Pregi e difetti dell’Occhio di Falco.
Troppe le chiamate “inutili”.
E se fosse il giudice a decidere?

 
2 Aprile 2008 Articolo di redazione
Author mug

Troppo spesso i tennisti sfruttano la chiamata del Falco per rallentare il gioco o per rifiatare. Lasciare la decisione al giudice come già accade in altri sport potrebbe risolvere il problema. Voi cosa ne pensate?

Di Alessandro Mastroluca

“Oltre a permettere di prendere la decisione giusta, l’Hawk-Eye aggiunge ulteriore pathos al pubblico televisivo. È un bene per il tennis anche perchè elimina molti errori umani”. Le ultime parole famose di Andy Roddick. Ci avrà ripensato, a questa dichiarazione, riportata su hawkeyeinnovations.co.uk, dopo il primo punto del sesto game del secondo set contro Troicki quando, chiamato il challenge, ha ottenuto in risposta un desolante silenzio (clicca qui per leggere il racconto dell’episodio di Charlie Bricker) . Un pulsante premuto nel momento sbagliato, e addio possibilità di rivedere il punto. Perchè l’Occhio di Falco sarà anche una macchina affidabile al 100%, che registra ogni scambio con una pletora di sensori, triangola le informazioni per ottenere la ricostruzione tridimensionale della traiettoria, e attraverso questa calcola l’esatto punto di impatto della palla e il tipo di segno lasciato sul terreno (più rotondo se la palla arriva quasi verticale, come nel caso di lob o colpi liftati, allungati se si gioca in top-spin), ma è pur sempre un terminale stupido. C’è sempre bisogno di un elemento umano che dia le istruzioni alla macchina. E la macchina, nel bene o nel male, esegue.
Ai tennisti, perlomeno ai top-players, il meccanismo (il videogioco, come lo chiama Massimo Marianella), piace, ad eccezione, forse, di Federer, che da buon lord preferirebbe che la poesia e l’eleganza del gioco non venissero inquinate dall’iper-modernità tecnologica. Ricordate il famoso “l’hawk-eye mi sta uccidendo” in finale a Wimbledon contro Nadal? Eppure Federer è il giocatore che più di ogni altro può usufruire dei vantaggi della tecnologia. Perchè, dati i costi di implementazione, i sensori sono posizionati sul campo centrale e al massimo sul secondo campo per importanza. Così da generare a volte sentimenti di ingiustizia in chi si sente defraudato dall’impossibilità di rivedere una palla dubbia solo perchè gioca su un campo minore (vedi Monaco contro Canas a Indian Wells). Una disparità che, in senso diacronico, valeva anche nel passaggio da torneo a torneo: perchè le regole sul numero massimo di chiamate non era stato chiarito. Due unsuccessful calls (chiamate “a torto”) a set in taluni tornei, tre a Wimbledon e agli Australian Open, illimitati in Coppa Davis (dove viene spesso usato come mezzo per innervosire l’avversario e spezzare il ritmo). Da questa settimana, a Miami, sono entrate in vigore le nuove regole: in tutti i tornei che godono dell’ausilio virtuale il numero di chiamate “sbagliate” sarà di tre a set (resta la “chiamata bonus” se il set si chiude al tie-break).
Ma un dubbio, anche nei non nostalgici appassionati convinti che, data la perfezione tecnica delle racchette e la conseguente velocità impressa alle palline, un ausilio all’occhio umano sia utile, rimane. Perchè il tennis, in fondo, non è l’unico sport che sfrutta tali possibilità.
Nel rugby, ad esempio, c’è il Television Match Official; nel basket l’instant replay si usa, tra le altre cose, per determinare se un tiro è stato scoccato prima o dopo il suono della sirena, e una decisione simile ha deciso la finale scudetto del 2005 tra l’Armani Milano e la Climamio Bologna convalidando il canestro-scudetto del bolognese Douglas in gara 4 a Milano. In entrambi questi sport, ma anche nell’hockey su ghiaccio, la decisione di invocare la tecnologia può essere presa solo e soltanto dall’arbitro, mai dai protagonisti della contesa.
Perchè non procedere in questo senso anche nel tennis? Perchè non affidare al giudice di sedia, mantenendo un numero limite di chiamate disponibili, il compito di valutare se una palla è too-close-to-call. Perchè è innegabile che gli arbitri ora siano in un certo senso deresponsabilizzati quando si gioca sul centrale. E l’inevitabile diversità di stile può generare antipatiche sensazioni di disparità di trattamento tra i giocatori con un forte potere contrattuale, e commercial-televisivo, che giocano quasi esclusivamente sui campi principali, e gli altri. Affidare all’insindacabile giudizio dell’arbitro la decisione di fidarsi del proprio occhio o avvalersi di quello del falco elettronico limiterebbe di molto le differenze ed eliminerebbe le chiamate inutili, quelle fatte solo per rallentare il gioco o semplicemente perchè “se ho un tot di chiamate a set, tanto vale usarle”. Perchè è vero che, in genere, i giocatori sono i migliori arbitri di se stessi. Ma è meglio che le decisioni le prenda un arbitro imparziale. Umano o elettronico che sia.

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8 Commenti a “Pregi e difetti dell’Occhio di Falco.
Troppe le chiamate “inutili”.
E se fosse il giudice a decidere?”

  1. +PSTN+ scrive:

    Questione quantomeno controversa e complessa.
    1.Ho letto sul MatchPoint anno 5 n.20 12/25 novembre 2007 in occasione del ritiro del giudice di sedia italiano Romano Grillotti in cui trascrivo un breve estratto relativo all’argomento
    “Ma la tecnologia non dovrebbe essere garanzia di maggiore equità?”
    “Primo: anche la macchina fa errori. Ne fa molti.
    Lo sappiamo tutti, giocatori compresi, tanto che qualcuno ha già imparato come sfruttarli.
    Ma andrebbe anche bene, perchè la macchina sbaglia nello stesso modo per tutti.
    Sul Greenset i segni si notano anche meglio che sulla terra, a vote li vediamo benissimo sia io sia i giocatori, ma stiamo zitti perchè la moviola ha detto il contrario.
    ….Ti faccio degli esempi. Safin contro Nalbandian a Madrid. Sul greenset come dicevo i segni si vedono.
    Safin chiama un challenge, il segno è lì ma la macchina gli dà torto.
    Poi sbaglia altri 5 challenges.
    Sul matchpoint li ha finiti, non può chiederne e perde quando poi si era visto che la palla era buona.
    O io o Safin siamo ciechi, o la macchina sbaglia.
    Ancora, sempre a Madrid. Servizio di Ljubicic fuori, o almeno Murray e io la vediamo così.
    Ljubo, che ha capito come è tarata la compressione, chiama il challenge e l’hawk-eye gli dà ragione.
    Al torneo seguente, dove la taratura era diversa, ha chiamato altri 15 volte il challenge e ha sempre avuto torto. Strano,no?”

    Il fatto che il challenge sbagli, almeno a quanto dice l’ex arbitro, è già il primo bel problema.

    2.Il solito problema rivangato più volte da Tommasi del fatto che c’è su pochi campi nel torneo non denota equità nei confronti dei giocatori.

    3.Il sistema delle chiamate 3 (+1) che rimangono se si ha ragione mi sembra ragionevole.

    4.Come annotava anche Rino fermare magari lo scambio può creare problemi perchè poi non è più possibile ricostituire la medesima situazione di prima e ripetere il punto non diventa così sensato (come potrebbe sembrare).
    Tommasi faceva l’analogia col fuorigioco nel calcio, esserci o non esserci l’azione è stata fermata.

    Non vorrei dilungarmi in altro per ora ma è chiaro che l’hawk eye è portatore sì anche di correzione ma di altrettanti disagi, disparità di trattamento, errori…

    Sul fatto di interrompere il gioco son d’accordo col dire “se li ho perchè non sfruttarli?” Ognuno lo può fare, non è a discapito di qualcuno rispetto ad un altro.

    Il fatto di affidarlo all’arbitro come suggerito creerebbe più problemi di adesso per me sulla falsariga del mondo del calcio.

    In conclusione qualsiasi soluzione non sarà scevra di contestazioni e/o “bachi”….
    Se non di toglierlo ovunque (ma ciò NON è assolutamente possibile nè me lo auspico) non riesco a trovare alternative troppo paritarie e inopinabili.

  2. Avec Double Cordage scrive:

    meglio dare la responsabilità di decidere all’arbitro, ma questo probabilmente significa che ad ogni palla vicino alle righe un giocatore chiederà all’arbitro di controllare. La cosa migliore sarebbe se l’arbitro avesse uno schermo con tutti i punti in real time o con differita minima, cosi potrebbe avvalersi continuamente del controllo senza interrompere il gioco …certo mancherebbe il video gioco per il pubblico e il conseguente oooooooooh che accompagna l’animazione sullo schermo ma non era presente in passato e ne si potrà fare a meno anche in futuro

    tra l’altro mi sembra che hawk eye lavori già presso che in real time, perché ogni tanto fanno rivedere una palla in TV e non ci mette cosi tanto come quando chiamato in causa dai giocatori, quell’animazione mi sa che è rallentata appositamente per creare suspance nel pubblico

  3. Lorenzo90 scrive:

    E’ una buonissima soluzione ma cosa si fa se una palla atterra vicino alla riga durante uno scambio?
    Adesso il giocatore può fermarsi e chiamare il challenge a suo rischio e pericolo…se fosse l’arbitro a dover decidere come si comporterebbe in un caso del genere?

  4. angelica scrive:

    Io non sono d’accordo con quello scritto nell’articolo:

    1 - HawkEye non e’ una macchina affidabile al 100%: ha un errore in + e in - dichiarato che va da 3 a 5 mm (personalmente credo anche qualche mm. in più)

    2 - non ci sono un ‘pleatoro’ di sensori. Ci sono 8 telecamere

    3 - Non calcola l’esatto punto di impatto dalla palla ma il probabile impatto della palla.
    Non si tratta di una moviola ma di proiezione computerizzata basata sull’ elaborazioni delle immagini delle 8 telecamere (che sono impostate dal gruppo dei tecnici)
    Hawk-eye infatti puo’ avere problemi a calcolare l’impatto se la palla cade molto vicino alla rete (a causa del nastro), se ci sono forti contrasti luci ombre (ed e’ successo in entrambi i casi)
    Inoltre non sono previsti parametri di correzione al calcolo, in caso di giornate di forte vento (comprensibile, una folata improvvisa puo’ cambiare la direzione della palla all’ultimo istante)

    4- Non calcola nemmeno il tipo di segno lasciato su terreno. Quello e’ solo un immagine mostrata. Su un campo di tennis i segni sono di molti tipi e di molte dimensioni. Quello di hawk-eye è solo di un uno tipo, a volte al massimo due.

    Aggiungo anche che il numero di volte che la macchina mostra che la palla e’ 1 mm in oppur 1 mm out e’ secondo me francamente (per non dire statisticamente) molto improbabile. Il calcolo viene fatto non solo sui challange richiesti, ma anche se palle non mostrate in tv)

    Anche dire che gli arbitri sono desresponabilizzati non mi trova d’accordo. Certo è diversa la ‘tecnica’ di arbitraggio ma le responsabilità sono le stesse (e tra l’altro aumenta la pressione su tutti, arbitro e giudici di linea)

    L’hawk-eye e’ un ‘videogioco’ che può essere, anzi è, molto diverte per il pubblico, concordo completamente. E’ anche costoso: 80 mila dollari a settimana per campo
    (uno dei motivi per cui a Miami e’ solo su centrale invece che su due campi, 160 mila invece di 320 mila dollari…non sono mica noccioline)

    Detto questo, secondo me, che hawk-eye sia la soluzione alla correzione degli errori, bè ce ne corre ancora molto.

    @ADC
    il motivo per cui e immagini del challange ci mettono un po’ di piu’ ad essere mostrate e’ che l’arbitro che si trova nel stanza del review, deve dare l’ok all’immagine che viene mostrata, cioè conferma che quelo che viene mostrato si riferisce al challange del giocatore.
    Mentre le immagini che vedi in Tv sono a discrezione della regia.

  5. Agostino scrive:

    L’occhio di falco alle volte sarà anche occhio di talpa (a Wimbledon, Federer, quasi ci perdeva per una svista, mo’ ci vuole, “ciclopica”), ma ha un indiscutibile pregio: dove è presente, ci consente di non assistere più a quelle manfrine sotto la sedia dell’arbitro, anche quelle spesso volte a far deconcentrare l’avversario. C’è giustizia anche nell’errore, in questo senso, ma soprattutto c’è più pace e serietà. Credo che un McEnroe con l’occhione in campo avrebbe vinto qualche slam in più, sempre che non avesse iniziato a contestare le 8 telecamere…

  6. Voortrekker Boer scrive:

    Angelica sono al 95% d’accordo con te, però il falco ha almeno il pregio di evitare episodi come questi (almeno sui campi principali)

    http://www.youtube.com/watch?v=6dUGXtiMN…

  7. Voortrekker Boer scrive:

    Scusa il link non va bene….

    http://it.youtube.com/watch?v=6dUGXtiMNqk

  8. valerio scrive:

    il falco va bene così com’è il problema è quello giustamente sottolineato da PSTN..Fa troppi errori e si vede a volte anche da casa..cioè se proprio dobbiamo sbagliare almeno facciamo sbagliare agli uomini…Spero che venga perfezionato questo sistema..se si usa la tecnologia non deve avere margine di errore..

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