“Andy Murray? E’ l’erede di Federer”
Non lo dicono solo Borg e Ivanisevic
Uno scozzese senza peli sulla lingua

 
17 Dicembre 2006 Articolo di Stefano Semeraro
Author mug

Nota per i lettori di questo blog: le risposte che mi mandate, e alle quali rispondo io e altri, vanno all’interno della categorie nelle quali i vari miei blog (così come contributi di altri giornalisti,vedi questa Murray’s Story del collega della Stampa) vengono catalogati. Vostre risposte arrivano di continuo, anche a distanza di giorni e vale la pena cliccare sulle varie categorie per leggerli. Confesso che sono quasi tutti suggestivi. E’ un peccato, talvolta, che alcuni vostri commenti, allegati ad argomenti e categorie aperti da tempo, sfuggano alla vostra attenzione. Ne segnalo una davvero assai interessante scritta da un genitore maestro di tennis, in risposta ad altre fra cui un paio stimolanti scritte dal papà di Fabio Fognini: la trovate nella rubrica “genitori-figli-scuola”, come conciliare scuola e tennis, che riguarda tanti di voi. Presto sarà aperta anche una categoria a vostra disposizione per argomenti che non siano necessariamente di risposta a blog, notizie ed articoli già pubblicati, di modo che ciascuno possa proporre anche suoi argomenti meritevoli di dibattito. L’amico, ex prima categoria, Marco Gilardelli, ad esempio, vorrebbe raccontarvi dell’International Club…Sapete che cos’è? In attesa di scoprirlo ora gustatevi questa piacevole storia del kid scozzese
“Nadal si allena con Moya
io… con mio fratello!”

di Stefano Semeraro
“Se so chi è Andy Murray? Certo che so chi è Andy Murray. Tutti in Inghilterra sanno chi è Andy Murray”. L’ha detto David Beckham, mica Pinco. E l’ha detto un anno fa. Altri che hanno parlato bene di lui (e che magari capiscono un po’ più di tennis)? Goran Ivanisevic e Bjorn Borg. Qualche giorno fa, in coro: “Andy può diventare il vero rivale di Roger Federer”. Va bene, guardavano dritti in una telecamera della BBC. Erano sinceri, ma un filo compiacenti. Allora sentite questi altri due: “Andy è nato per giocare a tennis”, John McEnroe. “Murray ha tutti i colpi, e la classe dei predestinati”, Jimmy Connors.
Se siete dunque rimasti fra i pochi, nel Commonwealth e nel mondo, a non sapere chi è Andy Murray, eccovi serviti. Andy Murray, 19 anni, nato a Dumblane, in Scozia, aspirante numero uno del tennis. Nel 2005 ha saltato di netto 449 posizioni nella classifica e debuttato in Coppa Davis – il british più giovane della storia - quest’anno ha vinto il suo primo torneo Atp a San Josè, a fine anno è planato fra i primi 20, 17 per la precisione. Ah, giusto: in estate, a Cincinnati, ha battuto Roger Federer. Una delle 10 sconfitte rimediate dal Migliore negli ultimi due anni e mezzo. Le altre: cinque per mano di Nadal, una a testa con Safin, Gasquet, Nalbandian e Berdych. Il ragazzo Murray insomma ci sa fare. Gioca bene. Ha carattere. E ha una storia.
Nel 1996 Andy e il fratello maggiore Jamie, anche lui tennista, scamparono al massacro della Primary School di Dunblane, la loro città. Un folle entrò armato nella scuola e uccise 10 ragazzini e un insegnante, mentre i due Murray, salvati dall’intuizione di una maestra, si barricavano terrorizzati nell’ufficio del Preside.
Di quella vicenda Andy il sopravvissuto non parla volentieri. Dedica qualche vittoria ai compagni che non ce l’hanno fatta, ma non esibisce cicatrici mentali. Niente silenzio degli innocenti. Anzi. A tennis ha iniziato a giocare all’età di tre anni, iniziato da Judy, coach nazionale e mamma pervasiva. A 13 era già due volte campione di Gran Bretagna, vincitore dell’Orange Bowl, il campionato mondiale dei cuccioli. Poco dopo si disamorò: “Mi allenavo, facevo i compiti, non vedevo mai i miei amici”. Senza sport però non poteva stare. Un po’ di sgambate con il Gairdoch United, la squadra di calcio del suo paese, un provino con i Rangers. Prometteva. Ma giorno bloccò il padre che lo portava al campo: “Frena, dad. Torno al tennis”. A 14 anni incocciò per la prima volta in Rafael Nadal. Ci perse, e tornò a casa isterico: “Lo sapete con chi si allena lui? Con Moya! E io? Con mio fratello!”. Non ha più smesso di protestare. Su consiglio di Nadal, e indignando gli angli, si è spostato per un paio di anni a Barcellona, per allenarsi in pace e imparare a vincere. Poi, stufo dei modi efficaci ma arcaici del coach colombiano Pato Alvarez, è tornato in patria ed ha fatto impazzire la federtennis inglese: accusandola di aver rovinato la carriera del fratello e di usare palle sbagliate, facendosi prestare e licenziando dopo 10 mesi il tecnico Mark Petchey. Infine è riuscito a farsi pagare con moneta federale metà stipendio – 150 mila sterline l’anno, pare – del suo attuale allenatore, ovvero Brad Gilbert, l’ex di Agassi e di Roddick. Andy turpiloquia in coppa Davis, la BBC trasmette orripilata, e gli inglesi sopportano. Andy tifa contro l’Inghilterra del calcio (“Non capisco perché non posso giocare per la Scozia anche in Coppa Davis”). E gli inglesi sbuffano. Ma abbozzano. Perché dopo settant’anni dall’ultimo trionfatore inglese a Wimbledon, Fred Perry nel 1936, dopo dieci anni di inutile tifo per Tim Henman, “l’equivalente umano del colore beige”, sperano di avere in finalmente casa un vincente autentico. Uno con le palle, come non direbbero mai ad Oxford. “Siamo così giù nel tennis”, sgocciolava bile un tifoso a Wimbledon, “Che ci va bene persino uno scozzese che odia gli inglesi”. E pazienza per l’abbigliamento approssimativo, la zazzera da vagabondo, per le insofferenze con la stampa, le petulanze di mamma Judy, la passione per la boxe, le scandalose trasferte da “adulto” in compagnia della fidanzatina Kim Sears, aspirante attrice e grande baciatrice in diretta tv. Andy sta migliorando. Forse non è il nuovo Federer, forse non vincerà Wimbledon, ma può infastidire il re. Sean Connery se lo coccola: “Si vede che è uno di noi, un vero lottatore”. L’altro suo compaesano Colin Montgomery, grande golfista, gli suggerisce calma. Il problema è ormai la pazienza dei british sta per finire. “Sì – risponde Andy con il ghigno da bimbo pestifero – Vorrebbero che a 20 anni avessi già vinto Wimbledon due volte. Perché allora non chiedono a Rooney di vincere da solo i Mondiali?”. Perché gliel’hanno già chiesto, Andy. E gli è andata male.

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6 Commenti a ““Andy Murray? E’ l’erede di Federer”
Non lo dicono solo Borg e Ivanisevic
Uno scozzese senza peli sulla lingua”

  1. marcos scrive:

    io credo che uno tra murray, djokovic, berdych e gasquet raccoglierà l’eredità di federer.

    ci aggiungo monfils, verdasco, j johansson, soderling: se questi guariscono dai loro guai (jj) e/o trovano un improvviso equilibrio tecnico/tattico, possono ambire ai posti più alti.

    ossequi,
    marcos

  2. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Il prossimo numero di Matchpoint ospiterà un servizio sul più probabile antifederer…a me è stato dato l’incarico di “sponsorizzare” Roddick.

  3. alessio scrive:

    Murray è certo un gran giocatore, ma nonostante molti lo vedano come l’anti-Federer secondo me diffetta di qualcosa nel suo meccanismo di gioco per essere un grandissimo.Forse un ‘impresa,magari una fianle dello Slam o un Master Series,possono fargli fare il salto di qualità decisivo.A parte Nadal che secondo me quest’anno sarà ancora più forte dello scorso anno e secondo me sarà vicinissimo a Federer,vedrei benissimo Gasquet.Roddick ha già dimostrato sia agli US open che al Master che è in recupero su Federer.Deve lavorare ancora un po e soprattutto risucire a batterlo almeno 1 volta.Allora tutto è possibile.Hewit dipende dalla voglia di tornare al vertice; Nalbaldian se trovasse più costanza sarebbe molto pericoloso.Safin…su di lui non può mai dire.
    Cmq dalle premesse semrep un 2007 molto bello per il tennis con tanti nuovi e ” vecchi” ancora validi.Speriamo di divertirci come semrep con il grande tennis!! rivoluzioni permettendo

  4. Nicola scrive:

    Ubaldo, Murray diventerà un ottimo giocatore, non l’ erede di Federer!..Non per colpa sua, semplicemente perchè ogni minimo accostamento a Roger è sbagliato!..Non esiste un antifederer!..Fin quando c’è lui gli altri dovranno giocarsi la seconda piazza!..Se Ivanisevic e Borg parlano bene di questo ragazzo sicuramente avrà un buonissimo futuro, ma fin quando Roger non smette rimarra sempre inavicinabbile al n° 1; altro che eredità…

  5. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Allora…non vi sarà sfuggito che Borg e Ivanisevic hanno fatto questo commento, su Murray possibile erede di Federer, da Londra, durante il torneo dei senior vinto da Haarhuis. Insomma, sospetto fortemente che i media inglesi _ magari sottoponendo qualche domandina ad hoc a Borg e Ivanisevic su Murray _ abbiano forzato un po’…la penna. E sia Borg sia Ivanisevic hanno capito _ ormai i comportamente dei media li conoscono a memoria _ che se volevano conquistare spazio, un titolo sui giornali per il tennis…non avrebbero dovuto fare altro che fare lodi sperticate dello scozzesino. Avessero detto le stesse cose di…Djokovic, non l’avrebbe scritto nessuno. Qusto non significa che abbiano detto soltanto balle. Murray ha certo ottime qualità, notevole personalità e un allenatore magari logorroico ma che certamente sa il fatto suo. Federer però è talmente lontano, lassù, che nessuno sembra poter essere un vero antiFederer…salvo che lui stesso, cioè Federer stesso quando si sarà stufato (se mai si stuferà) di esibirsi sempre a quei livelli. L’ho scritto sul prossimo numero di Matchpoint, quando ho fatto l’avvocato d’ufficio di Roddick…credendoci fino a un certo punto.

  6. Ivan scrive:

    Murray, oltremanica, è un vero fenomeno, anche perché la cultura british è molto più sbilanciata verso processi di personalizzazione, per cui capisco la strizzata d’occhio dei due mostri sacri ad uso della BBC. Ma è anche vero che una delle doti migliori di Andy è la cattiveria agonistica, il che lo può portare veramente a impegnare Federer, ma credo solo nei loro tete a tete, perché sul percorso di una stagione ed in mezzo ad altri avversari, Roger ha dimostrato costanza e un repertorio di armi da poter fronteggiare un numero di situazioni impressionanti, forse come nessun altro nella storia di questo sport.
    Se si vuole guardare a un erede, ne discutevo già parecchio un 3 anni fa con un collega francese, condizioni fisiche permettendo, Gasquet ha tutto, non solo per scalzare Nadal dal ruolo di antiFederer, ma per stragli vicino, nel giro di un paio d’anni. Dal punto di vista tecnico Gasquet è indiscutibile: i suoi rovesci mandano in estasi vecchi esteti alla Clerici e tutti i nostalgici di un tennis meno fisico (nonostante non sia proprio un fuscello e serva piuttosto bene). sono convinto che in questi due anni abbia perso molti match perché chiedeva troppo a stesso in termini di qualità di gioco, innervosendosi e deconcentrandosi quando le cose non andavano per il verso giusto : credo che gli possa esser servito per legger le partite meglio e conoscere meglio i suoi limiti mentali. Se starà bene, ha tutto per aprirsi la strada verso sua maestà e magari essere il principale avversario sulla via del record dei 15 slam inseguto dallo svizzero

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