Ivanisevic si offre come talent-scout.
“Se la Croazia non vuole il mio aiuto, cercherò dei nuovi Murray in Gran Bretagna”.

 
10 Dicembre 2007 Articolo di Luca Labadini
Author mug

Il vincitore di Wimbledon non ha più riallacciato i rapporti con la Federazione del suo Paese dopo il mancato incarico di capitano di Coppa Davis. Gli piacerebbe lavorare per la LTA inglese, dove ci sono soldi e voglia di investire sul tennis.

Goran Ivanisevic è tornato alla Royal Albert Hall di Londra per disputare il Black Rock Master, puntando a migliorare il risultato dell’anno scorso, quando venne sconfitto in finale. Al torneo prendono parte i migliori esponenti del tennis “senior”.
“La spalla mi da’ ancora dei problemi”, dichiara Goran, “mi fa meno male di prima ma sono ancora costretto a prendere antidolorifici quando gioco. Ci sono periodi in cui non prendo la racchetta in mano per mesi, invece quando faccio questi tornei gioco ogni giorno per una settimana intera. Giocare mi diverte ancora, altrimenti non lo farei…”
Il livello tecnico di Ivanisevic e’ tuttora talmente elevato che il capitano di Davis Croato ha pensato a lui come doppista nello spareggio per non retrocedere disputato contro la Gran Bretagna a Wimbledon in settembre, ma Goran ha reclinato l’offerta. Lo stesso Goran due anni fa aveva rinunciato a giocare la prima edizione del Black Rock Master perche’ aveva preferito andare a fare il tifo per la sua nazionale impegnata per la prima volta nella finale di coppa Davis. Oggi, invece, in seguito al mancato incarico di capitano non giocatore della squadra croata cui Goran teneva moltissimo, i rapporti fra lui e la federazione si sono sensibilmente raffreddati.
“Da allora ho interrotto i rapporti con i dirigenti federali”, ammette Ivanisevic, al punto che sta pensando di poter offrire la propria collaborazione altrove. “Forse qualche altro paese potrebbe aver bisogno di me. Qui in Gran Bretagna, per esempio, mi troverei bene, mi piacerebbe fermarmi qui e dare il mio aiuto. In questo paese si investe molto denaro per il tennis ma c’e’ soltanto un giocatore forte, Andy Murray. Qualcosa non funziona, sono convinto ci siano molti potenziali ..Murray nel paese ma bisogna trovarli. Mi piacerebbe molto lavorare con i giovani talenti inglesi”.
Sei anni dopo aver spento le speranze di Tim Henman in una snervante semifinale piu’ volte interrotta per pioggia, Goran e’ felicemente sorpreso di quanto sia ancora popolare tra il popolo inglese. “Dovrebbero considerarmi il nemico pubblico numero uno dopo che ho battuto il loro beniamino a Wimbledon proprio nell’anno in cui aveva piu’ possibilita’ di vincerlo. Dovrebbero vietarmi l’ingresso a questo paese! Mi ricordo di aver guardato i vari servizi alla tv dopo la partita e mi sembrava di aver causato un..disastro nazionale. Ho sempre pensato che mi considerassero come quel tipo un po’ pazzo che spacca le racchette e che aveva sempre perso in finale, invece sembra proprio che mi amino.”
Goran non ha piu’ parlato con Tim di quel celeberrimo match del 2001, che lo stesso inglese considera essere stato la sua piu’ grande chance di vittoria del torneo londinese. “Non voglio ferirlo ulteriormente ricordandogli quella partita, di come fosse arrivata la pioggia quando conduceva lui due set a uno”, afferma il croato.
“Credo che tutte le volte che piova gli appaia la mia faccia in mezzo alle nuvole”.
Ivanisevic pero’ ci tiene a prendere le difese di “Timbledon“. “Non importa se Tim non ha vinto nessun torneo dello slam, mi irrita cio’ che sento dire di lui da alcuni inglesi. Henman non e’ stato un fallimento e chiunque lo sostenga e’ un ignorante. Ha fatto moltissimo per questo paese, dovrebbero costruirgli una statua vicino a quella di Fred Perry.”
Forse un giorno in Croazia ci sara’ una statua anche per Goran Ivanisevic, capace di vincere 21 tornei oltre a Wimbledon e di guadagnare quasi 20 milioni di dollari in carriera. Oggi divide la residenza tra Montecarlo e Zagabria insieme alla sua compagna, la ex modella Tatjana Dragovic e i due figli Amber Maria ed Emanuel. Nel porto di Spalato giace uno yacht di piu’ di venti metri che porta il suo nome, quindi la sua decisione di giocare nel circuito senior non e’ certo dovuta a questioni economiche. “Adesso si stanno aggiungendo giocatori piuttosto giovani e il tour sta diventando piu’ competitivo, dice Goran. Mi diverto, e’ diverso dal circuito principale dove ogni volta che perdevi ti chiudevi nello spogliatoio e ti mettevi a urlare. Fra i senior siamo tutti amici, usciamo e ci facciamo una birra, anche se a tutti piace vincere e c’e’ molta competizione.”
All’ Albert Hall di Londra si sono esibiti altri grandi ex campioni quali John McEnroe, Sergi Bruguera, Henri Leconte , Cedric Pioline, Paul Haarhuis, Anders Jarryd, Michael Stich, Pat Cash, Guy Forget, Wayne Ferreira e Jeremy Bates.

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4 Commenti a “Ivanisevic si offre come talent-scout.
“Se la Croazia non vuole il mio aiuto, cercherò dei nuovi Murray in Gran Bretagna”.”

  1. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Ho trovato interessante questo articolo di Luca Labadini. Goran è un bel personaggio, simpatico, intelligente e capace di colpi come di risposte (a noi media) imprevedibili, quindi originali. Però come coach non riesco ad immaginarmelo. Perchè ad ascoltare la sua voce cavernosa associandola a quegli occhi che mandano lampi mi verrebbe più da sorridere che non da considerarlo davvero credibile. Per carità, tutti si matura e anche Goran, che è ormai padre, di certo lo ha fatto _ anche perchè i suoi genitori sono persone civilissime, per bene…molto meno rozze di tanti genitori di tennisti di quelle parti (e delle nostre…) in cui sono incappato. Ma un Ivanisevic saggio che dispensa consigli ai giovani non riesco a immaginarmelo…e non solo perchè lui sia stato un talento disordinato e poco governabile (come dimostrano i suoi cambi di coach così radicalmente diversi, da Bob Brett a Vedran Martic…), ma proprio per il suo carattere scanzonato…E’ anche possibile che il Regno Unito così desideroso di creare i futuri campioni e di proteggere quelli esistenti al punto da pagare un milione e mezzo di dollari (mi par di ricordare una cifra simile…) a Brad Gilbert, ora riciclato ad occuparsi di Bogdanovic (immagino con una riduzione del contratto) possa sembrare il Paese del Bengodi agli occhi di ex campioni in cerca di stipendi importanti…
    Voi che ne pensate?

  2. Francesco da Lugano scrive:

    Alla fine scopriamo che qualcuno se la passa peggio della nostra povera Italia…

    Di sicuro, tra le grandi potenze tennistiche l’Inghilterra se passa peggio di tutte. Sono stati costretti (pensa te!) a riporre tutte le loro speranze in un giovanotto scozzese (la rivalità all’interno dell’isola è proverbiale), cresciuto, formatosi sotto il sole della Spagna. Non vincono il loro Wimbledon dai tempi di Churchill, e le cose sembreno andare sempre peggio.

    Infatti, oggi il tennis si è compiutamente globalizzato. La top ten Atp di quest’anno vede rappresentati Paesi come Svizzera,Spagna, Serbia, Cile e Russia. Almeno, in questi ultimi 20 anni australiani, americani, persino francesi hanno tenuto il passo. Hanno avuto i loro numeri Uno e i loro Slams. Oltremanica sembra essere precipitati in terza fascia tennistica. Nonostante un budget “monstre” a disposizione della Federazione.

    Un paradosso difficile da spiegare. Almeno per chi come me non è un addetto i lavori. Forse manca la determinazione, la “fame” di imporsi nelle giovani speranze, qualità che non mancano certamente ai colleghi delle cosidette nazioni “emergenti” (Est Europa e Sudamerica sotto i riflettori).

    Eppure Federer è nato qui. Nella ricca Europa occidentale. Quindi il paradosso continua. In attesa della definitiva esplosione di Murray (speriamo a breve). Forse lo scozzese, con futuri successi, potrebbe creare quel circolo virtuoso che spinge all’emulazione da parte dei conterranei.

    Tornando alla domanda di Ubaldo, e se fosse Goran la soluzione giusta? Un paradosso (l’Ivanisevic coach) medicina per un altro paradosso (l’Inghilterra dalla grande tradizione e dalle vittorie perse nella notte dei tempi)?

    In ogni caso, con Goran di mezzo, ci sarà da divertirsi….

  3. roberto scrive:

    Mah, tutti si matura Ubaldo, è vero: se pensi che a Cordenons c’è una accademia diretta da Mosè Navarra, che da giocatore era un folle se ce ne è stato uno…
    Eppure pare che Mosè (uno che a tennis sapeva giocare, eccome…anche se non aveva molta voglia) sia diventato un ottimo coach. Mai dire mai.
    L’inghilterra è forse il paese che ha raccolto meno, in termini di risultati, rispetto a quanto ha investito, quindi è molto appetibile per coach, tecnici, ciarlatani, venditori di fumo, eccetera. Credo che Goran faccia bene a provarci, meglio lui di tanti che si spacciano come i nuovi Bollettieri.

  4. Luca Labadini scrive:

    Ho riportato la notizia perche’ mi incuriosisce parecchio l’ipotesi di Goran allenatore. D’acchito ho pensato non fosse certo la figura ideale per fare da ” consigliere ” ai giocatori di oggi, ma poi mi e’ venuto in mente che fra gli allenatori piu’ quotati al momento ci sono Brad Gilbert e Jimmy Connors, e se tanto mi da tanto…Forse non e’ in modello di …autocontrollo ma e’ un ragazzo molto intelligente e qualche risultato ..l’ha raggiunto , quindi penso abbia molto da dare. saluti a tutti

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