Questioni di donne anche tra i politici?

Chi dice donna dice danno. Lo dimostrano le ultime vicende della nostra politica. Per colpa di Elisabetta Tulliani, la nuova compagna di Fini, si è allentata un’amicizia di lunga data, qual era quella tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. I grandi disordini spesso prendono origine dalla presenza di una donna e ricordo che anche Tangentopoli cominciò con le rivelazioni della moglie separata di Mario Chiesa. Vorrei sapere se è d’accordo con me.
Pasquale Maccari, Milano

RISPONDE GIOVANNI MORANDI: Mi dispiace, caro lettore, il suo teorema mi pare poco convincente. E se anche fosse vero che l’inchiesta su Mani Pulite fosse partita dalla vendetta di una donna, sarebbe un merito non una colpa dell’ ex moglie di Chiesa. Non faccio nemmeno parte di coloro che sostengono che le donne sono sempre vittime, qui le semplificazioni portano sempre a conclusioni fallaci. Ma non posso ignorare che all’origine della sua domanda ci sia una storia millenaria riconducibile alla tradizione biblica del frutto proibito. Nonostante che l’episodio del pomo sia stato variamente interpretato, giacché nella tradizione ebraica la disobbedienza a Dio non danna la prima coppia ma la santifica. Ma a mio parere anche la tradizione cristiana, che non è mai stata innocentista nei riguardi di Eva, avrebbe motivo di correggersi, perché la Genesi (2, 16-17) ci dice chiaramente che il divieto divino fu impartito quando ancora la donna non era stata creata. “Tu — dice Dio ad Adamo — puoi mangiare di ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangerai”. E qualche versetto dopo si annuncia la creazione di Eva, che dunque inconsapevole indusse l’avvertito. Questo anche per dire che non bisogna dare a Elisabetta quel che è di Silvio. O di Gianfranco.

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