Nigeria: Umaru Yar’Adua vince le elezioni. Gli sconfitti e gli osservatori internazionali: “Ci sono stati dei brogli”

ONU— “Le elezioni sono state truccate”. Umaru Yar’Adua, il candidato del Partito democratico del popolo (attualmente al potere), è il nuovo presidente della Nigeria. Ha raccolto il 70 per cento dei voti, cioè circa 24,6 milioni di preferenze. Ma questa vittoria ha acceso gli animi dell’opposizione: per loro e per gli osservatori internazionali si sono verificate grosse irregolarità durante le procedure di conteggio.

Già sabato i funzionari incaricati di controllare la legittimità delle operazioni avevano denunciato l’uso di violenza, secondo la Bbc sarebbero state ammazzate circa 200 persone nella settimana precedente il voto, e numerosi tentativi di frode. “C’è stata – ha criticato l’osservatore dell’Unione Europea – una mancanza totale di trasparenza. L’intera procedura non può essere ritenuta credibile”. Umaru Yar’Adua in conferenza stampa ha spavaldamente risposto che chiunque abbia delle lagnanze può farsi avanti. “In ogni caso – ha concluso il suo portavoce Ken Wiwa– i risultati non sono in discussione”.
I candidati sconfitti stanno comunque preparando delle azioni legali. Per loro la Commissione indipendente nazionale per le elezioni non ha svolto assolutamente il compito di sorveglianza che le era stato assegnato, permettendo che si verificassero forme di intimidazione e violenza che hanno spinto gli elettori a cambiare in corsa la loro decisione. Max van den Berg, capo osservatore della missione Ue, ha confermato i dubbi della minoranza: “Gli standard minimi per un voto regolare non sono stati rispettati”.
Il clima rischia di surriscaldarsi e la sicurezza del paese è a rischio. “Spero – ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban ki Moon – che tutti coloro che hanno intenzione di contestare il voto, lo facciano utilizzando mezzi legali e costituzionali. Tutti devono fare uno sforzo per evitare il ricorso alla violenza”.
Se il Partito democratico del popolo infatti dichiarasse la vittoria nonostante l’avvio delle indagini, la Nigeria si ritroverebbe ad affrontare una vera e propria crisi costituzionale. “Sono a rischio le fondamenta stesse del sistema. C’è più di una possibilità – ha spiegato in un’intervista al Washington Post Peter Lewis, capo del dipartimento di studi alla John’s Hopkin University – che si verifichi una crisi di instabilità di cui non si prevede né l’entità né la durata”.

Luca Bolognini

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