L’inconsistente ma incantevole
Richard Gasquet

 
28 Dicembre 2008 Articolo di redazione
Author mug

Non è facile essere lui. Il francese è da sempre considerato un predestinato. Il suo è un talento cristallino, ma non supportato né da un altrettanto straordinario fisico, né da una mentalità da vincente. Ma la bellezza del suo tennis gli fa perdonare la mancanza di vittorie.

di Elisa Piva

Richard come Superman. Dotato di un grande potere. Un potere che non può essere umano, che arriva da un altro pianeta. Un potere da cui derivano grandi responsabilità. Obbligato a vincere, salvare il tennis dalla forza bruta, con un’armoniosa unione di colpi fulminei di accecante beltà e delicatezza di tocco. Un tennis imprevedibile. Senza una logica. Guidato e illuminato solo dalla stella che lo ha generato.

E non è facile essere lui. Intrappolato nel suo talento. Lui che può impreziosire il tennis con il suo gioco, la sua bellezza. Lui che con una racchetta può fare cose che tutti gli altri nemmeno immaginano. Baciato dalla dea del tennis. Un genio in campo, capace di colpi straordinari, che a volte non trovano riscontro in alcuno studio balistico.

Non è facile essere lui. Eletto come il paladino del tennis francese a 8 anni. Caricato di un peso troppo grande. Un animo fragile, perso nelle sue paure, nelle sue insicurezze.

Non è facile essere lui. Perché lo si attende da troppo tempo. La bramosia di vittorie di una nazione, la frustrazione per la mancanza di un campione per un periodo troppo lungo. Tutto il peso che grava su di lui, lo schiaccia. Non è facile essere lui, lui che potrebbe volare, ma le ansie e le apprensioni di un intero popolo di tifosi gli tarpano le ali, non può spiccare il volo. Questo peso opprimente lo trattiene a terra. Privando il tennis del suo soave gioco. Impedendo di illuminare il mondo con i bagliori delle sue sbracciate. Lui va lasciato libero di esprimersi, la sua mente deve essere spensierata, pulita, come una tela immacolata dove poter dipingere un meraviglioso ritratto, un’opera d’arte che solo un braccio benedetto come il suo può disegnare.

Non è facile essere lui. Quando incanta per ore il pubblico con le sue perle, ma quella folla è ingrata. Solo contro tutti, e in un attimo le paure lo assalgono. La mente si annebbia. Incatenato, bloccato, non riesce più ad esprimersi. Cucciolo impaurito, fa tenerezza vederlo con il capo chino, mentre è imbrigliato dai suoi timori, attanagliato e incapace di colpire con la solita naturalezza, a braccio sciolto.

Non è facile essere lui dopo una sconfitta. Davanti alla stampa il suo sguardo è perso nel vuoto, vacuo, dimesso, mortificato per non essere all’altezza del suo talento. Per non aver saputo supportare le attese di un mondo che da lui si aspetta grandi cose. Non è facile essere lui e dover rendere conto agli affamati lupi che lo attendono al varco, per poter nutrirsi ancora di una sua sconfitta. Non poter fuggire via, lontano, per poter piangere libero. Poter sfogare la sua frustrazione per una mancanza di coraggio. Non riuscire a trasferire il suo grande dono sul campo. Non riuscire a convertire le magie in risultati.

Richard confessa e disarma, lui sa di essere speciale. Sa che il mondo si aspetta da lui di essere salvato. Ma non è facile essere lui. Quando fin da piccolo da tutti è stato designato come l’eletto, il predestinato. Una piccola delusione diviene grande. Una piccola crepa che si allarga fino a trasformarsi voragine. Una personalità sensibile, labile, le cui certezze crollano con un alito di vento.

Non è facile essere lui. Non avere il permesso di uscire sconfitto dal campo. Di perdere. Perché anche gli eroi hanno il diritto di sbagliare.

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64 Commenti a “L’inconsistente ma incantevole
Richard Gasquet”

  1. Supermad scrive:

    Ne abbiamo già parlato in passato. Diro di più, ora mi permetto di replicare con veemenza, aggiungendo un mio pensiero nuovo.

    Rispetto chi idolatra Richard come il benedetto dal dio tennis, ma io credo che sia ora di voltare pagina. Gasquet è un mezzo giocatore. E’ vero, ha un braccio che potrebbe fare mirabilie, ma io trovo molto più grande e fenomenale (nonchè divertente) un Tsonga, per fare un nome. Mi dispiace leggere in continuazione robe del tipo “salvare il tennis dalla forza bruta”, “sono in pochi ad avere il tocco tutti hanno solo la forza”, ecc ecc.

    Credo sia ora di giudicare le cose come stanno, non come sarebbero potute essere. Gasquet è un mediocre: avrà tutte le attenuanti del mondo ma non è l’unico giocatore ad avere avuto fin da piccolo enormi pressioni. Mentalmente è un perdente, fisicamente vale poco. Dirò di più, pur rispettandolo non mi sembra un mostro di sagacia: sono anni che la gente fa notare quali siano i suoi difetti (pochezza atletica, scarsa capacità di leggere le partite) ma lui non ha fatto niente per migliorare, dimostrandosi anzi un bambino viziato (ricordate la storia della Davis contro gli USA?).

    Murray ha saputo migliorarsi. Nadal ha saputo migliorarsi. Del Potro, Tsonga, Simon, ecc ecc hanno saputo migliorarsi. Gasquet è forse imbecille? Non credo, avrebbe potuto anche lui migliorarsi. Ma non l’ha fatto. Per cui, con tutto il rispetto per l’ottima Elisa Piva, finiamola di dire che Richard è il “talento”, il “genio”, ecc ecc. E’ un mezzo giocatore, che non saprà mai vincere.

    Lieto di essere smentito.

  2. jan scrive:

    E’ facile essere lui, quando conta i $750,949 guadagnati in un anno e la maggior parte dei ventiduenni sono ancora a carico dei genitori.
    E’ facile essere lui quando il commercialista lo avverte che se investe in immobili i $3,805,626 guadagnati in carriera, può campare di rendita per i prossimi 82 anni.
    E’ facile essere lui quando viaggia facendo il mestiere che sognava.

    Un po’ meno di retorica, no?

  3. tilden scrive:

    Veramente Richard ha un buon carattere e alle conferenze stampa è amabile e spiritoso, sia quando perde sia quando vince….
    Non dimentichiamo che comunque ha passato diversi mesi nei top-ten…
    Ne avessimo anche un 70% di Gasquet
    Buon 2009a tutti

  4. marcos scrive:

    il segreto del successo del tennis sta anche nel fascino della vittoria dell’individuo sui propri limiti e sulle qualità dell’avversario. a mio parere, il gioco di gasquet mette di per se stesso in discussione tale segreto: la cristallina ed ineffabile bellezza dei suoi gesti in campo non può essere diminuita dalle sue sconfitte, talvolta imperdonabili. non è detto che per sempre il suo talento dovrà fare i conti con le sue debolezze: anche se così sarà, però, io cercherò sempre di non perdermi alcuno dei suoi incontri. nel suo caso, non m’importa che vinca: m’importa che giochi.

  5. chloe de lissier scrive:

    è difficile dare torto a jan. a proposito: come si chiama la “dea del tennis” che avrebbe baciato gasquet; e perché una dea invece che un dio? misteri della fede?

  6. wik scrive:

    Marcos dice
    “il segreto del successo del tennis sta anche nel fascino della vittoria dell’individuo sui propri limiti”,

    questa mi é piaciuta davvero, limiti che si superano col lavoro duro……..

  7. Giorgia scrive:

    Ha ragione Supermad , questo Gasquet non ha la faccia troppo sveglia ..!

  8. Giovanni da Roussillon scrive:

    A me pare che Riccardino francese non soltanto sia un dotato, baciato da una moltitudine di divinità (tra cui magari Tiche), ma pure, rispetto ai miliardi di corpi di individui sparsi sul pianeta, sufficientemente solido per meritarsi oggi, ora, la venticinquesima posizione del ranking maschile.
    Mi pare altresì affermazione grezza e perdente, quella proferita da chi lo considera tennista mediocre e perdente.

  9. Enrico P scrive:

    Richard è il motivo per cui vale la pena guardare il tennis. Spesso anche quando perde.

  10. patroclo scrive:

    Sottoscrivo con quanto affermato Supermad e, attenzione, ci tengo a dire che a me Gaquet sta molto molto simpatico e guardo abbastanza volentieri le sue partite (in ogni caso meno volentieri di quelle di Nadal, Federer, Murray, Djokovic, Tsonga ecc. ecc.). Però non credo sia questa la divinità del tennis, sei il tennis fosse un sport-esibizione con dei giudici che valutano il gesto allora potremmo parlare di gasquet come un fenomeno ma invece è un gioco dove esiste una competizione con un avversario che bisogna battere. Se iniziamo a ingigantire i meriti dei giocatori che perdono anzichè di quelli che vincono (senza rubare nulla intendiamoci) allora forse abbiamo sbagliato sport.

  11. fabiola scrive:

    L’articolo è bellissimo…e comunque per chiarire alcune cose Gasquet non è un mezzo giocatore e non è mediocre..
    Forse si dovrebbe guardare ed ammirare con più attenzione il suo gioco in quanto alcune persone tendono a criticarlo per le scarse vittorie.
    Sono invece molto contenta che ci siano persone che nonostante perda lo ritengano motivo valido per cui guardare il tennis..questi sono i veri tifosi…
    grande Gasquet…!!!!!

  12. anto scrive:

    Non vorrei che Gasquet diventasse la versione maschile della Mauresmo

  13. drin scrive:

    secondo me i veri geni dello sport sono quelli che sanno anche vincere, cioè giocare bene quando conta, perciò finora gasquet non ha dimostrato di esserlo; comunque i tre set finali del QF contro roddick a wimbledon 2007 me li ricorderò per sempre (anche grazie alla perfetta tattica di roddick, che lo attaccava sempre sul rovescio..)

  14. sandro scrive:

    ho letto che i tornei 500 saranno trasmessi su sky…ma avranno la stessa copertura televisiva dei 1000?ed eurosport?risp per favore
    grazie.

  15. fabiola scrive:

    Non è detto che un genio debba solamente vincere Gasquet è un genio, a volte un pò pazzo, ma lo tifo anche per questo….tipo Nadal non è un genio e vince perchè evidentemente ci sono determinati elementi che lo supportano(come il fisico)..ma questo è solo un mio parere.
    Comunque forza Gasquet!!!

  16. ivan scrive:

    tifo affettuosamente gasquet da diversi anni, anche in virtù della simpatia di un ex collega francese che mi iniziò a parlare di lui nel 2004, con il suo italiano buffo, traduceva blessé non con il nostro termine tecnico infortunato ma letteralmente con ferito. E a me quel giovanissimo tennista spesso “ferito” e dai colpi strabilianti, iniziò a essere caro. Seguivamo i live score in ufficio e bastava affacciarsi alla scrivania dell’altro senza dire niente che julien, il mio collega, mi diceva subito: è un grande (tipo a montecarlo, contro federer e in altre occasioni). Ecco Richard continua a essere ferito… a volte fisicamente, più spesso psicologicamente. Il mio affetto e il mio tifo non mancheranno mai, perché è la stessa empatia che mi fa sentire vicini i grandi artisti che devono rispondere alle aspettative del pubblico, magari dopo aver dato luce a qualcosa di straordinario o di significativo (chi di voi non si chiede mai cosa oserà raccontare un Saviano dopo Gomorra piuttosto che un Takeshi Kitano dopo aver girato almeno un paio di capolavori?). Richard, come sappiamo tutti, sente in modo patologico questa fifa. Ma non credo sia semplicemente una mammoletta. Elisa parla di talento… ma non scordiamoci che i suoi colpi, l’eleganza dei suoi gesti se li è anche costruiti con il duro lavoro (come altri precocissimi come Agassi), da quando i genitori gli misero in mano una racchetta. Richard continua a lavorare, ma è un lavoro che non paga. è come se si trovasse in una perenne adolescenza: diviso tra passione e gioco da un lato e dall’altro tra quello che è un lavoro con le sue responsabilità e il rapporto con un contesto molto più ampio e complesso di quello che è il suo entourage. Il talento non gli servirà a nulla, ma lo renderà ancor più cieco e frustrato, poiché nulla gli è dovuto e ciò che ha è costruito su una continua e costante applicazione. Richard deve lavorare bene e smettere di ritenere di godere di una presunta superiorità: il rischio sarebbe di avere un eterno albatros di baudelaire o ancor peggio un rancoroso, lamentoso e apatico nobile decaduto.
    Nonostante tutto continuo a credere che possa ottenere ancora qualche risultato di rilievo, ma a questo punto è tutto nelle sue mani e nella sua testa. Ma se lo valuto con serenità e obiettività credo che sia banale dire che non è finito, non è una delusione, non è un harlem globetrotter con la racchetta (o un leconte per dirla alla scanzi), ma che è solo un giovane uomo che ha sbagliato, che sbaglierà ma che potrà anche compiere le scelte più efficaci per ottenere buoni risultati. Basta ingigantirlo, nel bene e nel male: ha fatto vedere sì colpi straordinari ma anche il peggio possibile negli atteggiamenti, nelle tattiche e nelle sconfitte da modesti sparring partner. Sappiamo che è stato miseria e nobiltà. Ma attendiamo che esca da questa zona grigia per issarsi o sprofondare, ma, per favore, “basta” scrivere che con il suo talento…

  17. Nik85 scrive:

    Zio Tony (quello vero) ha dichiarato: “se Rafa avesse il talento di Federer non perderebbe mai”. Meno male che fa l’allenatore.
    Se avesse avuto come allievo Gasquet avrebbe dichiarato: “Se Richard avesse il fisico di Nadal non perderebbe mai”.
    Probabilmente se fosse stato mio zio avrebbe anche dichiarato: “Se tu avessi l’ars oratoria di Cicerone, faresti l’avvocato del presidente della Repubblica”. Allora, da idealista federiano, avrei potuto rispondere per le rime: “Quo usque tandem abutere, Zio Tony, patientia nostra?”. Aggiungendo forse: “Se ti fossi dedicato alla filosofia, caro zio, invece di piagnucolare sulle condizioni fisiche di tuo nipote, avresti pubblicato un bel opuscolo di aforismi”.
    Ah! Se Gasquet fosse italiano…

  18. Giacomo scrive:

    L’anno scorso si diceva che Murray non avesse un fisico di livello; il ragazzo ha lavorato duro e quest’anno si è presentato in una forma totalmente diversa, i risultati sono stati sotto gli occhi di tutti!
    Molti anni fa Agassi cadde in depressione, crollò in classifica per problemi psicologici; chiamò un signore di nome Anthony Robbins (il più famoso motivatore del mondo) il quale lavorò con lui fino ad aiutarlo a tornare il giocatore straordinario che realmente era.
    Ora… non credo che il signor Gasquet non abbia mezzi o possibilità per fare lo stesso! E’ vero che è bello da veder giocare, ma mi sembra più che lecito aspettarsi qualcosa di più da uno come lui…!

  19. drin scrive:

    @fabiola: non voglio certo dire che nadal sia un genio, e neanche djokovic se per quello; bravi, forti e determinati ma i geni sono altri.
    @ivan: d’accordo su tutto, tranne che su kitano, i cui capolavori sono almeno quattro;-)

  20. luca scrive:

    Gasquet non ne voglia.la cosa è palese.ma con il braccio che ha può stare intorno alla 20/30 almeno per altri 4/5 anni.uno che invece mi fa davvero i******re è Youzhny.l’unico finora che ho visto bastonare nadal come si deve.talento vs forza brutta.che spettacolo misha..peccato che sa pazzo.in senso buono per carità…

  21. Safinator scrive:

    Partendo dal presupposto che la Mauresmo ha vinto 2 slams mentre gasquet è arrivato una volta,e lasciatemi dire,per sbaglio in semifinale.
    Aggiungiamo il fatto che ci sono M I N I M O 10 giocatori nel circuito che generano una quantita di “spettacolo puro” (cit.) superiore a quella del M O O A T (Most Overrated of all Time).
    Consideriamo anche che,se si parla di forza bruta…un colpo piu brutale del diritto di federer non esiste,e detto tra noi tra questo e i ricami (o presunti tali…come si fara a ricamare a 3 m dalla linea di fondo mi chiedo…) di gasquet mi tengo le cannonate di federer (o di safin,o di djokovic…).
    Il permesso di perdere ce l ha eccome…piu di molti altri:
    Se il tennista X perde è scarso.
    Se Gasquet perde ha file di c****te che lo discolpano.
    Non è un mezzo tennista.
    Un mezzo tennista non è tra i primi 200.
    E’ un tennista mediocre.Che se non si chiamasse Gasquet sarebbe un tennista pessimo.
    Ne ha 3 migliori solo in casa.Di cui uno è quello che fa spettacolo per davvero (NEWS FLASH…lo spettacolo non e il rovescino a una mano…).Uno fa il pallettaro (ebbene si…uno che la butta di la con sufficienza è un pallettaro,e vista la sufficienza…è un pallettaro pentito/fallito!) come lui ma almeno qualcosa vince.Uno ha vinto un set con federer e ha fatto come lui semifinale in uno slam.Ma il suo conta meno perche……boh,ma conta meno.
    E poi,a me pena fa uno che all eta di gasquet sono 8 anni che lavora e deve arrivare a fine mese perche vive da solo…non uno come lui che campa di sponsor (non di premi…o almeno meno di quanto l opinione pubblica vorrebbe) e di chiacchiere,degli altri.

  22. Safinator scrive:

    @Fabiola.
    Simone del Nero,a brescia…generava spettacolo.
    Guarda al di la dei tuoi paraocchi…ammesso che te lo consentano…

  23. Avv.to Alfredo Tramontana scrive:

    Esimio Collega Avvdeldiavolo Nik85,
    il mio assistito zio tony (copia piratata al 100%), mi prega di formularLe i più fervidi complimenti per la Sua dialettica, a dir poco staordinaria per un ragazzo di soli 23 anni…
    riguardo ai contenuti del suo intervento però, il tarocco rinnega in toto quanto dichiarato da tiò toni in quella sciagurata intervista, che definisce sicuramente una errata interpretatazione e/o forzatura del giornalista…
    cmq, se anche ciò corrispondese al vero, asserisce il tarocco, sarebbe uno dei pochi casi in cui il “ci fa” prevale sul “ci è”.
    L’occasione è gradita per porgere a Lei e a tutti i blogghisti fulminati di utennis :-) i migliori auguri di Buon Anno!

    p.s.: gasquet? un tonno dal rovescio fantastico ;-)

    buenasss nochesssssssssssssssssssss

  24. Diego scrive:

    “Perdente”, “mediocre”…calma! Gasquet è dell’ ‘86, vanta una semifinale a Wimbledon e un paio di finali nei tornei Masters Series. Dosiamo le parole quindi. Lo spettacolo che offre Richard è poi di qualità decisamente superiore (in senso strettamente tecnico) al resto dei top ten, se si escludono Murray e Federer. Che ciò non basti a farne un campione è noto ma perchè accanirsi tanto su questo splendido tennista? Io spero di no, ma anche se chiudesse la carriera solo con un Masters Series all’attivo e una finale di slam persa, resterà nel cuore di tutti quanti ammirano la pulizia dei gesti e i colpi di genio e non solo i muscolacci di Del Potro e company.

  25. fabiola scrive:

    Non guardo solo quello che voglio vedere anzi, se Gasquet fa delle pessime partite lo ammetto ed io stessa sono la prima ad essere delusa..però non sta a noi giudicare un giocatore gia di suo fragile..e comunque continuerò a sostenerlo.
    Perchè nonostante abbia ottenuto nel 2008 scarsi risultati continuerò a tifarlo perchè mi diverte e spero che un giorno possa dimostrare a tutti quello che vale veramente…buona notte.

  26. Giovanni da Roussillon scrive:

    Di primo acchito, ed un po’ anche ora, ho assunto quasi come ovvie le ragioni che fanno scrivere a Jan quanto sia retorico affermare, a proposito di Gasquet, che gli riesca difficile campare.
    Ma a pensarci bene, se la deve pur vedere con certi problemini il nostro, se è costernato e non riesce a liberarsi come vorrebbe, se il suo è l’atteggiamento dei migliori dai risultati non qualificanti in modo compiuto.
    E se ci penso meglio, ancorché assalito dal dubbio di essere borderline, credo proprio che non ne sappiamo niente. Chi ci dice che non giochi al bamboccio viziato (gioco che senza alcun dubbio non rivelerebbe gran felicità)? Chi ci dice invece che, non soffrendo alcuna monomania, oltre al tennis ami o preferisca dedicarsi ad altro e conduca una vita spensierata? Chi lo obbligherebbe a fare ciò che non desidera fare (visti i mezzi a disposizione)? E via via.
    In fondo non penso che l’autrice del pezzo voglia scandagliare la psiche di Gasquet con intenzioni pietiste, farne un commèrage, o violentarlo con la penna. “La bellezza del suo tennis gli fa perdonare la mancanza di vittorie”; preciserei ‘la relativa mancanza di vittorie’, ed interpreterei quel ‘perdonare’ come una forma di disattenzione benevola sua - di lui - e nostra. Senza la pretesa dell’esegeta, i “non è facile essere lui” (a chi mai sarebbe facile essere un altro se non talvolta e non sempre, giocosamente, in veste di attore?) sembrano apposti per animare e provocare la discussione, ed anche un po’ quale tecnica di scansione di alcune lodi, altrimenti troppo “concentrate”.
    Gasquet è tennista a tutto tondo. Bene fa Nik85 (gli ultimi due caratteri possono rappresentare egregiamente la metà del suo IQ, ad esempio) a desiderarne l’ideale naturalizzazione, mentre il Tramontana, con il suo intervento in zona Richard (che pastis!), prova bene quale sia il prestigio del nostro eroe presso la concorrenza…

  27. Giovanni da Roussillon scrive:

    Qualcuno, anche tra i commentatori, potrebbe svelare se i titoli dei pezzi sono stabiliti dagli autori? Continuo a pensare, non senza fastidio, di no.

  28. Safinator scrive:

    Beh ragazzi…io la genialità la vedo anche altrove.
    E,cinicamente,la voglio vedere supportata dai fatti.

  29. chloe de lissier scrive:

    provo a rispondere al quesito dell’ottimo giovanni da roussillon. è prassi, nei giornali quotidiani a ancor più nei periodici, che i titoli vengano definiti da redattori che svolgono eminentemente questo ruolo e che sono perciò normalmente altri dagli estensori dei pezzi. così come il menabò viene stabilito dal direttore e dai capi-redattori.
    essendo questo blog una creatura di ubaldo scanagatta mi pare perciò consequenziale che la prassi di impostazione generale e di titolazione abbia le stesse caratteristiche e modalità di quella in uso nei giornali.

  30. Nik85 scrive:

    E’ curioso che proprio SAFINator ci dica che vuole la genialità supportata dai fatti. Che sia rimastro troppo scottato dal suo pupillo? Evidentemente Safinator è un tifoso di Gasquet, dunque.
    Le ipotesi lucidamente proposte da Giovanni - dei complimenti del quale non posso che essere lusingato - a proposito degli intimi intenti del francesino, a noi certamente inaccessibili, dovrebbero illuminare Safinator.
    Io anzi credo nella possibilità che quest’ultimo, venuto a conoscenza di uno scempio perpetrato da Richard ai danni del povero Marat nel suo momento di maggiore debolezza, in procinto di ritirarsi e ormai ventottenne, abbia provocato nel suo estimatore e tifoso Safinator un eccesso di acidità corporea.
    Non posso che riferirmi ad una graziosa fanciulla dai gusti originali strappata alle gelide e virili braccia russe dal fascino d’oltralpe, una combinazione di eleganza movimenti aggraziati e volto femmineo.

    Ringrazio l’assistito del collega Tramontana per gli elogi alla mia persona resi pubblici attraverso il mezzo telematico. Nel ricambiare sinceramente e cordialmente la stima, mi permetto di dissentire sulla definizione di “tarocco” affibiata alla copia, ritenendola più idonea a rappresentare l’originale. Mi sia consentito poi di rovesciare la Sua affermazione: se la dichiarazione nell’intervista fosse autentica, sarebbe uno dei pochi casi in cui Zio Tony ‘ci è’ piuttosto che ‘ci fa’.

  31. chloe de lissier scrive:

    a proposito. l’avvocato tramontana parrebbe un amante del travestimento.
    credo si presenti sotto differenti spoglie in diversi luoghi: talvolta è uno sfortunato capitano che finisce preda dello squalo a cui dà la caccia, talaltra si trasforma nello zio educatore dell’uomo delle pulizie. presenta documenti di riconoscimento con fotografie che variano dal volto del pollo della “stangata” a quello di variopinti pappagalli. si vede che l’animale nel quale si identifica compiutamente appartiene alla specie dei pennuti.

  32. costa azzurra scrive:

    grazie elisa piva per questo bellissimo articolo.
    se in italia c’è spazio per certe considerazioni vuol dire che c’è ancora speranza per il bel tennis!!!
    ci si lamenta perchè non c’è tanto pubblico a vedere i match di tennis perchè è vero sono noiosi e sono noiosi perchè la maggior parte dei giocatori ( non parlo dei top ten ) sono dei gran “pallettari” con poca fantasia e ahimè poco talento …….non mi stuferei mai guardando Safin perdere al quinto set contro chiunque anche dopo cinque ore …ma che barba certi nostri giocatori che prima di fare un 15 hanno palleggiato da fondo campo per 15 minuti !!! e poi magari quel quindici lo fa l’arbitro sfinito chiamando un out che non esiste !!!

    ma proprio questo che manca in Italia : il talentuoso è un problema , non è ubbidiente, non segue gli schemi, non da affidamento sin da piccolo
    e quindi viene emarginato … mentre un bel pallettaro che ti porta a casa il risultato è meglio …. e andiamo avanti così …almeno in Francia ci hanno creduto in Gasquet e magari avessimo un Gasquet in italia !!!

  33. Safinator scrive:

    Nik85…

    a 22 anni Marat aveva gia vinto uno slam ed era gia stato numero 1 del mondo…questi sono fatti,giusto!?

    Quindi delle “scottature” che mi ha dato il tuo “vincimai” sai cosa me ne faccio!?

    gasquet,il suo talento (indiscutibile,ma fine a se stesso)..per ora sono supportati solo da chiacchiere..

  34. zio tony scrive:

    beh, che dire, quella di nik è una stoccata eccezionale…un vero e proprio vincente!
    per oggi mi hai steso avvdeldiavolo ;-) …ma rassegnati, da quando sono arrivato qui a ubitennis mi sono imposto una missione: “fare cambiare idea ai federeriani” (chloe in primis)…e se la sorte e la salute del nipote “mi” sorregge, sono sicuro che vincerò la mia battaglia!
    un abbraccio tennistico fraterno!

  35. Giovanni da Roussillon scrive:

    Ringrazio Chloe de Lissier della spiegazione afferente le modalità di titolazione usuali nel mondo della stampa, e del sillogismo chiaro che trae. Il mio senso di fastidio in buona misura è ormai cronico, tuttavia meno acuto al pensiero che chi scrive con impegno e preziosamente non lede direttamente talvolta (non può anzi mai farlo, tranne pochi) la propria produzione con preamboli tanto ingranditi quanto fuorvianti.
    La ringrazio anche per l’interesse e l’allegria che suscita a me e, penso, ai più quando affresca genialmente la sostanza di fatti legati al mondo tennis e ai suoi protagonisti, ma anche al resto del mondo senza cui i primi non esisterebbero, alla nostra vita condivisa e povera di discrimini rispetto ad altre specie. Sostanza sempre arricchente con pensieri mirabili, verso i quali oriento, orientiamo, spesso e con gran diletto i nostri.

  36. Nik85 scrive:

    Safinator, mi riferivo alle scottatture che ti ha dato - anzi ci ha dato - Safin nell’aver vinto due miseri slam a fronte del suo talento puro, spesso accostato perfino a quello - irraggiungibile - di Federer. Di qui l’accostamento con Gasquet, che potrebbe ereditare la sorte del russo.
    A proposito, ti rammento che lo svizzero a 22 anni non aveva vinto ancora nulla, ora se non erro ha 13 slam, 5 anni da n.1 e un anno meno di Safin. Anche questi sono fatti, no?

    Un abbraccio anche a te, zio. Sappi che la tua è una mission impossible, ma ammiro la tenacia stile nadaliano. Non c’è che dire, sei tu il vero zio!

  37. Giovanni da Roussillon scrive:

    Caro Nick170 [non moltiplicato per irrispetto, bensì all’attenzione del legale eolico].
    Ti scoccio un secondo per ricordarti che l’amico Safinator esercita il tennis ed è pragmatico. Non tiene Gasquet in spregio. Chiede garanzie per noi forse superflue. E’ la sua concezione del tennis-disciplina a renderlo esigente più dell’iperattività dei suoi secretori.
    Sto approntando un piano clandestino: gli giungeranno fidejussioni nel futuro immediato, sempreché una persona discreta ed innominabile mi sia un po’ complice.

  38. fabiola scrive:

    Comunque l’ ultima affermazione di Nick85 mi sembra più che giusta…
    in quanto ritengo che Gasquet è ancora in tempo per vincere.
    Invece credo che ormai Safin abbia dato da un bel pò di tempo..comprese le innumerevoli racchette spaccate durante le partite come contro Mathieu a Montecarlo …ciao.

  39. Nik170 scrive:

    Caro Giovanni è sempre un dolce e inebriante scocciarsi, lo scambiarsi dei post con persona del tuo livello. La moltiplicazione del mio nik, seppur temporanea, m’è indispensabile all’uopo.
    [credo che il mio collega riderà parecchio sulla definizione di ‘legale eolico’]
    Sarà impresa ardua rassicurare l’ottimo Safinator sulle future vittorie di Richard, poco interessanti noi adoratori dell’estetica pura, fine a se stessa. Sappiamo che kantianamente il Genio è il talento che dà la regola all’arte. Le tele di Gasquet - evidentemente - non contemplano di regola una cornice vittoriosa.
    Nel pronostico che mi chiedesti tempo fa, peraltro, ho segnato per Gasquet uno slam in carriera, immaginando possa divenire vincitore di W nell’era post-federiana. Ma come fidejussore temo di avere meno credito di una banca italiana.
    Ciò che mi chiedo è come mai l’esigente Safinator sembra contentarsi del palmarès del buon Marat, uno che a 20 anni era già n.1.

  40. Sergio scrive:

    @ zio tony . Tutto il rispetto immaginabile per un grande campione come Rafa, ma potrà vincere tutto quello che vuole, Parigi 20 volte di seguito, grande Slam,….., ma mai e poi mai potrà essere considerato da me alla pari di Federer perché Roger é il Tennis, é un giocatore che trasmette emozioni, stupore, ammirazione e incredulità come nessun altro finora, altro che Gasquet !! L’Arte é Arte.

  41. Safinator scrive:

    Nik…Fabiola…e tutti gli altri…
    Con Marat sulla via del declino (guarda un po…su questa via c’ è una semifinale a londra…massimo risultato in carriera per qualcun altro…) mi sono affezionato a 2 serbi…
    Uno,la versione bimane di Gasquet.
    L’ altro…Djokovic…con il quale il confronto con gasquet è addirittura piu impietoso…

  42. chloe de lissier scrive:

    finalmente qualcuno, a parte noi soliti noti, che dica le cose come stanno: roger federer è la più completa e perfetta dimostrazione di quali vette artistiche si possano attingere nel tennis.
    roger federer, l’impero dei sensi tennistici.

  43. fabiola scrive:

    Roger Federer è il maestro assoluto del tennis e lo preferisco mille volte a Nadal….ma sicuramente il suo sucessore più diretto è indubbiamente Richard (anche se ancora non l ha dimostrato pienamente) e comunque esistono diversi tipi di arte(e io lo so bene)basta solamente poterne cogliere le più piccole sfumature..
    ..che possono esistere dietro una sconfitta clamorosa o dietro una vittoria meritata…Allez Richard…

  44. fabiola scrive:

    Per me conta di più una semifinale a Wimbledon che mi ha emozionata e stupita…(e comunque non sarà neanche l’ultima..
    perchè li per la prima volta ho visto un Gasquet che lottava e che ha dato tutto,piuttosto che vedere un Nadal o un Djokovic che buttano con gran forza la palla dall’altra parte e basta…

  45. Safinator scrive:

    Fabiola…il tuo paragone tra Nadal e Djokovic qualifica la tua competenza in materia.

  46. zio tony scrive:

    dai safinator, la fabiola è solo obbiettiva, vede giustamente nadal e djoko come tonni pallettari inespressivi e gasquet il futuro imperatore dell’arte e dei sensi. Non fa una piega. ;-)

  47. fabiola scrive:

    C’ è un motivo se ho iniziato a seguire il tennis..e quel motivo è stato Richard Gasquet…e non sicuramente per un Nadal…per questo mi voglio complimentare per gli aggettivi utilizzati nel mex precedente non mi erano mai venuti in mente..comunque buon 2009..!!!!!!

  48. zio tony scrive:

    Ciao Fabiola, non volevo urtarti, perdonami…l’amore x il proprio ideale tennistico va sempre rispettato, qualche volta questo provoca distorsioni di vedute…capita anche ai federeriani, ai safiniani e “persino” ;-) a noi nadaliani…buonisimmo anno anche a te!

  49. zio tony scrive:

    P.s.: augurissimi anche a tutti i “gatti” silvestro…cosa non mi sarebbe piaciuto un nome cosi ;-)

  50. Francesco Rossi scrive:

    Io sono convinto che questo sarà l’anno della consacrazione di Riky.

  51. TCC'75 scrive:

    Io non capisco bene una cosa: esiste per caso un test o una qualsivoglia analisi di loboratorio che consente di stabilire con esattezza la quantità di talento che c’è in ognuno di noi?
    Se la risposta è affermativa, allora Gasquet è uno dei primi della pista che per le solite ragioni (scuse) non riuscirà mai a vincere niente. E la malinconia del rimpianto si mischierà alla rabbia dell’invidia e si incamminerà lentamente verso il viale del tramonto con la retorica di sempre a far da sottofondo. Cosa successa decine di volte nel passato ai belli (dannati) e perdenti di questo sport: mettete ognuno i 5 nomi di quelli che secondo voi sarebbero dovuti essere dei numeri uno e non lo sono stati.
    Ma se invece la risposta a questa mia domanda fosse negativa? Se per essere un campione occorresse dimostrare di avere talento?

    Oh, intendiamoci: non sto dicendo che Gasquet è scarso, ma solo che non è capace di giocare bene quanto gli altri. Che è assai diverso.
    Gioca meglio di Tursunov, ma riesce a giocare meglio di Davydenko. Batte 8 volte su 10 Nieminen, ma perde da Soderling.
    Come può accadere tutto questo? Due sono le ragioni: anzitutto Nieminen, Tursunov, Gonzalez o Tipsarevic non sono stati presentati al mondo come i nuovi messia del tennis, e ciò che arriva per loro è tutto di guadagnato. Inoltre è sciocco pensare che un bambino di 10 anni possa ripetere gli stessi identici risultati da under a 10 anni di distanza. E’ pieno il mondo di gente come Mosè Navarra.
    Se prendiamo l’esempio più recente di Gilles Simon, abbiamo sotto gli occhi occhi un giocatore di talento, capace di dimostrarlo con una certa continuità, che venendo da dietro è stato scoperto dagli altri e non atteso al varco come successo a Gasquet.

    Ricordo quella gran partita che il 15enne Richard vinse a Montecarlo contro Squillari (semifinalista al RG): tutti ci emozionammo, però il non aver riconfermato nell’immediato quella prestazione, fu indicativo.
    Sappiamo benissimo che lo stesso Federer ha rischiato di rimanere una incompiuta. Poi capita che alcuni maturino, altri no. Tutto qua.

  52. Giovanni da Roussillon scrive:

    A me pare che se un tennista faccia o abbia fatto parte dei primi dieci una volta nella vita ha già dimostrato alcune cose. Non rimanesse in quel gruppo più che discreto [parecchi faticano ad affacciarsi ad altri molto meno impegnativi…], vuoi perché i suoi interessi non coincidono con quelli dei benpensanti del settore, vuoi per altre ragioni, non dovrebbe disturbare più di tanto. In particolare i suoi antitifosi.
    Roger Federer è Roger Federer, Richard Gasquet è Richard Gasquet, David Nalbandian è David Nalbandian, e il resto rimane nella cetra. Nessuno di questi personaggi è campione tanto minuscolo da passare inosservato e non criticato.

  53. nicola farina scrive:

    Gasquet appare ai piu’ come un fiore non sbocciato, un frutto ancora acerbo. Molti mettono in rilievo le difficolta’ psicologiche che ostacolano il francese. Pochi, invece, sottolineano le difficolta’ tecniche che impediscono al francese di realizzare il suo potenziale.

    Nella carriera del campione, arriva il momento in cui egli diventa “giocatore”. Impara a stare in campo. Prima di tal momento, egli e’ spesso preda di soluzioni estemporanee e scelte poco felici. Quando matura, capisce molte cose. Impara i propri punti forti e quelli deboli. Ha un piano della partita. Sa distinguere la palla che deve attaccare da quella che deve solo rimettere di la’. Per alcuni, maturare e’ piu’ facile che per altri. Campioni come Borg, Wilander, Nadal, Hewitt, hanno espresso presto il proprio potenziale. Essi avevano (o hanno) punti di forza ben marcati, grazie ai quali sono stati in grado di formare il proprio tennis. Non e’ esclusiva dei giocatori da fondo campo maturare presto. Prendiamo Becker, ad esempio. Egli era formidabile nel tocco e aveva un potenza straordinaria. D’altro canto, era piuttosto pesante negli spostamenti. Per un giocatore cosi’, capire il proprio schema di gioco e’ stato facile. Attacca, accorcia gli scambi e cerca la rete prima possibile. A 17 anni, il tedesco era gia’ un giocatore compiuto.

    Per altri, le cose non sono cosi’ semplici. Sembra incredibile dirlo adesso, ma per un po’, parecchi hanno temuto che anche il sommo Federer non riuscisse a sbocciare. Non c’era qualcosa che lo svizzero non sapesse fare in campo. Poteva eseguire qualunque colpo. Tale abbondanza non e’ facile da gestire. Avendo tante opzioni a disposizione, si rischia di scegliere quella sbagliata spesso. Il primo Federer era un continuo di soluzioni geniali e errori grossolani. Non e’ facile mettere a posto il proprio gioco, quando ci sono cosi’ tanti pezzi da sistemare. Sampras vinse un primo slam da talento grezzo, di forza bruta. I 3 anni successivi, pero’, li spese a “cercare se’ stesso”, a formare il proprio gioco. Quando ci riusci’, divenne davvero Sampras. Sia Federer che Sampras sono arrivati piuttosto tardi a raggiungere il loro potenziale. Essi hanno dovuto infondere dosi straordinarie di energia e volonta’ nel tennis. Alla fine, ce l’hanno fatta. Ma sono delle eccezioni. Il giocatore “polivalente” non sempre sboccia. Pensate a Korda, oltre che a Gasquet appunto, o a Leconte, o alla miriade di tennisti che navigano nei bassifondi, ma che per braccio potrebbero stare molto piu’ su in classifica.

    Avere un tennis scarno e’ senz’altro un vantaggio nella maturazione. Tantissimi campioni si sono affermati da giovanissimi e sono entrati nell’olimpo del tennis. Avere un tennis complesso, d’altro canto, produce delle difficolta’ spesso insormontabili. Tuttavia, le poche volte che il giocatore ce la fa, allora i possibili risultati ripagano ampiamente le delusioni. Sampras e Federer hanno portato il tennis su terreni prima di loro sconosciuti. Il prezzo per vedere loro, purtroppo, e’ soffrire vedendo Gasquet rimanere impantanato nel limbo dal quale difficilmente uscira’.

  54. roberto scrive:

    io credo che elisa piva abbia volutamente enfatizzato la bravura tennistica di gasquet proprio per mettere in risalto una volta di più il paradosso costituito dal suo talento da una parte e dalle scarse vittorie dall’altra…spero che gasquet trovi prima o poi la ricetta giusta per sfondare come dovrebbe, però ho la sensazione che per fare ciò debba “imbruttire” il suo gioco, renderlo più solido, con meno errori, più corsa, più umiltà, meno colpi vincenti…tanto per parlare del connubio talento-vittorie, penso a federer: fino al 2003, per lo meno sull’erba, giocava un tennis spettacolere, fatto di serve and volley….poi però ha deciso che per vincere con continuità ha dovuto perdere un po’ di spettacolarità a scapito della regolarità e della solidità da fondo campo….tutto questo lo dico senza voler fare paragoni fra i due, è solo per dire che è quasi impossibile dominare giocando solo di fino…saluti

  55. Giovanni da Roussillon scrive:

    oppure che ‘chi sa giocare superbamente non è sempre intenzionato a dominare coi punti quando dispone di che vivere’

  56. Michele scrive:

    roberto e marcos hanno centrato il punto e il mio pensiero

  57. Giovanni da Roussillon scrive:

    oppure ancora che ‘il giocatore di somma classe non stupisce più di tanto quando vince contro un top ten del momento’ [Mi piace trarre piacere dal presente!]

  58. Nik scrive:

    Oppure anche, caro Giovanni, che ‘il giocatore che ha già scritto la storia di uno sport, non presta facilmente il proprio nome all’albo d’oro di un torneo’.
    (per chi non avesse visto la partita, la frase è dedicata alla sconfitta odierna di Federer).

  59. Giovanni da Roussillon scrive:

    Fai bene, caro Nik, ad accumunare i due in ordine al tema. Sono spesso trattati da talentuosi presuntuosi. Allora lo siano, almeno per gioco.
    A proposito del ‘non prestare il proprio nome all’albo’: credo essere tra i pochi fortunati a non aver visto il primo set di oggi (ieri), così da poter meglio ancora apprezzare la tua proposizione. Poi, è bello osservare un tipo ’scrivere la storia di uno sport’ che, non pago, si accinge a postfarla sfiziosamente con qualche brandello addizionale di titolo dello slam.

  60. Nik scrive:

    L’accostamento mi vien sempre spontaneo, Giovanni. L’incarnazione del Genio kantiano - oggi nel tennis - ha soltanto due volti. E come già scrissi, son spalla a spalla accerchiati dalle nuove creature bimani, ‘mostri’ a tre teste: forza fisica, corsa, resistenza.
    Mi piace pensare che i nostri due artisti - sublimi interpreti del gioco - possano ancora ammaliare il mostro con le suadenti, dionisiache melodie della lira. Mi piace pensare che ci riservino le note più inebrianti nelle occasioni importanti, nelle occasioni degli slam.
    E che almeno in tali palcoscenici Orfeo incanti Cerbero, domandolo.

  61. renatovio scrive:

    il rovescio ad una mano di gasquet è semplicemente sublime,un gesto tecnico di rara bellezza.il tennista ha un bagaglio tecnico davvero notevole,ma per avvicinarsi stabilmente ai primi quattro della classifica mondile dovrà ,a mio parere,curare assolutamente di più la velocità degli spostamenti laterali e la tenuta fisica.necessario sarebbe anche potenziare il suo livellol di autostima.In altre parole gasquet avrebbe bisogno di un vero team,alla murray per intenderci,che lo aiuti a tirare fuori completamente il suo talento che è notevole e che oggi invece esprime ad intermittenza. renato

  62. Giovanni da Roussillon scrive:

    Capisco il tuo legittimo bisogno, renatovio, di vedere Gasquet tra i primi quattro. Capisco anche che probabilmente non è ciò che lui pensa importi di più nella sua esistenza, e che non ambisca a ‘tirare fuori completamente tutto il suo talento’. O ne è costretto? Da chi?
    Qualche giorno fa, ad esempio, è bastato il suo primo set con Stepanek a farci apprezzare il suo tennis, e pure quello dell’avversario.

  63. Giovanni da Roussillon scrive:

    Oggi si è perfino dilettato, battendosi contro la sua (dicono) bestia nera. Anche il risultato pare essere consistente.

  64. Giovanni da Roussillon scrive:

    Ieri anche Simon.
    Oggi è fermato dalla pioggia, non senza avere già strappato un set a Geremia.
    A quando Scanzi?

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