Onu: un pianeta costellato da periferie degradate
Onu – Un pianeta costellato da periferie degradate. Questo il risultato, secondo un rapporto pubblicato ieri dalle Nazioni Unite, al quale condurranno la crescita della popolazione e il processo di urbanizzazione.
I paesi che circondano le metropoli africane e asiatiche stanno conoscendo una crescita inarrestabile. Ogni settimana, secondo lo studio sullo “Stato della popolazione mondiale”, questi insediamenti sono raggiunti da un milione di nuove persone, con relativa espansione territoriale per fare spazio agli ultimi arrivati.
Kibera in Kenya. Un milione di persone vivono in condizioni disperate
Il 2008, secondo le Nazioni Unite, rappresenterà una data storica. Per la prima volta, infatti, la popolazione residente in città supererà quella rurale. “La crescita delle città sarà il fenomeno più influente del 21 secolo”, si legge sul rapporto. Nei prossimi 30 anni la popolazione dell’Africa e dell’Asia raddoppierà, raggiungendo quota 3,4 miliardi di persone: più dell’attuale popolazione di Cina e Stati Uniti messi assieme. Molti dei nuovi cittadini saranno indigenti e le case, per non dire ripari, nei quali vivranno saranno costruite nelle periferie più malfamate.
La maggioranza dei cittadini avrà meno di 25 anni, sarà disoccupata e sensibile alle sirene del fondamentalismo, cristiane o islamiche che siano. “L’urbanizzazione – spiega George Martine, demografo e autore del rapporto – sta scalzando la mentalità attuale e sta creando le condizioni per l’attecchimento di nuove influenze. E’ una svolta epocale, e una delle vie per riorganizzare la propria vita in questo mondo a forte caratterizzazione urbana è quella di abbracciare una fede forte”.
La crescita dell’islamismo radicale in Africa, dalle periferie di Giacarta a quelle egiziane, o del movimento pentecostale in Uganda o nel Congo sono solo la punta di un fenomeno destinato ad acutizzarsi sempre di più.
Ma all’orizzonte non si intravedono unicamente segnali apocalittici. Se ben incanalato, questo flusso di persone potrebbe avere pesino un effetto positivo. “E’ inutile cercare di controllare la crescita urbana fermando l’immigrazione. Dobbiamo adottare un differente atteggiamento. Siamo a un bivio e possiamo ancora prendere delle decisioni che renderanno sostenibile la vita nelle città. Al contrario, se imboccheremo la strada sbagliata, andremo verso il caos”.
Per l’Onu gli abitanti delle periferie degradate (i cosiddetti slum) sono gruppi di individui che vivono sotto lo stesso tetto in un’area urbana senza che sapere fino a quando potranno restare. Hanno a disposizione uno spazio vitale insufficiente e il livello della sicurezza nella zona in cui dimorano è scarso. Inoltre l’accesso a sorgenti di acqua pulita e ai servizi ospedalieri o di primo soccorso è difficoltoso. Più del 90 per cento degli slummer vive in paesi in via di sviluppo. Nel Sud Asia si concentra la percentuale più alta. Seguono Est Asia, l’Africa subsariana e l’America Latina.
Luca Bolognini