Fantatennis:
Come vincemmo la Davis nel… 2016

 
27 Settembre 2008 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Mentre tra gli appassionati monta la delusione per la vicenda Bolelli, cerchiamo di tirarci su il morale facendo vincere la fantasia… Anche se ce ne vuole tanta, sembra l’unico modo per vincere qualcosa.

“All’interno di ogni grande uomo, c’è un bambino che vuole giocare.”
(Friedrich Nietszche)

Mi svegliai di soprassalto, a notte fonda. Il cuore mi batteva forte in gola, ero madido di sudore. Mi alzai, maledicendo lo sformato ai funghi incautamente ingollato la sera precedente. Ormai incapace di dormire, me ne salii in soffitta, tra le mie cose, circondato dal silenzio pesante della casa. Lassù, sprofondato in una vecchia poltrona sfondata, me ne stetti per un po’ indeciso sul da farsi, quando notai, in un angolo, una cassapanca che mi pareva di non aver mai visto. Incuriosito e confuso, la aprii, e ne trassi un vecchio giornale. Era una copia della Rosea, il più popolare quotidiano sportivo di questo paese di calciomaniaci; un po’ scolorita, ma ancora leggibile. Al solito, faticai alquanto a trovare una pagina non dedicata al Dio Pallone. Finalmente, eccone una in cui si parla di tennis. Era parzialmente strappata, e mancava il titolo in testa al pezzo, ma di spalla c’era una bella foto grande, in verticale: due robusti ragazzotti, il primo con i capelli ricci, castani, il secondo con un bel caschetto biondo, che alzavano una grossa coppa a forma di insalatiera.

Iniziai a leggere.

“Roma, 6 dicembre. Il tennis italiano festeggia, a 40 anni di distanza dal primo storico successo di Santiago del Cile, la sua seconda Coppa Davis, con una sofferta ma meritata vittoria per 3 a 2 contro i fortissimi Stati Uniti. E’ stata una giornata lunghissima, indimenticabile, oltre 7 ore di gioco palpitante, piene di emozioni forti e colpi di scena. E’ finita con il Capitano azzurro Potito Starace portato in trionfo dai suoi moschettieri, davanti ai 15.000 in delirio del vetusto Palaeur, che qui, dopo il recente fallimento della società di scommesse, nessuno chiama già più Palalottomatica.
Eppure, sembrava che ancora una volta il sogno dovesse sfuggirci quando, verso le 5 del pomeriggio, il 24enne Giacomo Miccini, il nostro primo singolarista, settimo giocatore del ranking mondiale, si è dovuto arrendere, dopo 5 set e oltre 4 ore di lotta selvaggia, al grande rivale di sempre, il n. 1 della squadra americana, quel Ryan Harrison, n. 2 Atp, che è ormai la sua bestia nera. E’ stata una partita d’altri tempi. Sul lento tappeto indoor steso all’interno del Palasport, splendido retaggio architettonico dei giochi olimpici del secolo scorso, entrambi i giocatori hanno praticato un asfissiante serve & volley, facendo leva sul loro magnifico servizio (più potente e continuo quello di Miccini, più vario e difficile da leggere quello dell’americano) e sulle loro notevoli doti acrobatiche. Alla fine, la migliore qualità della risposta di Harrison ha finito per prevalere, sia pure di stretta misura: due splendidi impatti di rovescio, vincenti, gli hanno procurato il break decisivo, nel nono gioco del quinto set. Giacomo, sostenuto a gran voce dal pubblico, non si è arreso e ha avuto la palla per rientrare in partita nel game successivo, quando si è trovato avanti 30-40 e l’americano ha dovuto difendersi con la seconda di servizio. Ma il lungo scambio da fondo (uno dei pochi del match), se lo è aggiudicato Harrison, capace di effettuare una serie di fantastici recuperi sulle accelerazioni di diritto di Miccini, che alla fine è andato fuori giri, mettendo fuori un rovescio rabbioso. Poi, un ace e un servizio vincente hanno portato gli Stati Uniti sul 2 pari.

Tutti con il fiato sospeso, quindi, ad aspettare l’ultimo singolare, tra voci incontrollate che parlavano di una sostituzione dell’ultimo momento nella nostra squadra. Secondo qualche ben informato, il capitano Starace non avrebbe rischiato il giovane Gianluigi Quinzi, ventenne mancino emergente ma discontinuo, già arrivato nei pressi della decima posizione del ranking, e si sarebbe affidato al più solido ed esperto Matteo Trevisan, ventisette anni, n. 15 del mondo (tre posti più indietro di Quinzi), una solida esperienza in Davis sia in singolo che in doppio, in coppia con il fidato compagno Thomas Fabbiano. Invece, poco dopo, un autentico boato ha accolto l’ingresso in campo del caschetto biondo di Quinzi, che avrebbe sfidato nel singolare decisivo il quasi coetaneo, ma più esperto Joseph Di Giulio, ventunenne californiano di lontane ascendenze italiane, la nuova star del tennis a stelle e strisce. Arrampicatosi al n. 9 del mondo, dopo una strepitosa carriera giovanile, Di Giulio era nettamente favorito contro Quinzi, anche in virtù dei tre precedenti incontri fra i due, che lo avevano visto prevalere agevolmente. Ma Gianluigi, sostenuto dall‘urlo della folla, ha tirato fuori probabilmente il miglior match della sua verde carriera. Il mancino di Porto San Giorgio ha letteralmente chiuso nell’angolo sinistro l’avversario, con il suo micidiale gancio di diritto, per poi andare a concludere con imperiose accelerazioni a sventaglio. Di Giulio è parso stranamente teso, è stato poco assistito dal servizio e solo raramente è riuscito a prendere l’iniziativa, a mostrare la grande qualità del suo tennis da cemento. Perso il primo set in un lottato tie break, è gradualmente uscito di partita, incapace di trovare contromisure al diritto di Quinzi. Il capitano della squadra yankee, il grintoso Andy Roddick, ha cercato invano di scuotere il suo ragazzo, di suscitare una reazione. Tre set a 0, una cavalcata trionfale per Quinzi, e Coppa Davis che torna in Italia.
Un giusto premio per un movimento che davvero, da alcuni anni, è in tumultuosa crescita, dopo un lunghissimo periodo buio.
Chiudiamo con le pagelle dei protagonisti.

Giacomo Miccini 7,5. Ha giocato due grandi match: il primo, contro Di Giulio, lo ha vinto trascinando il pubblico, con il suo gioco aggressivo e spettacolare. Il secondo, contro Harrison, lo ha perso di misura, pagando ancora una volta, nei momenti cruciali, la scarsa incisività del suo rovescio. Ma ha un gran servizio, un diritto magnifico e un gioco al volo che trascina i tifosi. Spettacolo.

Gianluigi Quinzi 7,5. Ha pagato forse l’emozione nel primo singolare contro Harrison, che lo ha attaccato sul rovescio per tutto il match. Gigi non ama essere aggredito, e ha finito per compiere qualche errore di troppo. Ma si è riscattato alla grandissima nel singolare decisivo, nel momento emotivamente più difficile, dominando un avversario sulla carta superiore. Deve migliorare la continuità di rendimento e il passante di rovescio, ma il futuro è suo. Il suo ritmo da fondo è davvero asfissante. Talento.

Matteo Trevisan e Thomas Fabbiano 8. Il doppio azzurro è stato forse il principale artefice della vittoria. Il successo sui fortissimi fratelli Harrison, che hanno al loro attivo già due vittorie agli US Open e una a Wimbledon, vale davvero tantissimo. Grande affiatamento ed esperienza, Matteo e Thomas, attualmente al n. 6 della graduatoria di specialità (che sta vivendo una inaspettata seconda giovinezza), formano un team solido e compatto, nel quale la reattività e i tocchi del pugliese si sposano con grande efficacia alla solidità e alla potenza del toscano. I due, inoltre, rispettivamente n. 15 e n. 34 delle classifiche di singolare, a 27 anni sono nel pieno della maturità agonistica e garantiscono un grande rendimento su tutte le superfici. Esempi.

Potito Starace 8,5. Prima che le qualità di stratega, l’entusiasta, trascinante, simpaticissimo Poto ha fatto valere le sue doti di sensibilità e diplomazia. La sua genuina umanità è stata fondamentale nel difficile lavoro di mediazione svolto nei mesi passati. Ovvero quando le polemiche seguite all’iniziale rifiuto di Miccini di giocare la semifinale contro la Serbia del declinante Djokovic e del fortissimo Krajnovic sembravano sul punto di strappare la tela faticosamente costruita dal ct, capace di mediare fra le esigenze dei giocatori e quelle della Federazione. Come sappiamo, Giacomo ha poi giocato, anche se controvoglia, sulla terra rossa (scelta della superficie che era necessaria per neutralizzare il potentissimo Krajinovic) ed è anche risultato decisivo. Inoltre Poto ha dimostrato duttilità mentale e notevoli capacità tattiche: ha scelto la terra battuta contro la Serbia, ma ha saggiamente imposto un lento carpet indoor contro gli USA, per mettere il più possibile a loro agio i nostri migliori singolaristi, cresciuti entrambi in America. Il sorteggio lo ha aiutato, dandoci la possibilità di giocare in casa sia la semifinale che l’atto conclusivo. Ma Poto ha saputo fare uno splendido uso del fattore campo. Trascinatore.

Davis Cup Final, Rome, Italy.
Italia - Stati Uniti 3-2
R. Harrison b. G. Quinzi 75 46 64 63
G. Miccini b. J. Di Giulio 76 57 75 62
M. Trevisan/T. Fabbiano b. R.Harrison/C. Harrison 57 76 76 46 119
R. Harrison b. G. Miccini 46 75 76 67 64
G. Quinzi b. J. Di Giulio 76 63 62

…Avevo letto l’articolo tutto d’un fiato, l’animo in tumulto, alla tremolante luce di una candela. Mi sembrava di essere stato trasportato in un’altra dimensione. Lessi la data sulla prima pagina della Gazzetta: 6 dicembre 2016. Mi sforzai vanamente di ricordare dove ero stato, quel giorno, cosa avevo fatto, ma non mi sovvenne nulla. Pensai: ma come. l’Italia ha vinto la Coppa Davis e io non me ne sono accorto. Confuso, la pagina stretta fra le dita, mi pareva di avere tra le mani un cimelio di valore inestimabile. Il sonno, frattanto, era tornato. Ripiegai accuratamente il giornale, lo rimisi nella cassapanca e tornai a letto, stando ben attento a non svegliare mia moglie, ignara.

Il giorno dopo, mi alzai con un gran mal di testa. Poi, mentre ero in bagno a radermi, un lampo mi attraversò la mente, ricordai d’un tratto l’accaduto, e mi precipitai di sopra, in soffitta, per rileggere ancora quell’articolo. Ma la cassapanca non c’era più. Eppure ricordavo benissimo dove l’avevo vista. Cercai, cercai, vanamente, per mezzora, rovistando freneticamente fra le cianfrusaglie. Poi, sentii la voce di mia moglie, che mi chiamava dal basso: “Caro vieni, la colazione è pronta. Solo tè al limone, stamattina, eh, che lo sformato ai funghi deve esserti rimasto pesante”. Sorrisi, amaro. “Si cara, scendo subito”.

Collegamenti sponsorizzati


31 Commenti a “Fantatennis:
Come vincemmo la Davis nel… 2016”

  1. Fabrizio Scalzi scrive:

    Complimenti!!bella storia….speriamo accada veramente….e che i ragazzi che verranno ci credano veramente nelle loro possibilità.Deve finire la storia che gli altri sono sempre i migliori rispetto a noi.C’è da sempre in italia questo bruttissimo pregiudizio.gli italiani non devono sentirsi inferiori a nessuno.Basta crederci.

  2. Emiliano Faeti scrive:

    Complimenti Roberto, è sicuramente la più bell’articolo che ho letto sul tennis italiano degli ultimi anni. Peccato che sia solo frutto di fantasia ma mi è piaciuto veramente tanto. Per un attimo ho avuto paura che Poto optasse per un doppio più esperto (Bracciali/Luzzi…) ma alla fine il buon senso ha prevalso. ahah Ciao e buon weekend

  3. Supermad scrive:

    Lo voglio assaggiare anch’io quello sformato ai funghi…

  4. albi scrive:

    Bravo Roberto la fantasia agganciata alla realtà di questi giorni…dici che davvero dovremo aspettare solo 8 anni per avere 3 giocatori nei primi 15 e la seconda coppa in bacheca? Fosse vero!!!

  5. Avec Double Cordage scrive:

    Roberto ma questi funghi di alpeggio li conosco! Posso solo consigliare di starne alla larga, non è roba da sfornati. Non ci crederai ma da ieri ho una storiella simile in preparazione, anche se a vincere la coppa non è l’italia ed è ambientata nel futuro più vicino :)

  6. Karlovic 80 scrive:

    Commentucci, concordo.Ottimo riassunto della finale. Io ho visto dal vivo la gara Miccini/Harrison. Giacomo è stato autore di oltre 30 aces, alcuni dei quali sparati a 255 km/h!

    Il nome del tappeto era “Nadalflex”! Troppo lento per i miei gusti.
    Meglio optare per i veloci “Karlovic Trophy”, o “Ivanisevic Supreme Court”!
    Però forse avremmo dato troppo vantaggio agli Yankee.

    Giusto usare la terra rossa contro la Serbia di un Nole in declino, e di un gigante come Krajinovic, che ha il miglior servizio del circuito.

  7. Alessandro Mastroluca scrive:

    Penso che un sogno così non ritorni mai più…
    Ma se l’effetto è questo, sto pensando di preparare lo sformato di funghi stasera!
    Complimenti Roberto! Gran bell’articolo!

  8. Reneè scrive:

    Beh sognare per sognare allora l’articolo era in prima pagina, tutta dedicata al tennis;
    relegati nella seconda i risultati del “sommo campionato”

    E qualche settimana prima la rai o chi per essa ha trasmesso in diretta tutto il master minuto per minuto

    Ma temo che per questo sia necessaria una dose maggiore di funghi…

  9. Stefano Baraldo scrive:

    bello! ma tu pensa che in tutta questa fantasia….la più impossibile mi sembra Potito Capitano stratega e diplomatico!!!! però non si sa mai!!!!
    cmq chissà davvero tra 20anni come saremo e chi ci sarà e chi ahinoi non ci sarà!!!

    W LA VITA

  10. Fabio P. scrive:

    Sicuramente funghi delle regioni andine ….

  11. flexible scrive:

    presentami subito il tuo pusher

  12. ivan scrive:

    uno scandalo Matteo Donati ‘95 neanche convocato…..bah!

  13. andrew scrive:

    no, adesso basta con gli attacchi alla federazione!!!

    il tuo articolo è subdolamente uno spietato attacco alla federazione…un retropensiero inaccettabile sulle condizioni attuali del nostro tennis…una mancanza di rispetto verso tutto il movimento…un devastante pamphlet di denuncia…

    mi dispiace, ma se proverai ancora ad accedere ai campi pubblici qui intorno, sarò costretto a togliere la manovella per alzare la rete…è un’ultima ratio dolorosa ma così impari…

  14. marcos scrive:

    Ma Pippo, Pippo non lo sa
    che quando passa ride tutta la città
    e le sartine,
    dalle vetrine,
    gli fan mille mossettine.

    Ma lui con grande serietà
    saluta tutti, fa un inchino e se ne va,

    si crede bello
    come un Apollo
    e saltella come un pollo.

    Sopra il cappotto porta la giacca
    e sopra il gilè la camicia.

    Sopra le scarpe porta le calze,
    non ha un botton e con le stringhe tien su i calzon.

    Ma Pippo, Pippo non lo sa
    e serio, serio se ne va per la città,
    si crede bello
    come un Apollo
    e saltella come un pollo.

    grandissimo, roberto!

  15. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Da me “Spammati” Pedrinho&Luvanor, BB1980 e Gudpis, hanno scritto or ora un commento che mi par giusto riesumare: “Bella forza, la FIT nel 2016 non c’era più sostituita a furor di popolo dalla “P&L-BB e-Gud” a seguito di elezioni bulgare, Quinzi e Miccini li aveva continuati ad allenare Bollettieri fino al compimento dei 90 anni del vecchio immarcescibile Nick, mentre Fabbiano era ormai seguito da Brandi esule dalla FIT fin dal 2007e a Tirrenia era rimasto solo Furlan con quattro neonati del 2012.. Dal canto suo Trevisan era scappato ad allenarsi in Argentina insieme al transfuga Infantino, cacciato da Tirrenia perchè aveva telefonato a Piatti per chiedere consigli. Quanto a Potito Starace aveva maturato tali e tante esperienze seguendo e assimilando le prese di posizione di Barazzutti che proponendosi semplicemente di fare ogni volta il contrario di quel che aveva visto fare a Corrado era diventato il miglior capitano del mondo…e la stampa era molto più allineata alle sorti azzurre, la Gazzetta aveva semplicemente sostituito Martucci con Commentucci al grido un “Ucci vale un altro Ucci” …”Beh insomma, voi tre, e i vari Andrew, Andros etc, piantatela lì, siete insopportabili, ve l’ho detto mille volte.

  16. Giovanni da Roussillon scrive:

    Roberto Commentucci è d’animo delicato e qui mi diverte.
    Marcos non gli è da meno.
    Bella leggerezza il loro “s’engager et s’amuser”

  17. Alex da Livorno scrive:

    @ Roberto Comm.

    Grande Roberto, e spero che tra meno di quegli otto anni che tu profetizzi, avremo almeno un top 20: il suo nome sarà Bolelli…

  18. Roberto Commentucci scrive:

    Grazie a tutti per i commenti e per i complimenti.

    E’ tipico dell’uomo, quando si è delusi dal proprio quotidiano, rifugiarsi nel mondo della fantasia e del sogno.
    Un mondo che è più facile visitare se si riesce a mantenere vivo in noi l’entusiasmo genuino che la natura ci ha fornito, quando eravamo piccini.
    Tuttavia, i sogni, per non farli diventare autentici vaneggiamenti, bisogna anche appoggiarli ad una base concreta.

    E allora, con il pretesto dell’articolo, vi fornisco qualche indicazione su alcuni dei nomi che ho citato nel mio pezzo, che potrebbero effettivamente essere i campioni di domani.

    Sulla fortissima classe ‘92 (a cui appartengono Ryan Harrison, Philip Krajinovic e Giacomo Miccini) potete trovare qualche informazione in questo pezzo, scritto qualche mese fa:

    http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1866

    Nel frattempo Krajinovic è stato capace, questa settimana, di superare le qualificazioni e un turno di tabellone principale nel challenger di Lubbock, sul cemento americano, dove è stato fermato solo da John Isner. Il giovane serbo sembra avere un enorme potenziale.

    Ryan Harrison ha un fratello più piccolo di due anni, Christian, che pare poter diventare anche lui molto forte.

    Un articolo, fra i tanti, su di loro lo trovate qua:

    http://www.accademiatennisbari.it/pageview2.php?i=335

    L’ipotesi che possano diventare il doppio titolare della squadra Usa di Davis, non è poi così peregrina.

    Joseph di Giulio, classe 1995, lo scorso anno è stato il dominatore delle competizioni under 12 negli USA, aggiudicandosi l’Eddie Herr e l’Orange Bowl di categoria. Anche su di lui i tecnici americani puntano a occhi chiusi.

    Infine, Gianluigi Quinzi, classe 1996, sembra essere un grande talento. Quest’anno non solo ha dominato la categoria under 12 in Europa, ma è riuscito anche a raggiungere anche un buon ranking ETA fra gli under 14, dove attualmente è n. 26. Sono classifiche da prendere con le molle, perché il numero di tornei giocati da ciascun giocatore è molto diseguale, ma è comunque significativo che davanti a lui in classifica ci sono solo giocatori del 1994.

  19. bob scrive:

    Caro Roberto:
    bellissima, conservala se si avvera almeno in parte ti fanno presidente (speriamo non della FIT….). Cmq non molto piu’ fantasiosa della ipotesi del doppio Luzzi-Bracciali in Davis ;-)

  20. Giovanni da Roussillon scrive:

    Avrei giurato che il caro Roberto Commentucci al divertimento fantastico avrebbe caudato un proposito più consistente, afferente la realtà. Anche magari per potermi regalare l’occasione di difendere il sogno gratuito. Mi parrebbe anche bello sognare di sognare senza scopi ulteriori, senza che il materiale del sogno debba trovare riscontro al “risveglio” (penso ai non artisti); purché la finzione non divenga pian piano illusione o addirittura non decada nell’autoinganno.
    Poi, a mente fresca ed appagati dal sogno magnifico, si potrebbe tentare di capire le cause di qualche delusione immancabile, e adottare un rimedio possibile. Nel contesto, rivestire dell’importanza dovuta la Davis Cup, sia pecuniarmente, sia in punti del Ranking; ed al tempo ridurre il numero dei tornei obbligatori, che equivale a permettere ai singoli giocatori di scegliere con maggiore libertà come e quanto investirsi nella loro professione ricca di rischi. In sintesi, per gli attori: Davis più seducente e meno costrizioni.

    ______________
    PS/ Ubaldo Scanagatta si è inserito con tale abilità e tempismo che, alla prima lettura del suo intervento censorio, ho sofferto per le amputazioni surreali che sembrava dovessero patire Pedrinho & Co.

  21. andrew scrive:

    Caro Ubaldo…

    Ti ringrazio innanzitutto per la possibilità che hai dato a quanti, come me, avevano esigenza di far conoscere, dal proprio punto di vista, la loro situazione tennistica, il loro disagio a essere parte di un movimento che non li vuole.
    Mi accorgo tuttavia che senti sempre di più l’esigenza di “smarcarti” e di prendere le distanze da commenti e commentatori che varcano la soglia della pacatezza, una soglia che è stata artificiosamente abbassata dai gestori di sempre del tennis italiano e che per me è impossibile non valicare.
    Ora, con l’avvicinarsi dell’inverno, sono impegnato a trovare dei campi coperti per proseguire l’attività mia, di mio figlio e di quei pazzi che ci seguono. Ho dedicato fin troppo tempo, e me ne scuso, a far sentire una voce diversa, a rappresentare una “causa”.
    Complimenti ancora a tutti quanti per questo blog così ben riuscito.

    Un vaff empatico e solidale…

  22. Andrea scrive:

    Mi sono divertito da matti a leggere l’articolo.. Spererei però che i ragazzi citati non leggessero l’articolo. A quell’età di sogni se ne fanno anche troppi senza il bisogno che qualcuno ce li piloti. La cosa più importante è che i genitori e i coach sappiano proteggere quei ragazzi dalle pressioni e gli elogi sperticati che gli stanno piovendo e continueranno a piovergli addosso da ogni parte..
    Ho trovato un video di Quinzi http://it.youtube.com/watch?v=I8NuHDYCqac
    Accidenti sembra proprio un ragazzo in gamba!

  23. anto scrive:

    Magari Roberto fosse così! Sognare non costa nulla.

  24. DARTAGNAN scrive:

    O carissimo Roberto, lo scorso anno sognai il nostro (?) Bolelli trionfare a Wimbledon su un vetusto Nadal…sembrava tutto vero e lo raccontai immediatamente sul blog !

    Pensandoci bene anch’io avevo mangiato delle tagliatelline ai funghi, quella sera…condite con ragù a base di boleto “ludicus” appena colto…sta a vedere che era lo stesso tipo di funghetto del tuo sformato !

    Il boleto ludicus è da inserire senza ombra di dubbio nella dieta del tennista italico…così forse vinceremo qualcosa d’importante. Almeno in sogno.

  25. karl scrive:

    Io non sarei così ottimista sullo Starace capitano.Nel 2016 potrebbe esserci ancora Barazzutti. Che convocherebbe in extremis per il doppio un ormai decrepito Bolelli appena scontata la lunga squalifica.

  26. pedrinho&luvanor scrive:

    Anno 2016: Deliberazioni del primo consiglio federale della FIT:
    1) Nomina di Ubaldo Scanagatta a Direttore della Comunicazione previa chiusura del sito antifederale “Sevizi vincenti” ;
    2) Concessione della grazia ad Adriano Panatta e contestuale reintegro nei ruoli federali con distacco nella nuovo stadio del tennis di Tor di Quinto;
    3) Affidamento dell’incarico a un laboratorio per l’analisi dello sputo rinvenuto sulla bandiera italiana . ( Denuncia n.4 del sig. Pietrangeli Nicola);
    4) Acquisto e distribuzione di 100.000 copie nelle scuole tennis del libro “L’etica e la morale nello sport”;
    5) Revisione tasso interesse del prestito d’onore (25%) concesso ai giovani;
    6) Affidamento dell’incarico al sig. Commentucci Roberto per la realizzazione del documentario: ” Il sesso nella pratica sportiva del tennis”

  27. pibla scrive:

    Bellissimo e commovente!!!

    Nel mio personalissimo sogno mi piace pensare che il primo punto nella semi contro la Serbia ce lo abbia dato il nostro Fabietto Fognini che al termine di cinque tiratissimi set ha battuto il grande Djokovic di cui è stato la bestia nera per tutta la carriera, battendolo ben cinque delle sette volte in cui si sono incontrati su terra battuta…..

    Un saluto.

  28. Andrea scrive:

    alla faccia di tutti 31-32enni decrepiti!!

  29. Giovanni da Roussillon scrive:

    Pedrinho ha volutamente omesso il punto 7)
    Revisione del tennis ottocentesco tenuto conto delle strisce pedonali.

  30. Massimiliano scrive:

    Nel complimentarmi con Roberto Commentucci, per la bellissima storia, frutto di ottima fantasia (ma che tutti gli appassionati e tifosi del tennis Italiano sperano possa trasformarsi presto in una splendida realtà), condita da un linguaggio e una precisione “finto-giornalistica” più che plausibile.
    Un solo appunto: Non sono molto d’accordo, nella scelta dei due capitani non giocatori, da parte di Roberto (Potito Starace, per L’Italia, e Andy Roddick, per gli U.S.A., due giocatori che stimo e ammiro moltissimo), poichè, i due, nel 2016, anno della fittizia finale di Coppa Davis vinta dall’Italia, i due summenzionati “CT”, avrebbero, rispettivamente, “soltanto” 35 e 34 anni, e pertanto, teoricamente, potrebbero ancora giocare, a livello professionistico (esempi nel tennis attuale ce ne sono parecchi: Santoro, Bjorkman, etc..). Pertanto avrei visto più plausibili, come capitani delle due squadre, Davide Sanguinetti per l’Italia, e magari Andre Agassi per gli Stati Uniti.

    Cordiali Saluti.

    Massimiliano.

  31. Andrea Caraibi scrive:

    Mi sa che l’unica cosa che si avvererà sarà Potito capitano!

Scrivi un commento