Libano: l’Onu imporrà il tribunale a Beirut?
Onu –Il primo ministro libanese Fuad Siniora ha chiesto ieri al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di imporre un tribunale internazionale per giudicare i sospettati dell’assassinio del precedente premier Rafik Hariri.
Trovare i responsabili dell’omicidio di Hariri, ucciso nel 2005 dallo scoppio di una bomba, però significa molto di più. Il dibattito sull’istituzione di un tribunale speciale internazionale è infatti da tempo al centro di una crisi politica fra governo e opposizione. Crisi che è sfociata negli ultimi mesi nell’uccisione di un ministro a Beirut e di altre 10 persone.
Un videoamatore riprende dalla finestra di casa sua la colonna di fumo causata dalla bomba che ha ucciso Rafik Hariri
La decisione del Consiglio di Sicurezza di assecondare le richieste di Siniora, alla guida di una maggioranza risicata, sposterebbe l’ago della bilancia, indebolendo Hezbollah, il partito di opposizione. “Il parlamento ha espresso il suo supporto per il tribunale – ha spiegato Siniora al segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon - ed era pronto a ratificarlo formalmente durante la prima sessione utile. Se solo ne avessero convocata una. La via della ratificazione nazionale è su un binario morto”. Forte anche del rapporto di Nicolas Michel, consigliere speciale èper il libano dell’Onu, Siniora ha deciso a fare ricorso al Consiglio di Sicurezza. “Ulteriori ritardi nel costituire il tribunale sarebbero pericolosi per la stabilità del paese e nocerebbero alla credibilità stessa delle Nazioni Unite - ha scritto - e metterebbero a rischio la pace e la sicurezza dell’intera regione”.
Ma a Beirut le spaccature sono forti. Il presidente del parlamento Emile Lahoud, considerato filosiriano, ha ammonito l’Onu : “costituire un tribunale speciale per l’omicidio di Hariri potrebbe innescare una crisi dalle conseguenze imprevedibili. L’imposizione da parte delle Nazioni Unite configurerebbe uno scavalcamento dei nostri meccanismi costituzionali”.
Russia e Cina, membri permanenti delm consiglio di Sicurezza con diritto di veto, sembrano sostenere la linea di Lahoud e premono affinché si continui a negoziare. Zalmay Khalilzad, nuovo ambasciatore americano al Palazzo di Vetro e presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, annuncia che una bozza di risoluzione potrebbe arrivare a fine settimana. “Prolungare l’attesa – ha specificato - comporterebbe gli stessi rischi, se non ulteriori”. Anche il segretario generale dell’Onu avrebbe preferito che il Libano risolvesse la questione autonomamente, ma di fronte alla richiesta di Siniora ha preso posizione. “Alla luce della lettera del primo ministro libanese – ha dichiarato Ban Ki Moon - è più che evidente la necessità di fare qualcosa. Non possiamo lasciare che questo crimine rimanga impunito”. Dal Libano però il presidente Lahoud avanza anche l’ipotesi di un referendum. Per fermare Siniora chiede che sia l’intero popolo libanese ad esprimersi sulla nascita o meno del tribunale speciale.
Giampaolo Pioli
Luca Bolognini