci di cosa pensi dell’ambiente che trovi qui allo U.S. Open.

R: Qui ho giocato il torneo junior del 2001, vincendolo. Ho avuto sensazioni talmente positive fin dalla prima volta.
Ogni anno qui mi succede qualcosa di buono, in singolare o in doppio. Percio’ mi piace giocare su questi campi.
Prima di tutto, la superficie e’ veloce e questo mi piace. L’atmosfera, lo stare a Manhattan, sapete com’e'…Ci si puo’ prendere una pausa dal tennis per poi riprendere quando si torna a Flushing Meadows. Mi piace il break tra le due cose. E’ semplicemente un torneo che mi piace giocare e mi diverte davvero stare a New York.

D: Dato che viene da una stagione solida, cosa ti aspetti da te stessa in questo torneo?

R: Mi aspetto di giocare meglio che posso e vincere un match dopo l’altro. Non puoi guardare molto in la’ nel tabellone. Persino Roger Federer non sa chi incontrera’ al secondo turno. Devi giocare un match alla volta, passo dopo passo. Vincendo partita dopo partita, arriverai lontana. Ma questo non lo puoi fare prima di aver giocato i primi incontri.

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Intervista a Justine Henin (a cura di Luca Corradini)

D: Come hai giocato oggi?
R: Penso di aver fatto una buona partita. Non ho servito un granche’ bene; negli ultimi giorni sono rimasta un po’ in ansia per la spalla. Sta migliorando, ma la preoccupazione rimane.

D: L’atmosfera che si vive qui stimola alcuni giocatori, mentre altri non ci fanno molto caso. Tu che posizione hai?
R: Non e’ il mio torneo dello Slam preferito, devo ammetterlo. E’ talmente diverso. E’ anche un Paese diverso rispetto all’Europa, ti ci devi abituare. Ci sono altri posti dove senti di stare un po’ meglio.
Qui, per me, e’ un po’ piu’ difficile. Questo torneo penso richieda un grande sforzo. Inoltre, e’ l’ultimo Slam della stagione, l’ultima occasione per fare bene nelle prove dello Slam. E’ probabile, quindi, che la tensione si faccia sentire di piu’.

D: Credi anche che sia quello piu’ difficile da vincere?
R: Per me, e’ molto dura a Wimbledon. No, questo e’ uno dei piu’ — forse il piu’ difficile da vincere perche’, come ho detto, e’ l’ultimo. Richiede un grande dispendio di energie. Pazza New York. Si, ci sono molte attenzioni. E’ un grande show, e’ diverso.

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ROGER FEDERER (traduzione Giovanni Di Natale)

D. Pensi sia stato utile per te iniziare il torneo con un incontro sulla carta facile o preferivi un esordio più impegnativo?
ROGER FEDERER: Preferisco facile, ma è una mia convinzione. Altri ragazzi magari preferiscono giocare cinque set. I preferisco match più corti. Non so perchè (ride).

D. Inviti mai qualcuno a giocare con te a Dubai.

ROGER FEDERER: No. Non mi piace chiamare sparring partners. Ai media piace dire così, perchè io sono migliorato così pensano che ci sia uno sparring. Non è così. Questi ragazzi giocano il tour. No, io non mi sono mai allenato con qualcuno che poi avrei dovuto dire “voglio lui per giocare”.

D. Cosa ti ha spinto ad allenarti a Dubai? Il tempo?
ROGER FEDERER: Anche. Non piove mai e questa è una gran cosa. I posso allenarmi su campi in duro. In Svizzera noi lottiamo per allenarmi all’aperto sul cemento. Non sai mai quando pioverà. E poi posso concentrarmi solo sul tennis. Non ho distrazioni, in Svizzera invece ho gli amici, la famiglia e voglio fare tante cose. E se a Dubai voglio concedermi una pausa posso andare in spiaggia. E’ facile. Dubai è il posto giusto per allenarmi.

ENGLISH INTERVIEW

MARION BARTOLI

Q. How has anything changed for you since Wimbledon till now?
MARION BARTOLI: Everything changed. First of all, of course, my ranking. Ranking changed a lot because you have usually some byes into the draw, you’re getting later into the draw.
Of course, everybody knows me now. I have to do more distraction outside of tennis. I like it. Otherwise I play really good. I feel my tennis is really clicking together and I’m playing really well. So this is the most important.

Q. Have you been able to do anything enjoyable while in New York? Opportunities you may not have had before?
MARION BARTOLI: Usually I take those opportunities after the tournament. When the tournament is finished, yes, I have some time off. I’m really a shopping lover, so I have a lot of things to do in New York for this.
But, you know, I make it when the tournament is finished. So I hope in two weeks for me now.

Q. Are you doing anything interesting?
MARION BARTOLI: I’m usually going to Time Square Garden, see one show, have some fun, go to the restaurants. And, of course, do a lot of shopping.

Q. Nice way to start a Grand Slam tournament.
MARION BARTOLI: Yeah, of course, you know, I think she was a little scary maybe. I don’t know if she played the US Open before in the woman’s draw. When I was a wildcard, I was playing the French Open, I remember I was really scared every time I was playing on court.
I think she was the same today. But, you know, she can hit the ball pretty well and she can serve hard, and I think my game was just right enough to beat her in an hour or so.

Q. Talk about the way you feel about this environment at the US Open.
MARION BARTOLI: The US Open, right way the first time I played it in ‘01 in the juniors, I won the juniors there. I feel so great the first time I played there.
Each year it’s happen something great to me, either in singles or in doubles here. Something came out, came out always with a good result in singles or in doubles. So I really love this, to play in those courts.
First of all, the surface is fast and I like it. The atmosphere, you know, stay in Manhattan, you can quit a bit from tennis and then you’re coming back, you turn it on again when you’re in Flushing Meadows. Those kind of breaks between the two, I like it also.
It’s just a nice tournament for me to play and I really enjoy to be in New York.

Q. Coming in off of a solid season, your own expectations of yourself in this tournament?
MARION BARTOLI: My own expectation is to play the best as possible and to try to win one matches after the other one. You cannot look too far into the draw. Even Roger Federer doesn’t know his second round opponent.
You have to take it match after match, step after step. If you win each match, you will go far. But you cannot look far before to play the first matches.

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JUSTINE HENIN

Q. How did you play today?
JUSTINE HENIN: I don’t know. I don’t have a lot of things to say about that match because there wasn’t a lot of rhythm. She was serving pretty hard, pretty good, but did a lot of mistakes.
I just did a good job. Generally it’s been positive. I didn’t serve that well. I was a bit concerned the last few days with my shoulder. It’s getting better, but still a little bit scary.
But, no, I’m glad to win that way. Nothing special today.

Q. How did it feel just being back here on Arthur Ashe?
JUSTINE HENIN: Yeah, it’s a good feeling. I had a chance to practice yesterday with Jankovic on the stadium. It’s different. It’s big. It’s huge. You need a little bit of time to get used to it.
But it’s a good feeling. It’s a court that brings me a lot of good memories good and bad memories. But, not so different this Grand Slam from the others. I’m feeling good.

Q. Some people thrive on this atmosphere, others don’t particularly care for it. Where do you fall?
JUSTINE HENIN: It’s not my favorite Grand Slam. I have to agree with that. It’s so, so different. Different country also from Europe. You need to get used to it. There are places where you feel a little bit better.
Here for me it’s maybe a little bit more difficult. It takes a lot of energy, I think, this tournament. It’s also the last Grand Slam of the season, last chance to do well in Grand Slams. So you can feel the tension probably a little bit more.

Q. Do you think it’s also the most difficult to win?
JUSTINE HENIN: For me, Wimbledon is pretty tough. No, it’s probably one of the maybe the most difficult to win because, like I said, it’s the last one. It takes a lot of energy. Crazy New York. Yeah, there is a lot of attention. It’s a big show here. It’s different.

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ROGER FEDERER

Q. Do you think it’s good for you to have this kind of games, easy on the paper in the first round, or do you prefer more difficult?
ROGER FEDERER: I prefer easy, but that’s me. Maybe other guys like five setters in the first round. I like straight sets more. Some reason, I don’t know why (smiling).

Q. In Dubai, if you invite someone to come hit with you.
ROGER FEDERER: No, it’s just to hit. I don’t like to call them sparring partners. Always the media like to say that, because I’m better so they think anybody is a sparring partner. That’s not the way it is.
These guys, they’re playing on the professional tour. In a year’s time maybe they’re ranked totally elsewhere. So it’s about putting an entire season together so the ranking follows.
But honestly, no, I never practice with somebody who then I could say this is exactly what I want him to play like. I just want to be able to have a guy that’s steady off the baseline who I can play points with.
You can always play points with many guys, you know. They can be ranked No. 500, 1000 in the world, it’s no problem.

Q. What is useful about Dubai as a place for you to practice? Is it weather related?
ROGER FEDERER: Yeah, never rains, which is a good thing, because I can practice on a hard court. In Switzerland we struggle with outdoor hard courts. You never know when the rain.
Yeah, what else? I can really concentrate on tennis over there. I have no distractions, whereas in Switzerland maybe I still have so many friends, families, I want to do things.
I’m maybe not there to really focus on tennis, whereas in Dubai it’s totally different. Maybe, as well, you have the beach. If you want to go, have a day off, like an afternoon off, you can even go to the beach, take it easy. It’s just a good feeling in Dubai for me to practice.

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21 Commenti a “Lopez sorprende Ferrero…nel punteggio.
Il ritiro di Ancic e una malignità.
In FIT forse non si sono accorti che…
Le interviste ai protagonisti, Us Open’s interview.”

  1. Antonino Sollena scrive:

    Abbiamo un buon numero di challenger, ma abbiamo perso il torneo di Palermo. Ancora non ci posso credere, mi sembra un incubo… che tristezza quando tra un mese si materializzerà…

  2. anto scrive:

    Credo che Tommasi abbia ragione, d’altronde il solito Fognini ha tentato il tour nord-americano.

  3. Enzo Cherici scrive:

    Qualcuno diceva: a pensare male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca. Qualcosa mi dice che ha ragione Rino sul forfait di Ancic. Ho visto il match di Mirnyi. Tralascio il fatto che avevo pronosticato Baghdatis nel Fanta US Open (in buona compagnia tra l’altro), ma che miopia tattica il cipriota. Serviva la seconda sempre sul rovescio dell’ucraino, al quale non sembrava vero potersi appoggiare per attaccarlo ad ogni palla. Sconfitta meritata. Concludo sottolineando che oggi Baghdatis mi ricordava terribilmente Recoba…era destino!

  4. Stefano Grazia scrive:

    Sulla malignità: bisogna dar atto a Djokovic di essere al di sopra di queste cose…si allenava con ed era amico di Ljubicic e a montreal quando il Presentatore alla Premiazione l’ha introdotto come CROATO (!!!) lui ha sdrammatizzato ed ha detto subito: I’m not angry, really: it’s the same thing (non sono arrabbiato,davvero: è la stessa cosa).
    E devo dire che questo me l’ha fatto apprezzare ancora di più.

  5. vincenzo torzillo scrive:

    D’accordo con Rino sulla presenza ridicola dei nostri nelle quali e questo è tendenzialmente da attribbuire al fatto che i nostri non capiscono che ormai il tennis vero si gioca sul cemento e deve essere prioritario nella programmazione,anche il modo in cui i nostri “big” hanno preparato l’evento principale,lascia senza parole e merita critiche.

  6. Chris scrive:

    Ovviamente Rino Tommasi ha ragione sui nostri giocatori, ma credo che in federazione non abbiano l’abbonamento a sky quindi non vedono U.S. Open, per quel che riguarda Baghdatis grande delusione mi sembra che in certi momenti gli venga il braccino.

  7. angelica scrive:

    Se non ricordo male, Mirnyi e’ Bielorusso

    (Enzo che fai mi confondi Savchenko ukraino con Max Mirnyi!
    Che non sara’ bello pero’ e’ …interessante:P)

  8. Enzo Cherici scrive:

    Angelica, come sempre, hai ragione ;-)
    Mea culpissima!
    Il bello è che lo sapevo pure, forse stavo ancora in fase di rosicamento per aver cannato il pronostico ;-)

  9. remo scrive:

    Mirnyi aveva disputato anche un bellissimo incontro con Agassi, qualche anno fa. E’ uno dei miei tennisti preferiti e trovo il suo gioco semplicemente bellissimo. Però vince poco (in singolare, perché in doppio è un’altra storia) e l’avevo dato perdente contro il cipriota. Ma mi sono sbagliato anche con Bolelli (e sono felice) e la Errani (come sopra), quindi…

  10. Mark scrive:

    Complimenti a Errani, Camerin e Bolelli. Sono molto dispiaciuto per Mara che sembra ormai voglia svoltare verso una carriera da doppista.

    Leggendo la conferenza stampa della Bartoli, si deduce secondo me che non si è mai rivista un suo match. Lei gioca bene? Dire questo è una bestialità. Ha una grinta e una determinazione utilissime per vincere le partite come ha dimostrato a Londra, ma il suo tennis è a dir poco orrendo.

  11. Luigi Ansaloni scrive:

    Un giorno spero che qualcuno mi spieghi cos’è un gioco “orrendo” e un gioco “bello” a tennis. E’ una questione di gusti: si può dire “non mi piace” o “mi piace”, ma poi basta. Orrendo è un termine abbastanza brutto per definire un gioco, sopratutto se è tennis.

  12. Nikolik scrive:

    Sarei cauto a dire che la Santangelo sembra che abbia ormai voglia di svoltare verso una carriera da doppista.
    Non so perchè, ma, evidentemente, forse, abbiamo delle pretese ingiustificate.
    La Santangelo, attualmente, è n. 29 del mondo, oltretutto con pochissimi punti da difendere da qui alla fine dell’anno, tanto che, infatti, nella classifica che tiene conto solo dei risultati del 2007 (quella definita “race”) è la prima delle italiane.
    Con questi risultati, non la definerei una in procinto di diventare solo doppista.
    Certo, gli ultimi risultati in singolare sono deludenti, ma si rifarà.
    Senza contare che, io, nel mio lavoro, non sono, purtroppo, il n. 29 del mondo.
    Penso, quindi, che si debba dare il giusto valore e le giuste dimensioni alla questione.

  13. vincenzo torzillo scrive:

    a proposito di Mirnyi,che ieri ha giocato benissimo,volevo ricordare che molti “preudo esperti” lo avevano definito un Ex,perchè aveva perso da Braccio al primo turno di Miami…..spero che ora siano convinti che il Bielorusso non è tanto EX

  14. Luca Corradini scrive:

    Mark, credo siano piu’ che altro dichiarazioni di facciata: la francese e’ reduce da un estate non esattamente brillante, anzi. Come spesso succede, ovvio che in questi casi si cerca di trasmettere la maggior positivita’ possibile.

    Ce ne passa, naturalmente, tra le sensazioni provate in allenamento e quello che avviene in campo.

  15. Enzo Cherici scrive:

    Odio Mathieu!
    E non aggiungo altro….

  16. marco napo. scrive:

    mi dispiace aver perso il pronostico con bagdatis,mi sono fatto prendere dalla simpatia per il personaggio ,ma sul veloce mirny non è niente male ha un gioco spettacolare che purtroppo oggi si vede poco ,e contro un bagdatis non al massimo e che ha sottovalutatato l’avversario, ha fatto il colpaccio.

  17. Mark scrive:

    Ecco Luigi Ansaloni, il termine “orrendo” voleva rendere l’idea su quanto non mi piaccia il gioco della Bartoli.
    Visto che metti i puntini sulle “i”…ti correggo pure io….si scrive “soprattutto” e non “sopratutto”…..
    Luca Corradini, penso tu abbia decisamente ragione in merito alla Bartoli.

  18. Nikolik scrive:

    Tommasi ha quasi sempre ragione quando critica la nostra Federazione.
    Stavolta no.
    Infatti, come può pretendere una maggiore partecipazione italiana alle qualificazioni degli US Open, quando soltanto tre nostre giocatrici (la Oprandi, la Vierin e la Gabba) avevano la classifica per potervi accedere?
    Oltretutto, siccome una di loro, la Vierin, in effetti ha disputato le qualificazioni, si deve concludere che solo due sono state le defezioni e che, in ogni caso, era impossibile ripetere il risultato dell’anno scorso, con otto giocatrici alle qualificazioni, semplicemente perché, al massimo, avrebbero potuto essere tre.
    Francamente, se abbiamo ben nove giocatrici ammesse direttamente al tabellone principale, è veramente impossibile averne altre 8 nelle qualificazioni. E che siamo, l’America? Ma quando mai l’Italia ha avuto 17 giocatrici (perchè questo, evidentemente, pretenderebbe Tommasi, visto che ne abbiamo già 9 nel tabellone principale, 9+8) tra le prime 200 della classifica mondiale?
    Tommasi, molte volte, nella sua foga anti-federale, si sbaglia.

  19. Stefano Grazia scrive:

    maddai, mark, ricominciamo con la ipersuscettibilità…ei sempre tu anche quello con la Sharapova e Thomas Yancey? Gli erroi di ortogafia o d battitura non contano, l’abbiamo stabilito tanto temp fa altrimenti prima di fare uno dei miei kilometrici post a Genitori & Figli passano dei esi (e sarebbe meglio,lo so, ma ci perderei infreschezza…)…Io pr esempio sono d’accordo con Luigi Ansaloni…Perchè è orrendo il gioco della Bartolì? Forse perchè non i piace lei o il suo papà? Perchè lei clpisce in “levare”, in aticipo, e non lo faceva forse anche Agassi? E comunque, senza entrare nello specifico, forse Luigi si riferiva più in generale all’usanza che si ha di liquidare sesso il gioo di qualcuno come pallettaro o junkie style…Come se il tennis fosse solo vincenti da fondo o serve & volley…chi che stabilisce che un lob sia per forza meno nobile di una voleè? Mi viene in mente il lob in corsa di lleyton Hewitt…Credo si riferisse anche a questo,Luigi, oltre che forse al disappunto di vedere etichettata na giocatrice che può non piacere in uant appare goffa ma nessuno può negare che sia efficace e che possa ispirare ad altri simpatia. A me per esempio,anche se mi ha battuto Justine in semi a . Oh, e se trovi degli errori è perchè scrivo in fretta, non rileggo e la mia tastiera spesso “manca” (un po’ come in quel film con Jean Paul Belmndo “Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo” in cui lu è uno scrittore, a un certo punto gli viene a mancare la R sulla sua Olivetti e allora sullo schermo si vede l’agente segreto,trasposizione letteraria dell’autore e quindi sempre JP Belmondo, che lotta e insulta: Non mi pendeete mai, butti stonzi!!!)

  20. roberto scrive:

    Caro Nikolik, sulle donne hai ragione (tra l’altro, le due assenti alle quali, Gabba e Oprandi, sono ampiamente giustificate perché infortunate). Sugli uomini, invece, credo che il Tommasi abbia ragione da vendere, purtroppo…

  21. Mark scrive:

    No io sulla Sharapova o Thomas Yancey non ho detto proprio niente. Non ho nulla a che fare.
    Il gioco bimane della Bartoli così meccanico e privo di varianti mi fa orrore. E lo ripeto.

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