Flavia e Carlos, la coppia più bella
Lei si sogna top-ten, lui ci crede

 
6 Marzo 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Nota di UBS Nei giorni scorsi le finali contemporanee raggiunte da Flavia Pennetta e Carlos Moya a Acapulco hanno dato la stura a tanti articoli incentrati sui “fidanzati” e le love-stories del tennis. Poichè le cose in casa Moya-Pennetta non sono cambiate granchè negli ultimi tempi, mi pare possa meritare la…ripubblicazione di quest’intervista raccolta da Angelo Mancuso un anno fa subito dopo l’Australian Open, senza alcuna modifica. Vedrete anche che le speranze di Flavia per il 2006 non sono state esaudite ma lei non poteva certo immaginare l’infortunio al polso nè la conseguente operazione. Le sue aspirazione per il 2006 sono slittate quindi al 2007…auguri, e grazie a Angelo Mancuso e Matchpoint per la cessione del…copyright.

Intanto continua ad arricchirsi il post sui baby-campioni. Interessante scambio di vedute tra chi ha già mandato i figli in accademia e chi è contrario a “scelte precoci”. Il padre del baby fenomeno Quinzi ha anche spiegato nel dettaglio il programma quotidiano del figlio. Cliccate qui per andare direttamente al commento 103.

di ANGELO MANCUSO

Ormai gli spagnoli l’hanno adottata: da quando Flavia Pennetta è fidanzata con Carlos Moya, 29 anni, ex numero uno del mondo e top ten, la brindisina è una di loro. La salutano giornalisti e giocatori e lei scherza con tutti. Da Brindisi a Palma di Maiorca: un po’ per amore, un po’ perché la voglia di diventare una tennista vera l’ha spinta a lasciare Milano e l’allenatrice degli inizi nel circuito, Barbara Rossi, per tentare l’avventura in Spagna e trovare nuovi stimoli. Ora Flavia, 23 anni a febbraio, vive a Maiorca accanto al suo Carlos. Durante gli Australian Open il quotidiano più letto a Melbourne, “The Age” li ha definiti come la coppia più bella del circuito. Hanno per la prima volta giocato insieme in doppio misto: fuori al primo turno, ma conta poco, in fondo era solo per divertirsi. “E’ stata un’esperienza divertente. A volte mi alleno con lui, ma non ci posso vincere neppure a scacchi, ce l’ha nei geni…”, scherza la brindisina. “Cosa mi ha colpito di Flavia? La sua simpatia e la sua naturalezza”, racconta Moya poco più in là. E poi: “Il suo difetto? Flavia a volte non pensa a quello che dice…”.
Si sono conosciuti in Australia due anni fa, poi sempre nel 2004, si sono rivisti ad Acapulco. Quello stesso anno a Miami la scintilla. Moya è uno dei giocatori più sexy del circuito, un po’ di gelosia è normale. “Se mi sento invidiata? E’ un discorso che non mi tocca - dice Flavia - se sei troppo gelosa in un lavoro come il nostro in cui viaggiamo tanto non vivi”. Che abbia un caratterino pepato lo dimostra guardando il suo Carlos e aggiungendo: “Come molte ragazze vorrebbero stare con lui, così molti ragazzi vorrebbere stare con me…”. Bella, brava e con un sogno: “Entrare nelle top ten”. Un obiettivo che secondo Moya potrebbe avversarsi. “Flavia è molto professionale – dice lo spagnolo – ha una grande voglia di imparare. Lo dimostra il fatto che ha lasciato il suo paese adattandosi ad un’altra mentalità, a gente nuova. Lo ha fatto per rompere la routine e trovare nuovi stimoli, ha dimostrato un gran coraggio”.
Una scelta che ha pagato visto che la Pennetta ha scalato la classifica: numero venti prima degli Australian Open, con il terzo turno a Melbourne è già intorno alla quindicesima posizione, mai così in alto. “Mi trovo benissimo in Spagna e non solo perché lì c’è Carlos – conferma Flavia - Palma è un posto molto simile al nostro sud Italia. I ritmi, gli orari, la gente è simpatica e solare. Sto pensando di comprare casa, la città piace molto anche ai miei genitori”.
Quest’inverno, su suo suggerimento, è sbarcato a Maiorca per allenarsi il numero uno del tennis italiano, Filippo Volandri. “C’è un clima che ti
permette di allenarti all’aperto durante i mesi invernali – aggiunge la brindisina - Filippo ha giocato molto con Carlos. A Maiorca gioca spesso anche ‘Rafa’ (Nadal, ndr), che abita a pochi chilometri, a Manacor”.
In Spagna si allena con l’ex tennista Gabriel Urpi. “Negli ultimi due anni Flavia è migliorata tantissimo – spiega Moya – ha lavorato molto sui fondamentali, diritto, rovescio, servizio. E anche a rete se la cava bene, ha una buonissima mano. Questa per lei è una stagione molto importante perché deve confermarsi, deve difendere i tanti punti conquistati lo scorso anno quando ha vinto due tornei (Acapulco e Bogoà, ndr) e se possibile migliorare la sua classifica. Sta facendo un buon lavoro, quest’inverno ha lavorato tanto anche dal punto di vista atletico. Cosa le manca per raggiungere le top ten? Ancora un passo, deve acquistare un po’ di regolarità nel rendimento che ancora non ha e un po’ di forza”. Si ferma un attimo, poi continua: “Flavia in campo si arrabbia troppo, a volte è eccessivamente nervosa. Deve capire che il tennis è difficile e che sbagliare è invece molto facile”. Consigli ovviamente li dà. Quando non è impegnato in campo Carlos è sempre in tribuna a seguire Flavia, ma precisa: “E’ importante che lei rispetti il suo coach. Io e Gabriel la pensiamo in modo molto simile, ma non trovo giusto intromettermi più di tanto”. Poi aggiunge: “Non penso in futuro a un ruolo di coach di Flavia, non credo al doppio ruolo, non mi sembra la soluzione migliore, meglio mantenere separati i ruoli”.
Moya preferisce il ruolo di fidanzato e come ogni fidanzato che si rispetti è stato a Brindisi, la città in cui Flavia è nata e cresciuta ed in cui vivono i genitori e la sorella. “Sono stato benissimo – dice lo spagnolo – la famiglia di Flavia è molto simile alla mia, diamo molta importanza ai valori familiari, alle tradizioni”. Anche perché le occasioni di stare in famiglia viaggiando di continuo da un torneo all’altro sono davvero poche. Così come quelle di giocare contemporaneamente nella stessa città. Accade negli appuntamenti del Grande Slam e in qualche torneo maggiore. “Durante gli US Open abbiamo festeggiato insieme il mio compleanno – racconta Moya – era il 27 agosto e Flavia è davvero riuscita a sorprendermi. Mi ha regalato un giro per la Grande Mela in limousine. Io e lei da soli!”.

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4 Commenti a “Flavia e Carlos, la coppia più bella
Lei si sogna top-ten, lui ci crede”

  1. yasu scrive:

    in italiano uno sempre sta con altre
    dicono “prezzemolo” anzi in giappone dopo essere popolare
    la musica di ai otsuka
    i giapponesi si chiamano sakuranbo “cigliegie(cherry)”

    flavia e carlos mi fa immaginare veri ciliegie
    a melbourne e ad acapulco poi in inverno a majorca
    sempre stanno insieme da buongiorno a buona notte
    poi in australia giocano insieme il misto doppio

    il mondo di tennis e’ molto duro durissimo
    non ci sono tanti vincitori poi ora tanti tennista vengono
    dalla zona ex comunista cosi la competizione e’ piu duro
    ormai il tour dell’atp e dell’wta non sono come anni settanta

    pero’ tutti due flavia e carlos possono sentire la soddisfazione
    e l’insoddisfazione dei tennista
    quando ha vinto cosa puo’ dire e quando ha perso
    come puo’ fare
    hanno gia capito completamente

    allora flavia con carlos la felicita’ piu’ di doppia
    poi lo spagnolo con la brindisina la tristezza meno di meta’

    loro vita non e’ amaro invece molto dolce come ciliegie
    ognuno viaggiano tanto pero’ come i tornei di slam e qualche torneo
    sempre stanno insieme come quella frutta

    loro vita e’ dolce c’e’ zeppo di felicita’ con sacco di dolcezza
    sono veri ciliegie e stanno insieme sentire il gusto vincente
    insieme

  2. vincenzo torzillo scrive:

    fantastica yasu!!!

  3. marcos scrive:

    e dopo la meravigliosa poesia di yasu, me ne vado a lavorare più felice.

    viva l’amor!

    marcos

  4. roberto scrive:

    Ubaldo, se hai tempo, vorrei la tua opinione sulle reali chanches di Flavia di entrare nelle prime 10…
    Cosa le è mancato finora?
    Secondo me ha ancora un gioco troppo ‘pulito’; lei colpisce spesso piatto e tira forte, ma non così forte da spaccare l’aversaria, che può incontrare agevolmente la palla. Ho visto che Urpi ha cercato di insegnarle a variare il più possibile il gioco (rotazioni, angoli stretti, cambi di ritmo), e lei lo ha abbastanza assimilato. Purtroppo però quando si arriva alle strette finali contro una giocatrice forte, e sale la tensione, in Flavia sembra predominare l’istinto: smette di pensare, chiude gli occhi e tira il piattone… E con le giocatrici di alto livello (top 10) non la spunta quasi mai…
    Forse anche per Flavia valgono le considerazioni fatte nell’articolo sul rapporto donne/coach… Per me, se Moya, quando smetterà, inizierà ad allenarla (anche se dice di non credere al doppio ruolo) potrebbe lavorare anche sulle lacune psicologico/temperamentali e portarla fra le prime 10.
    Nel frattempo, gustiamoci la bella storia fra i due e prendiamo quanto ne viene di positivo in termini di visibilità mediatica per il nostro sport.

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