Il centrodestra espugna la Lombardia rossa

SI DIRÀ che la Lombardia non è l’Italia, e allora prendiamo i risultati nazionali. 20 a 10, ovvero 20 comuni capoluogo andati al centrodestra contro 10 al centrosinistra vi sembrano pochi?
L’Unione si consola con Genova, tralasciando com’è giusto quel risicato 51,4 per cento in una città che ha sempre visto grandi numeri a sinistra. In politica poichè uno più uno non fa mai due, non fa quasi mai, è consentito disquisire sul fatto se una batosta così sia stata o no una spallata al governo Prodi, ma non ci sono argomenti consolatori capaci di far tornare il sorriso sul volto di Franco Mirabelli, segretario della federazione milanese dei Democratici di sinistra, che ha lucidamente detto: “E’ un risultato negativo, nonostante la vittoria a Cernusco sul Naviglio, che conferma la crisi acuta del rapporto tra il governo di centrosinistra e questa parte del Paese”.
Il ballottaggio si è concluso con un 8 a 1, dove quell’uno, senza nulla togliere al merito del vincitore e senza voler rovinargli la festa, è stato un autogol, perché a Cernusco, comune dell’hinterland milanese, il candidato di centrodestra Cassamagnaghi non stava simpatico al segretario della Lega e per non votarlo ha invitato i suoi ad andare al mare, consiglio che hanno seguito. Concedendo così al centrosinistra la non poca soddisfazione di conquistare un comune sempre stato storicamente bianco. Il controdestra ha però di che consolarsi perché al ribaltone di Cernusco risponde con due ribaltoni in altri due comuni dell’ex cintura rossa milanese, San Donato e Garbagnate. Concludendo con un risultato di questo tipo: nella fascia dei comuni rossi attorno alla Madonnina prima di questo voto il rapporto tra destra e sinistra era di 2 a 11 e ora è di 7 comuni al centrodestra e 6 al centrosinistra.
Muta la geografia politica milanese ed è una svolta che taglia radici storiche. Per fortuna del presidente di sinistra alla provincia milanese, Filippo Penati, le elezioni sono lontane e da qui al 2009 il vento può cambiare. Anche se per la sinistra non è un problema di vento ma di timonieri.

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1 Commento a “Il centrodestra espugna la Lombardia rossa”

  1. Gianluca scrive:

    Caro Giovanni Morandi,
    La sua e’ una analisi a dir poco perfetta e anche nel post precedente quando ha citato il caso dell’ex sindaco di Pieve Emanuele e la sua sconcertante proposta di dare la cittadinanza onoraria ad una terrorista pluriassassina come Silvia Baraldini ha colto nel segno.
    Le elezioni amministrative che si susseguiranno non faranno che confermare questa tendenza al nord dove ormai si puo’ parlare di regioni moderate come contraltare delle regioni rosse del centro tanto da accreditare il governatore lomberdo Formigoni come futuro leader CDL.
    Ma a quest’ultime il rosso si va mano mano scolorendo e i casi Di Camaiore, Todi, Castrocaro potrebbero essere i primi segnali di un’inversione di tendenza.Anche le aree Emiliane sono aree produttive e la sinistra va via via perdendo consensi perche’ incapace di governare il futuro, invece di progettare nuove infrastrutture in cima ai loro pensieri vi sono i campi nomadi, moshee……..e la gente si allontana da loro. Sara’ un caso ma da quando i leader della sinistra,fatta eccezzione per Bersani, parlano solo romanesco(Veltroni) napoletano(Bassolino) o Barese(Vendola) che in aree importanti del nord rischiano l’estinzione e nel centro quando gli va bene vincono al ballottaggio(Pistoia) ormai il modello della sinistra e’ quello meridionale con le loro giunte clientelari e sprecone che spendono denaro per autocelebrare il loro operato,d’ altronde nel sud la presenza dello stato e’ piu’ forte e accreditarsi il consenso e’ piu’ facile , lei che opinione ha in merito?

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